Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: _Scrivimi_    14/02/2014    8 recensioni
“Incontri tante persone nel corso dei secoli ma nessuna ti colpisce. Poi ne arriva una e tutto cambia. Tu cambi. E non puoi fare nulla per impedirlo perché, da quel momento, sei irrimediabilmente fottuto. Lei ti ha fottuto”
*******************
Elena, una giovane umana di nobili origini, ingenua e coraggiosa.
Damon, vampiro sanguinario, pirata tormentato e senza scrupoli.
Due persone diverse, due vite diverse, che potevano non incontrarsi mai. Un incontro casuale destinato a cambiare per sempre il corso delle loro vite.
"Era più forte della brama di sangue, più intenso del dolore, più puro della vendetta, può definirsi amore? Al diavolo, lasciamo ai poeti queste idiozie!"
******************
“Lui sorrise sghembo, rivolgendole un mezzo inchino -E' un vero piacere averla a bordo della mia nave, milady. Posso avere l'ardire di chiedere il vostro nome?-
Elena si fece coraggio, non doveva farsi ingannare dai suoi modi galanti -Prima voglio sapere chi siete e perché mi avete portata qui-
-Il mio nome è Damon Salvatore, capitano indiscusso della Perla Nera e della ciurma di pirati più spietata dei sette mari. Non lo dico per vantarmi, è la verità- aggiunse con ironia -.....e voi bella signorina siete mia prigioniera. Se ora volete mettervi ad urlare, lo capirò-"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10. Il lato oscuro di Damon

 

 

Elena e Damon erano appena giunti all'esterno. Gli occhi di Elena non ebbero neanche il tempo di abituarsi alla luce del sole che... accadde tutto rapidamente.

Elena si sentì afferrare e sbattere contro il muro. Chiuse gli occhi, sentendo la schiena dolere per il brusco impatto con la pietra dura. Per un attimo rimase senza fiato, ci mise una frazione di secondo a riprendersi. Qualcosa di solido la teneva inchiodata al muro: Damon era schiacciato con il corpo su di lei, abbracciandola e facendole da scudo. Lei lo sentì emettere un gemito silenzioso quando una freccia di legno gli si conficcò sulla schiena. Aprì gli occhi di scatto specchiandosi immediatamente in quelli sofferenti di Damon.

Altre due frecce arrivarono, una di seguito all'altra. Era un miracolo che nessuna gli avesse ancora colpito il cuore.

Elena fece per muoversi ma lui non lo permise, stringendole i fianchi con maggiore decisione e facendo aderire perfettamente i loro corpi -E non provare a dire che me ne sto approfittando- cercò di sorridere lui ma il sorriso gli morì sulle labbra nel momento in cui lo colpì un'altra freccia.

-Maledizione!- sbottò il vampiro.

-Damon dobbiamo muoverci... ti uccideranno- esclamò Elena terrorizzata.

-Se mi muovo, anche solo di un centimetro, tu verrai colpita. E, al contrario mio, morirai senza bisogno che facciano centro sul cuore. Fortunatamente...- si bloccò gemendo per un'altra freccia -...non sembrano avere una gran mira-

Elena lo sentì accasciarsi, le braccia di Damon scivolarono sul muro mentre lui cercava di mantenere l'equilibrio, per non cadere a terra.

-Maledizione- Damon poggiò la testa sul petto di Elena.

-Damon...- mormorò lei ma si bloccò nel momento in cui vide un uomo avvicinarsi alle spalle del vampiro. Doveva essere un guardiano. Non sembrava uno zombie, era solo un uomo alto, molto muscoloso vestito da guerriero, con una tunica marrone di pelle e un arco in mano. L'unica cosa davvero inquietante erano i suoi occhi, rossi come il sangue, e puntati su di loro. Elena lo vide abbassare l'arco -Damon- mormorò la fanciulla scrollando il vampiro che però sembrava aver perso i sensi -Damon...- ripetè scrollandolo ancora quando vide l'uomo tirare fuori una lancia di legno dalla punta affilata e puntarla verso di loro.

Il guardiano avanzò verso di loro lentamente, pochi metri li separavano. Elena scrollò ancora Damon ma lui non rispose. Sentì il panico invaderla quando il guardiano puntò la lancia verso la schiena di Damon. L'avrebbe ucciso. Elena con un gesto disperato, si scostò il corpo di Damon da dosso, per farlo scivolare a terra, cercando di mitigare la caduta con il suo corpo. Adesso erano entrambi a terra, Damon ancora privo di sensi. Elena non sapendo che fare. si aggrappò a lui cercando di proteggerlo nel suo inutile abbraccio.

Il guardiano stava per colpirli quando... Un movimento brusco, tanto rapido da sembrare invisibile, ed Elena vide la testa del guardiano rotolare verso di loro.

Elena trattenne un grido, che gli si bloccò in gola mentre la testa del guardiano smetteva di rotolare sul terricci umido, fermandosi a pochi centimetri da loro. Gli occhi rossi del guardiano erano ancora aperti e rivolti verso il cielo.

Il corpo di Damon adagiato sulle ginocchia di Elena. Lei strinse automaticamente le braccia intorno alle spalle del vampiro, in un gesto pateticamente protettivo.

Una donna apparve dal nulla, aveva un bel viso regolare, i capelli castani raccolti in una treccia disordinata e due grandi occhi verdi.

La sconosciuta guardò Elena con esagerato stupore, senza però dire nulla.

-Chi sei?- chiese Elena, mettendosi sulla difensiva.

-Io...- la sconosciuta tentennò, osservandola come se si trattasse di un fantasma, ma poi sembrò riprendersi -Sono colei che ti ha salvato la vita- disse rivolgendole un sorriso sarcastico -tu piuttosto?-

-Sono Elena... Elena Gilbert- rispose lei esitante, infastidita dal modo in cui la sconosciuta continuava a scrutarla come se ogni dettaglio del suo aspetto fosse per lei motivo di profonda meraviglia.

Un gemito proveniente da Damon attirò l'attenzione di entrambe le donne. Il bel vampiro cercò di muoversi ma ricadde subito a terra con un gemito -Mmm, se avete finito le presentazioni, qualcuno potrebbe estrarre queste maledette frecce dalla mia schiena. Senza fretta, ovviamente- disse sarcastico, cercando di nuovo di mettersi a sedere -... ho sempre sognato di fare il puntaspilli-

Elena lo aiutò ad alzarsi con delicatezza -Stai attento- lo sgridò premurosa.

-Non sono un invalido, Elena- protestò lui.

-Sei ferito- gli fece notare lei con tono severo.

-Sei davvero perspicace- borbottò Damon con una smorfia.

-E tu sei intrattabile!-

La sconosciuta che aveva osservato in silenzio il loro buffo battibecco, si avvicinò sorridendo -Posso?- chiese, facendo cenno ad Elena di lasciarle il posto accanto a Damon -Ci penso io a lui- aggiunse la donna vedendo l'espressione dubbiosa di Elena -prometto di non mangiarlo-

Elena titubante, si decise di malavoglia a lasciarle il posto.

La sconosciuta si inginocchiò alle spalle di Damon -Tutte queste scene per qualche freccia- Lo provocò estraendo dalla schiena di Damon la prima freccia.

