Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    01/03/2014    9 recensioni
Tutto sembra procedere per il meglio ad Arendelle: Elsa ed Anna cercano di recuperare il tempo perso, ed intanto la principessa cerca di chiarire il suo rapporto con il suo-più-che-amico, Kristoff. Ma, durante il suo primo viaggio fuori dal regno, Anna è vittima di un incidente. Questo potrebbe mettere in pericolo il fragile equilibrio creatosi dopo il Grande Inverno? R&R!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10: Resta…

 

Kristoff non aveva mai mangiato tanto in vita sua, nemmeno alla cena che Elsa gli aveva offerto per ricompensarlo del fatto che avesse riportato la sorella sana e salva a casa. Lo stomaco del ragazzo aveva cominciato a saziarsi già alla sola vista di tutto il banchetto nunziale, quindi dopo poche portate era già pieno fino all’orlo. Invece lo stomaco di Anna sembrava non avere fondo: aveva cominciato dalla portata principale circa due ore prima e ancora riusciva ad ingerire cibo; passava dal dolce al salato come se nulla fosse e gustava tutto con una tale grazia da far venir voglia di mangiare ancora.

-“Ma come fai ancora  a far entrare roba lì dentro?”- le chiese con tono scettico, indicando la pancia piatta della principessa.

Anna ingoiò e si ripulì le labbra dalla panna del dolce che stava mangiando: “Il segreto” - disse con il tono di una che la sa lunga -“è masticare piano e assaggiare un po’ di tutto. Oh e per quanto riguarda questa…”- disse toccandosi il ventre- “sappi che il corsetto fa magie!”

Il ragazzo la guardò incredulo: “Sta di fatto che non riesco ancora a capire come una tale quantità di cibo riesca ad entrare in una piccola come te!”

-“Ehi! Io non sono piccola…sei tu che sei fuori misura.”- lo rimproverò scherzando.

Intanto le prime ombre della sera cominciavano a calare sull’immenso cortile del palazzo reale, adornato a festa per il ricevimento nuziale: l’aria tutt’attorno era satura di musica, chiacchiere e risate.

Il profumo dei fiori si fondeva con quello dell’olio bruciato delle prime lanterne, accese per rischiarare l’oscurità che pian piano stava divorando ogni cosa, rendendo l’atmosfera ancora più dolce e suggestiva.

La luce si rifletteva sui bicchieri, sulle posate, sull’uncino dello strano omone che suonava magnificamente il piano e soprattutto riverberava sulle gemme cucite sul vestito rosso di Anna, rendendola bella come un tramonto di fuoco sull’oceano.

Kristoff non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, troppo preso da quella vista mozzafiato: come faceva a piacerle? Lei era perfetta e bellissima e lui…beh lui era niente! Lei se ne stava lì, con gli occhi scintillanti, a fissare le coppie che volteggiavano sulla pista da ballo, con le spalle dritte contro lo schienale della sedia, con le mani strette in grembo, le labbra tirate in un sorriso appena accennato e il petto che si alzava e si abbassava al ritmo del suo respiro. Beh, per quanto poteva dirne lei, aveva l’aspetto più regale che avesse mai visto; non aveva nulla da invidiare alla sorella.

E lui come c’era finito in una situazione del genere? Non si sentiva a suo agio tra tutti quegli sconosciuti, con quei vestiti indosso poi, si sentiva più che mai ridicolo e fuori luogo. E mentre pensava a tutto questo se ne stava come un ebete a fissare Anna, sospirando rumorosamente.

Non meritava nemmeno di sederle accanto, figurarsi essere il suo fidanzato o sposarla un giorno. No, era fuori discussione: per il bene di entrambi avrebbero dovuto chiudere quella situazione.

-“Ti piace la vista?”- gli chiese Anna facendolo tornare con i piedi per terra, smontando tutti i castelli in aria che la sua mente aveva appena costruito.

-“Cosa?”- le rispose spaesato.

