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Autore: seasonsoflove    05/03/2014    11 recensioni
"Era quasi ora di pranzo alla Storybrooke High School, e Belle era seduta in classe insieme ai suoi compagni.
Belle era la tipica ragazza...atipica.
Graziosa ma di una bellezza antica, di classe. I lunghi capelli rosso scuro leggermente mossi, la carnagione pallida, le guance rosee, gli occhi di un azzurro irreale, il viso tondo, e il corpo minuto."
AU!Highschool - Young!Storybrooke.
Pairing (Rumbelle/SwanQueen e altri possibili)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Belle, Emma Swan, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Something's coming!
Could be! Who knows?








Quando la mattina seguente Belle si accinse ad indossare finalmente la sua camicetta, infilandola si accorse di qualcosa di curioso.
Le maniche le erano leggermente strette e terminavano poco prima del polso.
Si guardò accigliata allo specchio. Era ingrassata? Le si erano allungate le braccia?
Forse più semplicemente la camicia si era ristretta un poco lavandola. Non era un grosso problema in ogni caso.
Fece per infilarsi la giacca quando si accorse che la stoffa le stringeva e le fasciava decisamente troppo la schiena.
Belle inarcò le sopracciglia.
Si tolse velocemente la camicia e la osservò criticamente.
Sembrava essere la stessa di sempre.
Poi le cadde l’occhio sulla taglia.


“Si può sapere cosa ti è saltato in testa!? Come hai potuto farlo!?”
“Buongiorno anche a te Belle”
Erano le dieci di mattina e Robert stava infilando un pacco di libri nel suo armadietto, quando Belle, con espressione furiosa, gli si era letteralmente fiondata addosso. Gli aveva sbattuto la porta dell’armadietto e gli si era piazzata davanti, le mani sui fianchi.
“Non fare lo spiritoso con me, Gold” lo minacciò.
Robert la guardò lentamente. Il dolce ricordo del bacio della sera prima sembrava solo…un dolce ricordo.
“Se ti degni di dirmi quale sia il problema magari posso risolverlo”
“Questo è il problema!”
Gli sbatté sotto il naso la camicetta che il ragazzo le aveva restituito il giorno prima.
“Continuo a non vedere il problema”
“Questa mattina me la sono provata” continuò Belle rabbiosa “e mi sono accorta che mi era stranamente stretta. Così ho pensato che si fosse stiracchiata un po’ in lavatrice”
Robert non disse niente.
Aveva l’impressione che fosse in arrivo una brutta tempesta.
“Poi però mi stringeva, un po’ troppo direi. Così l’ho tolta”
“E’ come hai detto tu. Mi dispiace se si è stretta lavandola, ma almeno è pulita”
“Si è ristretta anche l’etichetta?”
Gliela schiaffò sotto il naso, e Gold si sentì mancare.
Non aveva controllato la taglia, come poteva essere stato così imbecille!? Come diavolo aveva fatto a non ricordarsi di vedere la taglia? 
“Non vedo il punto” disse ostinato. Ma non c’era via di scampo.
“Il punto è che la mia camicetta era una S. Ma questa qui è una XS”
“Si è ristretta in lavatrice…?”
Belle strinse gli occhi.
“Spiegati”
Il ragazzo si guardò disperatamente sia a destra che a sinistra.
“Possiamo parlarne dopo?”
“No, ne parliamo qui e adesso!”
“Ti supplico, non voglio discutere qua. Discutevo sempre con Regina nel corridoio e non voglio che tutti pensino che litigo sempre con le mie ragaz-“
Belle inarcò le sopracciglia e lui arrossì.
“Le tue ragazze?”
“Io non- non volevo dire questo. Cioè non…lo so che non sei la mia- ehm…ragazza anche se lo vorrei e…” 
La voce gli si spense. Stava infilando una figuraccia dietro l’altra.
Eppure a quanto pare frase quella frase fece calare in modo notevole la rabbia di Belle.
“Dimmi solo che cosa è successo” gli disse con voce calma.
“La macchia non andava via” rispose lui mogio. Tanto valeva essere sincero “Ci ho provato, cioè, non io…mia madre. E mia zia. Hanno provato di tutto! E non ha funzionato nulla e io non volevo vederti triste”
“Quindi…”
“Quindi ho…ho comprato una nuova camicia. Ma sono un idiota e ho dimenticato di controllare la taglia e ho rovinato tutto”
Nessuno dei due parlò.
“Mi dispiace, l’ho fatto in buona fede” tentò.
“Non dovevi farlo!”
“Lo so”
“Ora mi sento a disagio”
“Non esserlo”
“E mi sento enormemente in debito”
“Non lo sei”
Belle si guardò un attimo i piedi, poi afferrò la borsa dei libri che aveva lasciato cadere.
“Vado in classe”
“Aspetta, vengo con te, ti porto la borsa”
“Ce la faccio da sola. Ci vediamo dopo per la punizione”



