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Autore: MaryTheFangirl01    03/03/2014    4 recensioni
Salve gente! Ci rivediamo con la mia nuova storia! Dunque, come forse alcuni di voi sapranno io AMO Jack Frost e Elsa come coppia, perciò eccomi qui a pubblicare una storia con pairing Jack Frost/Elsa.
Questa storia comincia con Jack che si è perso nei dintorni di Arendell... altro non vi dico, solo che ci saranno colpi di scena! Buona lettura!
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non sapevo perché l'avevo fatto. Semplicemente, mi sembrava giusto. Sentivo di dover fare qualcosa, dopo averla vista stesa a terra, mentre piangeva. Non mi importava niente che Anna non credesse in me, volevo solo aiutare Elsa. La conoscevo da pochissimo tempo e già sentivo che odiavo vederla triste. Forse era per questo che avevo deciso di farlo. Anzi, non l'avevo nemmeno voluto io: era successo e basta, non mi ero neppure accorto di averlo fatto. Però, avevo capito che non mi dispiaceva affatto. L'avrei baciata milioni, miliardi di volte, per farla stare meglio. 
Era durato solo un attimo, un brevissimo istante, ma volevo che non finisse mai. Le sue labbra sapevano d'inverno, di ghiaccio, di neve. Mi sembrava di baciare un fiocco di neve. Oddio, che smancerie! Ma quando mai ero diventato così... così... sdolcinato???
Dopo un istante mi staccai. Dormiva già, forse non se n'era nemmeno accorta, forse sì. Non importava, tanto il giorno dopo saremmo tornati a comportarci come al solito, io a farle da insegnante e lei da alunna che doveva imparare prima di fare altri danni. Io avrei potuto sciogliere tutta quella neve in pochi secondi e far tornare l'estate, ma volevo che fosse Elsa a farlo, sapevo che ne sarebbe stata capace, ma avevo paura di quel momento. Imparava in fretta e già il fatto di aver costruito un castello completamente da sola era indice di un enorme potenziale, in pochi giorni avrebbe perfettamente controllato il suo potere, senza più bisogno del mio aiuto. A quel punto me ne sarei andato e non l'avrei rivista mai più, sarebbe stato come se non l'avessi ami conosciuta. Non volevo che accadesse, ma era inevitabile. 
La luna era alta nel cielo, sarebbe stato meglio andare anch'io a dormire, o la mattina dopo non sarei riuscito a svegliarmi. Ma, in realtà, quel giorno dorò come fosse stato solo di pochi minuti, tante cose erano successe. Le lezioni, i pupazzi, il combattimento, i quattro delle meraviglie, Elsa per terra, l'incontro tra le due sorelle, l'addio, il bacio. Mi sembrava che quella giornata fosse durata pochissimo.
Mi sdraiai nel letto della mia stanza, attendendo il mio amico Sandman, che però non arrivò. Infatti, non feci uno di quei bei sogni che di solito portava lui, ma ebbi un incubo.



Ero al castello, con Elsa. Ci stavamo allenando e stavo avendo la peggio. Era migliorata moltissimo dall'ultima volta, ero orgoglioso di lei. Ad un tratto, creò una spada di ghiaccio e tentò di colpirmi . Schivai, ma non potevo continuare a farlo finché non si fosse stancata. Costruii anch'io una spada e iniziai a parare gli attacchi, che arrivavano sempre più frequenti.
Continuammo così per un po', forse un'ora, finché non accadde una cosa strana. Elsa ghignò malignamente, dietro di lei comparve un'ombra strana, conosciuta.
-Preparati Jack Frost, è giunta la tua ora!
Era la voce di Elsa mista a un'altra, maschile, che io credevo di conoscere ma non riuscivo a capire di chi fosse. Era familiare, mi ricordava qualcuno, ma non prevedevo nulla di buono. Cominciavo seriamente ad avere paura.
-Elsa? Cosa stai dicendo? Dai, per oggi smettiamola, mi sembri un tantino esaltata, ma giusto un po' eh!
La mia solita ironia, arrivava sempre nei momenti meno opportuni. E il bello era che non avevo nemmeno alleggerito l'atmosfera!
Quell'ombra sembrò prendere forma umana: aveva un lungo abito nero, come se la notte stessa fosse il suo abito, una notte senza luna. Vidi una pelle grigiastra e degli occhi ricolmi d'odio nei miei confronti. Ormai non c'erano più dubbi: quell'ombra oscura era... Pitch! Ma certo, come avevo potuto non riconoscerlo? Sì, ma... Che ci faceva con Elsa?!
Intanto lei continuava ad attaccarmi, mi sentivo come uno di quei pupazzi per allenarsi a Box.
Pitch sembrava manovrare la ragazza come fosse un burattino nelle sue mani. 