La principessa lo fissò per un secondo, divertita dalla sua espressione imbarazzata: “Andiamo Kristoff! Tieni i tuoi occhi puntati su di me da…beh parecchio tempo. Sai, all’inizio era dolce, ma ora comincia a diventare inquietante.”- gli sorrise nervosamente, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

-“Oh beh, veramente io… si.”- cosa doveva dirle? Che era così bella da farlo sentire una nullità a confronto? O che non meritava di starle accanto? - “Scusa, non volevo spaventarti.” - le rispose con tono mortificato.

-“Scherzi? Ne sono lusingata. Insomma, invece di guardare lo spettacolo che ti circonda, non certo una cosa che si vede tutti i giorni, continui a osservare me, una che ti sta attorno ogni giorno da almeno due mesi!”- gli rispose prontamente, risollevandogli il morale.

Cosa risponderle? Come faceva quella ragazza a mandargli il cervello in pappa ogni volta? Certo non era mai stato bravo con le parole, ma cavolo, ogni volta che doveva dirle qualcosa la testa lo abbandonava e la lingua si ingarbugliava, rendendogli molto difficile esprimersi con frasi di senso compiuto.

Per fortuna lei era sempre lì a tirarlo fuori dall’imbarazzante silenzio in cui cadeva: “Allora…ti va di ballare?”

-“Mmm…no. Non direi proprio.”-

-“E per quale motivo?”-

-“Semplicemente perché non so ballare.”- le rispose scrollando le spalle.

Anna ci pensò su per alcuni secondi, rivolgendo lo sguardo alla pista da ballo, improvvisata tra le centinaia di tavoli imbanditi: “Beh sai camminare, no!?”

-“Si, ma questo cosa c’entra?”- le chiese scettico.

-“Se sai camminare sai anche ballare. Il principio è lo stesso: muovere i piedi avanti e dietro, seguendo il ritmo.”- spiegò semplicemente, sorridendogli, come se con quella piccola lezioncina lui potesse diventare un bravo ballerino.

-“Ascolta, non è così facile come sembra per me…io sono alto, non so muovermi, sono goffo… ed inoltre potrei pestarti i piedi!”- cercava di deviare il discorso, cercando di farle dimenticare la domanda principale.

-“Non importa. Dovrai imparare prima o poi, no?! Al nostro matrimonio…fermo non dire nulla, lasciami finire e poi potrai dire quello che vuoi. Dicevo, al nostro matrimonio ci sarà un momento in cui dovremmo ballare assieme, lo sai questo. Vero?”-

-“Perché continui a tirare questo matrimonio in ballo, in ogni discorso che facciamo?”-

-“Perché ora siamo fidanzati!”- gli rispose con un sorrisino sornione.

Kristoff rimase spiazzato per almeno cinque secondi: perché non ci aveva pensato prima? Anna lo aveva catturato nella sua rete, senza che lui se ne rendesse minimamente conto. Un fidanzamento presupponeva che di lì a qualche mese ci sarebbe stato un matrimonio. Voleva schiaffeggiarsi da solo, per la sua stoltezza.

-“Beh…imparerò poi!”- fu la sua risposta laconica.

-“Come vuoi.”- la principessa incrociò le braccia al petto –“Ballerò con il primo che me lo chiederà!”- sentenziò stizzita.

-“Bene, non sarò certo io a fermarti.”- perché doveva sempre metterla sul personale?

-“Bene.”-

-“Benissimo.”-

-“Ottimo!”- sbottò scocciata.

-“Smettila.”- tagliò corto lui.

-“Perché dovrei smet-…”- cominciò, ma venne interrotta da un lieve tossire.

Un uomo si era avvicinato ai due, e con lieve inchino si era presentato a Anna: “Milady, sono il conte Gaston Lumière…potrei chiederle l’onore di questo ballo?”-

Anna fissò l’uomo con la bocca spalancata per un secondo e poi voltandosi con un sorriso di trionfo verso Kristoff, rispose: “Ma certo, ne sarei onorata.”

L’uomo le prese la mano e la baciò, attirandosi lo sguardo infastidito di Kristoff, che avrebbe voluto assestargli un pugno su quel naso da effeminato tronfio pallone gonfiato, e poi la condusse verso la pista da ballo.

