Capitolo
terzo
Aveva
perso la sete dopo aver dissanguato quel povero cervo che poi avevano
prontamente
fatto sparire da sopra la strada, dove la stessa neonata
l’aveva lasciato.
Attorno all’animale si erano radunati alcuni curiosi, ma con
la strabiliante
velocità dei vampiri si era riuscito a non destare troppi
sospetti. Tornati a
casa subito dopo, Edward e Bella si erano rintanati in camera del
primo. In
mezzo ad essa c’era ancora il famoso letto comodissimo sopra
il quale la Bella
umana aveva cercato di irretire il suo ragazzo con scarsi risultati. Il
letto
dove avevano fatto l’amore per la prima volta.
Erano
distesi entrambi sullo stesso, Bella teneva il viso e una mano sul
petto di
Edward, e questo le cingeva le spalle con un braccio. La prima
sonnecchiava
falsamente, poiché non poteva dormire, mentre il secondo
guardava sopra di se.
«Pensi
di resistere senza sangue per una settimana?» chiese
d’un tratto il vampiro.
Bella aprì gli occhi, si mise meglio seduta e
guardò Edward. Si sporse verso di
lui e cercò di baciarlo; Edward si scansò.
«Rispondi», disse solo. Bella fece
una smorfia.
«Sei
ancora arrabbiato?» chiese, risalendo con una mano il profilo
del busto di
Edward. Quest’ultimo afferrò con decisione la sua
mano, la allontanò. Bella
rimase perplessa. «Edward?» fece di nuovo. Lui
stesso aveva spostato di lato il
viso, abbandonando lo sguardo della neonata.
«Mi
hai fatto prendere un colpo, oggi» sussurrò.
«Credevo che te ne saresti andata
per i fatti tuoi a fare la vampira assetata di sangue umano».
«Dopo
due anni» sussurrò Bella «dopo due anni
–anzi, ormai sono quasi tre-, pensi
ancora ch’io possa lasciarti?» con un movimento
veloce del braccio liberò la
presa, mandando la mano al viso di edward, facendolo voltare verso di
se. «Non
ti lascerò mai, Edward» posò un bacio
casto sulle sue labbra, mentre le braccia
del suo vampiro le circondavano il
busto,
e girando assieme all’intero corpo faceva distendere la
neonata, con se si
sopra. Il bacio si prolungò, le labbra di Bella si schiusero
per permettere
all’altro di penetrarvi tranquillamente con la lingua. Gli
occhi chiusi, il
respiro che si faceva affannato benché potessero
tranquillamente non respirare
affatto. Le braccia della vampira che si stringevano forti al collo
dell’altro,
e lo stesso che faceva aderire il proprio corpo a quello
dell’amata.
Era
bello per Edward non doversi più trattenere.
Adesso
poteva stare con Bella senza problemi. Poteva abbracciarla senza
preoccuparsi
di farle male, poteva baciarla senza pensare ai canini che avrebbero
potuto
ferirla, poteva fare l’amore con lei senza aver paura di
ucciderla. Ma cosa più
importante, non sentiva più la voglia di bere da lei. Quando
ricordava il
momento in cui le aveva dato l’immortalità sentiva
sempre una fitta al cuore,
per due motivi: primo perché l’aveva uccisa,
secondo perché era felice di
averla ancora con se. Ma era ovvio che fosse stato difficile,
più per lui che
per Bella, cui erano rimaste solo due cicatrici: quelle dei buchi
lasciati da
Edward, che ogni tanto per scherzo baciava, come se volesse morderla di
nuovo.
Il
sangue di Bella per Edward era.. buonissimo. Era diverso da quando lo
aveva
bevuto un attimo la prima volta, anni prima, era molto, molto meglio.
Quando
Bella gli chiedeva che sapore avesse, come per capirlo, Edward si
limitava a
leccarsi le labbra e a baciarla. E poi sussurrava solamente una parola,
“buonissimo”. In poche parole, privava sempre sua
moglie di sapere che sapore
avesse.
