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Autore: Morgan__    11/02/2014    1 recensioni
Sin da piccola ho vissuto nella consapevolezza che la mia famiglia nascondesse un segreto,un segreto che non poteva essere rivelato a nessuno. Al compiere dei miei sedici anni di vita mi venne rivelato quel segreto.
La mia famiglia custodiva,da secoli ormai,ancor prima che Roma venisse fondata,un potente manufatto che era passato tra le mani dei grandi Imperatori romani,da Gaio Giulio Cesare,non Imperatore di nome ma di fatto,a Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto,primo vero Imperatore di Roma,meglio conosciuto come Augusto,e così via,fino ad arrivare a noi,la loro discendenza.
Ma ormai il manufatto non era più al sicuro,così fui costretta ad andarmene,contro il mio volere,da Roma per portare con me il manufatto.
Però non servì a niente. La mia famiglia venne uccisa lo stesso.
Per mano di Cesare Borgia. E io,io venni imprigionata a Castel Sant'Angelo e per mesi cercarono di farmi parlare.
Ormai avevo perso la fiducia in tutto e in tutti.
Questo prima di incontrare Ezio Auditore e gli Assassini.
Grazie a loro ho ricominciato a credere nel prossimo.
Mi chiamo Giulia Colonna e questa è la mia storia.
[CONCLUSA]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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19




-Dimmi tutto.-
Alla richiesta di Ezio,Diego iniziò a raccontarci ciò che era accaduto e di come era venuto a sapere di tali notizie.
Giuliano della Rovere aveva inviato solo un paio di ore prima una lettera in cui comunicava la ricomparsa del Valentino,che si era fatto vivo nella speranza di ottenere aiuto da vari Cardinali.
-Dice qualcosa sui miei nipoti?-chiesi una volta che Diego finì di informarci.
-Purtroppo no. Li terrà da parte per un'occasione migliore. Si vede che non vuole ancora esporli.-disse Diego pensieroso.
-I Colonna non servono ai Cardinali,interessano solo a noi. Sono la sua ultima carta da giocare in caso tutto il resto fallisca.-commentò mio marito.
-Usare dei bambini come scudo.-mormorai piena di indignazione.
-Della Rovere ha idea di dove possa nascondersi?-chiese Ezio afferrandomi la mano sinistra ed accarezzandone il dorso con il pollice in un gesto di rassicurazione.
-Non ne parla,sicuramente ha qualche idea però.-
-Ah,questi Cardinali.-commentò aspramente mio marito,-va bene,Diego,torniamo al Covo e vediamo di organizzarci. Sento che siamo vicini,molto vicini.-concluse Ezio,prima di avviarci al Covo nel silenzio del tramonto che ormai accarezzava la città Eterna con i suoi colori caldi.



-Ezio,ho paura.-mormorai un paio di ore più tardi,nel silenzio della nostra camera da letto.
Lo stavo aiutando a togliersi l'armatura,quando mi accorsi,con disperazione che le mani avevano iniziato a tremarmi.
Sapere che i miei amati nipoti erano in mano al Valentino mi aveva riacceso nel petto un sentimento che non sentivo da tanto tempo.
Paura. La vera paura.
Quella che ti fa mancare il respiro e ti stringe lo stomaco in un pugno.
Nemmeno nei lunghi mesi di prigionia avevo provato quella paura. Non ad un livello così alto.
Mi accorsi a malapena delle mie mani che venivano improvvisamente prese tra le sue in una presa salda.
-Sono vivi,Giulia,e finché sono vivi c'è speranza. C'è sempre speranza.-
-Tu dici? La vita è stata crudele con me,magari questo è solo l'ennesimo scherzo del destino. Riaccendere in me la speranza per poi spezzarla di nuovo.-mormorai corrugando le sopracciglia in un'espressione triste.
-Hei,-disse,sollevandomi il mento con due dita per far incontrare il suo sguardo con il mio,-ora hai me,e mi avrai sempre. Non sei più sola. E,fidati,riavrai con te i tuoi nipoti. Fosse l'ultima cosa che faccio.-mormorò seriamente.
