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Autore: ladymisteria    19/02/2014    2 recensioni
Siria ha sempre voluto "scendere in campo" al fianco dei genitori, e quando Jack Harkness chiama il Dottore per proporre a lui e a River una spedizione su Dubhe sembra finalmente che il momento tanto atteso sia giunto.
Ma basterà la sua testardaggine a convincere il Dottore che la bambina è davvero pronta?
Versione riveduta e corretta.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 11, Jack Harkness, Nuovo personaggio, River Song
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Baby Time for Doctor and River'
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Jack si assicurò nuovamente che il Sontaran “catturato” da Siria non riuscisse a muoversi – e tanto meno a liberarsi.

Non che ci fosse realmente bisogno di altri controlli, dopo i primi sei.

Ma l’uomo non se la sentiva proprio di avvicinarsi al Dottore, fermo poco lontano da lui.

Non vedeva l’amico così… fuori di sé da secoli.

Mai abbastanza, comunque, da potersi dire abituato.

Comprendeva, ovviamente, la preoccupazione del Dottore per il rischio corso da Siria – essendo anch’egli un genitore - ma nonostante questo, riteneva la reazione dell’amico eccessiva.

Tornò a fissare il Dottore, ancora impegnato nel fare “un discorsetto” alla figlia.

Sospirò.

Non voleva davvero essere nei panni di Siria, in quel momento.

*

Siria non riusciva a smettere di guardarsi i piedi, le parole del padre che facevano breccia nella sua mente con la precisione di una stilettata.

Sapeva di non avere il diritto di ribattere, così se ne stava in silenzio, in attesa che suo padre finisse di rimproverarla.

Il Dottore si passò una mano fra i capelli.

«Sarebbe potuto succedere l’irreparabile, Siria. Potevi rimanere ferita, o peggio, uccisa! Cosa credi avremmo fatto io e tua madre, a quel punto? Cosa pensi sarebbe accaduto a questo piccolo pianeta, se qualcuno ti avesse anche solo torto un capello?!».

Siria singhiozzò piano.

«Avevi ragione» riuscì a dire, alla fine.

Il Dottore la fissò, confuso.

«Come?».

La bambina deglutì.

«Mi dispiace. Avevi ragione, sono ancora troppo piccola».

Grosse lacrime caddero dai grandi occhi chiari di Siria, che le asciugò subito.

Non bisognava piangere e mostrarsi deboli, davanti a suo padre.

Era stata una delle prime cose che sua mamma le aveva insegnato.

«Mi spiace di averti deluso, papà. Non accadrà più. Te lo prometto» concluse, cercando di mantenere un tono di voce fermo.

Il Dottore sospirò, prendendola in braccio e guardandola negli occhi.

«Non mi hai deluso, Siria. Non potresti mai e poi mai farlo. Come la mamma».

Siria lanciò un’occhiata umida a Jack.

«E Jack? Anche lui non potrebbe mai deluderti?».

Il Dottore si fece pensieroso.

«E’ un umano, potrebbe anche farlo. Ma ho una grande fiducia negli esseri umani. So che fanno di tutto per essere migliori. Beh, la maggior parte di loro, almeno» si corresse.

Tornò a fissare la figlia.

«Ma ora non stiamo parlando di Jack o degli umani. Stiamo parlando di te».

Sospirò di nuovo.

«Vorrei che tu capissi, Siria, che non è affatto mia intenzione ferirti in qualche modo, con le mie parole. Ma quello che hai fatto… E’ stato stupido, e molto pericoloso».

Siria annuì.

«Lo so. Ma credevo che tu e Jack non aveste visto il Sontaran. Ho valutato attentamente le altre opzioni, prima di agire. Lo giuro!» spiegò rapidamente.

«Ho pensato che foste in pericolo, e…».

Il Dottore annuì a sua volta.

«Se avessi saputo che eravamo perfettamente consapevoli del rischio che correvamo avresti agito in modo diverso, quindi?» chiese, sospirando.

Nuovamente, Siria annuì vigorosamente.

«Ti prometto che non userò più la pistola stordente!» aggiunse.

Il Gallifreyano scrollò le spalle.

