Harry, sono Ginny.
Avrei voluto parlarntene durante gli allenamenti, ma a quanto pare non c'è
stata possibilità.
Sarò breve:se mio fratello entro domani non si scusa con Hermione puoi
riferirgli che non gli rivolgerò mai più la parola e che avviserò la mamma
del suo comportamento.
Non ho altro da dire, ciao.
Ron forzò la stretta ancora un
pò, con la mente completamente annebbiata, assolutamente inconscio della sua azione.
Guardò le pieghe della maglia di Hermione contratte allo stremo e si rese conto
solo in quel momento che stava esagerando.
Lentamente, la lasciò andare,
senza il coraggio di guardarla in volto. La rabbia e la gelosia andarono
scemando, lasciando il posto ad un grosso senso oppressivo di vergogna.
Non riusciva a capacitarsi di aver fatto una cosa tanto violenta. E non riusciva a
credere che la sua impulsività lo avesse portato ad un atto così spregevole.
Voleva dire qualcosa, qualcosa per giustificarsi, ma di scuse non ce n'erano,
neanche a volerne inventare.
Hermione rimase immobile per qualche interminabile minuto, e il gelo scese sui
due. La mente della ragazza lavorò freneticamente e l'unica cosa sensata che
trovò da fare fu andarsene e giurare a se stessa che la loro amicizia aveva
tomba in quel luogo.
In tutti quegli anni gli aveva perdonato fin troppe cose, ma questo superava il
limite. Il braccio le doleva moltissimo, sentiva come se le dita di lui lo stringessero ancora con violenza.
"Sei uno stronzo..." riuscì a dire dopo molto, superandolo e
incamminandosi verso le scale velocemente. Ron sentì quelle parole trafiggergli
il petto, la minima speranza che il suo gesto venisse sottovalutato, fu
distrutta.
Ormai non c'era nulla da fare, nè da dire. Accettò il suo destino e la seguì
con la coda tra le gambe e lo sguardo basso.
Il silenzio fu rotto da un grosso tonfo provenire dalle scale. Si affrettò a
controllare cosa fosse successo ed uno spettacolo raccapricciante gli si
presentò agli occhi.
Hermione era stesa di lungo a terra, il labbro insanguinato per aver colpito lo
spigolo della scala e gli occhi chiusi.
"Hermione!" esclamò lui senza esitare e le si avventò addosso per
constatarne lo stato di salute.
Aveva perso i sensi, il suo colorito perdeva di tono ogni secondo che passava e
il sangue continuava a fluire in abbondanza sul pavimento grigiastro. Senza
pensare ad alcunchè se la caricò sulle spalle e corse verso l'infermeria il
più veloce possibile.
*
"E' stato un calo di
zuccheri" sussurrò Ginny a Lavanda e Calì che erano sedute sulla sponda
del letto. Tutte e tre osservavano l'amica, beatamente addormentata, con aria
profondamente dispiaciuta e un pizzico d'apprensione, nonostante avessero
constatato che le condizioni della ragazza fossero in netta ripresa.
Madama Chips aveva loro concesso di restare solo una decina di minuti,
rimproverandole di disturbare il riposo della sua paziente e brontolando contro
i loro chiacchiericci fastidiosi.
Hermione si era svegliata poco dopo il suo trasporto in infermeria, aveva
ingerito una sostanza rosastra che avrebbe dovuto donarle le forze perdute e si
era subito addormentata.
Harry varcò la soglia della stanza con dipinta in volto un'espressione
terrorizzata, ma Ginny gli andò incontro rassicurandolo che l'amica stava bene
e che sarebbero bastati un paio di giorni di ricovero a farla tornare come
nuova.
"Ho ricevuto il tuo biglietto..." disse lui imbarazzato, cercando di
non farsi sentire da Calì e Lavanda che parevano interessatissime alla presenza
di Harry. Ginny lo guardò accigliandosi.
"...ecco stavo appunto per parlare con Ron, quando lui mi ha avvisato di
Hermione. E' molto dispiaciuto e..."
