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Autore: _Naira    11/03/2014    2 recensioni
Continuazione di "la ragazza dagl'occhi color cielo"
Due ragazzi che finalmente sono riusciti a dichiarare il loro amore, ma non esiste il felici e contenti nella realtà... :)
Un bacione a tutti isy_94.
P.s. spero di essere riuscita ad incuriosirvi ;)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Pov Enrico
"Amore, devo dirti una cosa." Le dico dolcemente. Mi guarda preoccupata mettendosi a sedere sul letto.
"Mi devo preoccupare?!" Chiede.
"Si."
"Dimmi." 
Le racconto tutto osservando ogni minima sfumatura del suo sguardo, ogni movimento impercettibile del suo corpo e quando ho finito attendo una sua reazione che non tarda ad arrivare, seppur non è quella che speravo. 
"Che hai intenzione di fare?" Domanda gelida.
"Non tornerò da lei, se hai paura di questo." Lo dico con un tono troppo duro e acido rispetto a quello che volevo usare. 
"Non iniziare a fare la povera vittima, non hai scuse per questo." 
"Scusa?! Ero ubriaco marcio, e lo ero a causa tua, lo ero perché mi hai lasciato!" Alzo la voce. 
"L'ho fatto due anni prima! E non è colpa mia se preferisci alcolizzarti invece di affrontare i problemi! Mi sorprende che tu non sia ancora andato al bar." La sua voce è ironica e pungente, fa male.
"Questo non è vero! Non bevo per affogare il dolore nell'alcool!" 
"E allora perché lo fai?" Mi gela sul posto. 
"Per staccare la spina qualche ora." Rispondo iniziando a chiedermi quale sia effettivamente il motivo per cui mi riduco a non stare in piedi. 
"Ah certo,  perché staccare la spina non comprende affogare il dolore." Continua ironica.
"Ma non è quello il motivo!" Urlo.
"Allora spiegami perché cazzo di motivo ti ubriachi e poi combini casini! Credevo che fossi cambiato e invece non è così! Hai sempre mandato tutto a puttane la nostra relazione, come ogni altra cosa nella tua vita!" Mi è appena arrivata una pugnalata.
"Sono cambiato! Ma quando ti ho vicino! E ho fatto degli sbagli però non puoi rinfacciarmi che non mi sono mai impegnato a rimediare!"
"È inutile riparare le cose quando prima le hai rotte buttandole per terra!" 
"Non era mia intenzione fare quegli sbagli! Non mi sono svegliato una mattina dicendo: Mh, oggi quasi quasi faccio chiamare Naira da Malika e farle spifferare tutto! Non mi sono svegliato una mattina dicendo: Mh, oggi mi sa che litigherò con Naira perché ha la camicia di Marco addosso!" Urlo infuriato. 
"Ah si?! Ma pensa un po!" 
"Comunque non preoccuparti, non ti rovinerò più la vita! Non siamo destinati a stare insieme."
 
 
Pov Naira
"Comunque non preoccuparti, non ti rovinerò più la vita! Non siamo destinati a stare insieme." Non siamo destinati a stare insieme.... calde lacrime iniziano a rigarmi il viso quando lo osservo recuperare la sua roba e uscire, il mio peggiore incubo si è appena avverato, mi lascio cadere con la faccia sul cuscino e lascio uscire violenti singhiozzi non appena sento la porta d'ingresso sbattere. Il mio cuore si è appena spezzato,  una fitta lancinante lo squarcia, urlo premendo il cuscino con più forza, sento dei passi che si fermano e poi corrono, una mano mi accarezza la testa e poi inizia a scuotermi chiamando preoccupato. Marta ha sentito tutto e ora cerca di capire come mai anziché in due ci sia solo io qui, piango talmente tanto che non riesco a respirare, la sento chiamare Marco urlando, poco dopo arriva anche lui che, essendo più forte di lei, mi tira su e mi stringe a lui, mi aggrappo alla sua maglia che sa di casa e continuo a piangere, tremare e urlare 3 parole, solo quelle riescono ad uscire. 
"Se n'è andato!" Lo ripeto mille volte.
"Shhh principessa, calmati, respira, ci siamo noi qui, sistemeremo tutto." La sua voce dolce e calda riesce a calmare le mie lacrime, anche se non le ferma. Alzo gli occhi per incrociare i suoi preoccupati, Marta è seduta vicino a noi e mi guarda anche lei con la stessa preoccupazione, mi accarezza una guancia catturando una lacrima.
"Vita, stai tranquilla, vuoi dormire con me?" Mi chiede. 
Mimo un no con la testa e la riappoggio al petto del ragazzo che in risposta mi stringe più forte. 
"Cosa vuoi fare principessa?" Domanda il moro.
"Niente." Sussurro. 
"Usciamo un po?!" Tenta Marta. 
"No." Sussurro ancora. 
La vedo alzarsi, prendere il telefono e uscire, so cos'ha in mente, ma il solo pensare a lui mi fa riniziare a piangere. 
 
