Capitolo
7
– La cena
Per
tutto il resto del giorno io e Carol non abbiamo
fatto altro che andare su e giù per la cucina mentre Annie
non ci cagava
minimamente essendo super concentrata nella cena di quella
maledettissima
serata. Non che sia gelosa, ma quella sottospecie di Barbie anoressica
non mi
va giù per niente. Non so neanche chi sia o come si chiami e
mi sta
tremendamente sulle palle. Carol invece è in subbuglio per
l’arrivo di
Christian e della la sua consorte. Credo sia lì
lì per avere un infarto.
Io
: Kepp calm, possiamo farcela!
Carol
: Devo reprimere questa mia voglia di far del
male.
Io
: Io ho sete di sangue.
Annie
: Potete, per piacere, andare a escogitare
millemila modi per uccidere le due invitate da un’altra
parte? Devo cucinare,
io!!
Io
: Questo è l’unico luogo sicuro! Quello stronzo
me lo sta facendo apposta!!!
Carol
: Siiii, anche Christian!!
Io
ed Annie ci voltiamo scioccate verso Carol. Non
per qualcosa, ma quel povero, disgraziato e innocente di un gran bel
pezzo di
dottore, nonché mezzo maniaco sessuale, non ha alcuna colpa
di essere già
fidanzato e quindi di uscire con la propria fidanzata. E Carol
è completamente
uscita di senno, questo purtroppo è ovvio perché
altrimenti tutto ciò non si
spiega. La lasciamo perdere e continuiamo entrambe a pensare ai fatti
nostri. Questa
situazione è veramente
snervante e per di più è quasi ora di andare a
prendere Flynn all’asilo e io
non ho proprio voglia di andarci con quel cafone.
Ed
ecco che puntualmente spunta dalla porta con quel
sorriso stupido dipinto sul volto. Lo voglio strozzare, adesso, in
questo
preciso istante, dopo mi sentirò meglio. Mi volto
all’istante, dandogli le
spalle e mi metto ad aprire stipetti vari per cercare una qualsiasi
cosa per
poter tenermi occupata. Prendo una ciotola, lo sbattitore, delle uova
dal frigo
e inizio a sbatterle. Tutto ciò sotto allo sguardo divertito
di Orlando e
quello scioccato e stupito di Annie per non parlare dello sguardo
completamente
inesistente di Carol che nel frattempo è sempre
più concentrata a ideare una
trappola mortale per uccidere la fidanzata del suo maniaco sessuale. D’improvviso mi
sento afferrare dai fianchi.
Spalanco gli occhi, aumento la velocità dello sbattitore e comincio a girare e girare
perdendo sempre
di più il controllo. Le uova schizzano da una parte
all’altra ma non me ne
preoccupo minimamente. Sento una mano accarezzarmi lentamente la
schiena e a
quel punto perdo completamente il controllo tanto che il frullatore va
in
cortocircuito e mi esplode fra le mani.
Lancio un urlo acutissimo e mi getto fra le prime braccia
che mi trovo
vicina. Mi accorgo subito di aver appena fatto una cazzata. Sono
aggrappata
come una sottospecie di schimpanzè ad Orlando e lui se la
ride, come ogni volta
d’altronde.
Io
: E’ colpa tua!!!
*mi allontano* E mai possibile che non puoi tenere quelle
manacce a
posto??!
Orlando
: Ma che ho fatto?
Io
: Eh? Mi prendo in giro? Ti avverto, soffro di
attacchi di rabbia!
Orlando
: Me ne ero accorto *ride* ma ciò non toglie
che io non ho fatto assolutamente niente. Sei stata tu a far esplodere
quel
coso.
Io
: Ti sei messo a toccarmi!!!!
Orlando
: E quindi?
