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Autore: EonFreeSoul    07/02/2014    1 recensioni
Cinerea è uno dei personaggi più amati della saga TLOS, ma se ci riflettete bene nessuno sa nulla della sua storia, l'unica informazione che abbiamo scoperto è la corruzione da parte di Malefor.
Ma per quale motivo? Cos'è successo durante il soggiorno della dragonessa nel suo covo? Qual'è stato il suo passato?
Scommetto che ve lo siete chiesti.
Se siete curiosi di scoprirlo, questa fanfic fa al caso vostro.
Avventura, combattimenti, amori, dubbi e leggende si intrecceranno durante il racconto, accompagnando Cinerea , e ovviamente anche voi, cari lettori C;
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Felicità, goduria, piacere, vanità, orgoglio… tutti insieme, Cinerea aveva provato tutti insieme quei sentimenti quando aveva riposto fieramente il Cristallo del Potere nelle mani del Maestro delle Ombre.
Aveva potuto percepire il suo malvagio consenso mentre la studiava compiaciuto.
-Eccellente, a tutti… ma, visto come sono andate le cose, a te in particolare!- aveva detto lui.
Cinerea non aveva potuto fare a meno di sorridere a quell’affermazione.
Per ricompensa Malefor gli aveva concesso una serata da passare al bosco tra guerrieri, e un’altra cosa che aveva fatto perdere la testa a molti dei suoi compagni.
-Scegliere un’arma!!! Ci pensate?- aveva esclamato Kiwar in preda alla gioia.
Erano andati in un grande salone sorvegliato da scimmie (a cui Fraigon aveva dato una gomitata prima di entrare) dove erano custodite le armi più belle e potenti che avessero mai visto.
Inizialmente voleva prendere possesso di un’ascia, ma Malefor aveva insistito che conquistasse la spada, e lei non voleva deluderlo.
E ora Cinerea era lì… a specchiarsi nella lama sfavillante mentre gli altri chiacchieravano intorno al fuoco scoppiettante.
-Prima armatura, poi un’arma… significa che il Maestro ripone più fiducia in noi che in quegli stupidi babbuini che lo servono- commentò Fraigon contemplando la lancia arcaica che aveva scelto.
Molti annuirono e Vin diede voce ai pensieri di tutti:-Quando saremo tutti comandanti- bofonchiò tenendo stretta la sua ascia :- le cacceremo da qui e faremo nascere una nuova generazione di draghi…
Cinerea non comprese appieno le sue parole, neppure quando lui e Faasie si alzarono e si ritirarono nella parte più profonda del bosco, finché la vegetazione non li ebbe inglobati completamente con il suo manto verde.
Nessuno li seguì, era meglio così.
Lei non chiese spiegazioni, tanto nessuno gliele avrebbe date, pensando che avesse capito da sola.
Gilf li osservò andarsene con un espressione di invidia dipinta sul muso, e poi fissò Cinerea.
Fraigon lo guardò malissimo, e lui posò gli occhi altrove, fingendo di osservare il suo pugnale.
Cinerea si affrettò a cambiare discorso:-Qualcuno sa il perché della missione?
-Boh… io no di certo- disse Kiwar vagamente.
Fraigon azzardò una proposta disperata:-Potremmo… chiedere al Maestro.
All’inizio nessuno rispose, poi Arv lo guardò a occhi sgranati come se avesse detto una pazzia,  e in effetti lo era:-Cosa?! Tu intendi andarglielo a chiedere?! Sei matto? Nessuno deve mai andare a chiedere spiegazioni ai suoi superiori, tantomeno a lui!
Il discorso avrebbe potuto considerarsi chiuso, Cinerea pregò che lo fosse, ma se conosceva bene il suo amico blu, avrebbe voluto avere l’ultima parola…
Ovvio:- Rifletti… ci meritiamo sapere il perché del nostro compito, dopo tutto quello che abbiamo fatto- controbatté Fraigon.
“Maledizione a me e alla mia domanda idiota…” pensò Cinerea mordendosi il labbro.
Arv sbuffò e si portò la coda piumata arancione davanti al muso, in segno di indifferenza:- Fa come ti pare, ma ti avverto: non contare su di me, non voglio guai…
-Perfetto- sentenziò Fraigon.
Cinerea era un po’ nervosa:-Perfetto cosa? Andrai tu?
Lo splendido maschio blu voltò la testa dalla sua parte:-Vorrei proprio, cara Cinerea, tuttavia… mi è parso che Malefor… abbia scelto te come sua favorita.
-E allora?
