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Autore: swagatore    11/02/2014    2 recensioni
Acacia è una ragazza come tante, si è appena trasferita nella nuova città. Brooklyn. Il suo problema è che non è molto brava a farsi degli amici, perciò si ritrova come unico amico lo sfigato della scuola, Peter Clark. Justin Bieber è tutto il contrario, popolare, bello e misterioso. I due si conosceranno per la prima volta, proprio quando Justin maltratterà Peter. La ragazza capisce che deve stare il più possibile lontana da Justin, ma per lui prova anche una grande attrazione. Il destino, però, sarà molto crudele con loro; può l'amore superare persino gli ostacoli più difficili?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"All right, little sister."



 

Justin:

 
Quando dalla porta della mia nuova stanza entrò Acacia White restai parecchio sconvolto. Era veramente lei la ragazza che speravo di incontrare quella sera? Certo che no, ma nonostante questo ammiccai un sorriso. Mentirei se dicessi che la sua faccia in quel momento non era buffa, perchè lo era veramente molto. Già dall'inizio era così male avere un fratellastro come me? "J-justin?" sussurrò per poi mordersi il labbro inferiore. "In persona..." risposi noncurante. La nostra ultima conversazione risaliva a parecchi giorni prima, e se non sbagliavo, l'ultima volta che avevo parlato con lei gli avevo detto molto direttamente che doveva farsi i cazzi suoi; tutta colpa del suo strabiliante record di riuscire a fare più di 10 domande al minuto. "Così Jeremy è tuo padre..." continuò lei senza smettere di fissarmi neanche per sbattere le palpebre. "Sei molto perspicace, wow." ridacchiai per poi riportare lo sguardo al soffitto. 

Ero ancora sdraiato sul mio nuovo letto; solo poche ore passate su quell'ammasso di piume e avevo imparato a trovarlo abbastanza comodo.
"Non sembri molto felice, stessa cosa io, perchè ho scoperto solo ora che dovrò passare le vacanze di Natale con
un ragazzo che mi sta sulle palle." sputò fuori con occhi che sembravano davvero aver voglia di sfidarmi. Alzai un sopracciglio. "Uhm, sei ancora offesa per quello che è successo nella mensa? Andiamo Acacia, sai che odio le persone che fanno troppe domande." sospirai, ero davvero sorpreso per il fatto che lei non avesse ancora mandato giù quel vecchio episodio.

"Non è per quello." rispose facendo spallucce; lo sconforto era scomparso dal suo viso, ora, l'unica cosa che sembrava era che lei avesse voglia di sfidarmi, di prendermi a pugni, o meglio ancora di uccidermi, purchè non passassi due settimane sotto il suo stesso tetto. "Allora fammi indovinare, sei delusa per il fatto che ora che hai soperto che sono il tuo fratellastro non avrai più nessuna possibilità per conquistarmi?" dissi per poi sogghignare. Acacia si irrigidì fino alle punte dei piedi: a quanto sembrava non apprezzava il sarcasmo almeno quanto lo facevo io. "Vaffanculo Justin" pronunciò quelle due parole guardandomi profondamente negli occhi, fece per girarsi e uscire dalla stanza, ma qualcosa, o meglio, qualcuno nel più profondo della mia coscienza mi suggerì di fermarla. "Acacia, aspetta." la richiamai; la sua mano, che era sospesa a mezz'aria vicino al pomello della porta, si abbassò e mi ritrovai di nuovo a contatto con i suoi occhi blu.

"Seriamente, cos'hai?" domandai alzandomi e andandole di fronte. Il suo sguardo passò su tutto il mio corpo, per poi fermarsi e immergersi nei miei occhi. Tutti si complimentavano per quest'ultimi: ragazze, famigliari e una volta persino la professoressa di Scienze aveva detto che avevo lo stesso colore del caramello, ovvero caldo e profondo; perciò mi sforzai il più possibile per far si che il mio sguardo la calmasse. "Sono sconvolta." disse spostando il peso da un piede all'altro, "Per il fatto che sono il fatrellastro che non sapevi di avere fino a cinque minuti fà?" ipotezzai, ma no. Acacia scosse il capo. "No, ma per il fatto che tu non ci assomigli nemmeno un pò a tuo padre, non intendo fisicamente, ma caratterialmente lui è gentile, dolce e simpatico. Te, invece sei tutto tranne questi tre aggettivi." disse fredda. 

