Capitolo
10:
Resta…
Kristoff
non
aveva mai mangiato tanto in vita sua, nemmeno alla cena che Elsa gli
aveva
offerto per ricompensarlo del fatto che avesse riportato la sorella
sana e
salva a casa. Lo stomaco del ragazzo aveva cominciato a saziarsi
già alla sola
vista di tutto il banchetto nunziale, quindi dopo poche portate era
già pieno
fino all’orlo. Invece lo stomaco di Anna sembrava non avere
fondo: aveva
cominciato dalla portata principale circa due ore prima e ancora
riusciva ad
ingerire cibo; passava dal dolce al salato come se nulla fosse e
gustava tutto
con una tale grazia da far venir voglia di mangiare ancora.
-“Ma
come
fai ancora a far
entrare roba lì
dentro?”- le chiese con tono scettico, indicando la pancia
piatta della
principessa.
Anna
ingoiò
e si ripulì le labbra dalla panna del dolce che stava
mangiando: “Il segreto” -
disse con il tono di una che la sa lunga -“è
masticare piano e assaggiare un
po’ di tutto. Oh e per quanto riguarda
questa…”- disse toccandosi il ventre-
“sappi che il corsetto fa magie!”
Il
ragazzo
la guardò incredulo: “Sta di fatto che non riesco
ancora a capire come una tale
quantità di cibo riesca ad entrare in una piccola come
te!”
-“Ehi!
Io
non sono piccola…sei tu che sei fuori misura.”- lo
rimproverò scherzando.
Intanto
le
prime ombre della sera cominciavano a calare sull’immenso
cortile del palazzo
reale, adornato a festa per il ricevimento nuziale: l’aria
tutt’attorno era
satura di musica, chiacchiere e risate.
Il
profumo
dei fiori si fondeva con quello dell’olio bruciato delle
prime lanterne, accese
per rischiarare l’oscurità che pian piano stava
divorando ogni cosa, rendendo
l’atmosfera ancora più dolce e suggestiva.
La
luce si
rifletteva sui bicchieri, sulle posate, sull’uncino dello
strano omone che
suonava magnificamente il piano e soprattutto riverberava sulle gemme
cucite
sul vestito rosso di Anna, rendendola bella come un tramonto di fuoco
sull’oceano.
Kristoff
non
riusciva a staccarle gli occhi di dosso, troppo preso da quella vista
mozzafiato: come faceva a piacerle? Lei era perfetta e bellissima e
lui…beh lui
era niente! Lei se ne stava lì, con gli occhi scintillanti,
a fissare le coppie
che volteggiavano sulla pista da ballo, con le spalle dritte contro lo
schienale della sedia, con le mani strette in grembo, le labbra tirate
in un
sorriso appena accennato e il petto che si alzava e si abbassava al
ritmo del
suo respiro. Beh, per quanto poteva dirne lei, aveva
l’aspetto più regale che
avesse mai visto; non aveva nulla da invidiare alla sorella.
E lui
come
c’era finito in una situazione del genere? Non si sentiva a
suo agio tra tutti
quegli sconosciuti, con quei vestiti indosso poi, si sentiva
più che mai
ridicolo e fuori luogo. E mentre pensava a tutto questo se ne stava
come un
ebete a fissare Anna, sospirando rumorosamente.
Non
meritava
nemmeno di sederle accanto, figurarsi essere il suo fidanzato o
sposarla un
giorno. No, era fuori discussione: per il bene di entrambi avrebbero
dovuto
chiudere quella situazione.
-“Ti
piace
la vista?”- gli chiese Anna facendolo tornare con i piedi per
terra, smontando
tutti i castelli in aria che la sua mente aveva appena costruito.
-“Cosa?”-
le
rispose spaesato.
La
principessa lo fissò per un secondo, divertita dalla sua
espressione
imbarazzata: “Andiamo Kristoff! Tieni i tuoi occhi puntati su
di me da…beh
parecchio tempo. Sai, all’inizio era dolce, ma ora comincia a
diventare
inquietante.”- gli sorrise nervosamente, portandosi una
ciocca di capelli
dietro l’orecchio.