A lui sfuggì un gemito -Devo ammettere che non sono mai stato così felice di rivederti... malgrado la tua scarsa delicatezza- aggiunse lui quando lei estrasse con un gesto secco un'altra freccia.

-Questo sarebbe il tuo modo di ringraziarmi?- chiese lei scherzosa, continuando ad estrarre frecce.

-Scusa, come sai, non sono mai stato famoso per le mie buone maniere-

-Lo so...- un'ultima freccia -...Damon- Lei sorrise quando lui emise un grido soffocato.

-Maledizione!- sbottò il vampiro alzandosi in piedi -Sei veramente pessima come guaritrice-

-Io non sono una guaritrice, Damon- gli fece notare lei alzandosi a sua volta.

Lui le rivolse un sorriso sghembo, carico di celato affetto -Grazie, Rose-

Lei si avvicinò contraccambiando il sorriso -Prego-

Elena, che era rimasta in silenzio a guardarli, sentì una punta di fastidio, simile alla gelosia, nel vedere l'affetto che Damon pareva provare per questa giovane donna. Tra loro c'era un'indiscutibile complicità, di quel tipo che si può raggiungere solo dopo anni di conoscenza.

In quell'istante comparve Sage, da dietro una fitta fila d'alberi -Capitano- disse avvicinandosi con la sua andatura spavalda, i capelli chiari aggrovigliati e un taglio superficiale sul sopracciglio sinistro. Era ancora più affascinante con l'aspetto disordinato di chi ha appena affrontato una dura battaglia.

Il vampiro sorrise sarcasticamente guardando Damon -Non avete un bell'aspetto, capitano, ma sono felice che siate tutto intero-

Damo ricambiò il sorriso con altrettanta arroganza -Dove sono gli altri?-

-Sono tornati alla nave, stanno tutti bene, a parte qualche ammaccatura.... e i guardiani sono stati sconfitti- aggiunse con palese orgoglio.

-Ottimo lavoro- si congratulò Damon -Adesso potresti scortare Elena alla nave-

Elena, stupita da quella richiesta, puntò lo sguardo verso Damon. Perché voleva liberarsi di lei?

Damon intuì la domanda senza bisogno che lei la pronunciasse -Vorrei parlare da solo con Rose- disse rivolgendo ad Elena uno sguardo tanto intenso che lei sentì il sangue ribollirle nelle vene.

Annuì, sentendo la gola secca.

Sage si avvicinò a lei, offrendole cavallerescamente un braccio -Posso avene l'onore di scortarla, mia dolce signora?-

Lei gli rivolse un timido sorriso, accettando di buon grado il suo aiuto. Tutte quelle emozioni l'avevano sfiancata e sentiva le gambe deboli e le membra eccessivamente stanche.

-Grazie- mormorò attaccandosi a lui, che la tenne saldamente per un braccio.

-Non preoccupatevi, capitano, la fanciulla è in buone mani- sorrise Sage furbescamente.

-Tiene quelle “buone mai” al loro posto, però. Non vorrei esser costretto a darti una lezione di buone maniere- lo rimproverò ironicamente Damon.

-Agli ordini-

 

Una volta che Elena e Sage si furono allontanati, Rose si girò verso Damon con sguardo sarcastico. -Carina la ragazza, ha un viso vagamente famigliare-

-Lei non è Katherine- tagliò corto Damon, come se quel paragone lo infastidisse.

Lo sguardo di Rose si fece improvvisamente comprensivo -Lo so- mormorò lei con un velo di tristezza nella voce.

-Lei non era nella cripta- continuò Damon, osservando Rose con circospezione. La vampira abbassò lo sguardo con aria colpevole, non sopportando il peso di quegli occhi di ghiaccio.

-Tu lo sapevi- disse Damon, scattando verso di lei e fermandosi a pochi centimetri dal suo viso -Cosa mi stai nascondendo, Rose?-

-Io...- lei provò a parlare ma lo sguardo severo di Damon era difficile da sopportare. Abbassò nuovamente gli occhi verdi, iniziando ad osservare il terreno sottostante -Ti avevo detto di lasciar perdere- sussurrò, con voce esageratamente tesa.

-Rose sono stanco dei tuoi maledetti giochetti, voglio sapere la verità- il tono di Damon era minaccioso ma c'era anche un'ombra di tristezza nella sua voce -È... è morta?- chiese lui con evidente fatica -Dimmelo, Rose!-

Rose sospirò prima di alzare gli occhi per incontrare quelli freddi di Damon -No-

Damon prese un profondo respiro mentre nella sua mente si formava la confusione più totale. In un attimo mille emozioni, quelle da cui per anni era sfuggito, si addensarono prepotentemente dentro di lui .Scosse la testa nel tentativo di non lasciarsi sopraffare -Come ha fatto a fuggire?... dov'è?-

Rose tentennò -Lei non è mai stata in quella cripta, Damon- spiegò d'un fiato.

Negli occhi chiari di lui si disegnò la confusione più totale. Rose fece per toccarlo ma lui la scansò bruscamente. Non avrebbe tollerato alcun contatto, non in quel momento.

Maledizione, perché faceva così male?

-Dimmelo e basta, senza fare tante storie- il tono freddo di Damon era in netto contrasto con il turbinio di emozioni che lo stavano divorando dall'interno.

Lei si morse un labbro prima d'iniziare a parlare -Ho incontrato Katherine un mese fa, le ho parlato, le ho detto che la stavi cercando, io...- Damon lesse la difficoltà di Rose nel dirgli quelle cose ma non gli importava -Vai avanti- insistette con rabbia.

-Katherine non voleva che ti dicessi che era libera... Lei non voleva essere liberata, Damon, Katherine è sempre stata libera-

Rose guardò Damon in cerca di una reazione ma lui la guardava impassibile -Damon..- mormorò avanzando verso di lui. Fece per toccarlo ma lui la scansò ancora bruscamente.

-Perché non me l'hai detto?-

Lei lo guardò titubante -Io... volevo proteggerti, non sopportavo l'idea di ferirti-

Lui sorrise sarcasticamente -Non ho mai chiesto la tua protezione, Rose. Non è quello che volevo-

-Io tengo a te...- provò dire lei ma qualcosa la costrinse a bloccarsi.

Gli occhi azzurri di Damon si colorarono di odio profondo -Abbiamo scopato qualche volta, Rose. Ci siamo divertiti, niente di più. A me non importa nulla di te e spero sinceramente che tu non sia così stupida da pensare il contrario... L'unica cosa decente che potessi fare per me era dirmi la verità ma forse era pretendere troppo da una ragazza raccattata da uno squallido bordello-

Lei lo guardò profondamente ferita, questo però non sembrò scalfirlo in alcun modo. Damon si girò, pronto ad andarsene.

-Io ho sbagliato, lo so,...- disse lei con voce roca - ...ma non è me che odi davvero-

Damon si bloccò un attimo senza dire nulla.

-Non lasciare che Katherine ti distrugga, Damon- mormorò lei con voce strozzata -Non di nuovo. Damon...-

-Addio, Rose- mormorò lui freddamente, prima di andarsene lasciando Rose in lacrime.