In archivio vigeva il silenzio più totale.
Belle non sembrava arrabbiata, solo un po’ turbata e stanca.
Robert si perse ad osservarla.
“Dovresti smistare le pagelle” disse lei ad un certo punto.
“Io…lo sto facendo”
Riprese ad impilare i documenti, poi dopo un momento di silenzio chiese:
“Sei arrabbiata con me?”
“Non proprio”
“L’invito al cinema è ancora valido”
“Lo so. Ci devo pensare”
“Possiamo anche prendere un caffè insieme se il cinema è troppo…impegnativo per te”
“Tu smista le pagelle” ripetè la ragazza.
“Quando finiremo la punizione non ci vedremo più tutti i giorni” 
“Frequentiamo le stesse lezioni, è inevitabile vedersi, perciò non disperare”
“Sì ma…” Robert si fermò.
Pensò tristemente che avevano ancora solo una settimana di punizione davanti. Ed era davvero poco, mai avrebbe creduto di poter adorare così tanto una punizione tediosa come il lavoro che gli era stato assegnato.
E dopo?
Non aveva pensato al dopo. Non avrebbe più passato ogni pomeriggio al fianco di Belle, non avrebbe più avuto scuse per invitarla a cenare insieme o per offrirle gli Oreo sbriciolati della macchinetta delle merendine, o ancora per sostenerla se si sbilanciava a causa del peso di uno scatolone. 
“Ma?”
“Mi piacerebbe poterti vedere ancora una volta finita questa settimana”
“Beh, potresti trovare molti modi”
“Del tipo?”
“Iscriviti al giornalino ad esempio”
“Mi vuoi solo perché vi servono adepti altrimenti quello stronzo di Kingsley non vi lascia continuare”
“Come lo sai?”
Gold sorrise in modo enigmatico.
“Beh comun-“ La sua frase venne interrotta da delle urla concitate al piano di sopra.
Belle alzò gli occhi dubbiosa.
“Cosa succede?”
“Non saprei. Regina sta uccidendo qualcuno?”
L’aveva detto ironicamente, ma non era molto lontano dalla verità.





“Regina PER L’AMOR DEL CIELO LASCIALA ANDARE!”
“VIENI QUA SE NE HAI IL CORAGGIO”
“TI STRAPPO QUEGLI STUPIDI CAPELLI BIONDI CHE HAI IN TESTA”
“REGINA, BASTA!”
“DIVIDETELE!”
“ASPETTA CHE TI TROVI FUORI DA SCUOLA! TE E QUELLA TROIA DELLA FRENCH, ASPETTA CHE VI TROVI E VEDI COS-“
“TROIA A CHI!?”

