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Autore: HuGmyShadoW    19/06/2008    3 recensioni
[...]Nella stanza il silenzio era calato improvviso e soffocante come un'invisibile coperta. I due ragazzi erano lì in piedi, davanti alla madre, a lottare disperatamente con qualcosa nel loro petto per assimilare quanto avevano appena sentito. Infine, Bill deglutì nervosamente e scambiando un'occhiata obliqua con Tom, quasi a cercare una conferma, sussurrò:-Noi... Abbiamo un altro gemello?!-[...]
Una soffitta, un segreto mantenuto tale per diciotto, lunghi anni, due o forse più esistenze totalmente sconvolte... E voi che fareste nel sapere di avere un altro fratello?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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°(Tre)°



Fui il primo ad udire la porta sul retro che sbatteva. Trasalii e balzai in piedi con un sussulto. L’adrenalina aveva ripreso a circolare, permettendomi di avere una percezione più accelerata del mio mondo. Afferrai il piatto ancora pieno davanti a me e lo gettai nel lavabo, nel quale atterrò con un tonfo secco. Con il cuore in gola, sfrecciai a scaraventare la torta nel frigorifero, con coltello e tutto. Infine, mi voltai per dare un bacio a mamma e notai che non si era ancora mossa dalla posizione in cui si trovava: la schiena curva, la testa bassa, le spalle cascanti.

-Mamma?-, chiamai preoccupato inginocchiandomi davanti a lei.
Lei sorrise asciugandosi gli occhi e mi prese le mani.
-Scusami, Jake... Avrei tanto voluto che questo fosse stato un compleanno diverso, per te-.
Mi allungai a baciarle la guancia senza riuscire a mandare giù il groppo che mi bloccava la gola.
-Lo è stato... Grazie di tutto-.
Lei ridacchiò istericamente e mi carezzo il viso, delicata come il battito d’ali di una farfalla.
Passi nell’atrio.
-Simone, ci sei?-.
-È papà... Devo andare-, sussurrai in fretta e furia. Strinsi le sue mani nelle mie e sfrecciai fuori proprio nell’istante in cui la seconda porta della cucina si apriva.
-Simone... Che succede?-, sentii chiedere papà prima di imboccare tristemente le scale e raggiungere di nuovo la mia Tana. Mi chiusi la scricchiolante porta di legno alle spalle e barcollai a stendermi sul mio letto tutto cigoli.
A pancia in su, rimasi a fissare per un lasso di tempo interminabile la polvere vorticare in una strana danza lungo il cono di luce proiettato dalla finestrella. La luce cambiò, diventò più morbida e scura, solo un pallido riflesso del giallo intenso di quella mattina. Non sentivo niente, né la fame né il bruciore delle lacrime che mi scorrevano pigre sulle guance. Il tempo passava, passava, passava, senza un qualcosa che potesse attirare nuovamente la mia attenzione e risvegliarmi da quello stato catatonico in cui mi trovavo. Potevo solo guardare senza vedere davvero il soffitto e pensare; più che altro, immaginare, fantasticare... Come sarebbe stata la mia vita se il destino avesse deciso diversamente per me, cosa avessi provato nell’essermi svegliato in un vero letto, in una vera stanza, magari proprio quella mattina, il mio compleanno. Sorrisi, mentre altre lacrime, a mia insaputa, mi sgorgavano dagli occhi arrossati e stanchi. Faceva troppo male pensare agli “e se...”, perciò smisi.
Altri secondi, minuti, ore che si accumulavano inerti in un angolo della mia stanza e da lì mi fissavano con occhi spenti...

