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Autore: CrystalRose    18/02/2014    2 recensioni
Perché Loki da dopo la caduta dal Bifrost a The Dark World si è comportato nel modo che noi tutti sappiamo? E se tutto quello che ha fatto, fosse stato l'unico modo per salvare la persona amata?
[Pre Avengers-The Avengers- Thor TDW- accenno a Age of Ultron fino a Ragnarok/post Ragnarok]
[Elementi dei film, fumetti e mitologia norrena]
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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walk
ONLY FOR HER

Asgärð, Bifrost


Loki guardò negli occhi, per l’ultima volta, colui che fino a poco tempo prima riteneva suo padre.

Odino non fece trasparire nessuna emozione dal suo viso regale. Era deluso dal comportamento di Loki.

Il giovane principe, d’altro canto, voleva esser accettato per quello che era, uno Jötunn. Voleva dimostrare che poteva essere un valido successore al trono di Asgärð proprio come suo fratello.

Essere re era suo diritto di nascita ma anche Thor aveva quel diritto, quindi due re per lo stesso trono non ci potevano essere.

Una lacrima solcò il viso di Loki che lasciò la presa dallo scettro che lo teneva aggrappato alla vita e a Thor.

-Loki noooooo!- fu l’urlo del suo amato fratello, che impotente lo osservava cadere nell’oblio.

Il dio dal mantello verde venne risucchiato nel portale che si era aperto a causa della rottura del ponte Bifrost.

L’ultima cosa che Loki vide fu la disperazione negli occhi blu del dio del tuono.

 

 

 

 

Una mano afferrò quella dell’Ingannatore, arrestando la sua caduta.

Ora il giovane principe era prigioniero di Thanos.

 

 

 

 

Pianeta Chitauri.

 

Loki aprì gli occhi. Ridacchiò nel scoprirsi ancora vivo.

-Che hai da ridere asgardiano?- tuonò una voce lì vicino.

Il dio si guardò intorno e si accorse di essere seduto contro una parete rocciosa e incatenato.

La voce che aveva parlato, proveniva dall’oscurità.

-Dove sono?- domandò.

-Sei prigioniero dei Chitauri, principessa- disse la voce uscendo allo scoperto.

Loki sorrise malefico e ruotò la mano destra di novanta gradi.

Una piccola luce verde illuminò il luogo angusto dove si trovavano.

Il Chitauro sparì, dopo esser stato colpito dalla magia dell’asgardiano.

-Buon viaggio, principessa-

Si alzò a fatica ma non poteva muoversi per una lunga distanza poiché le catene erano corte.

All’improvviso nella sua mente si palesò un ricordo: Miðgarð da qualche parte possedeva un oggetto che un tempo apparteneva ad Asgärð. Era un cubo blu, fonte inestimabile di energia che se fosse entrato in suo possesso avrebbe aumentato la sua magia.

Ma erano un bel po’ di tempo che nessuno aveva notizie del cubo. Sapeva per certo che era sulla Terra. Doveva cercarlo.

Il Tesseract, questo il nome del cubo, doveva essere suo.

Voleva vendicarsi di Odino e di Thor, lui meritava di essere re.

Lui, soltanto lui!

Quel cubotto poteva essergli d’aiuto ma doveva scappare da dove si trovava.

Ruotò nuovamente la mano destra con l’intento di liberarsi dalle catene.

Non accadde nulla.

Senza perdersi d’animo ritentò una, due, tre volte.

-Dannazione!- esclamò tirando le catene verso di sé in un impeto di frustrazione.

-Non te ne andrai facilmente da qui, gigante di ghiaccio-

Il dio degli inganni si irrigidì.

-Benvenuto sul pianeta dei Chitauri-

Loki si voltò ritrovandosi a faccia a faccia con L’Altro.

Era un personaggio alquanto singolare. Portava una strana armatura color ghiaccio rifinita d’oro, lo copriva fin sul naso. Un mantello nero con cappuccio lo avvolgeva quasi completamente. Un velo grigio, incrociato, gli copriva gli occhi.

Quell’essere non aveva bisogno di vedere, lo faceva con la mente. Ed era molto pericoloso.

Il dio non fece in tempo a ribattere che L’Altro lo fece cozzare di schiena contro la parete. E quello fu soltanto l’inizio.

 

I giorni passavano sotto le più atroci sofferenze.

Loki veniva sottoposto a svariate torture col fuoco. Veniva esposto per ore al contatto di una fiamma. Legato mani e piedi, pativa quel supplizio per molte ore al giorno.

Per molto tempo. Finché i giorni non divennero settimane e le settimane mesi. Fino a che passò un anno.