Guardo
Annie e Carol come per chiedere aiuto. Come è
facile da prevedere Annie sta ancora cucinando e Carol ha gli occhi
persi nel
vuoto. Mi ritrovo così da sola ad affrontare quel cafone che
non è altro. Ma
comunque non posso di certo dirgli che mi sono agitata quando ho
sentito le sue
mani sul mio corpo. Bastardo.
Cafone.
Coglione.
Io
: Ho una voglia irrefrenabile di…
Orlando
: di strapazzarmi di coccole?
Io
: Nooo!! Di uccidertiiii!!!
Annie
: Oh! Sentite e che ca****! Sto cercando di
cucinare, non posso con voi qua che non la smettete un attimo di
urlare! Sono
una cuoca in carriera, va bene?! Potrei andare a Master Chef!! Ok??? Ma
se non
mi lasciate lavorare tutto questo non potrà mai
realizzarsi!!...... Non si
realizzerà ugualmente, lo so.. perché cucino da
schifo.. anche se sono
migliorata, fa sempre schifo, ma comunque.. se cucino in santa pace,
magari
farà meno schifo!!:.... No vabbè, lasciamo
perdere, continuate a litigare,
tanto cucinerò lo stesso una porcheria.
Credo
abbia parlato per un cinque minuti di fila
senza riprendere fiato. Ha fatto tutto lei, si è
complimentata con se stessa,
si è auto offesa, si è rincuorata e per finire si
è rassegnata nella sua
incapacità di cucinare qualcosa di mangiabile. Questa casa
ci sta facendo dare
di matto.
Io
: E comunque… la devi smettere di mettermi le
mani addosso, chiaro??!
Orlando
: No
Io
: Come??? Che significa “no”??
Orlando
: Significa NO…
Porto
le mani sui fianchi. Sto realmente per
impazzire. Questo deficiente è peggio di un bambino. Chiudo gli occhi e cerco di
mantenere la calma
respirando lentamente e non appena li riapro afferro il mattarello che
giaceva
solo soletto sulla cucina e me lo passo minacciosa fra le mani. Orlando
indietreggia deglutendo. Sorrido soddisfatta mentre il deficiente si
sta
mettendo paura.
Orlando
: E dai cucci cucci stavo solo scherzando
Io
: cucci cucci a chi?!
Orlando
: piccola, dai.. lo sai che ti adoro, vero?
Io
: Mi stai istigando ancora di più nel farlo!!
Sono
lì lì per picchiarlo, quando
all’improvviso
Carol esce dalla sua catalessi. Ci guarda e poi apre la bocca come per
dire
qualcosa di veramente importante.
Carol
: Siete in ritardo. Flynn sta per uscire in
questo preciso istante.
Spalanco
gli occhi e nel mentre butto il mattarello
a terra, il quale finisce irrimediabilmente sui piedi di Orlando.
Quest’ultimo
si mette a urlare per il dolore e inizia a saltellare come un canguro.
Non lo
cago di striscio e mi metto le mani ai capelli continuando ad andare
avanti e
indietro per la cucina.
Io
: No, no, no!!! Adesso si vedrà lì solo!! E
penserà che l’abbiamo abbandonato!! Tutto questo
è colpa tua!! Padre immaturo
che pensa solo a giocare!!
Orlando
: TI vuoi calmare? Possiamo arrivare in
tempo..
Io
: E come??
Orlando
: Prendiamo la moto… *mi afferra
violentemente dal braccio*
Senza
capire un accidenti, mi ritrovo trascinata da
Orlando verso non so quale disavventura che il Signore mi ha
tristemente
assegnato per questa giornata. Ci ritroviamo davanti alla sua moto.
Okay, lui
non sa che ho paura di salirci sopra e che ovviamente non ci
salirò mai e poi
mai. E mentre io rimugino su come fare per dirgli che su quel coso io
non ci
salirò, questo idiota già è bello
pronto con casco e tutto.
Io
: Ehm, no no io non ci salgo
Orlando
: Perché? Non mi dire che hai paura? *ride*
Io
: Si.. ho paura, va bene?!
