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Autore: itsrigel    14/02/2014    2 recensioni
Sono passati tre anni ormai da quando Anya è entrata a far parte della Setta degli Assassini, e pochi giorni da quando è riuscita a fuggire dalla Casa. Forse potrebbe riuscire a vivere in pace, se non fosse per l'ombra di strani sogni e il terrore continuo di essere trovata e uccisa. Ma cosa succederebbe se il suo destino fosse davvero quello di essere un'Assassina?
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Sequel di "Remember the promise" :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il sangue dell'oceano'
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La prossima porta

  Eravamo lì da quasi mezz'ora, ormai. Agon mi stava ancora urlando contro per il comportamento che avevo assunto la sera della missione. Diceva che io ero una "schifosa Perdente" e che non mi dovevo permettere neanche di rivolgere la parola ad una Guardia se non con il permesso di quell'ultima; diceva che non ero buona a fare nulla, che avrei dovuto accorgermi prima dell'incantesimo che l'uomo aveva lanciato e che avrei dovuto ostacolarlo... In quel momento stavo rimpiangendo amaramente il momento in cui ero svenuta.
  Da quello che avevo capito dalla spiegazione frettolosa della Guardia, il nostro obiettivo aveva preferito morire piuttosto che rivelarci le informazioni che eravamo andati a cercare e sperava che, con l'esplosione, morissimo anche noi. Mi erano mancati i sensi poco dopo che eravamo usciti dalla villa. E avevo perso moltissimo sangue. Agon mi disse che avevo addirittura rischiato di morire.
  - Ho capito - dissi all'improvviso, stufa di quella conversazione. - Ora basta, non riesco più a seguirti.
  - Non sei nessuno per dirmi di smettere, ragazzina.
  - Hai ragione. Se vuoi continua pure a parlare, ma ho mal di testa e non riesco più a capire il senso logico di quello che mi dici.
  Agon mi indirizzò uno sguardo carico di disprezzo. - Bene. Continueremo il nostro discorso quando ti sarai ripresa, allora.
  E così fece. Due giorni dopo Agon ricominciò a sbraitare contro di me. Ed io continuai a far finta di ascoltarlo, mormorando qualche - Scusa, mia Guardia - ogni tanto.
  Quella sera, accolsi il sonno come una liberazione.

  Mi trovo in una stanza completamente vuota, senza alcuna finestra. Davanti a me, lontanissima, c'è una porta. Inizio a camminare verso di quella, e quando ci arrivo la spalanco.
  Sono di nuovo in una stanza uguale: vuota e senza nessuno sbocco verso l'esterno. Anche qui, di fronte a me, c'è una porta. Di nuovo cammino verso di lei e l'apro, ottenendo lo stesso risultato di prima.
  Tre, cinque, dieci, trentotto,... Non so più attraverso quante porte sono passata: ho perso il conto quando sono arrivata a settanta.
  Sono stanchissima, le gambe minacciano di cedermi da un momento all'altro... Eppure sento che c'è qualcosa che mi aspetta, qualcosa che mi ha afferrato per un punto indefinito dietro l'ombellico e che continua a tirarmi verso di sé.
  Attraverso l'ennesima porta, quando sento qualcuno chiamarmi. - Anya!
  Mi volto, visibilmente confusa. Dove un attimo prima c'era la porta ora c'è una sedia, sopra la quale è seduto Hyo. Ricordo tutto di lui ora che ci penso: le sue passioni, le sue paure, le sue tentazioni... Ricordo ancora l'affetto che ci legava. Ed è questa la cosa che in assoluto fa più male: sapere che la mente conosce qualcosa che il cuore ignora completamente.
  Lo guardo in faccia, stupita. - E tu cosa ci fai qui? - chiedo, senza aprire bocca.
  - Ti stavo aspettando. - Non mi sembra che le sue labbra si siano mosse.
  - Come facevi a sapere che sarei venuta qui?
  - Non lo sapevo - risponde lui serafico. - Mi sono seduto e mi sono detto "conto fino a dieci, poi me ne vado".
  - E fino a che numero sei arrivato?
  Lui fece le spallucce. - Centoventisette. Uno più, uno meno.
  - Avevi detto che te ne saresti andato dopo dieci.
  Lui mi sorride, alzando lo sguardo verso di me. - Sarei andato avanti se non fossi arrivata. Ma ora sei qui, giusto? Sei davvero tu...
  Mi allontano di qualche passo da lui, giusto la distanza che basta per non farmi toccare. - Lasciami stare. Dimenticami, vivi la tua vita - gli dico.
  Un'espressione di profonda tristezza si dipinge sul suo volto. Poco dopo, una voragine si apre sotto i miei piedi e inizio a cadere. Sento risate e pianti, profumi dolcissimi e odori nauseabondi; vedo fiumi cristallini e immense distese di sabbia. Vivo guerre, amori, litigi, semplici amicizie.
  Poi la mia caduta si blocca e il buio più totale mi avvolge nel suo freddo abbraccio che sa di morte.


.:: Angolo dell'autrice ::.
Dopo aver aggiornato la parte della storia dal punto di vista di Hyo, mi è parso d'obbligo finire di scrivere questo capitolo u__u
Agon è sempre più odioso, i sogni di Anya non smettono di essere inquietanti (almeno per lei)... E ora cosa succederà?
Se vi siete incuriositi dovete solo sperare che mi arrivi presto l'ispirazione per il prossimo capitolo ^__^
Ah, quasi dimenticavo: tra poco ci sarà il colpo di scena... Anzi, mi sa proprio che lo metto nel prossimo capitolo owo

Anya: Ho paura...
Nah, non devi ^w^
Alla prossima!

   
 
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