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Autore: Scarl_Bloom 94    26/02/2014    2 recensioni
Tre ragazze, due sorelle e loro cugina, stanche di vivere la loro vita, di vivere nel loro paese, decidono di scappare via, lasciando solo una lettera ai propri genitori. Tre ragazze pazze fino al midollo, si ritroveranno da sole in una grande città come New York. E qui il caso vuole che una di loro incontri l'amore della sua vita e viva una storia d'amore per niente normale. Amori, disastri, guai e situazioni comiche staranno alla base di questa pazza storia.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 –  La cena

 

 

Per tutto il resto del giorno io e Carol non abbiamo fatto altro che andare su e giù per la cucina mentre Annie non ci cagava minimamente essendo super concentrata nella cena di quella maledettissima serata. Non che sia gelosa, ma quella sottospecie di Barbie anoressica non mi va giù per niente. Non so neanche chi sia o come si chiami e mi sta tremendamente sulle palle. Carol invece è in subbuglio per l’arrivo di Christian e della la sua consorte. Credo sia lì lì per avere un infarto.

 

Io : Kepp calm, possiamo farcela!

 

Carol : Devo reprimere questa mia voglia di far del male.

 

Io : Io ho sete di sangue.

 

Annie : Potete, per piacere, andare a escogitare millemila modi per uccidere le due invitate da un’altra parte? Devo cucinare, io!!

 

Io : Questo è l’unico luogo sicuro! Quello stronzo me lo sta facendo apposta!!!

 

Carol : Siiii, anche Christian!!

 

Io ed Annie ci voltiamo scioccate verso Carol. Non per qualcosa, ma quel povero, disgraziato e innocente di un gran bel pezzo di dottore, nonché mezzo maniaco sessuale, non ha alcuna colpa di essere già fidanzato e quindi di uscire con la propria fidanzata. E Carol è completamente uscita di senno, questo purtroppo è ovvio perché altrimenti tutto ciò non si spiega. La lasciamo perdere e continuiamo entrambe a pensare ai fatti nostri.  Questa situazione è veramente snervante e per di più è quasi ora di andare a prendere Flynn all’asilo e io non ho proprio voglia di andarci con quel cafone.  

Ed ecco che puntualmente spunta dalla porta con quel sorriso stupido dipinto sul volto. Lo voglio strozzare, adesso, in questo preciso istante, dopo mi sentirò meglio. Mi volto all’istante, dandogli le spalle e mi metto ad aprire stipetti vari per cercare una qualsiasi cosa per poter tenermi occupata. Prendo una ciotola, lo sbattitore, delle uova dal frigo e inizio a sbatterle. Tutto ciò sotto allo sguardo divertito di Orlando e quello scioccato e stupito di Annie per non parlare dello sguardo completamente inesistente di Carol che nel frattempo è sempre più concentrata a ideare una trappola mortale per uccidere la fidanzata del suo maniaco sessuale.  D’improvviso mi sento afferrare dai fianchi. Spalanco gli occhi, aumento la velocità dello sbattitore  e comincio a girare e girare perdendo sempre di più il controllo. Le uova schizzano da una parte all’altra ma non me ne preoccupo minimamente. Sento una mano accarezzarmi lentamente la schiena e a quel punto perdo completamente il controllo tanto che il frullatore va in cortocircuito e mi esplode fra le mani.  Lancio un urlo acutissimo e mi getto fra le prime braccia che mi trovo vicina. Mi accorgo subito di aver appena fatto una cazzata. Sono aggrappata come una sottospecie di schimpanzè ad Orlando e lui se la ride, come ogni volta d’altronde.

 

Io : E’ colpa tua!!!  *mi allontano* E mai possibile che non puoi tenere quelle manacce a posto??!

 

Orlando : Ma che ho fatto?

 

Io : Eh? Mi prendo in giro? Ti avverto, soffro di attacchi di rabbia!

