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Autore: Masayume Pachirisu    11/02/2014    3 recensioni
I loro sguardi si incrociarono.
Entrambi con il fiato corto, le guance rosse e gli occhi liquidi per il piacere appena provato.
La mano destra di Yong Guk finì sul collo di Zelo, tirandolo verso di sé, facendo scontrare così le loro labbra arrossate e gonfie per i troppi baci.
Il piacere li riprese nuovamente e i ruoli tra loro cambiarono, così che Zelo si ritrovò tra quelle coperte.
E Dio se ci stava dannatamente bene tra tutti quei Tigro stampati in mille pose diverse. Accaldato ed eccitato, lo fissava con trepidazione, aspettando che l'altro lo toccasse nuovamente e lo facesse sentire vivo...
Tema: Amori, tradimenti, band e musica. -Attenzione Crack Paring-
Principali: B.A.P (tutti) - SHINee (Onew - Taemin - Key - Jonghyun) - Infinite (Sungjong - Hoya)
Secondari: EXO (Baekhyun - Chanyeol - Kai - Kyongsoo) - Teen Top (?) - Yong Nam
Meteore: f(x)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aprì quella porta a vetri con un po' di fatica, sentendo il suono familiare del campanello propagarsi in tutta la grande stanza. 
Era in ritardo di mezz'ora e ringraziò tutti i santi per non aver incontrato i suoi genitori. 
Che cosa avrebbe potuto raccontargli? 
Se ci fossero stati dei problemi forse avrebbe rischiato di mandare a monte il patto fatto con suo padre tempo prima.
Il locale pareva deserto ma sapeva che sarebbe durato per poco. Tutte le lavatrici della lavanderia erano ancora ferme, lo stesso valeva per le asciugatrici. I vari detersivi erano ancora al loro posto, segno che nessuno era entrato quella mattina.

-Vieni Taemin-

Camminò insieme al minore, stringendo di più la presasulla sua vita. L'altro non pareva molto intezionato a stare tra i vivi, ma per lo meno si reggeva ancora in piedi da solo. L'abbraccio era più consolatorio che altro. 
Lo lasciò sedere su una delle panchine poste davanti alle lavatrici, dove in teoria la gente dovrebbe sedersi per aspettare che il ciclo di lavaggio sia completo. In realtà molti clienti le usavano persino per schiacciare un pisolino, mangiare, giocare a carte, improvvisare un karaoke. Tutte cose che, naturalmente, i suoi genitori non avrebbero mai lasciato che accadessero. Lui invece si e si divertiva un mondo a bere birra con i suoi clienti.

-Yong Guk? Era ora...- disse una voce alle sue spalle.

Si voltò notando la figura alta e ben piazzata di suo fratello. 
Capelli scuri, labbra carnose, voce melodiosa, molto meno grave della sua. 
Ogni volta che si fissavano neglio occhi gli pareva di aver davanti uno specchio, nonostante i piccoli particolari che li rendevano leggermente diversi. 

-Scusa Yong Nam... ho avuto un problema...- disse indicando con lo sguardo il suo bassista, perso a contemplare il cestello di una lavatrice.

Alcune lacrime continuavano inesorabili a cadere dai suoi occhi. Nemmeno ci stava provando a non piangere, forse non si rendeva conto neanche se quello che era accaduto era vero oppure era solo un brutto sogno.

-Taeminnie che cosa è successo?- domandò preoccupato Yong Nam avvicinandosi al minore, mettendosi in ginocchio per poter essere alla sua altezza.

Inutile dire che l'altro non spiccicò una parola e nemmeno spostò lo sguardo verso il nuovo gemello, troppo occupato a guardare i mille tasti di quell'aggeggio. 

-Ci ho già provato ma non ha voluto spiegarmi nulla... l'ho trovato per strada insieme a Jinki mentre litigavano...- disse il chitarrista mettendosi le mani in tasca.

Yong Nam sospirò portando la destra contro la guancia bagnata del bassista, notando che era leggermente arrossata, ma non per il pianto. 
Il minore sentendo contatto chiuse gli occhi, lasciando sgorgare altre mille lacrime.

-E Jinki cosa ti ha detto?-

Il gemello sbuffò.

