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Autore: _Naira    16/03/2014    1 recensioni
Continuazione di "la ragazza dagl'occhi color cielo"
Due ragazzi che finalmente sono riusciti a dichiarare il loro amore, ma non esiste il felici e contenti nella realtà... :)
Un bacione a tutti isy_94.
P.s. spero di essere riuscita ad incuriosirvi ;)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Pov Naira
Stamattina il medico mi ha visitato e mi ha portato i risultati degli esami.
Ora sono qui che mi sto preparando il borsone mentre aspetto Marco che mi venga a prendere, volevo guidare ma i medici mi hanno minacciato di legarmi al letto e sedarmi, quindi ho deciso che era meglio dargliela vinta. Il moro è appena arrivato, gli chiedo se mi accompagna a fare due commissioni, voglio fare una sorpresa a tutti. Passiamo a prendere un cd con un video, una torta, festoni e l'immancabile alcool, più precisamente bourbon, poi arrivati a casa ed essendo soli lo ingaggio ad aiutarmi, sistemiamo tutto, accendiamo il proiettore in quella che noi chiamiamo: stanza cinema in casa e prepariamo il video, dato che solo lui sa che uscivo oggi nessuno mi aspetta, sento dei passi salire le scale e corro a nascondermi nella stanza cinema, la porta si apre, sento i pastori e i ragazzi che salutano Marco. 
"Che minchia ci fai qui da solo?" Chiede finemente il mio ragazzo. 
"Ehm... mi stavo allacciando le scarpe." Tenta il moro.
"Ma hai gli stivali." Continua scettico Enrico. 
"Appunto, ci ho messo un'ora per cercare le stringhe." Mi metto una mano sulla fronte e scuoto la testa ridendo, tanto vale che gli dicesse che stava cercando un pony volante. 
"Ma che ti sei fumato? Sei strano!" Marta lo studia.
"Io sono norrrrmalissimo!" Controbatte Marco.
"Cosa nascondi?" Chiede Enrico alzando un sopracciglio. 
"Io?! Come potrei mai nascondere che, beh, niente." Sto per ucciderlo, ma è possibile che non sia in grado di omettere una parte di verità. 
"Non si vede un cazzo! Accendo la luce." Interrompe Gabriele, decido di far partire il video non appena vedo il bagliore causato dalla lampadina.


Pov Enrico
Appena Gabriele accende la luce sento partire una canzone dalla stanza infondo al corridoio, mi avvicino per capire come mai e non appena sbuco dalla porta il cantante inizia la prima strofa, parte una scritta:
'Amore mio, 3 mesi fa avremmo fatto un anno insieme, insieme?! Mi suona ancora strano, ma dato che siamo testardi ci siamo mollati, poi rimessi insieme, non so te, ma è come se avessi dedicato la mia vita a starti vicino, per noi non sono importanti i mesi, i giorni, gli anni che passiamo insieme, ma come li passiamo. Ti amo, e spero che questo piccolo regalo ti piaccia. Naira.' La prima foto ritrae noi due quando ci siamo conosciuti, io seduto sulla sedia della pizzeria e lei, con i vestiti del corteo, seduta in braccio a me, la seconda scattata sempre lo stesso giorno è di noi due a cavallo, Enrique Iglesias continua a cantare, le immagini continuano a scorrere, poi una cattura la mia attenzione, è un'ecografia di un feto, l'occhio mi cade sui dati incisi in fondo: sogg. Naira. Età feto. 93 giorni. Data. 23 dicembre. Inizio a piangere sollevato, il più bel regalo di Natale che avessi mai desiderato, gli altri mi hanno raggiunto, Marta inizia a piangere insieme a me, mio papà pure, non l'ho mai visto così commosso. Le immagini hanno ripreso il loro inseguimento, sono tutte le foto di noi due, c'è pure quella che ci aveva scattato Marco qualche mese prima di lei con la testa sulla mia pancia che gli fa vedere il medio mentre io ho la mano tesa verso la fotocamera facendo le corna e la linguaccia. La canzone finisce insieme alle foto e un'altra scritta compare:
'Diventeremo uno in più fra un po amore mio, non potrei amarvi di più! Grazie per tutto!' Le lacrime continuano a scorrere e le luci si accendono facendomi trovare Naira davanti a me con le lacrime e un sorriso stupendo, non perdo un secondo e l'abbraccio stringendola più che posso, gli altri si uniscono a noi formando un abbraccio unico, la amo, la amo più della mia stessa vita. 
"Vita quindi non l'hai perso?" Le chiede Marta. 
"No! Ed è un maschietto!"
"POVERI NOI! UN DALTI DALTI JUNIOR!!" Urla la mora felicissima. 
"Hey! Che hai contro di lui?!" Domando fingendomi arrabbiato. 
"Mi fa pena, crescere con te e soprattutto col tuo sangue in circolo!" Ride, la seguo anch'io insieme agli altri. 