 

Orlando : Me ne ero accorto *ride* ma ciò non toglie che io non ho fatto assolutamente niente. Sei stata tu a far esplodere quel coso.

 

Io : Ti sei messo a toccarmi!!!!

 

Orlando : E quindi?

 

Guardo Annie e Carol come per chiedere aiuto. Come è facile da prevedere Annie sta ancora cucinando e Carol ha gli occhi persi nel vuoto. Mi ritrovo così da sola ad affrontare quel cafone che non è altro. Ma comunque non posso di certo dirgli che mi sono agitata quando ho sentito le sue mani sul mio corpo.  Bastardo. Cafone. Coglione.

 

Io : Ho una voglia irrefrenabile di…

 

Orlando : di strapazzarmi di coccole?

 

Io : Nooo!! Di uccidertiiii!!!

 

 

Annie : Oh! Sentite e che ca****! Sto cercando di cucinare, non posso con voi qua che non la smettete un attimo di urlare! Sono una cuoca in carriera, va bene?! Potrei andare a Master Chef!! Ok??? Ma se non mi lasciate lavorare tutto questo non potrà mai realizzarsi!!...... Non si realizzerà ugualmente, lo so.. perché cucino da schifo.. anche se sono migliorata, fa sempre schifo, ma comunque.. se cucino in santa pace, magari farà meno schifo!!:.... No vabbè, lasciamo perdere, continuate a litigare, tanto cucinerò lo stesso una porcheria.

 

Credo abbia parlato per un cinque minuti di fila senza riprendere fiato. Ha fatto tutto lei, si è complimentata con se stessa, si è auto offesa, si è rincuorata e per finire si è rassegnata nella sua incapacità di cucinare qualcosa di mangiabile. Questa casa ci sta facendo dare di matto.

 

Io : E comunque… la devi smettere di mettermi le mani addosso, chiaro??!

 

Orlando : No

 

Io : Come??? Che significa “no”??

 

Orlando : Significa NO…

 

Porto le mani sui fianchi. Sto realmente per impazzire. Questo deficiente è peggio di un bambino.  Chiudo gli occhi e cerco di mantenere la calma respirando lentamente e non appena li riapro afferro il mattarello che giaceva solo soletto sulla cucina e me lo passo minacciosa fra le mani. Orlando indietreggia deglutendo. Sorrido soddisfatta mentre il deficiente si sta mettendo paura.

 

Orlando : E dai cucci cucci stavo solo scherzando

 

Io : cucci cucci a chi?!

 

Orlando : piccola, dai.. lo sai che ti adoro, vero?

 

Io : Mi stai istigando ancora di più nel farlo!!

 

Sono lì lì per picchiarlo, quando all’improvviso Carol esce dalla sua catalessi. Ci guarda e poi apre la bocca come per dire qualcosa di veramente importante.

 

Carol : Siete in ritardo. Flynn sta per uscire in questo preciso istante.

 

Spalanco gli occhi e nel mentre butto il mattarello a terra, il quale finisce irrimediabilmente sui piedi di Orlando. Quest’ultimo si mette a urlare per il dolore e inizia a saltellare come un canguro. Non lo cago di striscio e mi metto le mani ai capelli continuando ad andare avanti e indietro per la cucina.

 

Io : No, no, no!!! Adesso si vedrà lì solo!! E penserà che l’abbiamo abbandonato!! Tutto questo è colpa tua!! Padre immaturo che pensa solo a giocare!!

 

Orlando : TI vuoi calmare? Possiamo arrivare in tempo..

 

Io : E come??

 

Orlando : Prendiamo la moto… *mi afferra violentemente dal braccio*

 

Senza capire un accidenti, mi ritrovo trascinata da Orlando verso non so quale disavventura che il Signore mi ha tristemente assegnato per questa giornata. Ci ritroviamo davanti alla sua moto. Okay, lui non sa che ho paura di salirci sopra e che ovviamente non ci salirò mai e poi mai. E mentre io rimugino su come fare per dirgli che su quel coso io non ci salirò, questo idiota già è bello pronto con casco e tutto.