Orlando
: Uff.. siamo in ritardo! Vuoi salire oppure
ci vado da solo??
Lo
osservo attentamente per uno o due minuti. Ho una
paura tremenda di salire su questa moto, ma se non lo faccio questo
deficiente
mi prenderà in giro fino alla fine dei tempi e per di
più Flynn resterà molto
male se non mi vedrà all’uscita
dell’asilo. Sbuffo e decido di prendere il
dannato casco. Mi sento come una condannata a morte mentre lui se la
ride
divertito. Salgo sulla maledetta moto con una velocità di un
bradipo e sto bene
attenta nel non far entrare in contatto il mio corpo con il suo.
Orlando
: Aggrappati, se non vuoi cadere
Io
: Cosa? No, no, non cadrò, vai
Orlando
sbuffa, porta le sue mani dietro alla
ricerca delle mie e appena le trova, le afferra, se li porta davanti,
facendomi
irrimediabilmente finire con la faccia spiaccicata sulla sua schiena.
La moto
parte e ci avviamo “felici” a prendere Flynn. Ecco
però che appena arriviamo in
strada inizio a urlare come una psicopatica. Chiudo gli occhi e lo
stringo
forte , tanto forte da non permettergli nemmeno di respirare. Per
fortuna
arriviamo subito davanti all’asilo e appena ferma la moto
scendo subito a
terra.
Orlando
: Mi hai conficcato le unghie nello stomaco,
pazza!
Io
: E te l’avevo detto io che avevo paura!
Orlando
: Non potevo certo sapere quanto fosse alto
il tuo tasso di schizoidia!
Mi
avvicino a lui minacciosa e gli lancio il casco
addosso. Prontamente il deficiente lo prende ma non può
nascondere di essersi
fatto male. Sorrido e mi volto alla ricerca del piccolo Flynn. Appena
lo vedo
corro verso di lui e il bambino fa lo stesso. Lo abbraccio forte
dopodiché torniamo
da quel mentecatto di suo padre.
Io
: Io e Flynn torniamo a piedi, tu puoi tornartene
benissimo con la tua moto!
Orlando
: Tornerò a piedi con voi, sempre se non ti
da fastidio!
Flynn
: Ah.. ma litigate sempreee!
Guardiamo
il piccolo per un attimo. Ha ragione,
bisogna ammetterlo. Ma è Orlando che mi provoca in
continuazione non sono di
certo io. E va
bene, la colpa è per metà
e metà. Non mi va vedere il piccolo dispiaciuto, dopo una
giornata all’asilo è
brutto sentire me e suo padre litigare per cazzate varie.
Io
: Senti, piccolo. Cercherò di non litigare più
con tuo padre davanti a te, va bene?
Flynn
: Uhmm… va bene
Andammo
verso casa camminando e ovviamente il
piccolo ci prese entrambi per mano. Io e Orlando non abbiamo
più aperto bocca,
ma infondo meglio così, sennò la mia promessa di
non litigare più con lui
sarebbe stata alquanto difficile da mantenere. D’improvviso
Flynn prende le
nostre mani e li unisce mentre lui si mette a correre. Rimango per un
attimo
alquanto impreparata per l’evento. Io e Orlando ci guardiamo
contemporaneamente. Le nostre mani sono unite e il piccolo se la ride
mentre
torna di corsa da noi.
Flynn
: Non vi staccate fino a casa!
Io
: Flynn, a me questo gioco non piace
Orlando
: Neanche a me
Flynn
: A me si, quindi cucitevi la
bocca e torniamo a casaaaa
Io
e Orlando obbediamo sbuffando. Quel
bambino vuole la mia fine e io che pensavo che mi volesse bene. In
questo modo
non mi aiuta affatto. Sto camminando mano nella mano con Orlando Bloom
e la
cosa mette a disagio sia me che lui. Prego solo il Signore
affinchè non spunti
un altro paparazzo del cavolo. Per
fortuna giungiamo a casa sani e salvi. Entriamo e vedo Annie e Carol
guardarci
in modo abbastanza ambiguo.
