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Autore: Lavandarose    03/03/2014    7 recensioni
- Cosa vuoi, Lucius?
- Eri tu che volevi parlarmi prima, no?
- Sì, ma eri molto occupato. Apparentemente.
La ragazza incrociò le braccia attorno al corpo, in un netto atteggiamento di chiusura: non gliela avrebbe resa facile, di questo ne era sicura!
- Narcissa dai, é un momento un po' particolare questo.
Lucius le si avvicinò e lei fece un passo indietro.
- Me ne sono accorta, sai? Credo che sia quasi una settimana che mi stai ignorando.
- Non ti sto ignorando, sono solo preso da altre cose.
- Quali altre cose?
- Non so se dirtelo.
Questa Os partecipa al contest "E così con un bacio io muoio" organizzato da Ielma su Efp.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia partecipa al contest "E così con un bacio io muoio" di Ielma.


Pacchetto: Rosa (Narcissa Black, prima del 1980)

Eventuali note dell'autore: Narcissa Black, nata nel 1955, frequentò Hogwarts dal 1966 al 1973 nella casa di Serpeverde. A scuola incontrò il suo futuro marito Lucius Malfoy, che sposò dopo la fine degli studi.

Narcissa ha dimostrato di essere una strega molto forte, era stata descritta come una potente e letale strega oscura dal suo ex elfo domestico ed è riuscita a cavarsela molto bene nei duelli magici contro per esempio Harry Potter e Ron Weasley. Inoltre è possibile che Narcissa sia stata un'occlumante potente, visto che riusciva a schermare i suoi pensieri persino a Voldemort, ed è stata la Ligilimens più potente della serie. ( fonte: http://it.harrypotter.wikia.com/wiki/Narcissa_Malfoy).

Per la One shot mi baso sul presupposto che molte famiglie purosangue si erano fatte influenzare dalle idee di Voldemort, in quei tempi, e avevano aderito ai suoi propositi totalitari, ma più tardi alcune di queste si tireranno indietro: ad esempio la famiglia Black, pur convinta della superiorità dei purosangue sugli altri maghi, non sosterrà ufficialmente Voldemort anche se alcuni suoi membri, come Bellatrix, diverranno poi Mangiamorte. In molti sostengono che anche Narcissa, sorella di Bellatrix, faccia parte della cerchia dei Mangiamorte, ma, seppur prendendo parte alle riunioni di questi ultimi, non è dimostrato che sia stata marchiata con il Marchio Nero né che abbia mai preso parte ad una missione per conto di Voldemort. (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Lord_Voldemort).

 

- Parlami coi tuoi baci -

 

 

Quando ti bacio

non è solo la tua bocca

non è solo il tuo ombelico

non è solo il tuo grembo

che bacio.

Io bacio anche le tue domande

e i tuoi desideri

bacio il tuo riflettere

i tuoi dubbi

e il tuo coraggio.

Il tuo amore per me

e la tua libertà da me

il tuo piede che è giunto qui

e che di nuovo se ne va

io bacio te

così come sei

e come sarai

domani e oltre

e quando il mio tempo sarà trascorso.

 

 

 

 

 

 

Hogwarts, 1971

 

La giornata non era iniziata bene.

Narcissa Black storse il naso mentre ripercorreva con la mente la mattinata appena trascorsa. Si era svegliata dopo un sonno frammentario e molto poco riposante e nemmeno una buona colazione era riuscita a farla star meglio.

Aveva passato parecchie notti per completare il compito di Erbologia che le era stato assegnato la settimana precedente. Si era impegnata molto perché amava quella materia, ma nonostante tutto non era riuscita a scrivere un compito che la soddisfacesse.

Così, aveva fatto le ore piccole per finire la consegna e si era addormentata solo a ridosso dell'alba.

Nervosa e con le occhiaie da studio, la ragazza era entrata in classe e si era seduta al suo posto senza parlare con nessuno. Questo quinto anno si stava presentando davvero un po' troppo complesso. Sì, le avevano detto che si sarebbe dovuta impegnare molto, ma francamente non aveva immaginato questa intensa mole di studio. Si era solo a novembre e già aveva perso il conto delle notti passate a studiare.

Si strinse nel mantello mentre i pensieri continuavano ad affastellarsi nella sua testa. Era la pausa pranzo tra le lezioni del mattino e quelle del pomeriggio e lei aveva deciso di fare una passeggiata per scrollarsi di dosso il nervosismo causato in parte dal compito di Erbologia, in parte da lui.