-Non dire così,-risposi,-nemmeno per rassicurarmi. Perdere i miei nipoti mi addolorerebbe moltissimo,ma sopravviverei. Li ho già pianti una volta,dopotutto. Perdere te mi ucciderebbe.-conclusi,prima di baciarlo con disperazione,-ho bisogno di te.-mormorai poco dopo,-ti prego.-
-Non hai bisogno di pregarmi,cuore mio.-sussurrò sulle mie labbra,prima di riappropriarsi della mia bocca per soffocare ogni mio più fosco pensiero in un bacio da togliere il fiato.
In poco tempo mi ritrovai distesa sul letto con solo la sottoveste addosso mentre,con sguardo ammaliato,guardavo mio marito spogliarsi in gran fretta del resto dell'armatura.
Non perse tempo nel togliersi le vesti candide e,slacciandosi semplicemente i pantaloni,in pochi secondi fu pronto ad amarmi.
Mi afferrò gentilmente le caviglie e mi portò alla sponda del letto.
Sentii le sue mani sollevarmi la camicia con lievi carezze,adorando ogni centimetro di pelle che veniva scoperto,fino a quando non mi ritrovai con la parte inferiore del corpo completamente esposta.
-Ti fidi di me?-mi chiese con un sorriso caldo.
-Ti ho affidato il mio cuore,il mio corpo e la mia anima.-risposi di rimando.
A quelle parole il suo sorriso si aprì ancor di più e mi stampò un bacio sulle labbra,per poi,piano piano,iniziare a scendere lungo il mio corpo con una scia infuocata di baci che sentivo chiaramente nonostante lo strato sottile di tessuto che mi ricopriva.
Con mio disappunto non si soffermò sui miei seni come la prima volta,ma scese ulteriormente giù.
Stavo per chiedere di ritornare su quella parte di corpo tanto sensibile alle sue labbra quando iniziai a percepire che il suo percorso stava portando ad una parte del mio corpo che,fino a quel momento,non aveva ricevuto quel genere di attenzione.
-Ehm...Ezio...-mormorai con voce trasognata.
-Si,anima mia?-mi chiese tra un bacio e l'altro,scendendo sempre di più.
-Dove mi stai portando?-chiesi. Ero totalmente presa dai suoi gesti che non mi ero resa conto di aver fatto una domanda un po' strana per la situazione che stavamo vivendo.
-C'è chi lo chiama Inferno,ma io lo vedo più come il Paradiso dei mortali.-commentò divertito. Sapevo che era divertito,anche se non vedevo il suo sorriso.
Stavo per ribattere alla sua spiegazione quando sentii la parola morirmi in gola,sostituita da un gemito davvero poco signorile.
Ero stata io a fare quel verso così...rumoroso?
Ero stata presa completamente alla sprovvista nel sentire la sua lingua in quel punto così femminile del mio corpo.
Non sapevo che un uomo potesse intrattenersi con una donna anche con gesti simili.
All'improvviso sentii una vampata di caldo incredibile attraversarmi il corpo. Dio mio...era davvero incredibile.
E più lui continuava con quella dolce tortura,più sentivo dentro di me montare il desiderio.
Mi stava facendo impazzire.
-Ezio.-lo chiamai senza rendermi conto.
Non sapevo nemmeno perché lo avessi fatto,ma mi maledissi subito non appena si fermò.
-Cosa?-mi chiese con uno sguardo che avrebbe sedotto anche la suora più pia di un convento di clausura.
-Non ti fermare...-mormorai subito,timorosa che si volesse fermare.
-Non era mia intenzione.-
Di nuovo venni percorsa da brividi di puro piacere.
E fui completamente persa nelle sensazioni che mi suscitava fino a quando non me lo sentii addosso.
-Mi dispiace,tesoro,ma non resisto più.-mi sussurrò all'orecchio,-allarga un po' di più le gambe per me,dolcezza.-mormorò una volta rialzatosi sui suoi piedi.
Feci come mi aveva chiesto e sentii le sue mani afferrarmi le cosce saldamente e mentre lo sentivo entrare gentilmente dentro di me vidi una perla di sudore scendergli lungo il collo.
