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Autore: Yuki_o    15/03/2014    4 recensioni
"Esitò un attimo, valutando come avrebbe potuto spiegargli tutto quello che le frullava per la mente e come nonostante quel caos si sentisse così vuota, tanto da poter essere trascinata via dal vento. Poi parlò.
-Credevo lo prendessi amaro…ero proprio sicura.-"
L'incontro-scontro di due universi e l'aroma del caffè.
Prima ff su Teen Wolf: spero vi piaccia :)
Buona lettura!
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caffè americano
 


Era mattina presto, sabato di un autunno mite e soleggiato che in qualche modo le ricordava la Francia.
Seduta in uno dei caffe-bar del centro di Baecon Hills, Allison Argent si crogiolava nella normalità del suo caffè-latte al caramello come Lydia Martin avrebbe fatto davanti a un nuovo paio di Jimmy Cho.
Il tavolino che occupava, accanto alla vetrina del negozio, le permetteva di rivolgere ai passanti lo sguardo, fingendosi preda di una noia che in realtà non provava: osservare la gente di corsa, accaldata o rilassata, camminare o correre davanti a lei, ignari di lei, le dava una piacevole sensazione di tranquillità: l'illusione o la certezza -non lo sapeva bene- che il mondo non solo sarebbe andato avanti senza di lei, ma nonostante lei.
 
Andava meglio.
Da qualche mese, ormai, era facile alzarsi la mattina, non le pesava sorridere e aveva di nuovo voglia di divertirsi, di scherzare e di perdonare se stessa per questa sua ostinazione a vivere.
Non andava più così spesso sulla tomba di sua madre e a volte questo faceva sbocciare il lei un pungente senso di colpa, che però si affievoliva un po’ appena vedeva suo padre entrare in casa borbottando lamentele sul traffico urbano o leggendo un sms di Lydia -in cui l’amica poteva descriverle, con uguale entusiasmo, una nuova teoria di fisica quantistica o l’ultimo trend di trucchi naturali e anallergici.
Doveva occuparsi dei vivi.
Questo le diceva ogni sguardo che incrociava, ogni sorriso che riusciva a cucirsi addosso senza troppa fatica: lei era viva.
Se si concentrava un po’ riusciva a vedere una mag rossa al posto dell'anonima tazza bianca con il logo del bar di fronte a lei, e un bancone di alluminio invece del tavolino di legno a cui era seduta. Quella fuga disperata da se stessa che si era conclusa a casa di Derek era stata come l'esplosione che aveva fatto sfogare tutta la tensione e la rabbia accumulata.
Dopo quel giorno bere un caffe aveva assunto un nuovo senso: voleva dire pausa da se stessa e dalle proprie aspettative e obiettivi. Dopo quella sera era riuscita a prendere di nuovo in mano un arco senza tremare.
La sensazione di quei ricordi stava ancora stuzzicandola quando senti l'acuto trillo del campanello della porta che annunciava l'ingresso di un nuovo cliente: Allison alzò la testa quasi meccanicamente e mai si sarebbe immaginata di vedere lui entrare nel locale.
Derek Hale.
A volte si era chiesta se avesse solo giacche di pelle nel proprio guardaroba, quindi fu in qualche modo una sorpresa vederlo con indosso una comune felpa blu con cappuccio, appoggiarsi al bancone come un qualunque studente del college e ordinare un caffe lungo da portar via. Aspettò che si voltasse verso il resto della sala per salutarlo -non soffermandosi troppo sul fatto che fino a un paio di settimane prima avrebbe probabilmente cercato di sprofondare il più possibile nella sedia pur di non avere nulla a che fare con lui.
Del resto però allora nemmeno Derek, se si fosse accorto che Allison Argent sedeva nello stesso bar dove anche lui stava ordinando il suo caffe, avrebbe mai  considerato l'idea di salutarla con un cenno del capo e avvicinarsi con il bicchiere di carta in mano e chiederle semplicemente: "Come va Argent?"
Era bastata una notte folle a rendere questo possibile in un giorno come gli altri.
 
