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Autore: ChiaraS95    08/03/2014    1 recensioni
-Sei stato tu a mandarmi quel messaggio ieri?- dico sventolandogli il mio telefono davanti alla faccia.
-Non ho idea di a cosa tu ti stia riferendo dolcezza- risponde lui sorridendo.
-Non chiamarmi dolcezza!- urlo avvicinandomi al suo viso e lo vedo mordersi il labbro inferiore.
-Mi piaci, sei aggressiva. Chissà se sei così anche a letto- dice con un tocco di malizia.
Sto per alzare la mano per stampargliela sulla guancia, ma lui me la ferma prendendomi dal polso e se la porta sulle labbra posandoci un bacio.
Un brivido percorre tutto il mio corpo, ma decido di non dargli retta e tolgo la mano dalla sua presa.
-Fanculo- dico andandomene.
-Hei dolcezza- mi urla dal fondo del corridoio, mi volto guardandolo con disprezzo -Hai proprio un bel culo, sai?- dice e gli alzo il dito medio tornando a camminare verso la mia aula.
Coglione montato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P.O.V. Ellen
 
-Ellen, ma chi è alla porta?- sento la voce di Susan alle mie spalle e Samuel in poco tempo è al mio fianco, appena vede chi ho davanti fa un passo avanti.
-Taylor, cosa diavolo ci fai qui?- chiede stringendo i pugni.
-Cosa c’è Cooper, non posso venire a trovare la mia ragazza?- dice ridendo e io spalanco gli occhi.
-La tua cosa?- urla Susan correndo e raggiungendo la porta –Ellen non è- non finisce la frase che Taylor mi afferra dal fianco e mi porta verso di lui.
-Sei davvero bella vestita così, sai?- dice guardandomi dal basso verso l’alto, porta le labbra sul mio collo e lasciandoci un bacio.
-Taylor, non te lo ripeterò un’altra volta- la voce di Samuel fa spostare leggermente il ragazzo che lo guarda divertito –Lasciala- ringhia.
Taylor aumenta la presa –Sai Cooper, iniziavi a starmi simpatico- dice girandomi in modo che la mia schiena si scontri con il suo petto –Ti propongo un patto- dichiara, provo a dire qualcosa, ma mi fermo non appena Samuel annuisce –Tu lasci che lei si metta con me e in cambio te la presto qualche volta-.
Spalanco gli occhi non credendo a ciò che ho appena sentito e mi stacco con forza dalla sua presa ritrovandomi davanti a lui.
-Sei per caso impazzito? Io non sono la bambolina di nessuno, tanto meno la tua!- dico urlando –Ora ti pregherei di andartene e di lasciarmi in pace, perché altrimenti io-.
-Tu cosa?- dice Taylor bloccandomi –Farai chiamare il preside per dirgli che ti inquieto così che mi scacci da questo college?- dice con un ghigno.
-Sparisci- dico in un sussurro.
Taylor sospira chiudendo gli occhi, poi li riapre guardandomi più dolcemente –Sentimi, forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato. Che ne dici di iniziare tutto da capo?- dice allungando una mano.
-Ellen, lascialo perdere- mi dice all’orecchio Susan.
-Ciao Taylor- dico chiudendogli la porta in faccia e torno sul letto seguita dai miei amici.
Per un po’ sento dei colpi segno che batte il pugno sul legno, ma poi il silenzio –Continuiamo a guardare il film?- propone Susan e annuisco, dopo qualche minuto sento gli occhi pesanti e appoggiando la testa sulla spalla di Samuel mi addormento.
La mattina seguente, quando apro gli occhi, un raggio di sole mi arriva giusto in faccia costringendomi a chiuderli velocemente.
Mi giro verso il comodino e prendo il telefono guardando l’ora, sono appena le sette e venti, quindi cerco di dormire un altro po’.
Il mio letto è vuoto, a quanto pare Samuel se n’è andato appena il film è finito, appena chiudo gli occhi sento la porta del bagno aprirsi, dev’essere Susan, quindi non ci do importanza.
Il materasso sprofonda vicino a me e un odore di muschio mi inonda, non credo Susan usi questo profumo, apro leggermente un occhio e la figura di Samuel mi si presenta davanti.
-Ti ho svegliata? Non volevo scusa- dice guardandomi, scuoto la testa sorridendo –Ero andato un momento in bagno, spero non sia stato un problema. Ad ogni modo è ancora presto, puoi dormire serena- guarda il suo orologio sul polso, annuisco avvicinandomi di più a lui e appoggiando la testa sul suo petto.
