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Autore: She loves writing    02/03/2014    2 recensioni
"Ho sempre avuto la tendenza a minimizzare, perché come si fa a spiegare a qualcuno che ti senti sbagliata?
Che ti senti costantemente fuori luogo, tagliata fuori, insignificante?
Ci ho provato, ma mi sono resa conto che sarebbe stato inutile.
Non mi avrebbero capito."
-Autumn leaves.
(Mini-long)
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Ed Sheeran
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 6. 



 
I'll wake with coffee in the morning, but she prefers two lumps of sugar and tea




Quando Ed si svegliò la mattina dopo, ci mise un po’ a rendersi conto di dove si trovasse.
Si massaggiò il collo guardandosi intorno e ricordando mano a mano gli avvenimenti della sera precedente.
Il peso sulla sua spalla gli fece voltare la testa e quando vide Aileen con gli occhi ancora chiusi si ritrovò a sorridere senza un motivo preciso.
Stando attento a non svegliarla, le passò un braccio attorno alle spalle, posizionandosi meglio sul divano.
Alla fine, avevano passato tutta la serata a vedere film e a chiacchierare tra un bacio e l’altro e senza neppure accorgersene, si erano addormentati entrambi in salotto.
Ed fissò il suo sguardo in un punto impreciso e per la prima volta pensò davvero che tutto quello non era sbagliato.
Non lo aveva mai creduto sul serio, lo diceva, ma alla fine ogni cosa che faceva con Lee gli faceva pensare a Vanessa e lui si sentiva dannatamente in colpa per entrambe.
Invece stavolta era riuscito a dormire senza incubi, si era svegliato con una sensazione di pace e, vedendo Aileen accanto a lui che dormiva, si era sentito come se non volesse altro per tutta la vita.
-Ehi..- Sussurrò, appunto, la ragazza che si era appena svegliata.
-Buongiorno.- Sorrise lui lasciandole un bacio sulla fronte.
-Ci siamo addormentati qui..- Notò lei guardandosi intorno.
-Già, ma ho dormito bene comunque.- Aileen si stropicciò gli occhi e Ed pensò che fosse fin troppo bella.
-Che ore sono?- Chiese lei.
-Non ne ho idea, ma non sembra tanto presto..- Commentò lui, guardando fuori la finestra.
-Hai già fatto colazione?- Domandò lei alzandosi e rompendo quell’abbraccio. Ed scosse la testa.
-Mi sono appena svegliato.-
-Allora vieni.- Disse Lee andando in cucina.
-Caffè o tè?-
-Caffè.-
Lei mise la macchinetta sul fuoco, poi scaldò una tazza di acqua calda.
-Ti va di uscire?- Chiese lui guardandola.
-Mm e dove vorresti andare, sentiamo?- Lui alzò le spalle.
-Cinema?-
-Di mattina?-
-Siamo alternativi.-
Commentò lui facendola ridere.
-E cosa dovremmo vedere?-
-Quello che capita.-
Lei lo guardò male, mentre toglieva il caffè dal fuoco e lo versava in una tazza.
-Sei sempre così “carpe diem” tu?- Gli chiese lei, facendo sciogliere la bustina di tè nell’acqua.
-Dovresti averlo capito ormai.- Lee scosse la testa rassegnata.
-Scotta.- Lo avvisò prima di passargli il suo caffè.
-Grazie.- Sorrise lui prendendone un sorso.
-Allora?-
-Se invece andassimo a pattinare? Hanno aperto una pista qualche anno fa, qui vicino..- Propose lei.
-Sai pattinare?- Domandò lui sorridendo divertito.
-No..- Ammise Aileen.
-Allora possiamo andarci.- Lei gli diede uno schiaffo sulla nuca, mentre lui prese a ridere.
-Sarà divertente.- Commentò poi. Lei si limitò a scuotere la testa divertita.
-Sentiamo, mr io-invece-so-pattinare-perfettamente come hai intenzione di andarci senza macchina?- Lo prese in giro.
 -Non ho mai detto di saper pattinare!- Esclamò lui.
-E comunque, non preoccuparti, sarà un onore per me poter guidare ancora quella bellissima Mini Cooper parcheggiata qui fuori.- Sorrise.
-E chi ti dice che ne hai il permesso?.- Lui avvicinò di più la sedia a quella della ragazza.
-Tu?- Provò sbattendo le ciglia.
-Ruffiano senza speranze.- Lo definì lei, cacciandolo via e ridendo.
-Guido io stavolta.- Chiarì poi.
-Ma..-
-Niente lamentele. E sbrigati a finire questo caffè, è già tardi, su!- Disse poi battendo le mani e posando la sua tazza nel lavello.
