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Autore: angelo_nero    24/02/2014    2 recensioni
Family Brief: Vegeta, Bulma, Trunks e Bra. Momenti della vita di tutti i giorni come una comune famiglia.
dal primo capitolo:
Dopo una buona ora e mezza finalmente l'intera tavolata aveva finito di mangiare, c'era ancora chi restava seduto a bersi un bicchiere di vino, mentre altri si intrattenevano chiacchierando o, come i piccoli Saiyan mezzo sangue, si sgranchiva i muscoli tirando quattro pugni. Vegeta era rimasto seduto a tavola ad osservarsi intorno, il suo sguardo passava dalla moglie che chiacchierava con C-18 e la moglie dell'eroe, al figlio che giocava con Goten. Come lui, seduto ancora al tavolo, c'era il suo amico/nemico, forse l'unico, che sorseggiava un bicchiere d'acqua a pasto ormai ultimato. Goku si sentiva troppo spossato per alzarsi da quella sedia diventata improvvisamente troppo comoda: anche l'eroe teneva d'occhio la propria famiglia per assicurasi che nessuno si facesse male o che il Genio non si avvicinasse eccessivamente alla moglie.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Capitolo 5: Never and For Ever

 

Infilò a testa sotto il cuscino nel vano tentativo di riuscire a dormire, se lo premette sulle orecchie. Niente il continuo sbattere proveniente dalla stanza accanto non gli dava tregua. Li aveva sentiti entrare in camera circa un paio d'ore fa, verso l'una e mezza, e da quel momento il continuo rumore causato dallo sbattere della spalliera del letto contro il muro e il cigolio della rete non si erano fermati un attimo. Possibile che dopo due ore non fossero ancora stanchi!?

Prese il cuscino e lo sistemò al suo posto facendoci cadere pesantemente la testa sopra, sospirò. - Quando eravamo insieme dopo venti minuti era già stanca, adesso invece si cimenta nelle maratone!- esclamò sotto voce. Si girò ad osservare la radiosveglia: le 03:45 del mattino.

Si tirò su le coperte fino al viso e si girò dalla parte opposta cercando di dormire, volente o nolente la mattina dopo si sarebbe dovuto svegliare presto.

 

Appoggiò la propria fronte su quella del compagno, sfinita. Erano ore che stavano facendo l'amore, non sapeva bene quante però erano davvero tante, non che si limitassero a dieci minuti di applesso però non sempre si cimentavano in maratone del genere. -Ok voler concepire un altro bambino ma così è un po' esagerato!- scherzò lei. Il moro in compenso sorrise poi la baciò. Erano poche le volte in cui le permetteva di stare sopra di lui, il motivo che lo spingeva a tale gesto era molto semplice: si era accorto fin dalla prima volta che a lei piacesse molto di più stare a cavalcioni su di lui piuttosto che stare sdraiata sotto, perciò, ogni qual volta volesse dimostrare qualcosa, a lei, a se stesso o, come in questo caso, a qualcun altro la faceva stare su di sé in modo da farla gemere più forte.

 

Il trillo della sveglia lo fece destare dal sonno, andò con la mano alla ricerca dell'oggetto ma si sporse troppo e, quando alzò la testa constatando che la sveglia era stata spostata, cadde dal letto. Dolorante si avvicinò al comodino poco distante e con una manata spense l'infernale oggetto chiedendosi chi mai lo potrebbe aver spostato.

Dopo essersi vestito e raccattato la sacca con la divisa uscì dalla camera diretto in cucina dove, sperava, qualcuno avesse preparato la colazione.

Passando davanti la stanza accanto si accorse che la porta era socchiusa, così ne approfittò per sbirciare i due coniugi addormentati: erano sdraiati verso la porta in modo che lei desse la schiena al compagno che la teneva stretta a sé. Notò con leggero disappunto i vestiti sparsi sul pavimento come a testimoniare la foga dei due amanti. Si ritrasse e continuò il proprio percorso.

 

***

 

Continuava a guardare quel foglio davanti a sé non capendoci nulla, per quale assurdo motivo doveva firmare tutte quelle scartoffie? Detestava essere sommerso di fogli da leggere e firmare. Sbuffò e portò la sua attenzione altrove, sulla persona che aveva appena varcato la soglia del salotto, più che persona sembrava un fantasma a dir la verità. Bulma era pallida, i capelli azzurri scompigliati le si appiccicavano al viso sudato, le labbra erano secche e spaccate,e la sua andatura era più simile a quella di uno zombie.