-“Oh
beh,
veramente io… si.”- cosa doveva dirle? Che era
così bella da farlo sentire una
nullità a confronto? O che non meritava di starle accanto? -
“Scusa, non volevo
spaventarti.” - le rispose con tono mortificato.
-“Scherzi?
Ne sono lusingata. Insomma, invece di guardare lo spettacolo che ti
circonda,
non certo una cosa che si vede tutti i giorni, continui a osservare me,
una che
ti sta attorno ogni giorno da almeno due mesi!”- gli rispose
prontamente,
risollevandogli il morale.
Cosa
risponderle? Come faceva quella ragazza a mandargli il cervello in
pappa ogni
volta? Certo non era mai stato bravo con le parole, ma cavolo, ogni
volta che
doveva dirle qualcosa la testa lo abbandonava e la lingua si
ingarbugliava,
rendendogli molto difficile esprimersi con frasi di senso compiuto.
Per
fortuna
lei era sempre lì a tirarlo fuori
dall’imbarazzante silenzio in cui cadeva:
“Allora…ti va di ballare?”
-“Mmm…no.
Non direi proprio.”-
-“E
per
quale motivo?”-
-“Semplicemente
perché non so ballare.”- le rispose scrollando le
spalle.
Anna
ci
pensò su per alcuni secondi, rivolgendo lo sguardo alla
pista da ballo,
improvvisata tra le centinaia di tavoli imbanditi: “Beh sai
camminare, no!?”
-“Si,
ma
questo cosa c’entra?”- le chiese scettico.
-“Se
sai
camminare sai anche ballare. Il principio è lo stesso:
muovere i piedi avanti e
dietro, seguendo il ritmo.”- spiegò semplicemente,
sorridendogli, come se con
quella piccola lezioncina lui potesse diventare un bravo ballerino.
-“Ascolta,
non è così facile come sembra per
me…io sono alto, non so muovermi, sono goffo…
ed inoltre potrei pestarti i piedi!”- cercava di deviare il
discorso, cercando
di farle dimenticare la domanda principale.
-“Non
importa. Dovrai imparare prima o poi, no?! Al nostro
matrimonio…fermo non dire
nulla, lasciami finire e poi potrai dire quello che vuoi. Dicevo, al
nostro
matrimonio ci sarà un momento in cui dovremmo ballare
assieme, lo sai questo. Vero?”-
-“Perché
continui a tirare questo matrimonio in ballo, in ogni discorso che
facciamo?”-
-“Perché
ora
siamo fidanzati!”- gli rispose con un sorrisino sornione.
Kristoff
rimase spiazzato per almeno cinque secondi: perché non ci
aveva pensato prima?
Anna lo aveva catturato nella sua rete, senza che lui se ne rendesse
minimamente conto. Un fidanzamento presupponeva che di lì a
qualche mese ci
sarebbe stato un matrimonio. Voleva schiaffeggiarsi da solo, per la sua
stoltezza.
-“Beh…imparerò
poi!”- fu la sua risposta laconica.
-“Come
vuoi.”- la principessa incrociò le braccia al
petto –“Ballerò con il primo che
me lo chiederà!”- sentenziò stizzita.
-“Bene,
non
sarò certo io a fermarti.”- perché
doveva sempre metterla sul personale?
-“Bene.”-
-“Benissimo.”-
-“Ottimo!”-
sbottò scocciata.
-“Smettila.”-
tagliò corto lui.
-“Perché
dovrei smet-…”- cominciò, ma venne
interrotta da un lieve tossire.
Un
uomo si
era avvicinato ai due, e con lieve inchino si era presentato a Anna:
“Milady,
sono il conte Gaston Lumière…potrei chiederle
l’onore di questo ballo?”-
Anna
fissò
l’uomo con la bocca spalancata per un secondo e poi
voltandosi con un sorriso
di trionfo verso Kristoff, rispose: “Ma certo, ne sarei
onorata.”
L’uomo
le prese
la mano e la baciò, attirandosi lo sguardo infastidito di
Kristoff, che avrebbe
voluto assestargli un pugno su quel naso da effeminato tronfio pallone
gonfiato, e poi la condusse verso la pista da ballo.
Il
walzer
che i musicisti cominciarono a suonare, era troppo lento e appassionato
per i
gusti del tagliatore di ghiaccio, che dovette assistere allo spettacolo
della
sua fidanzata stretta tra le braccia di un altro, senza poter dire
nulla in
contrario: era stato lui a dire che non avrebbe obiettato, no?