 

 

Qualche giorno dopo....

Stefan bussò un paio di volte alla cabina di Damon. Nessuna risposta.

-Damon- chiamò -Lo so che ci sei, non ho intenzione di andarmene-

Stefa bussò ancora -Damon!-

Dopo un attimo la porta si spalancò e Damon apparve sulla soglia. Aveva la camicia spiegazzata, i capelli in disordine, il viso esageratamente pallido ed un rivolo di sangue che gli calava a lato della bocca.

Damon inclinò la testa di lato prima di parlare -Lo sai cosa sei tu, fratello? La mia eterna punizione! Credo che una qualche divinità ti abbia mandato sulla terra a tormentarmi, consapevole di tutti i peccati che avrei commesso-

Stefan ignorò la sua battuta, continuando a scrutarlo con serietà -Ti trovo in forma-

-Mai stato meglio. Perchè non dovrei?- ghignò. Solo in quel momento Stefan notò che Damon stava tenendo qualcuno per il braccio. Una fanciulla dai folti riccioli biondi e vestita in modo succinto apparì al suo fianco, strattonata da Damon.

La ragazza indossava solo un body rosso, bordato di pizzo nero, e delle calze a rete tenute su da una volgare giarrettiera. Aveva un vistoso morso sul collo, dal quale colava ancora del sangue fresco. Damon, sorridendo in modo compiaciuto, passò un dito sul collo della ragazza per poi portarselo alle labbra.

-Sei deliziosa- sussurrò sensualmente alla giovane, che era indubbiamente soggiogata vista la mancata reazione.

La ragazza infatti non rispose, limitandosi a sorridere in modo neutro.

-Brava la mia bambina- sussurrò Damon, riportando poi la sua attenzione su Stefan.

-Che maleducato, non ho fatto le presentazioni, lei è Magdalene...o Margherite, non ne sono sicuro-

Stefan scosse la testa, con palese disgusto. Odiava il modo in cui Damon riusciva a giocare con le persone, gli ricordava il mostro che era diventato suo fratello... e tutto a causa sua. Non di Katherine, ma sua. Solo sua.

-Posso offrirti qualcosa?- chiese Damon, risvegliando Stefan dai suoi angosciosi pensieri.

-Allora, fratellino?- lo spronò Damon andando a prendere una bottiglia di scotch abbandonata sulla scrivania di legno scuro -Vuoi contribuire?-

Stefan scosse la testa.

-Meglio, ce ne sarà di più per me- Disse il vampiro portandosi il collo della bottiglia alla bocca e svuotandola in un sorso, per poi lanciarla a terra insieme ad altre tre bottiglie vuote.

-Non credi di esagerare- osservò Stefan frustrato.

-Assolutamente no, anzi credo che dovremmo fermarci a fare rifornimenti...Margherite- disse, chiamando la ragazza che si avvicinò.

-Sono Magadalene- lo corresse lei timidamente.

-Non mi interessa chi sei, tesoro- disse Damon prendendo con dolcezza la mano di lei tra le sue. All'apparenza sembrava il gesto di un innamorato. Damon alzò la mano di lei portandosela lentamente alla bocca. Ci posò sopra le labbra però invece di baciarla, le morse il polso affondando i suoi canini nella sua pelle candida.

Stefan vide la ragazza rabbrividire, c'era qualcosa di fortemente erotico in quella scena. La ragazza aveva il respiro spezzato mentre la bocca di Damon si nutriva di lei con lentezza estenuante. Tutti i sensi di Stefan erano all'erta. Quello spettacolo era per lui intollerabile, ogni fibra del suo essere agognava quel fluido rosso e corposo. Poteva sentirne l'odore acre e il sapore dolce, mentre la sua gola si seccava, in una struggente agonia.

Damon si staccò lentamente dalla ragazza, lasciandole un rapido bacio sulla ferita, poi rivolse il suo sguardo a Stefan, con palese compiacimento nell'incontrare i suoi occhi affamati.

-Vuoi?- gli chiese porgendogli quel polso candido e pulsante, dal quale fluiva una sottile scia di sangue.

Stefan sentì qualcosa serrargli la gola. “Maledizione se lo voleva!”. Ogni nervo del corpo gli doleva dal desiderio. Dovette usare tutta la sua forza di volontà per non assalire voracemente quella sfortunata fanciulla.

-No- riuscì a rifiutare, con voce roca.

A Damon sfuggì un sorriso sadico -Peggio per te, fratellino- disse per poi tornare a rivolgersi alla fanciulla -Ora tesoro potresti andare a recuperare altre bottiglie di scotch- le chiese con inquietante dolcezza -intanto io mi libero di questo scocciatore per dedicarmi a te, mio dolce angelo-

Lei annuì e se ne andò ubbidiente ma leggermente barcollante a causa di tutto il sangue che aveva perso.

Stefan che non si era ancora ripreso, mormorò con voce roca: -Dovresti guarirla-

-Lo so ma così è più divertente-

-La ucciderai?-

-Forse, non ho ancora deciso... -rispose Damon con disinvoltura -Ma non dirmi che sei venuto qua solo per veder come prosegue il mio corteggiamento-

Stefan sospirò -Lo sai che questo non ti aiuterà a superare il dolore-

Damon sorrise -Forse hai ragione ma è un'ottima distrazione, decisamente piacevole-

-Lo so che è difficile per te- mormorò il vampiro con gli occhi verdi -Sapere che Katherine non è mai stata catturata, che era libera,, che non è mai venuta a cercarti mentre tu...-

Damon lo bloccò con un gesto secco -Non ho bisogno che tu mi faccia un riassunto... conosco la storia-

-Non puoi continuare così-

-Lo so, prima o poi dovrò trovarmi un nuovo giocattolino, non credo che Magdalene resisterà ancora per molto- osservò il vampiro con ironia -gli umani sono davvero poco resistenti-

Stefan alzò gli occhi a cielo -Non parlo di lei ma di te. Prima o poi dovrai affrontare ciò che provi, Parlarne con qualcuno...-

-Affrontare quello che provo?- ripetè Damon sarcastico.

-Lo so. Quello che ha fatto Katherine è orribile, lei...-

-Tu non sai niente- ribattè Damon a denti stretti. Nei suoi occhi chiari saettò una scintilla di odio e follia.

-So cosa stai provando ma tu sei migliore di così-

Proprio in quell'istante Magdalene entrò con una bottiglia tra le mani.

-Vuoi sapere cosa provo?- chiese Damon furioso, scattando verso la sfortunata fanciulla e afferrandola da dietro. Lei presa di sorpresa lasciò cadere a terra la bottiglia, un attimo prima che Damon le spezzasse il collo con un morso violento.

Il fragore del vetro che s'infrangeva a terra fu seguito a ruota da quello del corpo inerme di Magdalene che cadeva a terra privo di vita.

