Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Ommy Wilson    15/03/2014    1 recensioni
Moybey è un Incubator particolare;
Egli ha il vantaggio (o lo svantaggio) di possedere tutte le emozioni umane ed essere quindi alla mercé di propri interessi, pareri, sensazioni e molte altre cose che sconvolgono la sua abilità di avverare i desideri delle Puellae Magi. Tenterà di dimostrare ai suoi simili di essere più bravo di loro in ciò che fanno, ma con risultati catastrofici.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Homura Akemi, Kyoko Sakura, Kyubey, Madoka Kaname, Mami Tomoe
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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  ● Cambio di gestione!

 

 

« Cosa vedono però le mie fosche pupille aliene! »

Esclamò allarmato l'enorme individuo con cappello ed impermeabile entrato all'interno del fast food, facendo un passo indietro ed allungano le mani in avanti come se fosse appena stato sorpreso da qualcosa di incredibile. Lo spesso cappello da lui indossato emanava una così densa ed oscura ombra da rendere impossibile la visione del suo aspetto che, vista la voce tonante e possente, poteva anche essere quello di un drago parlante.

Il tipo, senza perdersi in spiegazioni, afferrò con entrambe le gargantuesche mani i fianchi di Homura e la sollevò da terra come se fosse un fuscello; la ragazza, ancora sporca dei resti del suo improponibile piatto di carne e chissà quali altri ingredienti, era ancora talmente sconvolta e provata dal suo stesso piagnisteo di poco prima e dall'arrivo di quel misterioso tipo alto tre metri, non oppose nessuna resistenza e, come del resto stava facendo Moybey, si limitava a tenere gli occhi sbarrati colmi di sorpresa ed incredulità.

« E tu saresti una Puella Magi? Oh! Ma dobbiamo darci una ripassata signorina! Se gli altri arrivano qui a ti trovano in queste condizioni siamo tutti fregati! Mi hai capito?! Forza! »

Sbraitò il titanico sconosciuto, posando Homura a terra ed iniziando a frugare dentro le enormi tasche del cappotto che sembravano contenere una seconda dimensione al loro interno.

« Capisco che non è proprio il massimo, ma di qui a dire che è impresentabile... »

Borbottò Moybey, ancora nel suo stato di menefreghismo generale che lo spingeva più a dire idiozie che a preoccuparsi della situazione generale.

« Zitto tu piccolo Incubator deforme! Già tanto che non ti caccio dal locale! Oh! Ecco cosa potrebbe fare per te! »

Grugnì con entusiasmo il colosso, sfoderando dalla tasca un lungo lenzuolo azzurro con una soddisfazione tale da far indugiare Homura sulla sorpresa che avrebbe dovuto provare nel sentire qualcuno, oltre alle Puellae Magi, rivolgersi ad un Incubator con quella tranquillità ed indifferenza; dopodiché, prima che la ragazza riuscisse a dire qualsiasi cosa, il lenzuolo color cielo si calò su di lei, per poi essere tirato indietro con la stessa abilità di un mago che estrae la tovaglia da sotto i piatti senza infrangerne nessuno.

« Voilà! Come direbbe mia moglie, se ne avessi una, “se mi tradissi con lei, lo capirei!”. »

Esclamò con immane soddisfazione lo sconosciuto, continuando a far ciondolare il lenzuolo come una bandiera.

« Oddio! Ma tu sei un mago!? Adesso puoi migliorarle i capelli? Sono pieni di doppie punte! »

Lo seguì a ruota Moybey, fissando Homura con un'insolita attenzione, mentre quest'ultima continuava a guardarsi attorno incredula, senza riuscire a dare un senso a ciò che le era appena avvenuto in quegli ultimi secondi; tuttavia, quando gran parte dei clienti iniziò a fischiare ed a indicarla con foga, si trovò costretta a posare lo sguardo sul suo corpo e si rese conto che l'uomo misterioso le aveva fatto sparire i vestiti di dosso, sostituendoli con una divisa da cameriera estremamente corta e scollata, con tanto di autoreggenti a rete.

« Questo, mia cara, sarebbe perfetto con la sua pelle candida e la sua chioma oscura! Non faccia complimenti! Cammini un po'! Lo provi! Faccia una piroetta! Danzi per noi! »

Si esaltò il titano in impermeabile, invitandola con le mani ad eseguire tutte quelle azioni che le aveva elencato; al contrario però, Homura non era intenzionata a tenersi quei vestiti e, subito dopo essere arrossita in volto, esplose in una serie di urla e di imprecazioni.