-Che andava tutto bene... mi sono dovuto mettere nel mezzo per farlo staccare da Min... non volevo lasciarlo li a piangere quindi me lo sono portato via...-

Yong Nam annuì, andandosi poi a sedere vicino a Taemi, che abbassò notevolmente lo sguardo per fissare il pavimento in azzurro. 
Il maggiore portò una mano sulla schiena del bassista, iniziando così a tracciare cerchi su di essa per tranquillizzarlo. Yong Nam era affezzionato a lui come a Kibum, Sungjon e Jonghyun, e vederlo piangere in quel modo senza capirne il motivo gli dava tremendamente fastidio. Sarebbe andato da Jinki di persona se il piccolo non avesse iniziato a parlato.

-Mi... mi trattta....mi tratta com... come un... bam...bambino...- biascicò Taemin con la voce spezzata dai singhiozzi, che bastardi avevano ripreso a farlo tremare.

I due gemelli non ci misero molto a capire a chi si stava riferendo il minore e mentre Yong Guk malediceva Jinki con tremila imprecazioni, sperando che un bicchiere gli cascasse su quella zucca vuota che si ritrovava, Yong Nam strinse a se Taemin, che andò a comprimere il suo viso sulla felpa verde del maggiore. 

-Shhh... calmati... vedrai che andrà tutto bene... Jinki è solo un testone lo sa... ma tu sai anche quanto ti adora vero? Avete solo litigato...-

Yong Guk sentì una fitta nel petto, proprio dove il suo cuore batteva. 
Sapeva bene cosa significava quel dolore. 
Quel fastidio che aveva sempre provato da quando aveva iniziato a comprendere le cose.
Quell'invidia che provava per Yong Nam tornava sempre a farsi sentire e lui tornava a sentirsi uno schifo.
A lui era toccato l'incapacità di espirmersi, l'arroganza e l'indifferenza, o almeno questo era quello che pensava la gente appena lo vedeva. Nonostante ci avesse provato ad essere più espansivo come Yong Nam, la gente lo riconosceva per il suo sguardo serio e poco affidabile. Non avevano mai notato i suoi sorrisi, forse più belli e dolci di quello di Nam. 

Solo Sungjong si era accorto di quella differenza e di tutte le altre. 
Ricordava perfettamente il giorno in cui aveva provato gelosia nei confronti di Sungjong per colpa di suo fratello. Un giorno di quell'estate lui e Sungjong erano rimasti a casa per sistemare la scaletta di una serata e aggiustare un paio di canzoni. Avrebbero dovuto esserci anche Jonghyun e Taemin, ma poi all'ultimo avevano dato buca per vari impegni.

Yong Nam era rimasto nel loro appartamento tutto il pomeriggio e di certo questo non gli era dispiaciuto. Amava suo fratello più di qualsiasi altra cosa e nonostante il dolore e l'invidia, gli sarebbe sempre rimasto accanto. Il problema fu Sungjong e i mille sorrisi che lanciava al suo gemello. Gli strani abbracci che questo gli rifilava ogni volta che poteva, per non parlare di come ogni volta dovesse toccargli i capelli. Yong Guk non era scemo e sapeva che suo fratello stava nel mezzo per quanto riguardava l'orienzamento sessuale. Quindi tutti quei gesti erano chiari segnali di un'attacco in corso: Yong Nam voleva Sungjong e Sungjong non sembrava disdegnare tutte quelle smancerie da quattro soldi. 
Mentre i due chiacchieravano animatamente, si era alzato dal divano del salotto su cui si era sdraiato e, senza dire nulla, si era volatilizzato in camera sua sbattendo la porta con forza, tanto per rendere l'idea che era notevolmente incazzato.
Solo qualche minuto più tardi Sungjong aveva bussato alla sua porta e lo aveva costretto a farsi dire cosa lo aveva spinto ad andarsene e per quale motivo si fosse incazzato così tanto.
Quella fu la prima volta che ne parlò con qualcuno.
Sungjong fu la prima persona a scoprire l'invidia che provava nei confronti di Yong Nam e se ne vergognò tanto da piangere sulla spalla dell'altro. 

