Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Strega_Mogana    08/03/2014    7 recensioni
I colleghi trovavano la sua compagnia piacevole.
Gli studenti si erano appassionati alla materia e spesso le chiedevano consiglio.
Lui era
pazzo di lei.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Storia scritta per la Severus House Cup - mese di Febbraio, indetta dal Calderone di Severus.
Questa storia si basa sulla canzone dei Kiss - I was made for loving you qui trovate il testo e la traduzione della canzone. Qui il video della canzone.
Nel testo ci saranno delle frase prese direttamente dalla canzone, ma per amore dell’impatto visivo non le ho segnate.


Fatti l'uno per l'altra

La notte era fredda.
Sulla Torre di Astronomia soffiava un leggero vento gelido che portava l'odore della neve che si era posata nei giorni precedenti.
Ogni tanto arrivava qualche nota dalla Sala Grande dove gli studenti e alcuni professori festeggiavano l'arrivo di un nuovo anno.
A lui non interessava, non aveva nulla per cui festeggiare un anno uguale agli altri anni.
In molti avrebbero avuto qualcosa da ridire.
Era sopravvissuto al morso di Nagini per puro miracolo e ancora, nonostante fossero passati quasi dieci anni da quel giorno, non sapeva se ringraziare la sorte che l'aveva graziato o maledirla.
Era stato lodato per il suo coraggio e per la cieca lealtà che aveva avuto verso Silente, aveva ricevuto un Ordine di Merlino Prima Classe, era il Preside della scuola di magia più rispettabile della Gran Bretagna se non dell'Europa intera.
Aveva una vita libera da Marchi e promesse che sgretolavano il suo animo. Aveva imparato a pensare a Lily senza sentirsi più in colpa, instaurando un rapporto con suo figlio quasi di amicizia.
Eppure lui non si sentiva così fortunato come molti credevano.
Si era liberato dalle catene che lo imprigionavano al ricordo di Lily e a quell'amore che aveva portato solo silenziose e dolorose lacrime, per ricaderci come un'idiota Troll di montagna qualsiasi.
Ancora una volta vittima dell'amore. Ancora una volta con il cuore in subbuglio e l'anima tormentata.
Il mago sospirò mentre il vento gli accarezzava la pelle pallida scompigliandogli la chioma corvina.
Sollevò lo sguardo verso il cielo, le stelle brillavano in quella notte di Capodanno e la luna era piena nel cielo illuminato. Tonda e argentata come una moneta.
Gli ricordò la barba di Silente e il luccichio che avevano le sue lenti. In quel preciso momento sentiva fortemente la mancanza di Albus. Lui avrebbe saputo consigliarlo, forse anche prendendolo un po' in giro per la sua improvvisa timidezza.
C'era il suo ritratto nell'ufficio, ma non era la stessa cosa.
- Posso disturbare questo momento di solitudine?
La voce femminile giunse alle sue spalle e lo accarezzò facendogli palpitare il cuore.
Si voltò incrociando lo sguardo sorridente della professoressa di Aritmanzia.
Hermione Granger insegnava nella scuola da cinque anni.
Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa nella vita, aveva del talento per la medimagia, poteva aspirare a diventare un ottimo avvocato magico e, forse, anche il primo Ministro donna del mondo magico, poteva fare la ricercatrice, la giornalista, aveva il mondo ai suoi piedi.
Invece si era ritirata ad Hogwarts qualche anno dopo il diploma.
Aveva iniziato a lavorare al Ministero, ma non si era ambientata. Il mondo era cambiato, la guerra era finita, ma i politici restano sempre gli stessi e lei era troppo nobile, troppo pura d'animo per macchiarsi con quel mondo.
Non aveva retto ai giochi politici sporchi, agli intrighi per favorire quelli meno portati, ma con più galeoni alla Gringott se n'era andata una mattina uggiosa di metà Ottobre.
Era stato quasi obbligato ad assumerla, la professoressa Vector si era licenziata all'improvviso senza lasciargli il tempo di cercare qualcuno dotato in quella complicata materia.
Minerva, supportata dal dipinto di Albus, l'avevano convinto che la Granger aveva le capacità adatte per quel lavoro: ottima conoscenza dalla materia, passione e rispetto delle regole della scuola.
Non aveva avuto scelta, l'aveva assunta sottolineando che, al primo errore, avrebbe cercato qualcuno più adatto al ruolo.
