Film > Basil l'Investigatopo
Segui la storia  |       
Autore: Bebbe5    12/02/2014    4 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note dell’autrice: risparmiandovi le solite inutili scuse sulla mancanza di tempo – anche se purtroppo è così – vorrei dedicare questo capitolo a due persone: a Twilight 2006 che ogni tanto mi ricorda di aggiornare; a Ashley Snape a cui, dopo tanti anni, ho finalmente dato un volto.

Buona lettura.


CAPITOLO 31

Cornelia se ne stava seduta nella sua stanza, presumibilmente al secondo piano di un qualche abitato forse fuori, forse dentro Londra. Aveva ormai rinunciato a cercare di scoprirlo. Quella stanza aveva le finestre, certo, peccato che fossero tutte sbarrate con grosse e pesanti assi di legno. Non poteva mai uscire e l’unico contatto che aveva con l’esterno era Elizabeth. Ancora non riusciva a credere agli eventi di quell’ultimo periodo, nonostante avesse avuto molto tempo per rifletterci sopra: Moriarty aveva preso il posto di Rattigan a capo dell’organizzazione, portandosi dietro i suoi personali scagnozzi; Basil, il Professore e Topson erano ancora probabilmente intrappolati nelle fogne dove si erano calati e, vista la situazione, ci sarebbero rimasti per un bel po’; Brynna, l’unica che avrebbe potuto salvarli, era scomparsa, forse definitivamente, dalla circolazione. 

E questi non erano i soli problemi: da un po’ di tempo a quella parte aveva sentito un certo via vai al piano inferiore. Aveva cercato di indagare e, seppur con scarsissimi risultati, aveva in qualche modo intuito che qualcosa di grosso stava bollendo in pentola. Era frustrante però essere lì, in quella che doveva essere la base operativa e non poter fare nulla di nulla.

C’era inoltre da considerare quella snervante, logorante sensazione che ogni cosa fosse in qualche modo successa per causa sua. Brynna era stata scoperta per via della sua intrusione, Basil probabilmente era stato catturato perché distratto dalla sua presenza.
Si prese il viso tra le mani, sospirando di frustrazione.

“Suvvia, Cornelia, non è necessario fare tutte queste scene, non cambieranno di certo la tua situazione.” Disse Elizabeth, entrando nella stanza, portando la cena su un vassoio.

“Io mi chiedo con quale faccia tosta tu mi rivolga ancora la parola.” Replicò l’altra, guardandola torva.

“Ma per farti un po’ di compagnia, mia cara, mi pare ovvio.” Le rispose la dottoressa, posando il vassoio su letto. “Un tempo apprezzavi conversare con me.”

“Sì, quando credevo che fossi una persona dalla solida integrità morale.” Disse Cornelia, cominciando a mangiare.

“Integrità morale! Non farmi ridere, cos’è in fondo l’integrità morale? Chi è che la possiede davvero? Anche il più onesto dei topi ha i suoi lati oscuri. Se io avessi seguito le convenzioni a quest’ora non sarei certo quello che sono diventata.”

“Devi esserne davvero molto orgogliosa.” Borbottò l’altra.

“No, non lo sono.” Replicò Elizabeth asciutta. “Non avrei voluto dovermi legare a questa gente. Ma non ho avuto scelta, Cornelia. Tu sei stata fortunata, ma fai anche un lavoro diverso, uno che le donne possono fare pur con tutti i pregiudizi del caso. Io invece non sarei mai riuscita a coronare il mio sogno a causa del pregiudizio maschilista che ancora alberga in questo paese. Quando il Professore mi ha offerto l’opportunità di farmi valere in cambio di passargli delle informazioni su di te non mi sono tirata indietro.”

“E lo confessi così, senza un minimo di rimorso?” chiese Cornelia, allibita. “Credevo che fossimo amiche.”

“Ma lo siamo, mia cara.” Rispose l’altra con un sorriso. “Lo siamo, altrimenti ti assicuro che saresti stata trattata molto diversamente: non avresti una stanza per te e saresti importunata di continuo. Dovresti ringraziarmi in effetti.”

