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Autore: seasonsoflove    11/02/2014    10 recensioni
"Era quasi ora di pranzo alla Storybrooke High School, e Belle era seduta in classe insieme ai suoi compagni.
Belle era la tipica ragazza...atipica.
Graziosa ma di una bellezza antica, di classe. I lunghi capelli rosso scuro leggermente mossi, la carnagione pallida, le guance rosee, gli occhi di un azzurro irreale, il viso tondo, e il corpo minuto."
AU!Highschool - Young!Storybrooke.
Pairing (Rumbelle/SwanQueen e altri possibili)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Belle, Emma Swan, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jeux sans frontieres (1)
 



Quel lunedì Robert Gold si svegliò stranamente di buon umore.
Era stato un week-end duro, doveva ammetterlo.
La gamba gli faceva spesso male ed era stato costretto ad imbottirsi di aspirine per non sentire il dolore.
Inoltre zoppicava leggermente.
Sua madre si era agitata tantissimo quando le aveva spiegato l’accaduto, e aveva insistito a voler far causa alla scuola. Inutile dire che Robert aveva dovuto sudare sette camicie per evitare il disastro.
Aveva scampato l’accusa per un pelo, e non intendeva riaprire la questione.
Suo padre lo considerava un benemerito imbecille, ma non era una novità.
Ciononostante quella mattina si alzò decisamente carico e pronto ad affrontare la giornata che lo aspettava.
Era la sua prima ufficiale settimana da single.
Si fermò davanti allo specchio e guardò il suo riflesso sorridergli soddisfatto.
Belle l’aveva baciato in ospedale. Poteva evitarlo, ignorarlo e disprezzarlo quanto voleva, ma l’aveva baciato.
Questo significava molto, e quel giorno avrebbe passato un intero pomeriggio con lei. E il giorno dopo uguale.
Così per le successive due settimane.
Forse non avrebbe dovuto essere felice, ma era estremamente soddisfatto di aver ottenuto quella punizione.
Quel Ballo si era rivelato un vero dono dal cielo.
Canticchiando sommessamente si vestì, cambiò le fasciature sul ginocchio e si preparò psicologicamente e fisicamente ad affrontare Regina.
Le avrebbe restituito alcune cose che aveva lasciato a casa sua, e le avrebbe fatto chiaramente capire che la voleva fuori dalla sua vita.
 
 

Regina si alzò col magone.
Erano due giorni che evitava sua madre. Non aveva ancora avuto il coraggio di dirle di Robert.
Le aveva accennato che avevano litigato e che c’erano stati dei problemi al ballo, e già quello l’aveva fatta arrabbiare.
Figuriamoci se le avesse raccontato il resto…
In ogni caso non era detta l’ultima parola.
Avrebbe sistemato le cose.
In qualche modo aveva intuito che la French era parte del motivo per cui Robert l’aveva mollata, e per questo non l’avrebbe passata liscia.
 
 

Belle gemette, fermandosi davanti a scuola.
Sarebbe uscita da quell’edificio solo a sera.
L’aveva detto a suo padre che aveva annuito tristemente.
Poi lui le aveva chiesto se sarebbe stata con Gold, e lei gli aveva risposto di sì.
Moe aveva borbottato qualcosa che somigliava ad un “ricordati che deve trattarti con rispetto” e Belle aveva sorriso.
Due settimane di punizione.
Per non avere fatto niente…
“Ciao” Tink le si affiancò e fissò a sua volta la scuola.
“Ciao!”
“Pronta per oggi?”
“Non me ne parlare”
“Mi devi ancora delle spiegazioni”
“Anche tu!”
“Abbiamo bisogno di aggiornarci. Thè a metà mattina?”
“Decisamente”
Stavano per entrare quando Belle notò Gold e Regina discutere animatamente nel parcheggio. Si immobilizzò e li guardò allarmata.
“Beh?” chiese Tink interrogativa.
“Oh” disse quando capì il motivo della curiosità di Belle.
“L’ennesima lite tra fidanzati…non se la passano bene quei due”
“Non sono più fidanzati” rispose Belle piano.
“COSA?”
“Te l’ho detto, dobbiamo aggiornarci”
Continuò a fissare i due. Robert diede qualcosa a Regina e le poggiò una mano sulla spalla.
“Andiamo?” Tink era impaziente “Ne ho abbastanza di stare a fissare quei due cretini”
Belle lanciò un ultimo sguardo alla coppia e disse:
“Sì andiamo”
 
