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Autore: EonFreeSoul    07/02/2014    1 recensioni
Cinerea è uno dei personaggi più amati della saga TLOS, ma se ci riflettete bene nessuno sa nulla della sua storia, l'unica informazione che abbiamo scoperto è la corruzione da parte di Malefor.
Ma per quale motivo? Cos'è successo durante il soggiorno della dragonessa nel suo covo? Qual'è stato il suo passato?
Scommetto che ve lo siete chiesti.
Se siete curiosi di scoprirlo, questa fanfic fa al caso vostro.
Avventura, combattimenti, amori, dubbi e leggende si intrecceranno durante il racconto, accompagnando Cinerea , e ovviamente anche voi, cari lettori C;
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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14 anni dopo...

Cinerea era scalpitante già di prima mattina: quel giorno avrebbe affrontato l’importantissimo esame riservato a tutti i draghi della sua età: il culmine del duro addestramento che li aveva resi partecipi fin da piccoli, nel quale sarebbero finalmente entrati a far parte dell’esercito di Malefor, il loro padrone e mentore.
Era in anticipo, lo sapeva, ma sapeva anche che a quell’ora Fraigon la stava aspettando nella Sala delle Lotte, dove si teneva l’esame.
Doveva raggiungerlo, solo così avrebbe saputo informazioni riguardo alle prove che dovevano superare: Fraigon era bravissimo a estrarre informazioni alle stupide scimmie che passavano, era una specie di spia e a Malefor questo piaceva molto.
Trafelata, la giovane dragonessa corse nella stanza dei test, dove lui la aspettava.
Il maschio blu striato era raggiante e bellissimo, come sempre.
Spinse via il soldato che lo accompagnava con una smorfia del tipo “voglio parlare in privato” e la raggiunse sorridendo.
Fraigon disdegnava le scimmie: secondo lui erano solo barbari senza cervello che non sapevano creare piani, ordire inganni e parlare, ma solo marionette che eseguivano gli ordini, qualsiasi essi fossero; era convinto che una volta divenuti abbastanza forti, loro draghi avrebbero spazzato via la loro razza e sarebbero diventati i prediletti di Malefor.
-Eccoti, pensavo ti fossi persa per le scale- scherzò lui.
-Poche ciance- tagliò corto Cinerea- hai le prove?
-Sì, sono poche ma impegnative: combattimenti e  percorsi ad ostacoli sono quelle principali, ma potrebbero farcene altre come prove di difesa e velocità, o di coraggio, poi una esame segreto come ultima verifica.
- Tutto qui?- sbuffò lei sarcastica.
- Non abbassare la guardia, Cynder- la chiamò con il suo vero nome e ridacchiò- un’altra cosa: ci faranno scegliere delle armature fatte apposta per noi, ma dato che siamo i primi potremmo selezionarle adesso.
Dalle scale si iniziarono a sentire passi e risa degli altri allievi.
I due si guardarono:- Sbrighiamoci, o ci soffieranno quelle migliori- disse Fraigon, correndo nella direzione dove erano ammassate le protezioni, in un luccichio continuo di metalli pregiati.
Cinerea le osservò, affascinata; ne scelse una leggera per non impacciarla nei movimenti, ma resistente in caso di un nemico molto tosto da sconfiggere.
La indossò: il metallo argenteo era pieno di spigoli e di punte e risaltava le sue forme, in più era comodissimo.
L’elmo grigio pallido le avvolgeva il muso ma lasciava libere le corna per attaccare e gli occhi e il naso, in  modo che non desse fastidio.
Quella del suo amico era molto simile, ma era ramata e più pesante, dato che lui era anche molto più muscoloso.
- Stai bene- la adulò lui.
-Esagerato, anche tu!- ridacchiò Cinerea.
Nel frattempo erano arrivati gli altri che, tra schiamazzi e borbottii, avevano scelto le proprie.
Sembravano tutti soddisfatti, e comunque anche se non lo fossero stati non c’era più tempo per cambiare, perché era giunto Demone assieme a Malefor.
-Giovani draghi- sentenziò il Maestro delle Ombre- oggi è il grande giorno in cui potrete dimostrare il vostro valore e diventare uno dei miei fidatissimi soldati scelti!
