Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Ruka_odinson    06/03/2014    3 recensioni
Ciao a tutti/e questa é la mia prima volta su efp come autrice. Sono sempre stata una lettrice più o meno silenziosa, ma questa volta ho deciso di mettermi in gioco e di provare a mettere qualcosa nero su bianco.
La mia storia è ambientata fra un paio d'anni, in un periodo non ben stabilito. Racconta di una ragazza, a cui per facilità di immedesimazione ho dato il mio nome, che si trasferisce a Londra con un amica per cambiare vita e realizzare il suo sogno. La tranquillità finisce dal momento in cui scopre di avere come vicino di casa, niente popó di meno che il signor Thomas William Hiddleston, suo idolo da una vita, che la trascinerà in un turbine di situazioni imbarazzanti , ma anche di opportunità.
Spero che apprezziate l'impegno e che vi divertiate a leggere tanto quanto mi sono divertita io a scrivere.
Un bacio -Ruka-
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 23.

 
"Sushi" 



"ANGOLINO DELL'AUTRICE"


 
Allora.... finalmente prende vita anche il chap 23!
Effettivamente non è che succedano poi grandi cose neanche in questo capitolo, però mi piace abbastanza...
Ha aria di casa!
Tom finalmente si smuove un pò, sto perdendo la paura del personaggio e di renderlo troppo OOC... HURRAY! Festeggiate con me! *Danza*

Pour vous

<3


-Ruka-



 

ELENA POV.


*Al diavolo il pudore! Al diavolo tutto! *
Qui si stava veramente rasentando il ridicolo!
Non era umanamente possibile sopportare tutto in un unica giornata!
Cielo, cosa aveva fatto di male?
Con le lacrime che minacciavano di scenderle lungo le  guance Elena si infilò i pantaloni che aveva appena tirato fuori da uno dei cassetti dell'armadio.
Ovviamente anche trovare qualcosa di minimamente indossabile sembrava un impresa, in una situazione ridicola come quella.
Dio quanto si sentiva in imbarazzo.
Tirò sul col naso e strinse violentemente i cordoncini dei pantaloni da ginnastica intorno ai fianchi facendosi del male da sola.
<< Aaah... merda anche a voi! >>
Si rifiutava categoricamente di uscire fuori in pantaloncini o altro abbigliamento compromettente.
Aveva mostrato troppa pelle per un intero secolo per quanto la riguardava.
Già non era una grande fan della sua forma fisica, ma mostrarsi con tutte le gambe di fuori di fronte a Tom era decisamente troppo per la sua già misera autostima.
* Quanto mi metterei a piangere, che vergogna *
Si immobilizzò per qualche secondo al centro della stanza tentando di riacquistare il controllo delle sue emozioni.
Aveva scovato un paio di pantaloni di una tuta grigi abbastanza larghi da nascondere quello che aveva tristemente mostrato al suo amato vicino, e Dio solo sapeva se c'era qualcun'altro nel corridoio. Inoltre la maglietta di Thor, sebbene dal taglio femminile era abbastanza "coprente".
Ormai doveva accettarlo, Tom era ufficialmente convinto che lei fosse una nudista o una cosa simile.
Lo aveva incontrato 5 volte in vita sua e in 2 di queste lei indossava poco più della sua biancheria intima.
<< Merda >>
Imprecò, non sapeva più bene se verso se stessa o verso cosa.
Si voltò verso lo specchio e vide il ritratto della pazzia.
* Indecente, sei andata in giro in maniera indecente! *
Si picchiettò la fronte con la mano quasi fino a farsi male.
Stava decisamente dando segni di pazzia.
Oltre che lei fosse un'esibizionista, Tom era certamente convinto che lei soffrisse di qualche disturbo di personalità bipolare.
Timida/ubriaca/isterica, nudista.
Elena emise un gemito di sconforto.
Tutto quello che avrebbe voluto in quel momento era: andare di là, acchiappare il gelato, mollare Tom e Karima in salotto, tornare in camera sua e sedersi a gambe incrociate sul letto a guardare per la quarantesima volta "500 days of Summer".
Solo le disavventure di un altro sfigato come Tom Hansen le avrebbe impedito di compiere qualche gesto estremo.
Ma non era quello il momento di lasciarsi andare ad uno dei suoi attacchi isterici.
* Karima *
Decise di tornare in salotto.
Non poteva succedere di molto peggio in giornata... 
Se non un disastro atomico o un terremoto.
Le venne in mentre Igor in Frankenstein jr.
<< Potrebbe piovere? >>
Ripeté la battuta fra se e se ridacchiando.
Sconsolata aprì la porta, e trovò Tom seduto sul divano a fianco ad una Karima sempre sconvolta.
Lui con una mano posata sulla testa dell'amica tentava goffamente di consolarla.
<< Tesoro non devi reagire così... Su... >>
Lei si avvicinò al salotto, e lui si voltò verso di lei e lanciandole uno sguardo che implorava aiuto.
Se la scritta SOS avesse avuto una faccia, questa avrebbe avuto i tratti regolari e gli stupendi occhi verdi di Tom Hiddleston.
Occhi che nonostante la situazione la fecero comunque sussultare.
* Ecco, siamo apposto, questo è più impedito di me con i consigli sentimentali, e io non riesco a rimanere immune a quelle dannate espressioni facciali! *