Ci guardammo negli occhi,incatenati,mentre sempre di più si faceva spazio nella mia femminilità.
Non provai il dolore della prima volta,ma mi dovevo ancora abituare a quel corpo estraneo al mio.
Mi ci vollero pochi secondi e,muovendo leggermente i fianchi,concessi a Ezio di ritrarsi per poi riaffondare completamente in me.
Iniziò a muoversi lentamente,una spinta dopo l'altra,mentre le sue mani percorrevano la pelle nuda delle mie gambe.
Mi aggrappai con le mani alle lenzuola bianche del letto e mi morsi il labbro.
Rimasi per tutto il tempo a fissare i suoi occhi,le sue espressioni,mentre lui mi sussurrava parole bellissime all'orecchio e mi ricopriva di baci.
Sorrisi,sentendo dentro di me la sensazione di piacere che sempre più cresceva.
Ecco che arrivava.
Ma proprio quando ero sicura che stavo per raggiungere il massimo del piacere lo sentii fermarsi.
Lo guardai confusa,ma,senza dirmi una parola,mi afferrò per le natiche spostandomi leggermente sul letto per farsi spazio e per poi girarsi sulla schiena portandomi sopra di lui,il tutto senza separare i nostri corpi.
-Cosa...-iniziai,ma fui subito interrotta.
-Cavalcami,Giulia.-
Lo guardai scioccata per qualche secondo,ma poi,sotto sua sollecitazione,inizia a muovermi senza sapere bene come fare.
Sentii le guance farsi rosse per l'imbarazzo,ma sotto il suo sorriso malandrino non volevo ritrarmi e così,dopo qualche secondo,trovai il mio giusto ritmo.
E insieme raggiungemmo il piacere.




***




Dicembre quell'anno si era fatto davvero sentire con le sue nevicate e le temperature davvero basse.
In quei mesi,dopo la scoperta dei miei nipoti ancora in vita,mi ero allenata spesso con Leonardo sul gestire meglio i miei poteri,riuscendo discretamente a padroneggiarli al meglio dopo due mesi di impegno costante. E mentre con Leonardo mi allenavo sulla gestione di essi,con mio marito mi allenavo con le armi.
In quei giorni di allenamento avevo imparato ad usare l'arco,la spada,la balestra,e tutto ciò che mi poteva servire per l'autodifesa. Non potevo definirmi certamente un'esperta,ma me la cavavo piuttosto bene.
Avevo imparato abbastanza trucchi che ormai riuscivo quasi a tenere testa a Ezio,soprattutto quando provava a farmi le finte. Imparavo davvero in fretta,come amava ripetermi mio marito. Peccato che lui ne sapesse una più del diavolo,ma con tutti gli anni che aveva alle spalle sarebbe stato grave il contrario.
E così,mentre ancora non sapevo dove fosse Cesare e dove tenesse i miei nipoti,visto che nonostante tutto il nostro dispiego di spie e ladri non si riusciva a rintracciarli,io mi ero preparata allo scontro finale.
E in più,avendo anche un po' di tempo libero,avevo ripreso a dare una mano nella gestione della Rosa in Fiore,visto l'aggravarsi della malattia di Maria.
-Che freddo.-mormorai non appena entrai all'interno della Rosa in Fiore.
Mi slacciai il davanti del mantello impellicciato ben consapevole che presto,il calore della Casa,mi avrebbe riscaldata abbastanza da potermi svestire di esso.
Essendo pomeriggio inoltrato la sala principale era ancora vuota,con le ragazze che dormivano nella camera del piano superiore.
L'unica occupante era Claudia che,al banco,stava leggendo alcune missive.
Non appena mi vide si alzò con un sorriso stanco sul volto e mi abbraccio con calore.
-Sono felice di avere una amica come te in un momento come questo.-mormorò al mio orecchio con tristezza.
-Come sta?-chiesi semplicemente.
-Non bene,purtroppo. Peggiora di giorno in giorno. Il cerusico dice di fare dei salassi per far uscire il male,ma lei non vuole essere toccata. Non ha mai creduto in quel genere di cure.
