Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    15/03/2014    11 recensioni
[Crossover-Frozen/Le 5 leggende]
Un giorno Jack Frost fa uno strano sogno in cui una figura sembra rivolgergli la parola: "Oggi nascerà una bambina con poteri simili ai tuoi"
Da allora è tormentato da mille domande: Sarebbe nata davvero quella bambina? Avrebbe davvero avuto poteri simili ai suoi? Avrebbe rappresentato una minaccia? Come avrebbe usato i suoi poteri?
Così Jack si dirige ad Arendelle per conoscere chi sia questa bambina che ha ironicamente soprannominato "Regina di ghiaccio" e per trovare una risposta alle sue innumerevoli domande.
Ma nell'ombra qualcosa o qualcuno li osserva, che abbia un piano più ampio che riguarda uno di loro due o entrambi?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap 6

Passarono altri tre anni.
Le minacce e il lavoro con i guardiani sembrava essere finalmente finito.
Anche se non avevano ancora trovato l'ipotetica nuova leggenda, essendo cessati i conflitti, Nord aveva fatto tornare tutti ai propri compiti: se avessero notato qualcosa di strano glielo avrebbero dovuto riferire.
Jack stava quindi volando velocemente ad Arendelle, più si avvicinava alla città e più il suo cuore batteva emozionato. Non poteva crederci, avrebbe rivisto Elsa dopo tutto quel tempo!
Chissà come era diventata...adesso doveva avere praticamente la sua età! Bé, o almeno quella che era la sua età da più di trecento anni!
Che faccia avrebbe fatto nel rivederlo?
Avrebbero potuto divertirsi insieme come un tempo!
Avrebbe potuto rivedere quel sorriso.

All'improvviso però un dubbio si impadronì di lui.
Sarebbe stata felice di rivederlo?
Sentì improvvisamente una stretta al cuore: ricordava ancora le sensazioni di Elsa che aveva provato quella notte.
Si chiese se fosse arrabbiata con lui: non c'era stato quando lei ne aveva bisogno.
Scrollò la testa come per cacciare via quei pensieri. Non aveva importanza, anche a costo di farsi odiare l'avrebbe rivista, voleva sapere come stava, doveva rivederla...voleva rivederla.
Arrivato al castello si fiondò alla finestra, si sentiva agitato come non mai.
"Calmati Jack è solo Elsa!" ripeté tra sé per calmarsi, tirò un sospiro, per poi affacciarsi alla finestra sfoggiando il miglior sorriso che riusciva a fare, ma si sorprese nel vedere che la stanza era vuota.
Stava per andare ad affacciarsi alle altre finestre, quando notò una cosa che incredibilmente non aveva notato per la fretta: il cortile era totalmente ghiacciato, compresa la fontana. Alzando lo sguardo notò che in effetti la neve e il ghiaccio erano ormai ovunque.
Ma la cosa che lo colpì di più fu che non era opera sua!
"Elsa?"
Potevano essere cresciuti così tanto i suoi poteri?
E dove era lei adesso?

Notò che il cortile era pieno di gente, così si avvicinò.
Vide una ragazza su un cavallo bianco, cercava di calmare la folla.
"La regina Elsa non è un mostro! E non voleva fare nulla di tutto questo, ne sono sicura! Credetemi, è mia sorella".
"Sorella?"
"Anna!" urlò lui, felice di rivederla."Ehi, hai detto regina? Elsa è diventata regina?"
Si sforzò di immaginarsela, ma rise al pensiero di Elsa con una corona e uno scettro in mano.
Ovviamente Anna non poteva né vederlo né sentirlo, quindi, come se lui non avesse parlato, si rivolse ad un ragazzo. Era alto e impettito, coi capelli castano rossicci e indossava un'elegante divisa bianca.
A guardarlo chiunque avrebbe detto che era un bravo ragazzo, probabilmente anche di un certo rango, allora perché Jack non poteva fare a meno di immaginarselo con le orecchie a punta?
"Hans, io vado a cercare mia sorella sulle montagne"

