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Autore: shiva95    05/03/2014    1 recensioni
Può una persona che per anni ha vissuto senza mai porsi nessun limite, nessuna regola o sentimento cambiare solo per una ragazza che conosce da neanche una settiamana? Leonard scoprirà che non è così facile evitare i propri sentimenti, soprattutto se la causa di tali sentimenti è una ragazza che vede costantemente tutti i giorni. Cristal sarà capace di sopportare tutto il dolore e la sofferenza che aleggia in lui o metterà a tacere il suo cuore? Spero vi possa interessare. Leggete e recensite.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dove porta il cuore

Trasferimento

Erano le cinque di pomeriggio quando il treno dove ero salita giunse finalmente a destinazione. Afferrai al volo la mia valigia e mi catapultai fuori alla ricerca di ossigeno, in quel vagone avevo creduto di soffocare! Ci doveva essere una fuga di massa altrimenti non avrei davvero saputo spiegarmi il perchè di tutta quella gente, avevo addirittura visto dei ragazzi che si erano ritrovati schiacciati ai finestri per il poco spazzio nell'abitacolo. Un piacevole venticello andò ad accarezzarmi il viso, rinfrescandolo, ed io tirai un sospiro di sollievo. Finalmente ero arrivata! La grande mela era proprio lì a portata di mano, ed io non me la sarei lasciata sfuggire! Mi avviai fuori dalla stazione per raggiungere il centro della città, mentre camminavo notai un grande affollamento per le strade, si vedeva che ora ero in una città. E che città! Io era nata e cresciuta in un piccolo paesino a sud dell'America, un luogo sperduto che nessuno mai notava e che altri nemmeno sapevano che esistesse sulla cartina geografica da quanto era minuscolo. Ed ora che ero nella città più bella degli Stati Uniti d'America non stavo più nella pelle dalla gioia! Prima di proseguire verso la mia meta andai a vedere, specchiandomi in una vetrina per la strada, che aspetto avessi dopo quattro ore d'inferno in quel treno in cui, ne ero certa, non avrei più messo piede neanche sotto tortura. Avevo i capelli, lunghi neri con dei riflessi blu che mi arrivavano fino alla vita, leggermente scompigliati e gli occhi, di un intenso color blu mare, stanchi per il lungo viaggio. Era luglio e indossavo una camicetta rossa a maniche corte, degli shorts neri e dei sandali bianchi alla schiava, per combattere gli effetti del caldo che, a quanto pareva, non risparmiava neanche questa città. Aguzzai un pò di più la vista e vidi che la vetrina in qui mi stavo specchiando era quella di un bar che, se i miei occhi non mi ingannavano, facena anche dei dolci. Vidi torte, crostate e pasticcini di ogni tipo e visto che il mio stomaco stava cominciando a reclamare, dal momento che per prendere il treno non avevo neanche pranzato, decisi di entrare. Il locale era fresco, merito del condizionatore che faceva capolino sul muro dal lato opposto all'entrata, e accogliente, le pareti erano di un allegro color arancio e le sedie e i tavolini erano neri, facendo un contrasto suggestivo con il resto del bar. Mi diressi a una delle sedie libere al bancone e diedi un'occhiata al menù. C'era l'imbarazzo della scelta, non sapevo davvero cosa prendere, anche perchè golosa come ero mi sarei mangiata di tutto e di più! A dispetto della mia figura magra e snella, per questo devo ringraziare il mio metabolismo, ero una gran patita di dolci, specilamente se si parlava di torta alle fragole con la panna! Vidi un uomo dai capelli a spazzola biondi, occhi grigi e con uno spiedino in bocca, che probabilmente doveva essere il padrone del locale, fare un cenno a qualcuno che era dentro quello che, probabilmente, doveva essere il laboratorio per i dolci. Da lì ne uscì un ragazzo con una allegra zazzera rossa, tra cui erano posizionati degli occhiali da sole neri, occhi azzurro-verdi e un fisico asciutto e slanciato. Doveva avere vent'anni, all'incirca la mia età, forse uno o due anni più grande. Appena venne nella mia direzione per prendere l'ordinazione mi mostrò uno smagliante sorriso a cui io risposi di rimando. Già mi era simpatico!
-Ciao, che cosa ti porto?- Mi chiese facendomi un altro dei suoi meravigliosi sorrisi.
-Una fetta di torta alle fragole e una cioccolata con panna- gli risposi sorridendo a mia volta.
-Perfetto sono da te in cinque minuti- e sorridendomi si avviò verso il laboratorio da cui l'avevo visto uscire. Dopo poco lo vidi ricomparire con un vassoglio in mano, lo appoggiò davanti a me accompagnandolo dall'ennesimo sorriso.
-Ecco a te e scusa se ti ho fatto aspettare- fatto aspettare? Ma se era stato un razzo!
-No figurati! Anzi sei stato anche troppo veloce!- gli dissi prima di avventarmi sul primo pezzo di torta e portarmelo alle labbra. Era scuisito!
-Ti piace?- mi domandò mentre puliva un bicchiere.
-E' deliziosa! Complimenti! Non ho mai mangiato una torta così buona!- dissi prima di divorarmi un altro boccone di quella prelibatezza. Lui fece un ghigno strano, come se...
-Aspetta l'hai fatta tu???- domandai spaesata mentre il suo sorriso si ampliava ancora di più.
-Ebbene sì! Sai ho fatto l'alberghiero come liceo e ora mi sto specializzando per diventare un vero e proprio pasticcere!- mentre me lo disse li brilavano gli occhi, si vedeva che adorava questo mestiere e io mi feci trascinare dal suo entusiasmo.
-Davvero?! Ma è fantastico! Sono convinta che diventerai bravissimo, perchè già ora le mie papille gustative sono in estasi!- dissi convinta e vidi i suoi occhi brillare ancora di più.
-Ti ringrazio! Sai in questo campo c'è molta competizione e spesso mi scoraggio un pò, specialmente per il fatto che sono alle prime armi. Quindi grazie ancora per i tuoi incoraggiamenti, davvero!- mi disse facendomi un sorriso talmente abbagliante che per un attimo eguagliò il sole.
