Quando
Jack tornò a fare visita alla bambina,
presto, imparò anche il suo nome: Elsa.
Dopo tre anni, la piccola ebbe anche una
sorella, di nome Anna, ma con lei, il ragazzo non notò
niente di strano: nessun
potere particolare, e nessuna strana sensazione di ghiaccio.
Iniziò a pensare
di essersi sbagliato, o che forse quella bambina come tutti i
guardiani,
avrebbe avuto i suoi poteri solo in futuro, come era giusto che fosse;
ma allora
perché la luna (ammesso che fosse stata lei) gli aveva
mostrato quel sogno?
Jack si
stava incamminando nuovamente verso il castello, era da molto tempo che
non
vedeva Elsa.
In quei giorni era stato impegnato con
l'arrivo dell'inverno, ma per una volta cercò di dimenticare
i dubbi che lo
attanagliavano, e si avviò alla ricerca di Elsa, volando da
una finestra
all'altra. Finalmente la trovò, era nel salone, che giocava
con sua sorella
Anna . Entrambe ridevano di gusto, a quella scena Jack sorrise: le
trovava
adorabili!
Anna chiese alla sorella "Fa' la magia fa la magia, fa la
magia!"
Elsa iniziò a roteare
le mani formando una
piccola palla di neve, poi alzando il braccio la scagliò sul
soffitto; la palla
si dissolse in una soffice nevicata che coprì l'intera
stanza.
La sorella più piccola era felicissima, Jack
invece osservava la scena incredulo, senza fiato; come uno che crede di
star
sognando ad occhi aperti.
Come è
possibile? Come può una bambina della
sua età avere questi poteri?
Elsa poi sbatte un piede a
terra e creò un
pavimento ghiacciato; questa volta sia Anna che Jack rimasero
esterrefatti
entrambi.
Elsa sei
incredibile!
"Elsa sei bravissima! mi
sto divertendo
un mondo!" urlò di gioia Anna.
Jack sorrise, e prese quella frase come una
sfida " Non hai ancora visto niente! se si tratta di divertimento io
sono
un maestro!" disse rivolto alla piccola Anna entrando nella stanza. Ma
nessuna delle due poteva vederlo, e questo lo deluse un po'.
"Oh andiamo ma che storie vi racconta vostra
madre? Io sono Jack Frost! e ora vi farò vedere come ci si
diverte
davvero!".
Così ogni volta che Elsa creava della neve,
Jack la aiutava in modo da intensificarne l 'effetto, anche se a volte
sembrava
davvero non averne bisogno.
I tre continuarono a ridere e giocare assieme,
nonostante Jack non potesse esser visto; finché ad un certo
punto Elsa non
scivolò , colpendo per sbaglio Anna che cadde a terra. Il
cuore di Jack si gelò
assieme a quello di Elsa, che corse a soccorrere la sorella disperata.
Elsa gelò tutta la stanza, e Jack sentì il
ghiaccio in lei crescere con una forza incontrollabile, esattamente
come la sua
disperazione.
Il ragazzo si accorse di stare male; sentiva
una fitta al petto, come se potesse provare gli stessi sentimenti di
Elsa. Forse
perché la capiva più di chiunque altro in quel
momento, forse perché anche lui
si sentiva in colpa...in colpa per non aver fatto nulla, per essersi
solo
divertito, per aver permesso che il ghiaccio facesse del male a
qualcuno.
Seguì preoccupato i genitori che andarono dai
troll delle montagne, che riuscirono per fortuna a guarire Anna.
Jack si sentì sollevato, ma non del tutto.
Percepiva in Elsa un cuore di ghiaccio che diventava sempre
più forte, sempre
più freddo e gelido, dominato dalla paura e dalla
solitudine... due sentimenti
che conosceva fin troppo bene, e che avrebbe voluto nessuno provasse
mai,
specialmente Elsa.
In quei giorni fece visita quasi tutte le sere
alla bambina, ma suo malgrado, la situazione non migliorava. Anzi! Elsa
si era
isolata da tutto e da tutti, e provava disperatamente a controllare i
suoi
poteri; cosa che però le riusciva sempre meno. Jack sentiva
una stretta al
cuore nel vederla così. Tentò in tutti i modi di
far tornare il sorriso alla
bambina, quel sorriso che adorava tanto; provò a far
nevicare fuori per
spingerla ad uscire, ma per quanto Anna glielo chiedesse, Elsa sembrava
determinata a rimanere nella sua camera. Provò anche a far
nevicare nella sua
stanza, per tirarla su di morale; ma serviva solo a deprimerla di
più, perché
pensava di essere lei la responsabile, così smise di farlo,
ormai la neve non
era più divertente.