Lo sento irrigidirsi per qualche istante, ma successivamente si rilassa e avvolge le sue braccia intorno al mio corpo –Appena è ora di alzarsi vi sveglio- sussurra.
-Grazie- dico con la voce impastata dal sonno e ricado nel mondo dei sogni.
 
 
 
P.O.V. Susan
-Susan- una voce –Susan, svegliati- qualcuno che mi scuote il braccio.
-Altri cinque minuti- mi lamento e la voce ride.
-Dai dormigliona, dobbiamo andare a lezione- dice di nuovo la voce molto più chiara di prima, mi stropiccio gli occhi mettendomi seduta.
-Che ore sono?- domando ancora un po’ scombussolata.
-Sono le nove meno venti- dice ancora la voce che riconosco essere di Samuel, sbuffo e mi alzo dirigendomi verso il mio armadio e tirando fuori un paio di jeans e una maglietta gialla.
-Ellen?- chiedo non notando la chioma castana.
-E’ andata a fare colazione giù, ha detto che ci vediamo direttamente all’intervallo- dice alzando le spalle.
-L’hai fatta andare da sola?- dico alzando la voce di qualche ottava –Dopo quello che è successo con Taylor ieri sera?- lui sembra pensarci un attimo e si fionda sulla porta –Spera che non le sia successo nulla- dico ridendo.
Entro in bagno aprendo l’acqua della doccia e dopo essermi sfilata il pigiama mi metto sotto il getto bollente, dopo essermi lavata anche i capelli esco avvolgendomi l’accappatoio sul corpo ed esco tamponandomi i capelli con un asciugamano.
-Ciao- una voce mi fa saltare in aria e il mio sguardo scatta sulla persona sdraiata sul mio letto: Zayn.
-Cosa ci fai qui parassita?- domando acida.
-Oh, anch’io sono felice di vederti sorellina- dice sorridendo.
-Non sono tua sorella, quindi è inutile che mi chiami con quel disgustoso nome- dico coprendomi il più possibile.
-Beh, in parte hai ragione, ma vedi mio padre è il nuovo compagno di tua madre e quindi fa di noi una specie di fratellastri- dice in tono vittorioso.
-Piuttosto che essere tua sorella preferisco baciare sulla bocca il professore Singh- dico alzando gli occhi al cielo.
-Se ci tieni così tanto fai pure- dice ridendo.
-Ripeto la domanda: cosa ci fai qui?- dico prendendo i vestiti seppelliti dalla gamba di Zayn.
-Nulla di speciale, vedere come stava la mia cara sorellastra- dice alzando le spalle.
Due anni fa, quando sono arrivata in questo college Zayn e il suo gruppo non facevano altro che prendermi in giro per il mio peso, che a quel tempo era più in carne, quando alla fine dell’anno tornai a casa mia madre mi comunicò che si sarebbe sposata e io, insieme a mia sorella Claire, saremmo andate con lei, eravamo più che contente che finalmente mia madre fosse di nuovo felice.
Quando arrivammo nella nuova casa ci venne ad accogliere un uomo alto con i capelli neri e occhi marroni che poteva avere più o meno l’età di mia madre, entrai subito in buoni rapporti con quell’uomo e non trovai difficoltà a chiamarlo “padre” sebbene mi suonasse strano.
Allan, il nuovo compagno di mia madre, mi disse che aveva un figlio della mia età, ma che era raro trovarlo in casa siccome viveva insieme ai suoi amici, ma mi assicurò che l’avrei visto a breve per il matrimonio.
Il giorno del matrimonio fu terribile, il figlio che mi diceva Allan era Zayn e i suoi amici erano il gruppo che non mi lasciava in pace, per tutta la durata del matrimonio cercavo di evitarli il più possibile il che mi risultò difficile, visto che ad ogni mio movimento me li ritrovavo a pochi centimetri da me.
Da quel giorno in poi Zayn e il suo gruppo mi rivolgevano a stento la parola e Allan pagava il college a suo figlio e mia madre a me.
Quando ad Allan fu diagnosticato il tumore all’anca mia madre andò nel panico, ma presto si calmò scoprendo che non era grave e con un paio di cure si sarebbe risolto tutto, ancora aspettiamo.