Il walzer che i musicisti cominciarono a suonare, era troppo lento e appassionato per i gusti del tagliatore di ghiaccio, che dovette assistere allo spettacolo della sua fidanzata stretta tra le braccia di un altro, senza poter dire nulla in contrario: era stato lui a dire che non avrebbe obiettato, no?

Stava di fatto che il bello e carismatico Gaston Lumière o come si chiamava, lasciava indugiare un po’ troppo le mani sulla schiena e sui fianchi di Anna, che non sembrava esserne infastidita; le si avvicinava a una distanza così ridotta che per un momento al povero ragazzo saltò il cuore in gola.

Se da una parte Kristoff era esasperato e avrebbe molto presto preso a calci qualche fondoschiena blasonato, dall’altra Anna non sembrava intenzionata a voler smettere molto presto di ballare con quel bellimbusto: rideva a quella che forse doveva essere una battuta, arrossiva a quello che doveva essere un complimento e piroettava come una trottola tra le altre coppie, sulla pista da ballo.

-“Ehi amico, se non smetti di stringere quel bicchiere, ti si frantumerà tra le mani.”- una voce divertita gli giunse dalle spalle. Il ragazzo mollò la presa sul bicchiere e si voltò per osservare meglio chi aveva interrotto i suoi piani di vendetta, e dovette sbattere più volte le palpebre, per riconoscere la neo coppia di sposini felici, che sprizzava gioia da tutti i pori.

-“Kristoff, giusto?”- le chiese la principessa.

Annuì in silenzio, non fidandosi del tono di voce che avrebbe potuto lasciare la sua bocca: sarebbe di sicuro suonato acido ed irato oltre ogni modo.

-“Cosa c’è che non va?”- continuò la sposa –“Non ti stai divertendo? Hai una faccia così, così…”- la ragazza si voltò verso il marito, affinché le venisse in aiuto.

-“Rabbiosa. Credo che il termine più appropriato sia rabbiosa, biondina.”- disse ridendo della faccia scocciata di Kristoff.

-“Beh no…io mi sto divertendo, ma starei meglio se…”- e di nuovo strinse un pugno sul tavolo, facendo sbiancare le nocche.

Rapunzel seguì lo sguardo del ragazzo e capì il suo malumore: “Non preoccuparti per quello. Vedrai che finito questo ballo tornerà qui da te.”- lo rassicurò, posandogli gentilmente una mano sulla spalla.

-“Non credo proprio, mi sembra si stia divertendo un mon-…”- Eugene non completò la frase che si ritrovò zittito da una gomitata della moglie, che lo fissava seria.

Kristoff sospirò rassegnato da quella situazione: “In fondo è colpa mia: le ho detto io che poteva ballare con il primo che capitava.”

-“Beh, te la sei cercata!”- lo riprese Eugene.

-“Eugene!”- lo rimbottò Rapunzel.

-“Ma scusa, io non ti concederei mai di ballare con il primo che passa. È da stupidi!”-

-“Grazie. Io sarei sempre qui.”- Kristoff attirò l’attenzione della coppia.

-“Ehi, sono schietto, non posso farci nulla.”- Eugene fece spallucce.

I tre vennero interrotti da una folla di persone che correva verso la pista da ballo, mentre gli archi e i fiati si alzavano dalle loro comode sedie, cominciando a suonare un ritmo più veloce ed allegro.

-“Oh Eugene! È la nostra canzone*.”- squittì la principessa eccitata, battendo le mani.

-“Che? E da quando avremmo una nostra canzone?”- le chiese dubbioso.

La principessa lo guardò con un sopracciglio alzato.

-“Scherzo, tesoro!”-  la rassicurò mettendole un braccio attorno alla vita- “Andiamo a ballare?”- continuò, strappandole un enorme sorriso.

-“Si!”- lo prese sottobraccio e si voltò verso la pista da ballo, ma si fermò e si girò verso Kristoff: “Tu non vieni?”