-Figurati, lo dico perchè è ciò che penso. Ah, comunque io sono Cristal- gli dissi porgendoli la mano.
-Ah giusto! Scusa che maleducato, io mi chiamo Alex- e mi strinse la mano. Era grande e calda, mi dava una sensazione di protezione e riparo. Mi destai da questi pensieri quando sentii una persona tossire, l'uomo biondo che avevo visto prima ci stava venendo incontro guardandoci male. Mi sa che Alex era nei guai.
-E' così che si lavora qui Alex? Non ti pago per stare qui a battere la fiacca facendo la corte alle clienti che arrivano- disse incrociando le braccia. Notai però una vena di ironia nella sua voce, la stessa ironia che trovai guardando gli occhi di Alex.
-Ma boss è l'unica cliente nel locale! Lasciami socializzare un pò! E poi mi trovo contretto a chiederti chi devi ringraziare per avere delle clienti- disse lui con una nota ben udibile di sarcasmo alzano un sopracciglio.
-Bada a come parli piccolo insolente!- e detto questo li mise un braccio intorno al collo mentre con l'altro prese a scompigliarli i capelli.
-No! Cid pietà!- supplicò Alex tentando di liberarsi dalla salda presa del biondo.
-Troppo tardi! Ora subirai la mia ira funesta! Ahahaha!- e detto questo prese a scompigliarlo ancora di più. Iniziarono a ridere di gusto mentre il primo faceva vita, morte e miracoli per cercare di liberarsi e l'altro non era minimamente intenzionato a lasciarlo andare. Io intanto osservavo la scena estasiata, sembravano padre e figlio che scherzavano e giocavano tra di loro. Era una scena devvero adorabile, in special modo per me visto i miei precedenti con la mia "famiglia" se così la potevo chiamare. Scossi la testa e decisi di non pensarci. Intanto quei due stavano continuando.
-Cid devo ricordarti che da quando hai avuto il privilegio di avermi come dipendente le clienti sono aumentate almeno del 200%?- continuò Alex. Non faticavo a credere a quell'affermazione! Alex era davvero bello, senza dubbio il sogno proibito di ogni ragazza.
-E io invece devo ricordarti che se non ti avessi preso sotto la mia ala a quest'ora staresti a chiedere l'elemosina per la strada!-
-No probabilmente se tu non mi avessi assunto a quest'ora io lavorerei per una persona che mi dà tutto il rispetto e la considerazione che merito!-
-Bada a te, testa a cespuglio!-
-No mio caro Cid. Bada tu a te, despota!- e detto questo cominciarono a fissarsi in cagnesco gonfiando entrambi le guance come due bambini. A quel punto non resistetti più! Mi misi a ridere di gusto, quei due erano troppo buffi, avrebbero sicuramente avuto successo come coppia di comici! Sentendomi ridere si voltarono nello stesso momento verso di me e, rendendosi conto del teatrino che avevano messo in mostra, si staccarono imbarazzati cercando di ricomporsi.
-Guarda che figure mi fai fare di fronte ai clienti degenerato!- lo accusò Cid mettendosi di nuovo a braccia conserte.
-Io? Ma se hai cominciato tu, vecchio marrano!- disse Alex indignato mettendosi le mani sui fianchi.
-Non ti permettere di chiamarmi vecchio razza di baluba!-
-Vecchio! Vecchio! VECCHIOOOOOOOO!- a quel punto Cid cominciò a rincorerlo urlandogli che gli avrebbe spezzato il collo, mentre Alex scappava a gambe levate per tutto il locale con la velocità di un ghepardo e io che non riuscivo proprio a smettere di ridere. Dopo dieci minuti buoni di minacce, corse e risate i due si fermarono sfiniti mentre io cercavo disperatamente di asciugarmi gli occhi che avevano preso a lacrimarmi come un fiume in piena.
-Anf... anf... Questi giovani d'oggi, anf... Non hanno più rispetto per nessuno anf... anf...- disse Cid cercando disperatamente aria tornando dietro al bancone.
-Anf... Così parlano solo i vecchi anf... anf... Poi non ti stupire se la gente ti chiama così anf...- disse Alex tornando anch'esso al bancone.
-Scusa per la scena imbarazzante ma questo ragazzo è proprio senza speranza- disse prendendo il piattino e la tazza ormai vuoti.
-Scusa Cristal ma a volte a questo matusa prende la pillola pazza- mi bisbigliò Alex facendomi l'occhiolino. Riuscì a fatica a trattenere un'altra risata. Quei due erano meravigliosi!
-Comunque come avrai capito questo qui è Cid ed è il proprietario di questo locale, per mia sfortuna!-
-Semmai la sfortuna è mia.- disse Cid facendogli un buffeto sulla testa. Si vedeva lontano un chilomentro che quei due si volevano bene.
-Comunque piacere mio ragazza, sei nuova? Non ti ho mai visto da queste parti.- io gli strinsi la mano che mi aveva teso e risposi:
-Sì sono arrivata qui pochi minuti fa. Mi sono appena trasferita da un piccolo paesino lontano da qui.-
-Davvero allora benvenuta a New York!- mi disse allegro Alex.
-New York è molto caotica, molto diversa da un paese di campagna, perciò se ti serve aiuto non esitare a chiedere a noi.- mi disse Cid con un sorriso. Avevo visto giusto, quei due erano proprio simpatici!
-Grazie lo terrò a mente. Ora però devo andare. Ho il mio appartamento nuovo che mi sapetta!- dissi esuberante mentre prendevo i soldi per pagare, ma quando il porsi a Cid lui li rifiutò.
-Offre la casa. Buona giornata e vieni a trovarci se vuoi, ci farai piacere.- mi disse sorridendomi amorevolmente.
-Grazie, grazie davvero. Riverrò sicuramente!- dissi incamminandomi dopo averli salutati. Uscita dal locale però Alex mi raggiunse.
-Aspetta, domani si terrà una fiera nella piazza qui vicino, ci vieni?- mi chiese speranzoso.
-Una fiera? Ma certo che ci vengo! Io adoro le fiere!- dissi entusiasta saltando sul posto.
-Perfetto perchè ci sarò anch'io con una bancarella di dolci, se vuoi puoi venire a dare un'occhiata e magare assaggiare qualcosa. Giusto per sapere il tuo parere.-
-Ci verrò volentieri! Grazie Alex e a domani!- gli dissi sorridendo e lui dopo aver fatto un sorriso a dir poco abbagliante rientrò nel locale. Forza! Era tempo di andare nel mio appartamento.