"Farebbe bene a venirla a trovare e scusarsi..." sbottò Ginny
acidamente "...è per via dello stress dell'ultimo periodo che Hermione è
in quel letto e, puoi starne sicuro, lui è la fonte più prospera di guai che
le sia capitata"
Harry cercò velatamente di nascondere alla ragazza che appena poco prima del
mancamento Hermione aveva avuto una tremenda discussione con Ron, si limitò ad
annuire "Sicuramente Ron avrà modo di scusarsi. Ma sii più indulgente con
lui, è comprensibile il suo atteggiamento se ci pensi bene"
"Comprensibile?!" urlò lei in risposta "Harry mi meraviglio di
te! Il cervello lo hai lasciato in camera a quanto noto! Si è comportato da
poppante e crede anche di aver ragione! Non trovo atteggiamento peggiore di
questo! Nossignore!"
Madama Chips spazientita dopo le urla provenienti dalla piccola Weasley, si
assicurò di sbattere fuori tutti i visitatori senza alcuna pietà, rivendicando
lo stato di salute di Hermione, più sdegnata che mai per tanta indelicatezza.
Harry si recò immediatamente dove aveva lasciato Ron qualche minuto prima. Il
ragazzo era in giardino, seduto contro il tronco di una vecchia quercia, con lo
sguardo perso nel lago.
"Sta bene. Una notte di sonno e si rimetterà completamente..." disse
il ragazzo sedendosi anche lui e sospirando stancamente "...e non credo le
dispiacerebbe vederti...insomma non può essere tanto grave quello che vi siete
detti, no?"
Ron si limitò a scuotere la testa con aria persa. Harry non sapeva propriamente
tutto, perciò poteva permettersi di sperare un'ipotetica conciliazione.
Si alzò in piedi di scatto, facendo sobbalzare l'amico "E ora dove diavolo
vai?" chiese senza capire.
"Devo scrivere una cosa" rispose il rosso sparendo quasi subito.
Arrivò in Sala Comune ad una velocità impressionante e, alla stessa velocità,
si procurò pergamena e piuma incerto sul cosa scrivere ma con un'enorme voglia
di farlo.
Quando, dopo circa trenta minuti, ebbe finito arrotolò il tutto con cura e, con
mole più tranquilla, raggiunse l'infermeria. Dovette aspettare quindici minuti
buoni prima che Madama Chips si allontanasse lasciandogli il campo libero.
Si infilò insicuro nella stanza, formulando mentalmente qualche scusa
plausibile nel caso in cui fosse stato scoperto.
Hermione giaceva addormentata nel lettino, la bocca socchiusa e le braccia stese
sopra le coperte. La finestra era aperta e il venticello serale scuoteva le
tende in un ritmo dolce e quasi ipnotico.
Ron non era sicuro sul da farsi, l'unica cosa sicura era che doveva consegnarle
quella lettera, e che sarebbe stato meglio se non si fosse svegliata nel
frattanto.
Madama Chips sarebbe tornata a momenti e avrebbe fatto bene a muoversi così si
fece coraggio e avvicinò diminuì la distanza tra lui e la ragazza, titubante.
Notò quasi subito il polso livido che poco prima aveva stretto con tanta forza.
Le diede una carezza goffa e si sentì più colpevole che mai man mano che il
violaceo risaltava ai suoi occhi. Osservò poi il viso di Hermione addormentata
e provò una grande tenerezza.
Per un attimo ebbe la voglia di stringerla forte a sè e urlarle quanto le
dispiaceva di essere stato così stupido. Ma ormai era troppo tardi, dubitava di
poterlo fare senza ricevere un sonoro schiaffo o qualche altra offesa, senza
parlare della vergogna che avrebbe provato a confessarsi in errore.
Lasciò la pergamena ben sigillata sul comodino accanto al letto, in bella
vista, e si chinò poggiando un leggero bacio sulla fronte della ragazza, sempre
addormentata.
Rimase a guardarla ancora qualche secondo, come se le gambe non rispondessero al
comando di lasciare la stanza, quando il ricordo della Chips e del suo imminente
ritorno gli balenò in mente.
Si allontanò sperando che Hermione non stracciasse la pergamena ancor prima di
leggerla e puntò nuovamente verso il parco.
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CONTINUA
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I Pg della saga non sono miei,
ma appartengono a JK Rowling!
Questo chappino è alquanto inutile ma mi serviva per guidare i burat...ehm
i personaggi ((^_^;;;;;;)) al prossimo, che sarebbe il finale ^_^.
Non mi dilungo perchè pentole e fornelli mi attendono ;_; baciozzi sparsi! :*