Stava
di
fatto che il bello e carismatico Gaston Lumière o come si
chiamava, lasciava
indugiare un po’ troppo le mani sulla schiena e sui fianchi
di Anna, che non
sembrava esserne infastidita; le si avvicinava a una distanza
così ridotta che
per un momento al povero ragazzo saltò il cuore in gola.
Se da
una
parte Kristoff era esasperato e avrebbe molto presto preso a calci
qualche
fondoschiena blasonato, dall’altra Anna non sembrava
intenzionata a voler
smettere molto presto di ballare con quel bellimbusto: rideva a quella
che
forse doveva essere una battuta, arrossiva a quello che doveva essere
un
complimento e piroettava come una trottola tra le altre coppie, sulla
pista da
ballo.
-“Ehi
amico,
se non smetti di stringere quel bicchiere, ti si frantumerà
tra le mani.”- una
voce divertita gli giunse dalle spalle. Il ragazzo mollò la
presa sul bicchiere
e si voltò per osservare meglio chi aveva interrotto i suoi
piani di vendetta,
e dovette sbattere più volte le palpebre, per riconoscere la
neo coppia di
sposini felici, che sprizzava gioia da tutti i pori.
-“Kristoff,
giusto?”- le chiese la principessa.
Annuì
in
silenzio, non fidandosi del tono di voce che avrebbe potuto lasciare la
sua
bocca: sarebbe di sicuro suonato acido ed irato oltre ogni modo.
-“Cosa
c’è
che non va?”- continuò la sposa
–“Non ti stai divertendo? Hai una faccia
così,
così…”- la ragazza si voltò
verso il marito, affinché le venisse in aiuto.
-“Rabbiosa.
Credo che il termine più appropriato sia rabbiosa,
biondina.”- disse ridendo
della faccia scocciata di Kristoff.
-“Beh
no…io
mi sto divertendo, ma starei meglio se…”- e di
nuovo strinse un pugno sul
tavolo, facendo sbiancare le nocche.
Rapunzel
seguì lo sguardo del ragazzo e capì il suo
malumore: “Non preoccuparti per
quello. Vedrai che finito questo ballo tornerà qui da
te.”- lo rassicurò,
posandogli gentilmente una mano sulla spalla.
-“Non
credo
proprio, mi sembra si stia divertendo un mon-…”-
Eugene non completò la frase
che si ritrovò zittito da una gomitata della moglie, che lo
fissava seria.
Kristoff
sospirò rassegnato da quella situazione: “In fondo
è colpa mia: le ho detto io
che poteva ballare con il primo che capitava.”
-“Beh,
te la
sei cercata!”- lo riprese Eugene.
-“Eugene!”-
lo rimbottò Rapunzel.
-“Ma
scusa,
io non ti concederei mai di ballare con il primo che passa.
È da stupidi!”-
-“Grazie.
Io
sarei sempre qui.”- Kristoff attirò
l’attenzione della coppia.
-“Ehi,
sono
schietto, non posso farci nulla.”- Eugene fece spallucce.
I tre
vennero interrotti da una folla di persone che correva verso la pista
da ballo,
mentre gli archi e i fiati si alzavano dalle loro comode sedie,
cominciando a
suonare un ritmo più veloce ed allegro.
-“Oh
Eugene!
È la nostra canzone*.”- squittì la
principessa eccitata, battendo le mani.
-“Che?
E da
quando avremmo una nostra canzone?”- le chiese dubbioso.
La
principessa lo guardò con un sopracciglio alzato.
-“Scherzo,
tesoro!”- la
rassicurò mettendole un
braccio attorno alla vita- “Andiamo a ballare?”-
continuò, strappandole un
enorme sorriso.
-“Si!”-
lo
prese sottobraccio e si voltò verso la pista da ballo, ma si
fermò e si girò
verso Kristoff: “Tu non vieni?”
-“Per
ballare con…!?”- le rispose un po’
stizzito.
-“Amico,
se
non vai a riprendertela non sono tanto sicuro che
tornerà!”- gli rispose Eugene
dandogli un colpo energico sulla spalla, tanto da farlo traballare
sulla sedia.
