Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    14/02/2014    9 recensioni
Gli avvenimenti di Arendelle dopo il lieto fine trovato al termine della storia che tutti conosciamo.
Tanti fatti simpatici e avventurosi stanno per arrivare! Un matrimonio, la simpatia di Anna, la "freschezza" di Elsa, il simpatico Olaf, l'impacciato Kristoff, Jack Frost, chi lo sa magari anche un bambino e tanti tanti nuovi personaggi.
Un crossover interessante per chi ama le favole, ma... non è tutto rose e fiori: qualcosa succederà alla nostra amata Anna...e non solo...
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Elsa era seduta alla scrivania nel suo studio.
Le dita delle mani si intrecciavano tra loro, i capelli platino sui quali troneggiava una corona regale erano raccolti in una treccia che ricadeva sulla spalla sinistra e gli occhi, di un celeste brillante, mostravano i segni di una stanchezza dovuta alle udienze che già dalla prima mattina, Elsa concedeva ad alleati commerciali e sudditi.
L’ultimo suddito fece un profondo inchino alla regina e uscì dallo studio.
Elsa si lasciò sprofondare sulla poltrona, sospirò e chiuse gli occhi cercando di rilassarsi per qualche minuto prima di immergersi di nuovo nel commercio e nei problemi di Arandelle.
Improvvisamente la finestra si spalancò ed Elsa aprì gli occhi spaventata per l’improvvisa folata di vento che aveva interrotto il suo corto riposo dagli impegni di palazzo.
Si guardò intorno e notò, in fondo alla stanza, Jack Frost appoggiato al muro con le braccia incrociate.
“ Buon pomeriggio Elsa” disse il ragazzo con il suo solito sorriso giocoso.
“ Come ti permetti ad entrare qui, senza il mio permesso?” chiese la regina balzando in piedi infuriata per la maleducazione di quel giovane.
“ Molto semplicemente ti devo parlare”
“ Se vuoi parlare con me, devi chiedere un’udienza ed io deciderei se accettarla o no!” disse la regina guardando torva il ragazzo.
“ E’ da circa un mese che io ti osservo dalla finestra e tu non mi permetti di entrare! Non accetteresti mai un’udienza con me, dimentichi anche che sono invisibile alle altre persone. Perché continui a respingermi Elsa?” chiese il ragazzo staccandosi dal muro.
“ Perché io non ti conosco! Avrai pure i miei stessi poteri, ma sei un ragazzino maleducato che pensa solo a divertirsi e che dice di essere stato il mio custode per tutta la vita! Io non ti credo! Sono una regina e ho delle priorità. Un sovrano non può permettersi di credere a queste sciocchezze e tu mi stai infastidendo. Io non ti conosco e non sei mai stato il mio protettore, quindi vattene, ho dei doveri di cui occuparmi” ribatté seccata la sovrana.
“ Io ti sono sempre stato accanto Elsa! E ho sempre aspettato questo momento per poterti veramente parlare! Tu credi che io non ti sia stato vicino, invece ho qui le prove.” e detto questo, il giovane si avvicinò ad Elsa e le porse una strana scatoletta rettangolare.
“ E questa cos’è? Uno dei tuoi giochi?” chiese infastidita la regina mettendo le mani dietro la schiena, evitando così di prendere in mano la scatola.
“ Questi sono i tuoi dentini e ti mostreranno il tuo passato. Ora riesci a vedermi e sarai in grado di notare che io sono stato presente in ogni momento del tuo passato, quindi avrai la certezza che ti sono sempre stato vicino” spiegò Jack porgendole la scatola.
“ Dei denti? Mi stai dando dei denti? Io non voglio neanche rivedere il mio passato! E non ho tempo da perdere con queste sciocchezze!” affermò Elsa.
“ Beh la scatola la devi tenere tu e spero che la guardi prima o poi perché nei hai bisogno. Vostra Maestà, me ne vado come lei mi ha chiesto e spero che lei, riguardando questi ricordi, torni ad essere la ragazza buona che era prima”
Jack s’inchinò alla regina, appoggiò la scatoletta sulla scrivania della regina e si lanciò fuori dalla finestra facendosi trasportare dalle correnti del vento.
Elsa rimase immobile ancora piena di rabbia per l’avvenimento e presa da un’ira improvvisa, afferrò la scatoletta e la scaraventò contro il muro e, dimenticandosi di essa, permise di entrare a due ambasciatori tuffandosi, così, in questioni economiche e sociali, cercando di scacciare dai suoi pensieri il giovane ragazzo del ghiaccio.