« Ma cosa ti salta in mente?! Qual'è il tuo problema?! Fai ricomparire i miei vestiti o ti faccio saltare la testa! »

Nella minaccia, Homura portò la propria mano alla soul gem e tentò di trasformarsi, ma la grossa e verdastra mano dello sconosciuto fu più rapida e la privò dalla sua preziosa gemma viola.

« Calmi i bollenti spiriti signorina! Se non le piace l'abbigliamento da cameriera possiamo cambiare in calciatrice, o piccola cantante... Non c'è cosplay che non possediamo! »

La rassicurò stupidamente poi, togliendosi il cappello con entrambe le mani ed usando una certa eleganza, rivelando una testa piena di scaglie, lunghi capelli neri ciondolanti in stile rasta adornati da tanti anelli dorati, degli occhi da rettile e delle piccole chele piantate sulla ancor più minuscola bocca.

Di fronte a quell'orribile visione ed all'incapacità di potersi trasformare per difendersi Homura, tornata fredda e calcolatrice di fronte al pericolo, ignorò tutti gli sguardi perversi che le stavano cadendo addosso e si rivolse risolutamente a Moybey.

« Presto! Non so chi sia questo coccodrillo pervertito! Ma se non facciamo quel contratto...! »

Nel vedere Moybey fermo a fissarla senza dire nulla, quasi sentì un brivido di spavento, temendo che l'astratto Incubator fosse rimasto vittima di un ipnosi e fosse quindi divenuto incapace di sentirla; solo pochi secondi dopo si ricordò di cosa ella stessa indossando e, per quanto ridicolo le potesse sembrare, comprese il motivo dell'alienazione del gatto alieno dalla realtà.

« Gambe... Fianchi... »

Borbottò lui, con un rivolo di bava dalla bocca.

« Contratti!? »

Fece eco lo strambo alieno scaglioso, portandosi le mani sui fianchi ed iniziando a ridere a più non posso, mentre finalmente le persone all'interno del locale erano riuscite a schiodare gli occhi dalle forme di Homura ed a comprendere che un mostro alto tre metri si trovava a pochi metri da loro, cosa che li convinse a darsela a gambe levate.

« Qui non si fanno più contratti! »

« Che intendi dire?! »

Chiesa la ragazza in veste da cameriera osé, cercando di spingere disperatamente la gonna verso il basso con una mano e svegliando Moybey con l'altra strattonandogli l'orecchia già ferita dalla pallottola.

« Perdonami signorina! Le sue condizioni mi avevano così sconvolto da impedirmi di presentarmi! Siccome gli Incubator non sono più in grado di fare il loro lavoro su questo pianeta, in attesa che se ne vadino, noi stiamo tastando il terreno per organizzarci al meglio! Siamo i Pedators! »

Nel sentire quelle strampalate spiegazioni, Homura fece una smorfia contorta e confusa, per poi voltarsi verso Moybey che la fissava con ancor più titubanza.

« Di questi non mi avevi detto nulla! »

Lo sgridò lei.

« Pensavo che lo “sparire” fosse una motivazione abbastanza grande da spingerti ad aiutarmi ad evitare che Kyubey se ne andasse definitivamente dal pianeta! Che ne sapevo che questi si facevano i giri turistici prima del tempo!? »

« E adesso come usciamo da questa situazione!? Ha preso la mia soul gem! Anche se volessimo fare il contratto non posso darti la mia anima! »

« Cosce... Chi la vuole la tua anima... Possiamo fare con il corpo per stavolta? »

« SMETTILA DI FARE IL PERVERTITO! NON SONO NEANCHE DELLA TUA STESSA SPECIE! »

Improvvisamente il Pedator mise fine alla discussione schiacciando con violenza il tavolino del fast food con uno dei suoi grandi piedi artigliati e facendo schizzare il piatto del grande leviatano in tutte le direzioni, macchiando pavimenti e mura.

« Vedi ragazzina... »

Cominciò in modo solenne.

« Come Kyubey, anche noi abbiamo due nomi... Quello che usiamo per presentarci formalmente ed il nostro nome reale. »

« E come vi chiamate realmente? »

Intervenne Moybey, con un tono di una curiosità quasi inaspettata.