L’urlo
di Alice interruppe quel bacio, facendo scattare seduto Edward e
facendo
sbuffare Bella. Quando entrò in camera, seguita a ruota da
Emmett, Jasper e
Rosalie, aveva sul viso un’espressione preoccupata.
«Edward!»
disse di nuovo, e senza badare alla velocità lo spinse
giù dal letto. «Devi
partire immediatamente!»
«Dove
dovrei andare, scusa? Il viaggio per l’Alaska è
programmato per il mese
prossimo»
«C’è
bisogno di te, Edward, così come c’è
bisogno di noi. Dobbiamo partire»
«Ma
per andare dove?» chiese Bella, sedendosi meglio sul letto,
inclinando appena
il viso di lato. Alice sbuffò, guardò il soffitto
e poi si calmò un attimo. La
notte passava lenta.
«Avete
presente i Chamberlain? I vegetariani in arrivo
dall’Inghilterra?»
«..Sì?»
«Eh,
sono finiti vicino al gruppo di Licantropi di La Push»
spiegò, sospirando.
Incrociò le braccia al petto e gli sguardi di Edward e di
Bella non erano per
niente buoni. «E in mezzo a loro
c’è..»
«..Jacob?»
chiese speranzosa Bella. Edward si voltò un attimo verso di
lei e sospiro.
Scosse la testa, portandosela vicina. «E allora
chi?»
«..un
nuovo stramaledetto licantropo che non sa della tregua, il cugino di
Jacob o di
Sam, non ricordo» spiegò Alice. Batté
con impazienza un piede per terra. «Ecco,
Sam, Paul e Leah.. ricordate che erano partiti per cercare Jacob? Ecco,
hanno
incontrato questo tizio e hanno sentito odore di Vampiro»
continuò. Fece un
gesto con le mani come per spronare gli altri due a capire. Edward
osservò
Bella.
«Insomma,
hanno pensato che stessero venendo per te. Dall’ultima volta
pare che hanno
capito che razza di tipo sei, o meglio, eri» le
sfiorò una guancia «Ecco, non
sanno che sono nostri ospiti e che sono vegetariani, tutto
qua»
«TUTTO
QUA, EDWARD?!»
Alice aveva gli occhi spalancati, il
busto piegato in avanti, e guardava Edward con espressione spiritata.
Edward
deglutì appena, anche se senza motivo. «SAM, PAUL E
LEAH LI
STANNO ATTACCANDO! E’ NOSTRO DOVERE IMPEDIRLO, QUINDI ALZATI!»
«Vostro
dovere?» ripeté Bella.
«Perché è un vostro dovere?»
«Lascia
perdere, Bella» sospirò Edward
«E’ una delle manie di Alice. Quando si tratta
di invitare gente a casa vuole che tutto sia perfetto..» si
interruppe,
gettando uno sguardo poco gentile verso la sorella. Probabilmente
perché li
aveva interrotti. «..e soprattutto che gli ospiti ci arrivino
tutti interi e vivi».
«Aspettate»
Bella non capiva. Deglutì appena. «Alice, tu non puoi vedere i Licantropi!»
«Uno
di loro mi ha mandato un messaggio», e puntò un
dito sulla propria testa «A
quanto pare uno di loro è in grado di mandare avvisi
telepatici».
«..oh.
Beh, utile!»
«Sì,
abbastanza». Sospirò «Almeno in quel
modo ho potuto identificarli. Ora alzati,
Edward, andiamo» Edward sospirò e si
alzò. Diede un ultimo bacio sulle labbra a
Bella e raggiunse la sorella.
«Io
no?» chiese quindi la neonata. Rosalie scosse la testa.
«Non
sei ancora in grado di controllarti, potresti saltare addosso ai
licantropi.