"Tutto ok, grazie. Tu?"
Derek rispose con una diplomatica alzata di spalle e continuò a starsene in piedi con il bicchiere fumante in mano. Evidentemente aveva esaurito la sua riserva quotidiana di loquacità. Trattandosi di Derek non la stupì.
"Se non hai fretta potresti fermarti a bere il caffè..."
L'idea l'aveva colta quasi a tradimento, prima ancora di realizzare il pericolo che conteneva quella prospettiva, ma lo sguardo perplesso di Derek fece sì che ad un tratto fosse tutto molto chiaro. Vederlo così vicino, con quel look inconsueto per lui, mentre teneva così semplicemente in mano il suo caffè le aveva fatto abbassare la guardia e ora che non lo vedeva più attraverso le solite difese si rese conto di quello che aveva sempre rifiutato di riconoscere: Derek Hale era un ragazzo, che l'aveva salutata in un caffè un giovedì pomeriggio d'autunno.
Il non sentire il bisogno di nascondersi o allontanarsi da lui, avere persino il sincero slancio a condividere parte del suo tempo con una persone che fino a poco prima avrebbe potuto -senza esagerare- definire un nemico la lasciò quasi stordita.
La voce del ragazzo non espresse meno sconcerto quando le chiese: "Con te?"
Forse fu un moto d'orgoglio davanti a quella diffidenza e quella nota di divertimento che -no, non se l'era immaginata- aveva colorato la voce di Derek.
"La sedia è libera." disse quindi, alzando le spalle come se la cosa le fosse indifferente.
Dentro tremava solo un po'.
Vederlo sedersi, lasciando scorrere uno sguardo apparentemente casuale sulla sala, e poi tornare al caffe fu quasi surreale.
"Nessuna squadra di cacciatori è qui per tenderti un'imboscata, non preoccuparti." disse senza riuscire a trattenersi.
Il lupo alzò lo sguardo e lo fermò nel suo. Era tranquillo.
"Saresti l'esca perfetta..."
"Perché?" lo interruppe di colpo e cercò di ignorare il brivido scatenato da quelle parole. Non riuscì a impedire alla solita paura di insinuarsi in lei: assomigliava abbastanza a Kate da portarlo sempre a dubitare di lei? Credeva che come sua zia fosse una traditrice? Una bugiarda?
Ma la risposta fu ben altra.
"Perché, per quanto mi riguarda, sei del tutto imprevedibile, Argent."
Lei tacque. Maledetti brividi.
Rimasero qualche istante in silenzio.
"Non ricordo nemmeno se ti ho ringraziato quella volta..."
Lui avrebbe potuto benissimo non capire a cosa si riferisse, con una frase così enigmatica  e fuori contesto, eppure capì. Tutto.
Si sarebbe aspettata che una frase simile facesse scendere la temperatura del locale di almeno 10 gradi, invece Derek non batté ciglio ed Allison decise di seguire l'istinto e continuare a parlare.
"Ora dormo molto meglio e anche visitare la sua tomba...è più facile."
Allison alzò il capo e vide Derek annuire lentamente.
"Ci vuole tempo Argent...ma a quelli come noi non manca mai."
Anche lei rimase in silenzio stavolta -nonostante la domanda “chi sono quelli come noi?” le pizzicasse quasi sulla punta della lingua, dove rimase inespressa- e avrebbe voluto lasciare che l'argomento lentamente si dissolvesse portando con sé le ombre dei loro lutti, ma nemmeno in quel momento Allison dimenticò quanto i fantasmi di Derek fossero più numerosi dei suoi.
Lo aveva realizzato solo dopo quella sera e si era sentita nauseata dal suo egocentrismo e anche incredula a come avesse fatto, fino a quel momento, a guardare quel ragazzo negli occhi e non vedere.
"Quante volte si può sopravvivere a questo? Quante volte puoi amare, perdere e poi ricominciare a...” trasse un sospiro doloroso “Quante volte, Derek, prima di crollare?"
Lo vide sorridere, con sorpresa, come quando le aveva parlata di Laura.
"Le volte che riesci a respirare abbastanza a lungo da ricordare quelli che sono rimasti. Ti aggrappi a loro e speri di riuscire a resistere abbastanza a lungo, fino a quando non passa la tempesta."
Non avrebbe mai ottenuto una rassicurante bugia da lui, lo aveva già capito, contava anzi sulla sua onestà delicata. Tuttavia non era sicura che sarebbe riuscita a sostenere le parole che Derek stava per pronunciare quando incrociò il suo sguardo a quel punto.
"La maggior parte non sarebbe sopravvissuta a questo Argent, siamo come i primi scopritori di una nuova terra…da qui in poi non ho più risposte."
Fissò la tazza che ormai da bollente era diventata ormai appena tiepida tra le sue mani. Lasciò che un respiro profondo le sfuggisse e poi alzò lo sguardo con un sorriso.
“Derek Hale è un filosofo: chi l'avrebbe detto!”
Allison osservò le labbra del lupo arricciarsi appena in uno sbuffo di risata.
“Parlo troppo poco per esserlo Argent, ma la gente non mi ascolta mai proprio come fa con i filosofi.”
“Io non mi chiamo Scott McCall.” Disse lei volendo prolungare quel momento leggero.
“Credimi Argent: lo so. Tu sei quello a cui Scott pensa di solito proprio quando non mi ascolta.”
La risata che la scosse allo sguardo sconsolato di Derek fu genuina e allegra.
Continuarono a parlare dimenticando e lei finì con il dimenticare totalmente il suo caffè-latte ormai freddo: l’ironia di un Cacciatrice che passava un pomeriggio a parlare con il lupo più taciturno di Bacon Hills non sfuggì a nessuno dei due.
 