"Oh aggiungi anche ' non attraente'" dissi facendogli l'occhiolino, il fatto che non assomigliavo a mio padre era ovvio, non l'avevo mai conosciuto. Persino chi ha dei genitori esemplari può diventare un criminale. "Lo vedi?!" alzò la voce lei "Con te non si può fare un discorso serio o non ti si può dire nulla senza che cominci a sparare cazzate su cazzate. Non sei attraente, e non sarai mai il mio fratellastro perchè l'aria da fratello non la hai nemmeno per il cazzo!" buttò fuori tutto d'un fiato. Non avevo mai visto questa ragazza incazzata nera, e a dire la verità era ancora più carina in quello stato. La faccia rossa, le ciglia che sbattevano ogni due secondi e quel suo sguardo assassino aveva un so che di sexy. Allungai la mano e sollevai il suo mento per far si che mi guardasse bene e che capisse che io non stavo scherzando, non quella volta.

"Rilassati, per queste due settimane cercherò di essere un buon fratello, ognuno rispetterà i propri spazi, e cercheremo di non urlarci contro come stai facendo ora te." sorrisi dolcemente, anche i suoi muscoli sembravano rilassarsi dopo il mio sorriso. "Allora Achy cosa fai di solito durante le vacanze?" chiesi levando la mano da sotto il suo mento e aspettando una risposta. "Achy?" domandò alzando un sopracciglio. "Si, il tuo nuovo soprannome sorellina." affermai io. "Non chiamarmi Achy, non mi piace e nemmeno 'sorellina', suonano troppo strano!" disse lei negando con la testa. "D'accordo, sorellina." Lei in risposta alzò gli occhi al cielo.  "Comunque: dormo, mangio, leggo, internet, mangio, internet, leggo e infine dormo." rispose sorridendo alla fine; dovevo ammettere che il suo itinerario mi piaceva, ma io avevo altre idee in mente, idee non sicure, idee che un normale adolescente di 18 anni non avrebbe dovuto avere.

 
"Che giorno è oggi?" domandai beffardo, "E' il 22" rispose Acacia sicuramente domandandosi cosa avevo in mente, "Cazzo manca solo un giorno al tuo compleanno." dissi ricordandomi della promessa che avrei organizzato per Acacia una bella festa. "Wow, te ne sei davvero ricordato" sussurrò lei sorpresa. "Certo, sai comè l'alzaimer non mi ha ancora colpito." sorrisi portandomi indietro il ciuffo di capelli. "Cos'hai contro questa malattia?" domandò leggermente divertita. "Uh, niente, non vedo l'ora di arrivare ai settanta e non ricordarmi il mio nome." alzai le spalle. "Che stupido." sorrise lei guardandomi male. "Allora il 24 sera ci sarà una mega festa a casa mia" affermai facendogli l'occhiolino. "Sicuro? Voglio dire, i tuoi non ci saranno a casa, hai le chiavi?" "Tu mi sottovaluti parecchio, piccola, questo mi ferisce" dissi porandomi una mano al cuore "Ho i miei metodi per entrare" e non aggiunsi altro perchè una voce, dal primo piano, stava chiamando il mio nome seguito da quello di Acacia. Entrami ci guardammo, e capimmo che probabilmente la cena era già in tavola. Avrei preparato la festa a modo mio, con musica, alcol e con (perchè no?) anche marijuana. Quello sarebbe stato uno dei pochi giorni in cui mi sarei potuto divertire veramente durante quelle due settimane. Loro mi stavano ancora cercando. 
 

                                                                        Acacia:



Scesi le scale in compagnia di Justin, il quale mi stava dietro; erano giorni che non lo vedevo, giorni che passavo a pensare a lui e al suo sorriso. Ora lo avevo qui, da me. Se un alieno ieri fosse venuto dal futuro e mi avesse detto che Justin avrebbe passato il Natale sotto il mio stesso tetto non ci avrei mai creduto, eppure eccolo qui. C'era solo un piccolo, minuscolo particolare...ovvero lui era il mio fratellastro, e quindi come aveva detto lui stesso in modo sarcastico: 'tutte le mie possibilità per conquistarlo erano andate estinte, sepolte, completamente azzerrate.'

