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Autore: Gackt_Agito    29/06/2008    3 recensioni
» [ ... ] non si riusciva a capire perchè le stesse così vicina, perchè ogni minuto rimanesse attaccata al suo braccio.
Ribolliva di rabbia nel vedere quell'altro rimanere appiccicato ad Edward, senza staccarsi nemmeno per un istante.
E lo stesso faceva Edward, nel vedere bella con quella bambina addosso. [ ... ]
-Et voilà. Prima fiction su questo fandom, non siete costretti a recensire se non volete, non è ciò che chiedo.-
Genere: Generale, Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo terzo

Bella adesso stava bene.
Aveva perso la sete dopo aver dissanguato quel povero cervo che poi avevano prontamente fatto sparire da sopra la strada, dove la stessa neonata l’aveva lasciato. Attorno all’animale si erano radunati alcuni curiosi, ma con la strabiliante velocità dei vampiri si era riuscito a non destare troppi sospetti. Tornati a casa subito dopo, Edward e Bella si erano rintanati in camera del primo. In mezzo ad essa c’era ancora il famoso letto comodissimo sopra il quale la Bella umana aveva cercato di irretire il suo ragazzo con scarsi risultati. Il letto dove avevano fatto l’amore per la prima volta.
Erano distesi entrambi sullo stesso, Bella teneva il viso e una mano sul petto di Edward, e questo le cingeva le spalle con un braccio. La prima sonnecchiava falsamente, poiché non poteva dormire, mentre il secondo guardava sopra di se.
«Pensi di resistere senza sangue per una settimana?» chiese d’un tratto il vampiro. Bella aprì gli occhi, si mise meglio seduta e guardò Edward. Si sporse verso di lui e cercò di baciarlo; Edward si scansò. «Rispondi», disse solo. Bella fece una smorfia.
«Sei ancora arrabbiato?» chiese, risalendo con una mano il profilo del busto di Edward. Quest’ultimo afferrò con decisione la sua mano, la allontanò. Bella rimase perplessa. «Edward?» fece di nuovo. Lui stesso aveva spostato di lato il viso, abbandonando lo sguardo della neonata.
«Mi hai fatto prendere un colpo, oggi» sussurrò. «Credevo che te ne saresti andata per i fatti tuoi a fare la vampira assetata di sangue umano».
«Dopo due anni» sussurrò Bella «dopo due anni –anzi, ormai sono quasi tre-, pensi ancora ch’io possa lasciarti?» con un movimento veloce del braccio liberò la presa, mandando la mano al viso di edward, facendolo voltare verso di se. «Non ti lascerò mai, Edward» posò un bacio casto sulle sue labbra, mentre le braccia del suo vampiro le circondavano il busto, e girando assieme all’intero corpo faceva distendere la neonata, con se si sopra. Il bacio si prolungò, le labbra di Bella si schiusero per permettere all’altro di penetrarvi tranquillamente con la lingua. Gli occhi chiusi, il respiro che si faceva affannato benché potessero tranquillamente non respirare affatto. Le braccia della vampira che si stringevano forti al collo dell’altro, e lo stesso che faceva aderire il proprio corpo a quello dell’amata.
Era bello per Edward non doversi più trattenere.
Adesso poteva stare con Bella senza problemi. Poteva abbracciarla senza preoccuparsi di farle male, poteva baciarla senza pensare ai canini che avrebbero potuto ferirla, poteva fare l’amore con lei senza aver paura di ucciderla. Ma cosa più importante, non sentiva più la voglia di bere da lei. Quando ricordava il momento in cui le aveva dato l’immortalità sentiva sempre una fitta al cuore, per due motivi: primo perché l’aveva uccisa, secondo perché era felice di averla ancora con se. Ma era ovvio che fosse stato difficile, più per lui che per Bella, cui erano rimaste solo due cicatrici: quelle dei buchi lasciati da Edward, che ogni tanto per scherzo baciava, come se volesse morderla di nuovo.