-“Per ballare con…!?”- le rispose un po’ stizzito.

-“Amico, se non vai a riprendertela non sono tanto sicuro che tornerà!”- gli rispose Eugene dandogli un colpo energico sulla spalla, tanto da farlo traballare sulla sedia.

-“Ehi!”- lo fulminò con lo sguardo.

-“Quando ti deciderai sarà troppo tardi…insomma guardala, in mezzo a tanti maschioni, potrà fare a meno di te!”- cercò di provocarlo, ma il ragazzo rimase fermo immobile con gli occhi puntati su Anna, che volteggiava tra le braccia di decine di uomini.

-“Forse è così che deve essere…”- disse abbattuto.

-“Scherzi, vero?!”- proruppe Rapunzel-“Lei ti ama!”-

-“Come fai a dirlo? Non ci conosci nemmeno.”- sbottò, forse con un po’ troppa irruenza.

-“Si vede dal modo in cui ti guarda; forse non conosco lei, ma so com’è una ragazza innamorata…osservala bene: non presta attenzione a quello che le dicono o che le sussurrano all’orecchio, il sorriso che le vedi sulle labbra è solo di cortesia, i suoi occhi non ridono, sono fermamente alla ricerca dei tuoi.”- gli disse con voce dolce la principessa, poi prendendo Eugene da parte, lo lasciò lì a rimuginare su quello che gli aveva appena detto.

Intanto il ritmo della musica era pian piano aumentato, diventando sempre più incalzante, facendo sì che i piedi dei ballerini si muovessero veloci sul pavimento lastricato del cortile del palazzo, riempiendo l’aria con battiti di mani e risa di gioia: quando la coppia reale si unì alle danze, gli invitati proruppero in appalusi e grida di esultanza.

Kristoff continuava a guardare tutta la scena dalla sua postazione defilata, rendendosi conto di essere uno dei pochi invitati rimasti seduti al proprio posto. Si alzò per raggiungere il cerchio di folla venutosi a creare attorno alla pista da ballo, continuando a tenere lo sguardo puntato su Anna, pensieroso.

Nello stesso momento la principessa di Arendelle, volteggiava a ritmo di musica, battendo le mani e saltando a tempo, cambiando ad ogni giravolta il suo compagno di ballo, attirando su di sé gli sguardi di molti: il vestito le si gonfiava ad ogni passo e la luce riverberava nei suoi occhi e sul corpetto dell’abito, rendendola “spaventosamente bella”.

Kristoff osservava bene ogni uomo che le metteva le mani addosso, maledicendolo anche solo per aver sfiorato le sue mani affusolate o per averla fatta ridere. Anna sembrava davvero felice, lì in mezzo a tanto chiasso e a tanta gente: come darle torto? Aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita rinchiusa in una gabbia dorata, si, ma con sbarre di solitudine e silenzio.

Il ragazzo avrebbe voluto prendersi a pugni: come gli era saltato in mente di darle il via libera? Quanto stupido doveva sembrare, lì immobile, da solo, nonostante attorno a lui vi fosse una moltitudine di persone che lo spintonavano e gli ostruivano la vista? Come poteva permettere che qualcun altro si specchiasse negli occhi limpidi di Anna o che la stringesse fino a farle perdere il respiro?

Avrebbe dovuto essere lui a stringerla fino a lasciarla senza fiato; a farla danzare fino a farle girare la testa; a farla ubriacare dei suoi sguardi e dei suoi baci; a farla ridere… in fondo ci riusciva bene, no?! Perché allora, per Odino e per tutti gli dei di Asgard riuniti in consiglio, si era tirato indietro?

Ah, già! Non sapeva ballare. Ma non era del tutto vero: una volta o due, nella locanda di Arendelle, una delle figlie dell’oste l’aveva tirato in ballo, non lasciandogli altra scelta se non quella di ballare, al ritmo della musica e del battere incessante delle mani degli altri tagliatori di ghiaccio. Ma questo era stato prima di incontrare Anna.