 Rangiugemmo insieme la cucina, dove trovammo mia madre già seduta nella sua solita sedia. "Vi siete conosciuti?" i suoi occhi spruzzavano felicità da tutti i pori. "Si, già ci conoscevamo, comunque." risposi sedendomi, Justin mi seguì a ruota. Naturalmente mia madre non perse occasione e iniziò con le domande. Domande che iniziarono così: 'Quando vi siete conosciuti?' - ' Frequentate la stessa scuola, davvero?!'  e finirono parlando del Burger King, ovvero così: 'Acacia sei uscita con un ragazzo e non mi hai detto nulla?!' Maledii l'universo per avermi dato una madre insensibile alle figure di merda. "Em, mamma Justin è il mio fratellastro..." "Si, ma prima non lo sapevi, e non mi hai detto nulla..." "Mamma..." Avevo una madre che cercava di fare l'adolescente, così a volte quando ero connessa su Twitter si immischiava nelle mie conversazioni facendomi vergoniare anche nel web.

Era un caso perso, a volte ero io quella matura e lei quella adolescente; per fortuna c'era Jeremy che pensava a come risolvere le cose in famiglia, non fraintendetemi, mia madre non era un completo fallimento, io mi riferivo alla sua passione per farmi fare le figure di merda in presenza di ragazzi carini. Conclusione: neanche se Justin non fosse stato il mio fratellastro non avrei avuto alcuna possibilità con lui. " Cenare in compagnia di Justin non era stata una passeggiata, non so voi ragazze, ma quando si trattava di mangiare davanti a un ragazzo attraente andavo nel panico. In poche parole mangiavo di meno (per far vedere che non ero una mangiona, cosa che in realtà sono ) e avevo la paura costante di sporcarmi o di far cadere qualcosa.

Per fortuna quella sera non successe nulla di ciò. Stavo per alzarmi dalla sedia, quando Justin parlò a mia madre "Era tutto buono signora" mia madre gli sorrise e lo ringraziò. Quando ci ritrovammo a salire le scale per rientrare nelle nostre stanze questa volta Justin era davanti a me e il suo fisico e le sue spalle larghe mi fecero ombra per tutto il tragitto. Abbassai lo sguardo e mi schiaffeggiai mentalmente per aver fatto pensieri poco casti sul sedere di mio fratello. Quando arrivammo al pianerottolo delle stanze da letto Justin mi guardò e sorrise. "Buonanotte sorellina" la sua voce era rauca e sexy in un modo nel quale una sorellastra non doveva pensare. "Notte Justin" dissi e mi chiusi in camera. Mi buttai come una balena arenata sul mio letto e immersi la faccia nel cuscino. 


 
Justin Bieber non doveva essere mio fratello, non poteva essere mio fratello. 

Spazio autrice:

Buona sera :) Allora, prima di tutto volevo scusarmi per il ritardo. Sono tipo due settimane che non posto, 
ma per me sono state delle settimane tremende. Indovinate il perchè? C'entra un ragazzo, ma non vi annoierò con 
questa storia inesistente. Parliamo invece, del nuovo capitolo! Allora questo capitolo è un capitolo di passaggio ,
non mi piace molto e non ne sono molto soddisfatta, poteva essere più lungo, ma la mia fantasia ultimamente scarseggia.
Cosa succederà alla festa di Acacia? Vi avverto già che la storia si farà più intrigante nei prossimi capitoli. Tutto cambierà.
Justin non è il ragazzo innocente che sembra, e Acacia imparerà a capirlo. Ok, ora mi odierete perchè vi sto un pò spoilerando, 
hihihi scusatemii :,) Bene il mio poema è quasi termenito (anche perchè poi lo faccio più lungo del capitolo) vi ricordo se 
gentilmente potreste lasciarmi delle recensioni, perchè ne ho veramente bisogno per farmi un'idea. Se la storia vi piace 
aggiungetela tra le preferite o le ricordate. Vi voglio beneeee  →  recensite :)

 
  
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