Insomma, tutto quella mattina doveva succedere? Come temeva, il compito non era andato molto bene e ora Narcissa si ritrovava con un voto più basso di quello che aveva previsto prendere. Si sarebbe dovuta impegnare molto per riportare in alto la sua media. Sospirò.

Certo, un voto si poteva rimediare, ma era la sua relazione che in quel momento stava attraversando un momento strano, indefinibile quasi. O meglio: di insoddisfazione, ma la ragazza ancora non aveva capito se questo sentimento era dovuto a lei, a lui o al momento di stanca che stavano attraversando.

Camminando era infine arrivata al Lago Nero, dove sapeva che abitavano alcuni tritoni e sirene. Di sicuro non sarebbero emersi in superficie e così scelse proprio quel luogo per restare un po' da sola e godersi un po' di silenzio.

Si sedette ai piedi di un albero e chiuse gli occhi, ma non riusciva assolutamente a fermare il turbinio di immagini che si stavano avvicendando in lei.

Alla fine delle lezioni della mattina, Narcissa si era ritrovata tra i corridoi della scuola, con la braccia piene di libri e l'umore non proprio alle stelle.

Si era guardata in giro e lo aveva visto: Lucius Malfoy era un po' più spostato, verso l'aula di Difesa di Arte Oscure, che stava parlando con alcuni amici.

Narcissa aveva conosciuto Lucius poco dopo il suo arrivo a Hogwarts. In realtà, lei aveva già sentito parlare di quel ragazzo di un anno più grande di lei, visto che le famiglie Purosangue si conoscevano un po' tutte, ma non aveva mai avuto l'occasione di frequentarlo prima.

Poi però avevano iniziato a vedersi spesso, complice lo stesso gruppo di amici, tutti Serpeverde e Purosangue come loro, che frequentavano a scuola: da una cosa ne era nata un'altra e i due ragazzi si erano fidanzati qualche tempo prima.

Insomma, a tutti era parso quasi normale che le famiglie Malfoy e Black si unissero attraverso il matrimonio dei loro figli, in fondo erano due delle casate più antiche, stimate e temute nel mondo magico.

Lei però si era davvero innamorata di quel ragazzo deciso, volitivo e silenzioso e non voleva che la loro relazione e il loro matrimonio fossero visti come qualcosa di “normale”. Almeno non tra di loro.

Vero: il loro matrimonio sarebbe stata un'unione familiare, ma non poteva essere anche qualcosa di diverso? Qualcosa di romantico?

Lucius è sempre così enigmatico, pensò stringendosi ancora di più nello scialle. Non era molto espansivo, é vero, ma era sempre presente quando lei aveva bisogno. E questo era già qualcosa.

Fino a quella mattina.

Con le braccia cariche di libri, Narcissa era andata verso di lui per raccontargli del voto non proprio esaltante avuto in Erbologia, ma si era trovata un muro davanti. Gli era andata vicina e lui si era voltato appena accorgendosi di lei. Aveva fatto un cenno al ragazzo con cui stava parlando e si era girato verso di lei.

- Cosa vuoi, Narcissa?

Disorientata,lo aveva guardato negli occhi. Mai lui le si era rivolto in questo modo così freddo e scostante.

- Io...scusami, Lucius, volevo solo parlarti un attimo del mio compito di Erbologia e...

Non era riuscita però ad andare avanti, sotto lo sguardo di quegli occhi grigi e freddi.

- Adesso ho un po' da fare, Narcissa, ci vediamo magari più tardi.

- Ma io...

- Ci vediamo più tardi.

Un ordine, non un invito.

Si era girato ed era tornato nell'angolo a confabulare con l'altro ragazzo, che Narcissa aveva visto già alcune volte assieme a Lucius.

La ragazza gli aveva dato a sua volta le spalle, era rientrata nella sua camera e aveva appoggiato i libri sul letto. Fortunatamente nessuna delle sue compagne di stanze era lì: non aveva voglia di parlare con nessuno. Aveva così presto il mantello ed era uscita dalla scuola.

Due passi le avrebbero fatto bene e avrebbe pensato un po' meno al compito e a quello...quello screanzato!

Ma come si era permesso di parlarle così? Sì, aveva visto che in questi ultimi giorni era molto nervoso e che si riuniva spesso con gli altri Prefetti Serpeverde, ma Narcissa era abituata ai silenzi del suo ragazzo. Solo che fino a quel momento era stato con lei sempre gentile ed educato.

Perché allora quella reazione?

A tutto questo pensava la ragazza mentre cercava di ricacciare indietro una lacrima malandrina che faceva capolino dalle ciglia.

Una Black non piangeva e lei non avrebbe pianto.