-Volevi sapere come stavo? E da quando ti interessi di me?- dico incrociando le braccia al petto, Zayn si alza e mi viene in contro.
-Il fatto che tu non mi stia per niente simpatica non significa che non mi preoccupi- dice avvicinando il volto al mio, sento tutto il corpo immobilizzarsi quando il suo fiato colpisce il mio volto.
-Vedi di mantenere le distanze Malik- dico in tono non del tutto sicuro, lui lo percepisce e si avvicina di più.
-Sai, sei migliorata in questi due anni, sai?- dice e posa le sue labbra sulle mie, dopodichè esce dalla stanza.
Rimango in piedi, contro il muro, con lo sguardo fisso nel nulla cercando di capire cosa sia successo.
Che razza di idea gli è passata per la testa a quell’istrice inutile?
Mi riprendo dal mio stato di trance e mi vesto in fretta per raggiungere le lezioni, non voglio fare ritardi e già ho perso abbastanza tempo.
Prendo il telefono, chiavi e libri affrettandomi ad uscire dalla stanza, chiudo e mi precipito giù.
Non appena arrivo davanti alla porta di diritto busso ed entro –Signorina Jones, come mai in ritardo?- mi chiede il professore Webb.
-Mi scusi, ho avuto un contrattempo- dico cercando di non guardare in fondo all’aula sapendo che un ciuffo nero mi sta guardando divertito.
-Prego si vada a sedere- mi incita il professore e raggiungo il mio banco vicino a Samuel che mi guarda interrogativo, gli faccio cenno che ne riparliamo dopo e seguo la lezione.
-Quando ti ho lasciato in camera da sola eri appena uscita dalla doccia, quanto ci hai messo a vestirti?- mi chiede Samuel appena la lezione è finita.
-Lascia perdere Sam- dico massaggiandomi le tempie –Ad ogni modo, hai sentito tuo cugino?-.
-Sì, ma forse è meglio che faccio a modo mio- dice ridendo –Ieri l’ho lasciato un attimo da solo e quando sono tornato si è allontanato dal mio telefono e se n’è andato- dice mentre ci dirigiamo verso la palestra.
-Perché hai lasciato il tuo telefono incustodito? Non lo fai mai- dico ricordando la sua mania di tenere sempre dietro il telefono.
-Dovevo andare in bagno- si lamenta e io scoppio a ridere, mi fermo all’istante quando vedo Louis venirci in contro.
-A cosa dobbiamo l’onore di averti qui Tomlinson?- dico ironica.
-Jones, la tua allegria mi fa sempre venir voglia di prenderti la testa e infilarmela in mezzo alle gambe- dice sorridendo.
-Nei tuoi sogni- dico imitandolo.
-In quel caso si chiamerebbe incubo- risponde –Ma non sono venuto qui per perdere tempo con te. Sam, per quella ragazza, sai, mi chiedevo se potessi conoscerla, così ti potrei aiutare maggiormente- dice gesticolando animatamente.
Scoppio a ridere e lui mi fulmina con lo sguardo –Tomlinson la tua è la scusa più banale che io abbia mai sentito in tutti questi anni-.
-Susan, ti prego- cerca di calmarmi Samuel, poi si rivolge a Louis –Non credo sia una buona idea, so cosa fare- dice dandogli una pacca sulla spalla e mi trascina via, una volta sicuri che non ci senta mi guarda –Era necessario? Andiamo dai- ride e andiamo nei nostri rispettivi spogliatoi.
Durante le due ore di educazione fisica cerco in tutti i modi di non far caso agli sguardi lussuriosi di Zayn che parla con il suo amico Liam, la palla lanciata dalla mia compagna di classe mi scivola dalle mani e si allontana.
Alzo la mano per dirle di aspettare e la vado a recuperare fuori dalla palestra –Ma tu guarda dove sei finita- dico sbuffando, la prendo e una risata attira la mia attenzione.
-Da quando parli con gli oggetti?- mi deride la voce.
-La smetti di seguirmi parassita?- rispondo acida verso il moro contro il muro.
-E’ inutile che fai tanto la scontrosa con me, so che ti è piaciuto il bacio di prima- dice appoggiando il piede contro il muro.
-Spiegami, cosa ti fa pensare ciò?- dico ridendo e avvicinandomi cautamente.
-Dal fatto che eviti il mio sguardo- risponde incollando lo sguardo sulla leggera scollatura della mia maglietta.