Cornelia sbuffò, indispettita. Aveva un bel coraggio a dire quelle cose! Decise comunque di trattenersi: fare una sfuriata, benché fosse un’opzione appagante, non avrebbe certo risolto la situazione. Continuò così a mangiare senza rivolgere la parola a Elizabeth e chiedendosi come avrebbe potuto riguadagnare la libertà e rimediare a tutti i guai che aveva causato.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Frattanto, in casa Ansmauer, il clima da nervosamente frustrato era diventato freneticamente frustrato. Dalla notizia che qualcosa si stava finalmente muovendo – o meglio, che l’aveva fatto a lungo sotto il loro stesso naso – Basil e Rattigan erano diventati piuttosto intrattabili. Rassegnatisi ormai all’idea di dover stare dalla stessa parte per quella volta, passavano le giornate ad attendere di sapere dove venissero condotti i Lord del Parlamento. Il tempo stringeva, quando le vacanze fossero giunte al termine sarebbe stato troppo tardi per intervenire. Sembrava però che si fossero tutti volatilizzati senza lasciare alcuna traccia, la qual cosa era impossibile. Sembrava inoltre incredibile che nessuna delle famiglie si fosse fatta avanti per far notare la scomparsa del proprio caro.

Dopo alcune estenuanti sessioni di riflessione in comune, i due, insieme a Brynna, erano arrivati alla conclusione che ci doveva essere qualcuno che faceva la prima parte del lavoro dall’interno. Il tutto stava nell’individuarlo, un compito tutt’altro che semplice. Mediante una conoscenza di Basil erano riusciti a farsi recapitare l’elenco dei Parlamentari e, dopo aver scartato i nomi di coloro che erano già “andati a casa per le vacanze”, erano rimasti con una lista di all’incirca un centinaio di nominativi. Si erano allora messi a controllarli tutti, a confrontarsi su quanto sapessero circa ogni individuo e, soprattutto, se tra questi figurasse qualcuno che già in precedenza aveva avuto a che fare con il mondo della criminalità organizzata, tenendo conto delle sparizioni che continuavano ad avvenire: un lavoro tutt’altro che semplice e che aveva causato parecchi mal di testa e liti accese.
Topson, nel suo piccolo, aveva cercato di presenziare il più possibile e di sedare quegli inutili battibecchi.

Alla fine, circa una settimana prima di Natale, erano riusciti a ridurre la lista a cinque nomi di probabili sospettati. Non che questo migliorasse molto le cose: ciascuno di questi cinque poteva essere il loro topo, ma anche se fossero riusciti a trovarlo, era chiaro che questo individuo faceva solo da tramite e poteva anche non sapere dove venissero condotti i suoi colleghi.
La situazione era davvero complessa e soprattutto molto delicata: se avessero commesso anche un solo, minuscolo passo falso sarebbero stati scoperti. Tutto ciò che potevano fare era continuare a cercare qualcosa o aspettare una buona notizia dagli informatori di Brynna che, frattanto, continuavano a sorvegliare la situazione.

Quel pomeriggio si trovavano ancora una volta tutti e quattro nella biblioteca al primo piano, intenti a spulciare ciò che avevano raccolto. La stanza, nonostante le continue proteste degli Ansmauser, era immersa nel fumo proveniente dalla pipa di Basil e dalle sigarette di Rattigan. Brynna, che si era ormai praticamente ristabilita, se si faceva eccezione per qualche cautela che usava in alcuni dei suoi movimenti, stava seduta al tavolo centrale a scribacchiare qualcosa su un foglio di carta. Topson, invece, si trovava su una delle poltrone intento, o almeno così sembrava, a leggere i risultati che avevano ottenuto nelle ultime settimane. L’impazienza impregnava la stanza alla pari, se non addirittura di più, della coltre di fumo.

“Avrei una proposta” disse Brynna ad un certo punto, alzando lo sguardo sugli altri occupanti.

“Dimmi che comprende l’uscire da questa casa.” Commentò Rattigan dalla sua posizione davanti ad alcuni scaffali.

“Non esattamente.” Replicò lei. “Pensavo che potremmo cominciare ad organizzarci su come agire una volta che sapremo il luogo esatto dove vengono trattenuti i Parlamentari.”

“Credo che questo spetti a chi dovrà agire in prima persona, Brynna.” Le disse Basil, scendendo dal davanzale della finestra ed avvicinandosi a lei. La topolina lo guardò, poi gli rivolse un sorriso ironico.

“Ah sì, certo, le donne restano a casa.” Commentò sarcastica.