 
La prima volta che si ritrovò di nuovo davanti alla porta del loft di Derek ero ormai inverno e il pomeriggio che avevano passato insieme mesi prima sembrava allo stesso tempo vicino e irreale. Si sentiva nervosa come la notte che era arrivata lì, fuori di sé e confusa, anche se questa volta aveva più che un valido motivo per trovarsi lì…con un’ora di anticipo sugli altri.
Certo.
Trasse un sospiro e aprì le porte scorrevoli –convenientemente lasciate aperte dato il numero di ospiti atteso per quella ‘pack-reunion’- e si diresse nella zona cucina. Derek era in piedi dietro al bancone, comodamente curvo sul piano, mentre appoggiato sui gomiti sorseggiava caffè –l’aroma inconfondibile era percepibili anche ai suoi sensi umani- mentre un’altra mug rossa era appoggiata accanto a lui.
Il sorrisetto che il ragazzo cercava di nascondere un po’ nella mug era quasi affettuoso non riuscì a non arrossire un po’ sapendo che probabilmente la ragione di quella smorfia era il suo stato d’animo così teso.
Si avvicinò al bancone e appoggiò sul tavolo il sacchetto di carta che aveva portato con sé. Appena l’aroma arrivò ai sensi acuti del lupo di fronte a lei le scoccò uno sguardo interrogativo –e non poco divertito.
-Ho pensato che il gelato non fosse l’opzione migliore a colazione, quindi ho ripiegato sulle brioches.- spiegò con una alzata di spalle.
L’unico commento di Derek fu un breve sorriso che si allargò ulteriormente quando lei aggiunse –Alla crema.- *
Bevvero in silenzio il loro caffè e divisero le brioches riempiendo il bancone di briciole, cosa che non sembrò preoccupare minimamente il padrone di casa.
Quando anche gli altri membri del branco di Scott arrivarono nessuno dei due si prese il disturbo di muoversi, anzi continuarono con calma a sorbire la seconda –terza?- tazza di caffè mentre facevano a gara a raccogliere con le dita le briciole sparse sul piano.
I loro amici potevano fissarli con quegli sguardi sconvolti quanto volevano, ma se Allison Argent e Derek Hale quella mattina volevano rivolgersi sguardi comprensibili solo a loro, beh…quelli erano solo affari loro.









Angolo dell’autrice:
non riesco quasi a credere di essere di nuovo qui! La pausa che mi sono “presa” –fissa con odio mucchio di libri di diritto- è talmente lunga che non voglio nemmeno provare a leggere la data della mia ultima pubblicazione!
Torno con il secondo capitolo autoconclusivo di questa mini-raccolta ( a cui, se Jeff Davis vuole Aka.non-uccide-Derek-perché-io-ne-morirei seguirà un terzo capitolo che sarà Spoiler!Alert: POV!DEREK) a cui sono sempre più affezionata: tutta questa caffeina mi scalda il cuore…
Come sempre ho innalzato un peana agli dei perché mi aiutassero a mantenere i personaggi IC, spero di esserci riuscita!
Ricordo anche: la qui-cyder-presente autrice è una ferma sostenitrice dello SHIPPING LIBERO, per cui facendo appello alla Dea Ambiguità ho cercato di mantenere il tono su un ipotetico pre-slash/friendzone perciò…se vi disturba l’idea di una Dellison ship, consideratela pure solo una Derek&Allison: io stessa rileggendola sono una volta per l’uno e l’altra per l’altra opzione!
Detto ciò mi dileguo con l’unica nota che mi sembrava il caso di apporre:
l’asterisco (*) è riferito alla battuta sulle brioches alla crema che sono state citate nel capitolo precedente, perciò se volete capire la battuta sapete dove guardare, eheh. Esatto sono sadica e voglio costringervi a leggere anche quella parte…sue me <3
love you,
boby
  
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