 

 
“E qui…” il signor Leroy, custode della scuola, indicò lo sgabuzzino delle scope “Ci sono scope, aggeggi vari e i detersivi. Badate a quelli che scegliete. Non voglio macchie o scrostamenti” aggiunse minaccioso.
“Bene, è tutto. Spero di essere stato chiaro. Buon lavoro…penso che ne avrete per un bel po’” e sorrise sarcastico.
Regina lo guardò con odio mentre questo se ne andava.
“Stupido nano!”
“Regina!” disse Emma.
“E’ più basso persino della French, e ce ne vuole” disse la mora a mo’ di scusa.
Belle alzò le sopracciglia. Non aveva tutti i torti.
Killian era appoggiato al muro con fare indifferente. Ogni tanto scoccava un’occhiata di apprezzamento a Tink.
Robert invece era seduto su una vera e propria botte di detersivo.
“Va bene…sentite. So che non sarà piacevole, e sarà noioso, lungo ed estremamente tedioso come lavoro. Ma il preside Kingsley voleva sospendervi. E all’ultimo anno una sospensione può seriamente compromettere i risultati finali, e magari anche l’ammissione al college. So che alcuni di voi mirano a scuole prestigiose…” guardò speranzosa Regina, che però la ignorò totalmente.
“Non è il caso che queste scuole vedano una cosa del genere nel vostro fascicolo. Perciò anche se sarà faticoso…sappiate che è per il vostro bene” concluse Emma cercando di sembrare convinta.
Nessuno rispose.
“Okay ehm…allora…al lavoro. Robert, Belle…” esitò, evitando lo sguardo di Regina. Doveva essere orribile per lei osservare impotente gli altri due e sapere che avrebbero passato ogni pomeriggio insieme.
Ma gli ordini del preside…erano ordini.
“Robert, Belle, vi accompagno in archivio. Sarà piuttosto duro come lavoro, non sottovalutatelo. Il tuo ginocchio però dovrebbe stare al sicuro” disse indicando il ragazzo “Tink, Killian e Regina, come sapete voi pulirete la palestra. Se…se avete bisogno di qualcosa più tardi mi troverete nell’aula insegnanti. Buon…ehm…buon lavoro!”
Dieci minuti dopo i tre si erano cambiati ed avevano indossato le uniformi da bidelli, che consisteva in un’orrida camiciona azzurrina lunga fino alle ginocchia e guanti bianchi.
Regina era sconvolta senza la sua divisa da cheerleader.
 