-“Ehi!”-
lo
fulminò con lo sguardo.
-“Quando
ti
deciderai sarà troppo tardi…insomma guardala, in
mezzo a tanti maschioni, potrà
fare a meno di te!”- cercò di provocarlo, ma il
ragazzo rimase fermo immobile
con gli occhi puntati su Anna, che volteggiava tra le braccia di decine
di
uomini.
-“Forse
è
così che deve essere…”- disse abbattuto.
-“Scherzi,
vero?!”- proruppe Rapunzel-“Lei ti ama!”-
-“Come
fai a
dirlo? Non ci conosci nemmeno.”- sbottò, forse con
un po’ troppa irruenza.
-“Si
vede
dal modo in cui ti guarda; forse non conosco lei, ma so
com’è una ragazza
innamorata…osservala bene: non presta attenzione a quello
che le dicono o che
le sussurrano all’orecchio, il sorriso che le vedi sulle
labbra è solo di
cortesia, i suoi occhi non ridono, sono fermamente alla ricerca dei
tuoi.”- gli
disse con voce dolce la principessa, poi prendendo Eugene da parte, lo
lasciò
lì a rimuginare su quello che gli aveva appena detto.
Intanto
il
ritmo della musica era pian piano aumentato, diventando sempre
più incalzante,
facendo sì che i piedi dei ballerini si muovessero veloci
sul pavimento
lastricato del cortile del palazzo, riempiendo l’aria con
battiti di mani e
risa di gioia: quando la coppia reale si unì alle danze, gli
invitati
proruppero in appalusi e grida di esultanza.
Kristoff
continuava a guardare tutta la scena dalla sua postazione defilata,
rendendosi
conto di essere uno dei pochi invitati rimasti seduti al proprio posto.
Si alzò
per raggiungere il cerchio di folla venutosi a creare attorno alla
pista da
ballo, continuando a tenere lo sguardo puntato su Anna, pensieroso.
Nello
stesso
momento la principessa di Arendelle, volteggiava a ritmo di musica,
battendo le
mani e saltando a tempo, cambiando ad ogni giravolta il suo compagno di
ballo,
attirando su di sé gli sguardi di molti: il vestito le si
gonfiava ad ogni
passo e la luce riverberava nei suoi occhi e sul corpetto
dell’abito,
rendendola “spaventosamente bella”.
Kristoff
osservava bene ogni uomo che le metteva le mani addosso, maledicendolo
anche
solo per aver sfiorato le sue mani affusolate o per averla fatta
ridere. Anna
sembrava davvero felice, lì in mezzo a tanto chiasso e a
tanta gente: come
darle torto? Aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita rinchiusa in
una
gabbia dorata, si, ma con sbarre di solitudine e silenzio.
Il
ragazzo
avrebbe voluto prendersi a pugni: come gli era saltato in mente di
darle il via
libera? Quanto stupido doveva sembrare, lì immobile, da
solo, nonostante
attorno a lui vi fosse una moltitudine di persone che lo spintonavano e
gli
ostruivano la vista? Come poteva permettere che qualcun altro si
specchiasse
negli occhi limpidi di Anna o che la stringesse fino a farle perdere il
respiro?
Avrebbe
dovuto essere lui a stringerla fino a lasciarla senza fiato; a farla
danzare
fino a farle girare la testa; a farla ubriacare dei suoi sguardi e dei
suoi
baci; a farla ridere… in fondo ci riusciva bene, no?!
Perché allora, per Odino
e per tutti gli dei di Asgard riuniti in consiglio, si era tirato
indietro?
Ah,
già! Non
sapeva ballare. Ma non era del tutto vero: una volta o due, nella
locanda di
Arendelle, una delle figlie dell’oste l’aveva
tirato in ballo, non lasciandogli
altra scelta se non quella di ballare, al ritmo della musica e del
battere
incessante delle mani degli altri tagliatori di ghiaccio. Ma questo era
stato
prima di incontrare Anna.