-Tu sei perfetto Gukkie... tu sei la persona migliore che io conosca. Chissene frega se sembri serio, cattivo, pericolo. Io so che dietro a questa faccia un po' musona esiste un ragazzo dolce, generoso, pieno di fantasie, aspettative, e soprattuto... pieno di talento. Sei un ragazzo dal sorriso adorabile e... se potessi Gukkie... se potessi io ti bacerei fino a domani...-

E fu quello il momento in cui capì che Sungjong provava qualcosa per lui, qualcosa che lui stesso provava per Sungjong, qualcosa che si era nascosto da qualche parte per tutto quel tempo e che solo all'ora era uscito allo scoperto. 

-Hyung... mi porti a casa?- domandò Taemin tirandolo per la maglietta.

Si riprese dai suoi pensieri abbassando lo sguardo verso il minore, che si era scostato dall'abbraccio di Nam. Annuì sorridendogli, sperando di fargli provare un po' di piacere in mezzo a quei sentimenti tristi che gli avvolgevano il cervello.

-Aspettami qui... vado a prendere la macchina e torno... Yong Nam lo accompagno e poi arrivo ok?-
-Stai tranquillo Gukkie, rimani con Taemin ok? Ci sto io qui-

I due fratelli si fissarono intensamente sorridendosi un attimo dopo. 
Yong Guk annuì sibilando un grazie. 
Quello era il terzo giorno consecutivo che Nam rimaneva in lavanderia al posto suo e ogni volta dirgli grazie era un macigno più pesante che andava posarsi sulle sue spalle.
Yong Nam studiava, lavorava, usciva la sera e non faceva il cretino in giro.
Yong Guk suonava, non studiava e lavorava quando il tempo glielo permetteva e quando suo padre non lo metteva alle strette. 
Si vedeva così inutile, così piccolo rispetto al fratello, e questo lo faceva stare male. Ma la cosa che più gli faceva male era non riuscire più a parlargli come una volta, quando era piccoli e facevano sempre tutto insieme come tutti i gemelli. 
In qualche modo si era allontanato da lui.
Questa sua invidia, questo suo sentirsi in colpa lo aveva allontanato da Yong Nam.
Per colpa sua i fratelli Bang si erano persi.

 
**


-Come sta?- domandò Kibum quella sera, entrando in casa degli Humanoids insieme a Jonghyun.
-Sta bene hyung...- rispose Sungjong facendo entrare i due ragazzi.

Kibum si avviò direttamente in camera del suo migliore amico senza aspettare che Sungjong gli dicesse altro. 
Avrebbe voluto seguirlo fuori dal locale, ma Jinki lo aveva fatto al posto suo. Quando però era tornato senza il minore lo aveva preso a parole, incolpandolo di averlo fatto scappare una seconda volta. 

-Taemin...- disse spalancando la porta, notando Yong Guk seduto sul letto insieme al minore, che invece se ne stava sdraiato girato su un fianco.

Appena sentì la voce dell'amico, il bassista si voltò verso di lui cercando di trattenere altre lacrime. Non aveva fatto altro che piangere per tutto il pomeriggio e ne Yong Guk ne Sungjong erano stati capaci di farlo calmare. 
Kibum si avvicinò sedendosi sul letto, abbracciando stretto l'amico che si lanciò addosso a lui iniziando a singhiozzare mentre Yong Guk li lasciò soli uscendo dalla stanza.

-Mi dispiace...- iniziò a ripetere Taemin come un mantra, come se sapesse che in fin dei conti era anche colpa sua. 
-Smettila di piangere per favore... lo so che ti dispiace ma non è solo colpa tua...- rispose l'altro accarezzandogli i capelli, dandogli poi qualche bacio sulla fronte.
-Invece si... l'ho fatto arrabbiare... lui pensa che io sia un bambino... ora non mi vorrà più... ora non gli importerà più nulla di me...-
-Ora piantala per favore... Se proprio vuoi saperlo Jinki è rimasto tutto il giorno chiuso nel suo loft... per questo non sono potuto venire via prima. Era mortificato per quello che era successo Min, lo sai bene anche tu... Hai un po' esagerato questo è vero... ma un po' di colpa è anche di Jinki quindi perché ora non smetti di piangere e non lo chiami?-

Il minore negò con la testa, sprofondando con il viso sul petto dell'altro, lasciandosi andare in interminabili singhiozzi e lamenti.
Si era un bambino e Jinki si sentiva in colpa a causa sua. Aveva fatto bene a picchiarlo e gli dispiaceva tremendamente che l'altro stesse male. Si vergognava troppo però per prendere il telefono e chiedergli scusa. Non avrebbe retto ad un "no" o alle parole fredde e taglienti che Jinki avrebbe potuto rifilargli. 