“Signora Basil, cerchi di ragionare, non è ancora pienamente in condizione di muoversi normalmente, non sarebbe saggio mettere a rischio la sua vita.” Le disse Topson, in un tono che cercava di esser convincente, ottenendo solo un cenno di diniego.

“Di questo ne riparleremo poi.” Disse Brynna. “Ora è necessario stabilire come fare a risolvere tutto in una volta sola. Ho fatto una lista degli obiettivi” aggiunse, alzando il foglio su cui aveva scritto fino a pochi istanti prima. “Sarà necessario liberare i Parlamentari facendo sì che escano incolumi, inoltre bisognerà catturare Moriarty prima che lui si renda conto di ciò che sta succedendo e prima che riesca a scappare.”

“Mi sembra piuttosto difficile.” Commentò Rattigan. “Non ha topi, ma ragni al suo servizio. Sarà praticamente impossibile riuscire a neutralizzarli.”

“Obiezione accolta” commentò Brynna appuntandosi qualcosa. “Allora, forse, sarà meglio prima trovare un modo per neutralizzarli e poi liberare i prigionieri.”

“E Cornelia?” chiese Topson. Brynna lo guardò come se volesse rispondergli qualcosa che, il dottore ne era sicuro, sarebbe stato poco piacevole, poi pensò di trattenersi.

“Lei rientra nella categoria dei prigionieri, dottore, quindi nella seconda fase del piano.” Gli rispose infine, tornando a concentrarsi sul suo foglio.

“Brynna, hai detto cose abbastanza scontate fino ad ora.” Intervenne Basil. “L’intento di distrarci è nobile ma stupido, lasciatelo dire.”

“Concordo con lui” disse Rattigan, sorprendendo tutti e guadagnandosi una fulminata da parte di Brynna.

“E allora fuori le vostre idee, signori, sempre che ne abbiate” replicò stizzita, tornando a concentrarsi sul suo foglio.

Topson sospirò, preoccupato: l’intera situazione sembrava un ordigno sul punto di esplodere e le conseguenze rischiavano di essere disastrose. Si ritrovò a sperare con tutto se stesso che accadesse qualcosa, qualsiasi cosa in modo che quella vicenda si potesse finalmente risolvere.

Le sue preghiere furono esaudite con una rapidità sorprendente: pochi minuti dopo, mentre nella stanza si svolgeva l’ennesimo litigio tutti contro tutti – di recente, infatti, anche Basil e Brynna avevano cominciato ad aggredirsi – arrivò Tobias Ansmauser ad annunciare che uno degli informatori era tornato e che sembrava avere delle notizie urgenti.

Il topo fu fatto entrare e Topson non poté che provare compassione per quel poveretto, il quale venne immediatamente messo sotto pressione dagli sguardi degli altri tre occupanti della stanza, simili a predatori con gli occhi puntati sulla preda.

“Ebbene?” chiese Brynna, rompendo il silenzio con meno delicatezza di quanto il dottore avrebbe auspicato. Il topo torceva il proprio cappello con le mani, in preda al nervosismo, ma dopo un po’ trovò il coraggio di rispondere:

“Signora, io credo di aver scoperto qualcosa, ma non ne sono sicuro, io…”

“Spero per te che tu non sia venuto a fami perdere del tempo, altrimenti…” lo minacciò Rattigan. L’altro deglutì e scosse la testa.

“No, signore, non è questa la mia intenzione. Il fatto è che credo di sapere dove sono stati portati i Lords.”

“Diccelo allora, avanti.” Lo incalzò Basil. Il topo annuì.

“Sono ancora al Parlamento, signori.” Annunciò, affrettandosi poi a spiegare prima che gli altri potessero interromperlo. “Il fatto è che abbiamo deciso di cominciare a sorvegliare tutte le entrate e le uscite, prendendo nota dei topi e facendo attenzione ai nostri spostamenti. Ci siamo resi conto che quelli che sparivano erano quelli che non varcavano più la soglia dopo aver fatto il loro ingresso. Ragion per cui, devono essere ancora lì.”

Basil, che aveva ascoltato tutto con attenzione, si prese il mento con una mano, cominciando a riflettere:

“Certo che è davvero strano, anzi, quasi insensato direi.”

“E perché mai, Basil?” si intromise Rattigan, con un ghigno. “A me pare una strategia logica: rapire i membri del Parlamento fuori dalle sue mura sarebbe più difficile che non farlo al suo interno, dove c’è più confusione e dove è più semplice trovare una ragione per l’assenza di qualcuno.”

