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Autore: 27_June_1986    09/02/2014    1 recensioni
Come se aspettasse che io ribatta alla sua affermazione. Ma rimango in silenzio, decisamente irritata per quel sibilo glaciale uscito dalle sue labbra.
«Scusa», mormora di nuovo, abbassando lo sguardo.
La mia mano, ancora sul suo polso, stringe la presa. «Resta con me».
Lui spalanca gli occhi e le sue labbra si dischiudono appena, come se avessi detto la cosa più stupida al mondo.
[Evellark...tanto per cambiare]
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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MiriDH98, perché mi ha ispirato fin troppo oggi. Grazie…di tutto c:
 


Well



 
 
 
…la mia freccia si conficca direttamente nel collo di Marvel e…
 
 
 
Il mio urlo squarcia il silenzio del treno. Stringo il più forte possibile gli occhi, fino a quando l’incubo non si completa nella mia testa, sottoforma di ricordo.
«Katniss?», chiede dolcemente Peeta, accarezzandomi il braccio.
«Va tutto bene. Era solo un incubo», lo rassicuro.
«Sai parlarne aiuta…». Credo di aver già sentito queste parole da qualcun altro…oppure è stato proprio lui a pronunciarle in passato?
Mi guardo intorno, in cerca di una via di fuga, come sempre. Non voglio parlare dei miei incubi, non voglio rivedere il sangue di Marvel.
Peeta lo nota, per questo sospira pesantemente. «Bene…io vado».
Improvvisamente, l’idea che lui lasci la stanza, mi fa parlare. «Marvel. La mia freccia si conficcava nel suo collo», spiego velocemente. Così velocemente che le parole si sovrappongono, formando una frase completamente senza un senso logico.
Serro le braccia intorno alle costole, come a volermi proteggere dal ricordo dell’incubo. Cosa totalmente inutile, visto che le immagini si ripetono sempre e comunque nella mia mente. Impossibili da fermare, impossibili da sopportare.
Ma Peeta ha capito. Si china per posare le sue labbra sulla mia fronte.
«Ma ora sei al sicuro», dice.
Certo: sorvegliata da Snow e costretta a recitare per non morire.
«Più al sicuro di così…», mi sfugge in un sussurro a mala pena udibile. Con il silenzio che regna sul treno si potrebbe sentire persino uno spillo cadere. Ed è per questo che l’espressione di Peeta si fa cupa.
«Riusciremo a convincere i distretti, Katniss. E allora potrai…». Si interrompe bruscamente.
I miei occhi si spalancano appena per la curiosità. «Potrai…?».
«Lascia perdere. Devo andare», risponde. È insolito da parte di Peeta essere così brusco. Per questo lo blocco per un polso.
«Potrai…?», chiedo di nuovo. Anche se la mia non suona propriamente come una domanda.
«Potrai tornare da Gale», sibila.
Spalanco gli occhi, scioccata. Se il suo tentativo di terminare la nostra conversazione di prima mi era risultato strano, la sua affermazione mi fa capire che anche Peeta ha raggiunto il suo limite. Mi aspetto di sentirmi urlare addosso le peggiori accuse che si è tenuto dentro sin da quando ho ammesso di non amarlo, ma Peeta abbassa lo sguardo.
«Scusa. Io…sono solo stanco e…». I suoi occhi si soffermano sul mio volto per qualche secondo e si zittisce. Le sue iridi chiare si spostano velocemente per scrutare il mio viso, come a voler trovare qualcosa che lo conforti. Come se aspettasse che io ribatta alla sua affermazione. Ma rimango in silenzio, decisamente irritata per quel sibilo glaciale uscito dalle sue labbra.
«Scusa», mormora di nuovo, abbassando lo sguardo.
La mia mano, ancora sul suo polso, stringe la presa. «Resta con me».
Lui spalanca gli occhi e le sue labbra si dischiudono appena, come se avessi detto la cosa più stupida al mondo. «No», risponde secco.
La mia mano scivola dal suo polso. Ho sentito qualcosa distruggersi dentro di me, eppure la mia espressione rimane indifferente.
«Bene», dico. Unisco le mani tra loro sotto le coperte, in una stretta ferrea e dolorosa che riesce a ridarmi la lucidità.
Lui annuisce appena, prima di uscire dalla mia stanza.
So che stasera, quello strano rapporto che si era creato tra noi, è andato distrutto. Eppure una parte di me spera con tutto il cuore di riuscire a chiarire fra qualche ora…

 
 
 

 
ehm…saaaaaaaaaaalve n.n 
allora per spiegare questo…questo scempio di 560 parole devo dire che avevo bisogno di scrivere e pubblicare qualcosa, qualsiasi cosa sui Peeniss ç_ç anche se è piuttosto triste e potrei dilungarmi ancora e ancora e ancora (ma non ho tempo per altre long, sorry)
anywah! oltre al fatto che mi sono chiesta: E se Peetie avesse risposto  “col cazzo, stronza”  “No”?; mi sono detta che è impossibile per un essere umano comune non farsi salire il porcoddio e rispondere di merda…a meno che non sei Peeta Mellark beh il quel caso allora…ù-ù 
well! (per rimanere in tema) io avrei finito n.n 
xxx 
Nina
   
 
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