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Autore: _Naira    14/03/2014    1 recensioni
Continuazione di "la ragazza dagl'occhi color cielo"
Due ragazzi che finalmente sono riusciti a dichiarare il loro amore, ma non esiste il felici e contenti nella realtà... :)
Un bacione a tutti isy_94.
P.s. spero di essere riuscita ad incuriosirvi ;)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Pov Naira
Sono passati 3 mesi da quando ho scoperto di essere incinta, il clima in casa è notevolmente migliorato, sono tutti più felici e si prendono cura di me come non hanno mai fatto in precedenza, vorrebbero che stessi a casa, ma voglio lavorare, mi sento inutile se non lo faccio. Sto andando a fare un controllo, Enrico è dovuto rimanere su per via di un gruppo scolastico in gita, sono quasi arrivata all'ospedale quando vedo una macchina invadere la mia corsia e accelerare per venirmi addosso, cerco di spostarmi per evitare che mi picchi dentro ma lo faccio troppo tardi, l'ultima cosa che vedo prima di perdere i sensi intrappolata in quel pezzo di ferro capovolto è il viso sorridente di Arianna. 



Pov Marta 
Entro in casa a prendere le sigarette e il telefono inizia a suonare all'impazzata, corro a rispondere. 
"Pronto?" 
"Salve, con chi parlo?!"
"Marta, posso aiutarla?" Chiedo. 
"Lei conosce Naira?" Il panico mi assale.
"Certo! Va tutto bene?" 
"No signorina, chiamo dal pronto soccorso, è appena stata ricoverata per un incidente stradale, fra quanto possono sopraggiungere i parenti?" Mi si gela il sangue nelle vene, non riesco a capire quelle parole, tuttavia rispondo senza rendermene conto.
"Arriviamo subito." Butto giù e corro dagli altri ignari di cosa sia successo. 
Quando mi vedono arrivare sconvolta e con le lacrime agli occhi si guardano straniti e preoccupati, gli spiego la conversazione appena conclusa e mi stringo fra le braccia di Gabriele scoppiando a piangere, non perdiamo un secondo di più,  saltiamo in macchina e corriamo giù. Siamo scesi solo noi ragazzi, i pastori sono rimasti a casa a tenere a bada la situazione, Marco sta guidando a una velocità troppo elevata per le strade di qui, in 10/15 minuti siamo davanti alla reception del pronto soccorso cercando di far capire a quell'infermiera imbecille che siamo i "parenti" di Naira. Dopo un po Enrico sbotta e glielo urla facendo calare il silenzio in tutta la stanza.
"LE HO DETTO CHE LA MIARAGAZZA È RICOVERATA QUI, NON SO COME STA, COME STA MIO FIGLIO, CAPISCE LA PAROLA INCINTA?! QUINDI CI FACCIA ENTRARE A VEDERLA PRIMA CHE TIRIAMO GIÙ TUTTO!" Sembra un leone in gabbia, ha i nervi che tremano sotto la pelle, le vene sul collo che pulsano ed uno sguardo assassino, non l'ho mai visto così e sinceramente mi fa paura, il suo viso è mutato in una maschera rabbiosa, ed è irriconoscibile. L'infermiera intimorita come me apre la porta e ci accoglie nel piccolo stanzino dove di solito si prendono i dati personali, ci informa che purtroppo Naira è in sala operatoria e che non possiamo vederla, comunque non appena il medico uscirà ci saprà dire qualcosa. Usciamo e ci sediamo fuori, fumiamo una quantità industriale di sigarette, accendendone una con il mozzicone di quella appena finita, dopo un'ora passata in un silenzio teso e carico di dolore, speranza, attesa, nervosismo e lacrime trattenute il medico esce e si avvicina togliendosi la mascherina.
"La ragazza era incinta?" Chiede. Ha usato 'era' perché l'ha detto al passato?! Le lacrime mi rigano le guance, la paura mi attanaglia lo stomaco, non può averlo perso, non può essere morta! No! Naira è forte e si riprenderà! 
"Che vuol dire era?!" Chiede Enrico col panico ad agitargli lo sguardo. 
"Non siamo riusciti a trovare il battito cardiaco del feto, lei è in stato di incoscienza, non sappiamo se supererà la notte e se lo farà non so se il feto farà lo stesso. Mi dispiace, abbiamo fatto il possibile." Mi manca l'aria, mi aggrappo a Gabriele, sconvolto quanto me, Marco è appena crollato sulla sedia affianco a noi e ha nascosto il viso tra le mani, Lexy si è messa a piangere sulla sua spalla, Enrico è rimasto in piedi davanti al medico con un'espressione gelida e le lacrime che scorrono copiose sul viso, vorrei avvicinarmi ma ho paura che scatti e combini qualche casino.