Continua a dire che ormai la sua vita l'ha fatta,e che ora vuole solo raggiungere mio padre e i miei fratelli.-concluse sciogliendo l'abbraccio per asciugarsi le lacrime che,traditrici,le avevano solcato le guance.
-Penso che questa sia una decisione che spetta solo a lei.-
-Si,lo so. Ormai ci siamo rassegnati ad aspettare.-
-Sarà circondata da chi l'ama,e penso che non ci sia modo migliore per lasciare questo mondo.-cercai di rincuorarla.
-Si...-mormorò con un sorriso tirato.
-Allora,in cosa posso essere d'aiuto oggi?-chiesi cambiando argomento nel tentativo di distoglierla dal pensiero di Maria.
-Bé,sinceramente non è rimasto molto da fare...stavo giusto per prendermi una pausa.-
-Benissimo! Allora andiamo nel salotto privato e ci mettiamo davanti al camino acceso con qualcosa di caldo tra le mani,ti va?-chiesi afferrandole le mani con un sorriso sule labbra.
-Certo! Mi andrebbe proprio qualcosa di caldo in questo momento.-commentò ricambiando il sorriso.
Così,mezz'ora dopo,eravamo sedute nel piccolo salotto che veniva solitamente usato da Claudia e da noi famigliari per riunioni o semplicemente per trascorrere un po' di tempo in famiglia senza il pensiero della costante battaglia tra Assassini e Templari.
Io mi ero messa comodamente sulla poltrona al lato del camino,visto che ancora venivo percorsa da qualche brivido di freddo,mentre Claudia si era messa comodamente sul divanetto posto frontalmente rispetto ad esso,abbastanza vicino da poter sentirne il calore ma senza venirne pervasa completamente come succedeva a me.
Adoravo momenti come quelli,quando fuori imperversava il freddo invernale e io mi accoccolavo di fronte al camino,riscaldata ed al riparo. Fin da bambina adoravo guardare la neve scendere oltre la finestra della camera da letto,mentre sedevo di fronte alle fiamme del camino con qualcosa di caldo da bere.
-Come stanno andando gli incontri con Leonardo?-mi chiese all'improvviso Claudia,riportandomi con la mente al presente.
-Bene,decisamente.-
-Avete più provato con la Corona?-mi chiese incuriosita.
Poco dopo i fatti successi mesi fa,ci eravamo riuniti in quel salotto per cercare di comprendere se la voce che sentivo provenire dalla Corona,fosse proprio quella del Frutto,o di chissà altro.
Ezio aveva addirittura avanzato l'ipotesi che fosse di uno della Prima Civilizzazione,ma io avevo subito risposto esponendo i miei dubbi.
In tutti gli anni in cui ero in stretto contatto con esso non avevo mai ricevuto alcun indizio che mi facesse pensare a quelli che vennero prima. Ovvio però,bisognava dirlo,che a quel tempo non sapevo nemmeno che fossero esistiti.
Quindi,con senno di poi,poteva anche essere possibile. Del perché si facesse avanti ora,però, non me lo sapevo spiegare.
-No,Leonardo sta continuando a studiarlo,ma nulla.-commentai con una scrollata di spalle.
-Bé,comunque la voce non la sentì più dacché ti sei allontanata dal Frutto,vero?-mi chiese e,ad un mio accenno affermativo continuò,-Quindi l'evento non ti ha ulteriormente segnata,e questo è un fatto positivo,data la tua riluttanza verso la Corona.-
-Bé,direi di si.-
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo.
-Giulia,devo dirti una cosa.-proruppe poco dopo.
-Si?-chiesi curiosa.
-Io...-
Iniziò,ma venne subito interrotta dal frastuono del portone d'ingresso che veniva rinchiuso con forza.
Ci alzammo confuse:era troppo presto per l'arrivo dei clienti.
Non appena entrammo nel salone d'ingresso ci ritrovammo di fronte Diego che,con fiato ansimante si guardava attorno,cercando evidentemente qualcuno.
Appena ci vide si avvicinò.
-Cesare sta riunendo uomini alla porta principale della città. Ci siamo.-
E con quelle parole sapevo che stavo per porre la parola fine a tutte le disgrazie che mi erano capitate nella mia vita.