Finalmente la sera arrivò ed Elsa poteva riposarsi.
Prima di alzarsi e recarsi nella sua camera da letto, rimase in silenzio ad osservare le carte che cospargevano la sua scrivania, poi si rese conto che qualcosa in fondo alla stanza stava brillando.
La regina, curiosa si alzò, raggiunse la luce, s’inginocchiò e si rese conto che era la scatoletta di Jack a brillare. Elsa, notando che era solo la scatoletta, decise di alzarsi e lasciarla li, per sempre a prendere polvere, ma qualcosa attirò la sua attenzione.
Su quella scatola era dipinto il volto di una bambina di circa otto anni con i capelli bianchi e gli occhi celesti e sopra l’immagine era inciso nel legno il nome: “ Elsa”
La regina prese in mano l’aggeggio lo scrutò e si ritrovò davanti tutto il suo passato.




“ Elsa” la piccola Anna quella notte non voleva proprio dormire così si arrampicò sul letto della sorella ed iniziò a scuoterla.
“ Anna, torna a dormire!” borbottò la sorella di otto anni tenendo gli occhi chiusi.
“ Non ci riesco! Si è svegliato il cielo e anche io sono sveglia, quindi dobbiamo giocare!” spiegò la principessina appoggiando la sua testa contro quella della sorella.
“ Vai a giocare da sola!” rispose Elsa spingendo giù dal letto Anna cercando di riappropriarsi del suo letto e del suo sonno.
La piccola di cinque anni sbuffò, poi le venne una semplice e dolce idea. Si arrampicò di nuovo sul letto della sorella, la scosse leggermente e chiese con voce allegra:
“ Facciamo un pupazzo di neve?”
Elsa spalancò gli occhi e un sorriso comparve sul suo viso. Si scostò le coperte di dosso e si fece trascinare fuori dalla porta dalla sorellina che aveva iniziato a saltare e a ridere di gioia.
Dietro di loro, un ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi azzurri, le stava osservando e ridendo le seguì fino al salone in cui le bambine giocavano spesso.
Jack Frost si appoggiò contro il muro e guardò le sorelline giocare.
Era incredibile come le bambine fossero allegre ed unite!
Amava vederle divertirsi insieme, perché Elsa aveva bisogno di lasciarsi andare un po’ e solo Anna riusciva a sciogliere le paure della sorella maggiore.
Le guardò pattinare, giocare con Olaf, lanciarsi palle di neve, scivolare sul ghiaccio, abbracciarsi e poi vide Anna saltare su cumuli di neve che Elsa creava, ma questi cumuli erano sempre più alti e la bambina di cinque anni saltava sempre più velocemente. Dovevano fermarsi!
“ No! Smettetela! Prima o poi cadrà!” Jack fece in tempo solo a dire questo, perché vide Elsa scivolare e colpire per sbaglio, Anna alla testa con un getto di ghiaccio.
La piccola aveva perso i sensi e stava cadendo nel vuoto.
Jack scattò e il massimo che riuscì a fare, fu creare un mucchietto di neve che attutì la caduta della bambina.
Lo spirito della neve si precipitò dalla principessina priva di sensi e s’inginocchiò ai suoi piedi.
Anche Elsa fece la stessa cosa. Corse dalla sorellina e la prese tra le sue piccole braccia cercando di proteggerla e riscaldarla.
“ Madre! Padre!” chiamò la bambina dai capelli bianchi stringendo a sé la sorellina.
“ Elsa! Che cosa hai fatto? Non lo domini più!” i sovrani erano appena entrati nel salone e si precipitarono dalle figlie, spaventati e preoccupati vedendo l’intero salone ricoperto dal ghiaccio.
“ Non è colpa sua!” esclamò Jack cercando di difendere Elsa.
“ E’ stato un incidente!” cercò di spiegare la principessa lasciando che la madre prendesse Anna in braccio.
“ E’ fredda come il ghiaccio!” disse spaventata la madre appoggiando una guancia contro la fronte della sua bambina dai capelli fulvi.
“ So dove dobbiamo andare”
 
