Ovviamente si credeva più intelligente di Sherlock Holmes, non dubitava in alcun modo di poterlo sconfiggere, anche se avrebbe richiesto una notevole dose di acume e di preparazione superiore alla normalità – sarebbe potuto essere addirittura divertente. Tuttavia, non avrebbe mai pensato che quell’uomo potesse essere insieme tanto brillante e ottuso contemporaneamente, come se il suo grande spirito di deduzione funzionasse unicamente in un certo campo ed escludesse completamente altri – una limitazione che era un difetto imperdonabile, e per questo Jim Moriarty sapeva che sarebbe stato lui a ottenere la vittoria. Lo aveva compreso quando aveva usato la persona che aveva ritenuto più inutile di tutte tra quelle che circondavano il grande consulente detective, quando si era finto un’idiota con così grande maestria da ingannare chiunque – ingannare principalmente l’ingenua Molly Hooper.
Era incredibilmente raro che il ruolo prescelto da se stesso da interpretare nella società gli procurasse un reale senso di piacevolezza – puro e lieve, come una carezza in grado di fargli dimenticare almeno per qualche secondo di illusoria beatitudine il perché lui si trovasse lì con lei. Come Sherlock Holmes potesse ignorare quanto potenziale c’era in quella donna, quanto potesse diventare magnifica e utile, non lo comprendeva e invidiava l’evidente adorazione amorosa che lei provava nei confronti di quello che era più un alter ego che una nemesi da schiacciare. Forse era anche per quella ragione che si era preso una piccola rivincita rimanendo con Molly Hopper qualche tempo in più del previsto, per poter far pesare sulla coscienza di Sherlock Holmes, quando se ne sarebbe reso conto, di quanto aveva allungato le proprie grinfie su ciò che pensava di possedere in esclusiva – e ne aveva ottenuto molto più di lui, perché non si limitava a prendere poco dalle possibilità della vita, ma le pretendeva tutte come un bambino capriccioso e Molly era stata solo quello. Una vanteria in più, anche se adorabilmente piacevole con le sue carezze pacate, il suo impaccio da ragazzina e una mente incredibilmente allettante quando si dimenticava di essere imbranata.
Magari un giorno se la sarebbe ripresa, per ferire un po’ di più il narcisismo di quell’uomo e aumentare il proprio, nel frattempo rimaneva a fissare il corpo addormentato della donna mentre si rivestiva silenziosamente, abbandonando per sempre l’appartamento della stessa.





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