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Autore: Iris214    14/03/2014    2 recensioni
Seguito di "Between Blood and Love".
Dopo una divertente vacanza con Stefan, Liza torna in città intenta a voltare finalmente pagina. Ma le cose a Mystic Falls sembrano aver preso una piega inaspettata. Kol è apparentemente svanito nel nulla, mentre Klaus, seppur presente, sembra intenzionato a costruirsi un futuro con Caroline. Una nuova minaccia, nel frattempo, incombe sui protagonisti...
- Dal primo capitolo -
I capelli le ricadevano liberi sulle spalle, mossi appena dal vento che soffiava su Mystic Falls. Liza respirò quell'aria, immaginando fosse la stessa che, in quel momento e da qualche altra parte, stava accarezzando il viso e il corpo del ragazzo che amava. Ma dov'era Kol? Non riusciva a smettere di chiederselo, nonostante la consapevolezza che fosse sbagliato...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Kol Mikaelson, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dark Paradise'
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Il Male ti osserva

 

Le cose peggiori sono sempre state fatte
con le migliori intenzioni.
Oscar Wilde



Dalla notte in cui aveva lasciato la pensione, di Kol sembrava non esserci più traccia. Liza non lo aveva cercato per giorni, intenzionata a dargli un po' di tempo per riflettere e per sbollire la rabbia che aveva dentro. Ma poi i giorni erano divenuti settimane e allora aveva cominciato a tempestarlo di messaggi e chiamate a cui, però, il ragazzo non aveva mai risposto. Il suo stammi lontano, ti conviene, adesso faceva male come una pugnalata nel petto e Liza conosceva fin troppo bene quel dolore.
Dopo aver controllato per l'ennesima volta il display del suo cellulare, la vampira tirò su la zip della felpa che indossava e raggiunse mesta il soggiorno. Kol le aveva ordinato di stargli alla larga, ma lei non poteva più aspettare che lui si facesse vivo. Doveva trovarlo e riuscire a parlargli, dirgli ancora una volta quanto importante fosse per lei, ribadirgli il suo amore e convincerlo a tornare. Perché niente era più simile alla morte di un giorno passato senza Kol al suo fianco.
Entrò in cucina e prese una tazza di caffè fumante tra le mani, poi, distratta, cominciò a sorseggiarla. Stefan le rivolse un'occhiata, inarcando un sopracciglio. Sua sorella si era appena impossessata del suo caffè e aveva un'aria decisamente provata.
«Ancora nessuna notizia?» Le domandò, in piedi davanti al lavello e con le braccia incrociate al petto.
Liza bevve ancora un sorso di caffè, poi semplicemente disse di no con la testa. Stefan, allora, si fece più vicino e dolcemente le accarezzò la schiena.
«Kol ti ama, Liza. Ha solo bisogno di tempo per metabolizzare l'accaduto.»
La ragazza sollevò il viso dalla tazza che ancora teneva tra le mani e piantò gli occhi castani in quelli di suo fratello. «Ma io ho bisogno di lui, invece. Non posso più aspettare, Stef, devo trovarlo!» Esclamò, e il vampiro vide i suoi occhi riempirsi di lacrime.
Lui conosceva perfettamente quella sensazione. Aveva sentito lo stomaco stringersi in una morsa infernale, immaginando Elena insieme a Damon. E, in un certo senso, si sentiva solidale con Kol, anche se mai avrebbe creduto potesse accadere. Ma voleva immensamente bene a sua sorella e vederla stare male, consapevole della sofferenza che aveva involontariamente arrecato al ragazzo che amava, faceva male anche a lui. Liza, oltretutto, non era innamorata di Klaus come Elena lo era di Damon. La sua gemella amava Kol e, ne era certo, meritava una seconda possibilità.
Liza appoggiò la tazza semivuota sul tavolo, prese un lungo respiro e infine guardò ancora Stefan negli occhi.
«Vado da lui. Credo di sapere dov'è in questo momento. Ci vediamo più tardi!» La vampira sorrise a suo fratello, poi veloce raggiunse la porta della pensione e uscì.
La vecchia casa abbandonata era l'unico posto in cui Kol, se fosse rimasto in città, si sarebbe rifugiato, quindi corse veloce attraverso il bosco, mentre il vento le asciugava le lacrime, con la speranza di trovarlo lì e finalmente poterlo rivedere.
Quando il tetto rosso della casa comparve all'orizzonte, Liza rallentò la sua corsa e, prima di varcare la soglia dell'edificio abbandonato, chiuse gli occhi e prese un lungo respiro. Una volta all'interno della casa, però, le sue speranze crollarono come un castello di carte. Lui non era lì. Liza non ne percepiva l'odore e le stanze erano tutte buie, oscure, proprio come l'abisso in cui le sembrò di sprofondare. Raggiunse la grande sala, quella in cui lei e Kol avevano danzato a lume di candela, quella in cui si erano scambiati il loro primo vero bacio, adagiò la schiena a una parete fredda e scrostata e si lasciò cadere giù. Poi pianse, pianse sempre più forte, senza niente e nessuno ad asciugare le sue lacrime.