Quindi
avrebbe potuto provare. La musica cessò nel momento esatto
in cui fece un passo
nella zona franca tra il cerchio della folla esultante e la pista piena
di
coppie sorridenti, e i suoi occhi si spalancarono per la rabbia e per
la
sorpresa: l’uomo con cui stava ballando la
‘sua’ principessa, le aveva appena
sfiorato il collo e la guancia, lievemente arrossati, con le sue dita
viscide,
mentre le stringeva ancora la vita nonostante la musica fosse finita e
le altre
coppie si stessero proferendo in profondi inchini di compiacimento
verso i
rispettivi compagni di ballo.
-“Questo
è
troppo!”- sussurrò tra sé a denti
stretti.
Accecato
dalla rabbia, camminò a passo di marcia tra le coppie, che
gli aprivano il
passaggio verso Anna e quel mentecatto che si stava approfittando della
sua
ingenuità.
Con
un colpo
di tosse esageratamente finto, richiamò
l’attenzione di entrambi, squadrando
l’uomo dall’alto in basso, sovrastandolo con la sua
statura: “Permette. Lei è
già impegnata!”- disse con tono duro ed
infastidito.
L’uomo
sbiancò, spalancando gli occhi e balbettando qualcosa; poi
prima di sparire tra
la folla, si inchinò velocemente ad Anna e scomparve dalla
vista dei due.
-“Sei
stato
scortese.”- gli fece notare la ragazza.
-“Non
direi.
Mi sembrava che avesse sconfinato in territori che non gli competevano
e quindi
mi sembrava giusto interromperlo, prima che potesse farsi molto
male.”-
sentenziò Kristoff, guardandola negli occhi, con la voce
tremante che tradiva
il miscuglio di emozioni che si stavano battendo nel suo petto, per
avere la
meglio sul suo cuore.
Anna
non
disse nulla, si limitò a fissarlo per alcuni secondi, prima
di prorompere in
una lieve risatina: “La gelosia corrode la mente e corrompe
il giudizio, mio
pungente re delle renne.”- gli disse, prendendolo per il
bavero della giacca e
costringendolo ad abbassarsi alla sua altezza.
-“Sarà,
ma
l’ingenuità a volte rende cechi,
principessa.”- le soffiò sulle labbra, prima
di colmare la distanza fra loro e baciarla dolcemente.
Intanto
la
musica aveva riempito di nuovo l’aria e attorno a loro le
coppie avevano
ricominciato a volteggiare e a saltellare animatamente.
-“Mi
concede
questo ballo?”- le chiese porgendole la mano e inchinandosi
appena.
-“Ne
sarei onorata, signore.”- rispose con tono scherzoso
Anna, facendo a sua volta una lieve riverenza e afferrando la sua mano.
Contro ogni sua
più rosea aspettativa,
Kristoff riuscì a ballare quasi tutte le danze che vennero
proposte,
lasciandosi guidare il più da Anna, che indirizzava i suoi
passi e gli
sorrideva incoraggiante.
Dopo
due
quadriglie, un valzer e una polka la principessa lo trascinò
fuori dalla pista
da ballo, raggiante nonostante la stanchezza.
-“Credo
di
non essermi mai divertita tanto.”- disse senza fiato,
sedendosi al suo posto e
versandosi da bere in un calice.
Kristoff
la
guardava compiaciuto: era riuscito nel suo intento e aveva vinto le sue
paure; l’aveva
fatta ridere fino alle lacrime, l’aveva fatta volteggiare a
tempo di musica
fino allo sfinimento, aveva giustamente monopolizzato la sua attenzione
e più
di una volta l’aveva sentita respirare rumorosamente per
riprendere fiato.
Anna
ingollò
il contenuto del calice, riempito fino all’orlo, e si
leccò poco
principescamente le labbra: “Questo succo d’uva
aveva uno strano sapore, ma
almeno la sete è passata.”
Il
ragazzo
le prese il bicchiere dalle mani e ne odorò il contenuto:
“Anna! Non era succo
d’uva, è vino.”
-“Oh-oh.
Forse non avrei dovuto berlo. Di solito tendo ad addormentarmi quando
bevo.”-
rise scioccamente.
Kristoff
si
trattenne dal ridere a sua volta, osservandola, mentre con il viso
rosso e la
pelle accaldata si faceva aria con le mani.
-“Beh
faremo
in modo di non farti addormentare, allora.”- le sorrise il
ragazzo.
