Serie TV > JAG
Segui la storia  |       
Autore: kk549210    19/02/2014    2 recensioni
Gli inizi della carriera JAG di Harmon Rabb jr, riletti sotto una prospettiva diversa.
Un po' prima di "Amare è per sempre".
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Amare è per sempre'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Era così su Hanoi?” aveva chiesto Harm al CAG durante il volo notturno. “Al prossimo passaggio ci aspetteranno. Allora sarà come su Hanoi” aveva replicato Boone, poco prima di essere ferito. Correndo nel parco, in quella calda mattinata di agosto, il giovane tenente riandava con la mente alla recentissima avventura sulla Seahawk. Volare di nuovo su un F-14, sul sedile del RIO, durante una delicata missione Atars. Attraversare il fuoco incrociato della contraerea serba, un pericoloso ed elaboratissimo spettacolo pirotecnico. “Come su Hanoi”. Come suo padre.
Incrociò un gruppetto di persone che correvano in direzione opposta alla sua. Un corteggio di nerborute guardie del corpo intorno a un uomo brizzolato e sorridente, che passando oltre lo salutò con la mano. Rabb ricambiò con stupore e cordialità.     
-Buongiorno, signor presidente! – esclamò con un sorriso.
Senza nemmeno volerlo, era divenuto una piccola celebrità. Riportare giù un caccia pilotandolo dal sedile posteriore non era certo una manovra semplice. Soprattutto per un avvocato del JAG che aveva lasciato i Tomcat da almeno quattro anni, con una diagnosi di cecità notturna sulla cartella clinica. “Non devo ringraziarti, ragazzo. Sei un aviatore di Marina, hai fatto solo il tuo dovere” gli aveva detto Boone dal suo lettino dell’infermeria. Ma i giornalisti non erano dello stesso avviso. E anche la brillante conclusione del caso Arutti aveva amplificato la visibilità del giovane tenente. Interviste e fotografie, e persino una conferenza stampa per la quale lui aveva riappuntato sulla divisa le sue ali d’oro. Per sempre. “Alla faccia di quei due volponi di Brovo e Lindsey che volevano gettarmi in pasto agli squali” aveva pensato con una punta di sarcastico orgoglio.
 
 
 
Fresco di doccia, ma non sbarbato, accolse dalle mani di Livia la sua colazione. Si sedette sul divano e appoggiò piatto e tazza davanti a sé, sul tavolino. Era finalmente sabato e non dovevano correre via di fretta come al solito. Sua moglie si sedette accanto a lui e gli accarezzò il mento ispido. Impazziva per quel suo aspetto informale e un po’ selvaggio e Harm era ben contento di assecondarla durante i fine settimana, quando appendeva al chiodo uniforme e obblighi della vita in Marina. Ricambiò volentieri la carezza e fece scivolare una mano tra i capelli di Livia, sciogliendo lo chignon in cui erano raccolti. Poi la calamitò a sé in un lungo bacio.
-Ora però basta, o si fredda la colazione! – lo rimproverò lei.
-Sì, mamma! – rispose Harm con un sorriso che celava la delusione.
-La prossima volta ti servo il caffè surgelato…
“Il mio bambinone. Il primo della serie…” pensò mettendosi una mano sul ventre.
-Vista la stagione, non sarebbe poi così male. Shakerato, però… Mi raccomando! Ma tu prendi solo un tè e una fetta di pane tostato? – fece lui osservando l’esiguo pasto della moglie.
-Sì, non mi sento tanto bene. Preferisco stare leggera.
-Non sarà colpa della cena di ieri sera? – chiese Harm preoccupato, vedendola un po’ pallida.
-No, no. Non è quello. Sei un cuoco fantastico, anche se noi italiani lo facciamo meglio. Ad ogni modo, sai che ho sempre avuto lo stomaco di ferro.
-  Ci credo, con quello che cucinavano i tuoi coinquilini… Maryamma non è male, quando non rovescia intere bustone di curry in qualunque ricetta… ma Simon è semplicemente disgustoso…
- A proposito di coinquilini… tesoro, quand’è che cambiamo casa? Questo tuo appartamento da scapolone pentito è un po’ piccolino… e poi non sopporto più di svegliarmi ogni mattina con l’inno dei Marine.
-Hai ragione. Ma è sempre meglio della sveglia. Va bene, cercheremo qualcosa di più adatto, però vicino a un parco o a un’area verde. Non mi piace iniziare la giornata correndo in mezzo al traffico.
-OK. Grazie, amore – disse Livia accarezzandogli dolcemente la mano.
-  Sai che al parco ho incrociato Clinton che correva anche lui? Mi ha fatto un gran saluto…
- Bè, ormai sei una celebrità. Dopo quel volo mirabolante e tutta quella visibilità mediatica. E il Presidente ha il dovere di conoscere i suoi uomini.
- Cara, è stato pazzesco. Non pensavo che sarei mai più riuscito a pilotare un Tomcat, soprattutto di notte…
-Se ce l’hai fatta,  forse la diagnosi non era corretta. O forse la cecità notturna è regredita.
-Può essere possibile? –chiese lui attento, inarcando le sopracciglia.
-Non sono un’oculista, ma ci sono stati casi di ripresa quasi completa della visione notturna, anche in seguito a traumi o lesioni.  
- No, non è possibile. Vedevo tutto annebbiato… sfuocatissimo. Come quando ho avuto l’incidente. E’ stata solo fortuna.
- Secondo me dovresti farti visitare di nuovo da uno specialista… – si avvicinò ancor più al marito e cercò il suo sguardo – Harm, se potessi tornare a fare l’aviatore, lo faresti?
-Intendi dire in servizio attivo? – puntualizzò lui.
-Sì – fece lei.  Voleva saperlo ora, prima di comunicargli la sua notizia. Suo marito non si doveva sentire in nessun modo obbligato  a vivere una vita che non sentisse totalmente sua.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > JAG / Vai alla pagina dell'autore: kk549210