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Autore: Sana chang    24/06/2008    2 recensioni
Angelina ha deciso di andare a lavorare al negozio di George, ignara di quello che l'aspetta... George nel frattempo si impegna con tutte le sue forze per farla impazzire come le altre mille commesse...ci riuscirà? Dedicata a freddymercury!^^
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando leggo un commento sono sempre molto felice, quando leggo un commento di freddymercury sono mooolto felice, quindi quando mi chiede come secondo me George e Angelina si sono messi insieme io non posso fare altro che chiudere i libri e scrivere...

La storia non è proprio un prequel di “Vicky: parliamone”, ma chi l'ha letta troverà sicuramente delle analogie...ovviamente consiglio di leggerla!:P

Missione: far impazzire anche Lei

“Ora basta, io me ne vado.”

“E dai, non fare così…Era solo uno scherzo!”

“Io odio gli scherzi! Ne ho abbastanza per tutta la vita di scherzi, ok? Metterò su un esercito, rovescerò il ministero e bandirò gli scherzi! Chiunque sarà beccato con una merendina anche lontanamente simile ad una dei Tiri Vispi verrà spedito ad Azkaban!”

“Però, non ti facevo così rivoluzionaria… perché non provi le…”

“Taci, demonio! Tu sei il diavolo!”

“No, ma…”

“Mi licenzio. Addio.”

“…”

“Intanto lo so che te la sei presa perché ti piaccio e io non ti filo…”

Stupeficium!

“Mancato.”

“Oh, ma perché non guardi come sta la tua schifosa tarantola lì dietro?”

“Oh Merlino! Gilderoy, che ti ha fatto quel brutto mostro?”

“Ah, io…”

“Sei licenziata!”

“Finalmente.”

 

C’era una volta una casetta, non tanto piccola e nemmeno lontanamente simile a quella di marzapane (anche perché sennò se la sarebbe divorata Ron), dove, verso le otto di sera, poteva accadere qualsiasi cosa.

Tranquilli, non mi riferisco certo ad epiche battaglie o ricerche di mitiche pietre, semplicemente specificavo che in quel determinato luogo, quando grazie ad alcune favorevoli congiunzioni astrali si riunivano Weasley, Potter e qualche altro personaggio, si rischiava grosso.

Diciamo la verità, il fatto che il capofamiglia fosse il salvatore del mondo magico era in parte causa del perenne affollamento da parte di giornalisti e compagnia bella, senza contare che i Weasley erano un esercito e ultimamente sembrava si fossero tutti messi d’accordo per sfornare figli.

In quel momento, infatti, si stava festeggiando la nascita della terzogenita Potter, Lily, e c’era una tale massa di persone che, in confronto, i centri commerciali Babbani durante i saldi sono deserti.

I vignettisti fuori dalla porta, che ultimamente si erano dilettati in immagini satiriche dove una Ginny/generalessa dà ordini a bacchetta ad un mollusco con una cicatrice a saetta, già vedevano i titoli per l’indomani: “È nata la piccola Lily . Intervista a Ginny Potter che per la terza volta non ha potuto scegliere il nome di suo figlio.”, coronato con una bella vignetta dove si fa notare come quello sia l’unico atto virile del Prescelto.

Ma se fuori la situazione poteva sembrare drammatica, non era nulla in confronto a ciò che stava accadendo dentro.

Provate ad immaginare: un giardino totalmente coperto di carte di regali, qualche pannolino volante appartenente a Hugo o Lily (ovviamente opera di Ron), Arthur che guarda affascinato James sul suo triciclo mentre distrugge ogni cosa al suo passaggio, Teddy e Victoire che giocano a Mamma-E-Figli con Al e Rose totalmente succubi dei loro “genitori”, mentre le donne si scambiano agghiaccianti particolari sul parto.

Terribile,vero?

“Buonaseraaaaa”

Un’ondata barbarica urlante, corse verso il povero ultimo arrivato.

“Zio Geoooorgeeee!”

“Nipotastri!” rispose, mentre scappava, ma fu tutto inutile, dal momento che fu placcato dal triciclo di James.