-Si mamma.- Scherzò lui. Aileen uscì dalla cucina, avanzando nel corridoio, quando si ritrovò con le spalle al muro e il corpo bloccato da quello di Ed.
-Hai dimenticato questo in cucina.- Le disse. E prima che lei potesse rispondere, le labbra di Ed furono sulle sue.
L’odore di caffè la invase subito, mentre portava le sue mani dietro il collo del ragazzo e si stringeva un po’ di più a lui.
-Grazie.- Gli disse poi. E cinque minuti dopo era già intenta a prepararsi, mentre Ed si guardava intorno mentre la aspettava seduto sul letto.
Si alzò avvicinandosi alle foto appese al muro che ritraevano la famiglia di lei e qualche amica o cugina. Provò a guardare Aileen in ogni minimo particolare, stupendosi di come gli risultasse facile notare i dettagli, analogie e differenze del sorriso della ragazza in ogni foto.
Passò in rassegna i titoli di tutti i libri che c’erano sugli scaffali della libreria, sorridendo ogni volta che ne trovava uno che anche lui aveva letto o intravisto in qualche negozio.
Poi tornò a sedersi sul letto, controllando l’orario sull’orologio. Erano passati venti minuti ed Aileen era ancora chiusa in bagno.
-Lee? Sei ancora lì?- Chiese avvicinandosi alla porta.
-No, sono fuggita dalla finestra e poi mi hanno rapita gli alieni!- Esclamò ironica lei in risposta.
-Che stai facendo? E’ mezz’ora che sei chiusa lì..- La porta si aprì di poco mostrando il viso della ragazza.
-Secondo te cosa posso mai fare in un bagno, Sheeran? Sono una ragazza, ho bisogno dei miei tempi. Siediti lì e sta buono.- Disse facendogli una linguaccia e indicando il letto prima di chiudere di nuovo la porta.
Ed si voltò verso la camera, avvicinandosi alla scrivania.
Anche qui c’erano un paio di cornici con delle foto e vari fogli sparsi. Sbuffando, tornò a sedersi sul letto, affondando la testa nel cuscino.
Si alzò pochi secondi dopo, perché quel cuscino era fin troppo scomodo.
Lo alzò per  scuoterlo, quando una copertina nera attirò la sua attenzione. Poi, come se la scena fosse tutta a rallentatore, poggiò il cuscino sulla coperta e sfiorò il quaderno.
-E questo..?- Lo prese, rigirandoselo tra le mani. Un’ondata di brividi lo travolse senza che potesse capirne il motivo.
Perché quella copertina gli era familiare?
-Ecco, ho fatto, conten..- Aileen si bloccò sul ciglio della porta, sbarrando gli occhi. Ed si voltò di scatto verso di lei, confuso.
-Che.. che stai.. dove l’hai preso?- Balbettò lei non azzardando a muoversi.
-Era sotto il cuscino.. E’ tuo?-
-L’hai letto?- Chiese lei avvicinandosi e sviando la domanda. Lui scosse la testa.
-No, giuro.- Lee annuì, prendendolo e posandolo in uno dei cassetti della scrivania.
-E’ tardi, andiamo?- Domandò poi mettendo il suo cellulare in tasca.
Ed rimise a posto il cuscino annuendo e seguendola al piano di sotto.
-Scusa.- Le disse poi mentre entrambi si infilavano la giacca.
-Di cosa?-
-Non volevo farmi gli affari tuoi, l’ho trovato lì per caso..- Si giustificò.
-N.. Non preoccuparti.- Sospirò lei abbassando lo sguardo.
-No, sul serio io..-
-Non fa niente Ed, lascia stare.-
Lo ammonì lei, chiudendo la porta di casa. Non aveva bisogno che lui si scusasse, quando l’unica ad essere in torto era lei. Perché non aveva lasciato che lo leggesse? Quel diario parlava di lui, Aileen non c’entrava niente con quella storia. Gli apparteneva in un certo senso, quindi perché non glielo aveva dato e basta?
Lui le mise un braccio sulle spalle e le stampò un bacio sulla guancia.
-Ti voglio bene, lo sai, vero?- Chiese lui, come se sentisse il bisogno di ricordarglielo.
-Anche io ti voglio bene Ed.- Lui sorrise.
-Allora, me la lasci guidare quest’auto?- Lei roteò gli occhi, poi gli diede le chiavi.
-E’ l’ultima volta che la passi liscia così. Ruffiano..- Disse poi, senza riuscire a nascondere un sorriso.
-Dai, sali!- Esclamò Ed entrando in macchina.
-Vai piano però.- Avvertì lei, prima che lui mettesse in moto.

