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Autore: bethrandall    24/02/2014    4 recensioni
Mistery-city è una città particolare dove abitano creature che per anni hanno popolato le idee degli umani .In questa città vi abitano dai vampiri alle fate, dagli orchi alle ninfe, dalle streghe ai licantropi. E persino gli umani. Una città dove tutto va tranquillo e sereno, dove tutti collaborano per non ricadere nelle guerre sanguinose che per anni hanno segnato libri e racconti di favole. In questa città il controllo ricade su due grandi associazioni , i D.S.S un organizzazione che mantiene il nucleo sereno e tranquillo della città e tutelano i diritti e i doveri dei cittadini. E poi ci sono i Lyss , creature nate dall’evaporazione di potere notturno da parte delle creature della sera. Loro ‘’torturano’’legalmente parlando i loro ‘’generatori’’ pur di far sì che la tranquillità nella città non venga intaccata.
il protagonista della storia è un vampiro di nome Drew, un cittadino modello , che non beve sangue umano da 30 anni , ed è a un passo dalla ‘’paranoiatransilvana ‘’ una sindrome particolarmente letale, e una umana , Twinkle, componente dei D.S.S che si occupa della tutela sanitaria a cui verrà assegnato questo curioso caso.
Genere: Commedia, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Drew stava seduto di fronte ad  una bella finestra coperta da pesanti tende bianche,  per lui era un bel giorno , gli era caduto il primo canino da latte, e per i bimbi vampiri era esaltante quanto il compleanno.I suoi erano usciti tutti gioiosi per andargli a comprare un bel regalino tutto per lui. Drew però era a casa, e stava giocando da solo in salotto , sentiva Ninà armeggiare con le pentole dentro la cucina della loro enorme casa.  Il sole filtrava dolce e caldo sulla pelle , ora che ci pensava non usciva mai e magari i suoi potevano permetterglielo almeno quel giorno .  Non aveva mai visto il ''giorno'' in tutto il suo splendore , in genere rimaneva chiuso in salotto, la stanza più luminosa di casa, ma con le tende rigorosamente piantate, erano bianche , quindi di luce a casa ce n'era tantissima , ma non aveva mai visto un vero e proprio raggio tagliare il pavimento in legno. Quindi , quelle rare volte quando  rimaneva  solo a casa ,fissava  le tende e immaginarsi di correre in giardino. La leggenda  diceva che i vampiri non  potevano uscire col sole, perché si sarebbero ustionati , ma sapeva che non era vero.  Una volta era uscito , ma non era diventato cenere, bensì  si era riscaldato ,  poi però sua madre l’aveva riportato immediatamente a  casa.
 Puntò lo sguardo verso la porta bianca che dava al giardino sul retro. La porta era carina , tutta con tende ,merletti e fiorellini verdi e azzurri che si arrampicavano verso la maniglia dorata. Era come stare davanti a una torta poggiata sul tavolo  e non poterla mangiare  perché sapeva che lo avrebbe fatto sentire male .  Però quella era l’occasione giusta, Ninà era distratta dal suono del grammofono e dai diversi suoni che possono abitare la cucina, quindi aprire la porta , tra l'altro quella era ben oleata, non  l’avrebbe cacciato nei guai . Poggiò la manina sulla maniglia e tirò. Uscì fuori cautamente , togliendosi le scarpe  per far ancora meno rumore.Non appena il suo piede venne solleticato dalla fresca erbetta del giorno, sorrise,  scoprendo la finestrella creata dal suo dentino mancante. Uscì totalmente e  chiuse la porta dietro di sè .  Che bel calore sulle spalle , sulla faccia , ovunque … sorrise ancora e si rotolò nell’erba sporcandosi la camicia e il fiocchetto celeste. Si fermò di colpo a contemplare il cielo azzurro, Rem non aveva torto: il suo amico licantropo , le nuvole sembravano tante pecorelle  quando erano piccole ,e poi sembravano fatte di zucchero. Si passò la lingua fra le labbra, goloso per com'era.  Che bello!pensò, era tutto così bello!
Poi sentì un rumore leggero di passi , e pensò subito fosse Ninà, scattò di colpo in aria come una molla , rimanendo imbambolato dal terrore , perché sapeva che la punizione sarebbe stata severa.  E invece no.
Un bimbo tutto vestito di nero , coi suoi stessi abiti veniva verso di lui. Sembravano uguali , ma non lo erano: lui aveva i capelli più scuri , ma erano alti allo stesso modo .  il primo pensiero di Drew fu salutarlo ma non appena alzò la mano gli venne un giramento di testa , che lo costrinse a mantenere l’equilibrio. Era debole.  Ma perché?
Il bambino si avvicinava piano sorridendo ,e per un po’ ebbe sollievo di quel dolce sorriso. Poi ne ebbe terrore , cercò di scappare , ma il bambino vestito di nero lo afferrò per il collo e lo sollevò da terra. Drew cercava di liberarsi , ma la stretta era troppo dolorosa e forte, e lui era debolissimo. Fu un urlo femminile a riportarlo alla realtà , si girò verso la porta bianca e vide Ninà correre con una coperta nera accanto. Drew sentì la  presa al collo allentarsi  e cadde a terra. Il bambino era sparito , ma come?
 Immediatamente tutto divenne buio e sentì qualcuno prenderlo in braccio. Le fragili braccia di Ninà.
Si ritrovò in salotto e si addormentò, troppo provato da quella terribile esperienza. Mai più il sole… mai più fuori , si disse. 

  
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