Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    18/02/2014    6 recensioni
Tutto sembra procedere per il meglio ad Arendelle: Elsa ed Anna cercano di recuperare il tempo perso, ed intanto la principessa cerca di chiarire il suo rapporto con il suo-più-che-amico, Kristoff. Ma, durante il suo primo viaggio fuori dal regno, Anna è vittima di un incidente. Questo potrebbe mettere in pericolo il fragile equilibrio creatosi dopo il Grande Inverno? R&R!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9: Di incomprensioni, magie con i capelli e incredibili nozze

 

Dopo aver ritrovato i paggi, che li avevano condotti nelle loro stanze, i due ragazzi si erano dati appuntamento per qualche ora dopo, avviandosi ognuno nella propria camera, scambiandosi occhiatine mielose.

Anna si era richiusa la porta alle spalle, appoggiandovisi pesantemente contro, sospirando felice: aveva fatto un altro passo avanti con Kristoff, ed era sicura che con un po’ di studiata dolcezza e di persuasione, il ragazzo l’avrebbe chiesta in moglie nel giro di qualche settimana.

Poi, stanca e provata dalle troppo emozioni di quella mattinata, si era buttata sull’enorme letto a baldacchino che stava al centro della stanza, sprofondando tra i cuscini di broccato panna, e si era addormentata di nuovo, cullata dalla lieve brezza salmastra che muoveva le leggere tende di georgette.

 

Qualche ora dopo venne svegliata da un lieve bussare alla porta, che la ridestò dai suoi sogni su un futuro favoloso e splendente al canto di Kristoff: “Si!”- subito saltò a sedere sul letto, guardandosi attorno per capire dove si trovasse.

-“Vostra Altezza, la regina Primrose, mi ha mandata per aiutarla.”- la voce di una giovane donna le giunse piano dalla porta.

Anna si precipitò alla porta, aprendola, spaventando la cameriera, che saltò sul posto prima di inchinarsi velocemente.

-“Aiutarmi?”- chiese scettica la principessa.

-“S-si, per aiutarla a vestirsi e ad acconciarsi i capelli…per le nozze.”- disse in un soffio la ragazza, che poteva avere si e no la sua età, tenendo lo sguardo fisso in terra.

-“Oh…si, certo. Vieni, entra.”- Anna la fece entrare, richiudendo la porta e dandosi mentalmente della stupida: aveva portato tutto quello che le occorreva, ma aveva dimenticato la sua fidata Grace. Per fortuna la regina era stata più previdente di lei, altrimenti sarebbe arrivata al matrimonio in sottana e scarpe da camera.

-“Da dove vuole cominciare?”- la ragazza continuava a guardarla di sottecchi, senza indugiare troppo con lo sguardo sulla sua esile figura.

-“Ehm…credo che sarebbe meglio cominciare da un bagno caldo. Che ne dici?”-

-“Come desidera.”-

-“Puoi guardarmi, non ti mangio mica!”- la rassicurò Anna, divertita.

 

Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando Lucy, il nome della cameriera che le aveva mandato la regina, era entrata in camera sua e l’aveva aiutata a preparare il bagno caldo che tanto desiderava. Dopo essere rimasta a mollo per mezz’ora, accarezzata dalla schiuma profumata che la ricopriva interamente, Lucy l’aveva aiutata a vestirsi e le aveva accarezzato ed intrecciato i capelli, in modi che nemmeno pensava possibili.

Ora si stava ammirando in tutto il suo splendore allo specchio, con gli occhi luminosi di Lucy puntati sulle spalle: “Come ti sembro?”- chiese Anna tutta emozionata.

-“Un incanto, Vostra Altezza.”-

-“Beh, se sono così è anche merito tuo, chi ti ha insegnato a fare quelle ‘magie’ con i capelli?”- le chiese mentre si aggiustava qualche ciuffetto fuori posto.