-Due ore dopo..

-Ho le mani congelate!- Si lamentò lui, uscendo dal capannone.
-Potevi portarti i guanti.- Sorrise ironica lei.
-Potevi prestarmi i tuoi!-
-Certo, come no..-
-Stronza.- Aileen sporse il labbro inferiore.
-Ma come? Sono così dolce!- Esclamò poi trattenendo una risata.
-Tutta apparenza Cooper.- Lei scosse lievemente la testa, porgendogli poi una mano.
-Cosa?- Chiese lui confuso.
-Ti riscaldo.- Lui guardò la sua mano, poi sorrise e la prese, tirandola però a se e stringendo la ragazza in un abbraccio.
-Lee?-
-Mm?-
Mugugnò lei in risposta, beandosi del contatto tra di loro.
-Mi hai perdonato?- Chiese. Magari era una domanda stupida, ma Ed sentiva il bisogno di sentirselo dire.
-Per cosa?-
-Per.. ieri. Per il bacio e per..-
-Ed, non ce l’ho con te. Non sono mai stata arrabbiata, delusa o ferita. Non devo perdonarti nulla..-
Ammise, stringendosi di più a lui.
-Ma..-
-Mi hai raccontato di Vanessa, lo so quanto era importante per te e ti capisco se ti manca, è normale, è giusto così..-
Lui si allontanò per guardarla poco convinto, poi tornò ad abbracciarla.
-Scusa comunque.- Disse. Lee deglutì a vuoto.
Avrebbe dovuto essere lei a chiedergli scusa. Si sentiva maledettamente in colpa a non fargli leggere il diario, ma lei lo faceva per il suo bene, no?
-Ed..- Cominciò.
-Se.. lei dovesse tornare nella tua vita, indirettamente.. Cioè, se dovessi trovare qualcosa che aveva a che fare con lei che ti ricorderebbe di ogni istante passato insieme..- Continuò, bloccandosi per deglutire di nuovo.
 -Insomma, hai capito no?.. Bhe, cosa faresti?- Chiese poi. Lui chiuse gli occhi, provando ad immaginare una cosa del genere. Quando li riaprì, lei si era allontanata di qualche centimetro.
-Sinceramente?- Aileen annuì.
-Non lo so. Voglio dire, ogni cosa mi ricorda lei, anche in questa strada, ora, quindi non..-
-Ma io intendevo qualcosa di più forte. Qualcosa che ti legherebbe a lei in maniera inevitabile.. Insomma, qui puoi
anche distrarti, o pensarci relativamente. Se trovassi qualcosa che.. ti bloccherebbe nei tuoi ricordi?- Ed sospirò.
-Perché me lo chiedi? Non credo ci sia niente che possa trovare casualmente e fidati, non lo cercherei di mia spontanea volontà, quindi non si pone il problema.-
-Ma se Vanessa avesse lasciato qualcosa per te? Tipo.. non so, una lettera?-
Lui sembrò bloccarsi.
-Una.. una l.. lettera?- Balbettò poi.
-Cosa faresti in quel caso, Ed?- Lui fissò un punto impreciso sulla strada. Una lettera. Perché non ci aveva mai pensato? Non era un’assurdità, Vanessa scriveva in continuazione ultimamente. Che gli avesse davvero scritto una lettera?
E che avrebbe fatto se fosse stato così? Non era sicuro di volerla leggere.
Era passato quasi un anno dalla morte della sua (ex) ragazza.. E chissà come Ed era riuscito a trovare qualcuno che lo aiutasse.. Non voleva ricadere nell’oscurità che erano stati i mesi successivi a quel 29 dicembre.
Ma se Vanessa gli aveva davvero scritto una lettera.. Significava che lei voleva che lui la leggesse..
Per un istante a Ed sembrò di rivedere i suoi occhi.
Due grandi cerchi azzurro ghiaccio, che lo fissavano, felici.
Se Vanessa gli aveva davvero scritto una lettera, lui doveva leggerla.
Non perché voleva, o perché voleva sentirla di nuovo vicina a lui, né perché si sentiva in colpa.
Se quella lettera esisteva, c’era qualcosa dentro di lui che spingeva per leggerla. Perché doveva, senza ‘se’ e senza ‘ma’.
-La leggerei.- Ammise quindi tornando a guardare Aileen.
-E poi?-
-E poi cosa?-
-Torneresti ad ubriacarti e stare male?-
Lui sospirò.
-Non lo so. Non credo.-
-Ma tu pensi che leggere una sua lettera ti aiuterebbe?-
-Lee, non lo so, ok? Perché stiamo parlando di una cosa del genere?! Non c’è nessuna lettera e se anche ci fosse non so come reagirei. Tanto potrei stare male quanto trovare la forza di andare avanti. Non lo so. Ti prego, basta.-
Lei abbassò lo sguardo, torturandosi le dita.
-Non voglio parlare con te di Vanessa, lo so che sarebbe scomodo e che ti sentiresti fuori luogo.- Si addolcì lui, prendendole le mani.
-Io.. Io voglio solo che tu stia bene Ed.- Lui sorrise.
-Sto bene. Sul serio.-
-Ma io..-
-Lee..-
-Ho paura che non lo sarai più.-
-Perché?-
Lei puntò i suoi occhi neri in quelli di Ed, con il labbro tremolante.
-Perché c’è qualcosa che dovresti avere.-