 
 
Pov Enrico
Sto guidando senza meta da ore, cerco conforto nel buio nella notte, le mie guance sono bagnate da mille lacrime, non sarei dovuto andare via, ma ho avuto paura e purtroppo questo lato codardo del mio carattere non è mutato. Il mio telefono inizia a suonare, guardo il display che lampeggia il nome di Marta, non so se rispondere o buttare giù, ma so già che mi chiamerà all'infinito quindi rispondo.
"Si?" Dico in tono asciutto, stanco, svuotato.
"Si può sapere che cazzo ti è passato per quel neurone down che ti ritrovi?" Chiede incazzata nera. 
"Cazzi miei!" Rispondo acido.
"Non ci provare! Lo so che stai male, quindi vedi di riportare il tuo miserabile culo qui prima che sia troppo tardi!" 
"È già troppo tardi, so che lei si è rifugiata tra le braccia di Marco, guardali, sono fatti per stare insieme, solo che non lo ammettono. Lui la ama come io non potrò mai fare, non la ferirà mai come ho fatto io. Guardali bene e dimmi se sbaglio." Dall'altro lato del telefono c'è un momento di silenzio e mi da la conferma che ho ragione. 
"Non dire cazzate! Quello che li lega è affetto, niente di più! Lei ti ama! Ti ama cazzo! Quando accetterai questa cosa?! Quando capirai che questo è un amore puro, che non ti spezzerà il cuore come ha fatto non so chi sia?!" Chiede retorica. 
Non le rispondo, butto giù, continuo a guidare pensando a tutto, mi fermo dopo qualche ora e mi ritrovo dove mi ha detto 'ti amo' la prima volta, a 2220 metri di altezza, in mezzo a montagne infinite, il mare che sbuca timidamente in fondo all'orizzonte, il sole sta nascendo, era un giorno come questo, avevamo portato il gregge qui e ci eravamo fermati a dormire. Questo paesaggio puro e lontano dal deturpamento dell'uomo, silenzioso, ma viene rovinato dal rumore dei miei pensieri, l'istinto di tornare indietro è forte, tuttavia lo reprimo, sono convinto che vivrà meglio senza di me. 
Mi sdraio sull'erba rigogliosa e guardo l'alba cercando di non pensare, cosa alquanto impossibile, penso a dove posso dormire, a come sta, a cosa fa, penso a cosa farò da ora in poi, dove vivrò, dove lavorerò. 
 
 
Pov Naira
Mi sono addormentata tra le braccia di Marco, mi ritrovo sdraiata nel letto con Marta seduta da una parte vicino a me che mi osserva e Marco seduto dall'altra parte con gli occhi puntati su di me, li guardo confusa. 
"Quanto ho dormito?" Chiedo. 
"Esattamente 18 minuti." Risponde la ragazza. Si scambiano un'occhiata triste e poi sento il moro richiamare la mia attenzione. 
"Principessa, dobbiamo dirti una cosa." Parla con dolcezza eppure trovo una traccia di compassione nella sua voce. 
"Che cosa?" 
"Enrico non credo tornerà e non sappiamo dove sia." Continua Marta. 
"Che cosa!!?" Chiedo preoccupata con voce stridula. 
"Gli ho parlato ieri e non aveva intenzione di tornare, Marco ha provato a chiamare stamattina ma non prende." Spiega dolcemente e il panico mi attanaglia lo stomaco. 
Mi blocco a fissare il vuoto, Marco mi informa che deve andare a lavorare e mi chiede se voglio scendere ad aiutare Lexy, mimo un no e lasciandomi un bacio sulla fronte esce. Non so quanto tempo sia passato quando sentiamo bussare alla porta, mi risveglio e quando mi alzo per andare ad aprire il buio mi circonda, sento la testa girare, le gambe cedere, il cuore rallentare, quasi fermarsi, di dopo non ricordo più niente, se non quelle parole che mi rimbombano in testa. 
 