Un
grido
proveniente da un luogo indefinito catturò la loro
attenzione: “Alle barche!”
Tutti
gli
invitati si precipitarono per le stradine del regno, giù
verso i piccoli ma
numerosi moli, saltando sulle barche approntate per
l’occasione.
Anna
trascinò Kristoff fino al molo, e fece per salire a bordo di
una delle piccole
barche a remi, ma il ragazzo si fermò di colpo:
“Aspetta, che? Io non salgo di
nuovo su una di quelle.”- s’impuntò.
-“E
come
vorresti tornare ad Arendelle, sentiamo.”- Anna fece un verso
strano e lo
spinse un passo alla volta sull’imbarcazione.
La
barca,
mossa dal loro peso, cominciò ad andare alla deriva:
“Vorrei farti presente che
non so guidare questa cosa.”
-“Aspetta,
non deve essere complicato.”- disse Anna mettendo uno dei
remi in acqua e
cominciando a muoverlo in modo sconnesso, schizzando se stessa e il
povero
tagliatore di ghiaccio che assisteva a quello spettacolo pietoso.
-“Ferma.
Ferma.”- le intimò, fermandole il braccio, mentre
la barca girava su se stessa
e rollava pericolosamente – “Credo che un bagno al
giorno basti e avanzi, che
dici?”- le chiese ironico, immergendo entrambi i remi in
acqua e imitando le
movenze dei rematori delle barche che passavano loro accanto.
Cominciarono
a prendere il largo un po’ alla volta, seguendo la scia delle
altre barche,
allontanandosi dalla banchina.
Quando
furono abbastanza lontani, Anna lo fermò in silenzio,
guardando con gli occhi
spalancati alle sue spalle. Il ragazzo si voltò e per un
momento gli mancò il
fiato: mille e più luci fluttuavano leggere, sospinte dalla
brezza estiva,
danzando silenziose sopra Corona, illuminando l’acqua scura
di decine di
riflessi aranciati.
-“Credo
di
non aver mai visto niente di più bello.”-
esclamò la principessa con la bocca
spalancata per la meraviglia.
Kristoff
concordò in silenzio, annuendo, anche se avrebbe voluto
ribattere che se si
fosse specchiata più attentamente avrebbe scorto qualcosa di
ancor più
incantevole; ma si astenne, intento ad osservare quello spettacolo
magico.
Il
ragazzo
tirò i remi in barca e si sedette al fianco di Anna, che
subito posò la testa
sulla sua spalla, contemplando in silenzio il volo delle lanterne, che
pian piano
si confondevano con le stelle, nel cielo buio.
-“Sono
felice di essere qui… con te.”- Kristoff
spezzò il silenzio che aleggiava su di
loro, ascoltando il respiro regolare di Anna che non si muoveva
–“Sai, credo di
essermi irrimediabilmente innamorato di te.”- disse piano,
come se non volesse
essere sentito, trovandosi spiazzato dalla verità delle sue
stesse parole.
La
principessa continuava a rimanere muta e il ragazzo si chiese se avesse
fatto
bene a confessarglielo. Poi un verso indefinito sfuggì dalle
labbra di Anna.
Kristoff
si
sporse per controllare che stesse bene e un verso disperato gli
scappò
involontariamente: la principessa sonnecchiava beatamente contro la sua
spalla,
emettendo dei versetti e blaterando qualcosa nel sonno.
Quella
ragazza era incredibile! Lui le aveva aperto il suo cuore e lei si era
addormentata!
Senza
infastidirla il ragazzo riprese i remi e ricondusse pian piano la barca
verso
il molo, lasciandola dormire.
Un
uomo
assicurò la barca con una fune ad un ormeggio e
aiutò il ragazzo, che intanto
aveva preso la principessa in braccio, a scendere.
-“Vuole
che
chiami un calesse?”- gli chiese l’uomo, scrutando
la principessa addormentata.
-“No.
No grazie ce la faccio.”- rispose Kristoff, rafforzando
la presa su Anna, che in risposta si accoccolò contro il suo
petto,
inconsapevole del mondo attorno a lei.
Per
quanto
Anna fosse leggera, il vestito che aveva indosso doveva pesare una
tonnellata;
se a ciò si aggiungeva il fatto che l’aveva dovuta
portare in braccio fino al
castello, su per il lieve pendio su cui sorgeva Corona, poteva
tranquillamente
giustificare i crampi nelle braccia e il leggero fiatone.