-Ti sbagli, io ti evito da sempre Zayn- dico portando la maglietta più sopra –Piuttosto, a te che ti prende? Ad un tratto ti sei ricordato che esisto anch’io nella tua vita?- rido.
-Mh, forse o forse perché mi sono annoiato delle solite ragazze con cui mi frequento- alza lo sguardo verso di me –E, che ne so, ho bisogno di merce buona-.
Il mio istinto mi dice di andarmene e lasciarlo perdere con le sue idee da puttaniere che stanno solo cercando di mettermi in confusione, ma le mie gambe non accennano a muoversi dalla posizione in cui sono.
-Mettiti in testa che io e te non arriveremo mai a ciò che tu pensi- dico e mi muovo per tornare in palestra, ma lui mi ferma dal polso.
-Forse è una cosa sbagliata, ma questo non ci proibisce di divertirci. Non credi Susan?- dice serio per la prima volta.
Non so se sono più sconvolta dal fatto che mi stia proponendo di avere un qualcosa con lui, o perché mi abbia chiamata per la prima volta con il mio nome, ma una cosa è certa: non diventerò una delle troiette di Zayn Malik.
-Tu sei completamente impazzito- dico strattonando il polso dalla sua presa.
-Dai, non fare tanto la santerellina con me. Ricordo le tue avventure adolescenziali con il tuo amichetto Samuel- mi riprende dal polso e mi tira verso di lui facendo cadere la palla.
Spalanco gli occhi a causa dello stupore che lui sappia il mio passato, ma aspetta un momento, lui non può saperlo visto che io non ci ho mai parlato.
-Tu non sai niente della mia vita, quindi vedi di piantarla- alzo la voce e lui mi tappa la bocca.
-Zitta, dannata ragazza- ringhia avvicinando il suo volto al mio, gli mordo la mano.
-Tu non sei nessuno per dirmi cosa devo o non devo fare- dico puntandogli il dito contro il petto, lui cerca di soffocare una risata e mi trascina nello spogliatoio dei ragazzi, posto esattamente vicino a quello delle ragazze.
-Ora stai zitta o ti faccio stare zitta io, a te la scelta- dice chiudendo la porta a chiave e mettendomi contro il muro.
-Zayn, lasciami andare, ti prego. Mi spieghi cosa diavolo ti ho fatto?- dico esasperata, ma lui non mi risponde –Hei, sto parlando con te- dico sbuffando.
Zayn punta lo sguardo su di me e si fionda sulle mie labbra, cerco di spostarlo, ma lui non cenna di farlo e posa le mani sui miei fianchi costringendomi a stare contro il muro.
Il bacio che dapprima è con forza ora sembra addolcirsi tanto che la sua lingua traccia il contorno del mio labbro, ma io non cedo alla sua pazzia.
-Lasciati andare dannazione- ringhia sulle mie labbra, ma io scuoto la testa, allora lascia il fianco e mi afferra una coscia portandosela attorno al suo bacino –Resisti ancora?- mi chiede e io annuisco –Bene- e si stacca da me.
Proprio quando credo mi lasci andare lo vedo sfilarsi la maglietta lasciando scoperti i mille tatuaggi che padroneggiano sulle braccia e sul petto e torna sulle mie labbra.
I suoi denti che mordono il mio labbro mi spingono ad aprire la bocca di scatto e come una furia la sua lingua entra nella mia bocca alla ricerca della mia.
Presa dalla foga del bacio chiudo gli occhi e porto le mani tra i suoi capelli color corvino stringendoli, lo sento sorridere impercettibilmente sulle mie labbra, la sua mano torna sulla mia coscia e con più facilità riesce a portarsele entrambe sul bacino mentre col corpo mi tiene attaccata al muro.
Quando riesco a inquadrare la situazione spalanco gli occhi e mi inizio e dimenare dalla sua presa, lui smette di baciarmi e mi rimette giù –Che succede?- domanda.
-Tutto questo è sbagliato Zayn, terribilmente sbagliato- dico iniziando a camminare per la piccola stanza.
-Non credo ti stesse dispiacendo la cosa- dice con un sorriso.
-Non sto scherzando, dannazione! Sii serio per una volta- dico urlando e lui si appoggia al muro con gli occhi al cielo.
-Non la fare tragica Susan erano solo dei baci, anche se, se devo essere sincero, non mi sarebbe dispiaciuto continuare- il suo sguardo naviga lungo il mio corpo.