Il sangue di Bella per Edward era.. buonissimo. Era diverso da quando lo aveva bevuto un attimo la prima volta, anni prima, era molto, molto meglio. Quando Bella gli chiedeva che sapore avesse, come per capirlo, Edward si limitava a leccarsi le labbra e a baciarla. E poi sussurrava solamente una parola, “buonissimo”. In poche parole, privava sempre sua moglie di sapere che sapore avesse.
L’urlo di Alice interruppe quel bacio, facendo scattare seduto Edward e facendo sbuffare Bella. Quando entrò in camera, seguita a ruota da Emmett, Jasper e Rosalie, aveva sul viso un’espressione preoccupata.
«Edward!» disse di nuovo, e senza badare alla velocità lo spinse giù dal letto. «Devi partire immediatamente!»
«Dove dovrei andare, scusa? Il viaggio per l’Alaska è programmato per il mese prossimo»
«C’è bisogno di te, Edward, così come c’è bisogno di noi. Dobbiamo partire»
«Ma per andare dove?» chiese Bella, sedendosi meglio sul letto, inclinando appena il viso di lato. Alice sbuffò, guardò il soffitto e poi si calmò un attimo. La notte passava lenta.
«Avete presente i Chamberlain? I vegetariani in arrivo dall’Inghilterra?»
«..Sì?»
«Eh, sono finiti vicino al gruppo di Licantropi di La Push» spiegò, sospirando. Incrociò le braccia al petto e gli sguardi di Edward e di Bella non erano per niente buoni. «E in mezzo a loro c’è..»
«..Jacob?» chiese speranzosa Bella. Edward si voltò un attimo verso di lei e sospiro. Scosse la testa, portandosela vicina. «E allora chi?»
«..un nuovo stramaledetto licantropo che non sa della tregua, il cugino di Jacob o di Sam, non ricordo» spiegò Alice. Batté con impazienza un piede per terra. «Ecco, Sam, Paul e Leah.. ricordate che erano partiti per cercare Jacob? Ecco, hanno incontrato questo tizio e hanno sentito odore di Vampiro» continuò. Fece un gesto con le mani come per spronare gli altri due a capire. Edward osservò Bella.
«Insomma, hanno pensato che stessero venendo per te. Dall’ultima volta pare che hanno capito che razza di tipo sei, o meglio, eri» le sfiorò una guancia «Ecco, non sanno che sono nostri ospiti e che sono vegetariani, tutto qua»
«
TUTTO QUA, EDWARD?!» Alice aveva gli occhi spalancati, il busto piegato in avanti, e guardava Edward con espressione spiritata. Edward deglutì appena, anche se senza motivo. «SAM, PAUL E LEAH LI STANNO ATTACCANDO! E’ NOSTRO DOVERE IMPEDIRLO, QUINDI ALZATI!»
«Vostro dovere?» ripeté Bella. «Perché è un vostro dovere?»
«Lascia perdere, Bella» sospirò Edward «E’ una delle manie di Alice. Quando si tratta di invitare gente a casa vuole che tutto sia perfetto..» si interruppe, gettando uno sguardo poco gentile verso la sorella. Probabilmente perché li aveva interrotti. «..e soprattutto che gli ospiti ci arrivino tutti interi e vivi».
«Aspettate» Bella non capiva. Deglutì appena. «Alice, tu non puoi vedere i Licantropi!»
«Uno di loro mi ha mandato un messaggio», e puntò un dito sulla propria testa «A quanto pare uno di loro è in grado di mandare avvisi telepatici».
«..oh. Beh, utile!»
«Sì, abbastanza». Sospirò «Almeno in quel modo ho potuto identificarli. Ora alzati, Edward, andiamo» Edward sospirò e si alzò. Diede un ultimo bacio sulle labbra a Bella e raggiunse la sorella.
«Io no?» chiese quindi la neonata. Rosalie scosse la testa.
«Non sei ancora in grado di controllarti, potresti saltare addosso ai licantropi. Senza contare che tu non dovresti essere una Vampira, abbiamo infranto il patto. Non devono sapere»