“Ehi, stai attento!”

“Perché?”

“Lascia stare zio.” Disse Victoire con aria saggia. “Chiede il perché di tutto oggi.”

“Ha ragione.” Confermò Teddy.

E figuriamoci.

Rose gli corse incontro e si attaccò ridendo alla sua gamba, seguita a breve distanza da Al. George rise con loro e gli fece il solletico per farli staccare.

“Bambini, venite qua! Dovete fare la pappa!” urlò Victoire, facendosi sentire da tutto il quartiere. (Quale quartiere se vivevano in campagna? Quello a centoquarantatre chilometri di distanza da lì, va bene?) 

“Uffa!Non vogliamo!”

“Obbedite alla mamma sennò vi faccio mangiare i vermi!”

“Sììììì” gridò James ridendo inspiegabilmente.

“George Weasley!”

Oh no.

“Ciao Ronnie.”

“Non fare il furbo, so cos’hai fatto!”

“L’estate scorsa? Eh sì, modestamente…Ma vuoi che te lo spieghi davanti ai bambini? E poi non credo che Hermione accetterebbe…”

Ron divenne paonazzo. “Stupeficium!”

“Protego!”

La luce rossa andò ad infrangersi vicino alla gonna di Rose.

“Ronald, che diamine stai facendo?” urlò Hermione presentandosi come una furia di fronte al marito. “Non fare mai più una cosa del genere, con i bambini lì poi…”

“Ha ragione Ronnie… vedi che lo dice pure lei che davanti ai bambini non bisogna parlare di certe cose?”

Hermione strinse gli occhi con aria minacciosa. “Di cosa parlavate?”

George ridacchiò, alzando gli occhi al cielo con aria maliziosa. “Ron mi stava appunto chiedendo come ravviv…”

Silencio!

“Grazie Ron. Ma non credere di passarla liscia.”

Due gomitate e un calcio negli stinchi più tardi, George trotterellava qua e là a rallegrare la casa con la sua meravigliosa presenza, sentendosi molto soddisfatto di sé.

Di cosa parleranno le dolci mammine?

“C’è qualcuno che bussa!”

“Non aprire Bill, sarà un giornalista!”

“È una giornalista, ma credo vi farà piacere vederla…”

George in quel momento, era in salotto insieme alle donne esponendo una teoria di un certo Bart Simpson secondo la quale partorendo a testa in giù si sentirebbero meno dolori, tutte lo  ascoltavano con molto interesse, compresa Hermione che continuava a ridere senza motivo.

Era così preso dai suoi discorsi, che quando vide quella dea in terra entrare, si bloccò improvvisamente. Non era affatto scioccato o incantato dalla sua vista, assolutamente no: era sicuro che Homer avrebbe saputo spiegargli qualcosa a proposito di immotivate perdite momentanee della voce.

“Angelina! Come stai?”

Quanto tempo è che non la vedo?

“Io benissimo, sono appena stata in Svezia ad intervistare Krum, che tra l’altro ti saluta Hermione… Ma ditemi di voi! Siete di nuovo mamme!”

Tre anni?

Mentre si esaurivano i convenevoli, George non aveva ancora  riacquistato la voce.

Victoire direbbe che…

Teddy che sei nella mia testa, TACI!

“Allora George, come stai?”

Ma da quando ha quella voce così bella?

Tu stai notando qualcos’altro, non la voce… mascalzone!

Fred, non ti intromettere pure tu.

“Io, benissimo…E tu invece? Ti vedo abbronzata!” Per fortuna la voce non tremava.

Per sfortuna Angelina è di colore e la battuta non fa ridere.

Però lei rise. “Già, tutti quelli che vanno in Svezia si abbronzano…con quel caldo!”

“Ah, ma non hai detto Kenya?”

Datti una regolata, cretino.

“Ciao Angelina!”

“Ciao Ron, come te la passi?”

“Non tanto bene, ha bisogno di movimentare un po’ le cose con…”

“George stai zitto…” e visto lo sguardo curioso di Angelina, decise di cambiare velocemente argomento. “...che ieri hai fatto licenziare la millesima commessa!”