Quindi avrebbe potuto provare. La musica cessò nel momento esatto in cui fece un passo nella zona franca tra il cerchio della folla esultante e la pista piena di coppie sorridenti, e i suoi occhi si spalancarono per la rabbia e per la sorpresa: l’uomo con cui stava ballando la ‘sua’ principessa, le aveva appena sfiorato il collo e la guancia, lievemente arrossati, con le sue dita viscide, mentre le stringeva ancora la vita nonostante la musica fosse finita e le altre coppie si stessero proferendo in profondi inchini di compiacimento verso i rispettivi compagni di ballo.

-“Questo è troppo!”- sussurrò tra sé a denti stretti.

Accecato dalla rabbia, camminò a passo di marcia tra le coppie, che gli aprivano il passaggio verso Anna e quel mentecatto che si stava approfittando della sua ingenuità.

Con un colpo di tosse esageratamente finto, richiamò l’attenzione di entrambi, squadrando l’uomo dall’alto in basso, sovrastandolo con la sua statura: “Permette. Lei è già impegnata!”- disse con tono duro ed infastidito.

L’uomo sbiancò, spalancando gli occhi e balbettando qualcosa; poi prima di sparire tra la folla, si inchinò velocemente ad Anna e scomparve dalla vista dei due.

-“Sei stato scortese.”- gli fece notare la ragazza.

-“Non direi. Mi sembrava che avesse sconfinato in territori che non gli competevano e quindi mi sembrava giusto interromperlo, prima che potesse farsi molto male.”- sentenziò Kristoff, guardandola negli occhi, con la voce tremante che tradiva il miscuglio di emozioni che si stavano battendo nel suo petto, per avere la meglio sul suo cuore.

Anna non disse nulla, si limitò a fissarlo per alcuni secondi, prima di prorompere in una lieve risatina: “La gelosia corrode la mente e corrompe il giudizio, mio pungente re delle renne.”- gli disse, prendendolo per il bavero della giacca e costringendolo ad abbassarsi alla sua altezza.

-“Sarà, ma l’ingenuità a volte rende cechi, principessa.”- le soffiò sulle labbra, prima di colmare la distanza fra loro e baciarla dolcemente.

Intanto la musica aveva riempito di nuovo l’aria e attorno a loro le coppie avevano ricominciato a volteggiare e a saltellare animatamente.

-“Mi concede questo ballo?”- le chiese porgendole la mano e inchinandosi appena.

-“Ne sarei onorata, signore.”- rispose con tono scherzoso Anna, facendo a sua volta una lieve riverenza e afferrando la sua mano.

 

 Contro ogni sua più rosea aspettativa, Kristoff riuscì a ballare quasi tutte le danze che vennero proposte, lasciandosi guidare il più da Anna, che indirizzava i suoi passi e gli sorrideva incoraggiante.

Dopo due quadriglie, un valzer e una polka la principessa lo trascinò fuori dalla pista da ballo, raggiante nonostante la stanchezza.

-“Credo di non essermi mai divertita tanto.”- disse senza fiato, sedendosi al suo posto e versandosi da bere in un calice.

Kristoff la guardava compiaciuto: era riuscito nel suo intento e aveva vinto le sue paure; l’aveva fatta ridere fino alle lacrime, l’aveva fatta volteggiare a tempo di musica fino allo sfinimento, aveva giustamente monopolizzato la sua attenzione e più di una volta l’aveva sentita respirare rumorosamente per riprendere fiato.

Anna ingollò il contenuto del calice, riempito fino all’orlo, e si leccò poco principescamente le labbra: “Questo succo d’uva aveva uno strano sapore, ma almeno la sete è passata.”

Il ragazzo le prese il bicchiere dalle mani e ne odorò il contenuto: “Anna! Non era succo d’uva, è vino.”

-“Oh-oh. Forse non avrei dovuto berlo. Di solito tendo ad addormentarmi quando bevo.”- rise scioccamente.

Kristoff si trattenne dal ridere a sua volta, osservandola, mentre con il viso rosso e la pelle accaldata si faceva aria con le mani.