 
 
Pov Marta
Ho visto Naira crollare ai miei piedi senza che avessi il tempo di prenderla, ho provato a svegliarla ma non ho ottenuto niente, eravamo sole in casa e non sapevo che fare, sono stati attimi di panico, ho chiamato i ragazzi che sono corsi subito a casa. Ora siamo in ospedale a parlare con i medici che l'hanno visitata e quello che ci ha appena detto mi fa venire i brividi. 
"Il suo corpo ha smesso di lottare." Pronuncia il medico. 
"In che senso?" Domanda Marco. 
"Vedete, quando il corpo umano subisce qualche trauma fisico o emotivo molto forte può capitare che ceda, che si arrenda. Ha lamentato dolori al cuore?" 
"Non ci ha detto niente." Rispondo. 
"Ma cosa le è successo?" Domanda di nuovo Marco. 
"In poche parole il suo cuore si è fermato qualche secondo e poi ha ripreso a funzionare, si è arreso e ho paura che non sia l'ultima volta." Spiega il medico. 
"Ma come può essersi fermato, stava bene fino a qualche secondo prima." Continuo. 
Sono convinta che non possa esistere un amore così forte da intaccare il funzionamento dei muscoli involontari, ma Naira forse mi ha dimostrato il contrario, per quanto mi possa sforzare di quantificare l'amore che prova per quel ragazzo troppo giusto eppure troppo sbagliato, troppo coglione per superare la convinzione che tutti lo feriscono e quindi quando il dolore gli pizzica la pelle scappa a gambe levate, se solo capisse un quarto di questo amore forse supererebbe tutto, ma è troppo coglione e cocciuto per capirlo. 
 
 
 
Pov Naira 
Mi sveglio nel mio letto, mi guardo intorno stordita, le ultime cose che ricordo sono che lui se n'è andato anche se fatico a credere che sia realmente accaduto, mi giro convinta di trovarlo vicino a me ma l'altro lato del letto è vuoto.  Marta entra timidamente insieme a tutti gli altri coinquilini. 
"Come stai?"
"Non lo so." Rispondo atona.
"Tieni, ti abbiamo portato qualcosa da mangiare." Silvio si fa avanti con un vassoio contenente un piatto di pasta e uno di carne cruda. 
"Non ho fame." Dico allontanando con la mano il cibo.
"Ma devi mangiare." Replica Lexy preoccupata.
"Ho detto che non ho fame." Ribatto secca. Si scambiano sguardi tristi ed escono lasciandomi sola, prendo il telefono e metto la musica, le prime note di somebody's me si diffondono nella stanza e inizio a piangere, sono coltellate che trafiggono ogni muscolo, un conato di vomito mi costringe ad andare in bagno. 
 