Si alzò e si guardò attorno: il silenzio ovattato che le arrivò come risposta la rassicurò. Non aveva davvero voglia di parlare con nessuno. Si avvicinò al lago e si inginocchiò davanti all'acqua che le rimandò un'immagine di una ragazza con gli occhi tristi e stanchi. Con un moto di stizza mosse l'acqua, che si increspò cancellando lentamente quella fotografia impietosa.

Si rialzò e tornò vicino all'albero dove era seduta prima e guardò il cielo. Era quasi ora di rientrare a scuola, anche se non ne aveva molta voglia.

Sospirò ancora e si preparò a tornare a Hogwarts quando sentì un rumore. Svelta, si girò verso la direzione di quel suono, le dita già in posizione, quasi ad artigliare la bacchetta sempre con lei.

- Narcissa, sei qui?

Sospirò quasi di sollievo quando vide la figura di Lucius far capolino dall'oscurità degli alberi. Poi si ricordò che era arrabbiata con lui, quindi gli rispose con lo stesso tono che aveva usato con lei poco prima.

- Cosa vuoi, Lucius?

- Eri tu che volevi parlarmi prima, no?

- Sì, ma eri molto occupato. Apparentemente.

La ragazza incrociò le braccia attorno al corpo, in un netto atteggiamento di chiusura: non gliela avrebbe resa facile, di questo ne era sicura!

- Narcissa dai, é un momento un po' particolare questo.

Lucius le si avvicinò e lei fece un passo indietro.

- Me ne sono accorta, sai? Credo che sia quasi una settimana che mi stai ignorando.

- Non ti sto ignorando, sono solo preso da altre cose.

- Quali altre cose?

- Non so se dirtelo.

- Come dici, scusa?

La ragazza rimase a bocca aperta. Ma come? Prima iniziava a ignorarla e poi le diceva in faccia che non sapeva se dirle o no il motivo della sua freddezza?

- Lucius, fammi capire. Noi siamo fidanzati e ci dobbiamo sposare e tu mi dici che non sai se vuoi dirmi qualcosa che sta capitando a te?

Lui le si avvicinò ancora di più, quasi a fronteggiarla.

- Non ho detto che non te lo voglio dire, ho detto che non lo so. Si tratta di cose molto importanti e molto serie.

Narcissa batté un piede per terra.

- Beh, buono a sapersi, Malfoy. Credo che il nostro fidanzamento si stia avviando su una brutta strada, sai?

- Stai esagerando.

- No, io non credo proprio. Guarda che lo so che stai confabulando qualcosa che ha a che fare con Voldemort, sai?

Lucius la guardò e la ragazza capì di avere colpito nel segno quando quegli occhi grigi si fermarono a lungo su di lei. Il ragazzo, però, continuava a non parlare e lei a quel punto fece quel che non avrebbe dovuto fare: si concentrò per dare una rapida occhiata alla mente di Lucius, per sapere cosa stava succedendo. Era un azzardo, visto che ancora non padroneggiava a dovere questa magia, ma voleva provarci comunque. Doveva sapere che cosa aveva in mente il suo uomo.

Per un attimo ebbe la visione di un uomo che impartiva ordini, di riunioni segrete e di neri tatuaggi sulla pelle. Poi venne sbattuta fuori dalla mente del ragazzo che, con un passo, fu davanti a lei e l'afferrò per le spalle.

- Non ci provare più!

- Faccio quello che voglio, sai? Non è colpa mia se non sei stato in grado di schermarti subito la mente.

- Narcissa, adesso basta. Questa discussione è inutile e infantile.

La ragazza si infuriò.

- Infantile? È così che mi vedi? Bene, Malfoy, credo che sia invece inutile proseguire questa discussione, ci vediamo più tardi a scuola, magari.

Cercò di strattonarsi per liberarsi dalla sua prese a correre via, delusa e arrabbiata, ma Lucius la teneva salda.

- Lasciami subito – gli sillabò a denti stretti.

Il ragazzo non le rispose, si limitò a guardarla dritto negli occhi.

L'istante successivo, Narcissa sentì che la sua schiena era sbattuta contro il tronco di un albero. Ma soprattutto sentì le labbra di Lucius sulle sue.

Calde, morbide, quelle che in questi anni aveva imparato a conoscere.

I denti di Lucius mordevano piano il suo labbro inferiore: una richiesta. Sulle prime Narcissa decise di non dargliela vinta, ma a un morso più tenero si arrese e schiuse le labbra.

La bocca del ragazzo si impadronì subito della sua lingua, mordendola, succhiandola, cercandone il possesso.