Alla fine, con suo sommo dispiacere, soprattutto per il suo orgoglio Serpeverde, avevano avuto ragione loro. Hermione si era dimostrata capace, attenta alle esigenze degli studenti, ma severa quando serviva.
I colleghi trovavano la sua compagnia piacevole.
Gli studenti si erano appassionati alla materia e spesso le chiedevano consiglio.
Lui era pazzo di lei.
Hermione sorrise facendo un passo avanti, indossava un lungo abito rosso scuro e un pesante mantello nero per coprirsi dal freddo.
- La notte è fredda. - le disse solamente.
La strega gli lanciò uno sguardo divertito e sollevò le mani. In una teneva una bottiglia di vino, nell'altra due bicchieri dallo stelo sottile.
- Per questo ho portato del vino.
Fece una lieve smorfia che voleva assomigliare ad un sorriso mentre lei appoggiava i bicchieri sulla balaustra di pietra e apriva la bottiglia con un colpo di bacchetta.
- Dovremmo bere champagne, - disse lei mentre la bottiglia versava da sola il vino – ma non mi piace molto. Preferisco il vino rosso. Questa bottiglia me l'hanno portata i miei genitori dall'Italia qualche anno fa. L'ho tenuta da parte per una serata importante.
Severus osservò il vino scendere lentamente nel bicchiere, rifletteva i raggi argentati della luna.
- Perché sei venuta qui? - le domandò.
La bottiglia si appoggiò dolcemente sulla pietra della balaustra. Severus non poté non ammirare la sua tecnica con un semplice incantesimo di lievitazione.
- E' il primo Capodanno che passo ad Hogwarts da quando insegno. - spiegò chinandosi a prendere i bicchieri pieni – Speravo di vederti in Sala Grande dopo la cena, ma mi hanno detto che passi questa notte da solo. A volte qui, a volte nelle tue stanze. Sono andata nei sotterranei, non trovandoti sono venuta qui.
- Ormai è diventata una tradizione passare questa notte in solitudine.
- Beh... - ripose Hermione porgendogli un calice – credo che sia arrivato il momento di instaurare una nuova tradizione.
Prese il bicchiere dalle mani della donna, le loro dita si sfiorarono appena. Si guardarono negli occhi, lei sorrideva.
Lei sorrideva sempre.
- Allora alle nuove tradizioni. - fece lui sollevando la mano che reggeva il bicchiere.
- Alle nuove tradizioni.- fece eco lei imitandone il gesto.
Bevvero in silenzio, osservando il panorama ai loro piedi. Ogni tanto le lanciava qualche furtiva occhiata, osservandone il collo libero dai ricci che aveva raccolto in una bassa coda, desiderando assaggiare quella pelle di seta.
- E' bellissimo qui. - mormorò la strega – Sembra tutto più... magico.
Annuì sentendo che doveva riempire il silenzio che era calato tra di loro, altrimenti avrebbe iniziato a dare retta al suo cuore.
E il suo cuore aveva solo ed unico desiderio.
- Come mai non sei alla Tana? O con i tuoi genitori?
Avrebbe voluto chiederle perché non era con un uomo, con qualcuno che l'avrebbe amata come meritava, ma non trovò il coraggio di farlo.
- I miei genitori passano questo periodo nella casa dei miei nonni nello Cheshire. E non avevo voglia di andare alla Tana.
Si voltò a guardarlo, un sopracciglio nero si era inclinato verso l'alto scettico.
Hermione ridacchiò di fronte a quell'espressione un tempo temuta.
Inclinò la testa leggermente di lato lanciandogli un'occhiata complice.
- Sa mantenere un segreto Preside Piton?
Usava quel tono scherzoso quando voleva stuzzicarlo, provocarlo e lui si lasciava provocare da quella donna che era capace di sconquassare il suo grigio mondo solitario.
E il modo in cui sussurrava la parola Preside lo faceva impazzire di desiderio.
In risposta il sopracciglio si inclinò ancora di più come a sottolineare che una vita passata come spia e doppiogiochista l'aveva reso avvezzo al mantenere i segreti.
Fu l'unico movimento del suo corpo nonostante il suo cuore gli urlasse di baciarla su quella torre.
La strega rise un po' di più e a Severus parve che la luna fosse più grande, più luminosa e la notte meno fredda.
- Non sopporto Victorie.