 
Pov Enrico
Entro nella casa che mi ha visto crescere, saluto mia sorella e mi madre, mia madre?! Che ci fa qui?! 
"Ciao figliolo." Mi saluta imbarazzata.
"Che cazzo ci fai qui?" Chiedo stringendo i denti. 
"Eli era preoccupata per te e mi ha chiamato." Mi si avvicina e io mi allontano schifato. 
"Sto bene, non vedo perché dopo 20 anni tu debba tornare a preoccuparti di me." La odio e la sua presenza in questa casa mi fa saltare i nervi. 
"Figliolo ti prego, non voglio combattere con te." 
"Non sono più tuo figlio da quando hai varcato quella porta!" Urlo infuriato facendole vedere i denti.
"Ti prego." Supplica.
"Si prega la madonna." Sputo ironico e me ne vado in camera. 
Quando entro le foto appese all'armadio colpiscono la mia attenzione, sono 3, due sono quelle che ci aveva scattato Tomas sulla spiaggia e una non l'avevo mai vista, ritrae me e Naira alla transumanza sdraiati sul fieno, io che le sorrido e lei che mi punta un dito sul naso cercando di rimanere seria ma i suoi occhi sorridono, non sapevo l'esistenza di questo pezzo di ricordi, mi stava sgridando per averle rubato il posto. 
"È davvero una bella ragazza." La voce di mia madre mi distoglie dal suo ricordo.
"Fuori da camera mia!" Mi volto urlando.
"Enry, sei arrivato!" Mia sorella la supera e mi corre incontro abbracciandomi. 
"Falla uscire da qui." Le dico riferendomi a quella donna in piedi sulla soglia della porta.
"Ok, mamma esci un attimo." Le dice Eli con cortesia. 
"Fratellone che hai combinato?" Mi chiede la ragazza.
"Ho fatto il coglione." Ammetto abbassando la testa deluso.
Mia sorella prende la foto appesa e la guarda.
"Sai, stamattina è sceso papà e mi ha dato una busta con questa e.." tira fuori un foglio piegato dalla tasca "questa." Conclude porgendomelo. Lo apro scettico, poi vedo la scrittura di Naira e mi si blocca il cuore, inizio a leggere:
'e nonostante tutto ciò che ti fa andare avanti non sono gli amici, non è la famiglia, non è sperare che il domani sia un giorno migliore, è la forza che trovi quando sei da solo, sdraiato in un letto a guardare il soffitto, con una sigaretta fra le dita, che ormai non ti gratifica, non ti rilassa, semplicemente speri che  buttando fuori il fumo con esso escano pure i pensieri che ti distruggono la mente, che non ti fanno dormire e ti rigano il viso con lacrime amare cariche di delusione, per un'ennesima botta quando pensavi di riuscire ad alzare dinuovo la testa per poter guardare il sole... Ciò che ti fa andare avanti quando sei solo, sdraiato in un letto a fissare il soffitto sentendo la pioggia che batte è te stesso e nessun altro.... Poche persone sanno realmente che vuol dire essere soli, persi, incatenati in una vita sbagliata, o perlomeno in una vita che non vogliono.... E poi quando credevi che tutto ciò che ti aiutava ad andare avanti era la persona che se ti sfiora senti brividi lungo la schiena, che se ti guarda sorridendo impazzisci, che se ti sorride perdi il contatto con la realtà, arriva la delusione più grande.... Eppure speri sempre che le cose cambino, ma non è cosi, le cose non cambiano, per quanto tu possa sforzarti, per quanto tu possa metterci corpo, anima e cuore non cambia niente, perchè sarai sempre e solo quella che c'è sempre.  E nonostante tutto tu non vai avanti, rimani bloccata in un presente che non vuoi e in un futuro che odi... Sognavi un amore epico, come quello delle favole, sapendo bene che le favole non esistono, eppure ci credevi, e adesso?!? In cosa credi? Credi nelle canzoni, credi nelle piccole emozioni che ti sforzi di provare guardando un tramonto, o vedendo le persone intorno a te felici, ma tutto ciò che diventerai sarà un essere di forma umana plasmato e corroso dentro, con un vuoto incurabile... Senti come piove?! Vedi, alla fine siamo sotto lo stesso cielo, eppure perchè sei cosi distante da me?' 
Rileggo quelle ultime frasi milioni di volte e capisco che non posso stare senza lei, che non sarà mai felice senza di me, capisco quanto amore mi da e che lei non mi abbandonerà come ha fatto mia madre, mi infilo la lettera in tasca, lascio un bacio sulla guancia a mia sorella e corro fuori, mi imbatto in mia madre che mi chiede dove corro.
"Dalla donna che amo!" Le urlo prima di saltare in macchina e partire.
 
 
 
 
Spazio autrice
E voilà, un altro capitolo, voi direte che sono sadica, ma purtroppo questi due sono testardi ed orgogliosi quindi i momenti felici sono rari, ma si amano... ringrazio le splendide meraviglie che mi sostengono sempre :) un bacione enorme isy_94. 
  
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