-“Ho quattro sorelle più piccole*, maestà, tutte con i capelli lunghi e rossi come i suoi… quando sono a casa mi chiedono sempre di intrecciarli in strane acconciature, e così faccio pratica.”- le sorrise, lusingata del fatto che la principessa apprezzasse le sue doti.

-“Immagino tu sia una sorella maggiore eccezionale! Ora che ci penso, potrei imparare anch’io, facendo pratica sui capelli di Elsa…sono sicura che me lo lascerebbe fare.”- Anna già fantasticava sulle varie acconciature a cui avrebbe potuto sottoporre i capelli lisci e chiari della sorella.

Lucy ridacchiò, portandosi una mano a coprire la bocca. Poi si ricompose, sentendo i rintocchi del campanile della basilica della città, puntare le quattro di pomeriggio: “Vostra Altezza, la cerimonia inizierà fra mezz’ora, forse è meglio cominciare ad andare. Le assicuro che non sarà facile trovare posto a sedere, tutto il popolo è stato invitato a partecipare alle nozze.”

-“Oh, certo, certo…devo solo recuperare Kristoff, sperando che sia pronto e poi possiamo andare.”-

-“Allora io andrei, se ha bisogno di me non esiti a chiamare.”- Lucy le fece un inchino e fece per andarsene, ma Anna la bloccò in un abbraccio stritolante.

-“Grazie mille per avermi aiutata, non so davvero come avrei fatto senza di te.”- la principessa la trattenne per le spalle, mentre la giovane arrossiva fino a far scomparire le lentiggini che le puntellavano il viso.

-“P-prego…è stato un onore.”- sorrise appena e poi scomparve dietro la porta.

Anna si rimirò di nuovo allo specchio: “Oggi per la prima volta mi divertirò!”- disse sorridendo alla se stessa riflessa- “Beh so di averlo detto anche l’altra volta…però poi sappiamo tutti com’è andata a finire, vero?! Beh, oggi sarà diverso!”-

Mentre si avviava verso la porta, un verso disperato attraversò le pareti della sua camera e le giunse alle orecchie: “Ma che…?”-

Uscì dalla stanza e con passo svelto giunse alla porta di Kristoff, bussando con forza. Nessuno rispose, ma Anna sentiva i grugniti di disappunto del ragazzo e i rumori che provenivano dall’interno: “Kristoff, so che sei lì dentro! Ti decidi ad aprire?”- si mise le mani sui fianchi aspettando che la porta si aprisse, ma non fu così, sentì solo il silenzio calare oltre l’uscio.

-“Ti giuro che se non apri entro cinque secondi, butto giù la porta a calci…sai che ne sono capace! Le porte non mi fanno più paura ormai…”- disse, accostando la bocca alla fessura della porta.

-“Va bene, l’hai voluto tu…UNO!”- cominciò urlando –“DUE!”- il ragazzo si ostinava a non aprirle –“TRE! QUATTRO!”- Anna alzò un pugno, pronta a colpire il legno laccato, ma la chiave che girava nella toppa la fermò.

Kristoff rimase fermo sulla soglia a fissarla, con il pugno alzato e un’espressione singolare sulla faccia: a metà tra la rabbia e l’ilarità. La principessa gli diede una breve occhiata e poi cominciò a ridere di gusto, tenendosi allo stipite della porta, e maledicendo mentalmente il corsetto stretto che non le permetteva di ridere e respirare a dovere: il ragazzo aveva il viso rosso e i capelli biondi tutti arruffati; la camicia fuori dai pantaloni, con alcuni bottoni agganciati nelle asole sbagliate; i pantaloni infilati al rovescio e uno stivale calzato e un altro no; ma ciò che fece ridere di più la principessa, fu la vista del fazzoletto di seta, che il ragazzo avrebbe dovuto legare perfettamente al collo, messo a mo’ di bavaglino.

-“Ma insomma…sei ancora così?”- disse asciugandosi una piccola lacrima che le era sfuggita impunemente  dall’occhio destro.

Kristoff fece un verso strano, quasi infastidito: “Non vedo cosa ci sia da ridere!”