***

Con mia grande sorpresa scoprii che il mio appartamento era praticamento a cento metri dal locale di Alex e Cid, il che mi suggeriva che mi avrebbero visto mooooolto spesso per fare colazione! Entrai nel condominio e mi diressi al terzo piano, pultroppo l'ascensore era rotto e dovetti fare le scale. Quando arrivai ero terribilmente emozionata e, non riuscendo più a resistere, mi fiondai sulla porta d'ingresso quasi sfondandola. Estrassi le chiavi dalla tasca posteriore dei miei pantaloncini ed entrai. Era meravigliosa! All'ingresso c'era un piccolo corridoio che portava al salotto, da cui la porta a sinistra conduceva alla cucina mentre quella a destra alla mia camera da letto. Mi diressi in quest'ultima trovandola semplicemente adorabile, calda e accogliente. Notai infine che alla mia destra, appena entrata in camera, c'era la porta del bagno, anch'esso bellissimo, dotato non solo di doccia ma anche di vasca! Finito di ammirare la casa mi decisi a disfare i bagagli e poi dopo di farmi un bel bagno rilassante. Riempii quasi fino all'orlo la vasca, versai il bagnoschiuma alla lavanda e, spogliandomi il più velocemente possibile, mi immersi godendo del contato con l'acqua calda che mi rilassò all'istante. Rimasi dentro per una oretta buona poi, dopo essermi asciugata, mi diressi in camera per mettere il pigiama. Optai per una camicia da notte leggera con le spalline sottili, di un color azzurro mare, che mi arrivava fino al ginocchio e stanca per la lunga giornata decisi di andare a letto. Mi infilai sotto le lenzuola e con il pensiero che domani sarei dovuta andare all'università per completare la mia iscrizione mi addormentai.
  
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