Dalla sala si alzò un brusio generale.
- Se non ce la farete- iniziò lui con un sorrisetto perfido- dovrete andarvene per sempre!!! Non potrete più fare ritorno qui, o verrete individuati come intrusi!
Concluse la frase e la parola venne presa da Demone, senza dar modo ai giovani di replicare… ammesso che qualcuno avesse un tale coraggio per farlo:-Diamo inizio alle prove! Dimostrate la vostra audacia! La prima prova consiste in un combattimento con le nostre guardie! Seguitemi!
Fece un cenno con una zampa e i draghi vennero condotti fuori dalla sala.
Li scortò per diverse gallerie e Cinerea si accorse che stavano scendendo; e di molto, a giudicare dall’umidità, dal buio e dall’odore stantio di muffa.
Finalmente arrivarono: la stanza in questione era ampia e rischiarata notevolmente da torce fiammeggianti, era una grotta; lì due scimmie massicce armate di alabarda e spada li squadravano interessati e pronti ad attaccarli.
I draghi si allarmarono, ma non Fraigon, che si offrì a combattere per primo:- Vado io!- esclamò, tenendo alta la testa in segno di coraggio.
Tutti i compagni abbassarono la faccia, mostrando rispetto, tutti, tranne Cinerea:-Buona fortuna- sussurrò.
-Grazie- disse lui sorridendo sotto l’armatura.
Si preparò, mentre tutti lo osservavano, ansiosi.
Demone sorrise:-Bene, abbiamo il primo sfidante! Un’ultima cosa: non esistono regole! Che il combattimento inizi!
Quest’affermazione lasciò sgomenti alcuni draghi, ma non Fraigon: non poteva distrarsi, un’imperfezione, e sarebbe morto.
Una scimmia corse urlando verso di lui, agitando l’alabarda, ma il giovane drago la schivò agilmente e gli tirò un calcio in testa, facendogli perdere i sensi.
“Fuori uno” pensò, sorridendo malignamente mentre si concentrava sull’altro.
Quest’ultimo era più veloce e più forte: con un salto atterrò Fraigon, che tentò di divincolarsi.
Ci riuscì, se lo scrollò di dosso e gli lanciò delle lame di ghiaccio.
Si distrasse: guardò raggiante Cinerea, ma fu fatale: si era dimenticato del combattimento del quale, poco prima, era stato protagonista.
I due soldati lo atterrarono e iniziarono a colpirlo sghignazzando, e dal gruppo di spettatori si levò un brusio deluso: sembrava infatti che non ci fosse più scampo per lui.
Cinerea realizzò: lo stavano sconfiggendo, se fossero riusciti, non ci sarebbe più stato futuro davanti a Fraigon: sarebbe stato in perenne esilio, scappando da Malefor per tutta la vita.
Doveva impedirlo, in fondo, non c’erano… regole…
Spinta da una forza interiore, si slanciò in avanti e saltò; saltò in eterno, mentre tutti (Demone compreso) la osservavano strabiliati.
Finalmente atterrò, si concentrò e creò una mano di fuoco che stritolò la prima scimmia, mentre la seconda si guardava intorno sbigottita.
-Grazie- disse Fraigon stancamente, trascinandosi in piedi.
-Beh, due contro uno, non è corretto- affermò lei aiutandolo e ammiccandogli scherzosamente.
Con una raffica di ghiaccio e fuoco creata con i loro poteri combinati, misero KO anche l’altra, che, perso il compagno, era rimasta spaesata e quindi facile preda.
Questo rafforzava le teorie di Fraigon sul fatto che le scimmie fossero deboli.
Demone parlò:-Bene, sembra che abbiate superato la prova, giovani guerrieri, mi compiaccio di voi.
Cinerea e Fraigon esultarono: avevano vinto la prima battaglia!
Ma c’era dell’altro, e lo avrebbero scoperto molto presto…
 
Riffle si asciugò le lacrime, nessuno avrebbe dovuto vederla piangere, nessuno, ho avrebbero saputo tutti che non era stata all’altezza del suo compito.