“La mia perplessità era rivolta ad un altro elemento: dove li tengono? Ormai gli scomparsi saranno parecchi, non si potrebbero non notare.” si domandò l’investigatopo.

“Non è detto che debbano tenerli lì” gli rispose Rattigan “Esistono dei cunicoli collegati alla rete fognaria sotto il Parlamento. Possono condurre in molti posti diversi, non sarebbe poi così impossibile farli passare da lì per portarli da un’altra parte.”

“Il che non ci fornisce molti elementi nuovi.” Commentò Topson. “Sapevamo già che il Parlamento era il punto di partenza, non è una novità.”

“Questo è pur vero dottore, ma confido che il nostro professore qui, una volta trovato il cunicolo giusto sappia seguire le tracce fino alla nostra destinazione, dico bene?”

“E’ una possibilità” rispose Rattigan dopo aver ascoltato l’osservazione. “Direi di metterci in marcia stanotte stessa.”

“Non vi sembra di correre troppo?” Intervenne Brynna. “Dovremmo prima organizzarci su come agire e su cosa fare: sarebbe da stupidi andare a vedere dove li tengono senza sapere come farli uscire,  non vi pare?”

“Parli sempre come se volessi unirti a noi, Brynna: non hai capito che non succederà?”
le disse Rattigan, con un ghigno, guadagnandosi un’occhiataccia che ebbe il solo risultato di far scoppiare a ridere il criminale. Topson le si avvicinò, osando metterle una mano sulla spalla. Stava giusto per cercare di dirle qualcosa quando lei, con un gesto stizzito, aveva scansato la mano dalla sua spalle e, con passi lenti, era uscita dalla stanza e si era diretta nella sua camera. Il dottore si rivolse verso Basil, che fece spallucce.

“Le passerà. Ora dobbiamo pensare ad andare là dentro e…”

“E cosa, Basil? Tua sorella ha ragione, non abbiamo un piano.” Lo interruppe Topson. “Non sappiamo cosa ci aspetta una volta arrivati: non ha senso andare là e farsi catturare di nuovo, ti pare? Inoltre siamo solo in tre, non sappiamo quanti avversari ci troveremo contro.”

“Sono obiezioni giuste, dottore. O almeno lo sarebbero e noi fossimo effettivamente in tre. Credo che il nostro professore, qui, abbia ancora delle leve su cui fare affidamento.” Rispose il detective, rivolgendosi a Rattigan, il quale gli rivolse un mezzo sorriso.

“Non mi ci vorranno che pochi minuti per radunare tutti, una volta che saremo nelle fognature.” Replicò. “Ora, se volete scusarmi, vorrei andare a prepararmi.” Concluse, prima di uscire anche lui dalla stanza. Udirono i suoi passi in corridoio e, quando sentirono la porta della sua stanza aprirsi e richiudersi, Topson si avvicinò all’amico.

“Basil, sei sicuro di voler correre questo rischio? Noi, da soli, contro i topi di Rattigan? E se decidessero di rivoltarsi?”

“Oh, è ovvio che lo faranno.” Gli rispose l’Investigatopo, andando a sedersi in poltrona, lasciando il dottore allibito.

“Se è tanto ovvio, perché ci andiamo?” chiese, sedendosi di fronte a lui. Basil gli rivolse un sorrisetto.

“Perché, benché l’obiettivo finale sia lo stesso, Rattigan lotterà per vendicarsi di Moriarty e dei suoi. Facendo così, noi avremo una maggiore possibilità di liberare i Parlamentari nella confusione generale. E’ rischioso, lo so, ma probabilmente è la cosa migliore da fare.”

“E perché non potremmo intervenire in un secondo momento? Perché non potremmo lasciare che si scannino tra di loro e poi intervenire con l’aiuto di Scotland Yard?” chiese di nuovo Topson.

“Perché i Parlamentari costituiscono un ottimo punto di partenza per chiunque voglia mettere in atto il piano di Moriarty. Anche Rattigan si è accorto che è una bella idea e non esiterà a metterla in pratica se e quando riuscirà a battere il suo rivale. Un intervento secondario potrebbe rivelarsi tardivo.”

Il dottore cercò qualcosa per poter ribattere, ma alla fine si arrese: in effetti, Basil aveva ragione ed il suo piano poteva anche funzionare. Sospirando, fece un cenno di assenso. “D’acccordo. Suppongo che dovremmo andare a prepararci allora.” Disse, alzandosi in piedi.