Vegeta osservò la compagna passargli accanto e dirigersi in cucina dove prese un bicchiere d'acqua che bevve tutto d'un sorso per poi riappoggiarlo al lavabo. Erano alcuni giorni che la vedeva un po' debilitata ma non ci aveva fatto molto caso dato che svolgeva le sue mansioni come se niente fosse.

Quel giorno però la vedeva decisamente peggio, le occhiaie profonde e i capelli appiccicati testimoniavano il fatto che non stava molto bene.

Si appoggiò al mobile respirando a fondo. La testa girava un poco mentre lo stomaco faceva i capricci. Spostò lo sguardo sul marito che non aveva ancora distolto lo sguardo da lei, pronto ad intervenire in caso ce ne fosse bisogno. Si andò a sedere al suo fianco appoggiando la testa sulle braccia incrociate sul tavolino sommerso di carte. -Mi sento uno straccio.- disse intuendo la domanda non espressa cella persona seduta al proprio fianco. Alzò la testa dal tavolo -Ho rigettato tre volte da quando mi sono alzata, il mio stomaco non tollera nulla che non sia acqua, forse mi sono beccata qualche maledetto virus intestinale.- respirò profondamente quando il senso di nausea tornò a farle visita. Guardò il marito che aveva riportato lo sguardo sui fogli posti davanti a lui, si sporse oltre la sua spalla e osservò incuriosita ciò che stava tenendo in mano. -Cos'è?- chiese. Lui la guardò un secondo per poi riportare lo sguardo sul pezzo di carta -Resoconti, revisioni ed altra roba che neanche ho letto.- rispose distratto. Però quando si girò verso la sua interlocutrice, ella era scappata in bagno prima di rigettare sul pavimento.

 

Alzò la testa per riprendere fiato e tirò lo sciacquone. Era la terza volta quella mattina, aveva provato di tutto ma nulla aveva fermato quella costante nausea. Prese un respiro profondo e si alzò traballante, appoggiandosi al muro. Si girò verso la porta e scorse il marito appoggiato al muro adiacente. Con passo malfermo uscì dal bagno affiancando il compagno. -Non c'è niente che riesce a far passare questa maledetta nausea!- urlò esasperata. L'uomo alzò lo sguardo su di lei e la squadrò da capo a piedi -Eppure ieri non mi sembrava stessi così. Hai ingurgitato il doppio se non il triplo di ciò che mangi di solito.- le disse. Lei si voltò furente verso il proprio interlocutore -Cosa staresti insinuando? TU mangi dieci volte ciò che mangio io tutti i giorni ad ogni pasto quindi dovresti essere l'ultimo a farmi la predica!- lui continuava a guardarla senza dire nulla -Oggi invece non reggo neanche una brioche! Mi sento uno straccio, e per di più tra qualche giorno mi dovrebbero arrivare le mestruazioni!...Aspetta un attimo..- il suo cervello si mise in moto contando i giorni: due, tre, quattro, cinque.. sei. Aveva un ritardo di sei settimane! La perenne stanchezza, l'appetito aumentato, i continui sbalzi d'umore e infine la nausea di quel giorno. No, non poteva essere. Si voltò verso il marito con sguardo vacuo ancora assorta nei propri pensieri. Si precipitò in cucina osservando i giorni segnati sul calendario, l'ultimo segno rosso era di due mesi precedenti. Si, i suoi calcoli erano esatti.

Tornò di corsa in bagno e frugò nell'armadietto all'interno. Vegeta, incuriosito dal repentino cambiamento della moglie si affacciò ma la porta gli venne malamente chiusa in faccia. Sbuffando seccato tornò in salotto per dedicarsi alla sua precedente occupazione.