 

Io : Ehm, no no io non ci salgo

 

Orlando : Perché? Non mi dire che hai paura? *ride*

 

Io : Si.. ho paura, va bene?!

 

Orlando : Uff.. siamo in ritardo! Vuoi salire oppure ci vado da solo??

 

Lo osservo attentamente per uno o due minuti. Ho una paura tremenda di salire su questa moto, ma se non lo faccio questo deficiente mi prenderà in giro fino alla fine dei tempi e per di più Flynn resterà molto male se non mi vedrà all’uscita dell’asilo. Sbuffo e decido di prendere il dannato casco. Mi sento come una condannata a morte mentre lui se la ride divertito. Salgo sulla maledetta moto con una velocità di un bradipo e sto bene attenta nel non far entrare in contatto il mio corpo con il suo.

 

Orlando : Aggrappati, se non vuoi cadere

 

Io : Cosa? No, no, non cadrò, vai

 

Orlando sbuffa, porta le sue mani dietro alla ricerca delle mie e appena le trova, le afferra, se li porta davanti, facendomi irrimediabilmente finire con la faccia spiaccicata sulla sua schiena. La moto parte e ci avviamo “felici” a prendere Flynn. Ecco però che appena arriviamo in strada inizio a urlare come una psicopatica. Chiudo gli occhi e lo stringo forte , tanto forte da non permettergli nemmeno di respirare. Per fortuna arriviamo subito davanti all’asilo e appena ferma la moto scendo subito a terra.

 

Orlando : Mi hai conficcato le unghie nello stomaco, pazza!

 

Io : E te l’avevo detto io che avevo paura!

 

Orlando : Non potevo certo sapere quanto fosse alto il tuo tasso di schizoidia!

 

Mi avvicino a lui minacciosa e gli lancio il casco addosso. Prontamente il deficiente lo prende ma non può nascondere di essersi fatto male. Sorrido e mi volto alla ricerca del piccolo Flynn. Appena lo vedo corro verso di lui e il bambino fa lo stesso. Lo abbraccio forte dopodiché torniamo da quel mentecatto di suo padre. 

 

Io : Io e Flynn torniamo a piedi, tu puoi tornartene benissimo con la tua moto!

 

Orlando : Tornerò a piedi con voi, sempre se non ti da fastidio!

 

Flynn : Ah.. ma litigate sempreee!

Guardiamo il piccolo per un attimo. Ha ragione, bisogna ammetterlo. Ma è Orlando che mi provoca in continuazione non sono di certo io.  E va bene, la colpa è per metà e metà. Non mi va vedere il piccolo dispiaciuto, dopo una giornata all’asilo è brutto sentire me e suo padre litigare per cazzate varie.

 

Io : Senti, piccolo. Cercherò di non litigare più con tuo padre davanti a te, va bene?

 

Flynn : Uhmm… va bene

 

Andammo verso casa camminando e ovviamente il piccolo ci prese entrambi per mano. Io e Orlando non abbiamo più aperto bocca, ma infondo meglio così, sennò la mia promessa di non litigare più con lui sarebbe stata alquanto difficile da mantenere. D’improvviso Flynn prende le nostre mani e li unisce mentre lui si mette a correre. Rimango per un attimo alquanto impreparata per l’evento. Io e Orlando ci guardiamo contemporaneamente. Le nostre mani sono unite e il piccolo se la ride mentre torna di corsa da noi.

 

Flynn : Non vi staccate fino a casa!