TOM POV.

 

Per ragioni che ancora non gli erano del tutto chiare si trovava da più di mezz'ora seduto sul divano di casa delle ragazze, un bicchiere di succo di frutta in mano ad ascoltare la lunga sequela di consigli(?), insulti (?), rassicurazioni (?) che Elena stava elargendo da mezz'ora all'amica.
Una volta rientrata in stanza, Elena, completamente vestita, cosa che doveva ammettere a se stesso lo aveva lasciato leggermente deluso;
* Si lo ammetto dannazione! Sono un uomo e ho apprezzato il siparietto di "streaptease" involontario! *
Si era precipitata dall'amica, ed era riuscita in qualche modo a calmarla.
Lui si era educatamente allontanato dalla ragazza e si era accomodato nel divano in attesa che la situazione si calmasse.
Le due ragazze non avevano dato segno di curarsi della sua presenza, così lui, non sapendo bene che fare si era accomodato levandosi finalmente quella dannata giacca e rimanendo in maniche di camicia.
Dio quanto avrebbe voluto cambiarsi!
Aveva allora portato da bere alle due ragazze scovando bicchieri e bevande in cucina, e si era nuovamente accomodato tentando di recepire qualcosa dalla conversazione.
Se non aveva capito male Elena stava dicendo a Karima che doveva rassegnarsi ad una vita piena di uomini poco raccomandabili.
Ok, effettivamente aveva usato altri termini, meno delicati, ma non era molto sicuro del suo italiano.
Era decisamente arrugginito.
Per un attimo si ritrovò a pensare a De Paoli e al nuovo film.
Gli sfuggì un sorriso. 
Alzç gli occhi verso l'orologio appeso al muro.
* Sono già le 20:15 , come cavolo è possibile? *
Si mise involontariamente una mano sullo stomaco.
Cominciava ad avere fame, anzi una fama tremenda.
Si voltò verso le ragazze e Elena finalmente lo degnò di attenzione, probabilmente sentendosi osservata.
Lo guardò per un attimo come smarrita.
Sembrava proprio che si fosse dimenticata della sua presenza.
* Potrei anche offendermi *
<< Ehm, scusa Tom... Ti abbiamo trattenuto qui.. Io... Ecco... >>
La ragazza, tenendo abbracciata a se l'amica appariva decisamente in imbarazzo.
* Eccola la, ora mi fa gli occhi da cucciolo... E siamo fregati! *
Tom rispose con un sorriso stanco, e fece cenno con la testa che non aveva importanza.
Mimò con la bocca un: "come va?" In direzione di Karima.
Lei rispose semplicemente con un pollice alzato.
Si schiarì la voce.
<< Beh ecco ragazze, non so voi ma... Io avrei una certa fame... Ordiniamo qualcosa? >>
Chiese Tom con nonchalance.
Già che era in ballo, tanto valeva ballare fino all'ultima nota.
Era completamente distrutto, ma forse un pò di compagnia, anche se decisamente anomala come quella, gli avrebbe fatto bene.
E poi l'atmosfera di quella casa era così calda e famigliare.
La solitudine di casa sua gli sembrava molto meno allettante ora.
Elena lo guardò con un espressione enigmatica dipinta sul viso.
Non poté fare a meno di notare quanto ridicola sembrasse la scena.
Lei, abiti da casa, stravolta e con gli occhioni che lo scrutavano in cerca di qualche risposta, Karima, ancora vestita di tutto punto che abbracciava Elena come un koala, il trucco ormai in malora ed infine lui, in piedi con ancora una parvenza di eleganza nel suo completo che si auto invitava a cena.
<< Oh si si... Ordiniamo qualcosa! >>
La voce di Karima si palesò acuta dal groviglioso abbraccio delle ragazze.
Tom sorrise soddisfatto.
<< Be.. Bene... Allora che si ordina... Pizza? >>
Propose Elena con poca convinzione.
<< Naaaah ... >>
Rispose Karima accoccolandosi meglio addosso a lei.
Sembrava un gatto.
* Chissà se si sta così comodi come sembra sulle sue gambe? *
Tom scosse la testa per scacciare quel pensiero.
<< Mmmm.... Cinese? >>
Propose a caso.
* Non devi pensare a quelle gambe non pensarci *
<< Anzi no... >>
Inizió la frase lui.
<< Sushi! >>
Esclamarono in coro lui e Elena.
Elena lo guardò sorpreso, lui ricambiò lo sguardo e scoppiarono inevitabilmente a ridere.
* Bene, per lo meno qualcosa in comune lo abbiamo *
<< Ooookay! Conosco un ristorante take away perfetto... Chiamo io, vado a prendere il numero a casa e, se non vi dispiace ne approfitto per farmi una doccia... >>
Concluse mantenendo il sorriso.
Le due ragazze annuirono all'unisono.
* Fanno paura tanto sono calme adesso *
<< Kar, dovresti darti anche tu una sistematina però... >>
Disse Elena in tono di rimprovero a Karima.
<< Si si... Forse hai ragione... >>
Mugugnò l'altra ragazza, mente sotterrava la faccia contro il divano.