Pov Enrico
"Chi ha causato l'incidente?" Chiedo duro nonostante le lacrime che mi riempiono la bocca di sale.
"Una ragazza, la polizia ha  detto che è stato intenzionale." Spiega il medico. 
"Dov'è?" Chiedo di nuovo. 
"Lei sta bene, girava qui intorno. Vogliate scusarmi ma devo rientrare." Conclude l'uomo sparendo dietro la porta.
Rimango immobile ancora qualche minuto poi vedo Arianna comparire in sala d'attesa con una busta di ghiaccio premuta sulla tempia destra, una rabbia cieca mi annebbia la vista, un solo pensiero sovrasta gli altri: ti ammazzo. Aspetto che esca e quando si ritrova davanti a me la prendo per il collo sbattendola con forza contro il vetro davanti a me. 
"IO TI AMMAZZO! HAI CAPITO!?" Le urlo in faccia stringendo la presa sul suo collo. 
"L'ho fatto per noi, e per il nostro bambino!" Spiega cercando di farmi allentare le mani. La tiro avanti e la risbatto sul vetro con più forza, i miei amici si sono alzati e avvicinati ma nessuno ha il coraggio di sfiorarmi, sanno che in questo momento non riconosco nessuno e potrei prendermela con uno di loro anziché con lei. 
"TU SEI PAZZA!"
"IO TI AMO!"
"SPIEGAMI COME CAZZO TI È SALTATO IN MENTE?! RINGRAZIA DI ESSERE DONNA PERCHÉ SE NON FOSSE STATO COSÌ TI AVREI GIÀ AMMAZZATO DI COLPI!" Urlo infuriato facendole vedere i denti. 
"A TE NON È MAI IMPORTATO DI NESSUNO SE NON DI LEI! NON TI IMPORTA DEL NOSTRO BAMBINO!" 
"E PER QUESTO VAI IN GIRO TENTANDO DI AMMAZZARE LE PERSONE?! TU SEI PSICOPATICA! SPARISCI DALLA MIA VISTA PRIMA DI DIVENTARE TU QUELLA RICOVERATA IN TERAPIA INTENSIVA!" Mollo di colpo la presa e lei cade a terra, la gente che era in sala d'attesa si è avvicinata a vedere la scena, nessuno si muove, nessuno parla, nessuno ha il coraggio di commentare o giuridicare. Marco mi si avvicina lentamente, mi posa una mano sulla spalla e mi guarda cercando di capire se glielo permetto, lo guardo e allargo le braccia, lui mi stringe in un abbraccio fraterno e crollo in un pianto disperato, anche gli altri si stringono a noi, le persone che prima mi guardavano sconvolte ora ci guardano con compassione mista a tenerezza. Continuo a piangere e inizio a dar voce ai pensieri che mi fanno più paura. 
"Non posso perderla! Non posso! Non vivo senza di lei! Non posso perdere lei e il nostro bambino!" Parlo singhiozzando. Marta si fa spazio tra il groviglio di braccia e mi prende il viso fra le mani e mi guarda. 
"Non la perderai hai capito?! Non perderai nessuno dei due, ce la faranno, lei è testarda e suo figlio, beh, dato che siete voi due i genitori ti lascio dire quanto sia testa di minchia! Ce la faranno! Ce la faremo, tutti insieme, hai capito?!" Mi rassicura.
"Non è vero! Tu menti!" Rispondo con la voce rotta. Mi tira uno schiaffo. 
"Ahia! Mi hai fatto male!" Continuo.
"Ti sta bene! Riprenditi!" 


Pov Marta
I medici ci hanno mandato a casa, quando siamo arrivati abbiamo trovato i pastori con gli sguardi speranzosi ma vedendo i nostri tristi, le nostre labbra gonfie e le facce sconvolte si rabbuiano. Gli spieghiamo tutto, non mangiamo, ci infiliamo nei rispettivi letti e rimaniamo in silenzio a guardare il soffitto, Marco ha obbligato Enrico a dormire con lui, non vuole lasciarlo solo e lo capisco. 
Quando suona la sveglia ho ancora gli occhi spalancati rivolti al soffitto, mi alzo come un automa e quando arrivo in cucina vedo che gli altri non sono messi meglio di me, li saluto tristemente e loro rispondono con la stessa intonazione. 
"Ci occupiamo noi di mandare avanti il lavoro, voi scendete a vedere se ci sono novità." Dice Angelo.
"Va bene." Conclude Marco alzandosi. 
Noi abbiamo mangiato il minimo indispensabile, Enrico invece non ha toccato cibo, scendiamo in ospedale ed entriamo nel reparto di terapia intensiva, chiediamo del medico che ci ha parlato ieri, trovato gli chiediamo notizie. 
"Non ci sono miglioramenti, vorrei tanto dirvi il contrario." Trovo una traccia di compassione nella voce.
"E del bambino ci sono novità?" Chiedo preoccupata. 
"No, siamo in attesa di un miglioramento da parte di Naira prima di fare esami al feto." Conclude il medico accompagnandoci nella stanza della ragazza.Enrico entra e si siede sul letto, inizia ad accarezzarla dolcemente, noi entriamo rimanendo in piedi, Gabriele mi abbraccia e ricambio dandogli un bacio a stampo. 