Klaus varcò la soglia della sala da pranzo con un sorriso finto sulle labbra. La sua famiglia, quella ancora in vita, era tutta lì riunita. O quasi. Il grande tavolo al centro della stanza era completamente sgombro, tranne che per la presenza di una grossa mappa - quella della città di Mystic Falls - ad occuparlo per metà. Con le mani aperte e i palmi appoggiati su di essa, c'era Bonnie Bennett, convocata dalla famiglia Originale per l'occasione. Alla destra della strega, un Elijah in completo scuro e l'aria più accigliata del solito, sembrava attendere impaziente qualcosa e, stravaccato su uno dei divani, c'era Kol. Rebekah, invece, sostava davanti alla vetrata che dava sul giardino, con lo sguardo annoiato - perso oltre i vetri - e una ciocca di capelli attorcigliata attorno a un dito.
«Indifferenza!» Esordì l'ibrido, raggiundendo il grande tavolo e posizionandosi alla sinistra della strega Bennett. Elijah inarcò un sopracciglio e Bonnie fece lo stesso. Lui, allora, ridacchiò.
«Mi riferisco al nome che potrei dare a questo bel quadretto famigliare.» Aggiunse, facendo fluttuare nell'aria la sua mano destra con fare a dir poco teatrale. «Mi domando se trovare questa famigerata e potente pietra importi davvero a qualcuno.» Rise ancora, sfidando lo sguardo del maggiore dei suoi fratelli.
«Siamo tutti qui per questo, Niklaus, quindi non farti domande inutili. Piuttosto...» senza perdere il rigore che lo caratterizzava, Elijah si voltò a cercare lo sguardo di Kol... e la schiena di Rebekah, facendo cenno loro di raggiungerli attorno al tavolo. La ragazza si voltò e, sbuffando, obbedì a suo fratello, posizionandosi mesta al fianco di Klaus. Kol fu l'ultimo ad unirsi al gruppo. Il vampiro prese posto accanto a Elijah, con le braccia strette al petto e gli occhi saldamente piantati sull'ibrido di fronte a sé.
Era tornato in quella casa solo perché Elijah non gli aveva dato altra scelta. La questione "Joel", d'altra parte, riguardava lui in prima persona e non aveva alcuna intenzione di tirarsene fuori, soprattutto adesso che la rabbia che aveva in corpo era in cerca di una valvola di sfogo.
Klaus incrociò, per un istante, lo sguardo tagliente del ragazzo, poi, senza dire più nulla, concentrò la sua attenzione esclusivamente su Elijah. L'uomo infilò una mano nella tasca interna dell'elegante giacca scura che indossava e, subito dopo, porse il palmo della mano aperta - su cui faceva mostra di sé un pregiato intreccio di fili d'oro - a Bonnie.
«Questo è il monile su cui originariamente era incastonato l'Occhio del Diavolo.» Disse, attendendo che la strega prendesse l'oggetto dalla sua mano. «Apparteneva ad Ayana ed è tutto ciò che ho di lei. Spero possa bastare per localizzare la pietra.»
Bonnie annuì sorridendo appena, prima di stringere saldamente il monile tra le sue mani e chiudere gli occhi. In seguito cominciò a recitare una formula magica in latino arcaico, mentre i Mikaelson sostavano intorno a lei nel più totale silenzio.
Quando la sabbiolina scura posta al centro della mappa iniziò a tracciare un percorso, Bonnie riaprì gli occhi e ne fissò attentamente il movimento.
«E' strano...» disse, dopo qualche minuto, senza distogliere lo sguardo dalla mappa. «Sembra che la pietra si sposti in continuazione.»
Klaus sollevò lo sguardo dal tavolo per indirizzarlo sulla strega. «Le pietre, di solito, non camminano da sole, perciò...»
«Perciò qualcuno ha la pietra con sé e si sta muovendo.» Concluse Elijah, sfiorando ripetutamente il nodo della sua cravatta.
«Se fosse Joel?» Domandò Kol, appoggiando i gomiti sul tavolo e sfidando lo sguardo di Klaus con aria severa. «Potrebbe averci battuti sul tempo, dato che, invece di preoccuparci della nostra incolumità, abbiamo passato il tempo a festeggiare e a... spassarcela con le donne degli altri!» Esclamò, più tagliente del suo sguardo.