-“Appunto non hai visto…hai dato uno sguardo allo specchio? Non credo proprio, altrimenti, staresti ridendo anche tu.”- Anna continuava a trattenere le risate, respirando con calma, ma la faccia scocciata e frustrata del ragazzo era troppo divertente.

-“Allora, quanto ancora hai intenzione di ridere?”- Kristoff la guardò imbarazzato, non sapeva nemmeno lui se per il fatto che Anna lo vedesse conciato in quel modo assurdo, o che la principessa si fosse praticamente intrufolata un passo alla volta, nella sua camera.

-“Siamo suscettibili oggi, non è vero?”- Anna gli si avvicinò studiando quello che aveva tentato di indossare il ragazzo. Poi gli sfilò il fazzoletto dal collo e lo lanciò sul letto alla sua sinistra, e cominciò a sbottonargli la camicia.

-“M-ma che stai facendo?!”- il ragazzo la fermò con le mani tremanti.

Anna gli rivolse uno sguardo interrogativo, con un sopracciglio alzato: “Ti sto aiutando…permetti?”-sbottò divertita.

-“Oh…ma certo! Cos’altro sennò…”- Kristoff voleva sprofondare nel pavimento e non uscirne mai più; aveva fatto l’ennesima figuraccia.

-“Cosa accidenti pensavi stessi facendo?!”- la principessa si concentrò per un secondo sui bottoni della camicia, riflettendo tra sé e poi arrossì di botto, arrivando alla conclusione più logica. Lo colpì in pieno petto con una manata: “Oh Kristoff…m-ma come puoi pensare una cosa del genere!”- sbottò rossa in viso.

Il ragazzo indietreggiò impercettibilmente temendo una sfuriata da parte della principessa: “Ma io non ho detto nulla…l’hai pensato tu!”- cercò di scusarsi.

-“Si, ma la risposta era scritta a caratteri cubitali sulla tua faccia da pesce lesso!”- Anna era imbarazzatissima, sentiva il sangue affluirle alle guance e il rombo del cuore nelle orecchie –“ Smettila di ridere…vuoi che ti aiuti o no?”

Kristoff, annuì serio, facendo scomparire il sorrisetto idiota che gli increspava le labbra. Finì di abbottonarsi la camicia da solo e poi la guardò, aspettando di ricevere direttive sulla prossima cosa da fare.

-“Allora?”- chiese in attesa.

-“Allora sei un disastro… per prima cosa devi toglierti i pantaloni e metterli alla dritta, se non te ne fossi accorto li hai infilati al rovescio. Poi devi infilarci la camicia e devi allacciarti in vita quella fascia…si, proprio quella che hai buttato sul paralume.”- gli disse indicandogli la pregiata stoffa appesa in malo modo sulla lampada ad olio sul comodino.

-“Ehm,certo.”- annuì come un bravo scolaretto e fece per sfilarsi i pantaloni, ma si fermò giusto in tempo, lanciando uno sguardo eloquente ad Anna- “Hai intenzione di guardare o…”

-“Oh mio dio. Stai rasentando l’osceno! Smettila.”- disse voltandosi , rossa in viso, realizzando solo in quel momento che si trovava nella sua stanza, mentre lui, alle sue spalle si spogliava.

-“Hey, sei tu che ti sei infilata in camera mia!”- disse ridacchiando divertito, mentre sistemava il disastro che aveva fatto -“Fatto.”- disse soddisfatto.

Anna si voltò piano: “Ottimo, chi ben comincia è a metà dell’opera!”- disse mentre recuperava la fascia sul paralume e il panciotto sul letto.

Gli infilò il gilet e poi girandogli attorno gli legò bene la fascia in vita. Osservò per un momento il suo operato e sorrise: da una parte era felice di quello che aveva realizzato e dall’altra si gustava la figura statuaria del ragazzo, per una volta non coperta da strati e strati di indumenti pesanti.

-“Bene, ora passiamo al fazzoletto…cosa pensavi che fosse? Un bavaglino?”- gli domandò mentre gli alzava il colletto della camicia e gli faceva passare la seta lungo il collo. Un brivido caldo scese lungo la schiena del ragazzo facendolo tremare.

