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Autore: Wholockedhead    14/02/2014    1 recensioni
Il verde profondo degli occhi di lei fu trafitto dall’intensa sfumatura di marrone di quelli di lui.
-Chi sei tu?!-
-Io sono Il Dottore.-
-Dottore, chi?-
-Dottore e basta.-
-Molto bene Dottore e Basta, io mi chiamo Esperia.-
-Esperia, bel nome…bella stella, ci sono passato vicino una volta, davvero magnifica. -
La ragazza lo guardò perplessa, sapeva che il suo nome era il nome di una stella ma cosa intendeva dire?
ATTENZIONE: se leggete questa storia dovete dimenticare tutto quello che è successo al Dottore dopo aver perso Donna ( la rigenerazione, Amy, Rory, Clara, River, ecc..)
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12:
 
“I need you like I need the air when I’m underwater.”
 
 
Esperia si ritrovò nel suo appartamento, seduta sulla sua poltrona, con ancora in mano il suo libro. Sentiva una morsa allo stomaco e la testa le girava vorticosamente. Che era successo? Non riusciva a ricordare. Ci volle qualche minuto prima di realizzare ciò che era appena accaduto. Lei e il Dottore avevano appena fatto in modo che l’invasione della terra non fosse mai avvenuta, e quindi lei non era mai uscita dal suo appartamento, non era stata aggredita e il Dottore non l’aveva soccorsa, il Dottore non era mai tornato da lei. Si toccò distrattamente il ciondolo che potava al collo e si ricordò quello che lui le aveva detto su quel gioiello. La stava tenendo d’occhio, sempre e comunque. Ma se lei si ricordava di quello che era successo, anche il Dottore avrebbe dovuto, perché non era lì con lei? Forse stava arrivando; sì stava arrivando. Se lo sentiva, il Dottore sarebbe tornato da lei e l’avrebbe portata con lui, nel TARDIS, in giro per lo spazio e per il tempo.
Questa volta non si sbagliava. Il Dottore si era trovato improvvisamente nel suo TARDIS e si ricordava tutto. Voleva tornare da Esperia, subito, voleva stringerla e voleva portarla con lui, per farle vedere le stelle.
 
Esperia si alzò dalla poltrona e andò a quello che restava della sua finestra. Prese il telone che copriva l’enorme buco della vetrata e lo strappò via per agevolare l’atterraggio del TARDIS. Si sporse un po’ per vedere se in lontananza nel cielo c’era per caso una cabina blu che fluttuava nella sua direzione. Ma da lì non arrivò proprio nulla. Invece dietro di lei, dopo qualche secondo,  si sentì un forte rumore, familiare, che riconobbe all’istante. Sul suo viso si dipinse un largo sorriso.
 
Il Dottore stava atterrando per la terza volta nel salotto della ragazza. Il TARDIS smise di tremare e il Dottore si sollevò. Mentre si dirigeva alla porta della cabina, si passò una mano tra i capelli per spettinarli di più di quanto non lo fossero già, e si sistemò la cravatta. Arrivò all’uscita e sollevando un angolo della bocca spalancò la porta:- Eccomi qui, mi stavi aspettando?!-
Nessuno rispose. Il salotto di Esperia era completamente vuoto, sulla sua poltroncina era ancora appoggiato il libro che stava leggendo, aperto a faccia in giù:- Esperia?- disse lui facendo scivolare il suo sguardo nel locale. Il Dottore fece qualche passo in avanti, non si accorse che dietro di lui qualcun altro si stava avvicinando velocemente a lui. Avvertì il pavimento scricchiolare alle sue spalle interrompendo il profondo silenzio che dominava l’ambiente. Si girò di scatto e tutto quello che vide fu una massa di bellissimi capelli color rame arrivargli addosso.
