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Autore: La Dame Blanche    13/02/2014    3 recensioni
Un flash dai pensieri di Hermione.
Scritta per il contest in pagina facebook di Pottermore Italia- Sala Grande
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'I'm a pottermaniac'
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Era bellissima. Nonostante tutto, era più bella che mai.

Era raggiante; il suo sorriso illuminava tutte le persone che la aspettavano trepidanti.

C’ero solo io, con lei, in quegli attimi eterni che solitamente precedono questi eventi, quegli attimi eterni che si dilatano fino a diventare anni interi.
Eravamo più vicine che mai: fisicamente, emotivamente, affettivamente; stava per diventare mia sorella ancora una volta, e non l’avevo mai amata quanto ora.

Quanto dolore, quanta forza, in lei.

Eravamo un po’ distanti dagli invitati, psicologicamente soltanto io e lei, in quel piazzale spruzzato di sole settembrino.

Si voltò verso di me, tenendo gli occhi bassi, forse timorosa, e mi chiese:

“Come sto, Hermione?”

Una domanda semplicissima, superficiale quasi, ma in questo caso bisognosa di una risposta profonda e dettagliata.
Prima  di parlare, mi presi del tempo per osservarla accuratamente, e darle un parere oggettivo.

La guardai per bene, la mia Ginny, la mia unica amica, la mia compagna, mia sorella.

I capelli rossi lisci sulle spalle, naturali e luminosi come lei; niente fiori, niente velo: solo lei, solo Ginny Weasley in quel vestito bianco e semplice.
Niente fronzoli, niente aggiunte, niente gioielli particolari: solo Ginevra, pura, integra e autentica, nonostante gli ultimi anni, come era sempre stata.

E oggi finalmente non era più la colonna nascosta, all’ombra; era la protagonista; era il suo giorno, c’erano solo lei e il suo incrollabile amore per Harry.

Le strinsi la mano, guardando il suo viso su cui, sotto la gioia e la serenità che esprimeva, si vedevano ancora i segni degli anni che erano passati dal nostro primo incontro: i segni del dolore che le aveva procurato l’ultima estate, i segni dello stress della caccia agli Horcrux, segni dell’ansia e preoccupazione per Harry, i segni della paura e della lucida concentrazione nelle lotte con l’Ordine; c’erano ancora i segni dell’insicurezza della Ginny bambina, invisibile agli occhi del bambino sopravvissuto.

Benedissi il cielo per avermi donato un’amica così, sempre leale, fiduciosa, disposta all’essere messa da parte e forte appunto per questo; non ha mai rinfacciato nulla, né i segreti, né la confidenza con Harry, nulla. Bella, magnifica Ginny.

“Sei bellissima. Sei tu”, le risposi, capendo che non sarebbe stato necessario altro.

“Accompagnami da mio padre allora, per favore. Devo raggiungere Harry all’altare”, disse ridendo di gioia.

E a quel punto mi guardò dritto in faccia, e io non potei impedirmi il solito brivido di schock, ormai naturale, nel vedere i suoi occhi bianco latte.
Ciechi, dal giorno della Battaglia di Hogwarts.
  
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