“20 dicembre 2012

Oggi mi sembra inutile cominciare con ‘caro diario’, perché non è a questo quaderno  che voglio scrivere.
Ultimamente sono successe tante di quelle cose, non sto nemmeno qua a dirle tutte, ormai non ha più senso. Ho scritto tante pagine, troppe forse, perché un giorno qualcuno possa trovarle e capirmi. Perché no, magari anche sognare, perché con i momenti che mi ha fatto passare Ed non si può non sognare.
Ho dedicato un intero diario alla mia storia, ed ora che mi resta quasi una settimana prima che vada.. via, ho scoperto che ciò che voglio davvero è che mia madre, mio padre, Ed.. che tutti loro riescano ad essere felici comunque.
Per quanto riguarda i miei genitori, loro lo sanno che gli voglio un mondo di bene.
Che gli sono grata per ogni cosa, perché senza di loro non sarei da nessuna parte.
Per Ed, invece, ogni ‘ti amo’ non sembra mai abbastanza.
Per questo, oggi, mi pare inutile cominciare con ‘caro diario’.
Perché un giorno avevo scritto tra queste pagine che mi sarei sforzata di far capire a quel ragazzo quanto significhi per me. Avevo sperato che non sarebbe stato così presto, ma non mi resta più tanto tempo.
Per questo, oggi, questa pagina la comincio con ‘caro Ed’, perché non c’è nessun altro a cui vorrei scrivere, perché, bhe, ‘è sempre stato lui’.”