Solo quando fui scosso dai primi spasmi mi accorsi di avere freddo. Sbattei le palpebre, confuso, mi asciugai gli occhi e afferrai l’orlo delle tante coperte. Avevo le braccia e le mani intorpidite, tanto che solo dopo alcuni tentativi riuscii a tirarmele con un sospiro fin sopra la testa. Al caldo, sotto quell’improvvisato rifugio nel Rifugio, mi concessi di chiudere gli occhi e far finta di non esistere. A poco a poco il freddo si calmò. Forse mi addormentai. Persi di nuovo la cognizione del tempo... ma l’avevo mai avuta?
All’improvviso mi svegliai, non bruscamente, quasi incalzato da qualcosa. Sbadigliai e finalmente mi azzardai a far capolino con la testa dal mio fagotto di coperte, anche perché stavo soffocando lì sotto! Mi rizzai a sedere ancora intontito e volsi lo sguardo in alto...
-Wow-, mormorai improvvisamente sveglio, alzandomi in piedi sul letto. Dal cielo malinconico e grigio, solo un ricordo sbiadito del blu terso di quella mattina, fioccavano disordinatamente angeli bianchi. Piccoli o grandi, svelti o restii a lasciare la propria nuvola, un’infinità di fiocchi di neve scendevano dal cielo. Mi avvolsi una coperta attorno alle spalle e salii sopra al comodino, in prossimità dell’unica finestrella ad oblò della mia “camera”.
Lo spettacolo che mi si parò davanti mi spezzò il fiato. La città, sotto di me, imbiancata e silenziosa, sottomessa al candore della neve. E capii.
Che lungo le strade ghiacciate non sarebbe passata alcuna macchina; sui tetti di zucchero filato non avrebbe saltato nessun gatto; i vialetti sarebbero rimasti vuoti delle passeggiate degli adulti. La neve proteggeva il silenzio e l’innocenza...
Sbam!
Il tonfo secco della porta che sbatteva mi fece quasi cadere dal comodino per il salto di un metro che feci! Scesi prudentemente rabbrividendo al contatto dei miei piedi col pavimento gelato. Trascinandomi dietro la coperta come una specie di strascico imbottito saltellai in punta di piedi verso l’entrata.
In un primo momento credetti di essermi perfino sbagliato, di non aver mai sentito niente perché nella penombra sempre più fitta non scorsi alcunché. Stavo per tornarmene alla finestrella, intenzionato a passarci l’intero pomeriggio e forse anche la sera, quando un lembo colorato di qualcosa che non avevo proprio notato attirò la mia attenzione. Tornai indietro e mi inginocchiai vicino alla “cosa”, mezza infilata sotto la porta. La tirai fuori e me la alzai davanti al viso, aguzzando la vista, curioso. Quando capii di cosa si trattasse non potei fare a meno di sorridere. Me lo strinsi al petto e corsi ad imbacuccarmi di nuovo a letto: gli spifferi nella Soffitta erano tremendi e non potevo permettermi di ammalarmi! Mi avvolsi stretto nelle coperte, improvvisamente euforico, e accesi la piccola lampada a braccio che stazionava da sempre sul mio comodino. Mi ravviai i capelli spostando dietro le orecchie un ciuffo scuro dispettoso. Eccitato, accarezzai il dorso del volumetto nero a scritte oro, il mio unico regalo di compleanno.
‘Oceanomare’ recitava l’elaborata grafia dorata sulla copertina.
“Mmm... Chissà com’è”, pensai curioso.
Sollevai la copertina rigida e l’immagine di un mare arrabbiato, grigio, tumultuoso, eppure affascinante e seducente mi apparve sotto il titolo, stavolta declamato in un carattere nero più sobrio.
Fuori, la neve continuava a cadere silenziosamente, ma io ero già stato rapito dalle onde di parole, frasi e pagine che i miei occhi scorrevano rapidamente. Dietro quella pagina bianca si accavallavano maree spumose e fiotti color acciaio implacabili e morbidi e orizzonti infiniti dipinti di sole. I miei occhi scivolavano insaziabili sulle ordinate file nere, scoprendo a poco a poco un mondo diverso mai immaginato.

Infine, posai il libro. L’avevo finito incredibilmente in fretta, affamato di quel sapore di salsedine che potevo sentire provenire dalle pagine, affamato di vita, di racconti altrui, anche se così tristi e orribilmente veri. Gli occhi mi bruciavano e mi sentivo la testa pesante. Sbadigliai, pronto a lasciarmi andare al mondo dei sogni, quando un rumore al piano di sotto mise in allarme i miei sensi. Tesi le orecchie. Una porta che si chiudeva non troppo silenziosamente. Risate soffocate. Voci maschili, giovani, chiare. Altre risate ed infine un silenzio costellato di qualche raro sussurro.
Abbandonai la testa sul cuscino con un sospiro e mi stropicciai stancamente la fronte. Accidenti. E chi se lo poteva ricordare che proprio oggi sarebbero tornati a casa i miei fratelli?!

°°°
Ta-daaan! Colpo di scena! ^^  
Scusatemi se non aggiorno sempre presto, ma i miei impegni verso la comunità crescono di giorno in giorno, allontanandomi sempre più dal pc! T^T
Ma non temete, in qualche modo riuscirò a scrivere qualcosina per voi!
Allora, ringrazio chi ha messo la mia ficcy fra i preferiti, chi ha commentato (sperando che mi lasci una recensioncina sempre :P) e anche chi ha solo letto, che mi fà tanto felice lo stesso! ^^
Vi saluto, alla prossima!

   
 
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