 
“Ok, allora iniziamo con questo scatolone qua. Ci sono tutti i documenti dal 1950 al 1955. Li ordiniamo e li impiliamo e li inseriamo negli scompartimenti appositi. Tu li riordini e io poi li impilo secondo l’annata. E cerchiamo di essere precisi, hai sentito la Swan…chiaro?”
“Sissignora”
Belle aveva ricominciato ad ignorarlo e a comportarsi come i giorni prima del ballo. Evitava il suo sguardo ed evitava qualsiasi contatto con lui.
Lavorarono in silenzio. Dopo due ore erano in alto mare e nessuno dei due proferiva parola.
Gold aveva cercato di iniziare una conversazione, ma Belle pareva decisa ad ignorarlo.
Quelle su cui lavoravano erano un mucchio di scartoffie inutili, vecchie pagelle e vecchi moduli di iscrizione, tutta robaccia che avrebbe potuto tranquillamente finire nell’inceneritore almeno trent’anni prima…Robert sbuffò.
“Se ti fa schifo stare qua immagina a me che non ho fatto niente di male e sono finita lo stesso in questa situazione di merda” disse Belle con voce incolore, impilando una serie di fogli.
“Nessuno ti ha obbligata a rimanere lì con me. E’ inutile che fai l’eroina e poi ti lamenti, non funziona così” le rispose lui a tono.
Belle alzò gli occhi stupita.
Era la prima volta che le rispondeva male.
“Su di giri Gold?”
“Assolutamente no” ribadì lui.
“Mi sembra di sì”
“Sai” le disse improvvisamente guardandola  negli occhi.
“Sono stanco di essere…trattato così. Sono due ore che cerco di fare conversazione. Come un imbecille mi metto a parlare del tempo o del test di filosofia, che tra parentesi neanche frequento, solo per non starmene in silenzio e poter chiacchierare con te, e neanche ti prendi la briga di rispondere. Non sono…non mi merito di essere trattato così”
Belle strinse gli occhi.
“Finisci di impilare quella roba, io vado a prendere un'altra scatola intanto”
“Col cazzo!” esclamò Robert alzandosi.
“Come scusa?”
“Ho detto col cazzo!”
Belle gli si avvicinò.
“Se hai un problema con me vai a dirlo alla professoressa Swan. Magari ti cambia di gruppo così sei fortunato e finisci con Regina”
“Ma che-“
“Vi ho visti fuori da scuola. Pensi che sia scema? Meno male che l’avevi lasciata, direi che è stata una separazione molto breve”
“Belle non-“
“Ora mi dirai che ti dispiace, fammi indovinare”
“Non mi dispiace di nulla. Non ho fatto niente”
“Cosa ci facevi con lei allora?”
“Le ho ridato delle cose che aveva lasciato da me”
“Come no, tipo?”
“Scusami ma che te ne frega? Tipo il pigiama, bagnoschiuma, quella roba lì! Le ho dato quelle cose e lei mi ha chiesto di parlare, abbiamo parlato. Fine”
Belle si zittì.
Arrossì, improvvisamente conscia dell’immensa figuraccia appena fatta.
Non solo l’aveva accusato senza la minima prova, ma aveva anche recitato la parte della fidanzata gelosa.
“Vado a prendere gli altri scatoloni” borbottò fissando il pavimento.
“Sì è meglio”
Si allontanò evitando il suo sguardo e tornò trascinandosi dietro un enorme plico di pagelle degli ultimi anni ’50.
Il pomeriggio passava lentamente, tra occhiatacce e sguardi lanciati di sottecchi.
Ad un certo punto entrambi sobbalzarono.
Il cellulare di Gold suonò squarciando il totale silenzio dell’archivio.
 
  
It’s a knockout
If looks could kill they probably will
In games without frontiers
War without tears
 
 
“Mamma…sì sono ancora a scuola. Sì…torno per cena. No. No, non mi sono già rotto anche l’altro ginocchio. Ok passo a prendere il pane…va bene. Ciao”
Riattaccò mentre Belle lo guardava interrogativa.
“Era mia madre” disse lui a mo’ di scusa.
“Questo l’avevo intuito, dato che l’hai chiamata mamma”
“Che pignola”
“Ti piacciono i Genesis?”
Gold inarcò le sopracciglia.
“Sì…molto. A te?”
“Sì, anche se preferivo i tempi con Peter Gabriel…non sono mai stata una grande fan di Phil Collins”
“Io neanche”
Sorrisero entrambi e ripresero a lavorare in silenzio.
Dopo qualche minuto Robert si fece coraggio e riprese a parlare.
“Che altri…cantanti ti piacciono?”
“Siamo passati alle domande di conoscenza standard?”
“Tu rispondimi”
“Beh, molti…mi piace molto la musica degli anni ’70 e ‘80, però…ho un debole per le canzoni anni ’50 e per la musica classica”
“Anche a me piace la musica classica”
Belle scoppiò a ridere, mentre Gold la guardava sorridendo interrogativamente.
“Perché ridi?”
“Non ci credo che ti piace la musica classica, non sembri il tipo”
“Mettimi alla prova”
“E come?”
“Fammi una domanda!”
“Cosa compose Tchaikovsky ricordando l’arrivo di Napoleone in Russia e la successiva ritirata francese?”
“L’Overture 1812” (2)
“Da quante parti è composto il Flauto Magico?”
“Due atti e ventuno movimenti”
Belle rimase a bocca aperta.
A quanto pare Gold aveva davvero molti lati nascosti se era un esperto di musica classica.
Si chiese distrattamente quante cose non sapesse di lui, fece un breve calcolo e si rese conto di saperne davvero poche.
Il punto era un altro però: era incuriosita a saperne di più?
“Sorpresa cara?”
“Gradevolmente”
“Ti stupiresti nel sapere quante altre gradevoli sorprese riservo” disse lui impilando un plico di fogli in modo minuzioso.
“Del tipo?”
“Con calma. Ogni cosa ha il suo tempo” rispose in modo criptico.
“Se avrò tempo”
“E se avrai voglia” concluse Gold.
Belle sorrise.
 