Ci vollero poco più di venti minuti per essere pronte,Claudia con la sua divisa da Assassina ed io con gli abiti comodi che ogni tanto,nei momenti liberi,si metteva per muoversi più agevolmente.
I pantaloni mi stavano perfettamente,essendo più o meno della stessa altezza,ma la camicia mi stava un po' troppo larga sul davanti.
Comunque non feci commenti e,leste,uscimmo dalla Rosa in Fiore,lasciando un biglietto per le ragazze di lasciare per la serata la Casa chiusa.
Corremmo il più velocemente possibile al Covo,ben sapendo che in quel momento tutti si stavano riunendo lì,pronti a partire.
Appena entrammo mi ritrovai circondata da vesti bianche.
Giuro,mai visti così tanti Assassini riuniti nella sala comune.
In mezzo a loro Ezio stava facendo un discorso per incoraggiarli.
Nicolò alle sue spalle stava in silenzio con sguardo serio,mentre Volpe stava parlando con alcuni dei suoi ladri,e Bartolomeo stava filando la sua Bianca seduto al tavolo cosparso di mappe e missive lasciate aperte.
Appena ebbe finito gli Assassini si dispersero e mio marito ci venne incontro.
-Diego,prendi una squadra dei migliori arcieri e disponili sui tetti attorno alla porta,fai disperdere i civili,non voglio che qualche innocente rimanga involontariamente ucciso. Appena hai finito raggiungici.-concluse Ezio porgendogli la mano,-confido in te.-
-Puoi starne certo.-rispose Diego ricambiando la stretta di braccio,dopo di ché sparì,non prima di aver lasciato un bacio sulle labbra di Claudia.
-Sei sicura di voler partecipare?-mi chiese senza mezze parole.
-Si.-risposi risoluta. Niente e nessuno mi avrebbe impedito di assistere all'incontro.
-'Sta bene. Però voglio che in caso le cose volgessero al peggio tu te ne vada appena te lo ordino. E anche tu,Claudia. E questa non è una richiesta.-commentò,rivolgendo anche un'occhiata alla sorella.
-Va bene.-rispondemmo insieme.
-Ottimo.-commentò,prima di voltarsi verso gli altri,-Andiamo.-



Appena ci avvicinammo al luogo,sentimmo la voce tonante del Valentino.
-L'Italia intera sarà riunita!E voi governerete accanto a me!-stava dicendo,rivolgendosi ai suoi generali,quei pochi che ancora erano rimasti al suo fianco.
Appena ci vide,volgendosi verso di noi,chiese:-Siete qui per il mio trionfo?-disse con fare arrogante,-Presto Micheletto giungerà con la sua armata,ma per allora voi non sarete in vita!-esclamò.
Sapere che il sicario di Cesare era ancora in vita fu una pugnalata per me,ma in quel momento non mi interessava,l'unica cosa che volevo sapere era dei miei nipoti.
-Cesare!-lo chiamai.
-Ohhh,Giulia Colonna,ma allora sei ancora viva! Bene,mi assicurerò che tu lo rimanga,dobbiamo finire un certo discorso,noi due.-
-Dove sono i miei nipoti?-li chiesi,incurante delle sue parole.
-Dov'è la Corona?-mi chiese di rimando.
-Se pensi davvero che ti darò ciò che vuoi nella futile speranza della tua parola d'onore,sappi che puoi aspettare in eterno!-
-Sempre meglio avere la speranza di uno scambio,che la certezza della loro morte!-esclamò rabbioso di rimando.
-Spero tu possa marcire all'Inferno!-gli gridai allora. Cesare non dette segno di udire le mie parole,semplicemente ci voltò le spalle e con un cenno diede ai suoi l'ordine di attaccare tutti gli Assassini,ma di assicurare la mia cattura.
-Insieme per la vittoria!-gridò Ezio,alzando la Mela.
-Vittoria agli Assassini!-risposero gli altri,sollevando le loro armi.
Dopo di ché iniziò la battaglia.
I soldati di Cesare,che fino ad allora si erano nascosti nelle vicinanze,uscirono dai loro nascondigli,prendendoci alla sprovvista.