Gli occhi chiari di Damon puntanti in quelli del fratello -Ecco cosa provo: rabbia, dolore e... un'incredibile voglia di uccidere. Credi ancora che si possa risolvere tutto parlandone?-

 

Stefan stava andando nella sua cabina a riflettere, la sua “chiacchierata” con il fratello non era andata esattamente bene, Damon stava peggio di quanto lui potesse pensare. Era da tanto che non lo vedeva in quello stato, non era insolito per Damon avere un comportamento dissoluto ma questa questa volta c'era qualcosa di assolutamente sbagliato nel suo comportamento... questa volta stava esagerando, era sul punto di spegnere qualunque emozione e lui non sapeva che fare per impedirglielo. Se non avesse trovato il modo di salvare suo fratello, lui si sarebbe autodistrutto, distruggendo anche tutto ciò che gli stava intorno... Stefan non sopportava l'idea di assistere inerme al suo triste declino. Non poteva permetterlo.

 

Elena era sul ponte, vagava senza meta, aveva appena lasciato Bonnie nelle cucine, la sua amica era un'ottima cuoca così si era fermata di sotto a cucinare qualcosa di buono. “Una cena a base di pesce!”, così aveva esclamato Bonnie con entusiasmo. Da quando Bonnie aveva avuto la certezza che l'avrebbero riportata a casa era molto più tranquilla e rilassata. Finalmente Elena la vedeva ridere e scherzare come tutte le altre ragazze della sua età.

Lei invece era molto preoccupata, Damon si era chiuso nella sua cabina subito dopo che erano tornati dalla nave e da quel momento non lo aveva più visto. Elena voleva andarlo a trovare ma Stefan insisteva che non era il caso che Elena lo vedesse in quelle condizioni. La storia di Katherine, com'era prevedibile, lo aveva distrutto. Stefan le aveva raccontato della discussione di Rose e Damon, così Elena riusciva a capire il malessere del vampiro, era comprensibile che lui si sentisse ferito e lei provava uno strano istinto di consolarlo.

-Elena- Alarick arrivò al suo fianco -come stai?-

-Io bene...e te? Hai visto Damon oggi?-

-Oggi no, credo sia andato Stefan da lui... L'ho visto ieri sera-

Elena puntò il suo sguardo verso il mare che si espandeva oltre l'orizzonte, mentre uno stormo di uccelli lo attraversava in libertà -Come sta?- chiese, senza riuscire a celare la sua sincera preoccupazione.

-È Damon- rispose l'altro con semplicità -Sotto uno spesso strato di rabbia e sarcasmo nasconde una profonda delusione...che tenta di annegare con litri di scotch, ovviamente. E su questo non oso sentenziare-

-Come ha potuto Katherine fargli un torto simile?- Strinse i pugni lungo i fianchi -...Io non capisco... Come ha potuto essere così...?- Elena si bloccò, rendendosi conto che la sua reazione poteva apparire eccessiva ad occhi esterni.

Alarick le sorrise con partecipazione, anche lui era preoccupato per Damon -Non lo so, io non l'ho mai conosciuta ma, da ciò che mi è stato riferito, lei era una stronza egoista e manipolatrice. Spero perdonerai il mio linguaggio-

Lei ignorò l'ultima battuta -Vorrei solo aiutarlo a stare meglio-

-Anch'io, ma non c'è molto che possiamo fare. Ognuno affronta il dolore a modo suo-

-Stefan dice che non dovrei vederlo, che non è nelle condizioni... che...-

-Tu cosa vuoi fare?-

-Sarebbe inopportuno- rispose subito di getto -Non dovrei andare nella sua cabina, Damon potrebbe anche essere pericoloso in quello stato... e sicuramente non sarebbe appropriato, ma...-

-Ma?- la spronò lui a continuare.

-Non lo so- sospirò lei confusa.

Alarick la guardò con l'aria di chi aveva già intuito molto più di ciò che lei avrebbe mai ammesso ad alta voce -Non sono la persona ideale da cui accettare consigli ma credo che, in certe situazioni, un errore commesso con il cuore abbia un valore superiore rispetto ad una scelta ponderata e indubbiamente razionale. Sei una bella persona, Elena, credo che Damon in questo momento abbia disperatamente bisogno di qualcosa di bello-

 

Il giorno dopo...

Elena aveva preso una decisione: sarebbe andata da Damon. Non le importava del parere di Stefan e dei suoi riguardi, lei sentiva di dover andare da Damon, anche solo per vedere di persona come stava. Magari vedendolo le sarebbe passata quella maledetta inquietudine che la stava torturando da alcuni giorni ormai.

Elena si bloccò qualche secondo davanti alla porta della cabina, il suo cuore aveva iniziato a battere con maggiore velocità. Era stata molto impulsiva a fondarsi lì ma sentiva che era la cosa giusta, anche se non la più razionale. Dovette prendere un respiro profondo prima di trovare il coraggio di bussare.

Per una attimo Elena non sentì alcun rumore, pensò pure che lui l'avrebbe ignorata, rifiutandosi di risponderle. Poi la porta si spalancò.

-Maledizione! Come diavolo faccio a liberarmi di te? Tu sei...- Damon smise di parlare quando incontrò gli occhioni nocciola di Elena che lo guardavano timorosi, come quelli di un cerbiatto disperso durante una battuta di caccia -Pensavo fosse Stefan- spiegò Damon in tono atono.

Elena rimase per un attimo priva di parole. Damon aveva un aspetto terribile. Il viso stanco, segnato da profonde occhiaie scure che facevano risaltare i suoi occhi chiari nel viso esageratamente pallido. Incredibile come in quel frangente i suoi occhi sembrassero ancora più azzurri e belli. I capelli corvini, spettinati e leggermente più lunghi del solito, gli ricadevano disordinatamente sulla fronte, accarezzando la sua pelle diafana.

-Volevo...- Elena esitò quando il suo sguardo cadde sul corpo seminudo del vampiro. Damon aveva il torso scoperto con dei pantaloni neri allacciati malamente sulla vita. I fianchi snelli risaltavano grazie alla vita bassa e il suo fisico asciutto e muscoloso era per Elena qualcosa di nuovo e strabiliante. Gli addominali erano definiti e perfetti come quelli di una statua greca. Non aveva mai visto nulla di simile.

Una volta al lago aveva intravisto Matt senza camicia, ovviamente si era girata subito, ma aveva visto abbastanza. Matt era una bel ragazzo, magro e atletico, ma nulla a paragone con Damon che in quel momento aveva la bellezza maledetta di un dio dannato.

-Ti sei incantata?- chiese lui con sarcasmo, incrociando le braccia al petto -O forse il tuo scopo era quello di vedermi nudo?-

Elena non potè fare a meno di arrossire da capo a piedi. Come poteva esser stata così stupida da rimanere a fissarlo con la faccia da pesce lesso? Alzò subito lo sguardo imbarazzata -Volevo... solo sapere come stavi- farfugliò, intimidita dallo sguardo inospitale del vampiro.

-Meravigliosamente, non lo vedi?- rispose lui sarcastico -Ora che hai verificato “accuratamente” con i tuoi occhi, puoi anche lasciarmi in pace. Avevo una discussione in corso con quella bottiglia di scotch- disse il vampiro indicando una bottiglia aperta sulla scrivania.