-Pitch! Lasciala stare e vattene via di qui!
-Credi davvero che voglia lasciarti in pace?- disse l'uomo nero - Non illuderti che si fosse innamorata di te! Questa ragazzina è sempre stata dalla mia parte, ogni singolo momento che avete passato insieme faceva parte del mio piano!
Il suo piano? Elsa era una sua pedina? Maledizione! Credevo che provasse qualcosa per me, ero certo di ricambiarla e invece... era sempre stata dalla parte di Pitch! 
Urlai, frustrato, infuriato. Mi aveva ingannato, lei combatteva per quel bastardo! Non era possibile, doveva essere tutto uno scherzo! Elsa, la donna che amavo, una pedina nelle mani di Pitch. Era troppo da sopportare. Però, in fondo... io l'amavo comunque.
Mi sentii pulsare il fianco, faceva un male terribile. Guardai la parte del corpo che mi era stata ferita, vidi che grondava sangue in quantità. Elsa aveva appena estratto la spada, una risata perfida risuonava nell'aria. Il ghigno di Pitch, la risata di Elsa e il liquido rosso che usciva dal mio fianco riempivano l'atmosfera. Feci in tempo a guardarla negli occhi un'ultima volta. Uno sguardo intenso che trasmetteva risentimento, paura... amore.
-Ti amo- le mie ultime parole, un filo di voce. Poi solo il buio.



Mi svegliai di soprassalto, per la prima volta nella mia esistenza come Jack Frost, sudato. Io, sudato. Quel sogno era stato orribile ma era un'esagerazione! Io non potevo sudare, ero sempre freddo. Per di più, avevo sudato sul ghiaccio. Evidentemente quel sogno mi aveva shockato al punto da ritrovarmi in quello stato. E in effetti era vero: io, innamorato di Elsa, che stava dalla parte di Pitch e mi uccideva? Nah! Sicuramente era colpa delle emozioni del giorno precedente, in cui non mi ero potuto fermare un attimo a respirare. E poi, Pitch era stato sconfitto parecchio tempo prima, non aveva alcun senso!
Decisi di non pensarci e andare a vedere come stava Elsa.
-Posso entrare? Come ti senti?
Ero piuttosto nervoso, speravo quasi di trovarla ancora addormentata.
-Entra. Non ti preoccupare, sto bene. 
Meno male, stava bene. Si vedeva anche dalla faccia che era più tranquilla, ma i suoi occhi erano rimasti tristi. Io lo sapevo bene, non era facile allontanare una sorella per proteggerla. In effetti io e lei eravamo simili, solo che ovunque andava la gente poteva vederla, mentre per me non era così.
Ripensai al sogno che avevo fatto. Era strano, era fin troppo reale. Anche il dolore alla ferita sembrava vero. Mi venne un sospetto, che decisi di chiarire immediatamente:
-Elsa, per caso è successo qualcosa ieri mentre ero via? Guarda che l'ho capito che non hai avuto un calo di zuccheri.
Sembrò improvvisamente spaventarsi. Era accaduto davvero qualcosa di grave!
-Oh, niente. Davvero, nulla. Non è successo proprio niente. Avevo avuto davvero un calo di zuccheri, adesso chiudiamo l'argomento e non parliamone più.
Era evidente che stava nascondendo qualcosa di importante, ma se avesse voluto dirmelo lo avrebbe fatto. Non avevo intenzione di farle alcun tipo di pressione.
-Va bene, ma scendi a mangiare qualcosa. Non hai toccato la carota che ti ha dato ieri Anna.
E così andammo nel salone. Le porsi il vegetale e lo mangiò con scarso appetito. Ingrata! A parte gli scherzi, era ancora provata da ciò che era successo ieri con sua sorella e, forse, anche da ciò che era accaduto prima del mio ritorno.
-Grazie Jack. Se non ci fossi stato tu, non so davvero cosa avrei fatto.
-Ma figurati, è un piacere.
Sembrò rabbuiarsi improvvisamente. Avevo detto qualcosa di sbagliato? Che strana ragazza.
-Riprendiamo l'allenamento, ora sto bene. Veramente.
Feci come aveva detto, aveva bisogno di distrarsi un po'. Mi misi di fronte a lei e costruii una spada con il ghiaccio. Avevo una strana sensazione, ma non ci feci caso. Elsa creò la stessa arma, sembrava molto più sicura di sé. Non ci avrei giurato, ma mi era sembrato leggere una strana espressione sul suo volto, come se non fosse lei ad agire, come se stesse facendo la volontà di qualcun altro. Allora era successo davvero qualcosa mentre ero via, ma non riuscivo proprio a capire che cosa. Qualcuno forse era riuscito a trovare il castello e le aveva fatto qualcosa? Chi poteva dirlo. L'unica cosa certa era che mi stava nascondendo qualcosa e io dovevo assolutamente scoprire cosa.