Gilf osservava la scena sogghignando:-Se quel cuor di leone del tuo amico ha così tanta paura del nostro mentore, verrò io con te.
La risposta della femmina grigia fu pronta:-Se devo andare, lo faccio da sola, grazie della proposta, ma preferisco di no.
“E’ più appiccicoso di una ragnatela…” pensò lei con sdegno.
Certo, lo trovava simpatico e ottimista, ma quando faceva così era davvero insopportabile.
E ultimamente faceva così sempre.
Si concentrò nuovamente sulle parole del suo amico:-Dicevi?
Le fiamme del fuoco proiettavano ombre da ogni parte, rendendo arcana l’attesa, come se loro due stessero per suggellare un patto segreto.
- Cynder, il fatto è che io credo che tu sia la più adatta per compiere quest’impresa, la quale ci renderà le informazioni che il nostro Maestro ci deve.
Lei stette un attimo in silenzio a pensare “Devo farlo proprio io, perché lui ha paura?” scacciò quei pensieri “No… sono convinta che lo farebbe se potesse, è coraggioso… ma ha ragione, sono io la favorita di Malefor: quindi cederà più facilmente di fronte a me”
-Ok- disse semplicemente ai draghi lì radunati, prendendo la sua decisione.
Poi lasciò il cerchio del fuoco senza aggiungere nient’altro, portandosi dietro la spada, saldamente agganciata sull’armatura: sarebbe andata da lui come guerriera dell’Ordine di Malefor, non come una novizia timorosa.
Gilf si alzò e la seguì, senza che lei se ne accorgesse.
Mentre il rosso stava per abbandonare a sua volta i compagni lì radunati, Fraigon gli bloccò la zampa e si erse alla sua altezza ringhiando:-Prova a toccarla, e la lancia donatomi dal nostro mentore ti trapasserà la testa!
L’altro liberò la mano, sprezzante:-Non farò nulla di simile, non sono neanche certo che sia pronta per una cosa del genere, non come Faasie – spiegò facendo un cenno nella direzione in cui erano andati lei e il verde Vin: - Ma sicuramente sarò più utile di te: le chiarirò come stanno andando le cose fra maschi e femmine, qui, lei non ne ha idea.
-Cosa?!- fece l’altro, la rabbia che gli si leggeva negli occhi lampeggianti.
Gilf avvicinò il muso al suo:-Dovrà scegliere, Fraigon, e quando lo farà, favorirà me!- alzò la voce su quell’ultima frase prima di andarsene.
Shae fece una faccia spaventata e si avvicinò a Bite, che la coprì con la sua possente ala nera e la tranquillizzò sussurrandole qualcosa.
Anche Kiwar e Arv fecero un’espressione scandalizzata, ma non osarono fare commenti.
Nel frattempo Faasie e Vin tornarono; sorridevano entrambi.
Si spensero quando videro l’ira sul volto di Fraigon e rimasero spaesati davanti al fuoco, che era l’unica voce che si sentiva:- Che è successo?- chiese riluttante Faasie.
Kiwar le si avvicinò all’orecchio:-E’ per via di Cinerea…
Si guardarono.
 
Cinerea rientrò nella gigantesca fortezza di Malefor.
Se non ricordava male, gli appartamenti del suo mentore erano accessibili dalla Sala delle Lotte.
Era da quando era nata che viveva lì, ma ancora non ci si era abituata.
Non del tutto.
Svoltò a destra e entrò silenziosamente, fece una smorfia di disappunto: la sala era deserta tra le ombre della sera, tranne per due presenze fastidiose: c’erano due scimmie che parlavano.
Fecero alcuni commenti e risero sguaiatamente.
Cinerea voleva evitarli, ma non c’era nessun modo per accedere alle stanze del suo Maestro tranne passare per di lì e incontrarle.
Tentò di sembrare disinvolta mentre attraversava l’immensa sala semibuia passandogli davanti, ma le scimmie si girarono lo stesso verso di lei, squadrandola minacciosamente.
Percepì che una si era alzata per il clangore che fece la sua armatura.
“E ora anche questi rompiscatole… se mi infastidiscono, li manderò a nanna, non mi importa delle punizioni”.
Non le importava dei castighi almeno quanto a Malefor non interessavano le scimmie.
-Che ci fai qui, carina? Non dovresti essere fuori?- disse una ghignando e venendo verso di lei.
Lei rispose con una smorfia di disappunto:- A te non dovrebbe interessare… quello che faccio io sono affari miei…
-Il Maestro dice che a quest’ora dovresti stare al bosco, tu e i tuoi compagni- disse quella con l’altra che annuiva dietro di lei come un burattino.