 

Se lo rigirò tra le mani più volte controllando le istruzioni sulla scatola per essere sicura: una linea negativo, due linee positivo. Controllò ancora una volta il test e si sedette sul bordo della vasca tenendo ancora tra le dita la scatola. Era positivo, era incinta. Era incinta! Quando ormai aveva perso la speranza il test risultava positivo. Doveva dirlo a lui. Uscì di corsa dal bagno e andò in cerca del compagno. Lo trovò seduto indolente sul divano a non fare niente anche la televisione era spenta. Era il momento adatto. Si sedette al suo fianco aspettando che lui la degnasse di attenzione. -Che vuoi?- le chiese voltandosi verso di lei. Quando vide il suo radioso sorriso alzò impercettibilmente un sopracciglio, era un po' che quel sorriso era scomparso dal suo volto e non gli dispiaceva affatto che fosse ritornato. Afferrò la bottiglia piena d'acqua posta lì a fianco.

Lo guardava sorridendo, sprizzava felicità da tutti i pori. -Devo dirti una cosa importante.- disse. -Che aspetti?- le rispose scorbutico. Lei non ci fece caso e il suo sorriso si allargò ancor di più, ormai lo conosceva, quando faceva così era perché era curioso tanto quanto lei. Gli si mise a cavalcioni sulle gambe e lo guardò dritto negli occhi scuri -Sono incinta.- gli rivelò radiosa.

Fermò la bottiglia a mezz'aria ancor prima di portarla alle labbra. Il cuore del principe mancò un battito, o forse due e alla compagna questo non sfuggì tanto che gli si buttò addosso circondandogli il collo con le braccia. Un altro bambino, avrebbero avuto un altro bambino. Non che la cosa gli dispiacesse ovviamente ma il concetto non era ancora ben concretizzato nella sua testa, insomma ok il fatto di dover concepire un'altra vita ma l'idea che quest'ultima fosse veramente una cosa quantomeno concreta era tutt'alta cosa. Non disse nulla, rimasero così abbracciati in silenzio ad ascoltare ognuno il respiro dell'altro. Era felice, non lo avrebbe mai ammesso a lei o al resto del mondo, ma almeno a se stesso non poteva di certo negarlo.

 

***

Spalancò la porta d'ingresso e buttò il pesante zaino da un lato correndo per la casa precipitandosi in salotto. Strappò di mano il telecomando al precedente occupante e cambiò canale per poi inserire il gioco nella console precedentemente accesa. Gli avevano prestato un gioco appena uscito e lui voleva subito provarlo senza chiedere il parere di chi prima di lui stava osservando la televisore.

Yamcha guardò il bambino sedersi accanto a lui con il joystick in mano prendendo a giocare con il nuovo videogame, inutile provare a smuoverlo e a farsi ridare il telecomando ci avrebbe semplicemente fatto la figura dello stupito. Sconsolato portò la propria attenzione sullo schermo finché un altro abitante della grande casa non fece il suo ingresso nel grande salone. Vegeta si sedette semplicemente sulla poltrona posta lì affianco osservando il figlio che, accortosi della sua presenza, gli aveva illustrato il gioco a grandi linee.

Il genitore sembrava assente, ascoltava ciò che il figlio aveva da dire ma non ne capiva a pieno il significato, i suoi pensieri era altrove. La notizia precedentemente acquisita e i “festeggiamenti” gli avevano dato modo di riflettere su ciò che sarebbe accaduto da lì a nove mesi.

All'ex predone del deserto ciò non sfuggì, aveva notato che il Saiyan era visibilmente rilassato ma era assorto nei propri pensieri, sicuramente lui e Bulma avevano parlato di qualcosa, forse non solo parlato a giudicare dallo sguardo soddisfatto dell'uomo e dal modo tranquillo in cui era seduto lì accanto.

A interrompere il flusso di pensieri di entrambi ci pensò Bulma che, con un sorriso da un orecchio all'altro, si posizionò dietro al marito e gli sussurrò qualcosa che lui, purtroppo, non capì. Vide l'uomo annuire e lei farsi radiosa più di prima. -Ok ascoltatemi bene entrambi, ho una cosa importate da dire.- Trunks mise in pausa il gioco e si voltò verso la madre così come Yamcha, seduto al proprio fianco, si mise in ascolto. Chissà cosa avrebbe detto. Forse aveva terminato un progetto, aveva vinto qualche premio o era semplicemente riuscita in qualcosa per lei importante. Purtroppo la notizia che arrivò alle orecchie di Yamcha fu molto diversa da ciò che si aspettava: -Sono incinta. Aspetto un bambino.-Ecco il mondo gli era crollato addosso, non bastava che avesse ospitato quello scimmione quando era ancora un assassino, che lo avesse sposato e che gli avesse dato un primo figlio, adesso ne avrebbero avuto un altro.