Pov Enrico
Continuo ad accarezzarla da ore, so che non può sentirmi e sinceramente non ho parole da dirle, non trovo le parole da ieri sera, sono stravolto, svuotato,  arrabbiato e allo stesso tempo non provo sentimenti. Non ho voglia di parlare, di pensare, di piangere. Dopo essere stati un'ora dalla fine dell'ora di visita ci hanno sbattuto fuori, torniamo a casa e ci infiliamo in camera e ci sdraiamo a pensare. 
Marta e Gabriele sono sdraiati vicino a me, si aggrappano l'uno all'altra, stanno bene insieme, si amano e sono felice per loro. Marta dopo qualche ora si addormenta tra le braccia del suo ragazzo che la prende in braccio e la porta in camera fermandosi vicino a lei. Io e Marco rimaniamo immobili con lo sguardo perso nel vuoto, suona la sveglia, ci alziamo e ci cambiamo, una volta pronti tutti scendiamo di nuovo in ospedale. 


Una settimana dopo. 
Pov Marta
Sono tra le braccia di Gabriele, abbiamo appena finito di fare l'amore, trovo conforto nel calore del suo corpo, Naira non si è ancora svegliata, non ci sono stati miglioramenti e questo preoccupa tutti, Enrico dimagrisce di giorno in giorno, oggi Marco, Angelo e Silvio l'hanno immobilizzato mentre Crauto e Gabriele lo fanno mangiare a forza. Io e Lexy guardiamo la scena inorridite, si dimena cercando di liberarsi.
"Non possiamo permettere che crolli pure tu!" Gli urla Silvio.
Per fortuna è finito, scendiamo in ospedale, ormai il reparto lo conosciamo a memoria, entriamo nella sua stanza e. 


Pov Naira
Mi sono svegliata in ospedale, non mi ricordo molto, poi l'infermiera mi spiega cos'è successo, iniziano a farmi milioni di esami, tuttavia quando chiedo del bambino non mi rispondono, non lo sento muovere e la cosa mi preoccupa, mi riportano in camera, mi sdraio sul letto e inizio a guardare fuori, poco dopo sento dei passi che si avvicinano, so già di chi si tratta e un sorriso mi spunta sulle labbra, entrano tristi e quando mi vedono sveglia si bloccano tutti sgranando gli occhi, la prima che si muove è Marta che mi corre incontro buttandomi le braccia al collo, poi Enrico la segue baciandomi milioni di volte le labbra e abbracciandomi, Marco mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla fronte, Lexy mi stritola e inizia a farmi milioni di domande senza che il sorriso le abbandoni le labbra. 
"Sei sveglia, non ci credo!" Enrico si impossessa di nuovo del mio corpo, mi avvolge con le sue braccia forti, mi lascia un bacio sui capelli e si siede vicino a me.
"Quando ti mandano a casa?" Chiede Marco. 
"Non lo so." Rispondo abbassando la testa. 
"Il bambino?" Domanda Enrico speranzoso.
"Non mi hanno detto niente." Spiego cercando di sembrare tranquilla. 
"Io l'ammazzo quella puttana." Sibila a denti stretti. 
"Amore l'importante è che possa essere ancora qui." Dico cercando di calmarlo. 
Il medico arriva dicendo che dovrò stare ancora una settimana in osservazione così vedranno i risultati degli esami che mi hanno fatto oggi. 


Pov Enrico
Vederla sveglia, sana e salva mi ha fatto rivivere, pensavo che non ci fosse più speranza invece lei ha combattuto ed è qui, è ancora viva e sta bene. Rimaniamo fino alla fine dell'ora di visita poi dobbiamo tornare a casa senza di lei, ma so che mi aspetterà, mi sdraio sul letto e finalmente, dopo una settimana riesco a chiudere occhio, l'unica cosa che mi tormenta è che non sappiamo se il bambino sia sopravvissuto oppure sia... non riesco neanche a dirlo, a pensarlo, ma ho imparato che la speranza è l'ultima a morire. Morire.... che brutta parola, la nostra vita è stata segnata dalla morte, chi ha perso zii, nonni, genitori, mogli, eppure è questo che ci unisce, la morte, la comprensione del nostro dolore, i pastori conoscono il nostro dolore come noi conosciamo il loro, lo capiamo perché lo abbiamo vissuto anche noi. Abbiamo un passato che è meglio resti tale, ma nonostante tutto siamo ancora tutti qui, tutti insieme, legati come una vera famiglia e questo legame non si spezzerà mai. 


Spazio autrice
Buona sera :) allora l'inizio di questo capitolo è molto triste, tuttavia la fine è migliore. Non si sa ancora nulla del bambino, speriamo bene :( un bacione isy_94.
  
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