 
Subito dopo quella frase, una strana nebbia azzurra nascose quel bruttissimo incidente e fece spazio ad un nuovo ricordo, forse ancora più doloroso del precedente.
“ Elsa”
La voce della ragazza di quindici anni risuonava triste e spezzata e una mano accarezzava la porta della sorella sperando che, quella volta le avrebbe aperto sicuramente.
Dall’altra parte della porta, una giovane di diciotto anni era accovacciata per terra divorata dal dolore e dalla paura, lei e la sorella avevano appena perso i genitori ed erano disorientate e ancora più sole.
“ Prima eri sempre accanto a me. Vorrei capire, perché, proprio tu, non vuoi avermi più insieme a te!”
Le parole di Anna colpirono con pugnale invisibile il cuore di Elsa.
La sorella maggiore amava Anna, ma non poteva vederla!
Non poteva toccarla, abbracciarla e confortarla perché, più cresceva più diventava pericolosa, ma non poteva lasciare li la sorellina a piangere!
“ Ed ora che faremo? Siamo sole ormai! Quale conforto avrò?!” dalla voce della sorella, Elsa intuì che Anna stava piangendo.
 Aveva solo quindici anni e non aveva più nessuno! Prima c’erano i loro genitori, ma ora? Elsa sentiva che doveva aprire la porta e confortarla, Anna era l’unica persona che le interessava e la stava lasciando lì fuori a morire nel dolore, a chiedersi perché sua sorella fosse così cattiva e perché la odiasse.
Elsa lo voleva fare! Voleva alzarsi ed aprirle, ma non ce la faceva.
Provò a mettersi in piedi, ma sprofondò ancora a terra ed appoggiò la mano contro la porta, poi sentì i passi di Anna allontanarsi e lei era di nuovo sola.
 
Elsa non la vedeva, ma la mano di un ragazzo era appoggiata sulla sua spalla, non era sola perché Jack Frost era con lei.
“ Avanti Elsa, non tenere dentro tutto! Non devi lasciare che i tuoi sentimenti ti divorino! Tua sorella un giorno capirà e anche questo momento passerà, io sono qui con te e non ti lascerò mai! Ho promesso che ti avrei protetta e ti starò accanto tutta la vita.”
Elsa non sentì le parole del ragazzo, ma come lui aveva detto, si lasciò andare e si liberò da tutta la rabbia e le paure che la schiacciavano, singhiozzando e lasciando che la sua camera si coprisse di ghiaccio e di neve. Non le importava. Non avrebbe più tenuto dentro niente quel giorno.
 
 
 
