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Autore: lillixsana    24/02/2014    5 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Fissando il nome scritto in grassetto sul campanello feci un sorriso amaro, quella casa, era la rappresentazione simbolica della mia rinascita. Non ero scappata, semplicemente ero pronta a voltare pagina...
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Con il cuore più leggero!
 
 


Bussai leggermente sulla porta a vetri, cercando di attirare l’attenzione di quella specie di… modello, che sedeva dietro la grande scrivania al centro della stanza. Senza risultati.

Riprovai, sta volta con più irruenza e, sembrò funzionare, dato che lo vidi alzare gli occhi nella mia direzione, per poi fulminarmi. Con l’indice destro, premette un pulsantino di un rosso scarlatto, situato accanto alla tastiera del mac, che fece scorrere la porta a vetro dandomi modo di entrare.
 
-lei dev’essere il nostro nuovo acquisto-  disse indicandomi con la mano una poltroncina in pelle nera su cui accomodarmi.
 
-si, Kagome Higurashi-  cercai di sembrare più professionale possibile, anche se, a primo impatto da ciò che avevo visto in quel posto, non sembrava che la professionalità contasse molto. Almeno, non messa a confronto con il pronunciato spacco di una gonna.
 
-piacere di conoscerla signorina Higurashi! Io sono uno dei dirigenti dell’azienda mi chiamo Inuyasha Notaisho- esalai un flebile “piacere” cercando di sorridere, anche se mi risultava alquanto difficile, considerando che il tizio di fronte a me, aveva interposto una specie di muro trasparente o perché no, un vetro! Dato che a quanto pare gli piacevano tanto! Ad interrompere il flusso dei miei pensieri fu la sua voce.
 
-mi sono preso la briga di dare un’occhiata al suo curriculum e, se non ricordo male, tempo addietro le fu proposto di venire a lavorare per noi ma, sempre se non ricordo male, la nostra offerta venne educatamente declinata. Sbaglio?-   bene, ero capitata in un’azienda di stronzi!
 
-no, non sbaglia-
 
-allora, se posso permettermi. Cosa l’ha spinta a cambiare idea? I posti di lavoro nella nostra azienda sono molto ambiti e, non abbiamo bisogno di persone volubili, cerchiamo serietà e precisione-  ora mi dava anche della persona volubile?!
 
“Mi scusi se fino a dieci giorni fa credevo di dover andare a vivere in una casa a tre piani nella mia città con l’uomo della mia vita e non me ne fregava un tubo di venire a lavorare nella più prestigiosa azienda di organizzazioni dei miei stivali con colleghi egocentrici e un capo che frullerei volentieri fuori da uno dei tanti vetri del suo ufficio.”
 
Naturalmente, questo idilliaco discorso fatto tutto d’un fiato, avvenne solo nella mia testa, non volevo rischiare di perdere l’unica cosa che mi aveva aiutato a riprendere in mano la mia vita.
 
-non mi ritengo una persona volubile, semplicemente, quando mi avete contattato avevo in programma cose che non mi consentivano il trasferimento. Ora però, è tutto risolto!-
 
-lo spero bene-  asserì lui per poi continuare.
 
-ora che è stato chiarito questo punto, posso darle il benvenuto nella Taisho’sEvents! Lavorerà su questo piano d’ora in poi e si occuperà di eventi generali, verrà seguita, almeno per questo primo mese dal capo settore, donna anche lei-  lo interruppi prima che potesse dire altro, esordendo il nome della pazza che mi aveva minacciato poco prima.
 
-la signorina Yura immagino-
 
-esattamente. Beh, se vi siete già conosciute è un problema in meno-  oh, si certo! Io non lo definirei in meno.
 
-già… quando posso cominciare?!-  ero impaziente, e curiosa. Per quanto tutti in quell’azienda fossero stati dannatamente scortesi con me, ero con le mani in mano da troppo tempo per i miei gusti.
 
-la vedo volenterosa signorina, se si sente pronta può iniziare anche da domani. Il suo orario è dalle 9:00 alle 12:30 con una pausa di un’ora per poi riprendere dalle 13:30 alle 18:00-   il mio nuovo capo barra modello barra… oh beh, tutto ciò che era oltre ad essere il mio capo. Era stato preciso, e molto molto noioso come tutti i dirigenti d’azienda.
 
Mi alzai stringendo la mano all’uomo che tanto mi aveva affascinato, quanto fatto inalberare. Aveva delle mani se possibile più lisce delle mie, possibile che non avesse nemmeno una pecca?!… A parte l’essere rigido come uno stoccafisso ovviamente.
 