ELENA POV.

 

Aveva convinto Karima a infilarsi in doccia con non poca difficoltà.
Ringraziava il mascara waterproof dell'amica per avergli risparmiato la maglietta altrimenti imbrattata di nero.
Per fortuna era solo bagnata di lacrime.
Sgualcita.
E con qualche traccia di fondotinta.
<< Fuck >>
Imprecò in inglese.
Provò a dare un aspetto vivibile alla cucina e controllò se ci fosse qualcosa in frigo come dessert.
* Budini! *
Ogni tanto il suo insensato desiderio di dolce si rivelava utile, a discapito delle sue fallimentari corsette mattutine ad Hyde Park.
Sorrise fra se e se al pensiero di Tom e del sushi, e il suo sorriso crebbe ancora al pensiero del budino.
Cavolo se le cose si erano fatte strane.
* Elena ti rendi conto che avevi la sua foto come sfondo dell 'IPhone fino a qualche giorno fa? *
Improvvisamente tutto il nervosismo della giornata sembrava essersi disciolto, la familiarità che le trasmetteva quella situazione era assurda, ma le sembrava così naturale aspettare Tom e Karima per mangiare un pò di sushi davanti alla Tv il venerdì sera.
* Ridicolo *
Scosse la testa e si ricordò improvvisamente del telefono.
Trovò un altra chiamata di Youssef, probabilmente per un volta i ruoli si sarebbero invertiti e sarebbe stato lui quello a farle la ramanzina.
Cercò il numero in rubrica e lo chiamò.
Pochi squilli e la voce familiare del suo "fratellino" acquisito risuonò dall'altra parte della cornetta, o meglio tuonò con un ELENADOVECAVOLOERI?.
<< Si Youssef, lo so lo so... non sono rintracciabile tutto il giorno... Scu... >>
Provò a rispondere lei armata di pazienza, ma lui non sembrava intenzionato a farla parlare.
Si portò una mano alle tempie.
* Gestire questi due è un inferno *
<< Si si, tua sorella è a casa... Già... Michael... >>
Prese a camminare per la cucina nervosamente.
Avanti e indietro, avanti e indietro.
<< No! no no no no no! >>
Acellerò il passo accompagnandolo con l'aumento del tono di voce.
<< Yu... tu non andrai a parlare con lui! Conosco il tuo modo di parlare fin troppo bene! >>
Accaldata e preoccupata si diresse freneticamente verso il salotto.
Sembrava una trottola.
* Testa di legno di un ragazzino geloso! *
Prese un bel sospiro.
<< Youssef, seriamente... Non è il caso... E poi lui manco ti conosce! >>
Cerco di non alzare troppo il tono di voce, non voleva far preoccupare ulteriormente Karima, ma trattenere l'isterismo era difficile. 
Aveva seriamente paura di un colpo di testa di quel pazzo.
Doveva ammetterlo, l'inframmezzo Tom e Sushi era stata una manna dal cielo.
Sarebbero stati in due a "sopportarla" e "supportarla".
* Assurdo, ora avere Tom a casa ti fa anche comodo! *
Continuò a fare avanti indietro di fronte alla porta di ingresso, sorbendosi un infinita sequela di insulti verso Michael, ai quali poteva solamente annuire.
Si fermò un attimo e provò a parlare.
<< Youssef sono d'accordo con te... Per fortuna lo ha scoperto adesso... Forse é stato meglio così... >>
Sbuffò e si grattò stancamente la testa.
Era completamente distrutta.
Mentre si abbandonava fisicamente contro la parete dell'andito, un leggero bussare alla porta la avvertì del ritorno di Tom.
* Già qui? *
Youssef d'altra parte continuava a dare di matto non prestando la minima attenzione a quello che lei tentava di risponderle.
<< You... Youssef PIANTALA! Quello è un idiota, domani ne riparliamo! E no... Non ti darò il suo indirizzo! >> 
Elena chiuse la chiamata.
* Basta *
Aprì la porta ad un Tom con aria decisamente divertita, canadese e T-shirt, foglio in mano e....
Un attimo...
* OCCHIALI? *


TOM POV.