 
Elsa lasciò cadere dalle mani la scatola dei dentini e rimase immobile, scioccata, per aver rivisto quei ricordi.
Non sarebbe riuscita a vedere altri ricordi perché la facevano stare male.
 Rivedere il dolore del suo passato la opprimeva, però osservare quei due ricordi le era servito, perché Jack aveva ragione.
Il ragazzo del ghiaccio era sempre stato con lei e non l’aveva mai lasciata per ben ventidue anni, non era uno sconosciuto! Era un angelo che la proteggeva dalla nascita e non si è mai stancato di restare li, accanto a lei, anche se nessuno lo vedeva.
Ora si sentiva una stupida per averlo trattato così poche ore prima, quel ragazzo le voleva veramente bene!
Elsa continuava a pensare queste cose, quando qualcuno bussò alla sua porta.
La regina nascose la scatoletta dietro una tenda e permise di entrare alla persona che aveva bussato.
“ Elsa” chiamò Anna varcando la soglia.
La regina le si avvicinò e cercò di nascondere la sua agitazione e il suo stupore per quello che era successo in un sorriso.
“ Ciao Anna, cosa ci fai qui? E’ tardi e…”
“ Lo so, scusa, ma dovevo venire. Stai bene? Oggi non ti sei fatta vedere a cena” spiegò la ragazza che nascondeva una certa delusione e tristezza nella sua voce.
“ Scusa, ma ho avuto tante cose da fare e non sono riuscita a venire. Sto bene non preoccuparti.”
“ Ah o-ok” concluse la rossa abbassando lo sguardo.
“ E tu? Sei sicura di stare bene?” chiese Elsa, notando lo strano comportamento della sorella.
“ Chi io? Puff certo che sto bene! Io sto sempre alla grande!” esclamò Anna alzando lo sguardo cercando di evitare di guardare la sorella negli occhi, perché sapeva di non essere brava a dire le bugie.
Elsa alzò un sopracciglio.
“ Non sono proprio così brava a fingere, eh?” constatò Anna incrociando le braccia.
“ Cosa è successo?” chiese Elsa facendo sedere la sorella sulla sua poltrona.
“ Oggi sono quattro mesi che io e Kristoff ci siamo sposati, ma lui se ne è dimenticato. E’ uscito dal castello stamattina senza nemmeno farmi gli auguri e io sono rimasta da sola tutto il giorno nella speranza che tornasse dal lavoro e si ricordasse che giorno è oggi” spiegò Anna affranta.
“ La giornata non è ancora finita. Secondo me non si è dimenticato, stai tranquilla Anna!” rassicurò Elsa alzando il mento della sorella con un dito.
“ Ma come fai ad aiutare sempre tutti a risolvere i problemi? Comunque non ti devi preoccupare per me! Pensa, piuttosto, al tuo compleanno che è dopodomani…” disse Anna sorridendo.
“ Io non ci penso. Ho troppe cose di cui occuparmi e non posso fantasticare sul mio compleanno. Sei tu che fin da piccola pensi al tuo compleanno ogni giorno!” disse Elsa dando un leggero pizzicotto alla sorella.
“ Hey! Il compleanno è il giorno più bello e più libero di tutto l’anno! Oggi mancano esattamente duecentoventitre giorni al mio” puntualizzò Anna ridendo.
“ Li conti anche? Vedo che le tue attività sono veramente interessanti!” scherzò Elsa sorridendo.
“ Perché me lo dicono tutti?!” si stupì Anna corrugando la fronte.
Le sorelle rimasero a ridere per un po’, poi si accorsero che fuori dalla stanza di Elsa tutte le luci erano state spente.
“ Cosa succede? Perché è tutto spento?” chiese Elsa.
Incuriosite le sorelle si recarono fuori dalla camera e furono sorprese nel non trovare maggiordomi per i corridoi.
“ Dove sono tutti? Non è accesa neanche una candela!” affermò Anna guardandosi intorno.
“ Guarda! La sala da ballo è illuminata…andiamo” disse Elsa prendendo la mano alla sorella e dirigendosi verso la sala.
Appena varcata la soglia, le due sorelle trovarono Kristoff in piedi, vestito con il suo abito del Matrimonio, le sue guance erano leggermente tinte di rosso per l’emozione, teneva le mani dietro la schiena cercando di somigliare ad un vero principe ed era veramente allegro e felice.
 Dietro di lui quattro musicisti erano inchinati alle due donne e nelle loro mani stringevano degli strumenti musicali.
“ Buon mesiversario Anna” disse Kristoff inchinandosi alla sua sposa.
Un sorriso sbocciò sulle labbra di Anna e la principessa si gettò al collo del marito stringendolo forte.
“ Allora non te ne sei dimenticato!” constatò lei euforica.
“ Non potevo scordarmene” rispose Kristoff e senza aspettare una risposta, baciò Anna sulle labbra.
Poco dopo il quartetto d’archi iniziò a suonare e Kristoff, porgendo la mano alla principessa, chiese:
“ Mi concede questo ballo?”
“ E’ inutile che provi a fare il principe, lo so che non sai ballare!” affermò Anna con un sorriso giocoso.
“ Ah lo pensi davvero? Bene, lo vedremo allora” e detto questo Kristoff ed Anna iniziarono a ballare.
Danzarono in modo goffo siccome il venditore di ghiaccio non sapeva per davvero ballare, ma era questo che rese Anna felice.
Kristoff era un uomo semplice e lei non avrebbe mai voluto regali o feste sfarzose da parte sua. Amava la sua semplicità.
Elsa rimase a guardare i due sposi sorridendo di cuore, ma era un po’ gelosa del loro amore.
Era così puro, profondo e gioioso! Kristoff ed Anna erano sempre con lei, ma sentiva come un vuoto dentro di sé, un vuoto che provava tutte le volte che vedeva degli sposi o dei fidanzati abbracciati e felici. Che cosa era quel vuoto?
La regina scosse la testa per scacciare quella strana domanda, guardò ancora una volta i due sposi ballare e, infine, decise di tornare nella sua stanza e lasciare una serata d’intimità a Kristoff e ad Anna.
 