La ragazza si scostò un attimo per riprendere fiato.

- Lucius... - riuscì solo a dire.

- No – rispose lui secco. E riprese le sue labbra, tenendola saldamente ferma per la vita contro il tronco dell'albero.

Narcissa ebbe un tuffo al cuore sentendo quelle mani forti su di lei e quelle labbra che, pur silenziose, riuscivano a dirle mille parole.

Lo sapeva, lo sapeva che Lucius le voleva bene, che voleva sposarla almeno quanto lo voleva lei, ma nonostante tutto ancora non riusciva a far sì che il ragazzo si fidasse completamente di lei.

Ma ora era solo il momento di tenere gli occhi chiusi e di godere quelle labbra che la stavano ammaliando, ancora una volta.

Si riscosse dalla sorpresa che quel bacio le aveva provocato e mosse le mani verso di lui. Gli prese la maglietta tra le dita e scivolò sotto, sentendo la freschezza della sua pelle.

Intanto Lucius non accennava a smettere di baciarla, era un bacio lunghissimo, di quelli che tolgono il fiato e che ti lasciano il cuore che batte forte.

Ma Narcissa si ritrasse ancora una volta, anche se a malincuore.

Lo guardò dritta nei suoi occhi grigi, appoggiò le mani sul suo petto e sentì che anche il suo cuore batteva impazzito.

- Lucius, io ti amo,e proprio perché ti amo voglio sapere cosa pensi e cosa fai. Altrimenti non possiamo andare tanto avanti.

Lui la guardò e in quel momento il cuore di lei perse un battito: forse le avrebbe detto che sì, non potevano andare avanti assieme?

Ma poi lo vide corrugare la fronte e chinarsi verso di lei, pensò di essere baciata ancora una volta, ma la bocca di Lucius superò le sue labbra e arrivarono sul suo orecchio.

- Lo so che mi ami – un sussurro così lieve che lei per un attimo quasi pensò di esserselo immaginato – e anche io ti amo. Ed è proprio per questo che non voglio dirti che cosa sta succedendo. Tu devi starne fuori, non voglio che ti succeda qualcosa.

Per un attimo, solo il silenzio fu testimone di quel sussurro. Poi Narcissa scosse il capo e rispose con voce decisa.

- No, Lucius. Io so cosa sta succedendo, anche io faccio parte dei Purosangue, sai? E se anche non dovessi condividere tutto o condividere in parte quel che state decidendo, tu me lo devi dire, voglio che tu possa e debba parlare con me. Non ti fermerò, anche se non dovessi essere d'accordo con te. Ma non mi nascondere nulla.

Sentì solo le dita di lui che le artigliavano ancora più forte la vita. Cercò di soffocare un grido di dolore che le era nato spontaneo sulle labbra, ma in breve quella stretta si tramutò da dolorosa in eccitante.

Le labbra di Lucius erano tornate ancora sul suo orecchio, pronte a suggellare una promessa che già era nell'aria.

- E sia, Narcissa, sarai nella mia vita sempre e completamente. Ti dirò tutto, accetterò il tuo parere, ma non dovrai mai ostacolarmi.

A quel punto, fu il turno della ragazza di rispondere facendo parlare solo il suo corpo. Si sporse per baciare quell'uomo, che ora finalmente sentiva completamente suo. Appoggiò appena le labbra sulle sue e sentì subitanea la risposta del ragazzo.

La strinse a sé accarezzandole piano la schiena e anche lui lasciò che fossero le labbra a parlare per loro.

Narcissa si stringeva a quel ragazzo che aveva deciso di fidarsi di lei, Lucius baciava quella ragazza che, ancora una volta, si era dimostrata più che degna di essere la sua compagna e di questo ne era felice perché l'amava.

Passò piano la lingua sulle labbra di lei, sottili e calde, pronte a rispondere al suo bacio. Sentì che rispondeva ai suoi stimoli con la punta della sua lingua e fu lì che impazzì. La strinse spingendola ancora di più contro l'albero, per sentirla sua, per farla entrare dentro si sé completamente, per farle capire quanto l'amava.

Non la faceva respirare, ma a Narcissa non importava.

Ora erano solo loro due, i loro respiri e i loro baci al buio del bosco.

Solo loro due, stretti in un abbraccio che sarebbe stato infinito.

Solo loro due, un uomo e una donna innamorati e felici di esserci l'uno per l'altra.

Solo loro due, nel bene e nel male. Ma, comunque, in un futuro che sarebbe stato solo il loro.

 

 

 

 

 

   
 
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