Esperia si era nascosta dietro al TARDIS appena l’aveva sentito arrivare e adesso era saltata addosso al Dottore, cogliendolo di sorpresa. Gli aveva gettato le braccia al collo e con un piccolo salto aveva intrappolato il busto del Dottore tra le sue gambe. Lui nonostante non se l’aspettasse, non fece fatica a sorreggerla e ricambiò l’abbraccio stringendola a sé. I due stavano ridendo insieme, ridevano spesso, al Dottore veniva così facile sorridere quando era con lei, era una ragazza così solare, la sua sola presenza sprigionava in lui un’ondata di vitalità. Esperia tornò con i piedi a terra, ma non per questo si sciolse da quel caldo abbraccio:- Sei stato fantastico Dottore!- gli sussurrò in un orecchio, lui spinse con le mani sui suoi fianchi, per farle fare un passo indietro in modo da poterla guardare negli occhi:- No Welsh! Tu, sei fantastica.- Le rispose. Si fissarono per qualche secondo, entrambi sorridenti, poi il Dottore la tirò di nuovo a sé. La ragazza mise il viso nell’incavo tra la sua spalla e il collo e si lasciò inondare dal suo dolce odore:- Esperia?-
-Sì?-
- Vorresti viaggiare con me, nel TARDIS?
La ragazza a quelle parole scoppiò di gioia, strinse ancora più forte il Dottore. Il suo cuore iniziò ad accelerare e a battere all’unisono con quelli del Dottore, gli occhi le si inumidirono e le si dipinse un sorriso in volto:- Si.- disse chiudendo gli occhi per assaporare a pieno quel momento. Anche il Dottore strinse più forte il fragile corpo della ragazza al suo, quasi avesse paura che da un momento all’altro avrebbe potuto scomparire. Dopo qualche secondo si staccarono e si presero per mano, il Dottore la guardò sorridente e la tirò con sé all’interno del TARDIS:-Allons-y, allora!!-
I due entrarono nella, Esperia non smise di guardarlo nemmeno un secondo, neanche quando dovette stacarsi da lei per infilarsi gli occhiali. Era bello anche con gli occhiali, sembrava molto più secchione, ma era sempre fottutamente bello:-Dove mi porti Dottore?- chiese lei  guardando lo schermo insieme a lui:- In un posto molto speciale…- rispose con un sorriso malizioso. In una manciata di secondi i due arrivarono a destinazione. Il Dottore alzò lo sguardo dal monitor e si tolse gli occhiali: Signorina- disse scherzosamente, porgendole la mano. Esperia accettò l’invito di buon grado e intrecciò le sue dita con quelle di lui e si lasciò guidare fuori dalla porta:- Dove siamo?-
-Abbi pazienza, è una cosa che ho sempre voluto fare, voglio sbalordirti.-
-Oh Dottore, l’hai già fatto. Ma questo non risponde alla mia domanda!- disse Esperia nervosa per l’estrema curiosità. Il Dottore fece finta di niente e proseguì verso l’uscita. Slacciò le sue dita da quelle di Esperia e posò le mani su entrambi le maniglie delle ante delle porta. Esperia era dietro di lui e non vedeva gran che, sovrastata dalla sua altezza. Il Signore del Tempo tirò velocemente le porte a sé e le spalancò. Si soffermò qualche secondo a guardare fuori e poi si scostò lasciando avvicinare Esperia. Il TARDIS stava fluttuando nello spazio profondo e da lì si poteva vedere un panorama mozzafiato: c’erano milioni di stelle in lontananza che da dove erano loro erano solo dei grossi puntini di luce che risplendevano su quella infinita distesa di vuoto. Alcune stelle erano più vicine altre più lontane ma erano tutte bellissime. In torno a loro passavano lentamente degli asteroidi incandescenti. La ragazza era estasiata e si guardava intorno, piena di meraviglia, con occhi grandi e spalancati. Sembrava una bambina appena entrata in un negozio di caramelle. Si sporse in fuori tenendosi con una mano saldamente al TARDIS:- Siediti non dovrebbe mancare molto.- disse gentilmente il Dottore. Esperia non era sicura di aver capito:- Come scusa? Non dovrebbe mancare molto a cosa?-
-All’arrivo della cosa per cui ti ho portato qui.-
-La cosa, cosa?-
-Lo scoprirai presto, ora siediti e goditi lo spettacolo.-