Così Jack si limitò a guardarla dalla
finestra, desideroso di poter trovare un modo di aiutarla.
Una sera, la madre entrò nella camera della bambina.
"Elsa, è ora di andare a letto che
fai?"
Elsa iniziò a singhiozzare, Jack, che
osservava la scena fuori dalla finestra, trasalì.
"E' inutile per quanto ci provi, non ci
riuscirò mai a controllarlo, è impossibile!
nessuno è come me sono un
mostro!"
La madre fisso Elsa con uno sguardo triste e
impotente, simile a quello del ragazzo.
Poi ad un tratto il viso della regina si illuminò, si
chinò verso la
bambina asciugandole dolcemente le lacrime e disse.
"Non è vero ti sbagli!"
Elsa smise di piangere e fissò la madre
dubbiosa.
"Qualcuno come te c'è!"
La bambina non capiva.
"Jack Frost!"
Jack sussultò nel sentir pronunciare il suo
nome.
"Jack Frost può gelare strade e palazzi e
può far nevicare proprio come te! anche lui ha avuto
problemi coi suoi poteri
all'inizio, ma poi con dedizione ed impegno ha imparato a controllarli!
Quindi,
se lui ce l'ha fatta ce la puoi fare anche tu!"concluse la madre.
"Davvero esiste Jack Frost? " chiese
dubbiosa la bambina.
"Ma certo! Mi ha pure salvato la vita
anni fa! Ed è lì che l ho visto!"
Jack non sapeva quanto di ciò che diceva la
regina fosse vero o inventato, ma gli occhi di Elsa si spalancarono ed
iniziarono a brillare di gioia; un sorriso si allargò sulle
sue labbra, lo
stesso che tempo fa era capace di scaldare il cuore di Jack.
"E dimmi ,dimmi come è fatto questo Jack?
Che aspetto ha?"
Al sentire il suo nome pronunciato dalla
piccola Elsa, inspiegabilmente il suo cuore gli iniziò a
battere forte.
"Be' è un bellissimo ragazzo con capelli
bianchi come la neve e occhi blu come l'oceano, e si dice che se la
mattina
trovi del ghiaccio sulla finestra, è stato Jack Frost che la
sera, ti ha fatto
visita! Ora però dormi piccolina o altrimenti il nostro
amico ti congelerà il
naso!"
La piccola Elsa si ficcò immediatamente sotto
le coperte, ridendo divertita, la madre le baciò la fronte e
le diede la
buonanotte per poi uscire dalla camera.
Jack la osservava teneramente da fuori la
finestra, fece passare il bastone sul vetro, formando piccoli fiocchi
ghiacciati. Elsa si girò all'improvviso, e guardò
nella sua direzione.
La bambina saltò sul letto, e rimase immobile,
come se avesse appena visto un fantasma.
Jack vide che Elsa lo stava fissando, non
fissava la finestra, ma guardava proprio
lui!
Quando vide i suoi piccoli occhi azzurri fissi
nei suoi blu, il suo cuore iniziò a battere all'impazzata.
Non sapeva nemmeno lui come mai, ma ora Elsa
credeva in lui, poteva vederlo. Si sentì pieno di gioia,
rimase immobile per
pochi attimi, che tuttavia gli sembrarono secoli, rimanendo in silenzio
a
fissarla. Poi la bambina sussurrò: "Jack Frost!"
Il sentire il suo nome lo fece tornare alla
realtà, e come un bambino colto sul
fatto trasalì scappando via. probabilmente neanche lui
sapeva il perché , ma
sentendo in lontananza le urla gioiose di Elsa che chiamava la madre,
"Mamma ho visto Jack Frost , ho visto Jack Frost!!!" un largo sorriso
si fece strada sul suo viso, e con il cuore leggero come il vento, si
diresse verso
casa.
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Finito anche il secondo capitolo!
Dolci Elsa e
Jack U.U
Spero vi sia piaciuto ! Se potete
commentate e
ditemi i vostri pareri e consigli !
Un grazie a HaguChan che mi ha
aiutato un po'
con la punteggiatura e un grazie a tutti voi che leggete , a presto col
cap 3 !