« Inculator. »

« Era meglio se stavo zitto. »

« Voi stupidi pupazzetti dovreste sempre tenere la bocca chiusa. I vostri metodi sono sbagliati ed anche fin troppo compassionevoli! Vi mostreremo come si raccoglie speranza e disperazione dalle ragazzine in perfetto stile perverso! Noi uniamo il divertimento al lavoro! Siamo degli esperti cosa credi? »

Nell'udire “stile perverso” Homura, continuando a nascondersi le gambe con la gonna, cominciò ad avere i peggiori presentimenti che le riportarono la memoria a certi siti pornografici che aveva casualmente visto per errore e, per la prima volta, Kyubey non gli sembrò poi così mostruoso, se paragonato a quell'alligatore pervertito che solo dal proprio nome faceva intendere cosa sarebbe finita alle disgraziate come lei che fossero cadute tra le sue grinfie. Tuttavia, proprio quando cominciava a temere il peggio ed incrociava gli occhi da rettile soddisfatti del suo nuovo nemico, una figura si parò dinanzi a lei, come uno scudo pronto a difenderla; si trattava di una suora dagli occhi rossi e l'espressione alquanto compassionevole nei confronti del Pedator.

« Kyoko?! »

Borbottò Homura, incapace di farsi subito una ragione del vedere quella Puella Magi rozza e mascolina nella vesti di una suora dall'aspetto così amorevole.

« Oh! Suor Sakura! Ce ne hai messo di tempo ad arrivare! »

Esclamò Moybey, con la testa rivolta verso la suora ma con gli occhi spostati in modo anomalo verso Homura, come se fosse incapace di scostare le pupille dalla visione di una ragazza con quel completo erotico.

« Santa pazienza divina! Guarda che misfatto! »

Esordì Kyoko, portandosi le braccia sui fianchi come una maestra adirata con i propri alunni.

« Moybey! Non avrei mai creduto che l'ultimo da rimproverare potresti essere stato tu! Ma devo ricredermi oibò! Cosa mi tocca vedere! Che OSCENITA'! Ragazze con completi pornografici! »

Tuonò poi, voltandosi verso Homura e sollevandole la corta gonna con un colpo di mano, lasciandola in balia degli occhi del gatto alieno.

« Screanzata! Ma ti pare il modo di vestirti?! Andrai all'inferno! Nel girone dei lussuriosi! »

« Io non mi vesto così! E' quel tipo che mi ha fatto indossare quest'oscenità! »

« Ah Ah! Quindi è un ovvio caso di sfruttamento di minori da parte di... »

Ipotizzò la suora, voltandosi verso il rettile alieno che era rimasto quanto incredulo quanto lo erano stati Homura e Moybey nel vederlo arrivare all'improvviso in quel locale.

« … Di... Mi scusi, cosa è lei? »

« Sono Pedator. Esponente della razza che prenderà in custodia il vostro pianeta e tu, con quegli abiti che oscurano la tua giovane bellezza non vai affatto bene per darmi il benvenuto. »

Kyoko rimase in silenzio ad osservare la minaccia aliena, poi sorrise dolcemente ed inclinò la testa con fare caritatevole.

« Credo che lei si confonda; questo pianeta è sotto la custodia dall'onnipotente e se lei ha intenzioni di opporsi a ciò dovrò eliminarla. »

Nel sentire quella minaccia lanciata da una ragazzina piccola e gracile, il Pedator esplose in una risata imperiosa e colma di sarcasmo, poi lanciò improvvisamente uno schiaffo in pieno volto alla benevola suora che però, con sua grande sorpresa, si limitò semplicemente a scostare la testa ed a perdere qualche goccia di sangue dal labbro inferiore.

« Oh... Questo non doveva farlo... »

Si allarmò Moybey, riuscendo finalmente a vedere qualcos'altro che non fosse Homura ed il suo improbabile vestito.

« E' una maga anche lei?! Se non si trasforma... »

Esclamò Homura, venendo però subito zittita da Moybey che la rassicurò.

« Quell'abito da suora è il suo costume... »

Kyoko rimase in silenzio per qualche secondo poi, sotto gli occhi increduli del mostro, si succhiò il sangue che le usciva dal labbro inferiore e poi lo sputò verso di lui. L'alieno non riuscì neanche a comprendere cosa stesse succedendo che il piccolo pugno della suora investì prima lo stesso sputo sanguinolento e poi la sua faccia squamosa con una potenza tale da spaccargli una delle piccole chele che si ergevano sopra la bocca in miniatura e da spazzarlo via di diversi metri sino a farlo sbattere contro una parete.

« Se tu mi avessi fatta finire di elencare i motivi per cui ero qui senza scaldarti, magari te la saresti cavata con una sculacciata, ma... »

Ringhiò Suor Sakura, pestando uno dei resti del grande Leviatano che era stato sparso per tutto il locale.

« … Oscenità in luogo pubblico! Bestemmie! Cibo sprecato! Aggressione! Adesso ti tramuterò in una borsetta d'alligatore a forza di marrovesci! »

 

 

   
 
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