Esperia si soffermò un attimo su di lui e poi tornò a guardare l’immenso universo che lei, una ragazza qualunque, aveva a portata di mano. Perché era lì? Perché il Dottore l’aveva voluta con sé? Non era speciale, non era coraggiosa né intraprendente, era solo lei, era solo Esperia, una qualunque ragazza umana, ma una ragazza che aveva avuto la fortuna di viaggiare con lui:-Ancora pochi minuti, la vedi quella lucina la?-
Disse il Dottore puntando il dito contro una delle tante stelle, ma questa sembrava avvicinarsi a loro molto più velocemente delle altre:- Sì, la vedo.-
-Quella è una stella morta, o quasi, sta esaurendo tutta la sua energia, e poi si sarebbe dovuta  trasformare in un buco nero-
-Sarebbe dovuta?-
-Esatto, sta a vedere.-
-Come riusciamo a respirare?-
-E’ il TARDIS che ci protegge, è come racchiuso in una bolla che non lascia penetrare nulla di pericoloso.-
-E’ davvero fantastico!- Esclamò la ragazza sorridendo, con lo sguardo ancora perso nell’immensità dello spazio. Il Dottore la guardò con un sorriso tenero. Aveva sempre prediletto la specie umana, perché non finiva mai di stupirlo, e di stupirsi, ed Esperia era sempre così grata ed entusiasta di quello che le veniva concesso, che il Dottore non potè fare a meno di nutrire un pizzico di ammirazione per lei. Studiò il suo volto, i suoi lineamenti: gli occhi verdi profondi e maledettamente belli, quel nasino all’insù così buffo e le labbra perfette, no, lei era perfetta, e anche se il Dottore non voleva ammetterlo a sé stesso, quella ragazza gli piaceva, gli piaceva davvero, anche se era sbagliato, anche se era pericoloso e controverso, gli piaceva. La mano della ragazza era appoggiata per terra, estremamente vicine a quella del Dottore che con discrezione, prima la sfiorò, e poi quando Esperia diede segno di consenso intrecciarono le loro dita.
La stella morta stava fluttuando verso di loro, e ormai era molto vicina:-Dottore, dimmi solo che sai quello che stai facendo e io non farò più domande.-
-Tranquilla va tutto bene. Ecco guarda è quasi arrivata, preparati.-
La stella non era di grandi dimensioni, era larga appena più del TARDIS, e li stava venendo addosso. Era vicinissima ormai, appena a qualche metro di distanza. Esperia iniziò a preoccuparsi quando non vide accadere nulla ma proprio in quel momento successe una cosa meravigliosa. Giusto a un metro o poco più di fronte a loro, la stella si stava…polverizzando! Man mano che avanzava la sua superficie, veniva sgretolata in una leggerissima polvere argentata che entrò nella “bolla” del TARDIS  e aleggiando andò in contro ai due. Creava un effetto quasi magico. La ragazza, in preda alla meraviglia si sporse e protese le braccia in avanti. Una nuvola di quel materiale si diresse verso di lei. Le sue dita entrarono nella nube: era fredda, e appena stabilito il contatto un brivido le attraversò la schiena. Ormai quasi tutta la stella si era sgretolata e la polvere circondava il TARDIS, e aveva inondato i corpi dei due viaggiatori. Il Dottore si fece avvolgere dal fresco di quella nube, lo trovava rilassante, mentre Esperia ci stava giocherellando con le dita. La ragazza ridacchiava mentre passava veloci le mani in quella polvere, che le provocava un leggero pizzicorio alla mano. Con tutte le due mani ne spostò un po’ in faccia al Dottore che avverti un lieve solletico e scoppiò a ridere. Quello strabiliante effetto durò ancora una manciata di minuti, poi svanì. Esperia era dispiaciuta, ma restava ancora lo splendido panorama da ammirare. Il Dottore aveva le mani salde sul bordo della cabina blu e le gambe a penzoloni, esattamente come la ragazza. Lei stava ancora ammirando le meraviglie che l’universo le stava mostrando mentre lui, non poteva fare a meno di guardarla affascinato mentre lei sfoggiava il suo bellissimo sorriso: quello si che era un panorama spettacolare. Esperia dopo qualche minuto si accorse che il Dottore la stava fissando, e il suo cuore iniziò a galoppare. Le sue gote si colorarono di rosso e il respiro le si fece pesante. Si girò lentamente, prima con lo sguardo basso, ma poi i suoi occhi cercarono quelli del Dottore, che erano già fissi su di lei pronti ad accoglierla. I loro sguardi si incatenarono, e a quel punto anche i due cuori del Dottore iniziarono a tamburellargli nel petto:-Perché guardi me? Non dovresti ammirare il paesaggio?- chiese la ragazza in un sussurro, con voce tremolante:-Cosa può interessarmi di una manciata di stelle, quando ho davanti i tuoi occhi?-
