Angolino dell'autrice

Ma ciao!! ^-^
Ok, in questo periodo sono in vena di esperimenti... quindi eccomi qui, con una storiella - poco più che flash-fic, in realtà - su una delle mie coppie preferite di Fairy Tail: Laxus/Fried.
In realtà sto scrivendo altre due one-shot su di loro, ma girovagando per il web ho trovato un'immagine a dir poco meravigliosa, e ho sentito l'impellente bisogno di scriverci qualcosa. Ve la posto a fine storia, ditemi se piace anche a voi! :3
Per il resto non c'è molto da dire: è scritta dal POV di Laxus, ed è ambientata dopo un ipotetico scontro con un ipoteticissimo avversario. Scontro da cui il nostro Laxus è uscito - ovviamente ù.ù - vincitore, ma è anche rimasto ferito.
E... niente, mi sembra sia tutto.
Ringrazio in anticipo tutti voi che leggerete e/o recensirete e vi saluto.

Note: I raijinshuu sono le guardie del corpo del Dio del Fulmine, ovvero Fried, Bixlow ed Evergreen.
Disclaimer: I personaggi e la storia di Fairy Tail non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^

Ti regalo un bacio

Nonostante siano passati alcuni giorni dallo scontro, ancora non ti sei ripreso del tutto.
Non credevi che quel bastardo fosse tanto forte.
Sei sdraiato a riposarti già da un po’ quando senti qualcuno entrare nella tua stanza, ma non apri gli occhi per vedere chi è.
Non ne hai bisogno: riconosceresti i passi dei tuoi raijinshuu tra mille.
E i suoi tra i loro.
Fried ha sicuramente capito che non stai dormendo – ti conosce troppo bene – ma comunque non ti rivolge parola: si limita a spostare la sedia della scrivania vicino al tuo letto, per poi sedersi in silenzio.
Sai che aspetterà un tuo cenno per iniziare a parlare, così come sai che, se tu non lo farai, lui continuerà comunque a rimanerti accanto.
Almeno fino a quando darai segno di gradire – a modo tuo, è ovvio – la sua silenziosa presenza.
Col passare dei minuti le palpebre – già chiuse – cominciano a farsi pesanti, e il respiro più regolare. E in quello stato di dormiveglia che precede di poco il sonno, senti Fried muoversi dalla sua posizione.
Il materasso affonda un po’ quando ci si appoggia, e insieme ad una carezza leggerissima avverti sul viso anche il suo respiro caldo… eppure continui a rimanere immobile, fingendo di esserti addormentato sul serio.
I suoi capelli ti solleticano dolcemente, ma mai come il lieve tocco delle sue dita, che lentamente sfiorano ogni parte del tuo viso fino a fermarsi sulle tue labbra… e un momento dopo cedono il posto alla sua bocca.
E tu… tu sei davvero sorpreso. Non per il gesto in sé, ma perché nonostante tu sia stato con molte donne, quello è il bacio più delicato che tu abbia mai ricevuto.
Si allontana quasi subito e tu, senza neanche averlo deciso davvero, socchiudi gli occhi per guardarlo… e allora incroci i suoi.
Fried non è affatto stupito di scoprirti sveglio, e nonostante il cervello ovattato dalla stanchezza puoi benissimo immaginare quanto sia stato difficile, per lui, compiere quel gesto all’apparenza tanto semplice. Così, mentre continua a guardarti aspettando una tua reazione, decidi d’impulso di voler premiare quel suo coraggio.
«Già che c’eri» mormori, la voce roca per non essere stata usata tanto a lungo «potevi fare le cose per bene…»
Lo vedi sgranare gli occhi a quella frase che sembra quasi un invito, e cercare nel tuo sguardo una conferma che non tardi a concedergli, con un mezzo sorriso che quieta tutti i suoi timori. Sorride anche lui e si china di nuovo su di te, esitante. Sfiora ancora le tue labbra con lo stesso tocco leggero di prima, ma quando le schiudi per lui sospira e approfondisce il bacio.
E allora chiudi gli occhi e lo lasci fare, permettendogli di assaporarti, e quando la sua lingua va a sfiorare timida la tua rispondi alle sue carezze, cercando di trasmettergli a quel modo tutto l’affetto che provi per lui.
Affetto… ma non amore.
Senti la sua mano poggiarsi delicata sul tuo petto nudo, e sai che Fried si è accorto che, a differenza del suo battito furioso, il tuo è lo stesso di sempre, lento e cadenzato.
Quando – poco dopo – si separa da te, il suo sguardo è indecifrabile. E dopo alcuni, interminabili, secondi di silenzio «Grazie.» dice soltanto, le labbra tese in un sorriso triste.
Ti accarezza il viso un’ultima volta, poi – senza aspettare una risposta che non gli avresti dato comunque – si alza ed esce dalla tua stanza.
E anche se vederlo così ti spezza il cuore – quel cuore che con tutti gli altri fingi di non avere – non puoi fare altro che rimanere lì sdraiato a crogiolarti nella tua impotenza… e a pensare che daresti qualsiasi cosa per poter ricambiare i suoi sentimenti.
Sarebbe tutto dannatamente più semplice.

Ed ecco l'immagine che è stata la fonte d'ispirazione per questa storiella.