 
Dressing up in costumes, playing silly games
Hiding out in tree-tops,
shouting out rude names
Whistling tunes we hide in the dunes by the seaside
 




 
In palestra le cose non andavano molto bene.
Dopo i primi dieci minuti in cui Killian aveva disperatamente tentato di approcciare Tink e parlare dell’accaduto della sera prima, nessuno aveva più fiatato.
Regina era schiumante di rabbia.
Inginocchiata su una chiazza di cibo e succo raffermo, con uno straccio in mano e un orrido camice azzurro da bidella, si sentì una nullità totale.
Pensò che tutta la sua scalata al potere, tutti i suoi forzi fossero finiti inesorabilmente in fumo.
La French e Robert in quel momento erano tre piani più sopra, a chiacchierare candidamente.
Robert l'aveva liquidata in un modo indegno quella mattina.
Le aveva addirittura restituito le cose che lasciava abitualmente da lui.
Buttò lo straccio nel secchio.
Aveva visto lo sguardo di quella bastardella. La French.
Lui aveva ceduto.
Non poteva crederci.
Riprese lo straccio e lo strizzò con forza, poi prese a strofinare il pavimento.
Killian in quel momento stava levando i festoni dalle pareti.
Regina lanciò letteralmente lo straccio contro il secchio e questo si ribaltò rovesciando tutta l’acqua sporca sul parquet della palestra.
“Vaffanculo!” sbraitò.
Tink poco più in là la osservò perplessa, dopodiché si alzò, prese altri due stracci ed iniziò ad asciugare la macchia per evitare danni irreparabili.
“Levati Glocke, so cosa devo fare”
“Ti sto solo dando una mano”
“Non ho bisogno del tuo aiuto, me la so cavare da sola!”
Tink sbuffò e la ignorò.
“Ti ho detto di spostarti” ripeté Regina con voce ferma.

 
It's a knockout
If looks could kill
they probably will

 
La bionda si alzò, puntò le mani ai fianchi e disse:
“Senti un po’ Mills, forse sei abituata a comandare ma qui tu non sei nessuno, ok? Vali quanto me, non sei una mia superiore. Se sei incazzata per gli affari tuoi tieni i tuoi problemi lontano da qui. Voglio finire questo lavoro e al più presto, perciò chiudi quella stupida bocca e lasciami finire. Se non ci muoviamo il parquet si gonfierà tutto”
Regina stava per ribattere a tono quando si avvicinò Killian.
“Signore…io ho finito coi festoni. Cosa devo fare ora?”
“Occupati di pulire il palco” disse Tink sbrigativa, riprendendo a strofinare il pavimento. Il fato volle che in quel momento fosse piegata in una posizione decisamente equivoca, e il ragazzo non perse tempo.
“Mi piaci in quella posizione sai?” disse sornione.
Regina fece un verso sprezzante: non sopportava gli uomini come lui, così espliciti e volgari.
“Sparisci Jones, torna a fare il tuo lavoro”
“Eddai, però l’altra sera eravamo tanto amici”
“L’unico motivo per cui eravamo amici è che io sono stata tanto cretina da lasciarmi andare e bere il drink che mi hai offerto. Rassegnati Jones, perché l’unica cosa che scoperai qui sarà il pavimento della palestra”
Ed incredibilmente a Regina scappò una risatina.
Tink se ne accorse e la guardò stralunata.
“Era una battuta divertente” disse la mora a mo’ di scusa.
L’altra la guardò perplessa, ma poi rispose con un breve sorriso.
Killian pulì grossolanamente il pavimento, infilando molti rifiuti negli angoli più remoti dove nessuno li avrebbe visti e osservando da lontano Tink, chiedendosi come conquistarla.
Se l’aveva fatto una volta, poteva farlo di nuovo.
 