Lei, facendosi coraggio ed ignorando l'atteggiamento ostile del vampiro, entrò nella stanza -Questo posto è un disastro- mormorò guardandosi intorno. Era tutto sporco, decine di bottiglie abbandonare a terra. Alcuni vetri rotti. Il pavimento era appiccicaticcio e c'erano degli indumenti lanciati a terra -Come hai fatto a ridurlo in questo stato?-

Damon le dedicò un mezzo sorriso -Capita quando ti mangi la cameriera-

Lei gli rivolse un'occhiataccia -Vedo che non hai perso il senso dell'umorismo-

-Certo che no, infondo anch'io riesco a cogliere l'ironia della situazione: cento anni trascorsi a cercar di salvare Katherine mentre lei era libera e si divertiva alla mia spalle. Non posso far altro che bere dinnanzi alla sadica furbizia del mio presunto amore-

-Mi dispiace- disse lei con sincerità, facendo un passo verso di lui ma lui mantenne le distanze, indietreggiando.

-Evitami la tua pietà, Elena, è maledettamente irritante-

-La mia non è pietà- ribattè lei con ostinazione, indignata dalla reazione di lui. Sembrava davvero infastidito dalla sua presenza...

-Chiamala pure compassione, il concetto non cambia e posso assicurarti che non mi è di alcun aiuto. Riferiscilo anche a Stefan già che ci sei, quella sottospecie di vampiro moralista finirà col farmi perdere il senno con tutte le sue indesiderate attenzioni-

-Stefan vuole solo aiutarti-

Dzmon alzò platealmente gli occhi al cielo -Elena se sei qui per “aiutarmi”, peggio ancora per “parlare dei miei sentimenti”- pronunciò la parola enfatizzando il suo orrore -...ti consiglio, gentilmente, di levarti dai piedi-

Lei lo fissò, pronta a ribattere acidamente, ma tutto ciò che vide, guardando Damon oltre la maschera di menefreghismo, fu un uomo ferito. Ferito e dannatamente solo... e lei avvertì l'irrazionale bisogno di proteggerlo.

-Come vuoi- disse Elena con aria accondiscendente, iniziando a raccogliere da terra alcune bottiglie vuote.

Lui la guardò stranito -Questo è il momento in cui dovresti uscire, oltraggiata dalla mia mancanza di educazione. Perché non puoi comportarti come una fanciulla normale, una volta tanto?-

-Non lo farò-

Damon la guardò confuso -Dici sul serio?-

-Mai stata così seria- gli comunicò lei, continuando a raccogliere le bottiglie per poi allinearle ordinatamente in un lato della stanza.

-Almeno vuoi dirmi che diamine stai combinando?- chiese Damon irritato, iniziando a massaggiarsi le tempie. Quella dieta a base di scotch, sangue umano e autocommiserazione gli provocava un gran mal di testa.

-Ero venuta per parlare, se però non vuoi, mi renderò utile mettendo in ordine questa stanza- rispose lei con semplicità.

Lui per un attimo rimase senza parole, sinceramente stupito da quella piccola umana. In un altro momento avrebbe ammirato la sua ostinazione ma adesso era troppo stanco per farlo, inoltre non sopportava la compagnia di nessuno. Tutti quanti con i loro maledetti modi gentili e quell'insopportabile sguardo pietoso... Non potevano lasciarlo in pace? Maledetti tutti quanti!

-Elena sto bene, adesso sei pregata di andartene- lui si innervosì ulteriormente, notando che lei lo ignorava, continuando a ravattare in giro come una docile formica lavoratrice. Irritante, ecco la parola giusta per descriverla. -Se avessi voluto una cameriera avrei evitato di mangiarmela,...non vorrai fare la sua stessa fine?... Elena vattene!-

La fanciulla, che era inchinata a terra, si rialzò puntando gli occhi caldi in quelli di lui -Così puoi rimanere a disperarti in solitudine?- chiese poi con brusca ironia.

-Esatto!- replicò lui irritato. Non era chiedere molto infondo!

Anche lei parve irritarsi -Possibile che tu sia così ottuso da non accettare mai l'aiuto delle persone, quando te lo offrono?-

-Io non voglio l'aiuto di nessuno, maledizione!-

-Ma...-

Damon la bloccò con un gesto brusco -Le persone ti deludono, Elena, è solo su me stesso che posso contare, io... -

Elena andò verso di lui, irritata oltre ogni ragione -Sei solo un egoista! Ti sei rinchiuso in questa maledetta stanza, dimenticando che là fuori ci sono delle persone che tengono a te. Tuo fratello farebbe di tutto per te, lui...-

Damon la bloccò, rivolgendole un sorriso amaro -Il mio caro fratellino, santo Stefan!- esclamò enfaticamente il vampiro -Tu non sai niente di lui, di noi... Lo sai perché Stefan ci tiene tanto a salvarmi?- le chiese Damon arrivando a pochi centimetri dal viso di lei.

Elena sospirò. Damon la sovrastava in altezza ed era vicino, tanto che lei sentiva il cuore di lui battere più forte, in concomitanza al suo -Dimmelo tu- mormorò, reggendo a fatica il suo sguardo di ghiaccio.

-Lui crede d'essere responsabile di ciò che sono diventato...- Damon fece una pausa ad effetto -...un mostro- i suoi occhi chiari si velarono di tristezza -Io sono un mostro, Elena-

-Non è vero- replicò lei di getto, mordendosi il labbro subito dopo. Non sapeva che dire, che fare. Ogni nervo del suo corpo era teso a causa della vicinanza e da un inaspettato bisogno di stringersi a lui.

-Lo sono invece ed è per questo che tutti se ne vanno. Sempre!... Le persone che mi stanno intorno soffrono ed infine fuggono via. Katherine non è la prima ma ti assicuro che sarà l'ultima- negli occhi di Damon, Elena lesse il dolore di una storia passata di cui lei ancora non conosceva nulla. Una storia lontana nella quale Damon era stato abbandonato, ancora e ancora.

Elena aveva voglia di chiedergli di più, voleva conoscere il tormentato passato di quel vampiro, sapere cosa lo aveva cambiato, chi era prima... ma sapeva che anche se avesse trovato il coraggio di domandarglielo lui non avrebbe comunque risposto.

-Niente pietà o frasi di circostanza, nessun sentimentalismo- disse Elena in tono risoluto -metterò semplicemente ordine nella stanza-

Damon rimase spiazzato, la osservò un attimo mentre lei reggeva il suo sguardo con determinazione.

-Non parlerò proprio, se preferisci- disse incoraggiata, dall'improvviso silenzio di Damon, ed aggiunse: -ma non me ne vado quindi rassegnati-

Damon si avvicinò, prendendola improvvisamente per i fianchi e spostandola di lato, per arrivare con la bocca a sfiorarle l'orecchio -E se non mi rassegnassi?- sussurrò lui e il suo alito caldo le sfiorò la pelle delicata del collo.

Elena si trovò per un attimo a trattenere il fiato, percependo la mano di lui che indugiava sul suo fianco con possesso -Ri... rimarrei... comun...que- blaterò, incapace di muoversi.

-Perché?- mormorò Damon aumentando la stretta, tanto che lei si trovò a scontrare contro il suo petto nudo. Elena, malgrado la stoffa dell'abito che indossava e che la separava dal corpo di lui, percepì mille brividi invaderle il corpo. Non aveva mai provato nulla di simile, le tremavano le gambe.