 

Io : Flynn, a me questo gioco non piace

 

Orlando : Neanche a me

 

Flynn : A me si, quindi cucitevi la bocca e torniamo a casaaaa

 

 

Io e Orlando obbediamo sbuffando. Quel bambino vuole la mia fine e io che pensavo che mi volesse bene. In questo modo non mi aiuta affatto. Sto camminando mano nella mano con Orlando Bloom e la cosa mette a disagio sia me che lui. Prego solo il Signore affinchè non spunti un altro paparazzo del cavolo.  Per fortuna giungiamo a casa sani e salvi. Entriamo e vedo Annie e Carol guardarci in modo abbastanza ambiguo.

 

Io : Che c’è da guardare? Abbiamo la peste per caso?

 

Annie : Vi state tenendo per mano

 

Spalanco gli occhi e porto lo sguardo sulla mia mano che sta ancora stringendo quella dell’idiota. Subito ci stacchiamo e cerchiamo di ricomporci. Annie e Carol se la ridono mentre Flynn è super soddisfatto.  Voglio fuggire via da questa situazione imbarazzante e faccio per andare , ma ecco che anche Orlando ha avuto la mia stessa idea e ci scontriamo.  C’è una tensione nell’aria impossibile da non percepire.

 

 

Annie : Spero solo che stasera arrivi presto…

 

Carol : E’ da tre giorni che non mangio, io si che sono intelligente, vero?

 

Annie : Per quale motivo non mangi?

 

Carol : Per Christian, ovvio!

 

Annie : E io che pensavo che non ti piacesse la mia cucina

 

Carol : No, tu cucini veramente da schifo, ma io non posso mangiare

 

Annie : Giusto, infondo senza cibo moriremo solamente non è così indispensabile

 

Carol : Ecco! Hai colto il mio punto di vista!

 

 

 

Il momento tanto atteso è arrivato. Orlando insiste nel far mangiare anche noi insieme a loro. Sono impaziente di vedere la gatta morta alias Barbie anoressica. Carol invece sembra essere calma, ma sappiamo bene che la sua è solo una calma apparente. L’unica che esterna il suo nervosismo è Annie, spera che gli ospiti non schifino la sua cucina come lo facciamo noi quotidianamente. George è praticamente sparito, non sappiamo dove diavolo si sia cacciato. Annie ne è abbastanza risentita anche se cerca di non darlo a vedere. E’ uscito ieri sera e non è più tornato, quel tossico.

Suona il campanello. Il mio cuore perde due, tre battiti. Orlando sorride e si accinge ad aprire la porta, prima però mi butta un’occhiata divertita. Bastardo che non sei altro.

Dalla porta entra George, appunto. Sospiro felice e lo accolgo, stranamente, a braccia aperte. Per la prima volta in vita mia sono contenta di vedere quel ragazzo. Dopo il breve e intensissimo accoglimento lo spingo verso la cucina da Annie, visto che mia sorella lo attendeva con ansia. In sala restiamo solo io e Orlando. Siamo in silenzio, ne io e ne lui abbiamo più parlato da quel pomeriggio. E quindi mi chiedo se abbiamo finito gli insulti o gli argomenti per poter litigare. E nel mentre rifletto su queste cavolate ecco che suona il campanello. Io e Orlando sobbalziamo contemporaneamente. Si gira verso di me e mi sorride per poi andare verso la porta.

Oh Dio. Eccoli.

 

Orlando : Chris!! Finalmente!  *lo abbraccia*

 

Christian : scusate il ritardo, ma sai come sono le donne

 

Vedo la fidanzata del bel dottore. E’ un’altra bionda come la Barbie del giornale. Saluta anche lei Orlando e … spunta la suddetta Barbie. Ho un colpo al cuore, Orlando le prende la mano e gliela bacia. Mi sento come se mi avessero gettato un vaso in testa.  La porta si chiude alle loro spalle e nel mentre vengono verso di me, io sono immobilizzata, con le mani dietro la schiena e con gli occhi persi in chissà quale vuoto.

 

Orlando : Vieni, ti presento Rachel, la babysitter di mio figlio, Rachel lei è Nora

 

Io : Ma che razza di nome è Nora?