-“Aspetta, devo indossarlo per forza?”- le chiese preoccupato.

-“Certo, che domande. Il fazzoletto è parte integrante di un completo da uomo, non può non esserci!”- gli rispose la principessa mentre cercava di fare un nodo perfetto.

-“Ma io non voglio indossarlo, non mi sentirò a mio agio con tutto questo indosso, figuriamoci con questo!”- protestò lui, fermando le mani indaffarate della principessa e sciogliendo il nodo che lo stava soffocando.

-“Non lo indosseresti nemmeno per mille baci?”- chiese Anna battendo le ciglia, mentre si alzava in punta di piedi per raggiungere l’altezza del ragazzo, cercando di essere quanto più seduttiva e persuasiva possibile.

-“No.”- le rispose seccamente Kristoff, poggiandole le mani sulle spalle e facendola tornare alla sua altezza normale.

-“Nemmeno per mille e uno?”- ribatté lei mettendo il broncio come una bambina capricciosa.

-“Nemmeno…ho deciso! Sarò irremovibile.”- disse incrociando le braccia al petto, sentendosi oppresso da tutti quegli strati di stoffa costosa.

-“E se io, cioè noi…”- cominciò lei mordicchiandosi il labbro inferiore e arrossendo, tirandolo giù per il fazzoletto.

-“A-anna!”-cercò di divincolarsi lui- “Ma che stai facendo, stai tentando per caso di uccidermi?!”

Anna aveva stretto così tanto la presa, che il fazzoletto sembrava fosse diventato un cappio; e poi non poteva avvicinarsi così tanto a lui con quella faccia, stretta in quel vestito, promettendo certe cose…promettendo cosa poi? Non lo sapeva nemmeno lui; sapeva solo che doveva scrollarsela di dosso altrimenti…

-“Oh, scusa certo. Perché sei diventato tutto rosso?”- indagò preoccupata.

Kristoff la guardò inebetito, passandosi una mano tra i capelli e sospirando pesantemente: “C-credo sia ora di andare, non trovi?”-

Anna annuì sorridendo, non accorgendosi minimamente del turbamento del ragazzo. Prese la giacca dal letto, dove Kristoff sembrava avesse rovesciato l’intero baule, e gliela passò. Lui la infilò con calma, guardando in ogni direzione, eccetto che in quella di Anna, per evitare ulteriori pessime figure.

-“Possiamo andare.”- sentenziò quando ebbe finito.

-“Aspetta, dove credi di andare? Non dimentichi niente?”- Anna gli si accostò di nuovo, invadendo il suo spazio vitale, avvicinandosi così tanto che i loro respiri si fusero in uno. La principessa riprese da dove aveva finito con il fazzoletto e poi a lavoro ultimato lo prese sotto braccio e lo portò allo specchio.

-“Siamo davvero carini, non trovi?”- il riflesso nello specchio sorrideva al ragazzo e lui si imbambolò a fissarla.

Da quando era entrata in camera, non aveva fatto molto caso a come era vestita Anna; ma ora guardandola meglio si rese conto di quanto fosse meravigliosamente bella.

-“Sei bellissima…”- lo cacciò fuori tutto d’un soffio, senza pensarci su due volte. In quel momento era certo che il suo cervello e la sua bocca non fossero collegati.

-“Grazie!”-squittì arrossendo Anna- “Nemmeno tu sei niente male.”- lo canzonò spingendolo piano.

-“Ehm…d’accordo. Credo dovremmo andare.”- Anna lo trascinò con sé fuori dalla stanza, felice di essere lì con lui.

 

Proprio come le aveva anticipato Lucy, trovare posto a sedere nell’enorme chiesa non fu facile. Per la verità nemmeno riuscire ad entrare fu molto semplice: infatti centinaia di persone spingevano al portale d’ingresso, nella speranza di intravedere almeno da lontano la futura coppia di sposi.