***

Ewan non si fermava.
«Ho mandato un messaggio d’aiuto» Stephenie era attaccata al petto del più grande, il viso che guardava oltre le sue spalle, le braccia del più grande che la tenevano perfettamente stretta. Benché non stesse correndo, la bambina era stanca. «Ewan! Come diamine hai fatto a non vederli, nel futuro?» il diretto interessato ansimava e ansimava. Le falcate erano grandi e la velocità era la massima consentita dalle gambe. Benché fosse un Vampiro, era diverso dai Cullen, sia lui che Stephenie. Loro potevano dormire, loro potevano stancarsi facilmente, potevano piangere, loro si sentivano male sotto il sole, ma non morivano. Ed era per questo che loro stavano andando dai Cullen; per fare una sorta di gemellaggio.
«Ti giuro che non lo so!» gemette quindi il ventiduenne «Io vedo tutto! Quando è stato che quel licantropo ci ha attaccati, a Londra, l’ho visto!» spiegò. Quelli dietro di loro sembravano prendere sempre di più la strada. Ewan non riusciva a seminarli. «Che siano i licantropi americani a dare problemi?»
«Ma che senso ha, Ewan? I licantropi sono tutti uguali!»
«Non è detto! Così come noi siamo diversi, possono esserlo anche loro! I Vampiri europei, come noi, hanno caratteristiche diverse da quelli americani!»
«Ewan, sono i Chamberlain ad avere caratteristiche differenti, non i Vampiri europei!» sbottò la bambina, afferrando con forza il suo collo. «Smettila di fare confusione, e muoviti a correre!»
«Se solo tu potessi correre..» sussurrò lui. Ricevette un morso sul collo come risposta, e mugolò. «Stephenie!»
«Te lo sei meritato!» sbottò. Nel mentre, i licantropi dietro di loro progettavano qualcosa di impensabile. Un modo per prenderli, uno ogni due licantropi, per eliminarli. Il pensiero che stessero andando ad uccidere Bella per Sam era insopportabile, perché sentiva Jacob lamentarsi, dovunque fosse. Quest’ultimo era sempre un lupo, ormai viveva così, da quando se n’era andato, e soffriva continuamente. Ora, a sentire che quei vampiri stavano andando dalla sua amata, si era messo a correre furiosamente per tornare a Forks. Ne lui ne i suoi fratelli sapevano che quel che avrebbero trovato non era ciò che si aspettavano. Loro non sapevano che Bella fosse diventata una vampira. «Ewan! Sei lento, muoviti!»
«Visto che ti senti tanto bene, perché non corri tu? Io non ho riserve illimitate d’energia, sai?» Stephenie sospirò. Tentò di muoversi, come per scendere e liberarsi dalla sua presa, ma lui glielo impedì «Sta ferma, piccola» le incitò, e la presa sul suo piccolo corpo aumentò.
I licantropi continuavano a procedere.
“Sam, ma tu sei sicuro di quel che pensi?”
“Sì, Leah. Ne sono sicuro. Stanno andando in direzione di Forks, e sono Vampiri. C’è una sola cosa di Forks che li può attirare.”
I pensieri di Leah e Sam vennero automaticamente trasmessi a tutti gli altri licantropi. Ad un tratto uno di loro si fermò. Aveva il pelo estremamente lungo, e nero. Sam, assieme agli altri, si fermò per tornare indietro, da lui.
“Hector?” fu Sam ad avvicinarsi di più a lui “Che ti prende?”
“Non mi rappresenta nulla” il muso enorme del bestione si scosse veloce. “Questa Isabella.. cugino, non mi importa. Non mi rappresenta niente!”
“Oh, no..” un ululato rimbombò nelle loro orecchie e nelle loro teste. Voltandosi poterono vedere Jacob in forma animale balzare direttamente sopra i due vampiri, ringhiando, sul viso una riconoscibile espressione cattiva. Gli altri lo raggiunsero immediatamente.
Stephenie fu lanciata lontano, Ewan fu immediatamente vittima di Jacob.
«
NO! EWAN, NO!» Stephenie si era immediatamente rialzata, e correva più veloce che poteva. Gli occhi pieni di piccole venature rossastre mentre lo raggiungeva. «EWAN! NO, TI PREGO, LASCIALO!» erano suppliche quelle della bambina. Non combatteva, sarebbero stati svantaggiati. L’unica per loro era fuggire. Ma Jacob non la pensava allo stesso modo, per lui erano soltanto degli assalitori, quelli che volevano uccidere Bella. «Ti prego, lascialo!» le urla si erano spente, Stephenie si era lanciata sul dorso del licantropo, cercando inutilmente di tenerlo fermo, mentre questo tentava di smembrare il Vampiro. Scollatasi la bimba dalla schiena e lanciatola lontana, riprese il suo lavoro. Ewan resisteva quanto poteva, la stanchezza era dalla parte di Jacob. Quando gli altri licantropi videro Stephenie cercare di liberarlo con le lacrime agli occhi, ebbero un attimo di ripensamento.
“Piange?” fu Sam a pensarlo. Paul scosse il muso.
“Ci sta prendendo in giro. Avanti, facciamoli secchi e torniamocene a casa”
“No, Paul. I Vampiri non piangono” scosse anche lui il muso e fece per fermarlo. Ma Leah non ascoltava, e si lanciò su Stephenie, che lanciò a sua volta un urlo lancinante. In poco meno di un secondo Leah si accorse di non avere nulla sotto le zampe.
E lo sguardo dorato di un Vampiro fulminò lei e Jacob, mentre si occupava di portare i due vampiri qualche metro lontano da loro. Dietro di lui, altri quattro vampiri guardavano altrettanti licantropi.