Subito ci mettemmo in difesa,proteggendoci le spalle l'un l'altro. Erano veramente troppi.
Afferrai la mia spada,pronta a uccidere se necessario per difendermi.
All'improvviso sentii come uno spostamento nell'aria.
Vidi qualcosa di luminoso passarmi sotto i piedi e sentii l'aria attorno a me fermarsi.
Pochi secondi dopo le guardie di fronte a me erano a terra doloranti.
Mi guardai attorno confusa e non appena raggiunsi con lo sguardo Ezio lo vidi in ginocchio alla mia destra.
Subito mi avvicinai a lui preoccupata e cercai di rimetterlo in piedi.
-Che hai?-
-Questo...è il mio prezzo per usare la Mela.-mormorò mio marito,prima di risollevare la mano per far rilasciare di nuovo il potere del Frutto dell'Eden verso i soldati che ci stavano raggiungendo.
A ogni uso della Mela sentivo il peso di Ezio farsi sempre più pesante sul mio,come se l'utilizzo gli prosciugasse ogni energia.
Mi guardai attorno,per vedere come se la cavavano gli altri.
Vidi Volpe,Nicolò e Bartolomeo cavarsela piuttosto bene con i soldati che li circondavano,ma Claudia era stata isolata e stava cercando di difendersi da un gruppo di soldati che l'aveva messa con le spalle al muro.
Indicai a Ezio sua sorella in difficoltà e subito lui si mosse verso di lei.
Lo accompagnai per il tragitto e ogni volta che qualche soldato cercava di avvicinarsi lui rilasciava quello strano potere.
Intorno a me vedevo corpi cadere anche sotto le frecce degli Assassini appostati sui tetti,e ringraziai mentalmente per il grande aiuto che ci stavano dando.
Appena raggiungemmo Claudia,mio marito azionò prontamente la Mela,che subito rilasciò il fascio di luce,inondando la piazza per metri.
-Grazie!-esclamò Claudia,e dopo essersi assicurata che Ezio stesse bene,si ributtò nella mischia.
I minuti passavano e io,mentre aiutavo mio marito a camminare nel campo di battaglia,cercavo incessantemente il Valentino,ma,in tutta quella confusione non riuscivo proprio a scorgerlo. L'unico indizio che mi assicurava che non fosse scappato era la sua voce che continuava a minacciare me e Ezio.
Passavano i minuti e i soldati stavano,via via,scemando.
Alcuni si erano dati alla fuga,altri erano morti. E alla fine rimanemmo solo noi Assassini e Cesare Borgia,che si era messo in salvo oltre la porta sbarrata della città.
-Getta a terra le armi,Cesare Borgia.-gli ordinò mio marito avvicinandosi alle grate.
-Sento già le truppe di Micheletto in arrivo!-esclamò compiaciuto.
Guardai alle sue spalle,ed in effetti,constatai con agitazione,in lontananza vedevo un esercito arrivare,ma era troppo lontano per poter avere la certezza della loro identità.
-Riconquisteremo la mia città,una volta per tutte!-concluse spalancando le braccia.
-Questa non è più la tua città!-esclamò Ezio.
E intanto l'esercito si era fatto vicino e individuai le divise delle guardie papali,con a capo Fabio Orsini.
-Per ordine di Sua Santità,Giulio Secondo,io vi arresto,Cesare Borgia,per i reati di omicidio,di tradimento,e di incesto!.-esclamò Orsini,indicandolo alle sue guardie che subito si fecero avanti per afferrare il Valentino.
-No,NO! Non finirà così! Le catene non mi tratterranno! Non morirò per mano d'uomo!-esclamò il Valentino,mentre veniva trascinato via dagli uomini che comandava mesi prima.
-Aspettate!-gridai afferrando la grata di legno.
Subito Orsini fece un cenno ai suoi uomini di fermarsi.
-Cosa volete,Colonna?-chiese.
-Dove sono i miei nipoti,Cesare?-gli chiesi nuovamente,rivolgendomi direttamente a lui.
A quella mia domanda lui mi guardò negli occhi,poi la sua attenzione venne catturata in un punto indistinto alle mie spalle.
-Rispondimi!-gli urlai.