Io
: Che c’è da guardare? Abbiamo la
peste per caso?
Annie
: Vi state tenendo per mano
Spalanco
gli occhi e porto lo sguardo
sulla mia mano che sta ancora stringendo quella dell’idiota.
Subito ci
stacchiamo e cerchiamo di ricomporci. Annie e Carol se la ridono mentre
Flynn è
super soddisfatto. Voglio
fuggire via da
questa situazione imbarazzante e faccio per andare , ma ecco che anche
Orlando
ha avuto la mia stessa idea e ci scontriamo. C’è
una tensione nell’aria impossibile da non
percepire.
Annie
: Spero solo che stasera arrivi
presto…
Carol
: E’ da tre giorni che non mangio,
io si che sono intelligente, vero?
Annie
: Per quale motivo non mangi?
Carol
: Per Christian, ovvio!
Annie
: E io che pensavo che non ti
piacesse la mia cucina
Carol
: No, tu cucini veramente da
schifo, ma io non posso mangiare
Annie
: Giusto, infondo senza cibo
moriremo solamente non è così indispensabile
Carol
: Ecco! Hai colto il mio punto di
vista!
Il
momento tanto atteso è arrivato. Orlando insiste
nel far mangiare anche noi insieme a loro. Sono impaziente di vedere la
gatta
morta alias Barbie anoressica. Carol invece sembra essere calma, ma
sappiamo
bene che la sua è solo una calma apparente.
L’unica che esterna il suo
nervosismo è Annie, spera che gli ospiti non schifino la sua
cucina come lo
facciamo noi quotidianamente. George è praticamente sparito,
non sappiamo dove
diavolo si sia cacciato. Annie ne è abbastanza risentita
anche se cerca di non
darlo a vedere. E’ uscito ieri sera e non è
più tornato, quel tossico.
Suona
il campanello. Il mio cuore perde due, tre
battiti. Orlando sorride e si accinge ad aprire la porta, prima
però mi butta
un’occhiata divertita. Bastardo che non sei altro.
Dalla
porta entra George, appunto. Sospiro felice e
lo accolgo, stranamente, a braccia aperte. Per la prima volta in vita
mia sono
contenta di vedere quel ragazzo. Dopo il breve e intensissimo
accoglimento lo
spingo verso la cucina da Annie, visto che mia sorella lo attendeva con
ansia.
In sala restiamo solo io e Orlando. Siamo in silenzio, ne io e ne lui
abbiamo
più parlato da quel pomeriggio. E quindi mi chiedo se
abbiamo finito gli
insulti o gli argomenti per poter litigare. E nel mentre rifletto su
queste
cavolate ecco che suona il campanello. Io e Orlando sobbalziamo
contemporaneamente. Si gira verso di me e mi sorride per poi andare
verso la
porta.
Oh
Dio. Eccoli.
Orlando
: Chris!! Finalmente! *lo
abbraccia*
Christian
: scusate il ritardo, ma sai come sono le
donne
Vedo
la fidanzata del bel dottore. E’ un’altra
bionda come la Barbie del giornale. Saluta anche lei Orlando e
… spunta la
suddetta Barbie. Ho un colpo al cuore, Orlando le prende la mano e
gliela
bacia. Mi sento come se mi avessero gettato un vaso in testa. La porta si chiude alle
loro spalle e nel
mentre vengono verso di me, io sono immobilizzata, con le mani dietro
la
schiena e con gli occhi persi in chissà quale vuoto.
Orlando
: Vieni, ti presento Rachel, la babysitter
di mio figlio, Rachel lei è Nora
Io
: Ma che razza di nome è Nora?
Orlando
: eh? … Scusala deve aver bevuto qualcosa..
Io
: No dico sul serio, i tuoi genitori non potevano
pensare a qualcosa di più… fantasioso?