Senza contare che tu non dovresti essere una Vampira, abbiamo infranto
il
patto. Non devono sapere»
***
«Ho
mandato un messaggio d’aiuto» Stephenie era
attaccata al petto del più grande,
il viso che guardava oltre le sue spalle, le braccia del più
grande che la
tenevano perfettamente stretta. Benché non stesse correndo,
la bambina era
stanca. «Ewan! Come diamine hai fatto a non vederli, nel
futuro?» il diretto
interessato ansimava e ansimava. Le falcate erano grandi e la
velocità era la
massima consentita dalle gambe. Benché fosse un Vampiro, era
diverso dai
Cullen, sia lui che Stephenie. Loro potevano dormire, loro potevano
stancarsi
facilmente, potevano piangere, loro si sentivano male sotto il sole, ma
non
morivano. Ed era per questo che loro stavano andando dai Cullen; per
fare una
sorta di gemellaggio.
«Ti
giuro che non lo so!» gemette quindi il ventiduenne
«Io vedo tutto! Quando è
stato che quel licantropo ci ha attaccati, a Londra, l’ho
visto!» spiegò.
Quelli dietro di loro sembravano prendere sempre di più la
strada. Ewan non
riusciva a seminarli. «Che siano i licantropi americani a
dare problemi?»
«Ma
che senso ha, Ewan? I licantropi sono tutti uguali!»
«Non
è detto! Così come noi siamo diversi, possono
esserlo anche loro! I Vampiri
europei, come noi, hanno caratteristiche diverse da quelli
americani!»
«Ewan,
sono i Chamberlain ad avere caratteristiche differenti, non i Vampiri
europei!»
sbottò la bambina, afferrando con forza il suo collo.
«Smettila di fare
confusione, e muoviti a correre!»
«Se
solo tu potessi correre..» sussurrò lui. Ricevette
un morso sul collo come
risposta, e mugolò. «Stephenie!»
«Te
lo sei meritato!» sbottò. Nel mentre, i licantropi
dietro di loro progettavano
qualcosa di impensabile. Un modo per prenderli, uno ogni due
licantropi, per
eliminarli. Il pensiero che stessero andando ad uccidere Bella per Sam
era
insopportabile, perché sentiva Jacob lamentarsi, dovunque
fosse. Quest’ultimo
era sempre un lupo, ormai viveva così, da quando se
n’era andato, e soffriva
continuamente. Ora, a sentire che quei vampiri stavano andando dalla
sua amata,
si era messo a correre furiosamente per tornare a Forks. Ne lui ne i
suoi
fratelli sapevano che quel che avrebbero trovato non era ciò
che si
aspettavano. Loro non sapevano che Bella fosse diventata una vampira.
«Ewan!
Sei lento, muoviti!»
«Visto
che ti senti tanto bene, perché non corri tu? Io non ho
riserve illimitate
d’energia, sai?» Stephenie sospirò.
Tentò di muoversi, come per scendere e
liberarsi dalla sua presa, ma lui glielo impedì
«Sta ferma, piccola» le incitò,
e la presa sul suo piccolo corpo aumentò.
I
licantropi continuavano a procedere.
“Sam,
ma tu sei sicuro di quel che pensi?”
“Sì,
Leah. Ne sono sicuro. Stanno andando in direzione di Forks, e sono
Vampiri. C’è
una sola cosa di Forks che li può attirare.”
I
pensieri di Leah e Sam vennero automaticamente trasmessi a tutti gli
altri
licantropi. Ad un tratto uno di loro si fermò. Aveva il pelo
estremamente
lungo, e nero. Sam, assieme agli altri, si fermò per tornare
indietro, da lui.
“Hector?”
fu Sam ad avvicinarsi di più a lui “Che ti
prende?”
“Non
mi rappresenta nulla” il muso enorme del bestione si scosse
veloce. “Questa
Isabella.. cugino, non mi importa. Non mi rappresenta niente!”
“Oh,
no..” un ululato rimbombò nelle loro orecchie e
nelle loro teste. Voltandosi
poterono vedere Jacob in forma animale balzare direttamente sopra i due
vampiri, ringhiando, sul viso una riconoscibile espressione cattiva.