Anna non aveva mai visto tanta gente tutta insieme e nemmeno Kristoff: la folla dei partecipanti alle nozze, si estendeva a perdita d’occhio dal piazzale antistante l’entrata della basilica, fin giù nelle strade acciottolate del regno, dove festoni e ghirlande rendevano l’atmosfera suggestiva e festosa.

All’interno la situazione era la medesima, tranne per il fatto che tutta la folla era stipata nelle lunghissime panche di legno, lungo tutta la navata centrale.

La coppia non aveva mai visto tanta gente in un solo posto: Anna aveva passato la maggior parte della sua vita rincorrendo gli echi delle voci degli inservienti nei corridoi del castello, e tutta quella calca la emozionava e la spaventava allo stesso tempo; Kristoff d’altronde aveva sempre fuggito la compagnia degli esseri umani, persino degli altri tagliatori di ghiaccio, e aveva trovato più confortante l’amicizia silenziosa di Sven, quindi quella situazione non poteva che intimidirlo oltre ogni dire.

La principessa si stringeva forte al suo braccio, per timore di perderlo nella fiumana di gente che li spintonava e gli passava accanto.

Tra tutte le teste che scrutavano lo sposo impaziente sull’altare, Anna intravide Lucy, intenta a rabbonire quattro bambine con i capelli fiammeggianti raccolti in numerose trecce. La cameriera vide la coppia attraversare la navata centrale alla ricerca di un posto per accomodarsi e con un timido sorriso fece segno alla principessa di accomodarsi in due posti liberi nella panca dietro quella in cui sedeva lei.

-“Milady, mi sono permessa di conservarle un posto…”- le disse Lucy appena lei e Kristoff si furono seduti.

-“Grazie infinite. Mi hai salvata per la seconda volta oggi…ehm volevo dire ‘ci’! Lui è Kristoff, il mio accompagnatore.”- disse indicando il ragazzo- “Kristoff, lei è Lucy…l’artista di quest’opera d’arte!”- indicò elettrizzata l’acconciatura sulla sua testa.

-“Molto piacere…Oh queste sono le mie sorelline. Quelle su cui faccio pratica.”- sorrise Lucy, rivolgendo un cenno del capo al ragazzo e poi tornando a concentrarsi sulla principessa.

Le quattro bambine, sentitesi chiamare in causa si voltarono all’unisono verso la coppia, sfoderando dei luminosissimi sorrisi, mentre le trecce sulle loro teste ramate dondolavano allegramente.

Kristoff sobbalzò sul posto, preso alla sprovvista, mentre Anna si sporse verso le bambine, elargendo sorrisi e complimenti: “Siete proprio belle, sapete? Vostra sorella mi ha molto parlato di voi quattro…siete molto fortunate ad averla come sorella maggiore.”- qualcosa nel petto della principessa, s’incrinò a quelle parole, lasciandola per un momento turbata. Poi si riprese, regalando alle quattro, il più brillante dei sorrisi: “Allora, come vi chiamate?”

La più grande fece per aprire bocca, ma la più piccola l’anticipò: “Amber, Violet, Ella e Cassy.”- rispose di corsa, inciampando con la lingua nei buchi lasciati dai dentini caduti, nel pronunciare l’ultimo nome. La maggiore la guardò male, e la piccolina fece spallucce, come per scusarsi.

Anna rise di gusto a quella vista: “Sono dei nomi bellissimi. Comunque io sono Anna di Arendelle.”

Le bambine si portarono le mani alle bocche, rimaste spalancate a quella rivelazione: “Quella Anna di Arendelle? La sorella della regina di ghia…”- la bocca della bambina venne tappata prontamente da Lucy, che rivolse ad Anna il più mortificato degli sguardi.