-Rimarrei e b...asta- mormorò a fatica, richiamando a raccolta quel che rimaneva delle sue facoltà mentali.

Damon rimase immobile quando senti la mano di Elena posarsi sul suo petto. Era un gesto innocente, forse lei voleva solo allontanarlo da sé, ma quando lui avvertì la piccola mano di lei indugiare sulla sua pelle scoperta... sentì il bisogno di allontanarsi da lei per mantenere il controllo.

Damon fece uno scatto indietro, lasciando andare il fianco soffice di Elena, come se lei bruciasse.

La ragazza rimase a fissarlo stranita, con quell'aria così eroticamente innocente capace di fargli perdere il senno.

-Sei dannatamente cocciuta, lo sai?- Le chiese, cercando di riprendere il controllo. Perché quella ragazzina riusciva a sconvolgerlo in quel modo?

-Anche tu- ribattè lei, con il cuore che ancora le batteva forte.

Damon sospirò irritato, lasciandosi cadere stancamente sul letto. Incrociò le mani portandosele sul fino fino a coprirsi il volto. Quella ragazza lo sfiniva -Se questo ti rende felice, continua pure-

Elena, senza dire nulla, ricominciò a lavorare, dando le spalle a Damon per nascondere il turbamento che sentiva ancora dentro si sè. Forse rimanere con lui non era la scelta più saggia....

 

Elena rassettò in giro con meticolosità, raccogliendo tutte le bottiglie in dei grossi sacchi che aveva trovato in un ripostiglio della cucina. Damon si limitava a guardarla in silenzio e piano piano l'atmosfera tra loro tornò ad essere normale, quasi rilassata.

Damon rimaneva sul letto a riposare, cullato dal rumore delle gonne di Elena che frusciavano mentre lei sgambettava in giro.

Dopo aver buttato l'ennesima bottiglia vuota, Elena si girò stupefatta verso Damon che continuava a fissarla da sopra il suo letto -Come fate voi vampiri a bere così tanto senza... ubriacarvi?-

-È uno dei nostri tanti talenti... inoltre l'alcole aiuta a placare la fame e lo stordimento che provoca è maledettamente piacevole-

-Non ho dubbi- ribattè lei ironica -Io non reggo neanche due bicchieri di vino senza iniziare a straparlare.- la semplicità con cui Elena pronunciò quelle parole strappò a Damon un mezzo sorriso, il primo sincero dopo giorni -una volta con Caroline abbiamo rubato due bicchieri di scotch dallo studio di mio padre, all'inizio ci siamo sentite molto grandi ed indipendenti. Eravamo euforiche per il nostro piccolo atto di ribellione... ma quando abbiamo portato il bicchiere alle labbra... - si bloccò arrossendo leggermente per ciò che stava per dire -...abbiamo finito per sputarlo l'una sull'altra. -

Damon non potè fare a meno di sorriderle -Non è stato molto signorile-

-Non immagini la faccia della cameriera quando le ho dato il mio bell'abito, con la scollatura di pizzo, tutto sporco di scotch. L'ha annusato, storcendo il suo piccolo naso alla francese, e poi mi ha guardata come se fossi la peggiore delle dissolute-

-Piccola peccatrice, mi dispiace dirtelo ma non andrai all'inferno per un goccio di scotch. Dovrai fare di peggio-

Lei ci pensò sopra un attimo -L'ho fatto- esclamò poi, quasi trionfante -Ero ancora una bambina e mio padre aveva regalato a mia madre un bellissimo nastro di seta rosa. Era così liscio e soffice ed emanava un invitante aroma di lavanda, irresistibile. Mia madre non voleva prestarmelo così un giorno lo rubai. Avevo intenzione di giocarci un po' prima di restituirlo ma purtroppo lo strappai in modo irreparabile. Scappai nel giardino e lo seppellii sotto un albero. Non l'ho mai confessato a nessuno, nemmeno quando accusarono la cameriera. Fortunatamente mia madre era di animo buono e decise di non punirla-

-Bugiarda ed ubriacona- la accusò lui con un sorriso divertito -interessante-

-E pure ladra- aggiunse lei con un'espressione corrucciata che fece ridere Damon.

Elena sorrise a sua volta, vedere Damon più rilassato, grazie a lei, le dava una piacevole sensazione.

-Mi dispiace Elena ma se c'è una cosa di cui sono certo in questo mondo maledetto è che: se mai esistesse un paradiso, o qualcosa di simile, tu vi sarai accolta a braccia aperte-

- E tu cosa ne sai del paradiso?- gli chiese lei con un sorrisetto irriverente.

-Niente ma so che sei così fastidiosamente buona che nessuno ti potrebbe mai impedire il passaggio-

Lei sorrise -Allora, se così sarà, metterò una buona parola per te-

A quel punto Damon scoppiò a ridere -Credo che non basterebbe ma apprezzo il pensiero-

Elena uscì un attimo a prendere uno straccio ed iniziò a pulire per terra. Lavorò duramente mentre Damon aveva iniziato a tempestarla di domande su di lei e sulla sua infanzia. Elena all'inizio era diffidente, non capiva come Damon potesse essere seriamente interessato alla sua normalissima vita, infondo lui era su quella terra da secoli e doveva aver fatto esperienze molto più interessanti delle sue. Eppure Damon la stupì ascoltandola con attenzione e interesse. La lasciava parlare a ruota libera, intervenendo sporadicamente con battute intelligenti, e alcune un po' troppo irriverenti che però la facevano ridere. Stare con Damon si stava rivelando insospettabilmente facile, almeno per il momento...

-Matt è il tuo promesso sposo?- chiese lui improvvisamente, prendendola alla sprovvista. Lei stessa aveva nominato più volte Matt, raccontando alcuni aneddoti della sua infanzia, ma non aveva mai fatto accenni al fatto che fosse lui il fidanzato di cui gli aveva parlato in precedenza.

-Si- rispose Elena titubante, fingendo un'indifferenza che però non provava. Era strano parlare con Damon di Matt, la metteva a disagio, e preferiva non interrogarsi sul perché questo la innervosisse.

-Da quanto siete promessi?- Damon la fissava in quel modo che la metteva a disagio.

-Da quando avevamo due anni- vedendo l'espressione ironica di Damon, Elena aggiunse -Le nostre madri erano molto amiche-

-Decisamente romantico-

Elena percependo il suo sarcasmo s'innervosì -Matt è un bravo ragazzo ed io tengo molto a lui. Sono sempre stata felice che fosse lui il mio promesso...-

-Ne sono certo- l'ironia nella voce di Damon era palpabile.

-Infatti è così! Matt è fantastico, solare, nobile d'animo, di sani principi...-

-...E poi quale fanciulla non vorrebbe un matrimonio combinato?-

-Il matrimonio combinato non è una brutta cosa, è molto in uso al giorno d'oggi. Spesso è più duraturo e soddisfacente di un'unione basata sul fugace trasporto fisico-

-Sembri davvero convinta di quello che dici- disse lui alzando scetticamente un sopracciglio.