-Vuoi che mi sdraio qui un po' con te?- domandò Kibum accarezzandogli la schiena, andando poi a togliergli l'elastico che comprimeva troppo i suoi lunghi capelli castani 
Taemin annuì impercettibilmente e con dolcezza l'amico lo tirò a se, stendendosi entrambi sul materasso morbido e profumato. 
-Sto io con te Min... Non piangere più ora...-

 
**


-Mi spiegate che cosa è successo? Kibum non mi ha detto nulla per tutto il tempo- chiese Jonghyun sprofondando sul divano opposto a quello dove si era seduto Yong Guk. 

Le mani tra i capelli, occhi chiusi e sospiri vari. Il leader era davvero preoccupato e questo Jonghyun lo aveva capito senza nemmeno guardarlo troppo.

-Da quello che abbiamo potuto capire... Jinki ha dato uno schiaffo a Taemin perché gli ha fatto una scenata di gelosia...- rispose Sungjong uscendo dalla cucina con tre tazze in una mano e una brocca nell'altra.

Posò tutto sul tavolino davanti ai due divanti e versò l'acqua calda in ogni tazza, aggiungendo poi la bustina di te verde che sua nonna gli dava sempre quando da piccolo era nervoso e non voleva dormire.
Sicuramente quella sarebbe stata una lunga notte per tutti, quindi pensò fosse il caso di correre ai ripari prima che fosse troppo tardi. 

-Cosa?! State scherzando? Come diavolo ha osato picchiarlo?! Cazzo non picchierei Kibum nemmeno se si mettesse a gridare in mezzo ad una folla... piuttosto me ne andrei...- Jonghyun prese la sua tazza viola e la portò alla bocca con troppa velocità, finendo per bruciarsi la lingua e le labbra.
-Calmati... mi basta già lui...- disse Sungjong sospirando pesantemente, fissando il proprio amante alla sua sinistra.

Anche lui aveva dato di matto dopo aver saputo cosa realmente fosse successo.

-Io penso che la colpa sia di entrambi. Se davvero Taemin avesse esagerato allora posso capire il gesto di Jinki, per quanto sia stato stupido. Jinki è molto più grande di Min... ha un modo diverso di comportarsi e... diciamocelo, Jinki non è questo grande genio. Ci siamo accorti tutti di come Taemin gli lanciasse strani messaggi d'amore con gli occhi, ma lui niente. Lo stesso vale per questa ragazza. Da quanto tempo Luna va in quel locale? Lui a malapena si ricorda il suo nome...-

Yong Guk alzò lo sguardo fissando con sguardo truce il fidanzato. Non gli piaceva quello che aveva detto. Gli pareva semplicemente assurdo che il suo ragazzo avesse dato anche un minimo di ragione a Jinki. Non ne aveva punto e basta.

-Spero che tu stia scherzando... non è assolutamente accettabile un comportamento simile Sungjong... mi meraviglio di te...-
-Guarda che non ho mai detto che Jinki abbia fatto bene..- rispose a tono il batterista -sto solo cercando di capire il suo punto di vista!- 
-Un punto di vista del cazzo..- ringhiò Yong Guk alzandosi in piedi -Quel cretino deve tenere le mani a posto e basta! Taemin è piccolo, più piccolo di Jinki e anche di molto. Se vuole stare con lui dovrebbe imparare a capirlo invece che pretendere solo qualcosa!-
-Bang... calmati...- Jonghyun si alzò tentando di calmare il chitarrista, che spostò il braccio dell'altro dalla sua spalla e si avviò verso la sua camera sbattendo come al solito la porta
-Cazzo che palle!- gridò leggermente Sungjong prendendo la sua tazza di te tra le mani.

Jonghyun si rimise seduto sbuffando.
Perché non ne andava mai una giusta? 

-Non avresti dovuto dare ragione a Jinki...-
-Non ti ci mettere pure tu! Se non capite quello che dico dovreste farvi ricoverare!- rispose stizzito il batterista. 

Jonghyun sorrise negando con la testa, provado di nuovo a bere il suo te, stavolta notevolmente più tiepido risposetto a poco prima. 

