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Autore: Sammi Hock    14/02/2014    5 recensioni
Juls è una ragazza sola e triste, combatte tutti i giorni con i suoi demoni interiori. Sarà costretta a cambiare scuola e città a causa del bullismo fatto nei suoi confronti. Nella nuova scuola incontrerà una ragazza molto simile a lei, non mancheranno i colpi di scena e situazioni drammatiche...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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"Warm kiss"

 
Come ogni sabato, ormai da parecchio tempo ero abituata a svegliarmi all'alba,
non era di certo qualcosa di "normale" per una ragazza della mia età; durante la
notte non dormivo molto, venivo svegliata di soprassalto a causa dei brutti sogni.
Ce n'era uno piuttosto ricorrente; sognavo di perdermi per un labirinto circondato
da rose rosse piene di spine e venivo rincorsa da uno strano essere.
Di che essere si trattasse non ne ho avuto ancora la risposta, mi svegliavo sempre
in preda al panico e sudata.
Aprì gli occhi, la stanza era ancora buia, erano le 5:47 di una fredda giornata di inizio
dicembre, fuori dal finestrone riuscivo a percepire ancora la luce fioca della luna e il
vento gelido che faceva oscillare le palme.
Mi decisi a mettere piede fuori dal piumone caldo, mi stiracchiai preoccupandomi di
non fare molto rumore per non svegliare mamma che da lì a poco si sarebbe dovuta
alzare per correre in ufficio.
Mamma lavorava come segretaria per un noto ufficio di avvocati di Los Angeles.
Scesi giù in cucina, la preferivo rispetto a quella che avevamo a Londra, era spaziosa,
moderna e molto più accogliente. Misi a bollire dell'acqua per il caffè, nero e amaro,
entre in un'altro pentolino bolliva il latte per il porridge che avrei guarnito con fragole e cannella.
Quando la mia colazione fu pronta la misi in un vassoio e me ne ritornai in camera,
mi sedetti sul davanzale lungo il finestrone e mi misi a mangiare.
Amavo quel posticino, era l'unico dove potevo starmene tranquilla e osservare l'ipocrisia della gente che
iniziava a fare capolino dalle proprie abitazioni.
Erano le 7:35, in cielo era comparsa la luce rosata dell'alba e sulla tazza bianca non era
rimasta neppure più una goccia di caffè.
Mamma era già pronta per andare via, si affacciò in camera mia.

- Amore, corro a lavoro, ci sentiamo stasera, fai la brava e chiamami se hai bisogno. -
mi sorrise e corse via.
Avevo due scelte quel giorno: una era rimanere a casa per il resto della giornata,
l'altra era vestirmi, uscire di casa e fare una sorpresa a Demi per vedere come stava.
Stranamente scelsi la seconda.
Iniziai a prepararmi, erano quasi le undici del mattino, pianificai di arrivare a casa di
sua all'incirca a mezzogiorno. Feci una doccia calda, i vecchi tagli bruciavano ancora
e sanguinavano a causa dell'alta temperatura; mi avvolsi in una lunga asciugamano,
presi dell'alcol e mi disinfettai i polsi che dopo di che avvolsi con delle nuove garze,
il mio viso si contorceva dalle smorfie di dolore.

Indossai i jeans neri e stretti che avevo comprato a Camden Town poco prima di partire,
una felpa con scritto "Gap" ed ai piedi delle creepers nere; quel giorno mi sentivo meglio,
diversa, apprezzavo di più me stessa, cosa che avveniva davvero di rado.

Uscì dalla porta sul retro per evitare il passaggio dal "sentiero di Cappuccetto rosso",
percorsi un vicolo non molto stretto per poi ritrovarmi in una delle strade principali di L.A.
Prima di andare a casa di Demi, che abitava in una casetta di legno molto carina in prossimità
di Venice Beach, decisi di passare dal suo negozio di Cd preferito per farle un regalo.

Entrai in negozio, sopra alla mia testa c'erano dei campanellini che suonavano al mio passaggio.
Davanti al bancone c'era sempre John.
- Ehm... Ciao. - ero molto imbarazzata.
- Ciao! Ti ho già vista qui... Aspetta, sei la ragazza che è venuta qui con Demi qualche settimana fa? -
mi sorrise, i piercings che aveva alle guance rientravono un pò formando delle tenere fossette.
- Si, sono io, mi chiamo Juls. - sorridevo in modo molto nervoso.
- Si, mi ricordo, come posso aiutarti bellissima Juls? -
Era la prima volta che un ragazzo si rivolgeva così nei miei confronti, quindi arrossì.
Abbassai lo sguardo per il troppo imbarazzo e risposi.
- Vorrei regalare un Cd a Demi, ma non conosco molto sui suoi gusti musicali, mi sapresti aiutare? -
- Certo, conosco molto bene Demi, scegli un classico come qualcosa dei Beatles e andrai sul sicuro. -
Mi porse un grande disco di vinile.
- Ecco, credo le manchi questo, “let it be”, tieni. -
Lo ringraziai e mi diressi verso l'uscita.
- Aspetta Juls! - mi voltai di scatto.
- Si? -
- Volevo solo chiederti se stasera vi andrebbe di venire ad un falò in spiaggia. -
ero elettrizzata e spaventata all'idea.
- Ehm, lo chiedo a Demi e ti faccio sapere. -
- Ti lascio il mio numero. - me lo scrisse su un pezzo di carta da lettere ingiallita con una stilografica.