Misi la borsa in spalla e feci per uscire quando sentì la sua voce fermarmi, sta volta senza darmi del lei però.
 
-Kagome- istintivamente mi voltai guardandolo di sbieco
 
-si?-
 
-ha delle belle gambe, provveda a mostrarle un po’ di più-
 
Non volli immaginare quale fu la mia espressione, seppi solo che oltre la frase assolutamente fuori luogo notai una scintilla di divertimento nei suoi occhi e, la cosa non mi rassicurò affatto. Altro che capo noioso, come avevo potuto pensare che un tipo del genere non nascondesse sotto la scorza di serietà un animo da perfetto sciupafemmine. Beh, probabilmente era stato abituato male fino a quel momento.
 
-non credo la riguardi l’abbigliamento che scelgo per lavorare, o almeno, non la lunghezza delle mie gonne, o la scollatura delle mie camicie. Signor Notaisho!-  proferii seria e anche un po’ scocciata.
 
Mi guardò sorridendo, non era il momento di pensare a quanto fosse bello anche quando sorrideva dopo l’uscita infelice che aveva avuto, ma fu inevitabile. Era davvero troppo tro..
 
-può andare signorina, a domani. Venga nel mio ufficio accompagnata da Yura appena avrà sistemato la sua scrivania-
 
Detto ciò, prima che potessi in alcun modo controbattere, puntò di nuovo le iridi nerissime sullo schermo del computer. Lo guardai un secondo ancora, e poi mi decisi ad uscire.
 
Camminai per il corridoio e ripresi l’ascensore, arrivata al piano terra presi il cellulare dalla borsa e, sulla lista dei contatti, cominciai a cercare un nome. Avevo bisogno di sentire una voce amica, così decisi di chiamare Kikyo, chi meglio di mia sorella in quel momento avrebbe potuto darmi lo sprint finale che mi serviva per iniziare al meglio il mio nuovo lavoro?!
 
Dopo un paio di squilli rispose al telefono.
 
-ehi Memè, tutto bene?-
 
Memè, fin dall’infanzia non si era mai tolta il vizio di chiamarmi così, ma ormai non ci facevo nemmeno più caso a dir la verità. Io e la mia perfetta sorella maggiore ci passavamo due anni, lei per me era sempre stato un punto di riferimento, un mito da imitare e a cui somigliare in tutto e per tutto.

Si era laureata con il massimo dei voti nella facoltà medica della nostra città, aveva avuto pochi ragazzi ma tutti meravigliosi ed era l’orgoglio di mamma e papà.

Per non parlare del suo metro e settantatré di bellezza… era la perfezione incarnata!
 
-ciao Kiky, si tutto ok. Avevo solo bisogno di sentire una voce conosciuta-
 
-brutta giornata sorellina?-  direi che disastro su tutta la linea sarebbe la frase adatta.
 
-nah, poteva andare peggio. Sono stata assunta nella Taisho’sEvents- dissi arricciando il naso. Dall’altro lato nella cornetta un urlo rischiò di perforarmi un timpano.
 
-oddio sorellina, sono felicissima per te! Ti rendi conto che lavorerai in una delle più prestigiose aziende organizzative mai viste?! Come sono emozionata. Dobbiamo organizzare una festa nella tua nuova casa, avvertiremo gli zii della Germania del tuo nuovo lavoro e poi… poi chiameremo i tuoi ex compagni di corso, e il signor Myoga e…-
 
-frena, frena, frena! Non faremo nulla di tutto ciò Kikyo, è un lavoro come un altro!-
 
-ma, che stai dicendo? Sei seria?- potei distintamente avvertire una punta di delusione nella sua voce e questo mi fece molto male, non volevo assolutamente freddare l’entusiasmo di mia sorella. Solo che dare il via libera a tutto ciò che aveva elencato significava nuovamente trovarmi intorno tutte le persone da cui in un certo senso, ero scappata.
 
-ma si Kiky, che importa! Non c’è bisogno di grandi festeggiamenti, anche perché non so quanto reggerò lavorando con le persone di quell’azienda. Sono tutti così, così…-
 
-così?- mi incitò a continuare
 
-così dannatamente maleducati e, spacconi! Non immagini nemmeno con chi avrò a che fare! La mia capo settore è un misto tra una soubrette mal riuscita e le letterine dei giochi televisivi, mentre il mio capo… Dio!-
 
-è Dio?- disse con tono divertito
 
-no, Kikyo. Non è Dio, ma molto probabilmente ci si sente! Mi ha detto di mettere gonne più corte! Ti rendi conto?! Lavorerò in un covo di pazzi!-
 
Scoppiò in una fragorosa risata, coinvolgendo anche me.
 