-Io ho capito benissimo quello che hai detto... ma sai quanto Bang ci tenga a Taemin e quanto sia un testone... anche lui ha capito il tuo ragionamento... solo che ora è troppo arrabbiato per dirti che hai ragione-

Il batterista lasciò il bicchiere vuoto sul tavolino, sdraiandosi completamente su quel divano che puzzava di sigarette e dolce e gabbana. 
Sospirò portando un braccio sul viso, andando a nascondere i suoi occhi forse un po' troppo lucidi. Non doveva stare male, in fin dei conti Jonghyun aveva ragione. Yong Guk aveva la testa dura, non doveva prendersela più di tanto. 
Però faceva male.

 
**


Mercoledì era passato troppo in fretta e il giovedì era arrivato ancora più velocemente. 
Quella sera avrebbero dovuto suonare, ma l'atmosfera in casa Hyumanoids non era delle migliori già di primo mattino. Sungjong si era addormentato sul divanto, lo stesso Jonghyun. Si erano svegliati solo quando Yong Guk era uscito dalla sua stanza e aveva sbattuto la porta d'ingresso, facendo tremare un po' tutto. 
Taemin pareva più un fantasma a causa della pelle pallida e le occhiaie sotto gli occhi.  Anche Kibum non era certo messo meglio. Aveva dormito male e poco, soprattutto perché sapeva che fuori c'era Jonghyun e non gli aveva nemmeno dato la buona notte. 
Si erano dati un piccolo bacio, nascosti dietro la porta del bagno per evitare che Taemin o Sungjong li potessero vedere e poi erano tornati in cucina a fare colazione, cercando di tenere alto il morale degli altri due. 
Erano ormai le due del pomeriggio quando il telefono di Sungjong squillò più volte in salotto.
Il batterista corse verso di esso notando che la persona che lo stava chiamando era Yong Guk

"Pronto!" disse tutto trafelato, cercando però di mantenere il controllo e di non scoppiare a piangere.
"Vado a provare... ci vediamo direttamente al locale di Jinki stasera..." disse atono il biondo dall'altra parte del telefono.

Sungjong balbettò qualcosa di incapibile e Yong Guk non provò nemmeno a chiedergli cosa avesse detto.

"Non fate tardi ok?"

E Sungjong gridò in silenzio obbligando se stesso a dire qualsiasi cosa. Come poteva starsene zitto in un momento come quello?

"Non... non torni? Perché... Perché?!"-

E non riuscì a trattenere lo sconforto.

"No... ho bisogno di svagarmi... ho trovato Zelo e Daehyun davanti alla sala prove e mi unisco a loro per un paio d'ore..."

Zelo?
Aveva davvero detto Zelo?
No aveva capito male, non poteva aver detto Zelo.
Singhiozzò portandosi poi una mano sulla bocca, evitando di far capire al suo ragazzo quanto ci stesse male e quando non fosse in grado di litigare con lui senza frignare come una ragazzina.

"Per favore... non piangere... ho solo bisogno di sfogarmi... scusami non ce l'ho con te... ma non voglio arrivare a picchiare Jinki stasera. E so che se sto a casa continuerò ad essere nervoso... scusami"

Sospirò pesantemente, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano sinistra.

"Va bene... non preoccuparti... ci vediamo la..."

La chiamata finì dopo vari "ciao" e Sungjong si lasciò andare di nuovo sul divano, piangendo contro uno dei vari cuscini che profumavano proprio dell'odore del suo ragazzo. 
Zelo. 
Ora lui era con Zelo e Daehyun... 
Era con Zelo.

 
**


-Hyung ma mio fratello non c'è...- disse il minore mettendosi in spalla la custodia della sua chitarra.

Erano davanti al locale dove provavano entrambi e per caso si erano trovati li proprio nello stesso momento. 
Il maggiore sorrise andandogli ad arruffare i capelli fucsia, davvero morbidi nonostante le mille colorazioni che il piccolo aveva fatto.

-No? Allora mi sono sbagliato...- rispose l'altro sorridendo di più, lasciando Zelo con un groppo in gola difficile da buttare giù -Non credo che sia un problema comunque... andiamo? Voglio davvero sentirti suonare senza il resto della band...-

Zelo annuì entusiasta, seguendo il maggiore all'interno della sala prove. 
 
  
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