“Oh Merlino, pensavo avessi smesso di farle impazzire, si può sapere che gli fai?”

“Sono cose private tra me e loro, tesoro. Se non provi non puoi sapere!”

“Stagli lontano, oggi è uscito di testa…”

Chissà di chi è la colpa…

Ma se facevi il cretino ancora prima di vederla!

Merlino Fred, stai diventando petulante!

“Io sono sicura che riuscirei a sopportarti.”

Ron e George risero.

“Angelina, credimi: è impossibile. Ha abbattuto ragazze molto coraggiose.”

Non mi sembra il caso di sfidarla…

“Io sono un osso duro. Ci vediamo lunedì in negozio!”

George, calmati.

“Eh? Tu hai già un lavoro…”

Lei non lo fece finire. “E durante le ferie ho deciso di fare una vacanza un po’ diversa!”

Dannazione.

 

George Weasley sapeva essere davvero molesto ed insopportabile, la maggior parte delle volte gli veniva naturale, ma se si impegnava, allora la cosa poteva diventare davvero pesante.

Per un qualche motivo, sconosciuto a noi poveri mortali, aveva deciso di dare il suo peggio con la povera Angelina, la quale tuttavia sopportava onorevolmente ogni angheria, o scherzo che dir si voglia, con aria divertita. E questa cosa stava facendo impazzire il titolare numero uno del negozio, che in quel momento studiava un nuovo piano.

“Non riesco a capire perché non impazzisce come le altre.”

Lee guardò George di sottecchi sorridendo della sua disperazione.

“Perché è abituata?”

“Impossibile, non ho mai fatto così!”

“Perché non sei troppo cattivo come vuoi lasciare a intendere?”

“Un’ora fa le ho fatto credere di averle amputato una gamba…”

La cosa grave è che lo dice come se niente fosse.

“Oh, che immagine meravigliosa… sei un pazzo sadico.” Disse Lee ridendo.

“È questo il segreto del mio successo, ma tu non puoi capire, perché sei un piccolo uomo destinato al fallimento!”

“George?”

“Mmmhh?”

“Ti piace molto?”

“Devo essere impazzito.”

Lee rise guardando il suo vicino rosso in viso.

“Sei pazzo se non la smetti di provare a farla scappare…”

“Tu non capisci.”

“Non si sarebbe arrabbiato.”

George si alzò in piedi senza rispondere, infastidito.

“Avanti, non era una cosa importante ed è successa secoli fa.”

Dopo un lungo istante, si decise a rispondere. “E se vede lui in me?”

Impossibile Io sono più bello di te!

Umpf! La più bella è Victoire!

“Hai visto come ti guarda?”

E lei, avrà visto come la guardo io?

 

“Allora ti arrendi?”

Angelina, che era intenta ad arrotolarsi le orecchie, finse di non aver sentito.

“Faticoso vero?”

“Sai che sei davvero simpatico? Cioè, farmi credere che i miei fossero al San Mungo per farmi usare quel telefono babbano che allunga le orecchie, è stato un colpo di genio…”

“Lo so,lo so…sono crudele! Se ti vuoi licenziare non ti biasimo!”

Sei un cretino elevato alla millesima.

No, peggio.

Non è mica normale essere insultati da un morto e un incestuoso innamorato della cugina!

“Figurati, perché dovrei licenziarmi…adoro il tuo senso dell’umorismo!”

George guardò Angelina negli occhi, e la sadica soddisfazione che vi lesse lo fece seriamente preoccupare.

Mi porterà alla pazzia.

“Mi porterai alla pazzia.”

“Ti dispiacerebbe?”

Mi fa impazzire.

 

“Allora, che ne dici del Ghiacciolo Di Neve? Stai bene con quel naso a carota!”

“Ci voleva proprio con sto caldo!”

 

“Angelina? Sei caduta? Oh, cavoli…devo aver lasciato aperta la botola che porta direttamente alle piante pruriginose! Che sbadato…”

“Tranquillo, porto sempre con me un antidoto!”

