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Autore: Sanae Nakazawa    07/12/2004    9 recensioni
Hermione parve intendere e afferrò il pacchetto. Seguì con lo sguardo lo sbattere di ali dell'uccello, poi si decise a scartare il suo primo regalo per i suoi tanto agoniati 16 anni. Era stata una giornata terrificante, e la lettera di Viktor appariva come un misero spiraglio di luce nel buio dell'indifferenza. Sia Harry, che Ron, che Ginny, che tutti gli amici più cari che aveva, si erano limitati ad un freddo augurio. Nè un'abbraccio, nè un bacio, nè tantomeno una piccola stretta di mano. Probabilmente questa era la punizione per aver sempre passato compleanni stupendi e ricchi d'affetto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due

Harry, sono Ginny.
Avrei voluto parlarntene durante gli allenamenti, ma a quanto pare non c'è stata possibilità.
Sarò breve:se mio fratello entro domani non si scusa con Hermione puoi riferirgli che non gli rivolgerò mai più la parola e che avviserò la mamma del suo comportamento.
Non ho altro da dire, ciao.

Ron forzò la stretta ancora un pò, con la mente completamente annebbiata, assolutamente inconscio della sua azione. 
Guardò le pieghe della maglia di Hermione contratte allo stremo e si rese conto solo in quel momento che stava esagerando. 
Lentamente, la lasciò andare, senza il coraggio di guardarla in volto. La rabbia e la gelosia andarono scemando, lasciando il posto ad un grosso senso oppressivo di vergogna.
Non riusciva a capacitarsi di aver fatto una cosa tanto violenta. E non riusciva a credere che la sua impulsività lo avesse portato ad un atto così spregevole.
Voleva dire qualcosa, qualcosa per giustificarsi, ma di scuse non ce n'erano, neanche a volerne inventare.
Hermione rimase immobile per qualche interminabile minuto, e il gelo scese sui due. La mente della ragazza lavorò freneticamente e l'unica cosa sensata che trovò da fare fu andarsene e giurare a se stessa che la loro amicizia aveva tomba in quel luogo.
In tutti quegli anni gli aveva perdonato fin troppe cose, ma questo superava il limite. Il braccio le doleva moltissimo, sentiva come se le dita di lui lo stringessero ancora con violenza.
"Sei uno stronzo..." riuscì a dire dopo molto, superandolo e incamminandosi verso le scale velocemente. Ron sentì quelle parole trafiggergli il petto, la minima speranza che il suo gesto venisse sottovalutato, fu distrutta.
Ormai non c'era nulla da fare, nè da dire. Accettò il suo destino e la seguì con la coda tra le gambe e lo sguardo basso.
Il silenzio fu rotto da un grosso tonfo provenire dalle scale. Si affrettò a controllare cosa fosse successo ed uno spettacolo raccapricciante gli si presentò agli occhi.
Hermione era stesa di lungo a terra, il labbro insanguinato per aver colpito lo spigolo della scala e gli occhi chiusi.
"Hermione!" esclamò lui senza esitare e le si avventò addosso per constatarne lo stato di salute. 
Aveva perso i sensi, il suo colorito perdeva di tono ogni secondo che passava e il sangue continuava a fluire in abbondanza sul pavimento grigiastro. Senza pensare ad alcunchè se la caricò sulle spalle e corse verso l'infermeria il più veloce possibile.