-Cosa stai insinuando?- sbottò Elena irritata.

-Semplice: che sono tutte strozate. Non è questo ciò che desideri- rispose Damon con arroganza.

-Incredibile- borbottò lei -Cosa ne sai tu di cosa desidero?- domandò ma in verità non voleva conoscere la risposta. Finalmente la stanza era in ordine ed Elena sentiva il bisogno di andarsene.

Come osava Damon giudicarla?

Prese in braccio i vestiti sporchi di Damon che aveva incolonnato sulla scrivania e si diresse frettolosamente verso la porta -Vado a lavarli, entro domani saranno asciutti- disse freddamente.

Damon rimase un attimo ad osservarla mentre lei metteva la mano sulla maniglia pronta ad andarsene. Per un attimo provò l'irrazionale bisogno di non lasciarla andare. Quelle ore in sua compagnia erano state per lui come un raggio di sole durante una tempesta. Per la prima volta dopo giorni il dolore che provava nel petto sembrava scomparso. Lei era riuscita a farglielo dimenticare ed era terrorizzato all'idea che lei se ne andasse facendo tornare il dolore. Doveva trattenerla...

Elena stava per uscire quando si sentì afferrare per un braccio. Facendo una giravolta su se stessa si trovò di fronte agli occhi azzurri di Damon che la guardavano con disarmante intensità.

-Io so cosa desideri, Elena, perché è ciò che desiderano tutti- mormorò il vampiro con decisione e lei si sentì travolgere da quelle iridi ghiacciate.

-Davvero?- chiese la fanciulla, cercando di sembrare arrabbiata ma la vicinanza improvvisa di Damon aveva fatto scemare tutta la sua irritazione, stordendola.

Damon continuava a tenerla saldamente per il braccio.

-E cos'è che desidero?- domandò lei, senza riuscire a trattenersi.

-Tu non vuoi un uomo scelto da altri, al quale probabilmente vuoi bene ma che non amerai mai...-

-Tu non puoi saperlo- ribattè Elena in un sussurro.

-Lo so invece- Damon, sempre tenendola per il braccio, la fece girare, fino a farle appoggiare la schiena contro la parete di fianco alla porta. Elena sentì il respiro mancarle... -So che meriti molto di più rispetto a qualcuno che ti è stato imposto, rispetto a qualcuno che non è ancora corso a salvarti- Damon parlava lentamente, con passione ed entusiasmo. Elena era bloccata, schiacciata contro il muro dal corpo di lui ed ipnotizzata dalle parole di quel maledetto vampiro -So che meriti un amore che ti divori, qualcuno disposto a mettere sottosopra il mondo intero pur di ritrovarti. Tu, Elena, desideri qual genere d'amore che si legge nei tuoi amati romanzi. Vuoi un amore che ti consumi, passione, avventura ed anche un po' di pericolo-

Elena era senza fiato, ogni parola di Damon era stata per lei come una scarica di adrenalina.

Sia lei che Damon si guardarono, entrambi senza fiato. Pochi centimetri a separarli. Sarebbe bastato un movimento impercettibile perchè le loro labbra si incontrassero. Per un attimo lei immagino il sapore proibito delle labbra di lui. Non aveva mai desiderato baciare qualcuno come in quell'istante desiderava baciare Damon. Era come se ogni fibra del suo corpo le ordinasse di lasciarsi andare.... Poi Damon si allontanò di scatto. Sconvolto.

-Ora dovresti andare- mormorò il vampiro, cercando di apparire distaccato ma lei poteva vedere nei suoi occhi la stessa bruciante voglia che lei stessa provava.

Cosa diamine era successo?

-Io...- Elena era senza parole, ancora stordita per ciò che era successo, per quelle emozioni che non avrebbe mai dovuto provare... Si abbassò, rendendosi conto che prima aveva lasciato cadere a terra gli indumenti sporchi di Damon. Dopo averli raccolti, si rialzò andando rapidamente verso la porta. Senza aggiungere nulla uscì, correndo il più lontano possibile.

 

Elena era in cucina, aveva chiesto a Bonnie di poterla aiutare. La sua amica le aveva dato un compito semplice, vista la sua inesperienza: pelare patate.

Peccato che, tenersi occupata, non serviva ad allontanare i suoi inopportuni pensieri. Non riusciva a smettere di pensare a ciò che era accaduto con Damon. Sentiva rimbombare nella testa le parole che lui le aveva detto...

-So che meriti un amore che ti divori, qualcuno disposto a mettere sottosopra il mondo intero pur di ritrovarti. Tu, Elena, desideri qual genere d'amore che si legge nei tuoi amati romanzi. Vuoi un amore che ti consumi, passione, avventura ed anche un po' di pericolo-

Possibile che lui avesse ragione? Perché solo ascoltando quelle parole sentiva l'adrenalina che iniziava a scorrerle nelle vene? Perché Damon riusciva a sconvolgerla così? Tutto ciò che quel maledetto vampiro le faceva provare era così sbagliato. Lei era promessa a Matt, lo stava pure per sposare, eppure solo Damon era riuscito a scaturire in lei quel desiderio... Era sbagliato, totalmente ed irrimediabilmente sbagliato, eppure anche così bello. Con Damon lei poteva percepire l'adrenalina scorrerle nelle vene, sentiva il suo cuore battere forte nel petto, sentiva ogni emozione amplificata, era come se fosse un'altra persona... Poteva qualcosa di così intenso essere sbagliato? Forse Damon era ciò che lei stava spettando, forse era stato il destino a condurla da lui... Quella notte lei sarebbe dovuta essere in camera sua, nel suo letto, se non fosse andata sulla spiaggia Stefan non l'avrebbe attaccata e non avrebbe mai conosciuto Damon.

Damon era il suo destino o solo un'emozionante parentesi nella sua vita?

-Sei stata da lui?- la voce di Stefan la sorprese alle spalle.

Lei lasciò andare di colpo il coltello con il quale stava pelando le patate e si girò verso di lui -Mi hai spaventata- sbottò, portandosi le mani al petto -ho rischiato di tagliarmi-

-Hai rischiato molto di più, con Damon!- la rimproverò Stefan severamente.

-Non mi ha fatto del male- protestò lei, mettendosi sulla difensiva.

-Cosa avete fatto tutto il pomeriggio?-

-Abbiamo... parlato. Solo parlato- Elena era agitata come quando si nasconde un qualche oscuro segreto... ma infondo non aveva fatto nulla di male, giusto?

-Elena non voglio che tu vada più da Damon! Non devi stare sola con lui-

-Cosa?- chiese lei stupefatta -sarebbe un ordine?-

Stefan irrigidì la mascella -Damon è pericoloso!-

-Io non ho paura di lui, non mi farebbe mai del male- ribadì lei ostinatamente.

-Ne sei certa?-

-Si- rispose la fanciulla senza esitazioni ma infondo era la verità: lei si fidava di lui.

-Devi vedere una cosa- Stefan la prese improvvisamente per un braccio, trascinandola con sé.

-Dove vuoi andare?- chiese lei cercando di non inciampare, visto il passo spedito del vampiro.

-Vedrai- Stefan continuò a tirandola. Percorsero un lungo corridoio, andando verso una rampa di scale. Elena non era mai stata in quella zona della nave.