Una festa in spiaggia? Non potevo crederci, cosa ci si mette in queste occasioni?
Mi ero già pentita di avergli detto che ci avrei pensato.
Intanto ero arrivata al vialetto della casa di Demi, il sole faceva splendere le vetrate delle finestrelle.
Bussai una prima volta alla porta, nessuna risposta.
La seconda volta la porta si spalancò.
- Juls! Cosa ci fai qua?-
Demi mi guardò sorpresa e mi fece subito accomodare in casa.
- Sono passata per vedere come stavi e… ti ho portato un pensierino.-
allungai una mano fecendole vedere l’album.
- Grazie mille! – sembrava felice.

Mi portò in camera sua, la madre e la sorella Madison non erano in casa e
quindi eravamo libere di parlare di ciò che volevamo.

- Senti, John mi ha chiesto se stasera vogliamo andare in un falò in spiaggia con lui, che ne dici?-
pensavo che fosse ancora troppo scossa dalla situazione del padre.
- Si, andiamoci, ci farà bene.-
Chiamai John per informarlo che saremmo venute e lui mi disse che sarebbe passato a prenderci alle nove di sera.
Chiamai mia madre che mi diede il consenso e mi fece la solita ramanzina.

Suonò il campanello, erano le nove e mezza e John ci aspettava alla porta, prima di andare
Demi prese la sua chitarra e un borsone con due coperte.
In spiaggia c’erano una ventina di persone tra ragazzi e ragazze, tutti più grandi di me e Demetria,
ognuno aveva una birra in mano.

Il falò era già acceso e la musica era alta, mi sentivo un po’ a disagio in mezzo a tutti quei sconosciuti.
- Dai lasciati andare!- un ragazzo di nome Nick si era avvicinato a me, pensava davvero
che mi mettessi a ballare?
Povero illuso, io me ne stavo seduta sulla sabbia avvolta da una coperta mentre
Demi strimpellava qualcosa sulla sua chitarra.
Ad un certo punto un ragazzo a me sconosciuto propose di fare il gioco della bottiglia.
Scherziamo?
Il gioco della bottiglia tra quei cannati ubriaconi?
Dovetti accettare a mio malgrado. Ci disponemmo a semi-cerchio, il fuoco ardeva e
faceva scoppiettare la legna secca raccolta in spiaggia, Demi si sedette alla mia destra
mentre alla mia sinistra c’era una certa Katy, una biondina, occhi azzurri che aveva passato
tutta la serata a sbaciucchiare qualunque ragazzo le si avvicinasse.

John fece ruotare la bottiglia di birra vuota, speravo che non fermasse a me.
Il primo turno la scampai bella.
La bottiglia tornò a girare e si fermò su Demi, il fortunato l’avrebbe dovuta baciare.
Stava quasi per fermarsi, e si posò proprio su di me, mi misi a ridere,
non l’avrei mica baciata sul serio.
Un coretto si alzò d’improvviso.
- Bacio! Bacio! Bacio! – ridevano, per loro era divertente tutto ciò?
Trovavano divertente il fatto che io e Demi ci dovessimo baciare?
Non volevo, non perché mi facesse schifo o altro, la situazione mi imbarazzava molto.
- Dai, cosa vuoi che sia, facciamolo.-
Mi avvolsi sulla coperta calda, tutti ci fissavano aspettando che succedesse qualcosa,
abbassai lo sguardo, Demi mi si avvicinò lentamente, appoggiò la sua mano destra sulla
mia guancia bianca e fredda.
Tremavo.
I nostri volti si avvicinarono, in quel momento il resto non contava, tutto scomparve;
Il fuoco, l’oceano e le stelle non c’erano più.
Un bacio breve ma intenso, dopo di che mi sorrise.

Ma bottiglia continuava a girare, fortunatamente la sorte fu meno beffarda con me successivamente,
così dopo poco meno di un’oretta smettemmo di giocare.

Erano ormai le 5 del mattino, poco più o poco meno, aprimmo tutti i sacco a pelo e
ci mettemmo a dormire. Io ovviamente dormì insieme a Demi, ogni suo respiro mi
metteva in soggezione, non riuscivo a prendere sonno, ero imbarazzata ma nello stesso tempo impaurita.

Finalmente chiusi gli occhi e mi addormentai.

Il mattino seguente mi svegliai piuttosto presto, il sole batteva sulle nostre faccie, e
la salsedine aveva incrostato i nostri capelli.
Era tardi, dovevo correre a casa o mamma si sarebbe arrabbiata, decisi di lasciare un
bigliettino a Demi dove le spiegavo tutto e scappai via racimolando tutte le mie cose.

Erano più o meno le 10:30 del mattino, mamma stava ancora dormendo.
salì frettolosamente le scale chiudendomi in camera mia.
Mi sedetti sul davanzale del finestrone ripensando a quel maledetto bacio.

 

NOTE DELL'AUTRICE:
SCUSATE PER LE CONTINUE ASSENZE, LE MOTIVAZIONI SONO SEMPRE LE STESSE, MI STO SFORZANDO MOLTO A PUBBLICARE CAPITOLI CON MAGGIOR FREQUENZA, PER IL RESTO SE VOLETE RESTARE AGGIORNATI POTETE CONTATTARMI SU TWITTER: @zMuchLoveHarryz
BUONA LETTURA! :)
  
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