POV JAKE

17 Gennaio 2014
 
Avevamo superato da un pezzo Sidney, pensavo a Sherry, aveva deciso di rimanere a casa da sola, anche se io avrei preferito che avesse raggiunto i genitori, almeno stavo più tranquillo. Mi voltai a destra: Mio padre a qualche sedile di distanza si era rifiutato di stare accanto a me, era sempre il solito. Non mi sono mai sentito così felice: Stavo con Sherry, avevo fatto pace con mio padre e avevo trovato una famiglia che mi volesse bene, cosa potevo volere di più? Ovviamente non dimentichiamo che sono uno dei consiglieri della New Umbrella. Guardavo dal finestrino: l’azzurro dell’oceano si rifletteva nei miei occhi, era impressionante pensare che stavamo tornando in Russia, quel posto dove io ero diventato un mostro come gli altri. “Papà, quanto manca all’arrivo?” Gli chiesi. Lui mi scrutò dalla testa ai piedi, ma non rispose. Allora raggiunsi il posto di guida e chiesi al pilota. “Scusi, quanto manca all’arrivo?” Gli chiesi. “Se tutto va bene saremo nella Russia orientale tra 5 o 6 ore.” Io lo ringraziai e poi tornai seduto al mio posto. Gli aerei della New Umbrella erano molto più veloci di quelli comuni. Dato che mancava ancora molto decisi di fare un pisolino …
 
“Avevo appena massacrato quei luridi mostri. Assaporavo la mia gustosa mela appena guadagnata da quel povero bambino. Mi tolsi il cappuccio e andai avanti per la mia strada. Dovevo raggiungere Nuova Delhi, lì mi aspettava un milione di dollari, dovevo solo fare una delle mie solite stragi di J’avo. Raggiunsi l’elicottero che doveva portarmi a destinazione, ma prima di salire qualcuno mi bloccò la gamba, mi voltai e vidi che era il bambino che mi aveva dato la mela. “Hey piccolo … cosa c’è?” Gli chiesi. “Portami con te, ti prego.” Io cominciai a fissarlo, non potevo lasciarlo lì da solo. “Va bene, ma arrivati a Nuova Delhi ti troverò una famiglia e resterai con loro”Lo presi in braccio e lo caricai dentro.
In un paio d’ore raggiungemmo Nuova Delhi. Scesi dall’elicottero e poi aiutai il bambino a fare lo stesso. “Seguimi, ora ti trovo una mamma, così posso cominciare il mio lavoro.” Cominciammo a girare per la città, finchè non raggiunsi un vicolo stretto e buio. “Siamo arrivati a casa!” Esclamò felice il bambino. Io lo guardai perplesso. Improvvisamente cominciò a correre e si intrufolò in un buco in un muro. “Hey, ma dove sei andato?” Io non riuscivo a passare attraverso quello strettissimo cunicolo. Allora decisi di entrare dalla porta a pochi metri dal buco. Era aperta e all’interno dell’abitazione non c’era nessuno. Scesi in fretta le scale, portavano in una buia e fredda cantina. Presi la lanterna per vedere qualcosa. Una porta in fondo era in risalto rispetto al bianco delle pareti. La raggiunsi e con una spallata la buttai a terra. “Complimenti Wesker.” Sentii una voce femminile provenire dalla stanza davanti a me. “Sei arrivato fino a qui senza esitare.” Continuò. Io entrai. “Chi sei?” Chiesi io. Improvvisamente dal buio uscì il bambino. “Scusami Jake.” Disse con le lacrime agli occhi, subito dopo gli divennero gli occhi rossi e cominciò a ridere in modo perfido. “Cosa gli hai fatto?” Gridai io. “Tranquillo Wesker, farai la sua stessa fine … pensaci tu!” Disse la voce femminile. Io non vedevo nulla, solamente il bambino davanti a me, che continuava a ridere ininterrottamente. Improvvisamente dal buio qualcuno mi diede un pugno sulla tempia, non era un umano, aveva una forza mostruosa. Io caddi a terra svenuto, ma prima sentii: “Tranquillo Wesker, avrai un bellissimo risveglio”.”
 
Mi risvegliai di soprassalto, mio padre davanti a me mi incitava ad alzarmi. “Muoviti, siamo arrivati!” Lui saltò dalla porta di sicurezza. Io lo raggiunsi e saltai come lui. Finimmo su un letto di neve. “Non abbiamo tempo da perdere, seguimi!” Mi ordinò lui e cominciò a correre, cercavo di stargli dietro, ma era impossibile, era troppo veloce. Dopo qualche minuto raggiungemmo una piccola cittadina. “Eccoci arrivati, qui dobbiamo trovare un passaggio segreto per il laboratorio, capito?” Io feci segno di “sì” con la testa. Improvvisamente vedemmo passare un uomo delle B.S.A.A., ma mio padre gli diede una gomitata sul collo e lo mandò al tappeto. “Seguimi, non possiamo dividerci, se trovi Chris accompagnato da qualcuno probabilmente avrai la peggio.” Si raccomandò mio padre. “Hai paura di Chris?” Gli chiesi io. Lui si girò e mi fulminò con lo sguardo. “Non dirlo neanche per idea, è soltanto che se te lo incontri da solo non so se riuscirai a batterlo, capito?”Si rigirò e cominciò a correre, io ovviamente lo seguii a ruota.
 
Vagammo per mezzora o anche più. Finalmente, dietro una casetta, trovammo una rientranza in una roccia. “Papà vado prima io?” Gli chiesi. Lui fece cenno di “sì” con la testa. Poi mi intrufolai in quel cunicolo senza sapere cosa mi stava aspettando …
 
L’amore non si comanda - Missione di ricognizione … CONTINUA

 
Angolo autore

Scusate per l’enorme ritardo, ma non ho potuto assolutamente aggiornare, mi farò perdonare aggiornando più spesso … fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, ma soprattutto del piccolo flashback di Jake … scusate ancora. 
Scusatemi anche per la la lunghezza del capitolo, ma tutti i capitoli della missione di ricognizione sono più corti rispetto a quelli della fan fiction in generale. Grazie 
 

Clif

 
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"Clif's story" vi augura: Buona lettura