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Quello era Hans? Non poteva crederci! Ora capì perché se lo immaginava in quel modo, non dimenticava mai il viso di un bambino, e quello non era altro che la versione adulta di quel piccolo demonietto!
"Vengo con te!" disse Hans rivolto ad Anna, ma lei lo frenò.
"No! tu devi restare qui, devi regnare su Arendelle in mia assenza!"
Sconvolto Jack si rivolse ad Anna.
"Anna, no seriamente, mica vorrai lasciare il regno a questo TIPO? "
"Stai attenta" disse Hans rivolto alla ragazza.
"Tranquillo, sistemerò tutto e al mio ritorno penseremo al matrimonio".
Jack era allibito, aveva davvero sentito quella parola?
"Anna ma ti è dato di volta il cervello?"
Quasi offeso di non essere stato preso in considerazione, alzò la voce, come se urlando lo avesse potuto vedere. "Non puoi sposare questo pallone gonfiato, è arrogante,è demoniaco, lui è cattivo, CATTIVO!".
In realtà Jack non aveva effettivamente le basi per sapere se lo fosse veramente, ma a pelle non lo sopportava, ricordava ancora i commenti odiosi che aveva rivolto ad Elsa.
Anna galoppò verso la montagna col suo cavallo, quando fu ormai lontana un sorriso, che Jack subito etichettò come malefico, si dipinse sul volto di Hans. Si avvicinò ad un uomo basso, con baffi e capelli bianchi, per poi sussurragli qualcosa in modo che nessuno sentisse, ma Jack era così vicino che poté ascoltare tutto.
"Bene mio caro duca, ora che Anna e Elsa sono fuori gioco, finalmente potrò governare su Arendelle!"
Al sentire quelle parole Jack andò su tutte le furie, poi guardò sopra la testa di Hans e un sorriso divertito illuminò il suo volto.
"Hans, ti avevo sottovalutato! Una palla di neve non è nulla in confronto a ciò che ti meriti"
Jack usò il suo bastone sull'albero dietro di Hans, la neve su di esso iniziò ad aumentare di volume, l'eccessivo peso la fece infine cadere a valanga sul povero Hans, che si trovò letteralmente ricoperto di neve.
Jack rise a crepapelle, avrebbe passato l'intera giornata a fare dispetti a quel demonietto, ma aveva una cosa più importante da fare.
Doveva trovare Elsa.


Elsa camminava verso la cima della montagna.
Era questo che la circondava adesso: una vasta distesa di montagne, ricoperte solo dal bianco bagliore della neve fresca. Da chilometri ormai non si scorgeva traccia di altri esseri umani.
Era un vero e proprio regno di solitudine, un regno di cui lei si sentiva da sempre la regina.
Il vento soffiava impetuoso, come la vorticosa tempesta che sentiva dentro di sé e che ormai non riusciva più a trattenere. Per tutti questi anni ci aveva provato invano.
Aveva tentato di fare come le avevano detto: aveva provato a tenere il ghiaccio dentro di sé e a lasciare tutti fuori. Nessuno doveva sapere. Doveva essere la brava, normale ragazza che tutti avrebbero voluto.
Nessuno doveva sapere.
Ma ora tutti sapevano.
Era strano, era stata etichettata "mostro", tutti la odiavano e avevano scoperto chi era veramente. Avrebbe dovuto stare male, ma non provava niente di tutto questo. Sentiva come se un'enorme peso le fosse stato tolto dal cuore, un peso che portava da troppi anni ormai.
Non doveva più nascondersi.
Al solo pensiero sentì l'eccitazione salire dentro di lei. Fissò l'ultimo guanto che le era rimasto, quello che usava per evitare di congelare tutto.
Lo sfilò e lo gettò in aria, lasciando che il vento lo trasportasse, e che con esso trasportasse via anche tutte le sue paure.