-Io tengo a mio fratello, sarei disposto ad andare all'inferno per lui- mormorò Stefan fermandosi in cima alla rampa di scale -Scendi-

Lei obbedì, precedendolo nella discesa -Stefan mi vuoi spiegare-

-Non c'è niente al mondo che non farei per Damon e credo che lui sia molto meglio di ciò che vuole dimostrare agli altri-

Elena lo ascoltava sempre più confusa, non aveva mai visto Stefan così preoccupato. Ma dove la stava portando?

Arrivati infondo alla rampa di scale, Stefan accese una candela, fermandosi davanti ad una porta di legno -Sei una bella persona, Elena, e capisco perché piaci tanto a mio fratello ma lui non è giusto per te-

-Cosa?- chiese Elena stupita -Non c'è niente tra me e Damon- si affrettà ad aggiungere vedendo lo sguardo scettico del vampiro.

-E' qui che ti sbagli, tra voi c'è qualcosa ed è evidente a tutti- lei continuò a guardarlo confusa -Aspetta provo a spiegarmi meglio: so che Damon ti piace, e non provare a negarlo, ma devi sapere di cos'è capace- Stefan era agitato e parlava nervosamente -Io amo mio fratello, più della mia stessa vita, e ho deciso di seguirlo, qualunque cosa accada, qualunque terribile azione lui possa compiere... lo seguirò fino all'inferno se sarà necessario, ma non gli permetterò di portarti affondo con noi-

Stefan prese una grossa chiave di ferro, infilandola nella serratura della porta.

-Perché dici queste cose?-

-Credo che tu abbia bisogno di vederlo con i tuoi occhi- disse Stefan aprendo la porta di legno e facendo cenno ad Elena di entrare.

Lei titubante si decise a seguirlo. Ciò che scorse oltre la soglia però la immobilizzò. All'interno della grande stanza infatti c'erano due prigioni, con tanto di sbarre di ferro. Dentro quelle gabbie erano rinchiuse delle donne, cinque per l'esattezza. Erano tutte vestite in abiti succinti, dai colori sgargianti, e avevano un'aria decisamente abbattuta.

-Chi sono?- chiese lei confusa -Perché sono qui? Non capisco...-

Stefan si rivolse a lei, guardandola con serietà -Ti ricordi che qualche giorno fa ci siamo fermati a fare provviste? Non abbiamo preso solo il cibo e lo scotch...-

-Io...- Elena era senza parole. Guardava attonita quelle ragazze, alcune avevano la sua età... sarebbero morte.

-I vampiri devono nutrirsi- spiegò lui con tono amaro.

Elena sentì le lacrime pungerle gli occhi. Non voleva sentire ciò che le diceva...

-Erano otto prima ma mio fratello ha deciso che non gli bastava nutrirsi di loro, Damon voleva dimostrare qualcosa... -

Lei scosse la testa -Non ci credo- mormorò, come una bambina cocciuta sentendo le sue guance inumidirsi -Non è vero-

-Damon le ha uccise- spiegò Stefan duramente.

Elena chiuse gli occhi stringendo i pugni con forza. Non voleva sapere, non voleva sentire quelle cose! Non voleva!

-Mi dispiace, Elena, mi dispiace tanto-

-Perchè mi hai portata qui?- chiese lei, urlando contro Stefan.

-Dovevi vederlo con tuoi occhi. Questa vita non è adatta a te. Tu sei migliore di noi... sei migliore di Damon, Elena. Lascia stare mio fratello-

 

 

Spazio dell'autrice più ritardataria del mondo: (Chi? Io? Ma no.... forse un po' :D )

Ciao fanciulle, lo so, sono un disastro, sempre in ritardo! Potrei mettermi qui a raccontarvi mille scuse (ieri ho dato un esame, tanto per fare un esempio) ma finirei solo con l'annoiarvi, quindi non lo faccio e mi scuso direttamente. (SCUSATEEEEE!!!!!!!!!!!).

Scrivendo questo capitolo sono arrivata ad una conclusione: come potete notare i capitoli sono molto lunghi e quindi richiedono tanto tempo per scriverli (purtroppo per voi io sono una lumaca, anzi una lumaca zoppa) quindi, volendo essere realista, rinuncio a pubblicare un capitolo alla settimana :( intanto ve lo prometto ogni volta e poi finisco per non mantenere mai il proposito, dunque, da adesso in poi, i capitoli potranno arrivare a distanze di 2/3 settimane, dipende dal periodo. Non sapete quanto io sia dispiaciuta, magari capiterà che certi capitoli arrivino molto più rapidamente, ma non prometto nulla. Prometto solo di fare del mio meglio. Spero solo che le ragazze, a cui questa storia piace (se ancora esistono...), continuino a seguirmi malgrado la possibile lentezza degli aggiornamenti.

Ne approfitto per ringraziare, a tal proposito, le ragazze che mi hanno recensita, incoraggiandomi con i loro commenti =D Devo confessare che sono estremamente insicura mentre scrivo quindi ogni volta mi scoraggio e tutto ciò che scrivo mi pare orrendo e noioso (e forse lo è =D), dunque le vostre parole d'incoraggiamento sono per me essenziali, così come i vostri consigli!!!!!! Per questo motivo vi ringrazio infinitamente!! Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie... ok, meglio se la smetto =P

Due piccoli appunti sul capitolo:

-All'inizio quando Damon dice d'aver racattato Rose da un bordello non è casuale, presto vi racconterò com'è andata e come si sono conosciuti Damon e Rose, ed anche Katherine.

-Quando Damon parla con Elena riguardo al suo rapporto con Stefan, lui fa riferimento ad un abbandono da parte del fratello, aggiungendo che Stefan rimane con Damon solo perché pensa di averlo trasformato lui in un mostro...Questo verrà chìarito in seguito. C'è ancora molto da sapere sul passato dei fratelli Salvatore.

-Infine vi chiedo di non giudicare malamente Stefan per aver messo in guardia Elena infondo lui ha ragione, almeno in parte. Elena infatti è molto ingenua e deve rendersi conto di cosa sia capace Damon.

In questo capitolo il nostro bel vampiro ha dato un po' di matto. Una ragazza infatti mi aveva chiesto un po' di sano sadismo stile Damon.... Eccoti accontentata, cara!!!

Spero che il capitolo non sia brutto, come pare a me (vi avevo avvertite, a me sembrano sempre brutti e noiosi! Forse perché li rileggo troppe volte e ogni volta sembrano peggio di prima, Magari mi sgaglio ma nella mia mente la storia è molto più bella di così. Uffa!) Fatemi sapere voi cosa ne pensate...Please!!! Critiche. Suggerimenti, tutto è ben accetto!!! =D

Ora basta, sono davvero logorroica! (A tal proposito, nello scorso capitolo mancava la recensione di una ragazza che devo ammettere mi è un po' mancata.... Non capita tutti i giorni d'incontrare qualcuno con il tuo stesso problema di logorrea acuta!:D Spero di ritrovarti:P )

Adesso vi saluto davvero!!!!!!!

Un bacione, a prestoo

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: _Scrivimi_