Klaus ricambiò l'occhiata con la stessa bruciante intensità, ma sul suo volto, al contrario, aleggiava un sorriso sardonico. Se avesse replicato, probabilmente si sarebbero presi a botte e quello, di certo, non era il momento più adatto per affrontare quel discorso.
Ad ogni modo, fu Elijah a trarlo d'impaccio.
«Se fosse Joel, allora dovremo prepararci al peggio.» Disse, incontrando lo sguardo di Kol e, subito dopo, quello di Klaus. «Dovremo combattere.» Aggiunse, tornando a guardare la mappa su cui la sabbia non ancora aveva cessato di scorrere. Poi il campanello suonò e, nello stesso istante, la sabbia arrestò il suo movimento. I Mikaelson si guardarono in faccia l'uno con l'altro, poi Rebekah si allontanò per aprire la porta e, un istante dopo, rientrò in sala da pranzo in compagnia di Liza.
La ragazza trasalì nel vedere Kol proprio in quella stanza, in quella casa.
«Sei proprio nel posto in cui non avrei mai pensato di trovarti.» Disse perplessa, avanzando di pochi passi, con gli occhi fissi sul ragazzo che amava. Lui non disse niente e restò immobile, guardandola come se avesse appena visto un fantasma. Liza allora indirizzò la sua attenzione al resto dei presenti.
C'era Klaus, c'era Elijah, c'era Rebekah e poi lei, Bonnie. E tutti la guardavano come se la stessero vedendo per la prima volta. Cosa stava succedendo in quella casa? Perché insieme ai Mikaelson c'era una strega?
«Liza, dammi la tua collana!» Kol le andò incontro con la mano testa, ma la ragazza indietreggiò.
«Cosa? Perché mai dovrei farlo? Cosa sta succedendo?» Chiese, portando istintivamente una mano all'altezza del pendente, come a volerlo proteggere. Poi, senza più curarsi del ragazzo davanti a sé, raggiunse veloce il tavolo. Il suo sguardo si posò sulla mappa, sulla sabbia che era ferma proprio sul punto in cui si trovava la residenza dei Mikaelson.
Liza scosse la testa. «Un incantesimo di localizzazione? Per trovare cosa?»
«Una pietra, Liza.» Elijah le si rivolse in tono intenso e al contempo pacato, nel tentativo di rassicurarla. «Una pietra molto speciale che, se finisse nelle mani sbagliate, ci renderebbe la vita un inferno.» L'uomo accennò un sorriso, ma Liza lesse la preoccupazione sul suo volto.
Strinse ancora più forte l'acquamarina tra le dita, mentre i suoi occhi si perdevano in quelli scuri e così familiari del maggiore dei fratelli Mikaelson.
«E cosa c'entra la mia collana? Conoscete bene i poteri che possiede.»
Elijah scosse la testa. «Evidentemente è molto più di ciò che sembra. E nessuno di noi ne era a conoscenza.» Concluse l'uomo, tendendo la mano aperta verso Liza.
La ragazza distolse il suo sguardo da quello di Elijah solo per cercare gli occhi di Kol, che la guardava con aria severa, e poi quelli di Klaus, che sorridendo annuì. Infine si sfilò la collana e la consegnò al vampiro. Elijah la porse subito a Bonnie e la strega, spostando in avanti la mappa per ricavare un po' di spazio davanti a sé, l'adagiò sul ripiano di mogano per poi recitare una nuova formula magica.
Liza avrebbe voluto parlare, chiedere a Bonnie cosa stesse cercando di fare, ma la tensione che si respirava in quella stanza riuscì quasi a stringerle la gola e a renderle perfino un'impresa respirare.
Quando Bonnie ebbe finito di formulare l'incantesimo, l'acquamarina incastonata nella collana di Liza mutò colore, rivelando una pietra di un nero profondo ma con al centro di essa una macchia rossa come il sangue.
La vampira trasalì. «Che diavolo...»
«Esattamente.» Klaus abbozzò un sorriso. «Siamo di fronte al famigerato Occhio del Diavolo. Conoscendo Mikael, avremmo dovuto facilmente intuire dove fosse nascosto e invece... quell'uomo è sempre stato un passo avanti a noi.» Ridacchiò, sebbene la sua fosse una risata nervosa.