 Era l’inferno.
Tink urlava, Regina era stata completamente imprigionata da Emma Swan che, stringendola da dietro con notevole forza, le impediva qualsiasi movimento.
Alcuni studenti erano usciti di corsa dall’aula di informatica per assistere alla rissa.
Killian guardava la scena annoiato, appoggiato ad una vecchia ramazza.
In piedi davanti a tutti loro, a braccia incrociate, c’era la professoressa Tamara,  Coach delle Cheerleader.
Guardava la scena esterrefatta.
“Regina de-vi cal-mar-ti” disse Emma trattenendola a fatica, rossa per lo sforzo. L’altra ringhiò.
“Quella stronza mi ha provocato!”
“Perché è una provocazione dirti la verità adesso?” le ribatté l’altra.
Si scatenò di nuovo un putiferio.
“Coach, mi aiuti!” disse Emma disperata.
Tamara non mosse un piede ma in compenso, con sguardo e tono di voce gelido disse:
“Regina, un mese di sospensione dalle cheerleader”





“Regina”
“Professoressa Swan” ribatté Regina con forza. Non aveva intenzione di chinare la testa di fronte a lei. Non di nuovo
Non dopo quello che era accaduto la sera del Ballo, non dopo la pietosa scena alla quale l’altra aveva assistito.
“Siediti, prego”
Emma le indicò uno dei banchi davanti alla cattedra.
Regina vi si sedette sopra, incrociò le gambe e la guardò con fare indifferente.
“Non puoi continuare a comportarti così” esordì bruscamente Emma.
“Di cosa parla?”
“Mi prendi in giro!? Ti sei appena scagliata contro Tink e ho sentito le cose che hai urlato riferendoti a Belle e-”
“Riguardo la French ho detto solo la verità“
“Il bullismo non è tollerato in questa scuola”
Regina sbuffò.
“Sono seria. Regina, il tuo comportamento è controproducente e alquanto autodistruttivo. Ti stai facendo solo del male in questo modo, devi smetterla”
“Cosa ne sa lei?” ringhiò improvvisamente la mora.
“Più di quanto pensi”
Si alzò, andò alla finestra e guardò fuori.
“Puoi anche fare finta che non sia successo niente ed ignorarmi, ma io ero sobria la sera del Ballo e mi ricordo ogni parola che hai detto”
Sentì gli occhi della studentessa su di lei, e capì di aver catturato finalmente la sua attenzione.
“Che cosa vuole da me” chiese lentamente Regina.
Emma si voltò.
“Non voglio niente! Perché pensi sempre che le persone vogliano qualcosa, o abbiano qualche malefico piano in mente?”
“Perché…” Regina esitò.
“Perché è quello che faresti tu!” completò Emma. Si interruppe, poi riprese “Io non sono tua nemica! Voglio solo che tu…capisca questo. So cosa significa sentirsi deboli o abband-“
“Non sono debole”
“Non ho detto che lo sei. Ho detto che so cosa significa sentirsi deboli, non esserlo”
Regina fissò il banco senza dire nulla.
“Non otterrai nulla in questa maniera”
“Non direi proprio” disse l’altra sprezzante “Ho sempre ottenuto tutto in questo modo!”
“E sei felice?”
Regina non rispose.
Emma le si avvicinò, prese una sedia e la posò davanti alla ragazza. Dopodiché vi si sedette e scrutò la mora con grande attenzione.