{ Et-voilà. Un giorno di ritardo, ma spero che non me ne farete mai una tragedia! Cose che capitano, ero troppo presa dallo scrivere il seguito e dal.. beh, io sto su dei giochi di ruolo, mi danno un gran da fare, tutti. E quindi ho poco tempo per scrivere, corso di recupero di storia a parte. Spero, comunque, che vi sia piaciuto. Io ancora sono un po’ titubante, se non vi piace.. o se c’è qualcosa che non capite.. vi imploro, ditemelo!
Un super grazie a Wind e a Hele91 per i complimenti e per aver commentato di nuovo. Non sapendo però che dire, non ho saputo che rispondere.
Però a HopeToSave qualcosa voglio dirla: Sì, Stephenie undici anni ed Ewan (sono felice che ti piaccia!) ventidue. Mi servono con queste età, prima o poi capirai perché. Il nome di Stephenie.. ehm.. in teoria non ci avevo pensato, sai? Ho trovato il nome nel vocabolario dei nomi inglesi e mi è piaciuto, quindi ne ho messo un secondo appresso e il cognome. Se ti interessa sapere quali sono i veri nomi, sono Stephenie Alison Chamberlain ed Ewan Inigo Chamberlain. Anche se forse non ti interessava, boh. Comunque la pallottola sul petto di Bella.. acc, ho scordato la parte, metterla dopo mi creerebbe confusione. Quindi ti spiego, Bella è andata a casa di suo padre, ovviamente non l’ha trovato. Per costruirsi un alibi e fare uno scherzo ad Alice e ad Edward ha preso la pistola di ricambio di Charlie (che mi sono spudoratamente inventata, s’intende!) e s’è data un colpo. Poi nel ritorno s’è fiondata contro il cervo. Spero di aver spiegato bene.. beh, continua a seguirmi ^^

l’ autrice ,

© Gackt_Agito


   
 
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