-“Beh faremo in modo di non farti addormentare, allora.”- le sorrise il ragazzo.

Un grido proveniente da un luogo indefinito catturò la loro attenzione: “Alle barche!”

Tutti gli invitati si precipitarono per le stradine del regno, giù verso i piccoli ma numerosi moli, saltando sulle barche approntate per l’occasione.

Anna trascinò Kristoff fino al molo, e fece per salire a bordo di una delle piccole barche a remi, ma il ragazzo si fermò di colpo: “Aspetta, che? Io non salgo di nuovo su una di quelle.”- s’impuntò.

-“E come vorresti tornare ad Arendelle, sentiamo.”- Anna fece un verso strano e lo spinse un passo alla volta sull’imbarcazione.

La barca, mossa dal loro peso, cominciò ad andare alla deriva: “Vorrei farti presente che non so guidare questa cosa.”

-“Aspetta, non deve essere complicato.”- disse Anna mettendo uno dei remi in acqua e cominciando a muoverlo in modo sconnesso, schizzando se stessa e il povero tagliatore di ghiaccio che assisteva a quello spettacolo pietoso.

-“Ferma. Ferma.”- le intimò, fermandole il braccio, mentre la barca girava su se stessa e rollava pericolosamente – “Credo che un bagno al giorno basti e avanzi, che dici?”- le chiese ironico, immergendo entrambi i remi in acqua e imitando le movenze dei rematori delle barche che passavano loro accanto.

Cominciarono a prendere il largo un po’ alla volta, seguendo la scia delle altre barche, allontanandosi dalla banchina.

Quando furono abbastanza lontani, Anna lo fermò in silenzio, guardando con gli occhi spalancati alle sue spalle. Il ragazzo si voltò e per un momento gli mancò il fiato: mille e più luci fluttuavano leggere, sospinte dalla brezza estiva, danzando silenziose sopra Corona, illuminando l’acqua scura di decine di riflessi aranciati.

-“Credo di non aver mai visto niente di più bello.”- esclamò la principessa con la bocca spalancata per la meraviglia.

Kristoff concordò in silenzio, annuendo, anche se avrebbe voluto ribattere che se si fosse specchiata più attentamente avrebbe scorto qualcosa di ancor più incantevole; ma si astenne, intento ad osservare quello spettacolo magico.

Il ragazzo tirò i remi in barca e si sedette al fianco di Anna, che subito posò la testa sulla sua spalla, contemplando in silenzio il volo delle lanterne, che pian piano si confondevano con le stelle, nel cielo buio.

-“Sono felice di essere qui… con te.”- Kristoff spezzò il silenzio che aleggiava su di loro, ascoltando il respiro regolare di Anna che non si muoveva –“Sai, credo di essermi irrimediabilmente innamorato di te.”- disse piano, come se non volesse essere sentito, trovandosi spiazzato dalla verità delle sue stesse parole.

La principessa continuava a rimanere muta e il ragazzo si chiese se avesse fatto bene a confessarglielo. Poi un verso indefinito sfuggì dalle labbra di Anna.

Kristoff si sporse per controllare che stesse bene e un verso disperato gli scappò involontariamente: la principessa sonnecchiava beatamente contro la sua spalla, emettendo dei versetti e blaterando qualcosa nel sonno.

Quella ragazza era incredibile! Lui le aveva aperto il suo cuore e lei si era addormentata!

Senza infastidirla il ragazzo riprese i remi e ricondusse pian piano la barca verso il molo, lasciandola dormire.

Un uomo assicurò la barca con una fune ad un ormeggio e aiutò il ragazzo, che intanto aveva preso la principessa in braccio, a scendere.

-“Vuole che chiami un calesse?”- gli chiese l’uomo, scrutando la principessa addormentata.

-“No. No grazie ce la faccio.”- rispose Kristoff, rafforzando la presa su Anna, che in risposta si accoccolò contro il suo petto, inconsapevole del mondo attorno a lei.

