Salve a tutti! Sono Amily, ringrazio tutti coloro che hanno letto il primo capitolo e spero che quest'altro vi convinca a seguirmi :D essendo io un'autrice in erba devo ancora crescere e quindi vi chiedo di recensire se vi è possibile! Spero che gradiate questo capitolo, io lo adoro *-*  Baci 

I mesi in giro per occidente per Edward erano quasi come volati. Ogni giorno scopriva cose nuove, incontrava gente nuova e assaggiava leccornie culinarie nuove. Insomma gli si aprì davanti un mondo assurdamente vario e sconosciuto e la voglia di scoprirlo minuziosamente in tutti i particolari, lo animava di un'energia inesauribile. Energia, questa, che lo abbandonò dopo tre mesi no-stop in giro per città e lo fecero finire in un letto d'albergo a dormire per una settimana intera.
Durante il suo quarto mese di viaggio, conobbe una donna, Raquel Aster, molto bella, bassina, snella, con capelli scuri e occhi viola, con un carattere opposto a quello di Winry: timida, introversa e con una grande vena poetico-filosofica. Era un'antropologa che si era ritrovata a fare ricerche per un suo personale studio a sud del paese di Creta. Caso volle che i due si incontrassero in una biblioteca durante una fredda notte di Febbraio e che per Raquel fosse amore a prima vista.
Edward era incuriosito da quella figura perchè percepiva in lei qualcosa di diverso, interessante ed esotico e capì che poteva imparare diverse cose grazie alla sua immane cultura. Inoltre per Ed, abituato ad affrontare le sue mille avventure in compagnia del fratello, viaggiare da solo era una vera tortura, anche se non voleva ammetterlo; per questo le chiese se voleva accompagnarlo nel suo viaggio. Tale ingenua richiesta, scatenò in Raquel una sorta di tempesta ormonale, ignorata dalla solita ottusa indifferenza e distrazione di Ed.
Quanto più Ed si avvicinava a conoscere Raquel, tanto più le mancava la sua vecchia amica d'infanzia, biondina e chiassosa, e aveva una voglia matta di ritornare a casa e di essere stretto tra le sue braccia e sentirsi dire da lei quel tanto agognato <>.
Una notte, mentre Raquel dormiva nella sua stanza, chiamò d'impulso Alphonse.
-Pronto?- Rispose Al con la sua solita voce allegra. A Xing doveva essere più o meno l'ora di cena.
-....... ...... Al.....- rispose incerto Ed. Aveva finalmente realizzato di avere la cornetta in mano e che dall'altro capo ci fosse suo fratello. In effetti voleva sentirlo, ma non sapeva cosa dirgli esattamente.
-Fratellone? Fratellone sei tu, vero!?- rispose Al. La sua voce era un po' alterata. Era contentissimo di sentire il fratello che per giunta lo aveva chiamato di sua spontanea volontà:e ra praticamente un evento! -Si, sono io... Ehi Alphonse come stai?- aggiunse in fretta, tutto d'un fiato.
-Fratellone io sto benissimo!, Xing è un paese fantastico! Non hai idea di tutto quello che ho imparato sul Rentanjutsu! Mei... Mei è una grande maestra! Sono così felice fratellone! Vorrei che anche tu fossi qui con me. Ah ho anche incontrato Lin Yao! Non ci crederai, ma è davvero diventato imperatore! E poi...- Alphonse continuava a parlare a ruota libera entusiasta più che mai.
-Capisco... sono molto felice per lui. Al io... tu... tu hai mai nostalgia di casa?- Gli chiese arrossendo un po'. Al doveva capire sicuramente a cosa alludeva il fratello con quella domanda.
-Oh bhè, sai molte volte vorrei mollare tutto e tornare a stare con te e rivedere Winry e la nonna. Ma poi, ogni volta che mi affaccio dalla finestra mi accorgo di quanto questo paese sia stimolante ed esaltante e bellissimo e stupendo e tutta la tristezza vola via in un attimo! Inoltre Mei è così premurosa con me... Non saprei come fare senza di lei. E poi se penso a quanto sia vicina quella nostra idea di soluzione di tutti i problemi: l'unione del Rentan e dell'alchimia... Non posso stare con le mani in mano!- dichiarò quelle parole con fermezza ed estrema convinzione, sicuro che avrebbero toccato anche il fratellone, aiutandolo a superare quel suo momento di crisi.
-Hai ragione Al. Scusa se ti ho disturbato. Salutami Mei e quel suo strano gatto. Spero di rivederci presto.- e riagganciò senza ascoltare la risposta del fratello.
Si sentiva ancora profondamente scombussolato e un po' turbato. Cominciò a farsi domande assurde, cose che non si era mai chiesto e che non avrebbe mai pensato di chiedersi. Vagò nell'oscurità dell'albergo ed entrò a tentoni nella sua camera praticamente esausto. Vide nel buio la sagoma di una donna sdraiata sul letto addormentata. Sentiva il respiro profondo e regolare. Per un attimo pensò che fosse Winry e accese di scatto la luce correndo verso il letto: era Raquel, distesa nel letto a due piazze di Ed con la sua leggerissima sottoveste di pizzo bianca. Edward rimase impietrito per diversi secondi a solo qualche metro dal corpo della ragazza. Riprese coscienza strabuzzando gli occhi, spense la luce e corse fuori dalla camera sbattendo forte la porta. Si sedette per terra e subito si addormentò.
Raquel si svegliò sentendo la porta sbattere. Si stiracchiò, assaporando l'odore di Ed dalle lenzuola e si alzò dal letto assonnata. Conosceva a memoria quella cameretta e si mosse tranquillamente senza bisogno di accendere la luce. Aprì lentamente e con cautela la porta e vide Ed seduto per terra che ronfava, con la faccia ancora corrucciata. Sorrise per un attimo e si avvicinò in punta di piedi, si inginocchiò accanto a lui, scostò i capelli dal viso e cominciò a fissarlo con aria sognante. Passò quasi più di un quarto d'ora, prese tutto il coraggio che aveva e avvicinò il suo viso a quello addormentato di Edward.