-oh Memè, ora capisco il perché del tuo scarso entusiasmo-
 
-già, e capisci anche perché è inutile, festeggiare qualcosa che potrebbe finire prima di subito- dissi tornando seria.
 
-Kagome, tu sei andata via di qui… avendo come unica certezza questo lavoro. E adesso vacilli anche su questo?-
 
-no, non vacillo… non voglio farlo. Solo che, a volte credo di non essere abbastanza forte per affrontare tutto questo- gli occhi iniziavano a pizzicare, ero davvero patetica.
 
-ora non parliamo più del tuo nuovo lavoro vero?-
 
-no, credo… di no- dissi con una punta di amarezza
 
-qual è il vero problema Kagome?-
 
-forse è meglio lasciar stare…- stavo crollando, di nuovo.
 
-io non penso! Adesso spicciati, e dimmi cosa c’è che non va?!-
 
-davvero non lo immagini Kikyo?! Oh, andiamo! Ho beccato il mio ragazzo a letto con la mia migliore amica, per giorni sono stata tartassata da domande e accuse dai nostri genitori, dai nostri vicini, dalle mie amiche e da chiunque. Per l’esasperazione sono scappata, da tutto e tutti! Pensando di essere pronta, pensando di riuscire a mandare avanti la mia vita come nulla fosse! Ho ricominciato tutto daccapo, in una nuova città! Pensi che sia facile tutta questa… questa situazione?! Ogni maledetta sera, vado a dormire sperando di svegliarmi il giorno dopo nel letto della nostra vecchia stanza e dirmi che tutto ciò che di punto in bianco ha rovesciato la mia vita è stato solo un brutto incubo. Ma non succede! Non succede mai, e io sono stanca, di vivere nell’ombra di cose che ormai non ci sono e, non ci saranno mai più. Vorrei essere più forte di così, ma non ci riesco-  
 
Ormai singhiozzavo senza controllo, avevo interrotto la mia marcia verso casa da un pezzo ormai. Ero appoggiata con le spalle contro il muro di una piccola via in cui mi ero rintanata. Sentii mia sorella sospirare stancamente dall’altra parte della cornetta.
 
-Kagome, lo so che è difficile questa situazione, ma tu sei forte ok? Non puoi permettere che un uomo idiota rovini la tua vita. Questo nuovo inizio, la nuova casa, il nuovo lavoro, la nuova città. Non guardare in negativo ciò che ti è capitato, forse ci sono programmi migliori per te nella vita che restare a Kashiwara con un Hojo qualunque. Ho sempre pensato che il tuo posto fosse altrove e con un’altra persona, forse avevo ragione-
 
Adoravo mia sorella, sapeva sempre dire la parola giusta al momento giusto. Aveva ragione, forse il futuro aveva dei piani ben diversi per me. Dovevo solo iniziare a crederci un po’ di più.
 
-grazie Kikyo, non so come farei senza di te-
 
-ehi sono o non sono la tua sorellona?! Sta tranquilla, pian piano tutto s’aggiusterà-
 
Salutai mia sorella schioccando un sonoro bacio alla cornetta, e mi diressi velocemente nel bagno di un bar, tanto per dare una sistemata al trucco che, ormai, era inesorabilmente colato fino alle ginocchia.

Quando uscii mi ritrovai di fronte un bambino e una bambina intenti a giocare fra loro, ripensai a quanto da piccoli la vita fosse felice e spensierata, a quanto prima bastasse indicare in alto il cielo per toccarlo con un dito mentre ora, tutto, anche le cose più stupide sembravano irraggiungibili.

Un sorriso tenero si fece largo sul mio viso e non seppi se per lo sfogo avuto con mia sorella o per la visione di tutta quella dolce innocenza mi diressi verso casa con il cuore un po’ più leggero.









Saaaaaaaaaaaaaaalveeeeee ecco il terzo capitolo di Oltre ^^ scusate gli aggiornamenti a rilento ma in questo peridiodo sono parecchio fuori di testa eheh :D spero vi piaccia fatemi sapere. Un grande bacio Lilli


P.s.
i solito ringraziamenti vanno alla mia bella cyber family <3
  
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