 

Orlando : eh? … Scusala deve aver bevuto qualcosa..

 

Io : No dico sul serio, i tuoi genitori non potevano pensare a qualcosa di più… fantasioso?

 

Nora : Ehhh.. mi dispiace che il mio nome non ti.. piaccia..

 

Io :  A me no.

 

Orlando : Okok… andiamo che la cena si raffredda!!

 

 

E avanti, non potevo fingermi simpatica di fronte a quella. NORA. Non ha un diamine di senso il suo nome. Va bene, poteva anche chiamarsi ReginaElisabetta che per me non avrebbe avuto senso comunque, perché era lei, era la “Nuova fiamma”, e mi stava decisamente sul ca***.

Li seguo e vedo che Orlando fa sedere la Barbie accanto a se, dove di solito mi siedo io. Mi mordo la lingua per non dire qualcos’altro di tremendamente maleducato e sbagliato. Per fortuna c’è il piccolo Flynn.

 

Orlando : Flynn, siediti vicino a Nora

 

Flynn : No, io voglio Rachy!

 

Orlando : Nora da una parte e Rachel dall’altra..

 

Flynn : Noooo.. a me questa befana non piace!

 

Orlando : Flynn!!

 

Il mio piccolo angioletto. Lo sapevo, lo sapevo, mi ama alla follia. Non posso resistere nel non ridere. Lo faccio silenziosamente, ma devo godere della frase detta da questo piccoletto. La mia felicità dura poco, dato che vicino a Nora ci finisco proprio io. Ci sediamo tutti quanti e vedo Carol fissare in modo insano la fidanzata di Christian. Non le ha tolto gli occhi di dosso da quando l’ha vista.

 

Flynn : Rachy.. non ti preoccupare.. il mio papà non si fidanzerà con questa befana *a bassa voce*

 

Io : Ah no? E come lo sai?

 

Flynn : Adesso vedrai..

 

 

Il piccolo scende dal tavolo e corre in cucina. Subito gli corro dietro per vedere cosa ha in mente. In cucina troviamo Annie con la cena pronta. Stava proprio venendo da noi. Flynn le dice di aspettare e di preparare direttamente i piatti in cucina senza portare il tutto nell’altra stanza. Non capisco cosa ha in mente questo dolce pargoletto, ma mi rendo conto del suo piano immediatamente quando prende il super peperoncino piccante dallo stipetto.

 

Io : Nooo, non possiamo, piccolo!

 

Flynn : Si, sisiisisis…

 

 

Ecco, il piatto della Barbie è super arci pieno di peperoncino. Annie se la ride, consapevole che la colpa di tutto ciò sarebbe ricaduta su di lei, ma alla fine si trattava solo di un piatto rovinato. Portiamo i patti nell’altra stanza dopodiché ci sediamo tutti quanti per mangiare. D’improvviso la Barbie comincia a tossire e la vedo diventare di tutti i colori dell’arcobaleno in viso. Orlando le porge dell’acqua , ma la cretina si affoga ancora di più. Allora la fa alzare e l’accompagna in bagno, non senza buttarmi un’occhiataccia di rimprovero. E stavolta non ho fatto un bel niente. Non appena spariscono dalla stanza, Flynn scende dalla sedia e cautamente si avvicina a quella della Barbie. Christian e la fidanzata parlano di cose loro e per fortuna non si accorgono di niente. Non capisco che diavolo le ha messo sulla sedia, ma in un lampo torna a sedersi accanto a me. Mi guarda con quel suo sguardo pestifero e ritorna a mangiare. Al loro ritorno, non appena la Barbie si siede sulla propria sedia, emette un urlo così forte da trapanarmi il timpano. Si alza portandosi le mani sul suo fondoschiena. Mi sporgo per vedere che diavolo ha messo il bimbo sulla sedia e vedo dei piccoli e minuscoli chiodini. Spalanco gli occhi.

 

Barbie : Orlandoo!!!! Ma qui c’è qualcuno che sta cercando di uccidermi!!