 
Alle sette finì la punizione.
L’orologio di Storybrooke batté l’ora e Tink, Killian e Regina uscirono da scuola stanchi e coi muscoli indolenziti.
“Qualcuna di voi viene a farsi una birretta con me al Rabbit Hole?” propose Jones.
Ricevette in risposta due sguardi disgustati. Alzò le spalle e si strinse nella sua giacca di pelle.
“Ci vediamo domani bellezze”
 
Seguì un imbarazzantissimo momento in cui Tink Glocke e Regina Mills si accorsero di essere rimaste sole.
Regina meditò di andarsene senza salutare ed ignorare totalmente la cosa, ma le sembrò davvero fin troppo orribile anche per lei.
Così silenziosamente si incamminarono.
Arrivate fuori dal cancello Tink pestò i piedi per terra imbarazzata.
“Io vado di là” disse bruscamente indicando la direzione verso la biblioteca.
“Ehm…anche io”
“Ah…okay”
Ripresero a camminare.
La bionda rifletteva febbrilmente. Non sopportava Regina, era forse nella top ten delle persone che più detestava nell’universo, ma lei era una ragazza dinamica e non le piaceva stare in silenzio.
E siccome avevano ancora due settimane davanti da condividere, tanto valeva sforzarsi di fare conversazione.
Se non altro avrebbe avuto qualcosa da raccontare a Belle.
Inoltre Regina aveva riso alla sua battuta prima, magari non era proprio ostile come sembrava…
“Allora ehm…tu dove abiti?”
“Verso la zona residenziale…”
“Ah…anche io…dove?”
“Vuoi spiarmi?”
“Sicuro…”
“Mifflin Street”
“Io in J.M. Barrie Street(3)”
“Capito”
La conversazione iniziava a trascinarsi, ma Tink decise di non demordere, non era nel suo carattere.
“E ehm…vieni spesso a piedi a scuola?”
“No io…vado in macchina generalmente”
“Oh. Io non posso mai usare la macchina dei miei…perciò vengo a piedi”
“Ah”
Camminarono un altro po’ in silenzio, poi passarono davanti al Gretel’s Candy Shop. Esposta in vetrina c’era una moltitudine di tavolette di cioccolato, ciambelle e dolci.
Tink osservò inquieta i dolciumi in esposizione e il suo stomaco brontolò.
“Cosa non darei per una di quelle ciambelle…”
“Compratela…no?”
Tink scosse la testa.
“Sono a dieta”
Regina fece un sorrisetto triste.
“Ti capisco…non sei l’unica”
“Davvero? Tu a dieta? Ma dai, stai benissimo così”
“Io…grazie…ma…anche tu in realtà” la mora arrossì.
“Seriamente, dovremmo proprio prenderci una di quelle ciambelle” disse Tink pensierosa, fissando la vetrina.
Poi senza pensarci due volte entrò.
Regina fissò nervosa la sagoma della ragazza avviarsi alla cassa e parlare con la proprietaria del negozio.
Era una situazione nuova parlare con qualcuno che riteneva inferiore a lei, e soprattutto in termini amichevoli.
Tink tornò poco dopo tenendo una ciambella gigante in mano, dopodiché fece una cosa inaspettata (si stupì persino un po’ da sola). La spezzò in due, tese la mano e diede una metà a Regina che la guardò stralunata.
“Scusa?”
“La dividiamo! Ti piace il cioccolato?”
“Sì…”
“Ottimo, è ripiena di nutella!”
“Beh, se non altro ingrassiamo a metà” tentò la mora abbozzando un sorriso.
Tink ridacchiò con la bocca piena di crema.
Si avviarono verso casa.
“Gli allenamenti delle cheerleader sono molto duri?” chiese Tink.
“Sì. Per questo non mi concedo mai strappi alla regola”
“Tranne questo”
“Faccio un’eccezione solo per il cioccolato”
“Ne vale la pena eh?”
“Decisamente”
Masticarono entrambe golosamente la loro parte di ciambella, poi Regina frugò nella borsa e tirò fuori il portafogli.
“Quanto ti devo?”
“Per cosa?”
“Per la metà ciambella!”
“Sei matta?”
“Perché?”
“Non mi devi niente!”
“Non mi piace essere in debito con le persone”
“Senti, offro io. La prossima volta offrirai tu”
“La prossima volta?”
“Sì!”
Regina dubitava fortemente che ci sarebbe stata una prossima volta in cui avrebbe condiviso una ciambella con Tink Glocke, ma per cortesia evitò di dirlo.
In realtà stava facendo molte cortesie quella sera. Ripose il portafogli nella tracolla e si accorse di aver macchiato la borsa di nutella.
“Cazzo…mia madre mi ammazzerà” mormorò.
“Che succede?”
“Ho sporcato la borsa!”
“Può succedere…non dovrebbe prendersela troppo”
“Non conosci mia madre” disse Regina ridendo amaramente.
“E’ peggio di te?” le chiese Tink.
“Oh sì. Almeno dieci volte…perciò puoi immaginare la situazione”
“Sei nei casini mi sa”
Risero entrambe.
Dopo un attimo di silenzio Tink parlò.
“Sai, non credevo che tu fossi così”
“Di che cosa parli?”
“Così…gentile intendo. Voglio dire, hai la fama di essere davvero una stronza e ti atteggi come se fossi la padrona del mondo ma io vedo una ragazza come le altre…sei meglio quando sei così di...come sei a scuola”
Regina si bloccò.
 