Nora
: Ehhh.. mi dispiace che il mio nome non ti..
piaccia..
Io
: A me no.
Orlando
: Okok… andiamo che la cena si raffredda!!
E
avanti, non potevo fingermi simpatica di fronte a
quella. NORA. Non ha un diamine di senso il suo nome. Va bene, poteva
anche
chiamarsi ReginaElisabetta che per me non avrebbe avuto senso comunque,
perché era
lei, era la “Nuova fiamma”, e mi stava decisamente
sul ca***.
Li
seguo e vedo che Orlando fa sedere la Barbie
accanto a se, dove di solito mi siedo io. Mi mordo la lingua per non
dire
qualcos’altro di tremendamente maleducato e sbagliato. Per
fortuna c’è il piccolo
Flynn.
Orlando
: Flynn, siediti vicino a Nora
Flynn
: No, io voglio Rachy!
Orlando
: Nora da una parte e Rachel dall’altra..
Flynn
: Noooo.. a me questa befana non piace!
Orlando
: Flynn!!
Il
mio piccolo angioletto. Lo sapevo, lo sapevo, mi
ama alla follia. Non posso resistere nel non ridere. Lo faccio
silenziosamente,
ma devo godere della frase detta da questo piccoletto. La mia
felicità dura
poco, dato che vicino a Nora ci finisco proprio io. Ci sediamo tutti
quanti e
vedo Carol fissare in modo insano la fidanzata di Christian. Non le ha
tolto
gli occhi di dosso da quando l’ha vista.
Flynn
: Rachy.. non ti preoccupare.. il mio papà non
si fidanzerà con questa befana *a bassa voce*
Io
: Ah no? E come lo sai?
Flynn
: Adesso vedrai..
Il
piccolo scende dal tavolo e corre in cucina.
Subito gli corro dietro per vedere cosa ha in mente. In cucina troviamo
Annie
con la cena pronta. Stava proprio venendo da noi. Flynn le dice di
aspettare e
di preparare direttamente i piatti in cucina senza portare il tutto
nell’altra
stanza. Non capisco cosa ha in mente questo dolce pargoletto, ma mi
rendo conto
del suo piano immediatamente quando prende il super peperoncino
piccante dallo
stipetto.
Io
: Nooo, non possiamo, piccolo!
Flynn
: Si, sisiisisis…
Ecco,
il piatto della Barbie è super arci pieno di
peperoncino. Annie se la ride, consapevole che la colpa di tutto
ciò sarebbe
ricaduta su di lei, ma alla fine si trattava solo di un piatto
rovinato. Portiamo
i patti nell’altra stanza dopodiché ci sediamo
tutti quanti per mangiare. D’improvviso
la Barbie comincia a tossire e la vedo diventare di tutti i colori
dell’arcobaleno
in viso. Orlando le porge dell’acqua , ma la cretina si
affoga ancora di più.
Allora la fa alzare e l’accompagna in bagno, non senza
buttarmi un’occhiataccia
di rimprovero. E stavolta non ho fatto un bel niente. Non appena
spariscono
dalla stanza, Flynn scende dalla sedia e cautamente si avvicina a
quella della
Barbie. Christian e la fidanzata parlano di cose loro e per fortuna non
si
accorgono di niente. Non capisco che diavolo le ha messo sulla sedia,
ma in un
lampo torna a sedersi accanto a me. Mi guarda con quel suo sguardo
pestifero e
ritorna a mangiare. Al loro ritorno, non appena la Barbie si siede
sulla
propria sedia, emette un urlo così forte da trapanarmi il
timpano. Si alza
portandosi le mani sul suo fondoschiena. Mi sporgo per vedere che
diavolo ha
messo il bimbo sulla sedia e vedo dei piccoli e minuscoli chiodini.
Spalanco
gli occhi.
Barbie
: Orlandoo!!!! Ma qui c’è qualcuno che sta
cercando di uccidermi!!
Orlando
: Rachel?!