Questa volta fu il turno di Severus di ridere. Aveva visto la piccola veela solo una volta da quando era nata e non aveva intenzione di ripetere l'esperienza. I neonati lo mettevano a disagio.
- Non è divertente! - esclamò lei fingendosi offesa da questa inaspettata risposta – Mi sento terribilmente in colpa per questa cosa. Ma la bambina non la smette di piangere e deve aver ereditato i poteri delle veele perché ogni volta che piange George, Harry, Arthur e Ron fanno a gara a chi la prende in braccio. Ginny è furiosa e Molly non fa che ripetere che Arthur ha iniziato a cambiare i pannolini solo alla nascita dei gemelli.
Il mago smise di ridere, ma le labbra erano sempre incurvate in un delicato sorriso.
- E poi Ron portava la sua nuova fiamma, Wendy. E solo il nome la dice lunga sull'intelligenza di quella strega. Fa la modella di biancheria intima per un'agenzia Babbana. Si è attaccata a Ron per via di tutti gli aneddoti che lui racconta sulla guerra. Inutile di dire che la maggior parte di quello che dice in giro è falso o ampiamente ingigantito dalla sua sete di popolarità. Le ultime notizie che mi sono arrivate riguardavano il lago nella Foresta di Dean. Da quello che lui dice era infestato da avvincini e sanguisughe. Ovviamente portarla alla Tana è il suo infantile modo di dirmi che lui è andato avanti dopo che l'ho lasciato mentre io sono sola.
Severus coprì un altro attacco di risa con un finto colpo di tosse.
- Oh molto maturo da parte sua, Preside Piton. - sbuffò Hermione fingendosi infastidita, ma stava nascondendo un sorriso divertito nel bicchiere quasi vuoto.
Gli piaceva quel loro strano rapporto. Quel gioco di sguardi e finte prese in giro, gli piaceva stuzzicarla, litigare per poi fare riappacificarsi davanti ad una scacchiera o in biblioteca dove lei gli chiedeva consiglio per un libro.
Gli piaceva lei.
Il suo profumo, la sua innata capacità di farlo imbestialire e di riappacificare il suo animo solo con uno sguardo.
Proprio uno stupido Troll di montagna.
Mentre bevevano il secondo bicchiere il grande orologio della torre nord batté dodici colpi. Dalla Sala Grande arrivò l'eco dei brindisi, qualcuno aumentò il volume della musica.
Severus appoggiò il bicchiere sulla pietra e prese quello tra le mani della strega.
- Se questa è la notte delle nuove tradizioni... - mormorò allungando una mano verso di lei – mi concede questo ballo professoressa Granger?
Il sorriso di lei illuminò il suo volto, la Torre di Astronomia, l'intera notte. Annuì e gli prese la mano, il pozionista l'avvicinò al suo corpo e la strinse in un delicato abbraccio. La sua mano scivolò sotto il mantello, il vestito di Hermione si apriva sulla schiena in una profonda scollatura dandogli il permesso di sfiorarle la pelle nuda.
Assaporò il calore della sua pelle mentre lei appoggiava la testa sulla sua spalla avvolgendolo con il suo dolce profumo al sapore di miele e fiori di campo.
Si mossero piano, volteggiando sulle note solitarie che arrivavano fino alla torre.
Lei si strinse di più al suo corpo e lui aumentò la stretta iniziando ad accarezzarle lentamente la schiena, lasciandogli scoprire che non indossava il reggiseno.
Non riuscì a cacciare indietro un lieve sospiro compiaciuto.
- Quel vino era troppo forte... - sussurrò Hermione nel suo orecchio facendogli scendere un brivido lungo la spina dorsale – nonostante tutto quello che ho mangiato mi è andato alla testa.
Si voltò verso di lei, vicinissimo al suo volto. I suoi occhi erano luminosi. Le sue labbra invitanti. La sua pelle profumata. Troppo profumata.
Era una sublime tentazione.
Lei sorrise e avvicinò le sue labbra sottili, forse anche un po' screpolate per via del freddo.
- Hermione…
La strega non rispose, si avvicinò ancora di più e annullò la minima distanza che separava le loro bocche.
Il bacio fu delicato, superficiale, semplice.
Si separarono in fretta. Giusto il tempo di sentire il suo sapore sulle labbra.
Il cuore di Severus batteva forte, era quasi certo che lei lo sentisse attraverso la casacca nera. Il mago aveva l’impressione che presto sarebbe scappata da lui, dal quel gesto e da quel cuore oscuro che batteva per lei.