La sua risposta fu pronta:-Il Maestro dice sicuramente tutto a voi e a noi, ma di certo non “bighellonate pure nella Sala delle Lotte ubriacandovi”, dico bene?
La scimmia rimase di stucco, poi la sua espressione divenne minacciosa e estrasse la spada:-Bada a come parli, pivella, se noi siamo qui c’è un motivo particolare.
-Idem per me… non pensate che sia una scansafatiche come voi… e ora, se volete scusarmi…- Cinerea sapeva che stava giocando col fuoco: quei due bipedi ottusi l’avrebbero attaccata sicuramente, ma la colpa sarebbe stata loro, non sua: non aveva iniziato lei.
Doveva tenere duro e domare la sua rabbia.
Aveva come l’impressione che il fuoco che si teneva dentro sarebbe uscito facendo una strage se qui due non l’avessero piantata.
-Scusarti?- chiese una bloccandole la strada con il suo corpo, mentre sorrideva:-Ma certo… come no! Ti scuseremo in un modo appropriato!
Subito dopo le tirò un fendente, che lei fu pronta a schivare, seppur con sorpresa.
-Come osi?!- gridò lei irata.
Sì, Fraigon aveva  proprio ragione: erano solo animali stupidi.
E c’era una cosa veramente perfetta per le bestie poco intelligenti: la frusta.
Vibrò un colpo di coda in faccia a un soldato che le si era avvicinato troppo, lasciandogli un lungo graffio sanguinante lungo la guancia pelosa.
Quello ringhiò e fece per  colpirla con la sua ascia, ma era lento per lei.
Gli saltò sopra e atterrò dietro di lui, scalciandogli violentemente sulla schiena, e mandandolo per terra mentre attaccava l’altro.
“L’hanno voluta loro…” pensò mentre spalancava le fauci e lasciava uscire dalla sua gola un getto di fuoco rovente.
Quella , colta di sorpresa, non riuscì a schivare e venne presa in pieno dalla fiamma.
Mentre bruciava urlando, la vampa che lo avvolgeva iniziò a trasformarsi.
Qualcosa prendeva forma sotto lo sguardo acuto di Cinerea, lo stesso essere che aveva creato per salvare Shae, e che stavolta avrebbe fatto l’esatto contrario: avrebbe ucciso.
La grande serpe di fuoco e fiamme si snodò in tutta la sua lunghezza in quell’inferno che lei stessa aveva provocato, poi sibilò minacciosamente verso le due scimmie.
Spalancò la bocca sopra quella che bruciava e la divorò voracemente, come il fuoco fa con il legno.
Poi osservò l’altra con odio.
Intuendo cosa stava per fare, il soldato abbandonò la spada e corse verso l’uscita, in preda al terrore.
-Sei troppo lento- sibilò il serpente dando voce ai pensieri della dragonessa che lo controllava.
Sfrecciò verso il fuggitivo e lo catturò tra le sue spire, stringendo sempre di più, mentre il fuoco che componeva l’essere iniziava a inglobare la scimmia, corrodendo prima l’armatura, poi la pelliccia e la carne.
Anche le ossa andarono in polvere, e gli strilli del soldato si spensero dopo poco.
La serpe leccò via i resti miseri del suo avversario con la sua grande lingua infuocata, e d’un tratto Cinerea si sentì più sazia.
Osservò l’ animale infernale dissolversi in una nuvola di vapore “Siamo legati, è una mia creatura”.
Quel pensiero la riempì d’orgoglio.
Poi rifletté su quello che aveva appena fatto: aveva ucciso.
E non uno, ben due!
Qualsiasi individuo si sarebbe sentito in torto, ma stranamente, non lei.
No, non aveva nessun senso di colpa che l’attanagliava, piuttosto, si sentiva potente e energica, come se avesse voluto dimostrare a tutti che non era debole, che non dovevano sottovalutarla.
Sorrise e ruggì: era così! Era forte, molto più forte di tutti i suoi compagni.
Capì perché Malefor l’aveva scelta come sua favorita: era in grado di poter prendere il comando, di dare ordini e di organizzare le battaglie in modo che andassero a suo favore.
Pensava di essere la predestinata che avrebbe condotto gli eserciti dell’Ordine di Malefor alla riscossa, un giorno.
Sarebbe stato davvero così, ma lei ancora non lo sapeva, e per ora erano solo fantasie.
Ignorò il caso nel quale le avrebbero inflitto una punizione mentre proseguiva.
