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Autore: OfeliaMontgomery    15/03/2014    1 recensioni
Katarina nel 1790 venne trasformata da Victor Lockwood, uno dei vampiri del consiglio. La donna ormai vampira gli strappò il cuore e lo guardò morire.
Nel 1823 nacque la sua unica figlia, nata dall'amore tra lei ed umano. I vampiri del consiglio lo scoprirono, così andarono da lei ed uccisero l'umano, tentarono di uccidere anche la sua bambina, ma scappò. Da quel giorno non fece altro che scappare e nascondersi da loro.
Adesso nel 2014 cercheranno di vivere una vita normale, ma la scomparsa di sua figlia sconvolgerà tutta la sua vita.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Katarina si buttò in mezzo alla folla, i raggi del sole le colpivano la faccia senza lasciar alcuna traccia. Sorrise malignamente incominciando a stare le teste a quegli inutili vampiri che rovinavano solamente il mondo. La prima che uccise fu una donna che le chiese di non farlo perché aveva una famiglia, Kate sorrise cupa e con un bel ‘anche io avevo un marito ma voi l’avete ucciso’ le squarciò la gola con i denti. Poi ne passarono altri dieci quando finalmente si trovò davanti a Leonard si sgranchì le ossa delle mani – Finalmente faccia a faccia – disse con una voce agghiacciate, non sembrava quasi più nemmeno più la sua.
– Lucas vai ed uccidila – l’ordinò Leonard ad uno dei suoi consiglieri più fidati che tremava all’idea di scontrarsi con il sole.
– Uuh manda i suoi cagnolini – commentò sarcastica Katarina prima di scagliarsi con Lucas che schivò il colpo all’ultimo secondo, ma non fu più veloce della vampira nel schivare il secondo che gli trafisse il cuore, glielo strappo via e lo lanciò dalla parte di Leonard – Adesso tocca a te – disse Katarina avvicinandosi con una falcata veloce.
 
– Mia madre è lì dentro con tutti quei vampiri? Ma siete pazzi? Aiutatela! – esclamò furiosa Lavinia avvicinandosi a Marcus.
– E’ stata tua madre a volerlo. Vuole vendicarsi di Riccardo e per averti impedito di avere vita normale per colpa loro – chiarì Marcus tenendo chiusa la porta con un legno bello grosso, – Isaac portami qualcosa per chiudere questa porta che sta per cedere – urlò al rosso che stava spostando dei mobili per impedire ai vampiri di uscire da dentro alla sala.
Corse subito verso di lui con un cassettone di legno che posizionò davanti alla porta – Con questo dovrebbe resistere – informò il rosso.
– Grazie amico – lo ringraziò dandogli una pacca sulla spalla prima di lasciarlo correre di nuovo davanti all’altra uscita della sala.
Tyler e Lavinia aiutarono anche loro a portare oggetti davanti alle due porte, invece il padre, Alexander era sparito.
 
– Genevieve dove sei? – chiamò Alexander andando nei sotterranei, entrò dove c’erano le celle. Scalciò con i piedi le ossa che si trovavano lì ed avanzando si fermò davanti ad una cella – Genevieve sei qui? – chiese l’uomo guardando dentro alla cella, si sentì un flebile provenire dall’interno della prigione.
L’uomo usò l’ascia che aveva preso dal figlio per rompere le catene, quando sentì il rumore del ferro che cadeva contro il pavimento di pietra aprì la porta della cella ed uscì Genevieve, la regina dei vampiri ridotta alla prigionia. Era ridotta male. Aveva il viso scavato, delle enormi occhiaie blu ed era magrissima, si intravedevano le ossa che sporgevano dal suo corpo.
La donna appoggiandosi ad Alexander uscì del tutto dalla cella facendo piccoli passi – Dobbiamo liberare Josh – sussurrò appena la donna indicando con una mano scheletrica la cella dietro di lui.
Alexander annuì avvolgendola con un braccio e stringendola contro di lui. Si girarono insieme e guardando la cella davanti a loro l’aprirono con un colpo di ascia.
La porta della cella si aprì ed uscì un ragazzo alto e molto magro ma non tanto quanto la madre. Aveva capelli castani con sfumature bionde e gli occhi azzurri erano spenti e molto stanchi.
– Madre – esclamò Josh tristemente prima di andare ad abbracciarla – Piccolo mio, mi dispiace così tanto – sussurrò la madre accarezzando lentamente la schiena del figlio.
– Ora è meglio andare di sopra – disse Alexander sfiorando una spalla di Genevieve, – Non posso salire è ancora giorno e io non posso stare al sole – disse afflitta la madre di Josh.
– Papà vai tu di sopra, appena scenderà il sole saliremo anche noi – disse Josh annuendo al padre, l’uomo sospirò – Va bene, ma giuro che dopo torno a controllare come state – disse Alexander prima di correre per tornare su.
 
Katarina sferrò un pugno a Leonard che sfiorò subito, lui le diede un pugno nello stomaco che la fece piegare in due – Pensi davvero di uccidermi stupida infetta? – Katarina si alzò di scatto e gli mollò un robusto gancio alla mandibola facendolo indietreggiare – Sono un’infetta per colpa del tuo amichetto Victor, ah, a proposito ora dov’è? Oh aspetta l’ho ucciso io quindi è morto – esclamò furibonda Katarina prima di sferrargli altri due pugni nello stomaco e poi uno sul naso facendoglielo sanguinare.
Leonard la guardò con il suo sguardo di sangue prima di scagliarsi contro di lei mordendole il collo. Katarina urlò divincolandosi da lui, riuscì a staccarselo da dosso e lo scagliò contro alla parete passando in mezzo al sole bruciandogli un braccio. La maggior parte dei vampiri era ormai morti, la restante urlava impaurita stando in un angolo della stanza.
Katarina gli corse incontro tirandogli un calcio in pieno viso rompendogli la mandibola, gli occhi della vampira era diventati rossi, in quel momento faceva davvero paura con quegli occhi e quei canini che spuntavano dalla bocca.
– E’ la tua fina. Ultime parole? – chiese la vampira ridendo sadicamente prima di staccargli la testa tirandola verso di lei, – Oh mi dispiace, non ti ho lasciato parlare – disse sarcastica Katarina parlando alla testa mozzata del vampiro poi la lanciò in mezzo alla luce del sole e ben presto diventò cenere.
Katarina fece un lungo salto ed uscì dalla sala, salendo sul tetto poi avvicinandosi alla leva la tirò ancora di più togliendo ogni possibile ombra che c’era poco prima della stanza. Partirono degli urli spaventosi da dentro alla stanza, c’erano che gridavano girando per la sala, altri invece che stavano immobili ad aspettare la loro fine.
Finalmente Katarina aveva avuto la sua vendetta.

 
  
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