Con
un
ultimo sforzo di volontà, riuscì a salire
l’enorme scalinata dell’atrio
principale e trovare la strada per le loro camere.
Quando
finalmente arrivò davanti alla porta della stanza della
principessa, tirò un
sospiro di sollievo e molto goffamente, per non svegliare la ragazza,
cercò di
aprirla con un gomito.
Una
volta
dentro, posò delicatamente Anna sul letto e dopo averle
tolto le scarpe, le
diede un bacio sulla fronte: “Buonanotte bella
addormentata.”- rise fra sé,
mentre si avviava verso la porta.
Solo
quando
si voltò per andarsene, sentì qualcosa tirargli
la manica della giacca: “Kris…toff”
-“Si?”-
le
disse voltandosi a guardarla, mentre lei lo osservava con gli occhi
appannati
dal sonno.
-“È
tardi.”-
sentenziò, trattenendo uno sbadiglio.
-“Lo
so.
Dovresti dormire e lo stesso vale per me.”- le disse con tono
calmo.
-“Resta
qui…con
me.”- soffiò Anna.
Per
un
momento Kristoff pensò che stesse parlando nel sonno, forse
con Elsa.
-“Ti
prego.
Non andartene, Kristoff.”-
Il
ragazzo
non poté non notare il tono supplichevole della sua voce.
‘Mai!’-
avrebbe voluto gridarle.
Trattenne
il
respiro, mentre si consultava con la sua coscienza chiedendosi se
quello che
stava per fare fosse giusto o meno. ‘Non
c’è nulla di male.’ – fu la
risposta
secca della suo io interiore.
Scalciò
via
le sue scarpe e togliendosi la giacca e il fazzoletto che Anna aveva
tanto
insistito per fargli indossare, strisciò al suo fianco, sul
letto, mettendo il
massimo della distanza fra loro. Ma questo non dovette andare a genio
alla
principessa, che subito si infilò tra le su braccia.
-“Sei
così
caldo.”- sussurrò nel suo stato di dormiveglia,
sistemandosi ancora meglio nel
suo abbraccio.
Il
ragazzo
la strinse piano e per la prima volta in vita sua pregò per
la sua anima: se
Anna avesse letto i pensieri che si agitavano nella sua mente in quel
momento,
lo avrebbe di certo condannato all’inferno.
Poi
confortato dal pensiero della ragazza stretta tra le sue braccia, si
abbandonò
ad un sonno ristoratore.
*http://www.youtube.com/watch?v=V6NBeiCedCk (questa
è la musica che immaginavo!XD)
AngoloAutrice:
Buonsalve! O dovrei dire buon sabato sera…si purtroppo
invece di andare a fare
baldoria in giro, per colpa di questa pioggia incessante, sono
inchiodata a
casa e quindi in mancanza di altro da fare, sono qui a pubblicare.
Maledetta pioggia
che attenta alla mia vita sociale!XD Vabbè il lato positivo
è che aggiornerò
prima ;D
Beh,
cosa
dire di questo capitolo, mi piace, perché è puro
e semplice fluff/angst
Kristanna. Scrivere di questi due mi viene proprio facile e poi
ultimamente ho
bisogno di romanticismo e di dolcezza; quindi oltre a tuffarmi nel
barattolo
della Nutella ho un bisogno impellente di scrivere cose di una
zuccherosità
(parola che ho appena coniato!) diabetica. Ed ecco qui cosa esce fuori
quando
sono in tal stato d’animo ;)
Comunque
spero vi piaccia e spero tanto di non annoiarvi…ah faccio un
lievissimissimo
spoiler, giusto per tenervi attive: godetevi questa quiete fluffosa,
perché la
tempesta è alle porte con la sua dose di tristezza e
drammaticità…muahuahuahauhua
*un tuono rimbomba e un lampo squarcia il cielo*
Okay
spero
di ricevere vostre considerazioni su questa cosa…ah, come
sempre grazie mille
alle 19 persone che preferiscono la mia ff e alle 30 che
l’hanno inserita tra
le seguite.
Buon
Week-end!XD