“Non accetterò più un comportamento simile da parte tua. Non solo è contro il regolamento scolastico e persino contro la legge, e quindi pertanto punibile, ma ti fa male. Ora faremo una cosa. Io non farò rapporto al preside su quanto accaduto oggi con Tink, e tu in cambio inizierai a seguire il mio corso e i recuperi pomeridiani”
“COSA?” Esclamò Regina furibonda.
“Hai capito perfettamente. E’ strano che tra tutti i corsi non frequenti proprio psicologia, no? Beh, considerati iscritta da oggi. I recuperi sono ogni martedì e ogni giovedì dalle 14 alle 16”
“Non può farlo. Ho allenamento con le cheerleader quei pomeriggi” disse Regina.
“Non hai sentito la Coach Tamara!? Sei fuori dalla squadra! Per un mese!”
“Non può buttarmi fuori, io servo alla squadra” ripeté Regina ostinata. Era l’unica certezza che aveva in quel momento.
“Lo ha appena fatto, in caso non te ne fossi accorta. Sei sospesa, Regina, e le cose non cambieranno”
“SONO IL CAPITANO DELLA SQUADRA, SENZA DI ME LORO NON ESISTONO!” sbraitò la mora sentendosi improvvisamente mancare il terreno sotto i piedi.
“Forse è ora che abbandoni il tuo ruolo da capitano e scendi tra i comuni mortali” commentò Emma aspramente. Poi proseguì  “Se non ti presenterai alle lezioni, ma soprattutto ai recuperi, lo dirò al preside Kingsley, che detto tra noi, non mi sembra esattamente una persona amorevole e ben disposta”
“Ha deciso di rovinarmi la vita? Non basta tutta la merda che mi viene buttata addosso di continuo? Quel posto tra le cheerleader è mio!” urlò Regina disperata.
“Non secondo la coach. Non sta a me decidere”
“Non potete farmi questo!”
Ormai sentiva lacrime di disperazione scorrerle sulle guance. 
Aveva perso Gold, ora perdeva il posto di capitano.
“Se segui i miei corsi probabilmente ti riammetterà in squadra più facilmente” osservò Emma. 
“Perderò il mio potere sulle altre, non mi vorranno più tra di loro”
“Ti rivorranno, sei un ottimo Capitano. Ma adesso hai bisogno di rimanere coi piedi per terra. Fidati di me Regina” 
Dopodiché afferrò il registro ed annotò l’iscrizione di Regina al suo corso e ai recuperi.
La mora la osservò impotente. 
“Perché lo sta facendo”
“Perché…” Emma esitò. “Perché ci tengo a te. Ho avuto anche io delle esperienze simili al liceo, so cosa significa. Ma tu non sei questa, Regina. Tu sei la ragazza che ho visto la sera del Ballo. Io voglio vedere quella ragazza, devi impegnarti, conoscere nuove persone, fare nuove esperienze”
“Quella ragazza è debole”
“No, è umana”
“E se non volessi essere umana?”
Emma finì di scrivere, poi guardò intensamente la giovane. 
Il suo bellissimo viso aveva un che di assolutamente disperato che la fece rabbrividire. Provò lo strano desiderio di abbracciare Regina e consolarla.
Invece si limitò a sorridere e a dire:
“Un mese è più breve di quello che credi”