Ma Cinerea la vide, nel viaggio verso il campo dell’altra prova.
Sentì pianti e singhiozzi, e decise di scoprirne la causa.
Era Riffle.
-Cynder, sbrigati- le intimò Fraigon, impaziente.
-Aspetta, ti raggiungerò dopo, non preoccuparti, vai.
-Cynder…- continuò lui, gettando sguardi preoccupati al resto del gruppo, che si stava allontanando.
-Vai!- disse lei decisa.
Fraigon si arrese e la lasciò sola.
Cinerea colse l’attimo e svoltò l’angolo: la giovane draghetta della terra era ancora lì, triste.
-Riffle…  cos’è successo?- mormorò preoccupata.
Riffle si voltò verso di lei, tremante e infelice; il suo muso era rigato da lacrime.
Lei tirò su col naso :-Non ce l’ho fatta…! Non ce l’ho fatta!!!
Disse solo questo e si appoggiò a Cinerea, bagnandole una spalla.
Tutto ad un tratto Cinerea capì: non aveva superato la prova, l’avrebbero scacciata e non l’avrebbe più rivista.
Riffle si staccò da lei:- Me ne andrò da un momento all’altro e mi rifarò una vita fuori di qui, addio, Cinerea- si sforzò di sorridere, ma piangeva ancora.
Si voltò e scomparve in un cunicolo, per sempre.
La draghetta non la rivide mai più.
 
Mentre raggiungeva gli altri era scura in volto, e pensava a cose che non le avevano mai sfiorato la mente: si poteva distruggere il destino di qualcuno così? Lei aveva sempre pensato a diventare una guerriera dell’esercito di Malefor, non l’aveva toccata neppure in un momento l’idea di poter fallire ed essere scacciata da lì, la sua casa.
A dire il vero, le sarebbe piaciuto viaggiare: non era quasi mai uscita da quel posto, ma era sicura che una volta superato l’esame, sarebbe diventata invincibile  e avrebbe combattuto in lungo e in largo, no, non era una prigione, doveva toglierselo dalla testa.
Corse per i corridoi e raggiunse il gruppo in poco tempo, senza che nessuno la rimproverasse.
Fraigon la notò proprio mentre arrivava:- Eccoti! Presto, Demone sta per annunciare la prossima prova! Sei pronta?
Pensando a tutto quello che era successo, Cinerea si era totalmente scordata dell’esame e alla domanda del suo amico restò imbambolata.
-Ci sei?- insistette lui sventolandogli una zampa davanti.
-Ah, sì, sì…- Fraigon la guardò con aria interrogativa :- Sembri confusa… qualcosa non va?
Di fronte a quegli occhi blu profondissimi Cinerea non se la sentiva di mentire, stava per vuotare il sacco, dire che aveva visto Riffle e che le erano sorti dei dubbi sui metodi del Maestro delle Ombre, ma una voce davanti a loro la frenò:- Zitti, accidenti!!! Chiudete la bocca! Demone sta iniziando il discorso!
Aveva parlato un giovane drago verde con macchie nere, dall’espressione piuttosto irritata; lui e Fraigon si guardarono in cagnesco, ma quando Demone parlò e decisero di rimandare la loro scaramuccia.
Cinerea notò che Malefor non era presente, stavolta, ma non si chiese il perché: non c’era tempo.
Ora doveva concentrarsi solo sul test.
-Bene, guerrieri! Sembra che il precedente combattimento non vi abbia provati più di tanto, e mi fa piacere… e anche a voi, poiché la prova che vi attende  è più faticosa e… letale.
Sorrise malignamente notando che alcuni draghi avevano assunto facce preoccupate.
Alzò il braccio e mostrò un tunnel tetro che si snodava dietro di lui, come una bocca oscura senza zanne, ma egualmente fatale:- Entrerete qui a coppie e proseguirete fino a trovare l’uscita della parte più recondita di questo covo- fece una pausa e li guardò uno ad uno, poi mostrò nuovamente la galleria buia e pronunciò una sola parola:- il Labirinto…
Quella sola frase bastò a far serpeggiare la paura tra i giovani draghi; -Ci mandano nel Labirinto?! Sono tutti matti!!!- commentò qualcuno e qualcun altro concordò.