Gli altri
lo raggiunsero immediatamente.
Stephenie
fu lanciata lontano, Ewan fu immediatamente vittima di Jacob.
«NO!
EWAN, NO!»
Stephenie si era immediatamente rialzata, e correva più
veloce che poteva. Gli occhi pieni di piccole venature rossastre mentre
lo
raggiungeva. «EWAN! NO, TI
PREGO, LASCIALO!»
erano suppliche quelle della bambina. Non combatteva, sarebbero stati
svantaggiati.
L’unica per loro era fuggire. Ma Jacob non la pensava allo
stesso modo, per lui
erano soltanto degli assalitori, quelli che volevano uccidere Bella.
«Ti prego,
lascialo!» le urla si erano spente, Stephenie si era lanciata
sul dorso del
licantropo, cercando inutilmente di tenerlo fermo, mentre questo
tentava di
smembrare il Vampiro. Scollatasi la bimba dalla schiena e lanciatola
lontana,
riprese il suo lavoro. Ewan resisteva quanto poteva, la stanchezza era
dalla
parte di Jacob. Quando gli altri licantropi videro Stephenie cercare di
liberarlo con le lacrime agli occhi, ebbero un attimo di ripensamento.
“Piange?”
fu Sam a pensarlo. Paul scosse il muso.
“Ci
sta prendendo in giro. Avanti, facciamoli secchi e torniamocene a
casa”
“No,
Paul. I Vampiri non piangono” scosse anche lui il muso e fece
per fermarlo. Ma
Leah non ascoltava, e si lanciò su Stephenie, che
lanciò a sua volta un urlo
lancinante. In poco meno di un secondo Leah si accorse di non avere
nulla sotto
le zampe.
E
lo sguardo dorato di un Vampiro fulminò lei e Jacob, mentre
si occupava di
portare i due vampiri qualche metro lontano da loro. Dietro di lui,
altri
quattro vampiri guardavano altrettanti licantropi.
{
Et-voilà. Un giorno di ritardo, ma spero che non me ne
farete mai una tragedia!
Cose che capitano, ero troppo presa dallo scrivere il seguito e dal..
beh, io
sto su dei giochi di ruolo, mi danno un gran da fare, tutti. E quindi
ho poco
tempo per scrivere, corso di recupero di storia a parte. Spero,
comunque, che
vi sia piaciuto. Io ancora sono un po’ titubante, se non vi
piace.. o se c’è
qualcosa che non capite.. vi imploro, ditemelo!
Un
super grazie a Wind e a Hele91 per i complimenti e per aver
commentato di nuovo. Non sapendo però che dire, non ho
saputo che rispondere.
Però
a HopeToSave qualcosa voglio dirla:
Sì, Stephenie undici anni ed Ewan (sono felice che ti
piaccia!) ventidue. Mi
servono con queste età, prima o poi capirai
perché. Il nome di Stephenie..
ehm.. in teoria non ci avevo pensato, sai? Ho trovato il nome nel
vocabolario
dei nomi inglesi e mi è piaciuto, quindi ne ho messo un
secondo appresso e il
cognome. Se ti interessa sapere quali sono i veri nomi, sono Stephenie Alison Chamberlain ed Ewan Inigo Chamberlain. Anche se forse
non ti interessava, boh. Comunque la pallottola sul petto di Bella..
acc, ho
scordato la parte, metterla dopo mi creerebbe confusione. Quindi ti
spiego,
Bella è andata a casa di suo padre, ovviamente non
l’ha trovato. Per costruirsi
un alibi e fare uno scherzo ad Alice e ad Edward ha preso la pistola di
ricambio di Charlie (che mi sono spudoratamente inventata,
s’intende!) e s’è
data un colpo. Poi nel ritorno s’è fiondata contro
il cervo. Spero di aver
spiegato bene.. beh, continua a seguirmi ^^
l’
autrice ,
©
Gackt_Agito