 
 
 
 
 
Angolo di Anna:
 
Hey! Ciao a tutti e buon S.Valentino!
La prima cosa che vi dico è di perdonarmi perché è quasi un mese che non aggiorno!
Scusate davvero tanto, ma ho avuto moltissimi problemi anche dovuti alla mia non voglia di scrivere… capita!
In questo capitolo Elsa finalmente ha la prova che Jack è sempre stato con lei…
Ho scritto solo due ricordi, ce ne saranno altri di sicuro, ma non nel prossimo capitolo.
In quei due ricordi ho cercato di fare in modo che Jack aiutasse Elsa in qualche modo…per esempio nel film si nota che Anna, quando è piccola e viene colpita da Elsa, cade su una montagnetta di neve e poi rotola. Quella montagna di neve l’ha creata Jack.
Ho scritto del mesiversario di Kristoff ed Anna perché saranno i protagonisti dei prossimi due capitoli… vedrete cosa succede! Non vedo l’ora di scriverli e di pubblicarli per conoscere le vostre reazioni…
La scena in cui Anna dice a sua sorella che mancano 223 giorni al suo compleanno l’ho tratta dalla mia vita. Le frasi che dice Anna sono mie citazioni ahah.
Una mia compagna di classe chiamata qui come Mulan Chan, può testimoniare quanto io sia assillante riguardo il mio compleanno( oggi mancano 70 giorni)…penso che anche Xenia Lancaster può avere qualcosa da dire a riguardo ahah…
A proposito di Xenia Lancaster… questo capitolo è dedicato a lei.
Questo capitolo lo dedico anche a Star Fighter per il suo aiuto INCREDIBILE!
E’ lei che mi ha fatto venire voglia di pubblicare…se no chissà quando sarebbe uscito questo capitolo. Ciao Farah!!!
Ringrazio anche Kengha che mi emoziona sempre con le sue storie ed è un onore poter parlare con lei!
Ringrazio anche tutti i lettori pazienti che hanno deciso di lasciare una recensione, tutti quelli che leggono e che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite.
Chiedo scusa se trovate errori, io l’ho letto e riletto, ma non si sa mai!
 
Aspetto altre numeroseeee recensioni…
Dai che i prossimi due capitoli vi piaceranno!
Vi dico subito che il prossimo capitolo s’intitolerà “Chocolate” e tratterà il compleanno di Elsa anche se Anna sarà la vera protagonista ed alcuni di voi sanno perché.
Cercherò di rendere i capitoli più divertenti possibile.
Ho parlato troppo, come al solito.
Beh, allora ci si legge al prossimo capitolo…
Fatemi sapere cosa ne pensate
Un bacione
 
La vostra Anna
 
  
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