L’investigatopo annuì. “Direi di sì. Vai avanti, io passo a salutare Brynna poi vengo a prepararmi.”

Topson lo salutò con un cenno del capo ed uscì, imitato poco dopo dall’amico che si diresse verso la stanza della sorella. Giunto davanti alla porta, bussò e, ricevuto il permesso per entrare, fece il suo ingresso. Brynna era seduta alla scrivania, presa da quella che sembrava una correzione di un copione teatrale. Le si avvicinò e si sedette sul letto.

“Allora è deciso, partite senza di me.” Disse lei, senza guardarlo.

“Ti prego, non diventare come Cornelia.” Le rispose lui.

“Ora non mi offendere Sherringford, non ce n’è bisogno” replicò lei, voltandosi e sorridendogli. “Lo capisco, so che sarei un peso per voi nelle mie condizioni. Volevo solo vedere come sarebbe andata a finire questa storia. Beh, suppongo che mi dovrò rassegnare.”

Lui ricambiò il sorriso e le prese le mani, sebbene l’improvvisa arrendevolezza della sorella lo sorprendesse.

“Sono felice che tu abbia compreso.” Le disse comunque. La sorella gli strinse le mani.

“Inoltre, stasera Selena, per consolarmi, ha detto che mi porterà ad una festa. Non temere, ci andrò con una parrucca e tanto trucco.” Gli disse, affrettandosi poi a tranquillizzarlo. “La notizia della mia scomparsa non si è diffusa, ma non voglio comunque dare nell’occhio con tutti questi lividi. Ho anche il sospetto che questa sia una scusa della mia cara amica per non darmi tempo di avere colpi di testa.”

Ah ecco, ora la riconosceva. Basil si trovò a ringraziare mentalmente la signora Ansmauser per aver trovato il modo di distrarre Brynna e di tenerla sotto controllo senza farle perdere la calma.

“Sono felice di sapere che sarai al sicuro. Divertiti, mi raccomando.”

Lei sbuffò.

“Sarà estremamente noioso, già lo so. Ad ogni modo, ho deciso di cogliere al volo quest’occasione per uscire di casa. Spero di non dovermene pentire. Ora vai però, ti devi ancora preparare. Stai attento, per favore.” Gli disse, baciandolo sulla fronte.

Lui le sorrise ed uscì dalla stanza, incontrando Selena sulla porta e quasi scontrandocisi. “Scusami. Vi lascio ai vostri preparativi, buona serata.” La salutò, prima di andare nella sua camera. La topolina lo guardò confusa, prima di avvicinarsi a Brynna, chiudendosi la porta alle spalle.

“Non gli hai detto dove stiamo andando?” le chiese, sedendosi sul letto.

“Gli ho detto che andavamo ad una festa, lui non ha voluto i dettagli ed io non glieli ho forniti.” Fu la risposta di Brynna, a cui seguì un sospiro da parte di Selena.

“Non sarà molto contento.”

“Suvvia, anche se non lo fosse, cosa mai potrebbe farmi?” le chiese l’altra, voltandosi verso di lei. “Inoltre non è detto che sia per forza di cose pericoloso. Quel ragno non ci tiene a farsi vedere in pubblico, sono certa che non ce lo troveremo davanti.”

“Me l’hai già detto e ti credo. Comunque mi sento più sicura sapendo che Tobias ha deciso di accompagnarci” le rispose l’amica, alzandosi ed andando all’armadio, aprendolo. “Allora, che colore scegli?”

“C’è qualcosa di nero?”

“Brynna, per l’amor del cielo, hai portato il lutto troppo a lungo.” Replicò la topolina, cercando tra gli abiti. “Inoltre, ora come ora, metterebbe in risalto il tuo fisico debilitato. Che ne dici di un bel bianco?”

“E rischiare di rovinarlo? No, che altri colori ci sono?”

Le due rimasero a discutere per un po’ sui dettagli di ciò che avrebbero indossato e a malapena si accorsero del fatto che la porta al piano inferiore si era aperta e richiusa per far uscire Basil, Topson e Rattigan.

FINE DEL CAPITOLO


 









 
 



 

 

 

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Basil l'Investigatopo / Vai alla pagina dell'autore: Bebbe5