 

Orlando : Rachel?!

 

Io : Eh? No,no,no, non dare la colpa a me, carciofo caro, perché io non c’entro niente!

 

Orlando : Non credevo fossi così infantile!

 

Io : Infantile io?!

 

 

Non riesco a trattenermi e gli butto addosso il vino che stava nel bicchiere accanto al mio. Orlando porta le mani agli occhi per pulirsi dopodiché fa la stessa cosa buttando il vino addosso a me.

 

Carol : Che la battaglia abbi inizio!!!!!

 

 

E da quell’annuncio segue una vera a propria battaglia di cibo. Carol prende il cibo ancora intatto nel suo piatto e lo scaraventa sopra alla fidanzata del dottore. Quest’ultima scioccata, non si fa di certo pregare che subito parte all’attacco. Annie si aggrega e se la prende con Christian. Forse per il motivo che Carol ce lo nomina duemilacentossessantaduemiliardi di volte al giorno e quindi giustamente si è rotta un po’ le scatole. Io e Orlando nel frattempo ci stiamo sporcando come a dei maliani. George e Flynn si nascondono sotto il tavolo. Il cibo però dopo poco finisce e dobbiamo fermare a malincuore la nostra battaglia.

 

Orlando :  *ride*  Guerra finita

 

Io :  Si per questa sera si *rido*

 

Barbie : Scusa, Orlando.. invece di licenziarla che fai? Ridi?

 

Flynn : Noooo, Rachy non si licenzia! Sono stato io!

 

Orlando : Sei stato tu?

 

Barbie : Ah bene… spero gli darai una giusta punizione!

 

Io : Ehi, Ehi ma quale punizione e punizione?!  E’ solo un bambino!

 

Barbie : un bambino? Mi ha quasi uccisa!

 

Io : Ma che esagerazione, e smettila di starnazzare, sembri un’oca! Anzi a dire il vero lo sei al cento per cento!

 

Barbie : cosa? Io un’oca? Ma guarda un po’ a questa maleducata, ma tu sai chi sono io? Eh? Conosci il mio nome per caso?

 

Prima che continui a parlare all’infinito di cazzate varie decido di prendere la bottiglia di champagne, la quale era ancora intatta e di farle una bella doccia. E’ facile prevedere che si è messa a urlare ancora più forte di prima.

 

Io : No, sai.. eri ancora bella e profumata.. ho pensato che infondo non era giusto..

 

Barbie : Orlando!!! Accompagnami alla porta!!

 

Chloe : Si, Christian, andiamo via anche noi

 

Christian : Come ? mi stavo divertendo!!

 

Chloe : Andiamo, muoviti! Sono tutta sporca!

 

Il povero Christian non può fare altro che alzarsi e seguire la fidanzata. Ma ecco che a un certo punto Carol gli si presenta davanti bloccandogli il cammino. L’uomo non capisce cosa diavolo voglia da lui e resta alquanto scioccato dal sorrisetto ambiguo che mia cugina ha sul viso. D’un tratto gli scaraventa addosso un piatto e la faccia del povero Christian è completamente ricoperta di panna e cioccolato.

 

Carol : C’era ancora il dessert!

 

Annie : Go Carol, goooo!!! Mia figlia!!!

 