Invece Hermione sorrise senza staccarsi, sfiorandogli le labbra senza baciarlo.
Torturando il suo cuore, la sua anima e il suo corpo. Una dolce tortura.
- Lo sai che il vino è solo una scusa, vero? – mormorò maliziosa; l’alito caldo gli scaldò le labbra e il volto.
Il mago ricambiò il sorriso e, questa volta, fu lui ad annullare la misera distanza che separava le loro bocche.
Il secondo bacio fu più profondo, intimo e passionale.
Avvertì le mani di Hermione tra i capelli mentre la sua mano era scesa fin quasi la fine della scollatura sulla schiena spingendola verso il suo corpo facendole sentire quando fosse amata e desiderata, mentre con l’altra le sfiorava la delicata e sensibile pelle del collo.
La giugulare pulsava fremente sotto i suoi polpastrelli.
Un battito così simile al suo.
- Severus… - sussurrò lei mentre il mago scendeva e baciava quel tratto di pelle sottile dove l’arteria pulsava, seguendone il percorso con la punta della lingua.
Risalì sul suo viso baciandole l’angolo della labbra, la guancia e arrivando al suo orecchio.
La mano sul collo era scesa sfiorandole, con un gesto che sembrava casuale, un seno.
- Stanotte voglio darti tutto Hermione. Il mio cuore, la mia anima, il mio corpo, appartengono già a te. E stanotte voglio stendermi con te, vederti svegliare la mattina, sentire il tuo respiro vicino al mio. Perché ho scoperto che io sono fatto per te.
La strega sorrise accarezzandogli li volto spigoloso con le sue morbide, calde mani.
- E io sono fatta per te, Severus.
Il professore le prese una mano.
- Andiamo...
Scesero veloci la scala a chiocciola e iniziarono a percorrere il corridoio, sempre mano nella mano. Sorridevano e si guardavano negli occhi pregustando il resto della notte.
Severus ogni tanto la spingeva in una nicchia buia, dietro una vecchia armatura facendola ridere come una bambina. Baciandola con foga, senza averne mai abbastanza del suo sapore, del suo profumo e del suo calore.
Accarezzandola con più foga aumentando il desiderio di entrambi.
Hermione ricambiava con lo stesso desiderio, dolcemente gli mordeva il collo, nello stesso punto in cui Nagini aveva lasciato due tondi segni. Dove la pelle era ricresciuta più sensibile.
La puniva con leggeri morsi sulle labbra che la facevano gemere rischiando di fargli perdere il suo rigido autocontrollo.
Ansimanti, appoggiati ad un muro, nascosti dietro la statua di una strega con una scopa in mano, si guadarono in volto.
Volevano di più, volevano tutto e quella notte era per loro un nuovo inizio. Quella notte avrebbe fatto avverare ogni loro sogno, ogni desiderio.
Erano fatti per amarsi, entrambi lo sapevano.
- Mi ero perso... - mormorò il mago appoggiando la fronte su quella della donna – mi ero perso nella nebbia di un'esistenza grigia. Ma poi sei arrivata tu... e ho trovato la mia strada. E ho capito che sono fatto per amarti.
Avvertì le dita di Hermione giocare con i primi bottoni della casacca nera.
- Il mio alloggio è vicino, basta svoltare quell'angolo, Severus. - gli disse dolcemente intrecciando le loro mani, frammentando la frase con dolci baci a fior di labbra – Andiamo... possiamo parlare, possiamo stare solo vicini. Possiamo fare quello che vuoi. E' la nostra notte.
- Se anche tu lo desideri tutte le notti possono essere nostre.
Hermione sorrise e annuì.
- Non chiedo di meglio, Severus.
Lei scivolò dal suo abbraccio iniziando a trascinarlo verso la sua stanza, ma lui la bloccò ancora una volta.
- Un bacio... - alitò vicino alle sue labbra – chiedo solo un bacio. Non riesco ad averne abbastanza.
Hermione sorrise raggiante e lo baciò velocmente, ma con intenità.
- Ora andiamo... - momorò con voce roca Severus riafferandole la mano ormai prossimi all'appartamento di lei – E sappi che non ho nessuna intenzione di parlare o starti solo vicino questa notte.
La professoressa stava ancora ridendo quando la porta si richiuse alle loro spalle isolandodoli da tutto il resto del mondo.

Fine
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Strega_Mogana