L’aveva detto davvero?! Non pensava di riuscire a dirlo ad alta voce, invece l‘aveva fatto. I suoi occhi rimasero fissi su quelli di Esperia che stava perdendo il controllo delle sue azioni. Il suo cuore aveva perso un battito, o forse 10, quando aveva sentito il Dottore pronunciare quella frase. Nessuno le aveva mai detto niente di simile, nessuno l’aveva mai guardata in quel modo. Il suo cervello si mise in pausa, voleva concentrarsi solo sugli occhi del Dottore in quel momento. Avrebbe voluto prendere quel momento e intrappolarlo in una palla di vetro. Il Dottore si sentì mancare il fiato, cosa stava per succedere? Esperia con un movimento impercettibile si chinò in avanti, molto lentamente, si bloccò di colpo aspettando di vedere se il Dottore faceva lo stesso, e così fu. I due si avvicinarono e si ritrovarono a distanza di pochissimi centimetri. La ragazza poteva gia percepire il profumo del Dottore sfiorarle il volto. Lui sollevò una mano e le accarezzò la guancia. Le loro fronti erano attaccate e le loro labbra pericolosamente vicine. Esperia mise la sua mano su quella del Dottore che ancora era appoggiata al suo viso. Rimase immobile con gli occhi fissi nei suoi. Il Dottore abbasso lo sguardo sulla sua dolce bocca e sentì dentro di sé accendersi il desiderio di portarle a toccare le sue. Quel desiderio ardeva come una fiamma in mezzo al suo petto, non poteva più resistere. Esperia stava impazzendo, dentro di sé sentiva il sangue ribollire. Rimasero immobili così, ancora per qualche secondo, poi fu lui a muoversi e in un secondo, annullò la distanza tra le loro labbra, e finalmente la baciò, ponendo fine all’incendio che stava divampando all’interno del suo torace. Fu un bacio breve ma pieno di passione, le loro labbra si intrappolarono tra loro e non si staccarono per qualche secondo. Esperia riaprì gli occhi e riuscì a realizzare solo in quel momento ciò che era accaduto. Rimase con la bocca semi aperta e anche il Dottore sembrava un po’ stupito:- Io…- provò a dire ma Esperia non lo lasciò continuare:- No, senti va bene così.- disse scuotendo la testa e abbassando lo sguardo. Il Dottore non aggiunse altro. Moriva dalla voglia di baciarla ancora, di stabiloire di nuovo quel contatto, di averla per un altro singolo istante, ma sapeva anche che era sbagliato. Si alzarono in silenzio e rientrarono nel TARDIS, Esperia era davanti al Dottore, che era rimasto indietro per chiedere le porte. La ragazza voleva dire qualcosa, voleva spezzare quell’imbarazzante e doloroso silenzio. Si girò di scatto cercando di introdurre una frase, ma ancora una volta si ritrovò troppo vicino al Dottore, che non si era accorta, stesse camminando subito dietro di lei. I due ci ricascarono, non riuscendo a trattenersi e questa volta il bacio si fece più intenso e profondo. Il Dottore le mise le mani sui fianchi e la tirò a se, mentre Esperia gli avvolse le braccia intorno al collo e ricambiava al bacio con estrema passione.  Il Dottore ebbe un attimo di lucidità e l’allontano bruscamente da lui. Esperia si irrigidì e gli rifilo uno sguardo bieco ma lui non la stava guardando, aveva gli occhi fissi per terra e si passava una mano nei capelli: Questo è sbagliato,è sbagliato noi non…- Esperia lo interruppe ancora una volta:
- Dottore, guardami.-
