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Autore: maty345    06/02/2014    2 recensioni
Chiara è soggetto di una vita piena di bullismo, asocialità, tristezza e una famiglia difficile.
La Scuola.
La Famiglia.
Le "Amicizie"
Gli Amori
Tutti sembrano incitarla a qualcosa, non direttamente, certo, ma cosa?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Avanti Chiara, sono qua giù che ti aspetto ;)"

Paura.
Rabbia.
(
La Devono Smettere di prendermi per il culo!)
Timore.
Angoscia.

Si, l'angoscia si presentava spesso alle porte di casa mia, in quel periodo.
Di messaggi non ne ricevevo mai, e quello era abbastanza inquietante.
Per le mie compagne di classe non lo sarebbe, si aspetterebbero che si stato il principe azzurro a scriverle.
Ah, già. Stupore.
Era da un po' di tempo che analizziavo le mie emozioni una alla volta, come per spendere il tempo. 
Anche lo stupore si rappresentava bene. Per prima cosa, il testo del messaggio. E seconda...
...mia madre non mi ha punito, oggi.
Sembrerebbe strano per tutti, ma quella che mi stupisce di più è l'ultima che ho pensato.
Di informazione fallaci ne ricevo ogni giorno, anzi, si direbbe che costituiscono una parte di me. Mia madre che mi lascia in pace è una novità. Ed ero felice per questo. Ma c'è sempre un ma, in ogni istante che la mia anima umana respira. E per me oggi è quel fottuttissimo cellulare, che, nel bel mezzo dello studio, si è illuminato rovinandomi la media di latino.
Rabbia.
Si, ci sta anche quella. Forse l'avevo già detta, questa emozione che un po' tempo fa si stampava di rado nel mio cuore.
Se ci penso, manco tanto tempo fa...

"Ehi, tesoro, buon compleanno"
Una scatoletta blu, di cotone, con un bel fiocco argenteo sulla parte frontale.
Dentro, un cellulare. Brutto, usato, e probabilmente con qualche pezzo fuori posto. 
Ma mi pareva bellissimo. 
Con quel che guadagnava mio padre, quando l'alcool era ancora un'identità estranea, quel regalo rappresentava la perfezione.
Dimostrava l'amore di mio padre, quando ancora si ricordava chi fosse sua figlia.
Quando mi dava buffetti sulla testa, quando era ancora sobrio.
Quando era mio padre


Certi ricordi non si dovrebbero mai riportare in vita.
Faceva troppo male.
(Non è colpa sua, è la mamma che...)
Basta.
Ricordare quello che aveva fatto mia madre, dopo quest'ultimo ricordo mi avrebbe reso cenere.
Avevo messo le mie nike, senza nemmeno allacciare le stringhe. Mi andava bene così.
Paura.
(Devi solo uscire dalla porta, girare la testa da una parte all'altra e ritornare dentro... nulla di più.)
Avevo aperto la porta di camera mia e mi ero fiondata fuori, e , senza fare rumore, ero scesa dalle scale. Evitavo di colpire il piede troppo forte, non volevo svegliare mia madre...e nemmeno mio padre, anche se non avrebbe fatto tanto differenza.
Il suo cervello ormai era una pappa molliccia, con il metabolismo di un pesce rosso.
(NON E' COLPA SUA)
Dovevo smetterla di graziarlo, non doveva buttarsi sull'alcool e basta.
(NON E' COLPA SUA!)
Avevo messo le chiavi nell'intoppo, e avevo girato la maniglia.
Giravo la testa a sinistra e a destra, ma niente. Il vuoto più totale. 
Avevo avanzato verso la strada, tremante, ma forse per colpa del freddo.
Forse non ero così codarda.
Forse non ero così vigliacca.
Forse non mi rendevo conto del pericolo dove stava.


Crack. Crack Crack.

Sapevo che la paura si fiutava, perchè quando siamo spaventati il corpo produce una sostanza che stimola alcune cellule presenti nel naso.
Se il mio nemico fosse stato un  cane, o un carnivoro, sarei stata svantaggiata.
Beh, Chiara, mi pare che tu lo sia comunque.

Crack. Crack. Crack.

Sentivo questo sonoro "crack", e lo sentivo sempre più vicino. Avevo paura. Avevo paura.
E la paura mi fa bloccare come se fossi in una sorte di trans.
(ENTRA CHIARA: ENTRA!)

Crack. Crack. Crack.
Un dolore lancinante alla testa, e poi niente. Dovevo dar retta alla testa e non al corpo. 
Speravo solo che mi risvegliassi, perchè avevo paura dei miei genitori.








 
   
 
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