«E’ un regalo della mamma. E anche se detesto ammetterlo, è utile. Sarebbe scortese “buttarlo”. Mi basta che tu mi assicuri di usarla solo come ultima opzione, quando non ne esistono altre. Va bene?».

La bambina fece sì con la testa un’ultima volta, stringendo il padre in un abbraccio.

«Promesso. Scusa».

Il Dottore sorrise teneramente, posandole un bacio fra i capelli.

«Scuse accettate. Ora però scendi. Inizi ad essere pesante, ed io vecchio».

Siria rise, tornando con i piedi ben posati a terra.

«Che facciamo ora?» chiese, curiosa.

Il Dottore si grattò la guancia, pensieroso.

«Credo che… Sì, è l’unica soluzione che mi viene in mente. Ehi, Jack!».

L’uomo si voltò.

«Che succede?» chiese, avvicinandosi.

Sembrava sollevato dalla “fine delle ostilità” tra Siria e il Dottore.

«Penso dovremo fare qualche modifica al piano originale» disse il Gallifreyano.

«Che tipo di modifiche hai in mente?» chiese Jack.

«Ritengo che la sparizione delle sentinelle abbia comunque suggerito ai Sontaran la presenza di persone ostili, sul pianeta. Quindi è inutile rimanere ancora divisi. Propongo di rintracciare River e proseguire come al solito: ben uniti e attenti. Nessuno di noi correrà così il rischio di… interpretare in modo errato una situazione» disse il Dottore, lanciando un’occhiata a Siria - che arrossì, ma non abbassò lo sguardo.

Jack annuì.

«Sì, come soluzione è buona. Anzi, ottima. Anche volendo, non riesco a trovare lati negativi. Non abbastanza da farmi dimenticare l’unico aspetto positivo che davvero mi interessa, almeno» disse.

«La possibilità di catturare tutti i Sontaran in un’unica volta?» chiese Siria.

«No» replicò Jack, lanciando un’occhiata divertita e provocatrice al Dottore.

«Essere di nuovo in compagnia della professoressa Song».

*

River Song si passò nuovamente una mano tra i capelli ricci, cercando di ragionare in modo razionale.

Aveva fatto ritorno al nascondiglio utilizzato da lei e Siria solamente dieci minuti dopo averlo lasciato.

Si era infatti resa conto che lasciare Siria da sola, su quel pianeta, avrebbe significato farle passare quello che aveva provato lei quando il Silenzio l’aveva strappata ai suoi genitori.

Anche se la bambina avesse dovuto affrontare un’attesa notevolmente più breve della sua, sarebbe stata comunque un tempo troppo lungo.

River si sarebbe sentita come se avesse abbandonato sua figlia.

E il solo pensiero di provare una sensazione simile la faceva tremare.

Ma non appena era arrivata alla rientranza tra le rocce, River aveva trovato ad attenderla solamente il corpo privo di sensi del Sontaran.

La prima cosa che le era venuta in mente era stata che in qualche modo Siria potesse essere stata catturata.

Tuttavia aveva immediatamente accantonato quell’idea.

Se i Sontaran avessero trovato quel nascondiglio di fortuna, sicuramente avrebbero liberato il loro compagno.

Ma allora cosa poteva essere successo?

River tamburellò con le dita sulla parete di roccia.

Non le restava che un’unica opzione: mandare un messaggio alla carta psichica del Dottore, con cui gli avrebbe spiegato brevemente la situazione.

Conoscendo il marito, Dubhe sarebbe esplosa nel giro di due minuti.

D’altronde, che altro poteva fare?

Siria poteva essere ovunque.

La donna inviò quindi il messaggio, attendendo la catastrofe.

Ma non accadde nulla.

River stava già iniziando a chiedersi quante altre cose la rigenerazione avesse cambiato del Dottore, quando sul suo Manipolatore del Vortice arrivò un breve messaggio – presumibilmente inviato dal dispositivo di Jack.

Erano coordinate di un punto non molto distante da dove si trovava lei in quel momento.

Tuttavia River quasi non fece caso alle cifre, troppo presa dalla laconica frase giunta con esse.

“Siria è qui. ΘΣ”

River afferrò malamente il Sontaran privo di sensi al suo fianco, digitando poi rapidamente le coordinate fornitole.

Doveva decisamente fare due chiacchiere con un certo Signore del Tempo…

 

   
 
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