Rebekah, che fino a quel momento non aveva proferito parola, raggiunse Klaus e si fermò accanto a lui. «Adesso che abbiamo trovato la pietra, cosa ne facciamo?»
A quella domanda, seguì un silenzio che a Liza parve interminabile. I quattro Mikaelson si scambiarono vicendevoli occhiate piuttosto perplesse. Poi Elijah parlò.
«Dobbiamo distruggerla.»
«Cosa?» Liza sgranò gli occhi castani, poi scosse energicamente la testa. «Voi non distruggerete un bel niente!» Esclamò, riappropriandosi in un lampo della sua collana e iniziando a camminare velocemente verso l'uscita. Kol l'afferrò per un braccio, impedendole di lasciare il soggiorno.
«Lo hai capito o no che quella pietra rappresenta una minaccia per tutti noi?» Le si rivolse visibilmente agitato, stringendole il polso fino a farle male.
La ragazza si liberò della presa dell'originario con un forte strattone. «Questa collana è un dono di Mikael e non ve la lascerò distruggere. Inoltre, mi protegge dal sole. O l'hai, per caso, dimenticato?»
«Ti farò un anello diurno.» Disse Bonnie, rivolgendole un caldo sorriso. Ma Liza non ricambiò quel gesto. I suoi occhi erano simili a fiamme, si sentiva confusa, rabbiosa ma anche profondamente delusa.
«Da quanto sapevate della pietra e della minaccia? Perché non me ne avete parlato?» Quelle domande erano rivolte a tutti i presenti, ma era soprattutto da Kol che si sarebbe aspettata un po' di sincerità. Lui piegò in su un angolo della bocca e scosse la testa. «Per proteggerti. Colui che cerca la pietra può diventare molto pericoloso se la ottiene. E poi... ha un conto in sospeso con me e potrebbe prenderti di mira per vendicarsi.» Le disse, ma Liza sembrò quasi non ascoltarlo.
«Che ci provi, allora! Sono forte abbastanza da contrastare un Originale, dopotutto. Cosa può mai esserci di più pericoloso?»
Kol aggrottò la fronte nel sentire Liza parlare così. Sembrava impazzita. La ragazza si voltò, intenta a lasciare definitivamente quella casa, ma lui l'afferrò per i capelli, tirandole indietro la testa fino a farla urlare per il dolore.
«Lasciala andare!» Urlò Klaus, con tutto il fiato che aveva in gola. Kol mollò di colpo la presa e Liza, in lacrime, indietreggiò verso la porta, guardando negli occhi il ragazzo che amava ma che, d'improvviso, sembrava non conoscere più. In ultimo cercò lo sguardo di Klaus. Il ragazzo non si era mosso, ma stringeva i pugni e aveva la mascella serrata e lo sguardo in fiamme. Alla fine si voltò e raggiunse l'uscita, lasciando per sempre quella casa.
Elijah prese un profondo respiro, poi congedò Bonnie, che mai come quella volta si sentì sollevata di lasciarsi i Mikaelson alle spalle.
Rebekah non perse altro tempo e salì le scale per raggiungere la sua stanza. Kol e Klaus, invece, restarono lì, occhi negli occhi per un tempo indefinito, sotto lo sguardo vigile di Elijah.
«Perché le hai permesso di andare? E' in pericolo, dannazione!» Esclamò Kol, battendo entrambi i pugni sul tavolo.
Klaus scosse la testa. «Non le ho permesso di andare...» disse, azzerando la distanza da suo fratello. «L'ho semplicemente salvata dalle tue grinfie.» Aggiunse, quasi sfiorando il volto del ragazzo con il suo. Poi, sotto lo sguardo esterrefatto di Kol, lasciò anche lui la stanza.
Il vampiro cercò Elijah con gli occhi. «E adesso?» Domandò. Non sentiva più la rabbia montargli in corpo, ma qualcosa di ben peggiore. Aveva paura. Ma non per sé.
Elijah respirò ancora, poi chiuse gli occhi, li riaprì e piantò le iridi scure in quelle del fratello. «Va' da lei e cerca di farla ragionare. Ma tieni a posto le mani.» Rispose in tono incolore, prima di passargli mestamente accanto e lasciarlo solo.