Cercai di colpirla, ma era molto veloce a parare i miei colpi con la sua spada. Era migliorata davvero. Dopo qualche minuto smise di parare i miei colpi e contrattaccò. Era forte! Facevo fatica a schivarla e mi stava mettendo in difficoltà. Era davvero migliorata così tanto in un giorno? Non mi arresi e con la mano libera concentrai la mia energia, in modo da poterla colpire. Feci appena in tempo a scagliarle un colpo con la mia arma, che naturalmente schivò, che mi trovai a terra coperto di neve. Dovetti ammettere la mia sconfitta, ma non riuscivo davvero a credere che in nemmeno un giorno fosse riuscita a perfezionare così tanto il suo potere.
-Come hai fatto? Sei migliorata moltissimo.
-Mi sono solo concentrata e ho dato ascolto ai tuoi insegnamenti.
Avevo qualche dubbio, ma decisi di non farne un dramma e di divertirmi un po'. Quando io e lei avevamo fatto quei pupazzi di neve a forma dei nostri amici, ci eravamo divertiti molto. Proposi una gara.
-Che ne dici, facciamo una gara? Chi costruisce la statua di ghiaccio migliore vince!
Accettò con un sorriso divertito sulle labbra. Scegliemmo come modello Sandman. Avevo la vittoria in pugno, di sicuro non conosceva Sandy meglio di me, quindi avrei vinto senza problemi.
Elsa iniziò a modellare il ghiaccio muovendo le mani, proprio come me. Aggiungevamo dettagli e correggevamo gli errori. Sembrava di vedere due Sandy in carne e ossa, se fosse arrivato quello vero probabilmente non l'avremmo distinto dagli altri due.
Terminammo dopo pochi minuti. Ovviamente, nemmeno stavolta riuscimmo a decretare un vincitore, entrambe le statue erano perfette e assolutamente identiche al vero Sandman.
-Non possiamo farci niente, è inutile. Nessuno di noi due vincerà se continuiamo così.
Aveva perfettamente ragione. Era impossibile, visto che entrambi possedevamo il controllo del ghiaccio.
Il resto della giornata passò in fretta, ma c'era qualcosa di strano: ogni volta che le chiedevo di ciò che era accaduto il giorno prima, diventava nervosa e cambiava discorso, dicendo cose senza senso del tipo "Che bella giornata, ci facciamo una passeggiata nei dintorni?".
Ormai avevo perso ogni speranza di riuscire a capirci qualcosa. Quell'argomento era diventato tabù, se ne parlavo quasi mi trucidava.
In più, a volte si rintanava in terrazza e stava lì per almeno un paio d'ore, uscendone poi ancora più strana di prima. Decisi di lasciar perdere: se avesse voluto, me lo avrebbe raccontato un giorno.
Quasi non me ne accorsi, ma la luna era già alta nel cielo, era tardi.
-Elsa, sarebbe ora di andare a dormire ormai. Buonanotte.
-Buonanotte Jack.
Dopo queste sue parole mi ritirai nella mia stanza, mi sdraiai e mi persi nei miei pensieri, senza rendermi conto del tempo che passava. Pensavo a quella strana situazione che si era venuta a creare, pensavo ai miei amici che mi mancavano, pensavo al sogno della notte precedente. Solo un sogno, mi ripetevo, solo uno strano e realistico sogno.
Morfeo mi accolse tra le sue braccia che ormai era quasi mezzanotte. E mi ritrovai catapultato, ancora una volta, in quell'incubo che mi aveva lasciato sconvolto la notte prima, senza nessuna via di fuga.
Maledizione, forse era proprio vero: mi stavo innamorando di Elsa.






















Angolo Autrice: Salve gente, rieccomi dopo un lunghissimo periodo di assenza, causato dalla mia solita mancanza di ispirazione. Accidenti a me e al mio cervello incapace di scrivere un capitolo decente! Anzi no, devo ammettere che il capitolo precedente mi era piaciuto molto, ma questo non mi soddisfa granché, l'unica cosa che mi piace di questo capitolo è il sogno di Jack. Bello vero? Sono diventata irrecuperabilmente diabolica e sadica, far soffrire così il nostro adorato Jack... povero caro, e pensare che io lo amo alla follia!!
Va be', passiamo oltre che è meglio. Per favore, lasciate a questa povera autrice senza talento con il blocco dello scrittore una minuscola recensione, anche per dirmi che vi fa schifo. Ho bisogno del vostro sostegno per riuscire a continuare questa storia, che altrimenti verrebbe gettata nei meandri del computer, senza nessuna speranza di ripresa.
Un bacione grande grande a chiunque leggerà questa storia
Mary <3
   
 
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