 

Per quanto Anna fosse leggera, il vestito che aveva indosso doveva pesare una tonnellata; se a ciò si aggiungeva il fatto che l’aveva dovuta portare in braccio fino al castello, su per il lieve pendio su cui sorgeva Corona, poteva tranquillamente giustificare i crampi nelle braccia e il leggero fiatone.

Con un ultimo sforzo di volontà, riuscì a salire l’enorme scalinata dell’atrio principale e trovare la strada per le loro camere.

Quando finalmente arrivò davanti alla porta della stanza della principessa, tirò un sospiro di sollievo e molto goffamente, per non svegliare la ragazza, cercò di aprirla con un gomito.

Una volta dentro, posò delicatamente Anna sul letto e dopo averle tolto le scarpe, le diede un bacio sulla fronte: “Buonanotte bella addormentata.”- rise fra sé, mentre si avviava verso la porta.

Solo quando si voltò per andarsene, sentì qualcosa tirargli la manica della giacca: “Kris…toff”

-“Si?”- le disse voltandosi a guardarla, mentre lei lo osservava con gli occhi appannati dal sonno.

-“È tardi.”- sentenziò, trattenendo uno sbadiglio.

-“Lo so. Dovresti dormire e lo stesso vale per me.”- le disse con tono calmo.

-“Resta qui…con me.”- soffiò Anna.

Per un momento Kristoff pensò che stesse parlando nel sonno, forse con Elsa.

-“Ti prego. Non andartene, Kristoff.”-

Il ragazzo non poté non notare il tono supplichevole della sua voce.

‘Mai!’- avrebbe voluto gridarle.

Trattenne il respiro, mentre si consultava con la sua coscienza chiedendosi se quello che stava per fare fosse giusto o meno. ‘Non c’è nulla di male.’ – fu la risposta secca della suo io interiore.

Scalciò via le sue scarpe e togliendosi la giacca e il fazzoletto che Anna aveva tanto insistito per fargli indossare, strisciò al suo fianco, sul letto, mettendo il massimo della distanza fra loro. Ma questo non dovette andare a genio alla principessa, che subito si infilò tra le su braccia.

-“Sei così caldo.”- sussurrò nel suo stato di dormiveglia, sistemandosi ancora meglio nel suo abbraccio.

Il ragazzo la strinse piano e per la prima volta in vita sua pregò per la sua anima: se Anna avesse letto i pensieri che si agitavano nella sua mente in quel momento, lo avrebbe di certo condannato all’inferno.

Poi confortato dal pensiero della ragazza stretta tra le sue braccia, si abbandonò ad un sonno ristoratore.

 

 

*http://www.youtube.com/watch?v=V6NBeiCedCk    (questa è la musica che immaginavo!XD)

 

 

AngoloAutrice: Buonsalve! O dovrei dire buon sabato sera…si purtroppo invece di andare a fare baldoria in giro, per colpa di questa pioggia incessante, sono inchiodata a casa e quindi in mancanza di altro da fare, sono qui a pubblicare. Maledetta pioggia che attenta alla mia vita sociale!XD Vabbè il lato positivo è che aggiornerò prima ;D

Beh, cosa dire di questo capitolo, mi piace, perché è puro e semplice fluff/angst Kristanna. Scrivere di questi due mi viene proprio facile e poi ultimamente ho bisogno di romanticismo e di dolcezza; quindi oltre a tuffarmi nel barattolo della Nutella ho un bisogno impellente di scrivere cose di una zuccherosità (parola che ho appena coniato!) diabetica. Ed ecco qui cosa esce fuori quando sono in tal stato d’animo ;)

Comunque spero vi piaccia e spero tanto di non annoiarvi…ah faccio un lievissimissimo spoiler, giusto per tenervi attive: godetevi questa quiete fluffosa, perché la tempesta è alle porte con la sua dose di tristezza e drammaticità…muahuahuahauhua *un tuono rimbomba e un lampo squarcia il cielo*

Okay spero di ricevere vostre considerazioni su questa cosa…ah, come sempre grazie mille alle 19 persone che preferiscono la mia ff e alle 30 che l’hanno inserita tra le seguite.

Buon Week-end!XD

   
 
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