Pov Naira 
Oggi è Natale, quando sono passata davanti alla finestra ho visto che c'erano 50 cm di neve, sono corsa a svegliare tutti e poi sono uscita insieme a Marta, in pigiama, sempre correndo e saltellando come due bambine al parco giochi. 
Adesso siamo riuniti a tavola per il pranzo a base di carne al sangue, formaggio, torta du patate, pasta alla carbonara, streppa, cioccolata calda e, non per ultimo, tiramisù. Mangiamo come maiali, penso che le sedie stiano per rompersi, ci alziamo ci corichiamo sul divano e fumiamo una sigaretta, ho trattato due giorni col medico per raggiungere un accordo sulle sigarette che posso fumare, mi sembrava di contrattare con un vucunprà, alla fine me ne ha concesse 3 al giorno. Mettiamo un film, si chiama Capitan Harlock, è a dir poco stupendo! Finito andiamo a lavorare, togliere la neve non è così bello come vederla cadere, ma ci divertiamo e giochiamo come bambini, stiamo morendo dal ridere, Marco ed Enrico si sono messi d'accordo e hanno riempito Gabriele di palle di neve, Simon e Riccardo hanno fatto lo stesso con Marta, poi tutti e 4 hanno costruito una barriera stile trincea, spuntando e sferrando colpi ai due malcapitati. Gabriele stava parlando e gli è arrivata una palla in piena bocca, poi Enrico s'è alzato urlando: 'sono un cecchino natoooo!' La sua vittima si è vendicata colpendolo in piena faccia.
"Sembri l'uomo delle nevi!" Urla Marta ridendo e indicandolo.  Continuiamo a spalare e giocare fin quando non viene buio, dopodiché ceniamo con gli avanzi e ci sdraiamo nuovamente sul divano, mi rifugio tra le braccia di Enrico, quanto mi è mancato questo contatto, quanto ho desiderato le sue braccia forti in quei giorni bui, quanto ho voluto sentirmi a casa quando avevo paura, mi addormento con il calore del suo corpo, cullata dal suo respiro. 
Mi sveglio con la luce fioca del sole e mi ritrovo nel letto in camera mia, con il mio ragazzo vicino a me, ha una mano appoggiata sulla mia pancia, mi soffermo ad immaginarlo padre, me lo immagino mentre lo tiene in braccio o mentre lo fa giocare, presa dalla tenerezza mi spavento quando lo vedo aprire gli occhi e sorridermi.
"Buongiorno biondina." Mi saluta dandomi un bacio sulla fronte. 
"Buongiorno a..." vengo interrotta dalle urla infuriate di Silvio, ci guardiamo un attimo preoccupati e corriamo in direzione di quei suoni, quando arriviamo vedo una donna bionda, ha gli stessi occhi del mio ragazzo, cerca di parlare ma Silvio furioso non glielo permette, sono accorsi tutti e ora lei si gira a guardarmi, mi studia. Ha uno sguardo da pantera, le unghie lunghe e laccate, i capelli sciolti, Enrico mi passa un braccio intorno alla vita e mi tira a sé, sento i nervi fremere sotto la sua pelle d'acciaio, vedo il labbro contrarsi insieme a tutto il viso.
"Ciao, sono Michelle, la mamma di Enrico." Mi tende una mano, la fisso ma non la stringo. 
"Naira." Rispondo. 
"Sei italiana, Naira?" Chiede ripetendo il mio nome con disgusto. 
"Si, sono di qui." Rispondo sfidandola con lo sguardo.
"Hai coraggio ragazza, te lo concedo, ma non ti permetterò di portare via Enrico alla sua ragazza." Sgrano gli occhi stupita, Enrico scatta.
"LEI È LA MIA RAGAZZA!" 
"No figliolo, non è quella giusta per te, Arianna invece.."
"NON TI AZZARDARE A FINIRE LA FRASE! LEI È LA RAGAZZA GIUSTA PER ME È QUESTO LO DECIDO IO! E TI DIRÒ DI PIÙ, LA AMO COSÌ TANTO CHE STIAMO PER AVRERE UN BAMBINO!" Il mio ragazzo è a dir poco fuori di sé, se non fosse che mi sono aggrappata alla sua maglia penso le sarebbe saltato al collo, Silvio si è avvicinato a me e mi tiene una mano sulla schiena, la guarda con odio, vuole proteggermi, lo capisco da come mi si para davanti seguito dal figlio quando la donna fa un passo verso di me. 
"Scusate." Li faccio spostare mettendogli le mani sugli avambracci. "Allora, mettiamo in chiaro un paio di cose: punto primo, io non ho portato via Enrico da nessuna, punto secondo, è maggiorenne e vaccinato quindi può benissimo scegliere da solo, punto terzo, è la SUA vita e se la vive come vuole, punto quarto, non mi conosci quindi non ti permettere di giudicarmi perché non puoi sapere se sono giusta per lui! Il ruolo di un genitore è quello di consigliare un figlio e quando lo si vede felice bisognerebbe essere felici con lui non cercare di mandare tutto a puttane!" Finisco di parlare e la sfido.