Annie applaude orgogliosa mentre George solo in quel momento si decide ad uscire sotto al tavolo. Orlando nel frattempo accompagna la Barbie, Christian e la sua concubina alla porta. Flynn mi prende per mano e mi chiede di accompagnarlo in camera sua. Forse ha paura di essere punito. Annuisco e insieme andiamo verso le scale. Mentre stiamo per salire mi fermo un attimo per guardare Orlando salutare la Barbie. Il deficiente però si accorge che lo sto fissando e d’improvviso afferra il viso della ragazza e la bacia. Questa volta oltre che al vaso sento come se mi fosse arrivato addosso un piano forte e anche qualcos’altro di molto pesante. Non mi funzionano più le gambe. Per un attimo non riesco nemmeno a respirare. Fa troppo male e solo adesso riesco a comprenderlo. Lo ammazzo di botte, lo insulto, ma la verità è che mi piace da morire. Pensavo di poter controllare questa piccola cotta, di cercare di contenerla, però col passare del tempo mi  innamoro sempre di più di lui. E adesso sta baciando la Barbie. Ho un nodo tremendo allo stomaco. Sto così male che ho paura di poter scoppiare a piangere da un momento all’altro. Mi volto dall’altra parte e stringo forte la mano di Flynn. Non penso nemmeno se gli sto facendo male e salgo insieme a lui le scale a super velocità. Non li voglio vedere, ho visto abbastanza.  Una volta arrivati nella camera di Flynn, gli metto il pigiama e gli rimbocco le coperte. Nel mentre delle lacrime scendono dal mio viso. Non sono riuscita a controllarle.

 

Flynn : Perché piangi?

 

Io : No.. non sto piangendo..su, dormi, non ti preoccupare..

 

Flynn : Ho fatto qualcosa io?

 

Io : Ma no, cosa dici? Tu sei un bambino perfetto

 

Flynn : E’ per il mio papà?

 

 

Cerco di asciugarmi gli occhi e abbozzo un sorriso. Non rispondo alla sua domanda, tanto è palese che sto male per quel cretino del suo papi. Il bambino si mette seduto e si avvicina a me per abbracciarmi.

 

Flynn : Non piangere, dai

 

Lo stringo forte a me e le lacrime nel frattempo si intensificano. Non riesco a togliermi quell’immagine dalla testa. Dopo un paio di minuti rimetto a letto il piccolo e fingo un piccolo sorriso. Mi alzo ed esco dalla stanza e sulla porta incontro proprio Orlando.  Ho gli occhi rossi ed è impossibile non capire che sto piangendo.  Orlando si fa serio di colpo e cerca di dire qualcosa. Non gli do il tempo di dire nulla perché scappo via.

 

L’uomo entra nella stanza di suo figlio. Sta ancora pensando a me e si chiede il perché di quelle lacrime.

 

Orlando : Flynn, per caso sai perché Rachel stava piangendo?

 

Flynn : … Ehm…perché il fidanzato l’ha lasciata

 

Orlando : Oh… ha un fidanzato?

 

Flynn : ..Si… e comunque a me quella non mi piace..lo sai?

 

Orlando : L’avevo intuito *ride*

 

Flynn : A me piace Rachy

 

Orlando : Lo so

 

Flynn : E a te?

 

Orlando : A me cosa?

 

Flynn : A te piace?

 

Orlando : …perché non dormi? E’ tardi

 

Flynn : uff.. si si dormo..ciao

 

 

 

Nel frattempo io sono fuggita sul terrazzo. Non avevo voglia di entrare nella mia stanza e rispondere alle millemila domande di Annie e Carol. Non riesco a fermare le mie lacrime nonostante ci provi con tutta me stessa. Non credevo proprio di poter stare così di merda. Mi fa troppo male il cuore e non capisco perché non riesco a fermare queste lacrime.

D’improvviso sento dei passi alle mie spalle. Mi giro di scatto e mi ritrovo davanti Orlando. Credo di aver smesso di respirare per almeno 5 secondi. Non capisco cosa sia successo di preciso, ma Orlando si avvicina lentamente e mi attira a se abbracciandomi forte. Spalanco gli occhi davanti a quel gesto inaspettato e improvviso. Sono fra le sue braccia e mi sento stranamente bene. Chiudo gli occhi e mi abbandono all’emozione di questo momento magico. Sento le sue braccia stringermi ancora di più e appoggio la testa sul suo petto.  Le lacrime si fermano e vengono sostituite da un sorriso felice.

 

 

 

 

 

   
 
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