Lasciata la dimora dei Mikaelson, Liza aveva camminato senza meta per un po'.
Le lacrime erano scese a lungo, fino ad esaurirsi, mentre nella mente si susseguivano i pensieri che le facevano più male. Aveva trovato Kol, ma non era riuscita a dirgli ciò che provava, non lo aveva convinto a tornare a casa con lei. Lui l'aveva guardata come mai aveva fatto prima di allora, nemmeno quando ancora si odiavano e tutto ciò che desiderava il vampiro era ucciderla. E le aveva fatto male, molto più di quando le aveva stretto e strattonato i capelli come fossero finti.
La sera era, ormai, calata e sulla strada di casa non c'era nessuno, nemmeno una macchina di passaggio. Liza sospirò, stringendo al seno le braccia. La collana era tornata al suo posto, ma la pietra adesso era nera e quella macchia rossa nel mezzo era così simile al sangue da farla rabbrividire. Ciò che aveva saputo a riguardo, avrebbe dovuto metterla in allerta, perfino spaventarla a morte, invece non sentiva niente. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che Kol non era lì con lei e che, probabilmente, tra loro niente sarebbe stato più come prima.
Il rumore di una pietra che rotolava sul selciato le impose di fermarsi. Tese l'orecchio rimanendo immobile, poi si voltò, si guardò intorno, ma non vide né percepì alcuna presenza.
Quando, però, riprese a camminare, udì nuovamente la pietra rotolare.
«Chi c'è?» Domandò, mentre gli occhi si iniettavano di sangue e le vene comparivano in rilievo sulle guance. Non vedeva nessuno, ma adesso percepiva il pericolo attorno a sé.
Una folata di vento diversa dal solito, la portò a girarsi su se stessa e fu in quel momento che lo vide.
Joel era di fronte a lei, con un sorriso sghembo sulle labbra e le mani infilate nelle tasche dei pantaloni. La ragazza aggrottò la fronte, mentre i segni della sua natura scomparivano dal suo volto.
«Mi hai spaventata.» Disse, cercando di mostrare un sorriso che faticava ad aprirsi.
«Non era mia intenzione farlo. Scusami.» Rispose l'uomo, sfilando una mano dalla tasca e portandola all'altezza del risvolto della sua giacca scura. Lo sfiorò appena, mentre gli occhi di Liza indugiavano sulla sua camicia bianca, sbottonata fin quasi al petto.
Joel se ne accorse e sorrise ancora. «Avevo sperato di poterti rivedere, Liza. Ma non credevo sarebbe successo così presto.»
«Beh... mi dispiace, ma... credo che questa non sia la serata giusta per una chiacchierata tra amici.»
Cercò di liquidarlo passando oltre, ma l'uomo le afferrò una spalla con la mano e strinse appena. «Quanta fretta!» Esclamò, inducendola a guardarlo ancora negli occhi. «Io e te non siamo amici, quindi direi che il problema non sussiste.» Ridacchiò.
Liza storse il naso. «Non siamo amici, okay, e a me non va di parlare, perciò... addio.» Disse risoluta, ma non ebbe il tempo di fare nemmeno un passo che si ritrovò le braccia del vampiro intorno al corpo e il suo respiro freddo sul collo. «Tu non andrai da nessuna parte, ragazza, se non sarò io a permettertelo!»
A quelle parole, Liza si dimenò talmente forte tra le braccia dell'uomo da costringerlo ad allentare la presa, poi, una volta che i movimenti le risultarono più semplici, afferrò le braccia di lui e, in un lampo, lo costrinse con la schiena sull'asfalto.
Joel non sembrò preoccuparsene, anzi le rivolse un'occhiata divertita e, subito dopo, allungò una mano verso il viso della ragazza, scostandole una ciocca di capelli e posizionandola dietro il suo orecchio.
«Sei molto forte... ma lo sarai ancora per poco.»
Non appena l'uomo ebbe finito di parlare, Liza avvertì un susseguirsi di lancinanti fitte alla testa. Si portò dapprima le mani sulle tempie, poi cadde sull'asfalto in preda al dolore.
Sentì il sangue scorrerle sulle labbra e tutto ciò che vide, prima di perdere i sensi, fu Joel che la guardava sorridente e un gruppo di persone incappucciate e vestite di nero a circondarla.


 



 

Con l'arrivo di Joel, siamo entrati nel vivo della storia. Ma cosa succederà adesso?
Inutile dire che mi piacerebbe sapere cosa pensate del capitolo. Purtroppo mi sono accorta che le recensioni sono diminuite e ciò mi dispiace molto.
Non reputo le recensioni fondamentali in quanto scriverei a prescindere, dato che per me scrivere è passione. Sono però importanti perché permettono di confrontarsi e migliorare. Il silenzio, lo ammetto, è demoralizzante.
Detto questo, aspetto fiduciosa qualche parere e vi rimando al prossimo capitolo :)
   
 
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