Mentre il “guerriero” si arrovellava il cervello con pensieri masochisti, al mezzosangue sedutogli affianco gli si illuminarono gli occhi: un fratellino! Avrebbe avuto un fratello minore a cui insegnare tutto! Era al settimo cielo, tra tutte le notizie che la madre avesse potuto dargli quella era di certo la migliore. Felice come una pasqua tornò a concentrarsi sul videogame borbottando di tanto in tanto qualcosa riguardante il nascituro.

Bulma non si sarebbe mai aspettata una reazione del genere dal figlio, era euforico di aver presto qualcuno con cui giocare. La reazione opposta fu invece quella del suo ex fidanzato, come aveva immaginato, l'uomo si era rabbuiato e intristito, era pur sempre il suo storico fidanzato e la notizia che lei avrebbe avuto un figlio da un altro uomo non lo aveva di certo reso felice, anche se quell'uomo era il proprio marito e compagno di vita.

Yamcha si alzò e uscì dalla stanza in silenzio sotto lo sguardo dei due coniugi. Bulma lo seguì e lo fermò nel corridoio lontano da orecchie indiscrete -Ehi, che ti è preso?- gli chiese ovvia -Che mi è preso? Che mi è preso!? Tu mi dici che avrai un altro figlio da lui poi hai anche la faccia tosta di chiedermi che mi è preso!?- scattò furente. Bulma incrociò le braccia al petto con fare autoritario -Non pretendo tu faccia i salti di gioia ma che tu sia almeno felice per me.- sospirò -Yamcha, siamo stati insieme tanti anni insieme, però adesso le cose sono cambiate. Sono cresciuta e ho preso una strada diversa dalla tua, ho scelto una persona diversa da te con cui condividere la mia vita.- -Non sono d'accordo sulla scelta che hai fatto. Non credo che lui sia la persona giusta per te.- -Non credo che la tua opinione adesso valga qualcosa.- la donna si voltò di scatto osservando il marito al suo fianco che osservava l'altro dall'alto in basso. -Per quanto tu possa essere in disaccordo con la sua scelta non puoi di certo tornare indietro per una stupidagine.- abbassò lo sguardo sulle proprie scarpe sentendo lo sguardo penetrante del Saiyan su di sé, e lui non era di certo in grado di sostenerlo. Riflettè sulle parole dell'uomo che aveva la sua ex come compagna. In fondo aveva ragione. Sorrise amaramente. Ovvio che aveva ragione. Si voltò e dopo aver annunciato che il giorno dopo avrebbe cambiato aria si diresse in camera propria.

Osservò a lungo il punto in cui il ragazzo era scomparso nella penombra del pomeriggio e sospirò: era proprio quello il problema, Yamcha non sarebbe mai stato in grado di essere un buon marito o un buon padre, era troppo immaturo ancora. E per quanto Vegeta possa sembrare burbero e malvagio era decisamente più maturo del suo ex, forse se non fosse stato così lei non si sarebbe neanche accorta della presenza del Saiyan, o forse no? Si sentì avvolgere da dietro da due braccia muscolose che la tirarono verso il proprietario. Fece appena in tempo a girarsi prima di ritrovarsi incatenata nell'abbraccio di ferro del marito. -Ricordatelo sempre tu sei mia. Non permetterò a niente e nessuno di portarti via da me.- le sussurrò provocandole un brivido: adorava quando parlava in quel modo sensuale. Si alzò sulle punte e, come ringraziamento per essere sempre lì al momento giusto, lo baciò sulle labbra. La stessa cosa valeva per lui, nessuno lo avrebbe mai portato via da lei. Nessuno.

 

Angolo autrice:
Eccomi quiiii!! Vi sono mancata??? *silenzio tombale* Lo prendo come un no...
Coooooomunque si sono in ritardo di un paio di giorni ma il mio ragazzo mi ha portato via un sacco di tempo >.< Anche adesso sono di corsa perchè dice che non gli do abbastanza attenzioni (?????). Quindi credo che questa settimana gli aggiornamenti saranno più lenti. Ringrazio chi ha recensito e anche chi legge soltanto. Alla prossimaaa

Kiss angelo_nero

 

 

 

 

  
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