Lui anzò gli occhi e fu intrappolato dalle sue iridi color smeraldo che lo guardavano serie, impassibili:- Dottore…- disse dolcemente facendo un passo avanti verso di lui:- Non mi interessa- lo afferrò bruscamente per il bavero della giacca e catturò nuovamente le sue dolci labbra. Il Dottore non oppose resistenza e continuò a baciarla con vigore, le posò una mano sulla coscia per invitarla a saltargli in braccio, lei non esitò e attorcigliò le gambe attorno al suo corpo caldo. Lui senza fatica, si sposto verso la console e la fece sedere lì sopra mentre le sue mani vagavano sotto il maglione alla ricerca del gancetto del reggiseno. Lei intanto stava sbottonando la giacca e la camicia. Il Dottore le sfilò il maglione, interrompendo per un secondo quel bacio appassionato. Esperia aveva le mani sul petto muscoloso del Dottore e le fece scivolare dietro le sue spalle abbassando lentamente gli indumenti. Lei era rimasta con una canottiera larga e con i jeans mentre a lui restavano solo i pantaloni. La prese in braccio di nuovo e la portò su per le scale mentre lei gli baciava il collo, provocandoli dei leggeri brividi.  Raggiunsero la camera da letto e quando Esperia fu sul morbido materasso smisero di baciarsi e si guardarono negli occhi. La ragazza cercò di prendere fiato mentre il Dottore, senza smettere di guardarla con ardente desiderio le slacciava i jeans scuri. Fu questione di secondi e i pantaloni finirono sul pavimento. il Dottore si chinò suo di lei per toglierle anche la canottiera e le baciò il collo tenermene. I brividi la assalirono quando all’interno di quei baci si insinuò una punta di lingua. Esperia sentiva il calore del corpo nudo del Dottore scontrarsi con il suo, e quella sensazione le diede sicurezza. Fece scivolare le mani sulla schiena del Dottore, poi raggiunse l’allacciatura dei suoi pantaloni e la aprì. Anche i pantaloni del Dottore finirono presto per terra, accanto ai jeans di Esperia. Lui le sciolse i capelli, facendoli cadere morbidi sul cuscino. In quel momento la guardò e fu incantato dalla perfezione del suo volto e dalla delicatezza delle sue forme perfette. Si baciarono ancora, un bacio lieve e delicato ma carico di sentimento. Esperia sentì il tocco di lui scivolarle sulla spalla e sul braccio. Le sue dita corsero poi fino alla pancia e si soffermarono a disegnare delicate sulla sua pelle bianca, prima di scendere ulteriormente.  La ragazza non potè fare a meno di mordere le labbra del suo compagno quando sentì una mano far scivolare via i suoi slip neri. Le dita del Dottore giocherellarono tra le sue gambe. Esperia si fece  sfuggire un leggero gemito quando le sentì entrare in lei. La ragazza infine tolse i boxer al Dottore e i due non ebbero più barbiere a frenare il loro desiderio. Il Dottore prese i fianchi della ragazza, non poteva più trattenersi, la desiderava, desiderava lei, il suo splendido corpo e le sue morbide labbra. Esperia aveva le mani aggrappate alle spalle del Dottore e il suo cuore ormai aveva smesso di battere del tutto. Aveva fatto l’amore molte volte prima di allora, ma non aveva mai provato quelle sensazioni. Il calore che il Dottore riusciva a trasmetterle era speciale, confortante. Da quando i loro occhi si erano incontrati la prima volta non era passato un solo giorno in cui non avesse ci pensato, e adesso era li stretta a lui, non avrebbe voluto essere da nessun’altra parte. Il Dottore fece scivolare una mano sulla sua coscia, la ragazza divaricò leggermente le gambe, e il Dottore non ebbe più niente a trattenerlo. Esperia strinse più forte le spalle del Dottore quando senti il suo intimo, spingere insistente tra le sue gambe, e quando inisme, raggiunsero il piacere, anche lui si fece sfuggire un gemito, mentre Esperia ansimava sotto di lui. Quella notte -o quel giorno, comunque fosse-, si amarono più di una volta, quando infine risero insieme, increduli dell’accaduto, si strinsero l’uno all’altra e si lasciarono trasportare dal sonno.
 
 



Bungiorno a tutti my dears!! BUON SAN VALENTINO!! Avete visto? ho deciso di pubblicare qualcosa di tenero per l'occasione, spero vi sia piaciuto!! Fatemi sapere, baci  e tanto amore<3<3
 
  
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