Io
: Eh? No,no,no, non dare la colpa a me, carciofo
caro, perché io non c’entro niente!
Orlando
: Non credevo fossi così infantile!
Io
: Infantile io?!
Non
riesco a trattenermi e gli butto addosso il vino
che stava nel bicchiere accanto al mio. Orlando porta le mani agli
occhi per
pulirsi dopodiché fa la stessa cosa buttando il vino addosso
a me.
Carol
: Che la battaglia abbi inizio!!!!!
E
da quell’annuncio segue una vera a propria
battaglia di cibo. Carol prende il cibo ancora intatto nel suo piatto e
lo
scaraventa sopra alla fidanzata del dottore. Quest’ultima
scioccata, non si fa
di certo pregare che subito parte all’attacco. Annie si
aggrega e se la prende
con Christian. Forse per il motivo che Carol ce lo nomina
duemilacentossessantaduemiliardi di volte al giorno e quindi
giustamente si è rotta
un po’ le scatole. Io e Orlando nel frattempo ci stiamo
sporcando come a dei
maliani. George e Flynn si nascondono sotto il tavolo. Il cibo
però dopo poco
finisce e dobbiamo fermare a malincuore la nostra battaglia.
Orlando
:
*ride* Guerra
finita
Io
: Si per
questa sera si *rido*
Barbie
: Scusa, Orlando.. invece di licenziarla che
fai? Ridi?
Flynn
: Noooo, Rachy non si licenzia! Sono stato io!
Orlando
: Sei stato tu?
Barbie
: Ah bene… spero gli darai una giusta
punizione!
Io
: Ehi, Ehi ma quale punizione e punizione?!
E’ solo un bambino!
Barbie
: un bambino? Mi ha quasi uccisa!
Io
: Ma che esagerazione, e smettila di starnazzare,
sembri un’oca! Anzi a dire il vero lo sei al cento per cento!
Barbie
: cosa? Io un’oca? Ma guarda un po’ a questa
maleducata, ma tu sai chi sono io? Eh? Conosci il mio nome per caso?
Prima
che continui a parlare all’infinito di cazzate
varie decido di prendere la bottiglia di champagne, la quale era ancora
intatta
e di farle una bella doccia. E’ facile prevedere che si
è messa a urlare ancora
più forte di prima.
Io
: No, sai.. eri ancora bella e profumata.. ho
pensato che infondo non era giusto..
Barbie
: Orlando!!! Accompagnami alla porta!!
Chloe
: Si, Christian, andiamo via anche noi
Christian
: Come ? mi stavo divertendo!!
Chloe
: Andiamo, muoviti! Sono tutta sporca!
Il
povero Christian non può fare altro che alzarsi e
seguire la fidanzata. Ma ecco che a un certo punto Carol gli si
presenta
davanti bloccandogli il cammino. L’uomo non capisce cosa
diavolo voglia da lui
e resta alquanto scioccato dal sorrisetto ambiguo che mia cugina ha sul
viso. D’un
tratto gli scaraventa addosso un piatto e la faccia del povero
Christian è
completamente ricoperta di panna e cioccolato.
Carol
: C’era ancora il dessert!
Annie
: Go Carol, goooo!!! Mia figlia!!!
Annie
applaude orgogliosa mentre George solo in quel
momento si decide ad uscire sotto al tavolo. Orlando nel frattempo
accompagna
la Barbie, Christian e la sua concubina alla porta. Flynn mi prende per
mano e
mi chiede di accompagnarlo in camera sua. Forse ha paura di essere
punito.
Annuisco e insieme andiamo verso le scale. Mentre stiamo per salire mi
fermo un
attimo per guardare Orlando salutare la Barbie. Il deficiente
però si accorge
che lo sto fissando e d’improvviso afferra il viso della
ragazza e la bacia.
Questa volta oltre che al vaso sento come se mi fosse arrivato addosso
un piano
forte e anche qualcos’altro di molto pesante. Non mi
funzionano più le gambe.