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Lasciò, che la tempesta che tratteneva dentro da anni, potesse fluire liberamente.
Sentì il suo cuore più leggero.
Si sentiva finalmente LIBERA.
Agitò una mano, provò a creare qualcosa e dei fiocchi di neve si materializzarono tra le sue mani: erano bellissimi, perfetti, come il ghiaccio stesso, che nonostante tutto aveva sempre amato. Perché non si può odiare la propria stessa identità, per quanto questa risultasse sbagliata agli occhi di tutti.
Lasciò che il suo cuore la guidasse, lasciò fluire il ghiaccio dentro di sé, che ormai, in assenza di paura, sentiva di poter padroneggiare completamente. Iniziò a creare intorno a sé bellissime opere di neve e di ghiaccio.
Era stupendo, si sentiva felice! Non le importava più cosa avrebbero pensato gli altri, non vedeva più il suo potere come un difetto, ma come una virtù, e non l'avrebbe mai più trattenuta dentro di sé.
Da oggi in poi sarebbe stata semplicemente se stessa.
Non se ne accorse, ma stava sorridendo, come non faceva da tempo, perché era felice, felice come non mai.
Si girò un attimo indietro, vide in lontananza Arendelle. Rise al pensiero di come sembrasse piccola da lassù, di come sembrassero piccoli oramai i problemi che l'avevano dilaniata per anni.
La paura non l'avrebbe mai più dominata, perché lei era ghiaccio, e il ghiaccio è orgoglioso, non si fa dominare dalla paura.
Si rigirò, con lo sguardo verso la montagna, ora era tempo di guardare solo avanti.
C'era solo una cosa che la separava dalla vetta: un'enorme crepaccio. Ma non l'avrebbe fermata, nulla poteva farlo ormai: creò un lungo ponte di neve, che al suo passaggio si trasformò in solido ghiaccio.
Niente era più giusto o sbagliato, non c'erano regole lì.
Ogni suo pensiero si cristallizzava in solida realtà. Così lo fece, creò un'enorme castello di ghiaccio.
Prese la corona sulla sua testa e la scaraventò per terra, non era più la regina di Arendelle, quello faceva ormai parte del passato. La neve adesso era il suo regno, e lei ne era la regina incontrastata.
Si sciolse i capelli, lasciandoli liberi in una lunga treccia laterale. Creò su di sé, uno splendido abito azzurro derivato dal ghiaccio stesso.
La perfetta ragazza normale non c'era più.
Lei era Elsa, la Regina di Ghiaccio.


Jack si fece trasportare a lungo dal gelido vento tra le montagne innevate, ma non riuscì a scorgere nulla, o meglio nessuno.
Poi, ad un tratto, vide una specie di bagliore: era la luce del sole dell'alba che si rifrangeva contro qualcosa.
Si avvicinò per vedere cosa fosse e, scoprendolo, rimase letteralmente a bocca aperta.
Davanti ai suoi occhi si ergeva un vero e proprio castello di ghiaccio.
Non solo i poteri di Elsa erano cresciuti oltre ogni sua immaginazione, ma a quanto pare ora sapeva anche controllarli.
"Un castello di ghiaccio... beh dovevo aspettarmelo da una Regina di Ghiaccio!" pensò ironico tra sé.
Si avvicinò all'entrata: l'enorme portone di ghiaccio era chiuso, ma non c'era ghiaccio che lui non potesse governare facilmente. Così lo aprì lentamente e, per non far rumore, lo lasciò socchiuso.
L'interno era bello quasi più dell'esterno: la luce del sole si rifrangeva sul ghiaccio creando delle stupende sfumature di colore, lampadari, finestre, tutto era fatto di finissimo ghiaccio.
Osservò l'enorme scalinata che si trovava davanti a lui, la percorse verticalmente con lo sguardo, per vedere dove andasse a finire.
Fu lì che la vide: era bella, fiera, forte e sicura, come la vera essenza del ghiaccio stesso. Indossava un magnifico abito azzurro che sembrava intessuto anch'esso dal ghiaccio.
Era Elsa, ed era stupenda.

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Il suo cuore si fermò, come lui stesso del resto: era rimasto immobile a contemplare la sua figura.
Quando Elsa iniziò a scendere i gradini, ad ogni passo che lei percorreva verso di lui, Jack sentiva il suo cuore pulsare di un battito sempre più forte.
Lo sguardo di lei era fiero e orgoglioso, e con i suoi occhi di ghiaccio guardava dritto davanti a sé...verso di lui! Non sapeva il perché ma quello sguardo lo mise a disagio.
Cosa stava pensando lei in quel momento?
Cosa avrebbe dovuto fare lui?
Cosa le avrebbe dovuto dire?