Allorché riportò l'attenzione su di me e con un sorriso crudele mi rispose:-Saranno morti entro la settimana,come il vostro Mentore.-rispose.
Allora mi voltai repentina verso mio marito,col cuore in gola.
Ma lui stava benissimo,e allora sospirai di sollievo,prima di sentire qualcuno urlare il nome di mio marito,subito dopo seguito da un grido straziante.
Guardai confusa Claudia che,fulminea,si gettò oltre le spalle di Ezio.
Sentii l'azionarsi della Lama Celata e subito dopo vidi un soldato cadere esanime alle spalle di Ezio,ma fu quello che vidi dopo a farmi gelare completamente il sangue.
Vidi la figura di mio marito lasciare il posto a quella Diego che,sorretto da Claudia,stava scivolando a terra.
Una pozza di sangue si stava formando al centro del petto,attorno al pugnale ancora conficcato nel suo torace.
Allora capii cosa aveva attirato l'attenzione di Cesare e non la nostra,troppo occupata a vedere cosa accadeva di fronte ai nostri occhi e non alle nostre spalle.
Il soldato stava per uccidere mio marito,ma Diego si era frapposto tra i due,ricevendo la ferita mortale al posto suo.
Subito mi precipitai verso di loro,mentre in lontananza sentivo la risata del Valentino.
Mi inginocchiai accanto a Diego,non sapendo cosa fare,con le lacrime che mi offuscavano la vista.
Vidi Ezio togliere in modo veloce e preciso il pugnale dal petto di Diego per poi cercare di tamponare come meglio poteva la ferita,mentre Volpe ordinava ad un gruppo di Adepti di andare alla ricerca del cerusico più vicino per dare il primo soccorso.
Sentii Bartolomeo cercare di confortare Claudia,mentre io stavo domandando silenziosamente a mio marito quanto fosse grave la ferita.
Ma ad un suo cenno triste compresi che aveva poche possibilità.
Diego sarebbe morto.
Lo sentii mormorare il nome di Claudia e subito lei gli afferrò saldamente la mano e portandosela alle labbra gli disse:-Sono qui. Sono qui.-
Lo vidi distendere le labbra,sempre più violette sul viso cereo,in un sorriso sereno.
Ma quel sorriso venne improvvisamente interrotto da un colpo di tosse che gli fece sputare sangue e lo rese ancora più debole.
Cercai in qualche modo di farlo rimanere sveglio,con l'aiuto di Claudia,ma tutto sembrava inutile di fronte alla figura esanime di Diego.
Tutti i nostri sforzi sarebbero stati inutili.
Il mio migliore amico stava morendo,e io non potevo farci nulla.
Tra quei pensieri,mi sentii improvvisamente afferrare la mano.
Voltai lo sguardo verso Claudia che,tra le lacrime,mi fece una richiesta che alle mie orecchie pareva impossibile:-Salvalo,ti prego.-
-Non so come.-mormorai in risposta.
-La Corona. Ti prego.-mormorò nuovamente.
-Non so se potrà funzionare.-risposi disperata.
Ecco la speranza che si accendeva.
-Ti prego,Giulia.-
Voltai lo sguardo verso Ezio e subito dopo lo riportai sul viso di Diego,quando sentii le parole successive di Claudia:-Aspettiamo un bambino.-
Allora alzai nuovamente lo sguardo su di lei:-Io e Diego aspettiamo un bambino.-



Angolo Autrice:
Buonsalve a tutte/i!
Spero questo capitolo vi sia piaciuto,con questo finale che mi ronzava in testa sin dall'inizio della storia! Spero di averlo descritto decentemente :)
Ora Giulia si trova di fronte ad una scelta che mai avrebbe fatto in vita sua:chiedere aiuto alla Corona per salvare una vita. Sa che porterebbe solo guai.
Chissà se la presenza nella Corona si rifarà viva ;)
Comunque,ringrazio chiunque legge,commenta,e mette nei preferiti,seguite e ricordate :)
Spero di poter leggere quello che pensate di questo capitolo e se vi sta intrigando l'evolversi della faccenda!
Un bacio,
Morgan.

  
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