 

“Cos’è stato quel rumore?”

“Lo sai, sono i nani che mi hai aizzato contro…”

 

Chiunque ha lavorato almeno un giorno in uno di quei negozi dove non hai la possibilità di fermarti o di sederti un per otto ore di fila, sicuramente saprà il delicato piacere che si prova quando si spengono le luci e sei pronto ad uscire, quando è il momento di salutare il tuo collega e ti vedi già sotto la doccia o a dormire.

Chiunque ha lavorato almeno un minuto ne “I Tiri Vispi Weasley”, sa che a fine giornata odia il mondo, i suoi abitanti e, soprattutto, George.

“Sei arrabbiata?”

Angelina non rispose, impegnata a levarsi le ultime piume.

“Non credevo che avresti accettato la caramella canarina… cioè è una novità, ma così scontata…”.

E quella è proprio lei…una meravigliosa occhiata assassina. George Weasley vince!

“Sei scoppiata vero?” disse andando verso di lei, con un sorriso complice. “Non c’è storia, ho vinto io. Sei stata coraggiosa, ma non c’è niente da fare.”

Da domani non la rivedrò più.

Va bene così.

Bugiardo.

“Mi dispiace, ma non si può sfidare questo Weasley, dovevi immaginartelo…”

Angelina ora era appoggiata al muro e guardava seria George che si stava avvicinando con il dito puntato verso di lei.

“Ha qualcosa da dire prima della ritirata?”

“Sei un cretino.”

No, sono molto peggio.

“Ferisce più la spada. Ci vuole ben altro per piegarmi!”

Sorrise alzando gli occhi al cielo. “Prega che non scopra questo ‘altro’.”

George alzò le spalle. “Mi correggo, non c’è nulla che possa piegarmi!”

“Bugia.”

Il sorriso di Angelina gli provocò una fitta allo stomaco, ma cercò di riprendersi.

Non fare battute idiote.

Lo sapete che non sono capace!

“Non cercare di fregarmi, ricordati che io sono il Grande Capo e tu una misera e insulsa commessa sottopagata.”

“Non mi paghi proprio, a dir la verità!”

“Ci mancherebbe altro, con tutti gli scherzi che uso su di te!”

“Sì, va bene… ma la smetti di puntarmi il dito contro?”

“No, mi fa sentire che sei in mio potere!”

Ora quindi le chiederai di spogliarti?

Fred, non dire sciocchezze.

Ma sono Teddy!

Oh Merlino, devo avvertire Bill e Fleur, prima che succeda una tragedia.

George la guardò serio, fino a quando non scoppiarono a ridere.

“Capo?” disse Angelina andando verso di lui.

George la guardò disorientato.“Mi dica commessa.” avrebbe voluto rispondere, invece quando lei avvicinò il viso la baciò.

E lei, meravigliosamente e incredibilmente, rispose.

Se qualcuno gli avesse chiesto l’esatto istante in cui la strinse con tutte le sue forze tra le braccia, non sarebbe stato in grado di rispondere. Sapeva solo prima erano lontani e ora erano stretti l’uno all’altro e andava bene così. Era perfetto così.

Poco dopo, qualcosa lo indusse ad allontanarsi, con il cervello ancora annebbiato.

Devo darmi una calmata.

Gli occhi interrogativi davanti a lui non sembravano soddisfatti.

Non guardarmi così.

Angelina avvicinò il viso.

Non fare così.

“Hai perso Weasley.”

“Lo so.”

Ora la bacio.

“Allora butta le armi.”

“Ai tuoi ordini.”

Domani avrò nuove idee per Ron ed Hermione.

Lasciaci in pace, stupido!

Ron? Che ci fai lì!

Ah! Ti ho fregato… sono sempre Teddy!

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GRAZIE A TUTTI I LETTORI... GEORGE FRED E TEDDY RINGRAZIANO CALOROSAMENTE TUTTE LE LETTRICI, MENTRE ANGELINA LANCIA FATTURE---^^

   
 
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