Calpestò la spada abbandonata dal fuggiasco, e poi osservò la sua: non c’era paragone, la propria era molto più bella.
Con disprezzo, la raccolse e la lanciò contro il muro.
L’arma atterrò rumorosamente e giacque lì, inutile.
Avrebbe voluto portarla via come trofeo, ma decise che l’avrebbe fatto dopo: aveva un compito, ora.
Senza pensare a null’altro, si diresse verso gli appartamenti del suo mentore.
Arrivò proprio davanti al portone che li chiudeva.
Al centro c’era una serratura; Cinerea aveva visto il suo Maestro portare la chiave al collo qualche volta.
Appoggiò l’orecchio alla porta: nessun suono, ma sicuramente Malefor era lì: percepiva la sua presenza.
C’era un battente raffigurante un demone che teneva in bocca l’anello per bussare, ma lei aveva paura di battere: a meno che non fosse in compagnia, incontrare Malefor la metteva sempre in soggezione.
Una volta l’aveva visto in un corridoio mentre tornava nella sua stanza ed era scappata, per paura di imbattersi in lui.
Ma aveva fatto così tanto rumore che ancora adesso si chiedeva se quella volta l’avesse comunque scoperta.
Immaginava di sì… aveva sentito delle voci che raccontavano la straordinaria capacità del drago di leggere nella mente e di conoscere la tua esatta posizione su tutta la Palude.
Si domandò mentalmente se fosse vero.
Sentì una risata malvagia; spaventata, si girò, ma non vide nessuno.
Non voltarti, non serve, sciocca, non sono nella sala in cui ti trovi ora…le parole si spansero nella sua mente, profonde e forti.
-Chi sei?!- chiese ansiosa, pronta ad attaccare.
Che domanda insensata. Non sai riconoscere il tuo Maestro? La voce sembrava accigliata.
“Miseria… che figura” pensò; in realtà sapeva che la figura era l’ultima cosa di cui si sarebbe dovuta preoccupare.
-Posso venire?- chiese stando ferma davanti al portone.
La voce mentale di Malefor era inespressiva e fredda entra.
Lei spinse la porta e varcò l’ingresso con riluttanza.
Pensò che l’interno era la cosa più simile ad una grotta che lei avesse mai visto nella fortezza: era tutto roccioso, eccetto l’unica finestra, sul fondo.
Il soffitto era costellato da stalattiti, alcune che arrivavano fino al pavimento creando una sorta di sistema di colonne naturali.
Dentro era semibuio, ma lei riuscì a distinguere ugualmente i lineamenti del suo mentore in fondo alla stanza.
Le dava le spalle guardando davanti a se: osservava il Cristallo del Potere.
Le sue radiazioni viola e blu si riflettevano sulla sua faccia.
Perché sei venuta? Chiese con una punta di durezza.
La piccola dragonessa grigia si sforzò di comunicare mentalmente necessito di una curiosità.
IO non distribuisco curiosità. La risposta fu secca.
Cinerea si morse il labbro mentre si spiegava mi sono espressa male, vi prego di scusarmi, intendevo dire un’informazione riguardante la nostra ultima missione.
Il gigantesco drago viola si irrigidì di colpo, poi si voltò verso di lei e strinse gli occhi gialli.
Cinerea guardò in basso, aveva fatto un errore andando lì?
-Nessuno mi ha mai chiesto informazioni- sibilò Malefor.
Poi aggiunse sorridendo malvagiamente:-Nessuno che a quest’ora sia vivo, intendo.
Il cuore di Cinerea batteva all’impazzata.
-Sapevi i rischi che correvi venendo da me avanzando una proposta del genere, ma sei venuta… hai coraggio, lo ammetto…
Fece una lunga pausa, e lei non ruppe il silenzio.
Fu di nuovo lui a farlo:- Potrei punirti per questo affronto, e anche per quello che hai fatto qui fuori…- Cinerea non osò dire nulla: aveva scoperto che le voci sentite erano vere.
L’altro continuò:- Nessun guerriero dovrebbe chiedere una cosa del genere ad un suo capo, non sono cose che gli riguardano, dico bene?
Avvicinò il suo muso a quello minuscolo di Cinerea, poi sbuffò:-Ma… come soldatessa sei molto potente, farei solo un errore eliminandoti, e ho grandi progetti per te…
-Davvero?- lei non seppe trattenersi.
Lui la guardò male:-Sì, era questo che volevi chiedermi per caso? Suppongo di no…
Lei scosse la testa:-In realtà… mi interessa sapere il perché della nostra missione. Cioè, ci interessa…
-Ah!- l’esclamazione di Malefor fu breve.