Era qui che la lettura di Aileen si era sempre interrotta.
Non era mai riuscita ad andare avanti, aveva solo scorto con la coda dell’occhio quel “Caro Ed” macchiato da una goccia d’acqua e le si era totalmente appannata la vista.
E le stesse lacrime, lottavano anche ora per scendere sul suo viso, mentre stringeva la mano del ragazzo ed apriva la porta di casa.
-Lee, non capisco cosa..- Lei lo trascinò su per le scale, senza dargli il tempo di chiedere nulla. Si bloccò solo davanti alla porta di camera sua.
-Ok, ti chiedo solo una cosa.- Prese un respiro profondo, provando a non tremare davanti all’espressione confusa di Ed.
-Sii forte.- Disse poi sospirando.
-Lee, continuo a non..-
-E soprattutto, scusa.-
-Si può sapere per cosa? E’ da dieci minuti che stai in silenzio a pensare chissà cosa, mi trascini qui senza spiegarmi perché, fai domande strane e.. cavolo, Lee, non sto capendo più niente! Puoi spiegarmi cosa succede?-
Lei chiuse gli occhi, sospirando di nuovo, poi gli indicò il letto e –C’è qualcosa che non ti ho detto.- ammise.
Si sedettero entrambi.
-Quando mi hai parlato di Vanessa. Al parco, ricordi?- Lui annuì.
-Bhe io.. Io sapevo già la storia. Non tutto, ma.. Gran parte delle cose che mi hai detto le avevo già lette da un’altra parte.-
-Dove?-
Chiese Ed, prima che qualche minuto di totale silenzio calasse nella stanza. Lee si alzò per aprire il comodino e prendere il diario, poi tornò sul letto.
-Quando mi sono trasferita in questa casa.. Ho trovato un quaderno in soffitta. Non solo quello in realtà, ma..- Guardò la copertina, prima di porgerlo a Ed.
-Scusa se non te l’ho dato prima. Avevo paura che leggendolo ti saresti fatto del male e non volevo, ma è giusto che questo lo tenga tu. Parla di voi, io non c’entro niente. Solo.. sii forte.- Ripetè, abbassando lo sguardo. Ed rimase con gli occhi fissi sul diario, mentre il fiato cominciava a mancargli.
-Ti lascio solo..- Sussurrò lei, alzandosi. Quando passò accanto al ragazzo, si sentì afferrare un polso.
-Aspetta.- Disse solo lui, tirandola a se.
La strinse in un abbraccio che non durò più di due secondi, poi tornò a guardare il quaderno. Aileen gli rivolse un’occhiata dispiaciuta, prima di chiudersi la porta alle spalle e scendere al piano di sotto.
Ed si sistemò meglio sul letto. Si passò una mano tra i capelli, rigirandosi per l’ennesima volta il diario tra le mani.
Aprì la prima pagina e trattenne il fiato alla vista della grafia di Vanessa.
Era davvero il suo allora, l’aveva davvero scritto lei. Dopo le prime tre righe, Ed stava già piangendo.
Non troppo, ma le lacrime gli stavano comunque bagnando il volto.
Sfogliò le pagine velocemente, prima di tornare a leggere.
E più andava avanti, più la vista gli si appannava, più il fiato si faceva corto e più lui si sentiva male.
Singhiozzò quando lesse del bacio sotto la pioggia e sorrise al ricordo.
Passò più di mezz’ora chiuso in quella stanza, a sfogliare le pagine di quel diario e ricordare particolari a cui nemmeno aveva fatto caso prima.
Pianse tutte le lacrime che aveva, sfogandosi come forse non aveva mai fatto e fu costretto più volte ad affacciarsi alla finestra, perché l’aria cominciava a mancargli.
Si fermò anche lui allo stesso punto di Aileen, ispirando a lungo.
Eccola la lettera che gli aveva scritto. Conseguenza di una storia finita male ma vissuta a pieno, fin troppo intensamente per rimanerne illesi.
Si alzò, cominciando a girovagare per la stanza, sentendo il crescente bisogno di bere.
Aprì la porta e scese al piano di sotto, entrando in cucina direttamente, senza preoccuparsi del suo aspetto, né del fatto che avesse ancora il diario in mano e altre pagine da leggere.
-Ed..- Lo chiamò Aileen quando lo vide entrare.
-Hai una birra?- Sussurrò lui, con la voce che gli mancava.
-L’hai letto?- Chiese lei, ignorando la sua domanda.
-Hai una birra?- Ripetè lui.
-Ed..-
-Lee, hai una birra si o no?- Lei si alzò dalla sedia su cui era seduta e lo abbracciò.
-Mi dispiace tanto..- Sussurrò sul suo petto, stringendolo. Lui era rimasto immobile, forse un po’ spiazzato, sorpreso. Dopo qualche secondo si decise a ricambiare l’abbraccio.
Forse poteva fidarsi.
-Mi manca così tanto, Lee..- Ammise.
-Lo so Ed.. Lo so.- Lui inghiottì un altro singhiozzo, affondando il viso sulla spalla della ragazza.
Aileen aspettò qualche minuto, sperando lui si fosse ripreso un po’, poi si allontanò di poco.
-L’hai letto?- Chiese di nuovo.
-Si.-
-Tutto?-
-Quasi.-
-La lettera?-
-No.-
-Forse dovresti leggerla.- Lui annuì.
-Volevo prima bere.-
-Da sobrio. Forse dovresti leggerla da sobrio.- Si corresse lei.
-Solo un sorso..-
-Dopo.- Lui sospirò, alzandosi.
-Lee?-  Chiese vicino alla porta della cucina.
-Si?-
-Non importa che tu l’abbia letto..- Cominciò alzando il diario con la mano sinistra.
-Grazie per avermelo dato.-
-Lei avrebbe voluto così.-
-Già..- Mormorò lui annuendo debolmente. Si voltò di nuovo per uscire e tornare al piano di sopra.
-Ed..- Lo fermò lei.
-Ti voglio bene.- Disse poi. Lui si limitò a sorridere ed uscire, chiedendosi se dopo aver letto quella lettera sarebbe stato pronto a continuare la sua vita.
E per un secondo gli sembrò di sentire la voce di Vanessa che gli sussurrava un “io credo in te, Ed”.
Il problema era: lui credeva in se stesso?










 
Ehi!
Sono davvero imperdonabile, lo so.
Ci ho messo tantissimo ad aggiornare e vi chiedo scusa, di nuovo.
Se non vi siete dimenticate di me (non mi stupirei) e siete arrivate fino qui.. bhe, grazie, sappiate che vi amo u.u
Siamo quasi giunti alla fine, mancano solo due capitoli :(
Grazie a chi continua a seguire questa storia, nonostante il luungo tempo che vi faccio aspettare per un capitolo.
I love you all x <3

 
  
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