Cinerea conosceva il Labirinto per la sua pessima fama: sere prima dell’esame, lei e i suoi compagni si riunivano nella Sala delle Lotte oppure nel boschetto lì fuori (le rare volte che uscivano) e si raccontavano le tenebrose storie che avvolgevano il nome di quel posto spaventoso.
Qualcuno aveva persino azzardato a dire che gliel’avrebbero fatto esplorare, durante l’esame, ma nessuno ci aveva creduto, forse non ne era convinto neanche chi l’aveva detto.
Ma ora la realtà era ineluttabile: dovevano fare quello a cui nessuno aveva prestato fede.
Cinerea rabbrividì, ma si fece coraggio; lei e Fraigon decisero che sarebbero entrati per primi, e insieme.
Tutti li osservarono come se fosse l’ultima volta che li vedevano, per sempre, e a Cinerea quegli sguardi sembrarono funerei e spaventati.
Bastarono pochi passi perché fossero inghiottiti dall’oscurità totale.
 
Non passò molto tempo perché la fugace luce dell’entrata si spense poco a poco, soffocata dal troppo buio.
Fu Cinerea ad intervenire, creando una piccola sfera di fuoco che rischiarasse debolmente lo spazio circostante.
-Non è molto, ma almeno abbiamo una luce- sospirò Fraigon.
Erano abbattuti già prima di cominciare, ma non si poteva dagli torto: l’impresa che gli si prospettava era pressoché disperata e l’odore di muffa scaturito dalle pareti fatiscenti serviva solo a far scendere il loro morale ancora più in basso.
Camminarono a lungo, per ore, giorni, minuti, attimi sfuggenti, non si capiva, il tempo sembrava essersi fermato, là sotto.
Non parlarono mai, finché notarono che la luce si stava facendo più forte, ma non era la luce del sole, ne della luna, era qualcos’altro: una luce rossastra che proveniva da una porta dinanzi a loro.
Il caldo aumentò mentre le si avvicinavano:- Che cos’è questo bagliore?- chiese incuriosita Cinerea, socchiudendo la porta.
-Non ne ho idea, ma potrebbe essere una trappola, per quel che ne sappiamo...- disse Fraigon scrutando i dintorni.
Si accorse che Cinerea era entrata furtivamente e la seguì, preoccupato:- Cinerea?- poi la vide, e la raggiunse.
Era inquieto e il caldo lo stremava: era troppo forte per i suoi gusti, per i gusti di un drago del ghiaccio, tuttavia l’armatura ramata lo proteggeva parzialmente da quelle condizioni.
C’era un precipizio proprio davanti a loro, dal quale saliva lento e sinuoso del fumo grigiastro, che si avvolgeva e si snodava come le spire di una serpe.
L’inquietudine aumentava e Cinerea si era avvicinata al ciglio della scarpata, osservava verso il basso, i suoi occhi da drago del fuoco scrutavano come ipnotizzati qualcosa sotto di lei, qualcosa che Fraigon non riusciva ad identificare.
-Cynder, vieni via, non è prudente…
-No…- mormorò lei, incantata…
-Vieni via! Ti stai assoggettando da sola!-  accelerò il passo e fu dietro di lei, in tempo per notare che gli occhi della sua amica si chiudevano e le sue zampe cedevano facendola precipitare, incosciente.
-Cynder!- gridò Fraigon, balzò in avanti e la acchiappò per la coda grigia, un attimo prima che finisse di sotto.
“Magma!” ora lo sapeva, la sostanza che c’era di sotto, così calda e luminosa, era magma.
Non immaginava pensare cosa fosse successo se Cinerea fosse caduta lì.
La tirò su lentamente e con gli occhi chiusi, come se temesse di poter mollare la presa inconsciamente, alla minima distrazione.
Riaprì gli occhi, ma si accorse che la stanza davanti a sé stava svanendo come nebbia, vide i colori farsi meno vividi e infine sparire, assieme a tutto il resto.
Pensò di stare per svenire, ma non era così: ora il magma era svanito e al suo posto c’era un largo ponte di solida roccia, che proseguiva fino ad un’altra caverna.