La sua voce diventò nuovamente mentale il Cristallo del Potere è un’arma micidiale, come tutti sanno, tuttavia… sorrise crudelmente può essere usata per produrre energia… un’energia molto potente, scaturita dai quattro elementi puri: fuoco, ghiaccio, terra e fulmine.
Si voltò nuovamente verso il Cristallo contemplandolo io necessito di quel potere, e l’avrò.
Non disse altro, e Cinerea capì che non avrebbe ottenuto informazioni aggiuntive.
-Tolgo il disturbo- disse infine inchinandosi e uscendo silenziosamente.
Chiuse il pesante portone dietro di se.
Tirò un sospiro: aveva quello che le serviva, sarebbe tornata a riferire tutto ai suoi compagni.
Passò a prendere la spada abbandonata dalla scimmia sconfitta per riportarla come trofeo, poi si diresse al bosco, dove la aspettava Fraigon.
-Cinerea, aspetta!- una voce giovane la fece voltare di scatto.
Era Gilf.
-Che vuoi?- chiese lei bruscamente.
-Devo parlarti…- poi cambiò discorso:- Come è andata? Te le ha date?
-Intendi le botte o le informazioni?- chiese sbuffando.
-Entrambe.
-Solo le seconde.
-Bene, raccontami tutto!
-Lo farò quando saremo tornati al bosco, ci aspettano tutti là- ribattè Cinerea proseguendo imperterrita.
L’altro scattò verso di lei:-Prima ho detto che desideravo parlarti.
-Lo farai al bosco, no? Abbiamo tutto il tempo.
-Intendo in privato.
Cinerea si fermò:-Non so cosa tu voglia, ma dato che sono appena uscita da un incontro ravvicinato con il nostro Maestro sarà un sollievo parlare con chiunque, incluso te, quindi andiamo nella mia stanza.
Alzò gli occhi al cielo: possibile che quel tonto di un drago rosso sfruttasse ogni momento di assenza di Fraigon per starle addosso? Non ne poteva più.
Quando furono entrati, chiuse la porta lignea dietro di sé e gli prestò ascolto.
-Senti- iniziò lui :-Quello che ti sto per dire non ti piacerà…
-Allora non dirmelo- tagliò corto lei.
-Ma è necessario!
Poi continuò:- Sta succedendo qualcosa in questi giorni: siamo cresciuti.
Lei alzò un sopracciglio:-Bella scoperta…
Gilf liquidò il suo commento con un gesto della zampa:-Intendo la conseguenza di questo! Ascolta: siamo alcuni maschi e tre femmine, di cui una ha iniziato a capire come gira il mondo…
-Qualunque cosa tu stia proponendo, no!- ringhiò Cinerea.
-Lasciami continuare: tutti ormai sanno che Faasie ha iniziato a accoppiarsi con Vin…
-Cosa?!- Cinerea era scandalizzata, ma non per quello che il giovane dragone le aveva appena detto:-Stai forse dicendo che dovrei fare lo stesso con te? E’ assurdo!
L’altro era atterrito:-No! Non oserei mai chiedere una cosa del genere in questo modo!
Sospirò e continuò il discorso:-Sto solo dicendo che per creare un esercito di draghi, bisogna avere uova, e non possiamo continuare a rubarle: se gli emissari di Ignitus ci seguissero durante un furto, primo o poi potrebbero scoprire dove ci nascondiamo e ci ucciderebbero tutti!
Lei fece una smorfia di disappunto:-Non è il momento.
-Certo che lo è! Anche Malefor si aspetta questo da noi! E da te in particolare: sei molto forte, e contribuirai a creare una stirpe di figli forti!- insistette lui.
Fece una lunga pausa e la guardò, lei non diceva nulla, si limitava a guardarlo cupa.
-Rifletti. Dovrai scegliere un giorno, e il nostro esercito sarà infinito grazie al contributo tuo e delle altre femmine.
Cinerea esplose:- Non mi importa di quello che fa Faasie! Sono cavoli suoi! Vuole farlo? Che lo faccia, io no! So che sei venuto qui solo perché mi brami! Ma la mia risposta è no! NO! Capito?! Sei solo geloso di Fraigon, che è solo mio amico, se è questo che pensi!!!
In preda all’ira lo spinse fuori dalla sua camera e si diresse a grandi passi fuori dalla fortezza, la serpe infuocata che divampava dentro di lei.
 
   
 
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