Per un attimo non riesco nemmeno a respirare. Fa troppo male e solo
adesso
riesco a comprenderlo. Lo ammazzo di botte, lo insulto, ma la
verità è che mi
piace da morire. Pensavo di poter controllare questa piccola cotta, di
cercare
di contenerla, però col passare del tempo mi innamoro sempre di
più di lui. E adesso sta
baciando la Barbie. Ho un nodo tremendo allo stomaco. Sto
così male che ho
paura di poter scoppiare a piangere da un momento all’altro.
Mi volto dall’altra
parte e stringo forte la mano di Flynn. Non penso nemmeno se gli sto
facendo
male e salgo insieme a lui le scale a super velocità. Non li
voglio vedere, ho
visto abbastanza. Una
volta arrivati
nella camera di Flynn, gli metto il pigiama e gli rimbocco le coperte.
Nel
mentre delle lacrime scendono dal mio viso. Non sono riuscita a
controllarle.
Flynn
: Perché piangi?
Io
: No.. non sto piangendo..su, dormi, non ti
preoccupare..
Flynn
: Ho fatto qualcosa io?
Io
: Ma no, cosa dici? Tu sei un bambino perfetto
Flynn
: E’ per il mio papà?
Cerco
di asciugarmi gli occhi e abbozzo un sorriso.
Non rispondo alla sua domanda, tanto è palese che sto male
per quel cretino del
suo papi. Il bambino si mette seduto e si avvicina a me per
abbracciarmi.
Flynn
: Non piangere, dai
Lo
stringo forte a me e le lacrime nel frattempo si
intensificano. Non riesco a togliermi quell’immagine dalla
testa. Dopo un paio
di minuti rimetto a letto il piccolo e fingo un piccolo sorriso. Mi
alzo ed
esco dalla stanza e sulla porta incontro proprio Orlando. Ho gli occhi rossi ed
è impossibile non
capire che sto piangendo. Orlando
si fa
serio di colpo e cerca di dire qualcosa. Non gli do il tempo di dire
nulla perché
scappo via.
L’uomo
entra nella stanza di suo figlio. Sta ancora
pensando a me e si chiede il perché di quelle lacrime.
Orlando
: Flynn, per caso sai perché Rachel stava
piangendo?
Flynn
: … Ehm…perché il fidanzato
l’ha lasciata
Orlando
: Oh… ha un fidanzato?
Flynn
: ..Si… e comunque a me quella non mi
piace..lo sai?
Orlando
: L’avevo intuito *ride*
Flynn
: A me piace Rachy
Orlando
: Lo so
Flynn
: E a te?
Orlando
: A me cosa?
Flynn
: A te piace?
Orlando
: …perché non dormi? E’ tardi
Flynn
: uff.. si si dormo..ciao
Nel
frattempo io sono fuggita sul terrazzo. Non
avevo voglia di entrare nella mia stanza e rispondere alle millemila
domande di
Annie e Carol. Non riesco a fermare le mie lacrime nonostante ci provi
con
tutta me stessa. Non credevo proprio di poter stare così di
merda. Mi fa troppo
male il cuore e non capisco perché non riesco a fermare
queste lacrime.
D’improvviso
sento dei passi alle mie spalle. Mi
giro di scatto e mi ritrovo davanti Orlando. Credo di aver smesso di
respirare
per almeno 5 secondi. Non capisco cosa sia successo di preciso, ma
Orlando si
avvicina lentamente e mi attira a se abbracciandomi forte. Spalanco gli
occhi
davanti a quel gesto inaspettato e improvviso. Sono fra le sue braccia
e mi
sento stranamente bene. Chiudo gli occhi e mi abbandono
all’emozione di questo
momento magico. Sento le sue braccia stringermi ancora di
più e appoggio la
testa sul suo petto. Le
lacrime si
fermano e vengono sostituite da un sorriso felice.