-Piantala! I nostri genitori sono sposati, cosa pensi che dicano se venissero a scoprire quello che è successo?- dico avvicinandomi a lui.
-Basta non farglielo sapere, non bisogna sempre dire tutto, altrimenti perché ci sarebbero quelle cose chiamati “segreti”?- dice facendo spallucce.
In effetti non ha tutti i torti, ma qui si sta parlando di uno dei ragazzi che non riconosce una ragazza come persona, ma come oggetto e io non sono quel genere di ragazza che lui vuole.
-Sentimi, smettiamola ancor prima di iniziare, va bene?- dico andando verso la porta –Apri la porta Zayn, manchiamo da tempo e credo che il professore si starà preoccupando- mi volto verso di lui che mi guarda.
-Ormai ci sono dentro Susan, non puoi semplicemente dire di uscirne quando non vuoi nemmeno affrontare la realtà- dice serio.
-Ma di cosa stai parlando?- chiedo e lui mi volta verso di lui.
-Quello che voglio dire è che- sbuffa –Lascia stare- dice e apre la porta tornando dentro per recuperare la sua maglietta.
-No, ora tu spieghi. Cosa vuoi dire esattamente con “ormai ci sono dentro”?- dico seguendolo, ma lui non mi ascolta –Zayn!- urlo e lui si volta di scatto.
-Vuol dire che tu mi piaci cazzo!- urla facendomi indietreggiare di un paio di passi.
-Non è possibile questo- dico in un sussurro guardandolo in faccia, è sconvolto come se pronunciare quella frase sia stato un errore e sono certa che lo sia stato.
-Fai finta che non ti abbia detto nulla- dice e mi supera cercando di non toccarmi tornando in palestra.
-Sei uno stupido- urlo uscendo dello spogliatoio e facendolo bloccare –Sei uno stupido, perché tu non sai cosa significa davvero quando ti piace una persona- urlo di nuovo e lo vedo venire verso di me svelto.
-Che ne sai tu di quello che provo io, eh? Credi davvero che sono uno di quei ragazzi senza sentimenti che si porta a letto le ragazze a caso?- dice tutto d’un fiato.
-Questo è quello che ho sempre visto guardando te e i tuoi patetici amici- dico disgustata.
-Ok, forse hai ragione, ma non ti è passato per la testa che è quello che io voglio dimostrare?-.
-Certo e fammi capire, tu saresti il buono e dolce Zayn che conquista una ragazza con una rosa e una serenata alla finestra?- dico trattenendo le risate.
-Se vuoi posso farlo, se tu mi darai una possibilità- dice sfoderando un sorriso e prendendomi il viso tra le sue mani –Permettimi di dimostrarti chi sono davvero Susan- le sue labbra premono sulle mie.
Questa volta rispondo al bacio e mi alzo sulle punte in modo di essere alla sua altezza, quando ci stacchiamo lui mi guarda con un briciolo di speranza.
-Va bene- dico infine prima di baciarlo di nuovo e quando mi stacco corro verso la palestra seguita da lui.
Appena entro lo sguardo di Samuel si sposta immediatamente a me e mi guarda sconvolto, temo che tra un’ora dovrò dargli delle spiegazioni.
Raggiungo il professore che ha riunito tutti in cerchio e mi posiziono di fronte a Zayn che mi guarda sorridente.
Mi sono appena messa in un pasticcio.

L'angolo.
iiiiiiiiip eccomi!
Credo di sapere a cosa state pensando, anch'io ero un pò scossa quando ho scritto questo capitolo.
Ero un pò indecisa su chi mettere e le opzioni erano due: Zayn o Liam?
Poi, però, ci ho riflettuto e ho pensato "se metto Liam è sempre la stessa storia, lui che sembra duro e invece non lo è, perchè non mettere il bello e il tenebroso Zayn che nessuno si aspetterebbe?" e così è stato deciso.
Premetto che, da adesso in poi, farò un pò più fatica a mettere i capitoli, perchè li elaboro per bene e poi li inserisco.
Ah, leggendo i capitoli precedenti, e anche all'iuto della mia fedele compagna di classe che mi segue in questa avventura, mi sono accorta di alcune imprecisioni.
Se mai ne doveste trovare delle altre, anche nei capitoli successivi, vogliatemi scusare tantissimo, anche se adesso cercherò di stare più attenta.
Beh, che dire?
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, fatemi sapere (:
Un abbraccio e un bacio,
-Chiara (:
  
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