-“Si, sono la sorella della regina di ghiaccio, meglio conosciuta come Elsa regina di Arendelle!”- rispose con nonchalance, come se quell’appellativo accostato al nome di Elsa non la infastidisse. In effetti non le dava propriamente fastidio, ma ciò che le dava noia era essere sempre additata come ‘la sorella di’ o ‘la figlia di’, mai solo come Anna e basta. Non c’era storia con Elsa, lei sarebbe sempre stata la seconda in tutto. Ma ciò non le dispiaceva, sollazzarsi nell’ombra della sorella le era sempre risultato semplice.

Mentre rifletteva su questi pensieri due delle bambine, quelle nel mezzo, si scambiavano alcune parole sussurrate nell’orecchio. Anna le guardò con un misto di dolcezza e di rimpianto: lei non avrebbe più potuto godere di quella complicità con Elsa. Ormai il tempo dei segreti sussurrati a voce bassa era passato. Come anche quello dei sorrisini complici, come quello che si stava formando sulle facce delle bambine in questione.

-“Voi due siete fidanzati?”- la vocina di una delle bambine la riscosse dai suoi pensieri.

Anna sentì Kristoff irrigidirsi al suo fianco e trattenere il respiro: “Ehm…si.”- rispose semplicemente il ragazzo.

-“E quando vi sposerete? Avrete dei bambini? E se si uno potrà chiamarsi come me?”- chiese loro la più piccola, con gli occhi luminosi e sognanti.

-“Amber!”- la rimbottò Lucy, diventando tutta rossa- “Perdonatela lei fa sempre così…ignoratela.”- dicendo così, prese tra le braccia la bambina e la fece voltare verso l’altare. Ma le altre tre continuavano a guardarli, nell’attesa di una risposta: “Allora?”

Anna non voleva deludere i sogni romantici di quelle quattro pesti, raccontando loro la triste storia di come era stata abbindolata dal principe dei suoi sogni, e di come il suo attuale fidanzato volesse aspettare in eterno prima del grande passo. Non sapeva davvero cosa rispondere e si voltò verso Kristoff, nella speranza di un suo aiuto; ma il ragazzo guardava le tre bambine come se fossero dei mostri, con gli occhi spalancati dal terrore: non bastava Anna con tutte le sue pressioni, ora ci si mettevano anche quelle tre!

 Per fortuna la coppia venne salvata sul filo del rasoio, dal suono dell’organo che cominciò a suonare una marcia nunziale. Il brusio incessante della folla si fermò di colpo e tutti gli occhi si puntarono sull’ingresso della navata, sulla soglia della quale, un attimo dopo, tra la luce soffusa del pomeriggio, si intravide una sagoma indistinta.

L’attenzione delle quattro bambine si spostò velocemente dalla coppia silenziosa alla figura, che pian piano prese la forma di un cavallo, bardato a festa, che a passo di marcia attraversava la navata, con il cuscino delle fedi. Dalla testa dell’animale piovevano decine di fiori colorati e Anna si chiese come facesse a fare una cosa del genere. Aguzzando la vista, dovette trattenere un gridolino, quando si rese conto che non era il cavallo a far cadere i fiori, ma uno strano animaletto verde, molto simile ad una strana lucertola, che cambiava colore in base ai fiori che lanciava.

Mentre l’attenzione della coppia di Arendelle era catturata dalla strana scenetta, un mormorio eccitato si levò dal resto degli invitati, intenti a guardare già alle spalle del cavallo: due figure, sottobraccio, scivolavano regali lungo il tappeto viola che copriva la navata fino all’altare. Re Thomas teneva stretta la figlia, guardandola con uno sguardo felice, orgoglioso di quel raggio di Sole piovuto tra le sue braccia; Rapunzel gli sorrideva timidamente, con gli occhi verdi luminosi come due gemme preziose, mentre la sua attenzione veniva calamitata sulla figura in piedi al fianco dell’officiante, sull’altare.

-“Wow!”- Kristoff, che fino a quel momento si era limitato solo ad osservare e a registrare tutto quello che gli accadeva attorno, non riuscì a trattenersi, ricevendo come ricompensa una gomitata nelle costole da parte della principessa permalosa seduta al suo fianco.