*

"E' stato un calo di zuccheri" sussurrò Ginny a Lavanda e Calì che erano sedute sulla sponda del letto. Tutte e tre osservavano l'amica, beatamente addormentata, con aria profondamente dispiaciuta e un pizzico d'apprensione, nonostante avessero constatato che le condizioni della ragazza fossero in netta ripresa.
Madama Chips aveva loro concesso di restare solo una decina di minuti, rimproverandole di disturbare il riposo della sua paziente e brontolando contro i loro chiacchiericci fastidiosi.
Hermione si era svegliata poco dopo il suo trasporto in infermeria, aveva ingerito una sostanza rosastra che avrebbe dovuto donarle le forze perdute e si era subito addormentata.
Harry varcò la soglia della stanza con dipinta in volto un'espressione terrorizzata, ma Ginny gli andò incontro rassicurandolo che l'amica stava bene e che sarebbero bastati un paio di giorni di ricovero a farla tornare come nuova.
"Ho ricevuto il tuo biglietto..." disse lui imbarazzato, cercando di non farsi sentire da Calì e Lavanda che parevano interessatissime alla presenza di Harry. Ginny lo guardò accigliandosi.
"...ecco stavo appunto per parlare con Ron, quando lui mi ha avvisato di Hermione. E' molto dispiaciuto e..."
"Farebbe bene a venirla a trovare e scusarsi..." sbottò Ginny acidamente "...è per via dello stress dell'ultimo periodo che Hermione è in quel letto e, puoi starne sicuro, lui è la fonte più prospera di guai che le sia capitata"
Harry cercò velatamente di nascondere alla ragazza che appena poco prima del mancamento Hermione aveva avuto una tremenda discussione con Ron, si limitò ad annuire "Sicuramente Ron avrà modo di scusarsi. Ma sii più indulgente con lui, è comprensibile il suo atteggiamento se ci pensi bene"
"Comprensibile?!" urlò lei in risposta "Harry mi meraviglio di te! Il cervello lo hai lasciato in camera a quanto noto! Si è comportato da poppante e crede anche di aver ragione! Non trovo atteggiamento peggiore di questo! Nossignore!"
Madama Chips spazientita dopo le urla provenienti dalla piccola Weasley, si assicurò di sbattere fuori tutti i visitatori senza alcuna pietà, rivendicando lo stato di salute di Hermione, più sdegnata che mai per tanta indelicatezza.
Harry si recò immediatamente dove aveva lasciato Ron qualche minuto prima. Il ragazzo era in giardino, seduto contro il tronco di una vecchia quercia, con lo sguardo perso nel lago.
"Sta bene. Una notte di sonno e si rimetterà completamente..." disse il ragazzo sedendosi anche lui e sospirando stancamente "...e non credo le dispiacerebbe vederti...insomma non può essere tanto grave quello che vi siete detti, no?"
Ron si limitò a scuotere la testa con aria persa. Harry non sapeva propriamente tutto, perciò poteva permettersi di sperare un'ipotetica conciliazione. 
Si alzò in piedi di scatto, facendo sobbalzare l'amico "E ora dove diavolo vai?" chiese senza capire.
"Devo scrivere una cosa" rispose il rosso sparendo quasi subito.
Arrivò in Sala Comune ad una velocità impressionante e, alla stessa velocità, si procurò pergamena e piuma incerto sul cosa scrivere ma con un'enorme voglia di farlo.
Quando, dopo circa trenta minuti, ebbe finito arrotolò il tutto con cura e, con mole più tranquilla, raggiunse l'infermeria. Dovette aspettare quindici minuti buoni prima che Madama Chips si allontanasse lasciandogli il campo libero.
Si infilò insicuro nella stanza, formulando mentalmente qualche scusa plausibile nel caso in cui fosse stato scoperto. 
Hermione giaceva addormentata nel lettino, la bocca socchiusa e le braccia stese sopra le coperte. La finestra era aperta e il venticello serale scuoteva le tende in un ritmo dolce e quasi ipnotico.
Ron non era sicuro sul da farsi, l'unica cosa sicura era che doveva consegnarle quella lettera, e che sarebbe stato meglio se non si fosse svegliata nel frattanto.
Madama Chips sarebbe tornata a momenti e avrebbe fatto bene a muoversi così si fece coraggio e avvicinò diminuì la distanza tra lui e la ragazza, titubante.
Notò quasi subito il polso livido che poco prima aveva stretto con tanta forza. Le diede una carezza goffa e si sentì più colpevole che mai man mano che il violaceo risaltava ai suoi occhi. Osservò poi il viso di Hermione addormentata e provò una grande tenerezza.
Per un attimo ebbe la voglia di stringerla forte a sè e urlarle quanto le dispiaceva di essere stato così stupido. Ma ormai era troppo tardi, dubitava di poterlo fare senza ricevere un sonoro schiaffo o qualche altra offesa, senza parlare della vergogna che avrebbe provato a confessarsi in errore.
Lasciò la pergamena ben sigillata sul comodino accanto al letto, in bella vista, e si chinò poggiando un leggero bacio sulla fronte della ragazza, sempre addormentata.
Rimase a guardarla ancora qualche secondo, come se le gambe non rispondessero al comando di lasciare la stanza, quando il ricordo della Chips e del suo imminente ritorno gli balenò in mente.
Si allontanò sperando che Hermione non stracciasse la pergamena ancor prima di leggerla e puntò nuovamente verso il parco.

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CONTINUA

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I Pg della saga non sono miei, ma appartengono a JK Rowling!
Questo chappino è alquanto inutile ma mi serviva per guidare i burat...ehm i personaggi ((^_^;;;;;;)) al prossimo, che sarebbe il finale ^_^.
Non mi dilungo perchè pentole e fornelli mi attendono ;_; baciozzi sparsi! :*

Sanae
Hogwartstoryline


 

 

  
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