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Autore: lilyhachi    14/02/2014    4 recensioni
(AU; Storybrooke; highschool; Peter Pan/Wendy Darling)
Se Peter e Wendy fossero due liceali che si ritrovano a Storybrooke alle prese con la vita di tutti i giorni e con le loro "controparti"? Da questa domanda, che mi sono posta spesso durante la terza stagione, è nata un'idea abbastanza strana che mi ha spinta a dare vita a questa storia. Spero che vi piaccia e buona lettura.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan, Wendy, Darling
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dimenticali, Wendy. Dimenticali tutti.'
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III

Your voice

 
“And I've been thinking lots about your mouth a conversation superseded by the way he talks.
I'd be an anchor but I'm scared you'd drown. It's safer on the ground.
Why you talk so loud? Why you talk so?”
(The 1975 - Talk)

 
Un campanello fastidioso.
Un martello pneumatico.
Un ronzio continuo.
Un suono odioso e disarmante che si ripeteva una, due, tre volte di seguito senza mai interrompersi, neanche per farle riprendere fiato. Quello era il modo in cui Maggie percepiva la voce di Jeremy Barrie, come qualcosa che doveva essere assolutamente interrotta perché troppo irritante per l’udito umano e soprattutto per il suo, che sembrava tollerarlo davvero poco.
“Ehi, Banning!”, la chiamò di nuovo lui, ghignando. “Te ne vai sul più bello?”.
Maggie, come se la sua voce l'avesse colpita alla schiena, si voltò, sfoggiando il sorriso più falso del suo repertorio e scese due scalini, osservando il ragazzo a poca distanza da lei.
“Sai, assistere ai tuoi amplessi sportivi non è una mia priorità”, rispose lei, acida.
“Mentre comportarti da bisbetica è tra le tue priorità, immagino”, constatò Jeremy, mentre qualcun altro, che Maggie avrebbe definito come il suo cane da compagnia, li ascoltava.
“Sicuramente, come lo è il tuo essere malauguratamente deficiente”, sentenziò Maggie, incrociando la braccia al petto e senza lasciarsi scalfire in alcun modo.
Il ragazzo arricciò le labbra in un sorriso e, notando il coach che si avvicinava, riprese il suo allenamento, mentre Maggie girava i tacchi e si allontanava, vittoriosa, insieme a Paige.
Jeremy, dopo aver ottenuto la sua dose quotidiana di soddisfazioni, sufficienti a fargli arrivare l'autostima a mille, tornò a concentrarsi sull'allenamento, tentando di ignorare quelle capre belanti che agitavano stupidi pompon nella sua direzione.
Rivolse loro un finto sorrisetto soddisfatto e gettò un ultimo sguardo verso la figura snella della Banning che si allontanava.
“Non so perché ma sembrate una coppia sposata”, dichiarò Paige, rischiando quasi di farla inciampare e portandola ad esibire l’espressione più confusa del mondo.
“Sei impazzita per caso?”, la rimbeccò Maggie, spaventando l’amica che, notando tutta quella rabbia, ebbe modo di avvalorare ancora di più la sua tesi su quei due.
Paige non disse nulla e si limitò a nascondere un ghigno, impedendo all’altra di vederla. Intanto, Maggie udì ancora una volta la voce di Jeremy da lontano che urlava qualcosa ai suoi compagni e un moto di fastidio le percorse tutta la schiena.
Un unico pensiero riuscì a sollevarla: tra un paio d’ore la sua voce sarebbe stata solo un vago ricordo, perché fra le mura di casa sua, Jeremy non poteva perseguitarla…o almeno così pensava.
 