I Chitauri contavano che da Asgärð sarebbe arrivato qualcuno a reclamare il giovane principe ma non venne mai nessuno. Non volevano ucciderlo, poteva sempre servire loro per ottenere qualcosa in uno dei Nove Regni, un dio fa sempre comodo.

Un giorno, arrivò la voce che qualcuno su Miðgarð avesse trovato un vecchio oggetto asgardiano, cercato da Thanos da moltissimi anni.

Il Tesseract.

Era giunto, finalmente, il momento di sfruttare il loro prigioniero. Essendo di Asgärð sicuramente sapeva come funzionasse il cubo e come recuperarlo. Ma non sapevano che l’Ingannatore cercasse la stessa cosa.

 

Loki era spossato sia fisicamente sia mentalmente.

Non capiva cosa volessero da lui, forse sarebbe stato meglio se fosse morto cadendo dal Bifrost.

Non aveva mai pensato che essendo un Gigante di Ghiaccio avrebbe patito così tanto il caldo. I Chitauri non erano così stupidi come pensava.

Aveva molte scottature sul corpo, alcune vecchie e altre più fresche.

Era stanco e la sua magia lo stava abbandonando. Gli sembrava di essere lì da secoli, il rancore che provava aumentava di giorno in giorno. Aveva capito che lo tenevano in vita prima per ottenere qualche sorta di scambio col suo regno ma poi, visto che nessuno era venuto a salvarlo, le torture si interruppero da un giorno all’altro.

Forse la sua fine era vicina perché erano tre giorni che era stato liberato dalla tortura giornaliera e stava meditando la fuga.

Si era ricordato di aver visto da qualche parte il passaggio che dal mondo dei Chitauri portava ad uno dei Nove Regni.

Assomigliava alla postazione di controllo di Hemidall su Asgärð, solo che questa, invece di essere dorata era nera come le tenebre.

Non sapeva dove andare, di certo non su Asgärð, poi si ricordò del Tesseract.

Per alcuni giorni pensò al modo di raggiungere il portale, ma prima doveva trovare il modo di liberarsi delle catene.

Dopo due giorni di tentativi, riuscì finalmente a trovare l’incantesimo giusto per liberarsi. Ci voleva ben altro per fermare il dio degli inganni.

Agì di notte per non essere scoperto, non che facesse differenza agire di notte o di giorno, quel pianeta era perennemente al buio. I Chitauri avevano il sonno pesante, difficilmente si sarebbero accorti della sua fuga.

Una volta raggiunto il portale, si ritrovò di fronte due Chitauri che, ben svegli, facevano la guardia.

I due alieni fecero appena in tempo a rendersi conto chi avessero davanti, che sparirono in una nuvoletta verde.

Loki attivò il portale, muovendo l’unica leva presente. Non funzionava esattamente come quella del Bifrost.

Scelse ovviamente Miðgarð. Senza sapere che la sua vita lo stava portando su un sentiero inaspettato.

 

Miðgarð, Oxford University

 

Erin si era incantata a guardare le gocce di pioggia che scivolavano sul vetro delle grandi finestre e immaginava.

Immaginava  battaglie tra gli dei della mitologia norrena contro quelli della mitologia greca.

Thor contro Zeus. Tuono contro tuono, fulmine contro fulmine.

-...e così Thor dopo aver ucciso Miðgarðsormr, morì dopo aver inalato il suo soffio velenoso…- il professor Harris, intanto, portava avanti la sua lezione di mitologia norrena.

Erin non sapeva chi avrebbe vinto tale scontro, forse Thor o forse Zeus.

-…Bene, ragazzi per oggi abbiamo finito. Settimana prossima analizzeremo le figure femminili: Frigg, Sif e Sigyn-

Erin si riconnesse con il mondo, si alzò e scese le scale stancamente. Era stata una giornata pesante, tutto il giorno chiusa in biblioteca tra i libri di mitologia norrena e classica.

Era una ragazza qualunque, capelli lunghi castani e occhi blu mare, carina sì, ma nulla di straordinario. Era all’ultimo anno del college, quel corso lei lo aveva già frequentato ma doveva parlare con il professor Harris per il progetto finale del suo corso di studi, il quale prevedeva un confronto tra gli dei pagani greci e norreni.

-Oh signorina Hall, allora come procede la sua ricerca?- le domandò il professor Harris, non appena la vide avvicinarsi alla cattedra.

-Procede, grazie. Le volevo chiedere alcuni titoli di opere che si sono occupate di mitologia norrena nel Seicento-

-Certo, al momento non mi viene in mente molto di rilevante, passi domani in ufficio e le farò avere la lista completa-

Erin sorrise mestamente.

“E te pareva” pensò. “Buco nell’acqua”.

Se l’avesse saputo prima avrebbe evitato di sorbirsi due ore di lezione.