Sentì che qualsiasi parola avesse pronunciato in quel momento, gli sarebbe uscita ridicola o balbettante. Ma si fece coraggio e decise di provare comunque a pronunciare qualche parola. Così, cercando di assumere il topo più normale e disinvolto possibile, disse: "Elsa! Ecco io..."
Non riuscì a continuare.
Elsa era sempre più vicina e il suo cuore batteva ormai così forte che pensò quasi che potesse esplodergli in petto.
Erano sempre più vicini.
Sempre più vicini.
Troppo vicini.
Il suo cuore cessò di battere.
Elsa passò attraverso di lui e in quel momento Jack sentì una stretta al cuore, come se fosse stato trapassato da una lama invisibile.
Elsa non poteva vederlo.
Elsa non credeva più in lui.
La consapevolezza di quella fredda verità lo sconvolse, e gli fece molto più male di quanto non avrebbe mai potuto immaginare.
Ma cosa credeva?
Elsa era ormai adulta, era ovvio che non credesse più in lui.
Tantissimi bambini crescendo non avevano più creduto in lui, ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Allora perché si sentiva così male?

Forse perché in tutto quel tempo non aveva aspettato altro che rivederla, poterle essere di nuovo d'aiuto, poter essere ancora una volta la causa di quel sorriso che gli scaldava il cuore.
Ad un tratto qualcuno entrò nel castello: era Anna!
Era entrata dalla porta che Jack aveva lasciato socchiusa. Corse dalla sorella e provò disperatamente a convincerla a tornare a casa con lei.
Sembrava quasi esserci riuscita, quando Elsa la colpì involontariamente un'altra volta, come molti anni fa.
A quel punto Elsa capì che non c'era più un futuro possibile per loro due, anche sua sorella doveva arrendersi a quell'innegabile verità. Così creo un golem di ghiaccio, cacciando letteralmente via Anna dal castello.
Jack era rimasto immobile nella posizione di prima, come uno spettatore invisibile e impotente osservò la scena.
Era questo ormai per Elsa?
Il solo pensiero lo distruggeva.


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Eccoci finalmente al sesto capitolo! In realtà doveva contenere anche altri eventi, ma essendo venuto troppo lungo ho deciso di divederlo in due capitoli.
Allora partiamo dalla parte con Hans, mi fa ridere Jack che lo offende e parla con Anna nonostante non possano vederlo. L'ispirazione mi è venuta dalla mia nipotina di 3 anni che ha visto frozen con me una volta e poi lo abbiamo rivisto una seconda: la seconda volta vedendo Hans che cantava con Anna non faceva altro che urlarle " No non puoi sposarlo lui è cattivo CATTIVOOOOOO" e continuava così come se Anna potesse sentirla! Mi ha ricordato molto Jack che è appunto invisibile ad Anna.


La seconda parte invece tratta una parte che adoro del film , ovvero la parte in cui Elsa canta "Let it go", ho cercato di trascrivere quello che penso che lei provasse in quel momento riferendomi principalmente alle parole della canzone inglese. Perchè nonostante la canzone italiana sia bella, perde molto a significato rispetto a quella inglese, infatti inizialmente ascoltando solo quella italiana mi chiedevo come mai avesse vinto l'oscar, ma sentendo quella inglese ho capito.
Sentendo solo quella italiana sembrerebbe che Elsa fugge solo perché è stata etichettata come mostro e perché non vuole fare del male a nessuno, quindi si reclude in un castello di ghiaccio. Io credo che non sia solo questo, ascoltando la versione inglese, si sente come tutto ciò in un certo senso rappresenti per Elsa anche una liberazione, il poter essere finalmente se stessa. O almeno io la ho interpretata così, spero vi sia piaciuta come l ho resa, ditemi pure la vostra se volete.
Comunque se non avete ascoltato la versione inglese (leggendo attentamente il testo) vi consiglio di farlo.
Resta il fatto che questa canzone per me è una droga è da una settimana che non riesco a smettere di ascoltarla XD.

Passiamo all'ultima parte, la più dolorosa *sniff* povero Jack, lo scoprire che Elsa non crede più in lui è stato un brutto colpo ! Dai Jackino ci sono io che credo in te U.U

Ma cosa succederà adesso? Lo scoprirete prestissimo col prossimo capitolo( che posterò a breve perchè l'ho praticamente già scritto)

   
 
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