 
Il burrone sotto di loro era cupo e buio, quindi, quando Cinerea si fu svegliata, si affrettarono ad oltrepassarlo, quasi temessero che potesse spezzarsi sotto ai loro passi leggeri.
-Che fine ha fatto il magma?- chiese la draghetta con aria interrogativa.
Mentre camminavano con l’unica luce della sfera infuocata come torcia, Fraigon le diede tutte le informazioni che desiderava.
-Come sarebbe a dire “è sparito?”
-Non ne ho idea, ma forse… sì, potrebbe essere…
-Cosa?
-La Sala delle Paure, un posto che ti mostra quello che tu non vorresti mai accadesse, e scompare quando hai superato quel terrore, ne parlò Riffle una volta al bosco, ricordi?
No, non rammentava nulla del genere, né lo voleva fare: il ricordo della sua amica era troppo doloroso.
Ora doveva dirlo a Fraigon, era giunto il momento di farlo:- Senti a proposito di Riffle, lei…
Le si spezzarono le parole in gola di fronte allo spettacolo meraviglioso che gli si era aperto davanti agli occhi: erano capitati in una grotta enorme, la cui volta e il pavimento, così come le pareti, rilucevano di una strana luce bluastra e confortante.
Tutto brillava, i due amici non sapevano dire cosa fosse quella roccia celeste che li aveva chiusi in quel paradiso sotterraneo.
Più in là c’era una cascata che infrangendosi a terra andava a formare un laghetto dalle acque limpide e cristalline.
Dietro la cascata bianca c’era una sagoma nerastra:- L’uscita! Guarda, è quella!- la gioia che provava Cinerea era palpabile.
Corse a perdifiato sotto la cascata e nel tunnel seguente, assaporando ogni secondo del contatto dell’acqua sulle sue scaglie cineree.
Poco dopo videro una luce, piccola, ma piena di speranza, così, dopo tanta paura, uscirono indenni.
 
Non furono molti i draghi che uscirono dopo di loro, come notarono i due giovani con inquietudine: gli altri erano stati reclamati da quel posto infernale.
Tra i superstiti non era presente poco più di una dozzina, un numero drastico rispetto alla quarantina della loro covata.
Nessuno parlava, quando Demone li condusse nuovamente alla Sala delle Lotte, tutti ripensavano al tragico destino dei loro compagni, dispersi o morti nel Labirinto.
In un certo senso Cinerea fu contenta di aver risparmiato quell’orrore a Riffle: sicuramente non sarebbe sopravvissuta.
Arrivarono nell’arena dove si erano incontrati per la selezione delle armature e lì Demone ruppe il silenzio tragico che li soffocava:- Bene, sembra che il Labirinto abbia mietuto molte vittime, mi rallegro per i vivi che sono tra noi…- e rise, una risata per nulla confortante per chi aveva perso i propri amici.
Il capo scimmia parve sondare quei pensieri:- Ora siete abbattuti per i vostri compagni, ma questo non vi deve importare: cos’è l’amicizia, se potete essere un giorno temuti come grandi condottieri? Non è forse per questo che ora siete qui, ad affrontare la prova finale?!
Le sue parole ridiedero vigore e convinzione a molti draghi, tra cui Cinerea e Fraigon:- Ha ragione. Non credi?- chiese Fraigon.
Cinerea annuì: non era così male: Riffle sarebbe comunque stata al sicuro, che importava? Il fuoco che si era acceso in loro gli dava coraggio, e si offrirono di andare per primi.
- Che impeto! Mi compiaccio di voi- sogghignò Demone - Prego, iniziamo con Cinerea… ora, statemi a sentire: affronterete il più grande rivale della vostra vita, la sconfitta è quasi assicurata… ma dovete comunque dare il meglio di voi, mi avete capito?!
Sì, Cinerea l’aveva capito, e dopo il Labirinto non aveva più paura di nulla: se la sentiva anche di affrontare questo misterioso avversario.
Lo aspettò con ansia, finché la grata davanti a lei non si sollevò e non le mostrò il suo nemico.
Le si mozzò il respiro, non era possibile… davanti a lei c’era Malefor.
 
 
   
 
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