Il martello pneumatico che aveva il volto pallido di Jeremy riprese a trapassarle il cervello durante l’ora di biologia, e per un momento osservò il quaderno, desiderando di lanciarglielo.
Non le importava che Jeremy le stesse dando ragione, era troppo abituata a sentire quella voce che le rivolgeva insulti e quando aveva realizzando che la stava appoggiando, quasi sbiancò.
“Mi perdoni, professor Watson”, cominciò con la sua voce pacata e quasi suadente, troppo educata e gentile per essere vera. “Banning non ha tutti i torti, non le sembra troppo assegnarci una relazione che dovrebbe richiedere almeno due giorni per essere consegnata?".
Il professor Watson, uomo ben poco accondiscendente, e con la tendenza maniacale a perseguitare i suoi studenti, anche quelli più bravi, lo osservò con un’espressione troppo serena che probabilmente nascondeva la peggiore delle condanne a morte.
“Hai ragione, Barrie”, disse con la sua voce pronta ad assestare il colpo di grazia. “Forse in due si lavora meglio, quindi vi dividerete in gruppi da due e consegnerete la relazione per domani”.
Maggie tirò un sospiro di sollievo e si voltò verso Paige che le rivolse un sorriso.
Per un attimo, aveva davvero temuto il peggio che, in realtà, stava per manifestarsi a momenti.
“Ma è San Valentino!”, protestò Chris con voce troppo alta per non essere udita.
“Sono desolato, signor Andersen ma stasera non potrà conquistare il cuore di alcuna donzella” aggiunse l’uomo, dirigendosi verso la cattedra. “Ah e poi…le coppie vanno in ordine alfabetico”.
Il peggio era arrivato, come il suono di un martello pneumatico abbinato ad un fischio continuo che non ne voleva sapere di fermarsi e al suono della campanella all’uscita da scuola, perchè Maggie sapeva con chi avrebbe fatto coppia.
Prese coraggio e si voltò verso Jeremy, rivolgendogli uno sguardo di fuoco, mentre il ragazzo si rigirava la penna fra le mani.
“Sembra che dovrai sopportarmi”, disse, piegando il capo. “Ringrazia il tuo cognome”.
 