Pov Enrico
Naira ha puntato i suoi occhi in quelli di Michelle, sono diventati quasi trasparenti e mi fanno paura, poi la donna tira fuori l'unico argomento che avrebbe dovuto evitare. 
"I tuoi genitori non ti hanno insegnato il rispetto per gli adulti?" Naira la guarda infuriata, i suoi occhi se possibile sono diventati ancora più chiari e rabbiosi, sembrano due lastre di ghiaccio dove si vede l'acqua scorrere sotto di essi.
"NON TI AZZARDARE A TOCCARE I MIEI GENITORI, HAI CAPITO? NON SAI UN CAZZO DELLA MIA VITA! LE VEDI TUTTE QUESTE PERSONE QUI INTORNO?! LORO SONO LA MIA FAMIGLIA, MI SONO STATO VICINO QUANDO I MIEI GENITORI MI HANNO ABBANDONATA! E NON TI PERMETTERÒ DI PORTARNE VIA ANCHE SOLO UNO! COSTI QUEL CHE COSTI!!!" Le urla a due cm dalla faccia e per la prima volta vedo quella donna farsi piccola piccola sotto il peso delle urla di qualcuno, di solito combatteva per avere l'ultima parola, ma non questa volta, non sotto quello sguardo letteralmente gelido, non con Naira. Michelle la guarda ancora un po e poi si dilegua senza fiatare, rimaniamo immobili finché la mia ragazza non si gira e ci guarda con gli occhi di sempre, mi avvicino a lei, l'abbraccio e la bacio.
"Brava amore mio." Le dico sorridendo. 



Pov Naira
Sono al nono mese di gravidanza, è maggio, il sole splende, sto andando in ospedale, dato che domani scade il tempo, sono nervosa, entro nel reparto e un'infermiera mi accompagna nella mia camera, non abbiamo ancora trovato un nome al bambino, penso che non appena lo guarderemo negli occhi il nome ci verrà naturale. La mia pancia non è cresciuta molto in questi mesi, i miei nove mesi sono come i sei delle altre ragazze qui dentro, mi distendo sul letto e aspetto cena, Enrico arriverà domani mattina, data la bella stagione il Black stallion è stracolmo di gente. Mi addormento poco dopo essere arrivata e mi sveglio sentendo le sue dita che percorrono leggere la mia guancia, apro gli occhi e lo trovo seduto vicino al mio letto con la testa appoggiata sul bordo, lo saluto dandogli un bacio e vedo comparire Marta dalla porta con due caffè in mano, mi saluta esaltata e si siede dall'altro lato del letto, parliamo per un'oretta poi una fitta lancinante colpisce il mio basso ventre, mi sento fradicia, il mio unico pensiero oltre al dolore è: 'ci siamo' i due si agitano, obbligo Marta a chiamare l'infermiera che arriva correndo e mi porta in sala parto, il medico mi incita a spingere ma fa un male cane, non ho voluto nessuno con me, già mi sento claustrofobica con tutti sti medici, infermieri, anestesisti, e chi più ne ha più ne metta, le ore passano e mi sembrano interminabili, ad un certo punto il medico mi urla di dare l'ultima spinta, lo faccio, il dolore è passato, il silenzio diventa padrone della stanza e poi... e poi quel pianto, innocente, il pianto di mio figlio, non c'è emozione più bella, piango commossa, il medico mi chiede se voglio prenderlo in braccio per prima o se voglio farlo tenere al padre, il padre, suona strano pensare a padre ed Enrico nella stessa frase, gli dico di portarlo a lui e così fa.



Pov Enrico
Sono ore che aspettiamo, penso di poter esplodere da un momento all'altro, poi Marta inizia a scuotermi il braccio tenendo lo sguardo fisso alla mia destra, la guardo per poi voltarmi e scorgere il medico arrivare con una fagottino tra le braccia, mi alzo sorridendo e gli vado incontro, mi fermo a fissare quel neonato, mio figlio, Wow! Quel bambino è mio figlio! Lo prendo in braccio e vedendo che la sua testolina a momenti è grossa quanto un mio polso mi viene paura di fargli male.
"Ho paura di romperlo!" Confesso al medico che scoppia a ridere, mi informa che fra qualche minuto porteranno Naira in camera, ci avviciniamo e poi l'aspettiamo fuori, quando entra mi siedo vicino a lei porgendole il bambino, dobbiamo dargli ancora un nome. Guardo la mia vita che si è persa ad osservare nostro figlio, ha i capelli del mio colore, gli occhi del suo, le mie labbra, il suo naso, è il perfetto miscuglio di noi. 
"Alarick." 
"Cosa?" Chiedo.
"Ti piace il nome Alarick?" Chiede sorridendo. 
"Alarick sia!" Confermo.
"Ma che significa?" Continuo.
"Re/signore di tutto." Conclude accocolandosi tra le mie braccia. 



Spazio autrice
Buon salve, eccomi con un altro capitolo molto allegro, esclusa la comparsa di Michelle. 
PER MARTA: eccoti il tuo piccolo Dalti Dalti junior xD 
Il nome che ho scelto, beh, chi segue the vampire diaries, sa chi è il personaggio, volevo fargli un 'tributo' dato che ci ha abbandonato :"(  spero che vi sia piaciuto :) un bacio isy_94.  
  
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