Quella sera, nelle loro rispettive case, erano tutti immersi nei loro pensieri.
Emma, divorando avidamente un buonissimo arrosto e ascoltando a malapena i discorsi dei genitori, si chiedeva cosa avrebbe fatto Regina Mills l’indomani. L’avrebbe vista a lezione? Non ne era certa. La giovane non sembrava disposta ad arrendersi molto facilmente. 
Regina Mills in persona invece era nel bel mezzo di una discussione con sua madre, mentre suo padre Henry osservava impotente la scena. La mora aveva dichiarato solennemente di volersi prendere una pausa dalle cheerleader (non avrebbe mai detto la verità e avrebbe impedito che questa venisse a galla) per voler seguire un corso in più che le sarebbe valso crediti extra per il college.
Intanto Tink aveva passato una sfiancante serata in palestra, dove aveva sfogato la rabbia accumulata in quel giorno.
Killian invece aveva passato la serata a giocare a Dead Trigger con suo fratello.




Venne l’ultimo giorno di punizione per Robert e Belle.
Alle cinque di pomeriggio infilarono l’ultimo foglio nell’ultima teca, la inserirono al suo posto e contemplarono soddisfatti il loro operato.
“Beh, direi che abbiamo finito” disse Belle.
“In due settimane abbiamo fatto quello che la scuola non ha fatto in trent’anni” asserì Robert orgoglioso.
“Siamo una buona squadra”
“E’ vero”
Belle tirò su il pugno e glielo puntò contro.
“Beh?” gli chiese poi con sguardo pieno di aspettativa.
“Cosa dovrei fare?”
“Batti il pugno, è così che si fa quando si finisce un lavoro”
Il ragazzo si grattò la testa dubbioso, ma fece come gli era stato detto.
Dopodiché, raccolte le loro cose, i due uscirono dall’archivio in silenzio e si fermarono nel corridoio buio.
Le luci della palestra erano accese, ciò significava che Tink, Regina e Killian stavano ancora lavorando. 
Più che altro Tink e Regina stavano lavorando sotto l’attenta supervisione di Emma, mentre Killian probabilmente era riuscito a dileguarsi.
Belle pestò i piedi un po’ titubante.
“E ora?” chiese poi.
“Sono le cinque” iniziò Robert pensieroso.
“Lo so”
Lui esitò. Aveva un’idea ben precisa in mente, ma non voleva imbarazzare la ragazza.
“E’ presto insomma”
Belle lo guardò interrogativamente.
“Mi chiedevo se, ecco…ti andava di venire a casa mia. I miei non ci sono”
Lei aprì la bocca stupita ma non emise alcun suono.
“Non sei obbligata. Era una proposta”
“Io…non saprei”
“Il mio vicino è il dottor Hopper, ha un bel cane, possiamo giocarci”
Belle inarcò le sopracciglia.
“O magari non ti piacciono i cani ma…”
“E’ solo che mi sembra un po’ fuori luogo”
“Giocare col cane?”
“No, venire a casa tua. Adesso intendo, io…non so cosa tu voglia ma-“
“Non voglio niente. Sei mia…amica no?”
“Credo di sì”
“Vieni come amica”
“Come amica?”
“Sì”
Belle strinse gli occhi, poi gli puntò il dito contro.
“Niente strane mosse azzardate”
“Quindi…vieni?”
“Solo perché voglio giocare col cane”
“Grande”




La casa di Robert Gold era una delle ultime ville in fondo al quartiere residenziale di Storybrooke.
Era elegante, con ampie vetrate, alcune di esse colorate e sontuose. L’unica cosa che stonava era il colore dei muri –uno strano rosa salmone-(*) che più volte Killian aveva definito un “colore da checca isterica”. A Robert non importava, tanto quell’intonaco non l’aveva scelto lui. 
Davanti alla proprietà si estendeva un bel giardino curato, con alte siepi che impedivano la vista dell’interno.
“Wow” sussurrò Belle quando si trovò davanti al cancello “E’ gigantesca”
“E’ grande” le concesse Robert.
Aprì il cancello, ed insieme attraversarono il giardino.
“Quando viene la primavera è meglio” disse lui.
“E’ bello anche così”
Giunti davanti alla porta si fermarono, e il ragazzo trafficò velocemente con le chiavi, aprendo la porta.
Fece per entrare, ma vide che Belle si era fermata.
“Vieni?”
Lei guardò il giardino incantata. Era davvero bello anche in inverno.
“Sì, arrivo”














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E finalmente sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo. Mi è servito un po' come passaggio, perciò non c'è una vera e propria canzone da ascoltare, e non c'è un punto focale.
Il prossimo capitolo invece sarà interamente Rumbelle (oh cielo!) e sarà anche mooolto fluff. Perciò siete avvisati.
E ci aspettano anche massicce dosi di SwanQueen! Cosa farà ora la nostra Regina senza divisa e senza fidanzato!? 
Non so che altro dire se non che sono felicissima di vedere che la FF ha sempre così successo (nonostante io aggiorni un po' meno spesso, ma prometto che mi impegnerò ad essere più veloce) e che vi ringrazio di cuore per le recensioni, i commenti, per averla inserita tra seguite e preferite.
A presto (questa volta davvero, il fluff Rumbelle è impaziente!)
Seasonsoflove!


(*) La casa di Gold e' effettivamente rosa anche nel telefilm. Non chiedetemi perché.

PS: Prestissimo anche gli aggiornamenti dell'altra long e della raccolta Rumbelle :)
   
 
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