Adorava la mitologia norrena e il modo di spiegare di Harris, ma quel giorno era veramente stanca, voleva solo buttarsi sul letto e dormire minimo 24 ore di fila.

 

Qualche minuto dopo, era già in auto diretta nella sua casa di campagna, un poco isolata rispetto a Oxford. Tagliò per il piccolo bosco, come era solita fare.

All’incirca a metà strada notò, una figura nera sul ciglio della strada.

Fermò la macchina e scese senza ombrello per verificare cosa fosse.

Una pioggerellina fastidiosa iniziò a inumidirgli il viso.

Avvicinandosi notò che quelle erano due gambe, vestite di nero.

Si augurò vivamente che, tra i cespugli, esistesse anche una parte superiore. Non voleva fare un macabro ritrovamento di un cadavere smembrato da qualche pazzo psicopatico.

Quando fu vicino, vide che l’uomo non si muoveva. Sangue non ce n’era quindi spostò le frasche e con sorpresa notò che era un giovane ragazzo, dai capelli neri abbastanza lunghi. Il viso presentava sulla pelle candida delle ferite. Forse dovute all’impatto con le frasche.

Era completamente vestito di pelle nera, qualche sbuffo di verde e molto metallo sul petto ed avambracci.

Le ricordava qualcuno ma non sapeva chi.

Si accovacciò accanto a lui e posò due dita sulla carotide del ragazzo per verificare se avesse ancora battito. Per fortuna sì.

Cercò di muoverlo ma aveva deboli reazioni.

Lo afferrò per la mano sinistra e cercò di muoverlo, pesava troppo per lei. Così prese anche l’altra mano e lo trascinò alla macchina.

-Madre- mormorò il ragazzo.

La studentessa alzò gli occhi al cielo.

-No, non sono tua madre. Tu sicuramente hai bevuto troppo ad un party universitario, anche se carnevale è passato da un bel po’-

Si voltò un secondo per guardare quanto mancasse alla macchina e vide accanto alla portiera aperta un grosso lupo nero con due occhi verdi che la osservavano. Dal collo pendeva un ciondolo rettangolare senza alcuna incisione. Erin lo riconobbe come Wird, ovvero la runa bianca che rappresentava l’ignoto e il destino.

Ammesso che fosse una runa.

Lo guardò terrorizzata.

Che ci faceva un lupo nei dintorni di Oxford?

L’animale le se avvicinò, mansueto, leccò il viso al ragazzo e si strusciò sulle gambe di una Erin paralizzata dal paura.

-Fenrir- mormorò il ragazzo.

Guardò il ragazzo con gli occhi sbarrati, fece mente locale tra i suoi colleghi del corso di Harris, mai visto prima.

E poi Fenrir era molto più grande di quel lupo.

Sicuramente aveva bevuto ma lo caricò lo stesso in auto, a fatica, e lo portò a casa sua.

Senza sapere che il suo destino, predetto dalle rune alla sua nascita, aveva iniziato pericolosamente a prendere vita.

 

 

A million miles away

Your signal in the distance

To whom it may concern.

I think I lost my way,

Getting good at starting over […]

Walk – Foo Fighters

 

Spazio autrice:

Ciao a tutti!

Questa è la mia prima fic in questa sezione, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che la storia vi intrighi ^^

Non sarà molto lunga, almeno credo, al momento sono 16 capitoli in tutto.

La storia di fondo è quella narrata dalla Marvel nei film e in questa what if, vi svelo cosa c’è dietro in realtà alla “pazzia” di Loki, sempre secondo la mia fervida immaginazione. Ci sarà anche un po’ di mitologia norrena a farci compagnia, insieme agli Avengers ;) spero di non fare pasticci con la mitologia ma mi sono affidata a blog specializzati. Verrà fuori una cosa carina, spero!

Erin al momento non ha la più pallida idea di chi si stia portando in casa, la sua vita cambierà sicuramente. Tranquilli non ci saranno smielose, anche perché abbiamo a che fare con Loki :D

Ah il lupo non è Fenrir, diciamo che Loki ha avuto un sorta di “segnale dal futuro” XD però tenetevelo a mente.

Per quanto riguarda le rune legate a Erin, lo scoprirete tra qualche capitolo (devo mantenere la suspence!)

Ultima cosa, spero che abbiate colto il riferimento musicale, a me piace scrivere abbinando un capitolo a una canzone, infatti alcuni tra i titoli dei capitoli si rifanno alla colonna sonora dei film.

Grazie di cuore a tutti quelli che si sono fermati a leggere e che vorranno continuare a farlo.

Un abbraccio

CrystalRose.

 

Ps: credo di aggiornare una volta alla settimana ;)

   
 
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