 

Le urla di Elena si sentivano chiaramente fin dal corridoio.
E' proprio vedo che gli Italiani erano praticamente incapaci di parlare a bassa voce.
Era arrivato di fronte alla porta ridacchiando fra se e se.
* Quella ragazza mi fa bene *
Quel pensiero lo turbò solo un attimo, poi si preparò a bussare alla porta d'ingresso deciso a non prestarci troppa attenzione.
Aveva fatto una doccia il più veloce possibile, ed aveva infilato una T-shirt e dei pantaloni di una tuta.
Dopotutto non era il caso di indossare qualcosa di più scomodo, ne aveva avuto abbastanza di quella giornata per preoccuparsi di cose simili.
Si era appena auto invitato a casa di due ragazze!
Aveva valutato un pò se levarsi le lenti a contatto o meno, ma decise che la comodità avrebbe prevalso sul bell'aspetto e aveva inforcato gli occhiali.
Le sue diottrie mancanti erano sempre stato motivo di imbarazzo, ma aveva deciso di smetterla di farsi paranoie su una cosa tanto stupida. 
Doveva ammettere a se stesso che il suo aspetto non era dei migliori, ciabatte e capelli ancora umidi compresi, ma non pensava che alle ragazze la cosa avrebbe disturbato più di tanto. 
O almeno lo sperava.
Dopotutto Elena lo aveva visto in situazioni peggiori.
E anche lui aveva avuto il suo bel vedere.
Si portò una mano alle tempie tentando di contenere l'ilarità.
Quando era stanco tendeva alla ridarella facile.
Dopo aver bussato gentilmente alla porta e aver atteso gli ultimi "indiscreti" schiamazzi della ragazza, finalmente fu accolto in casa da una Elena con le guance imporporate dalla discussione.
* E' proprio tenera *
<< Ecco qua, numero e tutto il resto, posso entrare? >>
L'inglese porse in avanti il foglio del menù del take-away sorridendo gentilmente.
Elena sembrava in qualche modo immobilizzata, lo fissava con una strana espressione sul viso, tra il divertito e l'imbarazzato.
* Che ho fatto adesso? *
<< Tutto ok? Non sarai sconvolta dal vedermi in tuta spero? >>
Chiese lui sconcertato.
Non pensava davvero che avrebbe creato tanto scandalo a mostrarsi meno impettito del solito.
Aveva forse esagerato?
Si sentì un filino in imbarazzo.
Elena sembrò riprendersi e scosse la testa facendogli segno di entrare con la mano.
Da parte sua Tom cominciò inevitabilmente a innervosirsi.
<< Ehm, è che mi sembrava stupido mettere qualcosa di più formale... ehehehe >>
* La risata isterica no, Thomas, no *
Elena ricambiò la risata con una nuova tonalità di rosso.
* HELP *
Senza aggiungere una parola gli porse il foglietto del ristorante e attese di fronte a lei.
La ragazza guardò un attimo il foglietto per poi ri-spostare lo sguardo su di lui.
Sorrise dolcemente.
Lui si imbarazzò ancora di più.
<< Scusa per prima... è che mi fa strano vederti con gli occhiali.. ti.. ti stanno molto bene... >>
La ragazza concluse la frase tutta d'un fiato, come se si vergognasse a concluderla, ma ormai il danno era fatto.
Abbassò repentinamente lo sguardo imbarazzata fissando insistentemente il foglio che aveva fra le mani.
Lui la guardò sorpreso, divertito.
* Eh Elena, cosa devo fare con te *
Il ragazzo si imbarazzò appena, si grattò nervosamente la nuca e rispose.
<< Ah! Grazie! E pensare che io me ne vergogno un sacco! >>
* Ma l'hai finita di raccontare tutti gli affaracci tuoi a questa ragazza? *
Per una qualche strana ragione, lui non riusciva proprio a trattenersi di fronte a lei.
Questa cosa gli avrebbe sicuramente dato da pensare.

  
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