“Accogliente”, esclamò, chiudendosi la porta alle spalle e portando Maggie a fulminarlo con lo sguardo, come se quell’affermazione non fosse altro che un’altra delle sue prese in giro in stile Barrie.
“Mi spiace, ma dovrai accontentarti della mia modesta e umile casa”, berciò lei, facendogli segno di seguirla.
Sospirò affranta al pensiero di dover trascorrere il pomeriggio insieme a quella piaga di ragazzo. Forse stava esagerando, Jeremy non era mica il lupo cattivo pronto a sbranarla all’interno della sua stessa casa? Per fortuna, ci sarebbe stato anche suo fratello. Improvvisamente, proprio suo fratello John uscì in fretta a fuori dalla sua stanza, finendole quasi addosso e Maggie pregò che non stesse per uscire.
“John!”, disse con un largo sorriso che lasciò sconcertato suo fratello. “Vai in salotto?”.
“Veramente sto uscendo”, rispose lui, passandosi una mano dietro la nuca.
“E dove vai?”, domandò Maggie, sgranando gli occhi come spaventata.
“Beh…è San Valentino”, sussurrò il ragazzo, aggiustandosi gli occhiali. “Mi vedo con Julia”.
“Oh”, esalò la ragazza, ancora affranta al pensiero di essere chiusa in casa con la persona che odiava di più al mondo proprio il giorno di San Valentino, per di più da sola. Non che avesse programmi, ma di sicuro non avrebbe sperato di passare la serata con Jeremy.
John le rivolse un sorriso confortante e fece un cenno di saluto a Jeremy per poi precipitarsi al piano inferiore e uscire, pronto a trascorrere la sua serata romantica. Il sospiro pesante di Maggie non sfuggì al ragazzo che emise una leggera risatina.
“Avevi altri piani?”, domandò, seguendo la ragazza nella sua stanza e prendendo posto.
“Non sono affari che ti riguardano”, dichiarò con fermezza e aprendo il libro di biologia. “Mi dispiace che tu non possa realizzare i tuoi".
“Chi ti dice che io avessi qualche piano?”, chiese senza staccare gli occhi da lei.
Il fatto che fosse il ragazzo più ambito del liceo, che facesse strage di cuori e che avesse un ego di dimensioni sconfinate che dominava l’intera scuola. Ecco cosa glielo diceva, e per di più a gran voce.
“Me lo dice il tuo nome”, continuò a sfogliare le pagine del libro senza leggere davvero neanche una di tutte le frasi che vi erano scritte e armeggiando con la biro nell’altra mano, fingendo indifferenza.
“Non dovresti giudicare un libro dalla copertina”, Jeremy aveva poggiato i gomiti sulla scrivania e si era leggermente sporto verso di lei, nonostante vi fosse un intero piano a dividerli, sembrava decisamente troppo vicino…così vicino da impaurirla e metterle soggezione.
Non poteva stare zitto, almeno per cinque minuti?
Jeremy parlava. Jeremy parlava troppo e in continuazione.
Jeremy parlava in maniera articolata e come se stesse facendo un dibattito.
Jeremy parlava quasi per dispetto e lei non riusciva a tollerarlo.
Voleva solo che chiudesse la bocca e smettere di tentare in ogni modo di farla cedere, come se quella che stavano portando avanti non fosse una conversazione ma una partita a scacchi. Ogni frase che Jeremy pronunciava sembrava nascondere uno scacco matto.
“Puoi stare un po’ in silenzio?”, Maggie non si era accorta del tono quasi esasperato e stanco con cui aveva posto quella domanda.
Jeremy non rispose e, sorridendo, prese il suo zaino, afferrando i libri al suo interno, mentre Maggie si rilassava leggermente sulla sedia. Forse aveva deciso finalmente di mettersi a studiare.
La ragazza chinò nuovamente la testa sul libro ma qualcosa invase il suo campo visivo. Alzò un sopracciglio, notando un cioccolatino proprio dinanzi a lei e portò lo sguardo su Jeremy che la osservava, cercando di percepire anche il minimo cambiamento nel suo volto.
“Questo cosa sarebbe?”, domandò con una nota di scetticismo nella voce.
“Ho pensato di addolcire la mia presenza in qualche modo”, le sue dita tamburellavano leggermente la scrivania mentre un secondo cioccolatino era accanto al suo quaderno.
“Sei serio?”, Maggie dovette trattenere una risata divertita, nonostante quel gesto avesse smosso qualcosa dentro di lei, provocandole una strana sensazione allo stomaco. Sperò fosse solo fame.
Jeremy scrollò le spalle, incitandola a scartare quel cioccolatino preso per chissà quale motivo.
“Se lo mangio, prometti di stare zitto?”, assottigliò lo sguardo, con aria di sfida.
“Posso provarci”, il tono della sua voce era più basso, quasi un sussurro.
Jeremy incastrò gli occhi nei suoi, sollevando gli angoli delle labbra in un sorriso e Maggie fu costretta a distogliere lo sguardo per non lasciarsi distrarre, scartando il suo cioccolatino. Il ragazzo fece lo stesso e lo mangiò subito, provocando un moto di disgusto in Maggie che lo osservava, scuotendo la testa in segno di dissenso. Jeremy prese fra le mani il bigliettino contenuto nella confezione e lo osservò con espressione curiosa mentre mandava giù il cioccolatino.
“Gli amici non sono né molti né pochi ma in numero sufficiente”, lesse con una smorfia perplessa che rasentava il ridicolo, visto quanto fosse strano vederlo con quella faccia. “Ma che idiozia!”.
Maggie sorrise leggermente, continuando a scuotere la testa.
“Il tuo cosa dice?”, continuò Jeremy, incrociando le braccia al petto.
“Avevamo detto che saresti stato zitto”, lo rimproverò Maggie con uno sguardo agghiacciante.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa e fece segno di chiudersi la bocca, mentre Maggie portava l’attenzione sul suo bigliettino, che lesse nella sua mente per poi sollevare lo sguardo su Jeremy, che la guardava in attesa, ma senza la minima intenzione di leggere ad alta voce.
“Un’idiozia simile alla tua”, dichiarò, accartocciando il biglietto con fare naturale.
Jeremy non disse nulla, beandosi di quel silenzio, e notando il cambiamento nella sua voce e, cosa più evidente, nel suo viso leggermente turbato. Decise di lasciar correre, per quella volta.
Maggie riprese a concentrarsi sul suo dovere, allontanando il più possibile quella frase, e facendo caso allo strano silenzio accondiscendente in cui entrambi avevano deciso di chiudersi.
"Fra i rumori della folla ce ne stiamo noi due felici di essere insieme, parlando poco, forse nemmeno una parola". (1)
 
 
Angolo dell’autrice
 

  • (1) questa è la frase che è capitata a Maggie, scritta da Walt Whitman.

 
Non sono morta, avevo solo perso ispirazione e voglia di scrivere ma oggi, strano ma vero, sono riuscita a buttar giù qualcosa e spero che vi sia piaciuta questa flash un po’ in tema San Valentino. Vi sembra sdolcinata? Non so perché, mi da questa sensazione. Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento anche piccino piccino e ringrazio come sempre tutte le persone che seguono questa storia. Se ci sono strafalcioni, vi invito a farmelo presente, poiché è scritta di getto.
Non credo ci sia molto da aggiungere, ci tengo solo a scusarmi per il ritardo con cui ho aggiornato, quindi vi chiedo immensamente perdono e vi auguro buon San Valentino <3
Alla prossima, un abbraccio :)

   
 
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