Anna lasciò perdere un attimo dopo, seguendo lo sguardo della cugina, saldamente legato a quello del suo futuro sposo, che evidentemente emozionato, la attendeva impaziente di unire per sempre la sua vita a quella della principessa perduta.

Quando re Thomas lasciò la presa sulla mano della figlia, affidandola a Eugene, l’officiante cominciò con la sua orazione: “Amici carissimi, siamo qui riuniti oggi per celebrare il matrimonio di Rapunzel e Eugene; essi vivranno la loro vita insieme come marito e moglie…”

Molto presto Anna si ritrovò a riflettere sulle parole pronunciate dal prete: “alla base di un buon matrimonio devo esserci fiducia e fedeltà reciproca, bisogna essere pronti a sacrificarsi per il bene dell’altro…amare vuol dire ammettere di aver sbagliato, accettare di aver bisogno di qualcuno al proprio fianco.”

La principessa si ritrovava in pieno in quelle parole: lei si fidava ciecamente di Kristoff, e giurava di essere pronta a tutto per lui…e poi per quanto riguardava la storia di ammettere di aver sbagliato, lei lo faceva di continuo, e più di una volta aveva dato prova di aver bisogno di qualcuno al proprio fianco, che la tirasse fuori dai guai o che semplicemente l’abbracciasse non facendola sentire sola. Lei era pronta, in realtà lo era dalla tenera età di dodici anni, ma questi erano particolari.

-“…nella concordia e nella pace.”- il prete prese un lungo respiro, frenando i pensieri di Anna, facendo tornare la sua attenzione sulla coppia all’altare- “Posso avere gli anelli?”

Il verso di spavento di Rapunzel echeggiò in tutta la basilica, quando il cavallo che avrebbe dovuto consegnare le fedi, si fece avanti ricoperto da un liquame nero e con indosso un vestito da donna e un cappello a falda larga, di un tenue color ciclamino.

Eugene prese cauto gli anelli e mentre ancora tutti erano confusi da quel siparietto, l’officiante li dichiarò marito e moglie: “Ehm…potete baciarvi!”- i due non se lo fecero ripetere due volte e suggellarono il loro amore con un bacio appassionato.

L’intera sala venne scossa da un boato di applausi e incitamenti: uno strano gruppo di energumeni con elmi vichinghi, rideva e fischiava sguaiatamente; le sorelline di Lucy si abbracciavano emozionate e saltellavano sul posto; il cavallo sull’altare nitriva felice e Anna…

-“Oh mio dio, Anna! Cosa c’è?”- le chiese preoccupato Kristoff poggiandole un braccio sulle esili spalle, mentre lei si asciugava le copiose lacrime che le cadevano dagli occhi.

-“I-i matrimoni…mi emozionano sempre!”- i singhiozzi la scuotevano.

-“Ma a quanti matrimoni hai partecipato fin ora?”-

Anna lo fissò per un secondo: “Questo è il primo.”

-“ Oh Anna…”- Kristoff avrebbe voluto dirle qualcosa per consolarla, ma venne interrotto prontamente da Eugene che gridava dall’altare.

-“Pronti per la baldoria più sfrenata che il regno abbia mai visto?”-

 

 

 

 

 

Angoloautrice: per scrivere questo capitolo c’ho messo una vita; è lunghissimoooooo; è solo descrittivo, non aggiunge nulla di che alla trama, ma vi prometto che nei prossimi capitoli ci saranno colpi di scena; non mi piace, almeno in parte; devo ancora rileggerlo per correggere eventuali errori, ma voi fatemi sapere lo stesso cosa ne pensate…pace. Amen!

Ringrazio le 16 persone che hanno inserito la storia tra le preferite e le 27 che l’hanno inserita tra le seguite…spero di non annoiarvi troppo ;)

*le quattro bambine, le sorelline di Lucy, non sono altro che le bambine che fanno la mega treccia a Rapunzel quando balla la danza del regno...capito quali? ho voluto che fosse così, per avere un certo legame tra le due storie XD spero si sia capito!
   
 
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