It’s a knockout
If looks could kill they probably will
In games without frontiers
War without tears
Games without frontiers
War without tears
 
 
 
Non doveva succedere. Stava abbassando le difese.
“Tu sei superiore, gli altri sono pedine dei tuoi scacchi, carte del tuo gioco”
La voce di sua madre le rimbombò nella testa.
Cosa diavolo le era saltato in mente di dare corda a quella bamboccia?
Le si avvicinò e parlò freddamente.
“Senti un po’ Glocke, non pensare che io sia questa che vedi. Solo perché cerco di essere decentemente cordiale e di non indurti al suicidio perché mi servi per altre due settimane non significa che diventeremo amiche. O che condivideremo altre ciambelle. E se dici a qualcuno che sono a dieta la paghi cara”
Il sorriso di Tink si spense di fronte a quel drastico cambiamento.
Fino a pochi secondi prima Regina sembrava una ragazza come lei, con gli stessi problemi suoi, le stesse insicurezze e probabilmente la stessa dieta.
Ora era…Regina Mills. E sembrava almeno dieci anni più vecchia.
“Ho detto qualcosa che non va?”
“Non sono una tua amica. Smettila di trattarmi come tale. E quella che vedi a scuola…sono io. Sono esattamente così, non mi interessano le stronzate che pensi. Ora se permetti me ne andrei. Grazie della ciambella, spero che tu te la sia goduta, sarà l’ultima che prendiamo insieme”
Se ne andò il più rapidamente possibile, attraversò la strada e sparì dietro l’angolo.
Tink rimase in piedi immobile, completamente stupita dall’accaduto.
Una forte rabbia e sensazione di impotenza seguì lo stupore iniziale.
 
 














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(1) Games Without Frontiers – Peter Gabriel
(2) Se non la conoscete FILATE AD ASCOLTARLA SUBITO: http://www.youtube.com/watch?v=VbxgYlcNxE8
(3) J.M. Barrie Street è lo scrittore di Peter Pan, perciò ho pensato di chiamare così la via della nostra Tinkerbell! 

 
 
HELLO DEARIES!
Intanto sono felicissima di vedere che gli ultimi due capitoli abbiano riscontrato così successo, e vi assicuro che mi sto divertendo molto a scrivere…sono in arrivo mooolte cose interessanti.
Questo è il primo giorno di punizioni, poveri ciccini.
La parte Rumbelle è più piccolina per questa volta, ma suvvia, hanno appena iniziato a conoscersi. E’ già un passo avanti, e di sicuro non finisce qui :)
Ho voluto dedicare più spazio alla cosiddetta TinkerQueen, coppiata che AMO nel telefilm, e che ho intenzione assolutamente di riproporre anche qui.  
Spero che Regina e Tink non siano state troppo OCC, perché è stato difficile gestirle in questo capitolo…fatemi sapere!
La canzone che ho assegnato al capitolo mi sembra che sia abbastanza adatta ed ero gasatissima mentre la ascoltavo perciò vi consiglio di non skipparla e ascoltarla e sentirvi gasati come me!
Ringrazio tutti per tutto, ringrazio chi recensisce, chi segue, e i lettori silenziosi che ogni tanto mi fanno felice scrivendomi su twitter o su ask,  soprattutto ringrazio la mia Beta ABCris, senza la quale sarei persa!
E risponderò a tutte le recensioni appena possibile, don’t worry!
A presto, stay tuned
Seasonsoflove
   
 
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